Il destino di un arcangelo.

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    Caccia di Meg

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    Ho trovato per caso questa sezione, e ho deciso di buttarmi anche io, scrivendo una fanfiction, spero vi piaccia.

    - Titolo Fan Fiction: Il destino di un arcangelo.
    - Nome/Nick autore: letizia'83
    - Fandom : supernatural
    - Timeline : Prima dell'inizio della prima serie e poi si snocciola per il resto delle 7 serie.
    - Sommario : la nascita, la crescita e la caccia di Dean vista da Micheal.
    - Spoiler: nessuno.
    - Disclaimer: i personaggi delle serie non mi appartengono l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Amo visceralmente il personaggio di Micheal, e credo non gli sia stata resa giustizia. allora ho deciso di scrivere di lui, per come io lo immagino in Spn. :D buona lettura!

    1x01
    Il concepimento

    22 maggio 1978, Mary e John sono in un campo poco fuori Lawrence, è una serata stupenda, cielo stellato, profumo di primavera.
    John – Mary questo posto è stupendo. E stasera sei meravigliosa più del solito, saranno le stelle a renderti così? O sei tu?
    Mary - *sorride* John avvicinati, devo confessarti il mio segreto.
    John - * sorride maliziosamente * Dimmi tesoro.
    Mary - * sguardo malizioso * più vicino…*bacio appassionato *
    John la prende in braccio e la stende lì sull’erba, si staccano, la guarda – Sei stupenda, Ti amo.
    Mary – Anch’io. * si baciano nuovamente e con più trasporto *
    John la scosta i capelli e le sussurra – Se sto sognando non svegliarmi, e se sono morto, bè allora sono in Paradiso!
    Ti amo Mary.
    Lei lo guarda, i suoi occhi accesi di desiderio e passione lo travolgono. Finiscono a fare l’amore come mai prima d’allora. Si sentono un corpo solo, un’anima sola. Non sono più solo John e Mary, sono uno.

    Intanto in Paradiso.
    Gabriel – Hey fratellino, sembra che presto anche tu avrai un sacchetto d’ossa con cui poter scendere sulla terra! Sei felice? Papà ha pensato a tutti…
    Michele – Smettila sciocco! Sai benissimo che non ho alcuna intenzione di scendere tra gli umani. Sto bene dove sto. Finchè Lucifero rimarrà in gabbia, posso stare qui, a godermi il mio Paradiso.
    E intanto pensava *Piccolo uomo, che destino crudele il tuo. Sono un arcangelo, L’Arcangelo di Dio. La tua essenza e la tua anima, le avverto, (respira,chiudendo gli occhi) sarai un uomo giusto. E io ti aiuterò e ti proteggerò fin dove potrò. Il tuo destino è stato scritto piccolo, da mio Padre, quanto vorrei che non mi chiedesse di fare ciò che dovrò fare. Non posso ribellarmi a lui. Ma tu, forse, potrai. (sorride) una parte di me alberga in te, Dean Winchester. Tu sarai colui che mi rinnegherà, ma che mi renderà fiero del genere umano. Piccolo uomo vivi.*
    Gabriel – Pianeta Terra chiama Michele whoowhooo… ci sei Michele? Ammettilo stai sognando ad occhi aperti il momento in cui potrai tornare sulla terra. Forza ammettilo.
    Michele - *sguardo arrabbiato* stupido! La nostra presenza sulla Terra, tra gli umani è devastante! Sai cosa è successo l’ultima volta che ci sono stato! Quindi ora smettila!
    Gabriel -*torna serio per un istante * Lo so. Cosa ci vuoi fare? Lucifero non doveva rivoltarsi a Papà. Tu hai fatto ciò che dovevi.
    Michele – Lo so. Ma non per questo mi sento meno in colpa. Quando ho rinchiuso Lucifero, in Terra c’è stata L’Apocalisse, sono morte un sacco di persone innocenti. Io non desideravo niente di tutto ciò. Ma dovevo lottare, dovevo difendermi. Dovevo difendere il genere umano dalla corruzione di Lucifero, dovevo proteggerli. Dovevo difendere il paradiso da lui. Se fosse tornato quassù, vi avrebbe sterminati tutti. Ricordi le sue parole? Era pieno d’odio nei confronti di nostro Padre e del genere umano che avrebbe fatto qualsiasi cosa.
    Gabriele – lo so. Non devi certo raccontarmi la storia, la conosco fratellone. So benissimo cosa è successo, e so quanto hai sofferto per questo.
    Entra Raffaele aveva uno sguardo contrariato.
    Raffaele – Fratello, ancora i tuoi sensi di colpa verso il genere umano? Uhm?
    Michele – No, no. *sospira* Va tutto bene, fratello. Rasserenati. Sto bene.
    Raffele – sai che non puoi mentirmi. Ti leggo dentro fratello. So che qualcosa ti turba. Forse è la nascita di quel sacchetto d’ossa? Pensi che non possa contenerti? *ride*
    Michele - *sguardo arrabbiato* Raffaele! Ciò che dici mi fa vergognare di te. Non sono certo preoccupato per questo. Sono preoccupato perché loro sono mortali, dovrebbero vivere la loro vita cercando di essere giusti, e agognando il Paradiso, conoscendo le corruzioni dell’anima, ed evitandole con il nostro aiuto. Mentre questo bambino, presto non conoscerà altro che corruzione, morte e disperazione.
    Raffale - *pensieroso* Lo so Michele, ma questo è il disegno scritto da nostro Padre. Non puoi fare altro che accettarlo, e seguire i suoi ordini.
    Michele – Lo so fratello. So qual è il mio compito. *pensò: di certo questo non mi consola. Sarò sempre il Figlio Prediletto dal Padre, il suo Guardiano, il suo Angelo. Ma questo mi rende sempre più solo. Le mie azioni non saranno mai veramente mie. Ti seguirò sempre Padre, sai che è così. Concedimi almeno la possibilità di proteggerlo concretamente dal male. *
    Mentre Michele pregava invocando suo Padre, alle loro spalle arrivò Joshua.
    Joshua – Vostro Padre vi sta aspettando, mi ha chiesto di dirvi di raggiungerlo al cancello del Paradiso. Deve parlarvi.
    I tre imboccarono la via per il cancello, quando Joshua fermò Michele e gli disse – Michele, tuo padre mi ha chiesto di darti questo.
    Michele guardò la mano di Joshua, e lì c’era l’amuleto.
    Joshua – l’ha ritrovato sulla terra dopo la battaglia con Lucifero, te l’aveva regalato e quindi è tuo di diritto.
    Gli occhi di Michele si riempirono per un istante di un velo di commozione. Guardò Joshua e annuì. Afferrò l’amuleto e lo rimise al collo. In cuor suo sapeva cosa farne e a chi era destinato, e fremeva dalla voglia di donarglielo.

