The Gravestone Diaries

La "caccia" secondo William Gravestone by Alessandra Paoloni

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Un viaggio per capire come tutto iniziò.
    Brevi pagine tratte dal diario di William Gravestone che precedono le vicende narrate nei RICERCATORI DI OMBRE (prima stagione completa) & nei RICERCATORI DI OMBRE (seconda stagione da completare)

    L'analisi di un cacciatore di demoni narrata DA un cacciatore di demoni.

    Buona lettura!

    Info
    Titolo originale: "The Gravestone Diaries- 9 Settembre 1983"
    Data messa in onda: 20/01/2011
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)

    3 Febbraio 1993

    1983.
    I Metallica pubblicavano il loro primo disco, Kill 'Em All.
    Ronald Reagan in un suo discorso annunciava l'avvio della SDI (la Strategic Defense Initiative).
    Io, scoprivo la caccia.

    Non avrei mai immaginato che al mondo potessero esistere cose simili, mai..
    Come se gli incubi peggiori si fossero materializzati nella realtà.
    Ricordo di non aver lasciato il mio appartamento di Carson City per circa quattro giorni, tant'è che le stanze avevano iniziato a puzzare di chiuso e la mia stessa igiene personale lasciava a desiderare.
    Non ho vergogna nel dire che il mio primo “incontro con un demone” mi segnò a tal punto da rischiare di farmi impazzire. Pochi sono i cacciatori che ammettono di aver paura, di provare terrore ogni volta che stanno per addormentarsi consapevoli che qualcosa nel sonno potrebbe coglierli per farli fuori senza dare loro la possibilità di reagire.
    Se raccontassi quello che c'è là fuori, nascosto nel buio, la gente mi crederebbe pazzo. O peggio: fingerebbe di non prestare ascolto a quello che dico.

    Io sono venuto a conoscenza della caccia per caso.
    E ci ho quasi rimesso la vita.
    Frigo vuoto e una gran fame che rischiava di divorarmi mi costrinsero a uscire di casa. La frescura della notte già pungeva ma lo spilorcio proprietario del supermarket non si era ancora deciso ad accendere i riscaldamenti. Detestavo quel grassone dalle mani sempre unte; c'era da scommettere che importunava le giovani commesse visto che i volti alla cassa cambiavano si e no ogni tre settimane. Ma quello era l'unico supermarket nelle vicinanze; se non mi fossi fatto vincere dalla pigrizia e fossi arrivato in centro, forse non sarebbe accaduto nulla alla mia vita. Maledetto me.....
    Mi ero preso un paio di birre e una pizza surgelata. La mia cena preferita; anzi, l'unica che sapevo “cucinare”. Mia madre mi avrebbe fatto di certo delle storie vedendomi ridotto in quello stato, ma dubitavo che i suoi rimproveri mi sarebbero arrivati. Il cimitero di Carson City era troppo distante da lì....
    Mi recai alla cassa e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi alla cassiera di turno. Questa doveva avere più o meno diciotto anni, bionda occhi azzurri, una spruzzatina di lentiggini sul naso.
    Se non mi fossi fermato a fare l'idiota con lei....

    Entrò nel supermarket un uomo. Cinquant'anni, testa rasata, sguardo che non prometteva nulla di buono. E quegli occhi...non dimenticherò mai quegli occhi, mai.
    Scuri come la pece, senza vita, senza anima.
    Assieme a me nel supermarket c'era un uomo anziano che si reggeva precariamente a un bastone.
    Dio, non riesco a scrivere quello che successe in seguito....i ricordi si rifiutano ancora di tornarmi alla mente....
    Ho davanti ancora l'immagine di quell'anziano con il proprio bastone conficcato nel petto. Poi le urla della casseria con le lentiggini richiamarono il proprietario grassone del supermarket. L'uomo dagli occhi neri non appena lo vide mosse appena un braccio alzandolo in aria, e in seguito a quel gesto gli occhi del grassone schizzarono fuori dalle orbite per rimbalzare a terra come due palle da ping pong.
    Cristo!
    L'uomo dagli occhi neri si voltò a guardare me; la giovane cassiera si era sdraiata a terra, quasi avesse il timore che quell'uomo potesse iniziare a sparare quando aveva fatto cose peggiori fino a quel momento.
    Lui fissò me; io fissai lui. Un breve istante che restò scolpito nella mia memoria e che porterò fino alla tomba. Nelle sue orbite vidi l'inferno e lessi odio, disperazione e desiderio di farmi fuori. Riflessa in quegli occhi riconobbi la mia fine. L'uomo sollevò ancora il braccio e io mi tenni pronto a morire.
    Non si può mai essere certi di come ci comporteremo davanti alla morte, fin quando non arriva quel preciso momento.
    Poi....
    …...poi l'uomo calvo sputò fumo nero dalla bocca che parve dissolversi sul soffitto.
    Lo stupore di quella visione non m'impedì di pensare comunque “merda, sono ancora vivo!”.
    Vidi l'uomo che aveva fatto quella carneficina accasciarsi a terra, forse svenuto o addirittura morto.
    I mie occhi si spostarono da lui a una figura che sostava sulla porta d'ingresso. Era un prete che reggeva un libro in una mano e un crocefisso nell'altra.
    Sentivo la giovane cassiera singhiozzare, e quella fu l'ultima cosa che udii prima di perdere i sensi.
    Mi risvegliai qualche ora dopo nel mio appartamento, senza sapere come vi fossi arrivato.

