Il destino di un arcangelo.

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  1. LoveCass
     
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    Bene, bene, come vengono fuori gli altirini, cioè le spiegazioni. Qualcosa l'avevo previsto anchio ma non c'erano abbastanza informazioni. Comunque tu hai saputo creare bene la situazione. Mi piace, brava.
     
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    Caccia di Meg

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    Grazie ragazze! eccovi un'altro capitolo :) spero vi piaccia! :) buona lettura!

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    La morte di Jessica.

    Erano passati più di vent'anni da quella notte. John Winchester era diventato un cacciatore e i suoi due figli lo avevano seguito in questo suo percorso. Loro malgrado avevano dovuto intraprendere quella strada. John non aveva dato loro molta scelta.
    Michele e Castiel li avevano seguiti da vicino, sempre con discrezione. Tante volte gli avevano salvato la vita senza che loro lo sapessero. Ogni volta che capitava di riuscire a salvarsi in extremis pensavano fosse solo fortuna. Intanto John era sempre più vicino. Vicino a scoprire la verità. Michele non aveva intenzione di coprirla a lui, ma non poteva rivelargli ogni cosa. Non poteva.
    All'inferno intanto Azazel stava seduto su una roccia a gustarsi lo spettacolo. Era sempre bello per lui riuscire a vedere una tortura in diretta. Soprattutto la prima dell'anima appena scesa dalla ruota. Erano furiosi, e soprattutto sembravano volessero infliggere le stesse pene subite tutte in una volta all'altro. Appena Frank, iniziò a torturare Merylin iniziò a ridere. Vedere la carne della spalla, della ragazza scendere piena di sangue lungo il braccio fù estasiante, per lui. Frank prometteva bene pensò, eppure aveva ancora molto da imparare, il taglio inferto non era poi così lineare, e un taglio sbagliato faceva scendere sangue inutile. Mentre un taglio perfetto consentiva più divertimento, e soprattutto la tortura poteva protrarsi più a lungo. Arrivare così velocemente alle vene principali levava tanto bel divertimento. Azazel scese dalla roccia, Frank sentì i suoi passi avvicinarsi e si voltò. - Frank mio caro, hai ancora molto da imparare sai? Eppure hai molto potenziale dentro di te. Bravo ti faccio i miei complimenti.- e iniziò a battere le mani, molto lentamente e poi sempre più velocemente, Frank era stupito sembrava che Azazel stesse applaudendo le sue torture, e ne sembrava compiaciuto. Purtroppo per Frank non era così. All'improvviso un ringhio irruppe nella sala delle torture, Frank sentì l'alito del mastino sul suo collo. Si voltò di scatto e non ebbe il tempo di fare nulla, un morso gli strappò via parte del collo. Il sangue uscì in modo copioso, e Frank cadde a terra senza vita. Azazel iniziò a ridere fragorosamente, e poi disse con tono ironico - Bravo cucciolo. Frank deve imparare a torturare per bene le sue vittime. Da lui mi aspetto molto. Dagli un paio di minuti tesoro - si chinò verso Merylin- e tornerà da te! Questa volta però credo farà un ottimo lavoro con te. - e ricominciò a ridere.
    Merylin urlava, ma nessuno avrebbe mai potuto sentirla. Azazel questo lo sapeva, e ne era divertito. Incutere terrore nelle sue vittime era ciò che più amava. Vederli urlare, correre e leggere nei loro occhi il terrore e la rassegnazione che ciò che sarebbe successo di lì a poco li avrebbe di sicuro uccisi gli dava un senso di onnipotenza infinita. Era bisognoso di quelle sensazioni. Si voltò di scatto, e la vide. Era Meg, il suo braccio destro. Divenne serio. - hai buone nuove per me, mia cara?-
    -No Azazel. Nulla di buono. John Winchester ti sta dando la caccia, è arrivato troppo vicino. Temo che presto potrebbe venire a conoscenza della tua identità.- disse Meg con tono infastidito.
    Azazel la guardò stranamente calmo, poi le diede le spalle e disse - Bene, bene bene. devo tornare ai piani alti. Devo dare una piccola lezione a quel figlio di puttana! Ma prima, voglio divertirmi con i suoi figli. - e ricominciò a ridere. I suoi occhi dorati erano sempre più inquietanti. Lasciò l'inferno, era entrato nel suo tramite preferito. Si diresse a Prinston. Voleva giocare con il piccolo Sam, voleva torturarlo per bene, mentre avrebbe chiamato John al telefono per fargli sentire che il suo figlioletto era nelle sue mani. Arrivò davanti alla porta, dentro c'era solo una bella ragazza bionda, sentì che parlava al telefono - Sì Sam è andato con suo fratello a caccia. Credo tornerà alla fine del weekend. Sì, se passa quel colloquio credo proprio che le cose per noi si faranno più serie. Sai lo adoro. È un gentiluomo sempre, solo non conosco nessuno della sua famiglia e questo mi inquieta un po’, ma tutto sommato è lui quello che voglio al mio fianco! È l'uomo perfetto per me! - si voltò sentì un rumore alla porta. - Tesoro devo lasciarti forse Sam è tornato! Meno male che ho messo della biancheria sexy qui sotto! Si, si. Ti farò sapere, ok? ciao ti voglio bene.