    1x02
    Il matrimonio

    John - Mery, ti amo, voglio che tu sia mia per sempre!
    Mery - Lo sono già John.
    John - Sposami! Rendimi felice per tutta la vita,rimanendo al mio fianco.
    Mery - stai scherzando o dici sul serio? *saltò in piedi facendo scivolare la coperta, e lasciando il suo corpo nudo illuminato dalla luna*
    John - mai stato così serio in vita mia. Voglio che tu sia mia! sposami!
    Mery - sì sì sì! *gli occhi pieni di lacrime ma vividi di felicità e gioia, incrociarono quelli di John e il cuore dei due ricominciò a battere all'unisono, come era successo pochi istanti prima. *
    Oramai era tutto chiaro quei due si sarebbero sposati. Nessuno poteva più fermarli, si rivestirono felici e pieni di gioia come non mai, salirono sull'Impala e guidarono fino a Las Vegas dove si sposarono. Non era stato un matrimonio all'antica, con il lancio del bouque e il resto, ma era stato il più bel matrimonio di tutti i tempi. Erano giovani, felici e pieni di speranza, ignari di cosa il futuro riservava loro.
    Gabriel - Non puoi stare qui e lo sai. Che ci fai qui Michele?
    Michele - lo so gabe! Lo so. Sono venuto per loro.
    Gabriel - cosa vuoi fargli le felicitazioni? O lanciargli il riso? O magari vuoi far volare le colombe? Oh fratellino come sei romantico. *occhi a cuoricino*
    Michele - Idiota! Sono qui per assicurarmi che Mery non perda il bambino, tutto qui. *lo guardò stizzito*
    Gabriel - e su toglitela quella patata dal culo! Ogni tanto un sorrisetto puoi pure farlo eh! Di sicuro non ti farà male!
    Michele - Gabe, taci! Sta attento fratellino posso prenderti a calci quando voglio! *un velo di ironia avvolse le sue parole* in fondo sono sempre il maggiore! *e gli strizzò l'occhio!* ciò che tu, Lucifero e Raffaele conoscete sono trucchetti che io usavo per farvi i dispetti, quindi fa poco il gradasso con me Gabriel, posso stenderti quando voglio.
    Gabriel - TZè! Oramai sei completamente arrugginito. Sono secoli che non ti batti più con nessuno.
    Michele - non ho tempo per giocare con te fratellino, devo tornare a casa, il contenitore che sto usando imploderà se non esco subito. Rigenera i suoi organi quando me ne sarò andato, poveretto ha già i suoi guai, lasciarlo come un vegetale e per giunta malato di cancro non mi pare il caso. Un miracolo potrebbe fargli comodo. Sei un arcangelo, usa i tuoi poteri su. O hai dimenticato che ti è stato concesso di vivere sulla terra come un inutile trickster perché potessi aiutare gli altri?
    Gabriel - si si. Ho capito la lezioncina. Mi concedi di stare qui ma di tanto in tanto devo fare ciò che paparino ti ordina di dirmi… va bene vattene, ci penso io a lui.
    Michele - ciao fratellino, ci vediamo presto. *michele lascia il corpo del tramite*
    Gabriel - ma vaff.. certo. Lui combina il casino e io devo rimettere tutto a posto!
    Michele - Gabriele, guarda che ti sento! Rimettilo a posto e torna a fare il trikster!
    *imbarazzo, sensazione di esser stato preso con le mani nella marmellata/o nutella* Gabriele si volta verso il cielo e fa - Sì fratellino, sembri un bambino petulante!
    Michele sorride, e per la prima volta nei suoi occhi si lesse l'amore per suo fratello Gabriele, pensò * Gabriele sei sempre stato il più indisciplinato, ma il più sensibile tra noi quattro. Quando Papà ti ha dato vita ho sentito che la tua grazia era stupenda, eri piccolo quando io insegnavo a Raffaele a volare e spiegare le ali, eppure tu da caparbio ci seguivi, volevi imparare. Ricordo quando ti insegnai a sdoppiarti, *sorride* quanto eri buffo, una delle tue ali era comparsa e l'altra no. tutti ridevamo in Paradiso dei tuoi piccoli errori, ma ci bastava così poco per avere fiducia l'uno nell'altro, ancora e ancora. Eri il più piccolo, eppure sapevi farti rispettare. Poi arrivò Lucifero, Papà sapeva che era una testa calda, mi aveva chiesto di sorvegliarlo, di prenderlo sotto la mia ala, e tu caro fratello soffrivi per questo. Perché le mie attenzioni non erano più per te e per Raffaele ma per lui. Ho cercato di fare del mio meglio Gabriele, ma non ci sono riuscito, volevo proteggere voi, e ho dovuto condannare lui e il nostro legame. Ho dovuto allontanarmi da voi, essere il capo, ho dovuto. Non potevo permettermi di sbagliare, ne andava del bene di queste creature, così imperfette, ma al contempo così perfette nel loro insieme. Gabriele, forse un giorno, mi perdonerai per ciò che ho fatto, mi perdonerai perché ti ho abbandonato, mi perdonerai perché ti ho comandato, mi perdonerai perché ho smesso di essere tuo fratello e sono diventato il tuo capo. Perdonami Gab!*
    Gli occhi di Michele si inondarono di lacrime, ma non ne versò, in Paradiso tutti gli occhi erano puntati su di lui. Oramai era l'unico che ancora poteva portare messaggi del Padre, e non poteva permettersi di isolarsi e pensare troppo al passato. ora c'era da creare il futuro di Dean. Era ora di aiutare il piccoletto a crescere nel giusto.



    buona lettura! :woot:
     
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  2. sahany09
     
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    Originale. Complimenti. :)
     
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  3. LoveCass
     
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    E' vero, hai avuto proprio una bella idea, brava!
     