    Quella notte cambiò tutto. Nei giorni che restai chiuso nel mio appartamento dormendo un paio di ore a notte e rischiando di rimettere quel poco che mangiavo, pensai spesso alla figura di quel prete.
    E sebbene la mia mente lo rifiutasse, sapevo benissimo che ciò che aveva praticato quell'uomo in abito talare in quel misero supermarket era stato un esorcismo.
    I mostri erano reali e mi avevano per poco ammazzato.

    Era il quarto giorno del mio isolamento dal mondo, quando decisi di andare alla ricerca di quel prete per fargli qualche domanda.
    Non sapevo ancora che avrei condannato ad un'esistenza di incubi e terrore non solo me stesso, ma tutta la mia famiglia.

    I cacciatori non sono eroi. I cacciatori salvano il culo alle “persone comuni” mentre loro se ne stanno al calduccio sotto le coperte a dormire la notte.
    E vivono l'inferno sulla terra...

    (W.G)

    Edited by Bet Grave - 21/1/2011, 11:23
     
    Top
    .
  2. Ester Colt
     
    .

    User deleted


    :wub: Meraviglioso!
     
    Top
    .
  3. Brigit Pierce Salvatore
     
    .

    User deleted


    Stupendo!!! Come sempre!
     
    Top
    .
  4. Dean-95DD
     
    .

    User deleted


    Una storia fantastica! Scrittura coinvolgente e scorrevole! Wow! Una pagina intensa!
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    vampirella VS i giudicanti Image Hosted by ImageShack.us

    Group
    Dean's addicted
    Posts
    25,487
    Location
    genova

    Status
    Offline
    bella ..dal tranquillo tran tran all'incubo...come la vita di un cacciatore :) complimenti

    ps : Bet Grave
    SPOILER (click to view)
    mi metti le info di inzio come negli altri lavori precenti ..grazie :)
     
    Top
    .
  6. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Grazie ragazzuoli!!! :wub:

    Cristie hai ragione....rimedio subito ;)
     
    Top
    .
  7. John7776
     
    .

    User deleted


    complimenti bella storia!!!
     
    Top
    .
  8. Angela1993
     
    .

    User deleted


    Pure il diario! Bella idea!
    Ci voleva un bel tuffo nel passato a scroprire l'inizio di tutto :shifty:
     
    Top
    .
  9. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Già....in attesa di completare la puntata nuova... ^_^
    Questo è la sorpresuola di cui ti parlavo altrove Angela ;) Sono contenta che ti piaccia :)
     
    Top
    .
  10. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Un'altra pagina del diario di William Gravestone!! Prosegue qui a raccontare di quando incontrò il primo cacciatore di demoni.......

    Info
    Titolo originale: "The Gravestone Diaries- 14 Settembre 1983"
    Data messa in onda: 26/01/2011
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)

    4 Febbraio 1993

    Padre Breas, irlandese di nascita e prete esorcista per vocazione, fu il primo cacciatore di demoni che incontrai. Fu colui che m'insegnò ogni cosa che c'era da sapere sulla caccia.
    Non fu difficile trovarlo; in città, per quelli che già credevano nell'esistenza delle forze demoniache anche se non osavano affrontarle, era una sorta di mito e di eroe. Mi bastò frequentare una sera uno dei bar nella zona più malfamata di Carson City per scoprire dove abitava. Era un predicatore senza chiesa, eppure aveva uno stuolo di fedeli che si rivolgevano a lui anche per una banale confessione. Quest'ultima di norma, come seppi in seguito, avveniva faccia a faccia nel suo piccolo appartamento. I parroci comuni recitavano la messa; lui solo rituali in latino per scacciare i demoni. Andava in giro con una borsa a tracolla dove metteva acqua santa, ostie rosari crocefissi e una quantità esagerata di sale; ma non certo per evangelizzare le masse.
    Aveva trentotto anni, e cacciava da quindici. E nulla lo avrebbe fermato; a parte la morte.