    Chiuse il telefono e si sedette sul letto. Azazel entrò, Jessica vide quella figura nera con gli occhi gialli e iniziò ad urlare. - Quindi tu conosceresti Sam Winchester. A quanto pare tu sei la sua dolce fidanzatina.- la sua voce era sempre più inquietante - Bene, quale modo migliore per lasciargli un regalino? - Azazel fece un cenno con la mano e scaraventò Jessica al muro. Continuava ad urlare, allora alzò il volume della tv - sei fastidiosa, sai? - disse. - cosa vuoi da me? Cosa vuoi da Sam? Chi sei?- disse Jessica piangendo e urlando.
    Inclinò la testa - sei coraggiosa puttanella.- sorrise - sarà più divertente squarciarti il ventre come ho fatto con la madre di Sam.
    - Cosa? Sei stato tu ad ucciderla? Maledetto!- urlò Jessica.- maledetto! Sam ti troverà ne sono sicura! E ti ucciderà, bastardo!
    Azazel venne infastidito da quelle parole, la guardò con estrema rabbia e poi la trascinò su fino al soffitto. La guardò e le disse - bene ora se sei del tipo che prega, inizia a farlo puttana! Tanto tra poco ci ritroveremo giù all'inferno! E lì saprò come prendermi cura di te!-
    Jessica lo guardò con aria di sfida, sapeva che la sua vita oramai era finita e disse - Non ci contare lurido bastardo! Non ti darò questa soddisfazione!
    Azazel era furioso, di solito chi cercava di tenergli testa lo divertiva ma quella ragazzina lo rendeva nervoso. Mosse ancora la mano e le squarciò il ventre. Jessica urlò per l'ultima volta, era morta.
    Azazel scoppiò a ridere. - ecco quello che ti sei meritata, puttana! Io vinco sempre.
    Si voltò di scatto, dietro di lui c'era Castiel gli toccò la fronte e lo rispedì all'inferno. - Mio Signore mi permetta di salvarla! È innocente!-
    -No Castiel. Hai dimenticato che la nostra collaborazione deve essere discreta? Non preoccuparti per Jessica, non andrà all'inferno, Morte me la consegnerà. Sarà in pace Castiel. Se tu la riportassi in vita ora, lei sarebbe sempre in pericolo. Qui in Paradiso sarà al sicuro. Va via da lì ora. Torna al fronte.- gli disse Michele.
    - Va bene mio signore.- e sparì.
    Poco dopo arrivò Sam, si sdraiò sul letto e poco dopo vide Jessica al soffitto col ventre squarciato. La chiamò disperatamente, ma lei oramai si trovava di fronte a Michele, e vedeva la disperazione di Sam. Disse a Michele - Perché farlo soffrire così? Perché? Ti prego fammi tornare da lui.
    - non posso mia cara. Non mi è possibile. Ho fatto un patto, e non posso lasciare che torni da lui. Qui sarai al sicuro. E poi ho un compito per te. - gli disse Michele.
    Jessica era confusa, aveva le lacrime agli occhi. Michele continuò - Ho permesso che tu ricordassi la tua morte e la tua vita mortale per un motivo ben preciso. Per Sam un giorno arriverà il momento del giudizio. Il giorno in cui anche lui verrà in Paradiso. E quel giorno tu dovrai aiutarlo. Gli dovrai mostrare la via. Sarai la sua guida. Ora và con lei. Maddalena per favore entra.
    Una donna di una bellezza sconvolgente si avvicinò a Michele. Jessica ne era estasiata, per un istante non guardò ciò che sotto di lei stava succedendo. Dean era entrato a salvare suo fratello.
    Maddalena la guardò, il suo sguardo era accattivante e fuorviante. Jessica ne era rapita non riusciva a smettere di fissarla. Iniziò a ridere.
    - Michele, cosa vuoi che faccia di lei? Devo portarla giù con me?- si voltò verso l'arcangelo.
    Michele sorrise - no mia cara, voglio che tu le insegni tutto ciò che sai. Non chiedermi altro. Fallo e basta.- queste ultime parole erano state molto severe. Maddalena si voltò verso Jessica e le fece cenno di seguirla. Sparirono insieme. E Michele rimase solo. Non sapeva se quella fosse stata una buona idea, ma oramai il dado era tratto. Aveva dovuto agire in fretta. La morte di Jessica non era prevista, aveva dovuto agire d'istinto e in fretta. Si augurò di aver scelto bene, e poi chiuse gli occhi e cercò di localizzare Raffaele. Non poteva. Si era celato ai suoi occhi. Sospirò. Si sedette, era solo, nessuno poteva vederlo o sentirlo e finalmente si concesse di dar sfogo alla sua frustrazione, pianse. Per la seconda volta non era riuscito a salvare una persona cara ai suoi protetti. All'improvviso sentì la fatica di quei vent'anni sulle sue spalle, chiuse gli occhi e si sdraiò a terra. Era il momento di riposare.
     