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    Caccia di Meg

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    sono contenta che vi sia piaciuta è la prima volta che ne scrivo una, e vi confesso che ho scritto tutto di getto...
    ho scritto un'altro capitolo.


    1x03
    LA NASCITA.

    Lawrence Arkansas ore 03 del mattino, del 24 gennaio 1979.

    Mary - Tu! Sei stato tu a farmi questo! E io ti ho pure sposato! *urlo di dolore* dannazione John vuoi premere quell'accelleratore o devo farti scendere e guidare da sola?
    John - tesoro respira, te lo prometto Dean non nascerà nell'Impala! Non vorrà già rovinarmi i tappetini! *sorrisetto malizioso*
    Mary - *sguardo gelido accompagnato da un urlo di dolore* Joooooooooohn! Oh Dio sento che sta per uscire, sbrigati!
    * sguardo terrorizzato* John - amore ci siamo! Tieni duro siamo arrivati. *rombo dell'Impala e frenata brusca*
    John - Hey qui c'è una donna che sta per spiattellare mio figlio nella mia auto nuova! Forzaaaaaaaaa qualcuno venga ad aiutarmi!
    Mary continuava a respirare affannosamente, il dolore si faceva sempre più forte, uno degli infermieri la prese in braccio e la mise sulla barella, e lì cominciarono a correre verso la sala parto.
    John continuava a guardare sua moglie e a stringerle la mano, che peraltro non sentiva nemmeno più, e sentiva un misto di emozioni, era preoccupato a vedere Mary così dolorante, ma nello stesso tempo felice perché aveva atteso così tanto l'arrivo di quel piccoletto che non aveva occhi che per ogni gioco, vestito o culla per bambino esistente! A pensarci bene in quei momenti si sentiva molto una donna alle prese con lo shopping, ma era così felice al pensiero di poter stringere il suo primogenito, Dean che tutto ciò non gli importava. Non navigavano nell'oro ma sapeva che avrebbe viziato quel piccoletto, gli avrebbe insegnato tutto ciò che sapeva, e soprattutto ora era il momento di abbracciarlo.
    Erano in sala parto già da un'ora, Dean era duro ad uscire. E la povera Mary soffriva molto. Ma John era al suo fianco, non l'avrebbe mai lasciata sola.
    Mary - John, ti prego aiutami. *urlo di dolore*
    John - Tesoro stai andando benissimo, forza! Un'ultima spinta e Dean il nostro piccolo finalmente sarà tra noi! Dai continua a respirare! E ora…Spingi, amore! Sono qui con te! Sarò per sempre al tuo fianco! *guardò Mary con amore, come quella sera in cui avevano concepito Dean e si avvicinò a lei e la baciò*
    Mary per un istante si rilassò pensava di non avere più forze, ma dopo il bacio del marito, sentì dentro di sé la forza tornare, e allora all'invito del Dottore spinse con tutta se stessa, sentì un dolore atroce, ma in un secondo sentì il pianto di un bambino e il dottore dirle - e' nato! E sta bene!
    Mary si voltò verso John era esausta ma l'amore che provò in quell'istante era inimmaginabile, vide John piangere guardare dritto loro figlio, il suo sguardo da ex marine era ora dolce e inondato di lacrime di gioia. Mary strinse nuovamente la mano del marito e in quell'istante John si voltò verso di lei, e le disse - Ti amo!
    A un tratto sentì un calore sul petto, si voltò a guardare ed era lì, suo figlio era lì, poggiato sul suo cuore. non piangeva più, era in braccio alla sua mamma. era esausta, ma sapeva che in quel momento nulla avrebbe mai potuto turbare quel meraviglioso momento, tutto il dolore e la fatica erano svaniti, ora c'era solo il rumore di quel respiro, Dean era nato.
    I due si baciarono, e accarezzarono il piccolo, era il loro capolavoro. Era perfetto, le sue manine, le sue dita, il suo corpicino così paffuto. Era il loro angelo. L'infermiera li guardò e disse loro - Ragazzi siete stupendi, però ora devo prendermi questo frugoletto e portarlo a farsi un bagnetto. E poi a fare tutte le visite del caso, *si avvicinò a Dean* perché è vero che tu vuoi essere sano e bello giusto, piccolino? *lo prese in braccio* ora andiamo a farci belli per mamma e papà, così quando ti rivedranno potranno ammirare ancora di più la tua bellezza, vero?
    Dean pianse,non c'era verso di calmarlo, e l'infermiera si voltò verso i genitori e disse - ma che bella voce che ha! Sa già il fatto suo il ragazzo! *rise* e andò via.
    Michele - Zaccaria, portalo da me e poi sparisci.
    Zaccaria - Certo capo.
    Michele prese in braccio Dean, e lui smise di piangere all'istante, Zaccaria lasciò il corpo dell'infermiera. Lo guardò a lungo, aveva in braccio colui che era già prima di nascere una parte di lui, era strano perché lui non poteva "procreare" eppure in quel momento era come se l'avesse fatto, e ora ne vedesse il frutto. Poi disse - Ciao Dean, sono Michele il tuo Angelo custode, da oggi e fino alla fine dei tuoi giorni mortali sarò con te, e anche in quelli immortali, sarò io a condurti in Paradiso quando sarà il momento. Non dovrai temere nulla, io sarò al tuo fianco. Farai ciò che il tuo cuore ti indicherà, sarai un uomo giusto, sarai colui che porterà la Fine e anche L'Inizio di una nuova era per l'umanità. *toccò il suo petto e all'improvviso il piccolo venne ripulito dal sangue e lui aprì per un istante gli occhi, il suo sguardo diceva *GRAZIE* I suoi occhi erano di un verde smeraldo, che si puntarono in quelli grigi di Michele, il cuore di Michele ebbe un tonfo. Sapeva di essere legato a quel bambino, ma ciò che era successo li legò ancor di più. Dean si addormentò serenamente tra le braccia del suo Angelo, non avrebbe voluto lasciarlo andare, voleva portarlo via con se, ma sapeva che quello non era il suo destino. Allora Michele toccò l'infermiera e le porse il bambino, le aveva cancellato la memoria, le aveva immesso solo il ricordo di aver preso il piccolo averlo ripulito e portato a lui, il dottor Kaleb per visitarlo. L'infermiera prese Dean e si avviò al nido.
     