    La prima volta che lo incontrai era sulle tracce dello stesso demone che gli era sfuggito quella sera al supermarket. Padre Breas girava a piedi, di notte, e comunque lo si sarebbe riconosciuto perché era l'unico per strada vestito in abito talare. Un folle, si sarebbe detto. Lo seguii con la mia Pontiac Trans Am nera a passo d'uomo, ma forse Padre Breas s'accorse che lo stavo pedinando perché scomparve all'interno di un vicolo.
    Fermai la mia macchina e parcheggiai al lato del marciapiede. All'inizio pensai addirittura di tornarmene a casa. Ma che stavo facendo? Seguire un prete in piena notte, per chiedergli cosa poi? Il fatto incredibile accaduto al supermarket doveva avermi fatto impazzire. E stavo davvero per rimettere in moto e andarmene, quando sentii qualcuno colpire il finestrino. Quasi gridai dalla sorpresa e dal terrore. Non appena mi voltai a guardare, riconobbi il viso dell'uomo che mi aveva salvato la vita solo qualche sera prima.
    Padre Breas mi osservava serioso. Colpì di nuovo il finestrino; voleva che scendessi dalla macchina. Lo feci senza esitare, tremando in maniera vistosa. In che razza di storia mi stavo per cacciare?
    - Tieni qua. Sta arrivando.- mi disse porgendomi un crocefisso.
    Guardai prima quell'oggetto di legno e poi il viso dell'uomo in abito talare. Mi accorsi solo allora che aveva una piccola cicatrice sotto l'occhio sinistro, come fosse un'occhiaia permanente. Scossi la testa.
    - Co..cosa?- chiesi, e mi uscì solo un filo di voce dalla gola.
    Padre Breas indicò con un cenno della testa il lampione che a pochi metri da noi prese ad accendersi e spegnersi; qualcosa faceva interferenza.
    Fissai il prete con occhi sgranati e afferrai il crocefisso senza nemmeno sapere cosa farci. E avrei sommerso quell'uomo di domande se una figura non si fosse stagliata al nostro fianco. Era una ragazza; gracile, magra, doveva aver avuto più o meno sedici anni. Come si può pensare che una creatura all'apparenza innocua come quella potesse in realtà contenere in sé il Male allo stato puro?
    - Ti sei portato la compagnia stasera?- domandò la ragazzina a Padre Breas.
    Non feci in tempo nemmeno ad aprire bocca che mi ritrovai inchiodato alla mia macchina. Il crocefisso mi scivolò di mano. Padre Breas gettò uno schizzo d'acqua santa addosso alla ragazza che gridò, e con un solo gesto del braccio fece volare Padre Breas addosso al lampione, il quale si spense definitivamente. Nel volo la bottiglietta d'acqua cadde sul marciapiede.
    - Sono giorni che mi dai la caccia, non ti sei ancora stancato?- chiese la ragazzina.
    La sua voce...mi fece scorrere dei brividi lungo tutto il corpo. Ma paradossalmente mi riscosse e mi spronò a muovermi. Chiamatelo pure istinto di sopravvivenza, riuscii a raccogliere il crocefisso e a spingermi fin dove la bottiglietta era caduta. Il demone era impegnato a inveire contro Padre Breas, e io ne approfittai per gettargli sulla schiena quello che ne era rimasto dell'acqua benedetta. La ragazzina si girò verso di me, girò quasi tutta la testa verso di me, e mi guardò con le sue cavità oscure. Sussultai e feci per indietreggiare quando Padre Breas prese a recitare una formula che da quella notte in avanti mi si stampò nella mente come una preghiera:

    exorcizamus te,omnis immundus spiritus,omnis satanica potestas,omnis incursio infernalis adversarii,omnis legio,omnis congregatio et secta diabolica.
    ergo draco maledicte,omnis legio diabolica adjuramus te.
    decipere humanas creatura,eisque eternae perditionis venenum propinare.


    Dalla bocca della ragazzina uscì quello stesso fumo nero che vidi liberarsi dall'uomo nel supermarket. Poi il suo corpo cadde a terra, e restò immobile. Padre Breas le si accostò per tastarle il polso. Scosse la testa e capii in tal modo che era morta.
    - Andiamo via da qui prima che qualcuno ci veda.- mi disse.
    Lo guardai come se avesse bestemmiato.
    - Ma...lei?- chiesi.
    - Non possiamo più far nulla per lei.- tagliò corto lui.
    Padre Breas s'accostò alla mia macchina. Voleva che lo portassi via, era chiaro.
    - Andiamo ragazzo! Ti spiegherò strada facendo!

    Davanti a quel corpo morto e consapevole oramai dell'esistenza della parte marcia del mondo ubbidii, salii in macchina e mi allontanai con lui nella notte.

    (William Gravestone)
     
    Top
    .
  11. Angela1993
     
    .

    User deleted


    Questa storia mi piace... :shifty:
    Sul serio, veramente ci voleva! :D E questo Padre Breas poi...
    non vedo l'ora di leggere la prossima pagina! :lol: :lol:
     
    Top
    .
  12. John7776
     
    .

    User deleted


    mi è piaciuto questo capitolo brava!!!
     
    Top
    .
  13. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Era anche ora che riprendessi a scrivere come si deve -_-
    Nuovo capitolo /pagina di diario di William Gravestone, cacciatore di demoni...