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  3. LoveCass
     
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    Sono arrivata in ritardo ma l'ho letta! Molto bello ed emozionante anche questo capitolo, la storia diventa sempre più emozioante e mi piace sempre il tuo stile di scrittura. Spero che arrivi presto anche il nuovo capitolo :pray:
     
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  4. PadaAcklesLove
     
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    Mi sta piacendo sempre di più...brava!
     
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  5. Vivaldi4love
     
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    che tenero Micky
     
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    Caccia di Meg

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    e rieccomi di nuovo con altri due capitoli.... spero vi piacciano in questi ultimi due capitoli ci sono riferimenti all'ultima puntata della prima stagione e alla prima della seconda! :)

    buona lettura :wub:

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    La morte di John Winchester.

    Era passato oramai un anno dalla morte di Jessica. Sam e Dean erano tornati a cacciare insieme. Dalla morte di Jessica i due non si erano più separati. Sam covava tanto di quel rancore che aveva deciso di lasciare ogni cosa per trovare chi aveva ucciso la sua Jessica. Molto probabilmente era lo stesso che aveva ucciso sua madre. Era intenzionato a scoprirlo, e Dean era al suo fianco più motivato che mai! Non avevano nessuna intenzione di mollare, erano decisi a stanarlo e rispedirlo da dove era venuto! Intanto, loro padre aveva fatto loro visita ma avevano dovuto separarsi in fretta. John era in pericolo. Il demone che lui stava cercando era vicino ad ucciderlo. E questo non poteva accadere. Doveva essere lui a stanarlo per primo! Aveva grossi sospetti su Azazel, ma nessun collegamento diretto. E poi era successo l'impensabile! Finalmente John era arrivato a stanarlo, era arrivato vicino. Eppure quel maledetto era avanti a lui. Sempre! Ed era riuscito ad ottenere ciò che voleva.
    - Devo riuscirci, ne va della mia reputazione qui sotto. Quella lurida sgualdrina di Lilith non può di certo surclassarmi! Sarò io a liberare nostro Padre da quella maledettissima gabbia! Io ho trovato la porta per poter parlare con lui, io ho creato l'esercito dei piccoli contenitori! io ho fatto in modo che lui potesse avere ancora voce! E ora devo farlo uscire di lì. E per riuscirci devo dare inizio all'Apocalisse. Certo che quel maledetto aveva ragione! L'unico modo per farlo uscire è questo. Non temete padre, voi uscirete da lì! Parola di Azazel! Ora, devo solo uccidere quel figlio di puttana, che sta diventando una vera spina nel fianco! E finalmente sarò libero di poter cominciare tutto in grande stile! Anche se… il caro John potrebbe servirmi a qualcosa. - il suo sguardo si fece pensieroso, era ancora lì a pensare a cosa avrebbe potuto fare per incastrare John Winchester e potersi servire di lui, che capì cosa fare. Oramai aveva il piano bene delineato in testa, doveva solo chiedere un piccolo aiutino e tutto sarebbe andato a buon fine.
    - chi l'avrebbe mai detto che io un demone avrei fatto affari con un angelo!- disse voltandosi verso Uriel.
    - Lurido verme, prostrati a me. Non essere arrogante potrei ucciderti in un batter d'occhio! Lo sai, vero?- disse Uriel.
    - si cocco, lo so. Ma so anche che non lo farai! perché il tuo capo ha bisogno di me.- disse Azazel con tono un po’ più serio.
    - Cosa vuoi? - disse Uriel seccato.
    - ho trovato il modo per liberarmi di John Winchester, e mi serve l'aiuto del tuo capo.- disse.
    - Non puoi liberarti di John Winchester. Il mio signore non te lo permetterà!- disse Uriel.
    - Ma non saprei sai? Credo proprio che accadrà invece. Lui potrebbe servirci per spezzare il primo sigillo. Basta che voi riusciate a mandarlo di sotto da me… e poi penserò io a giocare con lui!- disse Azazel iniziando a ridere fragorosamente.
    - Taci ignobile sacco di… - non potè continuare, Raffaele era dietro di lui, e Uriel rimase come paralizzato. Si voltò di scatto.
    -non c'è più bisogno di te Uriel, quando mi servirai ti richiamerò. - disse Raffaele - allora dimmi Azazel qual è il tuo piano? Tralascia i dettagli, e vai subito al sodo. Ho sentito che vorresti far aprire a John Winchester il primo sigillo. Come pensi di fare?
    Azazel intanto era diventato serio, dall'arrivo di Raffaele non era più così sprezzante - sì, ho intenzione di torturarlo e poi farlo scendere dalla ruota e proporgli di continuare lui stesso la mia opera, se ci riuscirà sarà cosa gradita. E soprattutto come dice quella filastrocca? Quando l'uomo giusto spargerà dolore all'inferno allora il primo sigillo sarà spezzato? È così?
    Raffaele lo guardò poi disse - e sia. Organizza tutto io vedrò di aiutarti.
    Sparì. Azazel era di nuovo solo. Era felice ed eccitato. Sapeva che ciò che stava per fare l'avrebbe messo sull'olimpo dei demoni. E poi aveva una certa reputazione da mantenere. Quale modo migliore se non uccidere colui che stava spargendo il panico tra le creature infernali che lui di più adorava?
    Sparì anche lui. Intanto Dean e Sam erano da Bobby, avevano sotto scacco Meg. Dean urlava. Sam leggeva. Meg non voleva collaborare, ma il dolore era troppo forte, disse loro dove poteva trovarsi John. Sam continuò a leggere la formula e Meg uscì dal corpo della ragazza che diede loro informazioni molto importanti. Poco dopo morì. Bobby li sollecitò ad andarsene e a trovare John. Uscirono da casa di Bobby e si misero alla guida dell' impala. Non era come le altre volte. Questa volta la caccia era per recuperare loro padre. Erano tesi anche se non davano a vederlo l'uno a l'altro.