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  5. LoveCass
     
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    Molto emozionante la scena del parto, aspetto il seguito! :)
     
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    Caccia di Meg

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    ok lo so forse sono troppi.... ma stanotte ho dormito pochissimo, e mi sono messa a scrivere.... :D spero vi piacciano!
    ps grazie Erika! :wub:

    1x04
    L'INCONTRO.

    Michele lasciò quel corpo, e tornò in Paradiso. Si chiuse nel giardino dell'Eden e chiese a Joshua di chiamare a se Castiel. Era pensieroso. Si sedette sulla roccia da cui erano state tratte le tavole dei dieci comandamenti, e iniziò a tamburellare con le dita su di essa. Era impaziente che Castiel arrivasse. Non sapeva bene cosa avrebbe detto, ma sapeva che lui era quello giusto. Qualcosa in cuor suo gli diceva che Castiel era la giusta Guardia. Intanto, Castiel sorpreso da quell'inaspettato invito, lasciò ogni cosa e si diresse da Michele, subito! Arrivò al cancello dell'Eden, era maestoso e imponente, ma in fondo tutto in Paradiso lo era.
    Non era mai stato lì, e soprattutto, non aveva mai incontrato Michele. Quale onore per lui! In pochi avevano avuto la possibilità di poter conoscere L'arcangelo degli arcangeli. Si avvicinò e fece per entrare. Si guardò intorno, lui non c'era. Allora proseguì. Intorno a lui si presentava un giardino come tanti, nulla sembrava essere particolarmente raffinato o di gran pregio, eppure quel luogo emanava una forza speciale. Lo vide e avanzò timoroso verso di lui. Arrivò davanti a Michele.
    Era lì, davanti al capo degli Angeli, ed era terrorizzato! Si inchinò. Michele gli fece cenno di alzarsi e di sedersi lì, di fronte a lui. Il senso di ammirazione che lo pervase, fu tale da indurlo a vacillare!
    Castiel, devi aiutarmi! – disse Michele.
    Qualunque cosa mio Signore! - Si affrettò a rispondere l'Angelo.
    Il suo sguardo era stupito, Lui che chiedeva aiuto a un semplice guardiano?
    Michele prese di nuovo la parola, e dopo un breve sospiro disse - Oggi è nato Dean Winchester!
    Castiel rimase perplesso per un istante dalla notizia.
    E infine aggiunse - Lo so, mio Signore. Ho sentito i cherubini parlarne in tutto il Paradiso. Stanno facendo un gran parlare di questo bambino. Dicono che durante L'Apocalisse potrebbe esserti utile. Se mi è concesso, posso sapere in che modo?
    Michele rispose - Tutto a suo tempo, Castiel. Tutto a suo tempo!
    Sospirò.
    Aggiunse - Voglio che tu lo sorvegli per me. È vero un giorno lui mi servirà. Durante l'apocalisse, per la precisione. Ma per i prossimi anni voglio che quella famiglia goda di ottima salute e viva serenamente. Tu, Castiel, sarai i miei occhi e le mie orecchie! Nulla dovrà turbare o intralciare la loro serenità. Hai capito? Dean Winchester deve conoscere il senso della famiglia, e deve conoscere la normalità di essa, da mortale.
    Alle affermazioni di Michele, Castiel non sapeva cosa rispondere, e soprattutto non voleva fare domande inopportune. Ciò che il suo Capo gli stava ordinando di fare era di prendersi cura di un bambino, in fondo poteva farcela.
    Castiel si fece coraggio e rispose - Certo. Sono onorato di questa richiesta, mi impegnerò affinchè tutto vada secondo il suo volere Signore, farò del mio meglio, non la deluderò!
    E Michele sorridendo gli rispose - Castiel, dammi del tu. - si voltò - Siamo fratelli!
    Lo sguardo di Michele da severo e fiero, si addolcì.
    Castiel ne rimase stupito, tutti avevano parlato di quell'Arcangelo. Tutti sapevano che era il più potente, e tutti sapevano che il suo essere potente e valoroso, lo aveva portato ad essere molto rigido. Non era un Angelo qualunque come lui, Lui era colui che aveva sconfitto Lucifero! E ora gli aveva affidato un compito. Sorvegliare Dean Winchester.
    Stava per andare, quando si fermò, si voltò verso Michele e disse - Mio signore, io sono a capo di una Legione che sorveglia l'ultimo strato tra la Terra e il Paradiso, per fare ciò di cui ora mi chiedi di occuparmi, dovrò lasciare il mio incarico! I demoni cercano ogni giorno di intrufolarsi in paradiso, e le anime che corrompono si disperdono nei tre regni e tocca a noi ricondurle dove esse sono in realtà dirette. Come farò a sorvegliare la mia Legione, e Dean Winchester? Soprattutto ora che Anna, ci ha traditi?
    Michele rimase per un attimo in silenzio.
    E poi disse - Castiel, confido in te! Osservi gli uomini da molto tempo, e molto da vicino, saprai quando intervenire per provvedere alla salvezza di Dean, e potrai continuare il tuo lavoro di Guardiano. Non deludermi Castiel!
    Castiel si sentì come rinfrancato per un attimo da quelle parole. Michele aveva fiducia in lui.
    E rispose - Non lo farò mio signore!
    Abbassò la testa e svanì. Lasciando Michele da solo, avvolto nei suoi pensieri.
    Castiel era di nuovo solo. Ed era preoccupato! Tornò al fronte e cominciò a combattere nuovamente. Uccise 4 demoni uno dopo l'altro, ma in testa non riusciva a pensare ad altro. Se non a ciò che era appena successo! Lui aveva incontrato Michele! Ma ora non era tempo di pensare più a quello che si erano detti, era tempo di agire! Lasciò per un attimo la Guardia Angelica e si materializzò in ospedale!
    Era lì, vicino a quel bambino. Dean. Castiel lo guardò con perplessità, non riusciva a capire cosa in quel bambino potesse aver catturato l'animo del suo Capo, tanto da chiedergli di sorvegliarlo.
    Era un bimbo paffutello, con un colore roseo sulle guance. Aveva pochi capelli in testa. Chissà perché si chiese. Era un bambino normale.
    Ma lì successe qualcosa che fece cambiare idea a Castiel. Sentì un’aura malvagia avvicinarsi.
    Si voltò di scatto, e dietro di lui c'era un demone, Meg! Maledetto demone!
    Meg, lo guardò beffarda e gli disse - Ciao Castiel. Da quanto tempo! Sei venuto a portare dei doni al piccolo bastardo? Oh su dimmi, cosa gli hai portato? Incenso? Mirra? Oro? La stella cometa?
    Castiel era molto adirato. La guardò dritta negli occhi e le disse - Vai via mostro!
    Meg si accigliò e fece finta di provare un velo di tristezza per l’affermazione di Castiel, rispose - oh come siamo permalosi! Ero semplicemente venuta a salutare il piccolo Dean! E a portargli un regalino.
    Castiel era sempre più in collera con lei e sbottò - di cosa parli?
    Meg estrasse un pugnale, guardò Castiel e con la sua aria spavalda disse - vedi caro Castiel, tu sarai pure venuto qui a fare il Re dei Magi, ma io sono qui per un compito preciso!
    Il suo sguardo demoniaco prese il sopravvento e i suoi occhi divennero neri come l’oscurità e aggiunse - Uccidere Dean Winchester!
    Castiel rabbrividì. Riprese immediatamente coscienza di se, ricordando ciò che il suo capo gli aveva ordinato di fare, e disse a Meg - Tu! Non farai niente di tutto ciò! Io te lo impedirò! Dean Winchester non morirà oggi!