    (capitoli precedenti)
    SPOILER (click to view)
    3 Febbraio 1993

    1983.
    I Metallica pubblicavano il loro primo disco, Kill 'Em All.
    Ronald Reagan in un suo discorso annunciava l'avvio della SDI (la Strategic Defense Initiative).
    Io, scoprivo la caccia.

    Non avrei mai immaginato che al mondo potessero esistere cose simili, mai..
    Come se gli incubi peggiori si fossero materializzati nella realtà.
    Ricordo di non aver lasciato il mio appartamento di Carson City per circa quattro giorni, tant'è che le stanze avevano iniziato a puzzare di chiuso e la mia stessa igiene personale lasciava a desiderare.
    Non ho vergogna nel dire che il mio primo “incontro con un demone” mi segnò a tal punto da rischiare di farmi impazzire. Pochi sono i cacciatori che ammettono di aver paura, di provare terrore ogni volta che stanno per addormentarsi consapevoli che qualcosa nel sonno potrebbe coglierli per farli fuori senza dare loro la possibilità di reagire.
    Se raccontassi quello che c'è là fuori, nascosto nel buio, la gente mi crederebbe pazzo. O peggio: fingerebbe di non prestare ascolto a quello che dico.

    Io sono venuto a conoscenza della caccia per caso.
    E ci ho quasi rimesso la vita.
    Frigo vuoto e una gran fame che rischiava di divorarmi mi costrinsero a uscire di casa. La frescura della notte già pungeva ma lo spilorcio proprietario del supermarket non si era ancora deciso ad accendere i riscaldamenti. Detestavo quel grassone dalle mani sempre unte; c'era da scommettere che importunava le giovani commesse visto che i volti alla cassa cambiavano si e no ogni tre settimane. Ma quello era l'unico supermarket nelle vicinanze; se non mi fossi fatto vincere dalla pigrizia e fossi arrivato in centro, forse non sarebbe accaduto nulla alla mia vita. Maledetto me.....
    Mi ero preso un paio di birre e una pizza surgelata. La mia cena preferita; anzi, l'unica che sapevo “cucinare”. Mia madre mi avrebbe fatto di certo delle storie vedendomi ridotto in quello stato, ma dubitavo che i suoi rimproveri mi sarebbero arrivati. Il cimitero di Carson City era troppo distante da lì....
    Mi recai alla cassa e sfoderai uno dei miei migliori sorrisi alla cassiera di turno. Questa doveva avere più o meno diciotto anni, bionda occhi azzurri, una spruzzatina di lentiggini sul naso.
    Se non mi fossi fermato a fare l'idiota con lei....

    Entrò nel supermarket un uomo. Cinquant'anni, testa rasata, sguardo che non prometteva nulla di buono. E quegli occhi...non dimenticherò mai quegli occhi, mai.
    Scuri come la pece, senza vita, senza anima.
    Assieme a me nel supermarket c'era un uomo anziano che si reggeva precariamente a un bastone.
    Dio, non riesco a scrivere quello che successe in seguito....i ricordi si rifiutano ancora di tornarmi alla mente....
    Ho davanti ancora l'immagine di quell'anziano con il proprio bastone conficcato nel petto. Poi le urla della casseria con le lentiggini richiamarono il proprietario grassone del supermarket. L'uomo dagli occhi neri non appena lo vide mosse appena un braccio alzandolo in aria, e in seguito a quel gesto gli occhi del grassone schizzarono fuori dalle orbite per rimbalzare a terra come due palle da ping pong.
    Cristo!
    L'uomo dagli occhi neri si voltò a guardare me; la giovane cassiera si era sdraiata a terra, quasi avesse il timore che quell'uomo potesse iniziare a sparare quando aveva fatto cose peggiori fino a quel momento.
    Lui fissò me; io fissai lui. Un breve istante che restò scolpito nella mia memoria e che porterò fino alla tomba. Nelle sue orbite vidi l'inferno e lessi odio, disperazione e desiderio di farmi fuori. Riflessa in quegli occhi riconobbi la mia fine. L'uomo sollevò ancora il braccio e io mi tenni pronto a morire.
    Non si può mai essere certi di come ci comporteremo davanti alla morte, fin quando non arriva quel preciso momento.
    Poi....
    …...poi l'uomo calvo sputò fumo nero dalla bocca che parve dissolversi sul soffitto.
    Lo stupore di quella visione non m'impedì di pensare comunque “merda, sono ancora vivo!”.
    Vidi l'uomo che aveva fatto quella carneficina accasciarsi a terra, forse svenuto o addirittura morto.
    I mie occhi si spostarono da lui a una figura che sostava sulla porta d'ingresso. Era un prete che reggeva un libro in una mano e un crocefisso nell'altra.
    Sentivo la giovane cassiera singhiozzare, e quella fu l'ultima cosa che udii prima di perdere i sensi.
    Mi risvegliai qualche ora dopo nel mio appartamento, senza sapere come vi fossi arrivato.