    Finalmente erano arrivati, bisognava entrare. John era dentro! Loro padre poteva essere morto lì dentro. Dovevano salvarlo! Avrebbero sfidato chiunque per salvarlo. Sam era arrabbiato con Dean non voleva che portasse la Colt, ma Dean era cocciuto. Non avrebbe lasciato niente di intentato. Intanto John era svenuto sul letto.
    Ci volle un po’, ma finalmente erano dentro! Trovarono John steso sul letto. Castiel aveva aperto per loro un varco, senza che loro se ne accorgessero. Aveva ucciso gli altri 5 demoni presenti nell'edificio. Loro ne avevano avvistati solo due. Castiel non potè avvicinarsi alla stanza di John, c'erano simboli enochiani stampati, ma Dean e Sam erano troppo preoccupati per loro padre per notarli. Dean si avvicinò a John, respirava. Sam però voleva essere sicuro che fosse lui, e gli buttò acqua santa addosso. Azazel era già dentro di lui. Ma lui, sopportava bene l'acqua santa. Dean e Sam non vedendo reazioni stile demone, lo presero rinfrancati da ciò e uscirono dalla stanza. Mentre erano in strada vennero attaccati. Castiel per quel che riuscì uccise più demoni che potè, ma uno attaccò Sam mentre lui era impegnato ad ucciderne altri quattro, Dean però aveva portato la Colt, sparò. Sam era salvo! Dean corse da Sam, lo prese, corse da suo padre e andarono via verso l'Impala. Uidò più in fretta che poteva. Castiel era lì, ma venne richiamato da Michele. Raffaele stava cercando Anna, il superiore di Castiel che era sparita da un po’. Michele l'aveva spedita sulla terra levandogli la grazia, e facendola diventare per metà umana. Lei aveva disobbedito ed era stata cacciata. Ora Raffaele voleva reclutarla. Castiel doveva occuparsene, se Raffaele avesse recuperato la sua grazia avrebbe di sicuro trovato Anna. Michele diede le coordinate a Castiel - Castiel va'! lui non deve trovarla. Nascondila! Anna era a servizio di Raffaele e se dovesse recuperare la memoria sarebbe un'arma per Raffaele. Non voglio uccidere nessun angelo, Castiel! Lo sai. Devi nasconderla in fretta! Prendi questo,- gli diede il bastone di Mosè- questo ti aiuterà nella ricerca! Ha aiutato Mosè a trovare la terra indicata da mio Padre, e aiuterà te nella ricerca della grazia di Anna. Attento Castiel, quando l'avrai messa al sicuro, il bastone tornerà al suo posto e tu dimenticherai ciò che hai fatto. Questo bastone è pericoloso. Maneggialo con cura!- lo guardò come un Padre amorevole e premuroso. Castiel chinò il capo e sparì. Era una corsa contro il tempo. La guerra in Paradiso non cessava. Tutto era in rivolta. E sulla terra bisognava guidare gli uomini nelle scelte più giuste, per non farli cadere in tentazione dei demoni, e poi c'erano Dean e Sam. Michele doveva proteggere il genere umano e i suoi fratelli. C'erano stati troppi spargimenti di sangue.
    Dean e Sam erano arrivati nel loro rifugio. Dean aveva messo John a letto. Era molto stanco. I fratelli si ritrovarono per un attimo da soli. Loro padre era salvo, potevano tirare un sospiro di sollievo. Ma non era così purtroppo. Sam disse - Dean tu mi hai salvato la vita oggi!
    Dean con aria sarcastica disse - allora sei felice che ho portato la pistola!
    Sam lo ammonì- sto cercando di ringraziarti!- era visibilmente turbato.
    Dean - sai quella era una persona. Oltre ad essere un demone, ho capito che per te e per papà sono disposto anche ad uccidere e questo mi spaventa a volte.
    John apparse, disse - non deve spaventarti. Sei stato bravo.
    Sam era felice di vedere loro padre in piedi.
    Poi John continuò dicendo che era fiero di Dean perchè aveva portato la Colt, e che Dean aveva protetto la sua famiglia.
    Tutto ad un tratto la luce della stanza si spense e si riaccese. Questo significava che i demoni li avevano seguiti. John disse a Sam di mettere sale a porte e finestre e a Dean di dargli la Colt. In quell'istante Dean capì che non era John quello lì dentro. John si sarebbe infuriato perché avevano già usato la Colt e sprecato una pallottola. Dean indietreggiò e poi sbottò - tu non sei mio padre!- dean era furioso. John cercò di convincere anche Sam che era lui. Ma dean continuò dicendo che quello non era loro padre. Li sbattè al muro entrambi.
    I suoi occhi gialli si mostrarono ai fratelli. I due erano sconvolti. Azazel iniziò a parlare. Disse loro che John era dentro di lui, e che ora li avrebbe uccisi, e che loro avevano ucciso la sua famiglia. Sam chiese perché avesse ucciso Mary e Jessica, e lui rispose che si erano messe in mezzo alla creazione del suo esercito di bambini prescelti. Dean allora lo provocò, Azazel era furioso con lui, gli squarciò il petto dall'interno, iniziò a perdere sangue. Dean urlò - Papà non lasciare che mi uccidano. Papà ti prego.
    John si rimpossessò del controllo della sua mente per un attimo. Sam si staccò dal muro, prese la pistola e sparò alla gamba di John.
    Castiel era lì fuori. Michele gli aveva ordinato di non intervenire. Lui aveva fiducia in loro. Sapeva che sarebbero riusciti a gestire la situazione.
    John riprese conoscenza e chiese disperatamente a Sam di sparargli ma Sam non lo fece. A quel punto Castiel entrò nella stanza e fece uscire Azazel dal corpo di John. Azazel si materializzò fuori dalla porta davanti a Castiel - stupido angelo da quattro soldi. Cosa volevi fare? Dovevo uccidere quei due piccoli bastardi!
    Castiel lo guardò e gli disse con molta calma - tu non ucciderai proprio nessuno! - lo toccò e lo rispedì all'inferno.
    Intanto Sam prese Dean e John e si mise alla guida dell'Impala. John gli disse che lo aveva stupito e che pensava che uccidere il demone dagli occhi gialli fosse la cosa più importante per Sam. Ma il figlio, guardando Dean sul sedile posteriore agonizzante disse che non era così, e che potevano ricominciare la caccia insieme. Ma un camion li prese in pieno. Un demone di basso livello si era impossessato del conducente.