    1x05
    La lotta.

    Era assurdo, e non così tanto in fondo, che i demoni fossero interessati a quel piccolo bambino. Pensò Castiel. Ma era responsabile di ciò che gli sarebbe successo da oggi in avanti. Doveva proteggere Dean ad ogni costo!
    Iniziò a lottare con lei. Il corpo che aveva preso in prestito era troppo debole, mentre quello di Meg era molto potente.
    Erano due bambini. Castiel aveva chiesto a Jimmy di poter entrare in lui, e lui era così piccolo da aver acconsentito subito, pensando fosse un gioco. Ma era un bimbo di appena 6 anni, mentre Meg si era impossessata di un'adolescente ed era più alta di lui e sembrava essere anche più forte.
    Castiel non riusciva a toccare la fronte di Meg. Era in difficoltà. Pensò - Non posso deludere Michele proprio adesso. Proprio ora che mi ha affidato un compito così importante.
    Mentre pensava che sarebbe stato la vergogna per il suo signore vide un uomo. Quell'uomo era John Winchester! John prese dal collo Meg e disse - Hey ragazzina lascia in pace tuo fratello, siete fratelli vero? State spaventando tutti qui! E state spaventando mio figlio! Andate a litigare fuori di qui!
    Meg si morse la lingua, voleva strappargli il cuore! ma non era quello per cui era venuta!
    Castiel si sentì per un attimo rinfrancato da quell'aiuto in extremis. Prima di uscire dalla stanza, si voltò e vide John prendere in braccio Dean. La luce dei suoi occhi era diversa, da quella di un attimo fa. Non capì il perché. Aveva ancora così tanto da imparare sugli uomini. Osservarli non era come starci a contatto. Lui conosceva il genere umano visto dall'alto, conosceva la corruzione della loro anima, e conosceva la redenzione che essa ricercava per entrare in Paradiso. Ma non conosceva le sfumature che essi avevano in vita.
    Uscirono dalla stanza. Meg e Castiel si guardarono ancora. Castiel le disse - non avvicinarti a lui mai più!
    Lei fece un sorrisino beffardo e maligno e gli rispose - Vedrai Clarence, porterò a termine la missione!
    E gli strizzò l'occhio! Si rinchiuse in una stanza per uscire dal corpo della ragazzina, apparve Michele, le mise una mano sulla bocca e le disse - Hai osato venire fino a qui! Hai osato pensare di torcere un solo capello a Lui! Bada Meg, non ti uccido solo perché voglio che porti un messaggio al tuo capo. Digli che se pensa di attaccare ancora una volta Dean o la famiglia Winchester, lo stanerò e lo polverizzerò. E poi lo resusciterò per ucciderlo ancora! Hai capito, Meg?
    Meg fece cenno di sì. era terrorizzata. Quello era un' arcangelo, mica un semplice angelo! Non poteva reagire, l'avrebbe uccisa di sicuro!
    Michele tolse la mano, e lei uscì dalla ragazza. Toccò la ragazzina e le cancellò la memoria, la fece addormentare e la teletrasportò a casa. Un attimo dopo, Michele riapparve nella stanza.
    Castiel avvertì la presenza di Michele e si materializzò nella stanza. Lo guardò. E si inchinò - Mio signore mi dispiace l'ho delusa.
    Il suo tono di voce era molto amareggiato. Sapeva di non aver protetto Dean. Aveva solo avuto, ciò che gli umani chiamano fortuna.
    No, Castiel - disse Michele. - non mi hai deluso. Il tuo contenitore era troppo piccolo per fronteggiare quello di un demone. E poi, quando ti ho affidato questo compito, non ti ho detto che ti avrei lasciato solo.
    Castiel si alzò, e lo fissò a lungo, poi disse - Mio signore forse è il caso che rientriamo!
    Aveva sentito avvicinarsi delle voci, e tra quelle c’era quella di John Winchester.
    Michele fece cenno di sì ed entrambi si ritrovarono in Paradiso, nuovamente nel giardino dell'Eden.