    Quella notte cambiò tutto. Nei giorni che restai chiuso nel mio appartamento dormendo un paio di ore a notte e rischiando di rimettere quel poco che mangiavo, pensai spesso alla figura di quel prete.
    E sebbene la mia mente lo rifiutasse, sapevo benissimo che ciò che aveva praticato quell'uomo in abito talare in quel misero supermarket era stato un esorcismo.
    I mostri erano reali e mi avevano per poco ammazzato.

    Era il quarto giorno del mio isolamento dal mondo, quando decisi di andare alla ricerca di quel prete per fargli qualche domanda.
    Non sapevo ancora che avrei condannato ad un'esistenza di incubi e terrore non solo me stesso, ma tutta la mia famiglia.

    I cacciatori non sono eroi. I cacciatori salvano il culo alle “persone comuni” mentre loro se ne stanno al calduccio sotto le coperte a dormire la notte.
    E vivono l'inferno sulla terra...

    (W.G)

    SPOILER (click to view)
    4 Febbraio 1993

    Padre Breas, irlandese di nascita e prete esorcista per vocazione, fu il primo cacciatore di demoni che incontrai. Fu colui che m'insegnò ogni cosa che c'era da sapere sulla caccia.
    Non fu difficile trovarlo; in città, per quelli che già credevano nell'esistenza delle forze demoniache anche se non osavano affrontarle, era una sorta di mito e di eroe. Mi bastò frequentare una sera uno dei bar nella zona più malfamata di Carson City per scoprire dove abitava. Era un predicatore senza chiesa, eppure aveva uno stuolo di fedeli che si rivolgevano a lui anche per una banale confessione. Quest'ultima di norma, come seppi in seguito, avveniva faccia a faccia nel suo piccolo appartamento. I parroci comuni recitavano la messa; lui solo rituali in latino per scacciare i demoni. Andava in giro con una borsa a tracolla dove metteva acqua santa, ostie rosari crocefissi e una quantità esagerata di sale; ma non certo per evangelizzare le masse.
    Aveva trentotto anni, e cacciava da quindici. E nulla lo avrebbe fermato; a parte la morte.

    La prima volta che lo incontrai era sulle tracce dello stesso demone che gli era sfuggito quella sera al supermarket. Padre Breas girava a piedi, di notte, e comunque lo si sarebbe riconosciuto perché era l'unico per strada vestito in abito talare. Un folle, si sarebbe detto. Lo seguii con la mia Pontiac Trans Am nera a passo d'uomo, ma forse Padre Breas s'accorse che lo stavo pedinando perché scomparve all'interno di un vicolo.
    Fermai la mia macchina e parcheggiai al lato del marciapiede. All'inizio pensai addirittura di tornarmene a casa. Ma che stavo facendo? Seguire un prete in piena notte, per chiedergli cosa poi? Il fatto incredibile accaduto al supermarket doveva avermi fatto impazzire. E stavo davvero per rimettere in moto e andarmene, quando sentii qualcuno colpire il finestrino. Quasi gridai dalla sorpresa e dal terrore. Non appena mi voltai a guardare, riconobbi il viso dell'uomo che mi aveva salvato la vita solo qualche sera prima.
    Padre Breas mi osservava serioso. Colpì di nuovo il finestrino; voleva che scendessi dalla macchina. Lo feci senza esitare, tremando in maniera vistosa. In che razza di storia mi stavo per cacciare?
    - Tieni qua. Sta arrivando.- mi disse porgendomi un crocefisso.
    Guardai prima quell'oggetto di legno e poi il viso dell'uomo in abito talare. Mi accorsi solo allora che aveva una piccola cicatrice sotto l'occhio sinistro, come fosse un'occhiaia permanente. Scossi la testa.
    - Co..cosa?- chiesi, e mi uscì solo un filo di voce dalla gola.
    Padre Breas indicò con un cenno della testa il lampione che a pochi metri da noi prese ad accendersi e spegnersi; qualcosa faceva interferenza.
    Fissai il prete con occhi sgranati e afferrai il crocefisso senza nemmeno sapere cosa farci. E avrei sommerso quell'uomo di domande se una figura non si fosse stagliata al nostro fianco. Era una ragazza; gracile, magra, doveva aver avuto più o meno sedici anni. Come si può pensare che una creatura all'apparenza innocua come quella potesse in realtà contenere in sé il Male allo stato puro?
    - Ti sei portato la compagnia stasera?- domandò la ragazzina a Padre Breas.
    Non feci in tempo nemmeno ad aprire bocca che mi ritrovai inchiodato alla mia macchina. Il crocefisso mi scivolò di mano. Padre Breas gettò uno schizzo d'acqua santa addosso alla ragazza che gridò, e con un solo gesto del braccio fece volare Padre Breas addosso al lampione, il quale si spense definitivamente. Nel volo la bottiglietta d'acqua cadde sul marciapiede.
    - Sono giorni che mi dai la caccia, non ti sei ancora stancato?- chiese la ragazzina.
    La sua voce...mi fece scorrere dei brividi lungo tutto il corpo. Ma paradossalmente mi riscosse e mi spronò a muovermi. Chiamatelo pure istinto di sopravvivenza, riuscii a raccogliere il crocefisso e a spingermi fin dove la bottiglietta era caduta. Il demone era impegnato a inveire contro Padre Breas, e io ne approfittai per gettargli sulla schiena quello che ne era rimasto dell'acqua benedetta. La ragazzina si girò verso di me, girò quasi tutta la testa verso di me, e mi guardò con le sue cavità oscure. Sussultai e feci per indietreggiare quando Padre Breas prese a recitare una formula che da quella notte in avanti mi si stampò nella mente come una preghiera:

    exorcizamus te,omnis immundus spiritus,omnis satanica potestas,omnis incursio infernalis adversarii,omnis legio,omnis congregatio et secta diabolica.
    ergo draco maledicte,omnis legio diabolica adjuramus te.
    decipere humanas creatura,eisque eternae perditionis venenum propinare.

    Dalla bocca della ragazzina uscì quello stesso fumo nero che vidi liberarsi dall'uomo nel supermarket. Poi il suo corpo cadde a terra, e restò immobile. Padre Breas le si accostò per tastarle il polso. Scosse la testa e capii in tal modo che era morta.
    - Andiamo via da qui prima che qualcuno ci veda.- mi disse.
    Lo guardai come se avesse bestemmiato.
    - Ma...lei?- chiesi.
    - Non possiamo più far nulla per lei.- tagliò corto lui.
    Padre Breas s'accostò alla mia macchina. Voleva che lo portassi via, era chiaro.
    - Andiamo ragazzo! Ti spiegherò strada facendo!

    Davanti a quel corpo morto e consapevole oramai dell'esistenza della parte marcia del mondo ubbidii, salii in macchina e mi allontanai con lui nella notte.

    (William Gravestone)


    Info
    Titolo originale: "The Gravestone Diaries- 15 Settembre 1983, prime ore dell'alba"
    Data messa in onda: 04/05/2011
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)

    4 Febbraio 1993

    15 settembre 1983, prime ore dell'alba.