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    La condanna di John.

    Azazel era furioso. Nessuno poteva fargli un simile affronto! Nessuno! Maledetto figlio di puttana!- pensò. - maledetto angioletto dei miei stivali, giuro che se ti prendo ti leverò una ad una tutte le piume dalle tue grandi e fastidiose ali! Maledetto! Devo ucccidere i Winchester! Maledetti figli di puttana! Non accetto un tale affronto!
    Mentre Azazel diceva questo si sentì evocare, era John. Azazel capì che era arrivato il momento di mettere da parte la rabbia, e sfruttare il momento.
    Comparse davanti a John. - Devi salvare mio figlio!- John era disperato.
    Azazel avvertì la sua disperazione, ne era infastidito, avrebbe voluto strappargli il cuore dal petto. Ma quel momento per lui era impagabile. John Winchester avrebbe dato qualsiasi cosa pur di salvare Dean. Strinsero il patto. La vita di John in cambio di quella di Dean.
    Michele cercò di parlare a Dean per fargli dire si e salvarli da Azazel, ma Dean era sospeso tra la vita e la morte e non poteva sentirlo. Castiel era al fronte, azazel gli aveva mandato una schiera di demoni. Stava combattendo come mai prima d'ora. Ne sconfisse più che potè, poi crollò ferito. Michele arrivò da lui. Lottò con suo fratello, per tenere integre le porte del paradiso. Non poteva salvare John, ma poteva salvare Castiel. Gli altri della guarnigione videro Michele tenere sulle sue spalle Castiel, ne erano stupiti.
    John intanto aveva salutato Sam, e poi andò da Dean. Si chinò su Dean e gli parlò. Poi uscì dalla stanza. Dean era sconvolto da ciò che suo padre gli aveva detto. Non poteva credere a ciò che gli aveva detto.
    Michele aveva Castiel oramai privo di sensi sulle spalle, era stremato. Allora ricorse all'unico colpo che conosceva, e che avrebbe messo fine a quella schiera demoniaca, invocò una preghiera enochiana e i demoni esplosero in una nube nera che scaraventò parte della guarnigione verso la terra, e gli altri sfondarono i Paradisi delle anime umane. Michele venne salvato insieme a Castiel da Davide.
    Davide poggiò Michele a terra di fianco stese Castiel. L'arcangelo ci mise un istante a riprendersi. Incrociò lo sguardo di Davide e gli disse - Grazie.
    Davide lo guardò e gli disse - Di nulla. Ma non farlo mai più! Non puoi scendere a combattere un'orda di demoni pensando di riuscire a sconfiggerla senza procurare danni. Sta attento Michele.
    Michele gli diede le spalle, si alzò e toccò Castiel. Lo aveva rimesso in sesto e rispedito in un luogo sicuro a riposare. Si voltò verso Davide - So cosa vuoi dirmi. Ma dovevo farlo. Castiel è sempre stato leale con me, e ora aveva bisogno di me.
    Nelle sue parole c'era il risentimento e il rancore della sconfitta. Aveva sentito l'anima di John cadere nell'inferno. Aveva avvertito il dolore del suo protetto Dean, e di suo fratello Sam. E questo lo straziava. La sua rabbia lo aveva portato a quella evocazione estrema. Ma non poteva dire a Davide tutto questo.
    Davide lo guardò perplesso - c'è dell'altro Michele, lo avverto. Dimmi cosa succede.
    Michele alzò lo sguardo e con calma gli disse - Va, Davide. Non ho bisogno più di te. Ti ringrazio per quello che hai fatto per me. Ma questo non è tempo di spiegazioni o di raccomandazioni.
    Davide capì che Michele non avrebbe parlato. Sparì e lo lasciò solo.
    Michele prese la balestra di Sagittario, era furente dalla rabbia. Azazel aveva ottenuto ciò che voleva. Aveva preso l'anima di John per indurlo a spargere sangue all'inferno. Sarebbe sceso lui stesso all'inferno per uccidere quel demone, ma non poteva lasciarsi trasportare dalla rabbia non poteva. Prese la balestra benedisse la freccia e la scagliò all'inferno, trafiggendo l'anima di John Winchester. - John tu non scenderai da questa ruota. Questa freccia te lo impedirà. Se tu dovessi scendere da questa ruota causeresti l'apertura del primo sigillo. Questi sigilli potrebbero aprire la gabbia di Lucifero, e questo io devo impedirlo! Mi dispiace John! Così facendo ti sto condannando a un'eternità di sofferenza. Ma se Lucifero venisse liberato i tuoi figli morirebbero.
    John aveva sentito tutto, era dilaniato dal dolore, e mentre sentiva Azazel urlare di rabbia, per il mancato divertimento. E perché Michele aveva distrutto i suoi piani. John disse a Michele - sopporterei qualsiasi cosa pur di sapere che i miei figli sono al sicuro. Te li affido chiunque tu sia. Veglia su di loro, e si il padre che io non sono mai stato! - svenne dal dolore.
    Michele sentì il dolore di John, e cadde a terra. Lanciando quella freccia all'anima del suo penultimo tramite aveva sentito dolore, come se quella freccia avesse fatto breccia nel suo cuore. e in parte era così. Dean era il suo unico Vero tramite. Ma John e quelli prima di lui, erano comunque parte di lui. E tra loro si era creato un forte legame.
    Azazel imprecava mentre ricominciò a provare ad estrarre la freccia dalla spalla di John. Ma nulla. Le sue mani si infiammavano ogni volta che tentava di toccarla. Capì che era inutile e allora urlò a John - Bene non posso fare ciò per cui ti volevo qui. Bene allora lascerò che sia uno dei tuoi figlioletti a farlo! - si voltò e guardò in alto - non penserai di avermi sconfitto! Se non sarà John Winchester sarà Dean o Sam!
    I suoi occhi gialli divennero ancora più dorati alla luce delle fiamme. Immerse il ferro nelle fiamme vivide e poi lo conficcò nel costato di John che urlò straziato dal dolore.
    Michele sentì quel dolore come suo. Si inginocchiò e pregò - Padre mio. Ti prego. Risparmia questo uomo. Ti prego. Basta spargimenti di sangue. Intervieni ti prego. Padre ascoltami. Basta dolore. Basta guerre. - la disperazione di Michele era tanta. Chinò la testa e lo invochò ancora - Padre rispondimi! Padre mio! Padreeee! - urlò.
    Ma nulla. Non ebbe risposta. Quell'ultimo urlo anche Lucifero l'aveva sentito. Tutto il Creato aveva sentito quell'urlo di dolore. E per un istante tutte le creature si erano fermate.
    Michele aveva ancora il capo chinato. Si alzò. Alzò la testa. I suoi occhi erano gelidi. - Va bene Padre. Farò ciò che devo. Ti riporterò indietro. In qualsiasi luogo tu ti sia rifugiato io ti troverò! - si voltò, e disse - Ascoltatemi bene angeli, sono io il capo. Sono io al comando, e da oggi, nessuno avrà scampo da me. Nostro Padre ci ha abbandonato. Lui ci ha creati e lui ci ha lasciati. Da oggi sarò io a guidarvi. Lo ritroverò non abbiate paura. Chi mi seguirà, sarà premiato. Chi mi deluderà o chi mi andrà contro sarà eliminato.
    Castiel ascoltò il discorso di Michele. In quei vent'anni aveva imparato a conoscerlo. Sapeva che era disperato, perché altrimenti quel discorso non l'avrebbe mai fatto. Michele non amava perdere, e la perdita di John era una battaglia persa. Avvertì la sua ira e la sua disperazione. Non riusciva a parlare con lui. Michele aveva chiuso la comunicazione con lui. Sapeva che questo significava che l'arcangelo voleva restare solo. Non lo disturbò oltre, e volò dai fratelli.
     