    1x06
    La rivelazione.

    Michele prese subito la parola - Castiel, sei stato bravo, non ho nulla da rimproverarti. Ma c'è una cosa che ti chiedo. Ciò che ti dirò deve rimanere tra noi due. Non devi mai e poi mai riferire ciò a nessuno. Nessuno degli angeli o arcangeli potrebbe capire.
    Fece un lungo respiro, e con tono grave proseguì - Siamo soli, Castiel. Nostro Padre è sparito. L'ultima volta che l'ho incontrato mi ha salutato, ed è svanito. Lucifero sta tentando di uscire dalla gabbia, e Raffaele vuole che io lotti con lui e lo rinchiuda nuovamente. Io non voglio più lottare con Lucifero. Non voglio che migliaia di persone innocenti muoiano. Sento ancora le loro urla di dolore. Sento ancora il loro dolore per essere morti a causa mia.
    Castiel era scioccato da quelle rivelazioni, sentire il più potente degli arcangeli dire ciò lo turbava. Tutti in paradiso lo avevano eletto loro eroe, modello da seguire di integrità e onore. Eppure quello che ora stava parlando non era l’arcangelo fiero e burbero che gli era stato descritto. Nel suo tono di voce Castiel ne leggeva tristezza, leggeva paura, insicurezza. Sapeva che Michele era in grado di sapere cosa c’era scritto nel destino di ogni uomo, loro Padre lo aveva dotato di questo potere. Lui sapeva di ogni nascita umana la destinazione finale, e ne conosceva per sommi capi anche il percorso. E la preoccupazione, e il dolore che ora leggeva in quelle sue dichiarazioni lo sconvolse. Doveva rispondere però, doveva dire qualcosa, si sentiva come una pulce davanti ad un elefante, ma rispose comunque, e disse – Mio Signore, io la aiuterò! Sarò al suo fianco. Nessuno saprà che la sto aiutando. Mai nessuno lo saprà. Sarò i suoi occhi e le sue orecchie. Sarò ciò che lei mi ordinerà di essere. Sono nelle sue mani, disponga di me come vuole. Sarò i suoi occhi, mi dica dove puntarli e lo farò. Non deve temere il futuro mio Signore. So che sono una semplice guardia celeste, ma vivo per servirla da sempre, e ora più che mai! Forse il mio aiuto sarà di poco conto, ma dovessi morire per lei e la salvezza dell’umanità, sappia che non esiterò!
    Nel pronunciare quelle ultime parole Castiel si era sentito forte e deciso. Aveva paura però. Alzò gli occhi e guardò Michele. Ancora una volta l’arcangelo riuscì a turbarlo. Lesse nei suoi occhi grigi una tristezza infinita.
    Michele era rimasto molto colpito dalle parole dell’angelo. Lesse il suo animo, e sapeva che era sincero. Questo lo intristì, perché sapeva cosa aspettava a Castiel, eppure quell’angelo era desideroso di aiutarlo. Avrebbe dato la vita per lui, o per proteggere chiunque Michele gli avesse ordinato di proteggere. Provò una profonda ammirazione per lui. Per un istante, la luce negli occhi di Castiel e la sua dedizione gli ricordarono la sua. Per un istante ricordò quando suo Padre lo creò, e quando lui gli giurò fedeltà eterna. Chiuse gli occhi un istante. Respirò profondamente e aggiunse – Castiel, fratello mio, tu incontrerai la morte, per questo, ma io ti salverò sempre! Ascoltami attentamente Castiel, lucifero è riuscito a intrufolarsi in Paradiso. Ti chiederai come ha fatto visto che l’ho rinchiuso in gabbia. Purtroppo per noi è un arcangelo. Sa bene come contattare un angelo. E purtroppo ne sta corrompendo gli animi. E temo che l’animo di Raffaele sia sotto il suo controllo. Non voglio uccidere o rinchiudere un altro fratello. Ma devo trovare il modo di poterlo fermare, lasciandolo in vita. Devo salvarlo.
    Castiel lo guardò perplesso. Quelle dichiarazioni lo scioccavano di volta in volta eppure aveva fiducia nel suo Arcangelo. E a sentire che sarebbe morto ma che Michele l’avrebbe salvato, non aveva provato paura o timore, ma gioia al pensiero che il suo sacrificio sarebbe stato apprezzato da Michele. Si fermò per un istante e ripensando a ciò che Michele aveva appena detto, disse con tono molto sorpreso – Rinchiudere un altro fratello? E dove?
    Michele sorrise per un istante, e poi rispose – Castiel, questa è una cosa che nessun angelo sa. Nemmeno i miei due fratelli, Raffaele e Gabriele. Vedi, fratello mio. Noi arcangeli siamo stati creati per non morire mai.
    Castiel a quelle parole rimase impietrito, e disse – ma il pugnale angelico ci è stato insegnato che può uccidere ogni angelo o arcangelo che vive in paradiso. Come è possibile?
    Michele annuì e poi proseguì – vedi Castiel, il pugnale angelico può uccidere un angelo o un arcangelo, ma non noi quattro. Se uno di quei pugnali dovesse mai trafiggere uno dei miei fratelli non lo ucciderebbe. Almeno non per sempre. Giusto il tempo di spedire la sua grazia in gabbia.
    Castiel sgranò gli occhi. – come la sua grazia in gabbia?
    -sì Castiel, hai sentito bene – disse Michele. Proseguì – noi quattro non possiamo morire, nostro Padre ci ha creati per essere i portatori e i protettori dell’umanità e del paradiso, in opposizione ai quattro cavalieri dell’apocalisse. Loro portano morte e distruzione, e noi dobbiamo portare la pace e la beatitudine. Ecco perché gli anelli dei quattro cavalieri possono aprire la gabbia di Lucifero, o la mia, nel caso venissi rinchiuso, oppure possono chiuderla.
    Castiel era sempre più confuso, Michele gli stava dando così tante informazioni da incasinare la sua testa. Non sapeva cosa dire. Era confuso.
    Michele si avvicinò a lui, gli poggiò una mano sulla spalla, lo guardò e gli disse – sei turbato lo sento Castiel. E lo capisco, sapere di poter essere ucciso mentre chi pensavi fosse tuo fratello ma solo un grado più alto nella schiera celeste, no. Sconvolge, ti capisco. Ma vedi caro fratello, anche se gli altri angeli possono essere uccisi, anche loro in un certo senso non muoiono mai.
    Castiel si girò di scatto perplesso e sempre più confuso, i suoi occhi dicevano – Cosa? – ma la sua bocca non proferì parola.
    Michele continuò – Eh si, mio caro fratello, quando voi angeli, guardie, custodi, cherubini, morite tornate ad aggiungervi alla grazia dell’arcangelo che vi ha creato insieme a nostro Padre.
    Castiel era sconvolto, lo guardò perplesso, quelle dichiarazioni lo scioccarono.
    Michele proseguì – Castiel, tu è come se fossi in parte mio figlio. Un granello della mia grazia divina è stata usata da nostro Padre per crearti. Ecco perché oggi sei qui. Tu sei e sarai sempre il prescelto a seguire le mie orme. Sarai colui che in mia assenza veglierà sull’umanità. Castiel, non temere queste mie parole. Lo so, offrono grandi responsabilità e tanta sofferenza, ma io e te siamo e saremo per sempre legati. Tu non morirai mai, come me. Sarai per me ciò che io sono stato per Lui. Il mio scudo.
     