    - I cacciatori di demoni sono sempre esistiti. La Chiesa gli ha dato un nome e tu, come tutti gli altri, li conoscete sotto il nome di esorcisti.
    Padre Breas esordì in questo modo, mentre sorseggiavamo un paio di birre fresche, anche se avrei avuto bisogno in quel momento di qualcosa di molto più forte, qualcosa che mi stordisse e che mi aiutasse a credere a ciò che sentivo. Il prete, o qualunque cosa egli fosse, abitava in un monolocale appena fuori città. Chiamava quel posto il suo “covo” nel quale si rifugiava prima e dopo le sue cacce, dove studiava piani per eliminare quanti più demoni possibili da Carson City, il posto dove ero nato e cresciuto ma che imparai a conoscere a fondo solo in quegli anni. La città, da sonnolente e tranquilla che era di giorno, trasfigurava il suo volto di notte mostrando le sue fauci e i suoi artigli che erano appuntiti e mortali.
    - Ci sono diversi nidi in città.- continuò mentre mi scolavo quella che doveva essere forse la terza bottiglia di birra.- Sai cosa è un nido?
    Che razza di domanda era quella? Restai con la bottiglia incollata alle labbra e mi rifiutai di rispondere.
    - Un nido- proseguì lui- è una concentrazione di esseri della stessa specie in una comunità singola. In un posto singolo. Alcuni demoni hanno fatto il nido qui, e non se ne andranno finché non avranno infettato la città.
    Stronzate. Ma a chi voleva darle a bere? Sbottai a ridere spruzzando la birra che avevo in bocca dappertutto. Una risata isterica la mia, con la quale volevo esorcizzare il terrore che stavo provando in quel momento. Sebbene sembrassero delle sciocchezze quelle, alla luce di ciò che avevo visto solo qualche ora prima, ero disposto a credere a qualsiasi parola fosse uscita dalla bocca di quel predicatore impazzito.
    Tornai a farmi serio. Mi asciugai le labbra con il palmo della mano e sprofondai ancora di più su quel divano vecchio e macchiato. Padre Breas era seduto di fronte a me, su una delle sedie del tavolo, un gomito appoggiato sul ginocchio e nell'altra mano la bottiglia di birra. Mi guardava con quei suoi occhi chiari, la cicatrice sotto quello sinistro sembrava quasi avesse vita propria. Ero curioso di sapere dove e come si fosse procurato quella ferita permanente, ma non era di certo quello il momento per fare domande.
    Quello era il momento delle risposte.
    - Ce ne sono molti in giro come me.- riprese- Ma sono l'unico che veste in questa maniera.
    Padre Breas mi fece l'occhiolino indicandosi l'abito talare, il quale doveva essere un vanto per lui. Sorseggiò la sua birra e trattenne un rutto. Quell'uomo mi apparve come la più grande delle contraddizione umane: un prete che beveva come una spugna, si esprimeva di certo in un linguaggio poco consono a quelli come lui e viveva in una topaia. Non fosse stato per l'orrore nel quale mi aveva trascinato, sarebbe stato uno dei miei migliori amici.
    Alla fine trovai quel coraggio e quella lucidità per porre la domanda che più mi attanagliava:
    - E io con tutto questo...cosa ho a che fare?
    Merda, ero uno squattrinato senza un lavoro fisso; avevo perso da poco mia madre e mio padre non si era nemmeno degnato di assistere al suo funerale, lasciandomi disperare nel lutto da solo. La mia vita faceva già abbastanza schifo senza l'aggiunta di demoni e stronzate di quel genere.
    Padre Breas sembrò quasi leggermi nel pensiero e si lasciò scappare un sorriso.
    - Tutti c'entriamo in un modo o in un altro.- rispose- Tutti abbiamo a che fare col Maligno almeno una volta nella vita. Il padre che picchia il figlio, l'uomo che aggredisce la donna di notte per strada....da cosa credi che dipenda? La natura umana è marcia già di per sé; aspetta solo che “qualcosa” gli dia una spintarella per agire e manifestarsi sotto le sue forme più oscure e tenebrose. Tu hai la possibilità di arrestare queste forze e controllare la parte di te che potrebbe cedervi.
    Si sporse verso di me osservandomi con quegli occhi chiari che avevano visto chissà quante e quali blasfemie nel corso della sia vita.
    - Ti sto offrendo una possibilità.- parlò ancora- E credimi quando ti dico che è meglio se l'afferri al volo.
    Non riuscii a sostenere il suo sguardo. Era troppo fermo e sicuro; davanti a due occhi così sfiderei chiunque a restare impassibili.
    Non ebbi altra scelta. Sapevo oramai troppe cose. Quel demone in quel supermarket, solo qualche sera prima, aveva deciso per me. Non ero morto in quella occasione; ma una parte della mia vita e di me in fondo era come se lo fosse. Padre Breas non aspettò nemmeno una mia risposta. Si alzò lasciando la birra sul tavolo e recuperò, da un borsone che teneva nascosto tra il frigo e una madia, un paio di libri che mi aprì sotto gli occhi. Mi comandò di leggerli; erano dei manuali di magia e demonologia. Materia della quale sarei diventato presto esperto.
    - Ma non è irregolare per uno come te tutto questo?- gli chiesi.
    In fondo lui restava sempre un prete, cacciatore o no, e sul tema della “magia” la Chiesa non si esprimeva certo con termini accondiscendenti. Lo vidi distendere le labbra di nuovo in un sorriso.
    Non diede risposta alla mia domanda. Solo in seguito seppi che anche all'intero della Chiesa stessa vi erano branche le quali operavano sulla terra in totale segretezza per tenere a bada le manifestazioni demoniache.
    - Non conosco ancora il tuo nome.- mi disse tornando alla sua birra.
    Già. Con tutto quello che era accaduto non mi ero nemmeno presentato a dovere. Posai i libri accanto a me per tendere una mano.
    - William. William Gravestone.
    Non sapevo ancora che il mio nome sarebbe stato temuto dai demoni e proprio per questo disprezzato a tal punto che la mia vita, e di chi mi stava attorno, sarebbe stata in pericolo...



    (William Gravestone)
     
    Top
    .
  14. C@ss
     
    .

    User deleted


    bello
    mi piace il finale della prima pagina
    complimenti
     
    Top
    .
  15. Bet Grave
     
    .

    User deleted


    Ed eccovi un'altra pagina del diario di William Gravestone, cacciatore di demoni :)

    Info:
    Titolo originale: "The Gravestone Diaries- 9 Settembre 1983"
    Data messa in onda: 30/05/2011
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)