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  7. PadaAcklesLove
     
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    Bellissimi anche queste due capitoli
     
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  8. sahany09
     
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    Questa storia sugli arcangeli m'intriga davvero.
    Mi piace questo punto di vista.
    Brava Letizia.
     
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  9. LoveCass
     
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    Mi piace motlo l'atmosfera della FF motlo simile a quella di Supernatural. Belli anche questi due capitoli. Rinnovo i complimenti per lo stile di scrittura (che migliora a vista d'occhio) e per il contenuto. A presto spero con i nuovi capitoli.
     
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  10. Vivaldi4love
     
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    STUPENDOOOOOOOOOOOO
     
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    Caccia di Meg

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    scusate l'assenza, ma causa esami ho scritto molto poco. ho preparato un'altro capitolo :D grazie a chi sta seguendo la mia piccola storia :wub: spero vi piaccia! finalmente avrò più tempo e quindi scriverò più capitoli! :lol:

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    La vita continua.

    Mentre guardavano il suo corpo bruciare, i due fratelli erano sconvolti e chiusi nel loro dolore. Sam chiese se il padre avesse detto a Dean qualcosa prima di morire, e Dean rispose - No.
    Ciò che in realtà suo padre gli aveva detto lo aveva sconvolto, non poteva riferirlo a Sam. Sapeva che se lo avesse fatto, avrebbe ferito suo fratello in modo indelebile. E lui stesso faticava ancora a capire quelle parole e a metabolizzarle.
    John era morto.
    Dean, non lo voleva accettare. Faceva tutto in modo meccanico. Dall'aprire una semplice birra, all'andare a dormire la sera e svegliarsi la mattina. Due giorni dopo, si fece forza e ricominciò a mettere in sesto l'Impala. Riparare quell'auto era l'unica cosa che riusciva a non farlo pensare troppo a ciò che era successo. Dentro però, era arrabbiato, deluso e confuso.
    Sam a sua volta cercava di esprimere il suo dolore. Stava cercando di parlare con suo fratello, ma Dean si era chiuso in se stesso. La persona che più aveva amato e più aveva odiato in tutta la sua vita non c'era più. Doveva continuare da solo a prendersi cura di Sammy. Non poteva più contare sull'aiuto di suo padre. Era solo ora. Ciò che provava era una profonda disperazione. Confidare a Sam quel suo dolore immenso, non sarebbe servito pensava. - certo che non serve piangere come una femminuccia, Dean! Forza reagisci! Sei un cacciatore! Devi trovare quel demone, e forse allora sarà tutto finito! Forse solo allora potrai fermarti!- pensò Dean.
    Era passata una settimana dalla morte di John, e Sam gli stava sempre addosso. Dean non ne poteva più. Sentire che suo fratello voleva fare ciò che loro padre aveva fatto prima di loro lo urtava, ma cercò di non urlargli contro. Continuava però a mettere a posto la sua baby.
    Dean era sotto l'Impala, stava mettendo apposto delle valvole, era arrabbiato ma girare con forza quella chiave inglese su quelle valvole lo stava aiutando a tirare fuori un po’ di dolore. Arrivò Sam e gli chiese - Cosa fai? È passata una settimana dalla morte di papà. Non pensi che dovremmo fare qualcosa, per prendere quel maledetto?
    Dean uscì da sotto l'Impala, guardò Sam e gli disse - No. - la rabbia che fino a pochi minuti fa sembrava stesse piano piano scemando, era tornata come un'onda.
    Sam temporeggiò un attimo e poi disse al fratello - Tu come stai?
    Dean si voltò di scatto, non ne poteva davvero più - Sto bene Sam! Sto bene. smettetela di starmi intorno e di chiedermi come sto!- era visibilmente irritato.
    Sam allora l'incalzò - Ma non hai nemmeno versato una lacrima! Sembra che per te vada tutto bene, ma non credo a questa tua calma apparente! Inoltre non vuoi fare niente per trovare quel bastardo che ha ucciso papà? Mi spieghi perché?
    Dean sbottò - guarda che poggiare la mia testa sulla tua spalla e mettermi a piangere come una femminuccia non cambierà le cose! E soprattutto non abbiamo niente per rincorrere e trovare questo bastardo. Quindi non posso fare altro che prendere e aggiustare quest'auto! Non posso fare altro!