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  7. LoveCass
     
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    Complimenti, la storia diviene sempre più bella!
     
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  8. Vivaldi4love
     
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    l'ho letta tutta d'un fiato, bravissima, BRAVISSIMA
     
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    Caccia di Meg

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    e dopo un pò di tempo eccone altri due....

    1X07
    L’ACCETTAZIONE.

    Non sapeva più cosa pensare. Era confuso. Turbato. Disorientato. Era difficile sentire quelle parole. Soprattutto era difficile cercare di comprenderle. Cosa poteva fare? Quello era il suo destino. E come aveva fatto Michele, lo doveva accettare. Prima o poi sarebbe morto, questo lo preoccupava, ma non più di tanto. Sapeva che Michele lo avrebbe salvato. E allora perché era turbato? La sua vita non sarebbe finita. Ma continuava a sentire tristezza. Si guardò intorno, era buio. Era andato a rifugiarsi in uno dei tanti Paradisi che lui amava, e che lo facevano sentire al sicuro. Era il paradiso di George, un bambino morto di cancro a soli 7 anni. Era buio perché per lui il paradiso era stare al luna park. C’erano tanti giochi per bambini. Tutti giocavano ed erano felici, e seppur cadevano dalla ruota panoramica, nessuno di loro rimaneva ferito, anzi ritornava a giocare come se nulla fosse successo. Castiel era seduto sotto l’albero dei dolci. Si perché George nel suo paradiso aveva collocato un albero con frutti dolci. Quell’odore a Castiel piaceva. Era strano, ma allo stesso tempo piacevole. Lo rendeva sereno, vedere quei bambini correre senza piangere o urlare, ma semplicemente sorridendosi l’un l’altro. Era piacevole vedere l’innocenza nei loro occhi. Ed era un toccasana per il suo turbamento vedere che il dolore che George aveva provato in vita era sparito. Chissà se anche lui un giorno avrebbe avuto quell'espressione serena.
    Proprio non riusciva a distogliere il pensiero da quelle parole. Lo aspettavano anni lunghi e faticosi, da vivere nell'ombra. Essere colui che sa, ma che tace. Come poteva mantenere tutti quei segreti? Come poteva fare? Chinò il capo e iniziò a pregare.
    - Padre, so che sei andato via dal Paradiso. So che hai lasciato tutto sulle spalle di Michele. E lui ora si è confidato con me. Sono stato suo confidente. Perché? Perché io? Io sono nulla in confronto a tutti gli altri angeli. Perché Padre? Sono un semplice soldato. Uno che combatte in silenzio senza mai fiatare. Perché hai voluto caricarmi di questo peso? - i suoi occhi si inondarono di lacrime. E continuò disperato - come potrò fronteggiare tutti questi ostacoli? Come? Forse ho dato la mia parola troppo presto. Forse non dovevo dire a Michele che l'avrei aiutato. Io non ne sono in grado. - non ebbe risposta, e continuò a piangere.
    La sua disperazione era grande. Si sentiva perso. Sentì una mano sulla spalla. Piangendo si voltò, era Joshua. Lo sguardo di Joshua era molto compassionevole. Lo guardò con disperazione, e mentre Joshua stava per aprire bocca, Castiel disse - Sei venuto a portarmi nuovi ordini da Michele?
    Joshua sorrise e scosse il capo, e disse - No, non sono venuto per conto di Michele. Sono venuto da parte di tuo Padre. Ha sentito la tua disperazione, e voleva che sapessi che ciò che deciderai di fare, lui sarà fiero di te. Michele ha un duro compito da portare a termine, e il tuo aiuto sarà di sicuro indispensabile e di grande aiuto. Ma se deciderai di non aiutarlo tuo Padre capirà.- lo sguardo di Joshua era diventato dolce. - Castiel, se ti ha scelto un motivo ci sarà! Io non so cosa vi siete detti tu e Michele all'interno del giardino. Chiunque vi entri, e qualsiasi cosa vi si dica rimane all'interno. Nessuno può venirne a conoscenza. Ti ho riportato le parole di tuo Padre. E da ciò che dice, si fida di te. Non sentirti inadatto a questo compito, ma affrontalo! Sei un Angelo di Dio, Castiel!
    Quelle parole risuonarono nelle orecchie di Castiel come degli ordini! Gli infusero coraggio. - sì io sono un Angelo di Dio! - disse. - niente e nessuno mi farà indietreggiare davanti al mio destino! Lo porterò fino in fondo!
    Joshua lo guardò con ammirazione - Bravo ragazzo! È così che si parla! - gli diede una pacca sulla spalla, e poi sparì.