    16 settembre 1983

    - Cominceremo da qui.
    Padre Breas tornò a farmi visita quel giorno, ma quando spalancai la porta per accoglierlo non ebbi nemmeno il tempo di salutarlo che mi infilò una cartina geografica del Nevada sotto il naso. La città di Lovelock era cerchiata di rosso.
    Quelle ore erano state terrificanti per me. A mala pena ero riuscito a dormire tre ore di seguito. Degli orrendi incubi mi perseguitavano senza sosta sia da sveglio che da dormiente. Mostri…demoni….tutto ciò si era annidato nella mia mente e mi avrebbe fatto impazzire se non avessi opposto resistenza; se non mi fossi sforzato di essere forte. E quel prete esorcista continuava a parlarmi di cose che al contrario mi ostinavo a rifiutare. Guardai prima la cartina e poi Padre Breas. Lui mi sorrise, quel suo solito sorriso saccente che stavo imparando a conoscere.
    - Credimi, meglio se ti ci butti in mezzo a questa merda senza starci troppo a rimuginare sopra.- mi apostrofò.- Partiremo tra un’ora. Faccio un paio di giri, prendo un caffè e ti aspetto in macchina. Porta solo lo stretto necessario.
    E senza darmi il tempo di replicare se ne andò, canticchiando. Era un pazzo. Avrei dovuto fare le valigie a scappare da tutta quella situazione altro che demoni e magia! Invece feci come padre Breas mi aveva detto, o meglio comandato, e radunai in una sacca un po’ delle mie cose senza avere la più pallida idea di dove stessimo andando e cosa stessi facendo. Scesi circa mezz’ora dopo alla ricerca della macchina di Padre Breas. Trovai invece l’uomo appoggiato alla mia Pontiac Trans Am nera. Capii allora che non solo stava per trascinarmi nell’inferno; ma ci saremmo andati con la mia macchina.
    Durante il viaggio non parlammo molto. Ogni volta che cercavo di fargli qualche domanda lui sviava il discorso parlandomi di un certo Robert Todd che era convinto di avere avvistato degli UfO in Gran Bretagna. Rise a quella notizia e mi chiesi perché, credendo nei demoni e nel soprannaturale, non potesse supporre anche che gli omini verdi fossero sbarcati sulla terra.
    Notai poi che aveva con sé una borsa di cuoio marrone verso la quale lanciavo ogni tanto delle occhiate preoccupate. Gli attrezzi del mestiere…ogni cacciatore ha uno zaino “portafortuna” dove mettervi all’interno acqua santa rosari e pistole. A volte anche qualche hamburger se avanzava spazio. Io speravo di non dovermene mai procurare uno.
    Invece nella mia lunga “carriera” da cacciatore ne ho posseduti ben tre, più l’armamentario che mi scorrazzavo dietro nella mia macchina...

    Arrivammo a Lovelock in una manciata di ore, senza fare soste. Superato il cartello di benvenuto della città pretesi di avere delle spiegazioni. Parcheggiai al lato della strada e non mi sarei mosso di lì fin quando Padre Breas non mi avesse dato delle spiegazioni soddisfacenti. Strappato alla mia vita “normale”, costretto a viaggiare senza nemmeno sapere cosa o chi stavamo cercando. Lo spavento stava lasciando finalmente il posto alla frustrazione.
    - Voglio sapere che cosa ci facciamo qua.- dissi- Ho un lavoro da cercare o perderò l'appartamento e non posso permettermelo.
    Padre Breas anziché dimostrarsi preoccupato per quella notizia scoppiò a ridere. Quell'uomo iniziava a darmi seriamente sui nervi. Non seppi chi fosse più folle se lui che mi aveva trascinato in quella situazione o io che glielo avevo lasciato fare. Tornò serio prima che potessi replicare.
    - Allora non hai ancora capito che non tornerai più alla tua vita.- mi disse- Credimi William Gravestone, una volta che ti sei avvicinato a certe cose è impossibile tornare indietro. Una volta che si è guardato il male negli occhi, si è incapaci di fingere che tutto vada bene. In quel supermercato la scorsa notte quel demone avrebbe potuto ammazzarmi, ma sono arrivato in tempo. Il caso t'ha salvato, ragazzo. Non puoi tirarti indietro prima di scoprire se la tua è stata pura fortuna o predestinazione. Ricorda sempre che si è scelti dal Male, mai il contrario. E adesso se non hai niente da aggiungere ci aspetta un caso di poltergeist.
    Cacciò fuori dalla sua borsa una cartellina gialla, di quelle che servono per conservare documenti o ricevute di bollette pagate. Mi mostrò alcune foto e un paio di ritagli di giornale.
    - Seguo il caso da settimane e credo di essere giunto a una conclusione.- disse fissandomi serio in volto e nella voce.- Puoi girare la macchina e tornare a casa se vuoi. Ma torneresti a bussare alla mia porta tra nemmeno quarantotto ore.
    E in fondo sapevo che aveva ragione quel bastardo in abito talare. Non sarei tornato indietro.
    - Poltergeist dici?- domandai senza credere a ciò che stavo dicendo- Come nel film di Tobe Hooper e Stephen Spielberg?
    Padre Breas restò a fissarmi qualche istante.
    - Non ho tempo di guardare quelle stronzate in tv.- rispose ma senza rimprovero nella voce- Dobbiamo cercare una certa Tobia Marshall.
    Non domandai chi fosse; sapevo che Padre Breas non mi avrebbe risposto, o se l'avesse fatto, avrebbe comunque tenuta nascosta gran parte della verità. Come se avesse paura che questa potesse ferirmi quando fino ad allora mi aveva aperto un mondo del tutto nuovo, che mai avrei voluto scoprire.

    Quell'universo di demoni mostri e cacciatori senza Dio né gloria, avrei voluto non mi venisse mai svelato...(W.G)

     
    Top
    .
92 replies since 20/1/2011, 15:54   845 views
  Share  
.