    Sam lo guardò e gli disse - ma devi sfogare in qualche modo!
    Dean oramai sembrava non volerlo più ascoltare, si voltò di spalle e iniziò a pulire gli attrezzi che aveva appena usato.
    Sam continuò - eh va bene- disse con un po’ più di calma. - non vuoi sfogarti, bene! fa come credi! Ma sappi che ho decifrato una delle segreterie di papà, e forse ho trovato qualcosa da cui possiamo partire per trovare quel bastardo.
    Dean si voltò immediatamente, Sam gli porse il cellulare di suo padre e Dean ascoltò il messaggio lasciato da una certa Ellen. Era perplesso.
    Entrambi non sapevano chi fosse,ma il suo messaggio forse poteva essere loro d'aiuto.
    Dean aveva finalmente un motivo per tornare in strada, aveva un indizio.
    Erano di nuovo uniti, uniti di nuovo nella caccia. Chiesero a Bobby un'auto e partirono alla ricerca di Ellen e della Roadhouse.
    Dean era visibilmente contrariato dalla scelta dell'auto, ma in fondo questo poco importava, ciò che era necessario in quel momento era indispensabile trovare Ellen e sapere come voleva aiutare John.
    Arrivarono alla Roadhouse, entrarono. Non c'era nessuno. Si separarono, videro un ragazzo sul tavolo da biliardo ma sembrava fosse svenuto e quindi non se ne preoccuparono. Continuarono la ricerca all'interno del locale, a un certo punto Dean sentì una canna puntata alla schiena. Trasalì.
    Era Jo che gli puntava un fucile. Dean disse a Jo - Sai non devi puntare il fucile così? -
    Lei quasi non fece in tempo a dirgli - perché?- che Dean si voltò e cercò di disarmarla, ma lei felinamente si divincolò e gli diede una botta sul naso, indietreggiò. Dean chiamò suo fratello, ma anche Sam era sotto tiro. Ellen lo teneva nel suo mirino. Ellen sentì il nome Sam e Dean e disse - Winchester? - sorrise.
    Annuirono. Ellen disse che conosceva John, e se loro erano i suoi figli. Sam e Dean stupiti da ciò annuirono nuovamente.
    Gli animi si placarono e iniziarono a parlare. Ellen disse loro che conosceva John da molto tempo, le bastò un istante per capire che se i suoi figli erano lì, John doveva essere morto. Ellen disse - Dean mi dispiace- non riuscì a finire la frase che Dean la incalzò - si figuri stiamo bene. è tutto apposto mi creda. - con tono risoluto. Poi chiese - Allora come avrebbe aiutato nostro padre? -
    Ellen stupita dalla risposta di Dean, continuò - io non potevo aiutarlo, ma Ash si. - e fece cenno al ragazzo disteso sul tavolo da biliardo.
    Erano entrambi visibilmente stupiti. Ma in fondo nella loro vita nulla era normale, quindi perché non affidarsi ad Ash?
    Ash si svegliò, andò verso il bancone si sedette, sembrava ancora molto intontito, Dean gli diede gli appunti di suo padre, e Ash cominciò a dargli un'occhiata. Era visibilmente in disappunto, e disse - Hey ma nessuno, può trovare un demone così!-
    E continuò a sfogliare i fogli di John, poi disse - ok datemi 51 ore e vi dirò qualcosa.
    Sam e Dean rimasero stupiti, ma si fidarono di lui.
    Dean si voltò verso Jo, era bella, e soprattutto era veramente sexy, pensò. Si avvicinò e iniziò a parlare, ma quello non era il momento di avere una storia di una notte. Jo aspettava solo che Dean facesse la sua mossa, era molto attratta da lui, ma si tirò indietro e questo la intrigò parecchio.
    Sam vide una cartellina dietro il bancone del bar e chiese ad Ellen cosa fosse. Lei gli spiegò che era per un cacciatore, ma gli disse che poteva darci un'occhiata. Sam non se lo fece dire due volte. Dentro di se pensava - quale modo migliore se non una caccia? - coinvolse subito Dean. Partirono alla volta di Medford. Un caso li aspettava.
    Quando Sam capì che dovevano stare all'interno del circo con tutti quei clown non fù poi così felice di aver proposto la caccia, ma in fondo era ciò che suo padre voleva.
    Dean odiava sentirglielo dire, ma non voleva urlargli in faccia, e di volta in volta si tratteneva.
    Ma era troppo che si diceva di stare calmo, e Sam con quell’aria da perbenista lo urtava da morire.
    Si prese la sua piccola rivincita facendogli uno scherzetto, entrarono dal capo del circo per chiedere lavoro e Dean vide la sedia a forma di Clown, e fece in modo di far sedere Sam. Prenderlo in giro era ciò che lo distraeva e lo divertiva da morire.
