In memory of love

Oneshot by PioggiaDiStelle

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  1. PioggiaDiStelle
     
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    - Titolo Fan Fiction: In memory of love
    - Nome/Nick autore: PioggiaDiStelle
    - Fandom : Supernatural
    - Timeline : Gli eventi narrati nella fanfiction, fanno riferimento al finale della 5° stagione di Supernatural.
    - Sommario : " Mi siedo su una lapide, ormai distrutta. Non piango. Anche se volessi, non ci riuscirei.
    Inoltre, a cosa servirebbe? Piangere, non avrebbe riportato in vita Sam. "
    - Spoiler: NO SPOILER.
    - Disclaimer: Sam Winchester, Dean Winchester, Lucifero e Michele non mi appartengono l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    - Note: Sam Winchester/Nuovo personaggio.
    - Altro: Il raiting di questa fanfiction è "verde" quindi adatto a tutti.


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    Silenzio.
    Nient'altro che questo, accompagna il mio arrivo.
    Oltrepasso il cancello di questo vecchio cimitero, abbandonato da chissà quanto tempo.
    Giorni.
    Settimane.
    Mesi.
    Anni.
    Non lo so.

    Mi aggiro silenziosa tra le lapidi.
    Sopra di me, il cielo è coperto da grossi nuvoloni grigi che preannunciano pioggia.
    Ho freddo.
    Mi stringo nel cappotto marrone scuro che indosso, mentre una folata di vento mi oltrepassa facendomi rabbrividire.
    Continuo a camminare.
    Ogni tanto, lascio vagare lo sguardo tutto intorno.
    Non c'è niente e nessuno in questo cimitero.
    Solo silenzio.
    Desolazione.
    E tanta, tanta morte.

    Cammino.
    La quiete del cimitero, accompagna ogni mio passo.
    Unico rumore che sento è quello dei mie passi, che affondano nell'erba ormai secca sotto i miei piedi.
    Non dovrei essere qui.
    Lo so.

    Dopo un po', raggiungo la mia meta.
    Il mio cuore si stringe, in una morsa dolorosa.
    Fa male.
    La mia mente nel frattempo, si abbandona ai ricordi di quel giorno.
    Quel maledetto giorno, dove nel giro di pochi istanti io...ho perso tutto.

    Mi siedo su una lapide, ormai distrutta.
    Non piango.
    Anche se volessi, non ci riuscirei.
    Inoltre, a cosa servirebbe?
    Piangere, non avrebbe riportato in vita Sam.

    E' passato quasi un anno da quel giorno.
    Sam ha sacrificato la sua vita, per fermare l' Apocalisse.
    L'ho visto gettarsi nella gabbia infernale, insieme a Michele.
    E' stato un attimo.
    Poi la voragine si è chiusa, ed è tutto finito.

    Dove sono seduta ora, riesco a vedere il punto esatto dove è avvenuto lo scontro tra Lucifero e Michele.
    Grazie al sacrificio di Sam, l' apocalisse è stata fermata.
    Io però sono rimasta sola.
    Sola con me stessa e il mio dolore.
    Un dolore senza fine, che mi rende difficile anche le cose più semplici.
    Mangiare.
    Dormire.
    Vivere.

    Non c'è modo di tirare fuori Sam dal inferno.
    Anche perché, è stato lui a dire a me, Dean e Ellen di non fare nulla, per cercare di riportarlo indietro.
    Pochi secondi dopo la sua scomparsa, non ricordo esattamente che cosa ho detto o fatto.
    Tutto ciò che so, è che un dolore senza fine si è impadronito di me, del mio cuore e della mia anima.
    Non mi ha mai abbandonato.
    Nemmeno adesso.

    Infilo una mano, nella tasca sinistra del mio cappotto.
    Ne tiro fuori un ciondolo di legno raffigurante un triskele celtico, agganciato ad un nastro rosso.
    Lo avevo regalato a Sam, il giorno in cui aveva deciso di andare a Stanford e lasciarsi alle spalle la caccia.
    Avrebbe dovuto portargli fortuna, oltre che a ricordargli la nastro amicizia.
    Questo gingillo è tutto ciò che mi rimane di Sam.
    Prima di dire "si" a Lucifero, me lo aveva restituito.
    D'ora in poi, avrebbe portato portato fortuna a me.
    Così mi aveva detto.

    Cosa me ne faccio della fortuna, se l' uomo che amo se ne è andato per sempre?

    Fisso con insistenza il portafortuna che ho in mano.
    Come è cominciata, tra me e Sam?
    Semplicemente, non è mai cominciata.
    E' successo e basta.

    Ancora adesso mi domando, come abbiamo fatto io e Sam a finire insieme.
    Io così schietta, spericolata e indipendente.
    Lui invece, gentile, tranquillo e intelligente.
    Probabilmente, era questo il bello del nostro amore.
    Affrontavamo la vita ed i sentimenti, in modo diverso.

    Io a testa alta e con coraggio, senza alcuna vergogna.
    Sam invece con tranquillità, dolcezza e la bontà d' animo che lo ha sempre contradistinto.
    Così diversi.
    Eppure, è stata questa nostra diversità ad attrarci l' uno verso l' altra.
    Fin dalla prima volta che ci siamo incontrati.

    Ora però è tutto finito.
    Sam non c'è più, è sparito per sempre.
    A me non resta più niente, se non i ricordi.
    E un vecchio ciondolo.

    Una settimana fa, ho tentato di farla finita.
    Avevo promesso a Sam, che avrei continuato a vivere.
    Dovevo farlo per lui.
    Io ero forte, sarei riuscita ad andare avanti.
    Ma non è stato così.