    Sam era turbato ma si sedette lo stesso. Riuscirono ad avere il lavoro. E Sam si mise subito alla ricerca del presunto mostro.
    Dean era sempre vigile, quando ricevette una telefonata di Sam aveva trovato qualcosa. Seguirono una famiglia a casa, la bambina aveva detto di aver visto un clown. Si appostarono fuori dalla porta dentro l’auto. A un certo punto la luce si accese e la bambina aprì la porta d’ingresso, era il clown.
    Irruppero nella casa e spararono al clown. Tutta la famiglia si svegliò, il clown era scappato.
    Dean e Sam scapparono via, non potevano di certo spiegare cosa avevano appena fatto.
    Tornarono a piedi al circo. – pensi che tra papà ed Ellen ci sia stato del tenero? – disse Sam.
    -no non lo so. – rispose il fratello.
    Sam era visibilmente infastidito perché vide in Dean un’aria di sufficienza, allora gli disse – sono stanco di questo tuo atteggiamento, stiamo parlando di papà!-
    -cosa vuoi che tiri tutto fuori come fai tu?- rispose Dean.
    - no non voglio questo, non mi interessa di come affronti la cosa, basta che l’affronti! Sono tuo fratello e voglio sapere che tu stai bene! – rispose Sam.
    Dean sorrise sarcasticamente e poi sbottò – sto bene. sto bene! il prossimo che mi chiede come sto lo prendo a pugni! È veramente interessante questo tuo improvviso interessamento per quello che papà voleva, per quello che lui faceva. Sam avete passato tutta la vita a litigare, anche l’ultima volta che vi siete visti avete litigato!
    Quelle parole ferirono Sam. Non capiva perché suo fratello gli stesse urlando contro tutte quelle cose.
    -E adesso che è morto vuoi sistemare le cose? Bè mi dispiace ma non puoi! È un po’ troppo tardi! – continuò Dean.
    Sam era visibilmente sconvolto – perché mi stai dicendo questo?
    - Perché voglio che tu sia onesto con te stesso. Io sto affrontando la morte di papà. E tu?- disse Dean.
    Sam rimase in silenzio, poi guardò Dean e disse – vado a chiamare Ellen.
    Dean si sentiva in colpa, ma sapeva che ciò che aveva detto a suo fratello era la verità.
    Ellen aveva dato loro un nome per il mostro che stavano cercando, tornare a parlare della caccia li distolse dalla discussione che avevano appena avuto.
    Tornarono al circo e si divisero i compiti per stanare il Kinshasa. La caccia ebbe inizio.
    Corsero nella casa stregata e riuscirono a stanarlo ed ucciderlo. Avevano fatto un ottimo lavoro, decisero di tornare alla Roadhouse. Lì trovarono Ash che sfoggiò le sue abilità nascoste, mostrando loro un pc completamente modificato, che a dire di Ash se Azazel avesse tirato su la testa dall’inferno, lui l’avrebbe scovato! Ash era molto geloso del suo pc e non permise a Dean di toccarlo. Ma rimasero d’accordo che se Ash l’avesse trovato li avrebbe chiamati. Dean e Sam decisero così di tornare da Bobby, ora l’Impala aveva bisogno di loro.
    Infatti appena arrivati Dean si rimise a lavorare alla sua piccola.
    Sam si avvicinò a Dean – avevi ragione. Abbiamo sempre litigato io e papà, e probabilmente è morto con la convinzione che io lo odiassi, quindi hai ragione quello che sto facendo ora è poco ed è tardi. Mi sento in colpa, e non sto per niente bene. ma nemmeno tu stai bene questo lo so, ti lascio al tuo lavoro. – Sam rientrò in casa.
    Dean dopo aver ascoltato le parole del fratello quasi senza accorgersene prese un piede di porco e iniziò a colpire l’Impala. Riversò in ogni colpo tutta la sua frustrazione, tutto il suo dolore, stava rilasciando tutta la sofferenza che quella mancanza gli aveva provocato. La rabbia per la perdita di suo padre era troppa, ma ogni colpo sembrava togliergliene via un pezzetto. Continuò finchè non si sentì stremato. Finalmente anche lui si era sfogato.
    Michele aveva visto tutto, capiva la frustrazione e il dolore di Dean. Anche lui come il suo protetto era stato abbandonato. Era ancora furente. Non era riuscito a sfogarsi come aveva fatto Dean, eppure guardarlo lo aveva placato un po’. La sua ira avrebbe distrutto il creato, ma sapeva che questo non poteva accadere. Lui era stato creato per proteggere tutto quello, non per distruggerlo, e così avrebbe fatto.
     
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