    Ho ingerito un intero barattolo di sonniferi.
    Piano piano, il torpore della morte cominciò ad avillupparmi tra le sue spire invisibili.
    Volevo raggiungere Sam, ovunque si trovasse.
    Che senso aveva continuare a vivere, senza l' uomo che amavo?

    Ho chiuso gli occhi.
    Tre ore dopo li ho riaperti, svegliandomi in una stanza di ospedale.
    Al mio fianco c' era Adrian, che mi osservava circondato da tre medici e due infermiere.
    Non ero morta.
    Il mio migliore amico, mi aveva salvato la vita portandomi in ospedale.
    Li mi hanno sottoposto a una lavanda gastrica, per tirarmi fuori tutto quello che avevo ingerito.
    Ero viva per miracolo.

    Ho supplicato Adrian, di non informare nessuno del mio tentativo di suicidio.
    Mio padre.
    Ne tanto meno, Dean e Ellen.
    Avrei fatto preoccupare tutti quanti inutilmente.
    Ellen e Dean inoltre, stavamo provando a vivere una vita normale, come avevano promesso a Sam.
    Sembravano molto felici insieme.
    Non volevo turbarli.

    Inoltre, non avrei sopportato di vedere la compassione nei loro occhi.
    Ero disperata questo è vero, ma non pazza.
    Adrian ha esaudito la mia richiesta.
    Nessuno sa niente, del mio tentativo di suicidio.
    E' il nostro segreto, e tale voglio che rimanga.

    Contro il parere dei medici, ho lasciato l' ospedale.
    Volevano costringermi ad incontrare uno strizzacervelli. Cosa che assolutamente ho rifiutato.
    Non sono pazza.
    Ho firmato in tutta fretta il foglio di dimissioni, e me ne sono andata.
    Non ho detto nulla a Adrian.
    Avevo bisogno di stare sola.
    Di tornare qui.
    L' unico luogo, che mi fa sentire un po' più vicina a Sam.



    - Selvaggia...

    Chiudo gli occhi.
    Per un breve istante mi illudo, che la voce che ho appena sentito alle mie spalle sia quella di Sam.
    Lo immagino mentre si avvicina e poi mi abbraccia da dietro.
    Le sue braccia mi circondano le spalle e il collo.
    Sorrido, lasciandomi cullare da quei dolci ricordi.
    Mi illudo, che Sam sia tornato.
    Per un un momento, soltanto per un momento.

    Ma è solo un'illusione, lo so.
    Volto la testa, ed i miei occhi incontrano quelli neri e profondi di Adrian.
    Lui è come un fratello maggiore per me.
    Anzi, lui è mio fratello anche se tra di noi non vi è alcun legame di sangue.
    Gli voglio molto bene.
    Da quando Sam e scomparso, è lui a prendersi cura di me.

    Ci guardiamo.
    Lui non mi dice nulla, ne tanto meno mi rimprovera per aver lasciato l' ospedale senza dirgli niente.
    Poi, si sfila da dosso il giubbotto e me lo posa dolcemente sulle spalle.
    Lo ringrazio, con un sorriso appena accennato.
    Poi, ritorno a guardare fisso davanti a me.

    Vorrei che ci fosse un modo per riportare indietro Sam.
    Ma non c'è.
    Nessun demone o angelo, può aiutarmi.
    L' unica cosa che posso fare adesso, e stringere i denti e andare avanti.
    Continuare a vivere, come avevo promesso a Sam prima che si sacrificasse per fermare l'Apocalisse.


    - Vieni, torniamo al rifugio.

    Annuisco con un cenno della testa all'affermazione di Adrian.
    Rimetto in tasca, il ciondolo a forma di triskele celtico.
    Poi mi alzo in piedi, e subito lui è al mio fianco per aiutarmi.
    Ho ancora lo stomaco sotto sopra, dopo la lavanda gastrica che mi hanno fatto.
    Adrian mi circonda le spalle con un braccio, e insieme usciamo dal cimitero.

    Un triste silenzio, accompagna i nostri passi.
    Ogniuno immerso nei propri pensieri.
    Mentre camminiamo Adrian mi abbraccia, ed io lo lascio fare.
    Non parliamo.
    Le parole in questo momento, non servono.

    Non proverò più a togliermi la vita, questo è poco ma sicuro.
    Sam non avrebbe voluto questo.
    Lui voleva, che io continuassi a vivere con o senza di lui.
    Ed è quello che farò.
    Perché io amo Sam e l' amore, quello vero superare ogni confine e barriera.
    Anche quella della morte.
     
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  2. sahany09
     
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    :( Triste. Però bella. Per fortuna poi, Sam è tornato
    Un "ben tornata" anche a te, Pioggia di Stelle. :)
     
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  3. PioggiaDiStelle
     
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    CITAZIONE (sahany09 @ 23/11/2013, 00:33) 
    :( Triste. Però bella. Per fortuna poi, Sam è tornato
    Un "ben tornata" anche a te, Pioggia di Stelle. :)

    Sono felice che la mia breve oneshot ti sia piaciuta :D ammetto che era già da un pò, che volevo tornare al mio genere preferito, ovvero quello drammatico. Questa fanfiction me ne ha dato la possibilità, anche se devo ammettere che è stata scritto molto, molto, molto di getto senza curarmi troppo della lunghezza o della quantità di dialoghi.
    E grazie anche per il bentornata...come si dice: a volte ritornano :P :P
     
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  4. sahany09
     
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    Va bene così, non ti preoccupare. Quando si ha un'idea, la prima cosa che si vuole è scriverla e la si butta giù un pò come viene. Ma direi che sia venuta niente male. Lo stile drammatico ti si addice. Alla prossima. :)
     
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3 replies since 22/11/2013, 14:39   44 views
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