    Castiel rimase solo. Si sentiva un po’ spaesato. Suo Padre che per millenni non aveva mai rivolto a lui la parola, ora gli faceva recapitare direttamente un messaggio. E in questo messaggio gli diceva che era orgoglioso di lui. Non poteva deluderlo. Michele contava su di lui, e ora anche Dio voleva che lui aiutasse Michele. - lo farò quindi, è deciso! Io sarò al fianco di Michele in questa battaglia. Costi quel che costi! - disse.
    Finalmente era tutto chiaro. Finalmente la vita di Castiel prese forma, ed ebbe un motivo per andare avanti.
    Tornò da Michele, chinò il capo e gli disse - Sarò al tuo fianco!- alzò gli occhi e li puntò in quelli di Michele.
    Gli occhi di Michele per un attimo mostrarono serenità e gioia per la notizia, ma in un istante da grigi e sereni divennero scuri… si voltò di scatto. Raffaele era lì.
    - Michele, fratello mio, perché questa pulce ti da del tu? E come mai è qui? Non è a capo di una delle legioni? Cosa ci fai qui inutile pulce?- gli disse beffardo Raffaele.
    Michele stava per rispondere quando udì Castiel dire - Mio signore, vogliate scusarmi. È stato un così grande onore avervi davanti a me, e sentirvi impartire ordini che per un istante ho dimenticato il vostro immenso grado. Scusatemi ancora. Non accadrà mai più. Come vostro fratello vi fa notare, sono a capo di una legione celeste, ed è il momento che io vi faccia ritorno. Vi ringrazio per la vostra attenzione. A presto mio signore.- e svanì.
    Michele era stupito da ciò che Castiel aveva fatto. Aveva detto una mezza bugia davanti a Raffaele per proteggerlo. Aveva tenuto fede a quanto lui gli aveva chiesto di fare. Era stato bravo.
    Si voltò verso Raffaele e lo ammonì - Non permetterti mai più di intrometterti tra me e uno dei miei sottoposti, Raffaele! Quando do ordini a un angelo, non devi di certo venire tu a ricordargli che deve rispettarmi! Posso farlo tranquillamente da solo! Ora che Papà non c'è sono io il capo. E se gli angeli dovessero pensare che ho bisogno della balia per difendermi, tutto il rispetto che mi sono guadagnato in questi anni svanirebbe. Quindi bada a come ti comporti! E a cosa dici!
    - quanto sei polemico fratello!- disse Raffaele con tono canzonatorio, senza curarsi che suo fratello era furente dalla rabbia.
    A quelle parole Michele urlò - Bada a quello che fai Raffaele! Bada! Non permetterti mai più di rivolgerti a me così!- si avvicinò al fratello - hai capito? - i suoi occhi erano furenti.
    Raffaele chinò il capo e annuì senza aprire bocca. Sapeva che Michele era molto irascibile, e ci teneva molto ad essere il capo giusto e ben visto da tutti. Ed effettivamente ciò che lui aveva fatto per Michele era un affronto. Sparì.
    Era furente. Com'era possibile tutto ciò? Lui il capo sbeffeggiato in quel modo da suo fratello. Chiuse gli occhi e pensò a Castiel. Si calmò. Tornò alla sua calma originaria. Respirò. Richiuse gli occhi. - Castiel. Grazie per prima. Quando vorrai metterti in contatto con me, ti basterà chiamarmi e io risponderò. Il nostro legame fa si che io e te possiamo parlare senza che nessun'altro angelo ci ascolti. Torna al fronte. Non preoccuparti per Dean. Al momento è al sicuro. I suoi genitori lo proteggeranno.
    - Va bene. rimarrò in attesa dei tuoi prossimi ordini. - disse Castiel. Non udì risposta. La comunicazione era finita.

    1x08
    La morte di Mary. (parte prima)

    Erano passati oramai quattro anni da quel giorno. Michele sorvegliava Dean insieme a Castiel. Lavoravano fianco a fianco. In quei quattro anni un po’ di cose erano cambiate. Dean aveva imparato a parlare, la sua prima parola fù "Daddy". Aveva anche imparato a cantare. Era buffo poi mentre imparava a camminare, ogni tanto cascava ancora, non era poi così stabile. Michele spesso, mentre lui dormiva di notte gli andava vicino. Sapeva che quel bambino racchiudeva in se un enorme potere. Inoltre era stato come crescere insieme a lui in quei quattro anni. Avevano sì dovuto proteggerlo, ma era stato bello in fondo. Lo avevano nascosto fino ad allora ai demoni che lo cercavano. E avevano protetto intanto suo fratello Sam. Il piccolo che secondo la profezia sarebbe stato il tramite di Lucifero.
    "Due saranno i tramiti più temuti, sia in cielo che in terra. Due fratelli nel sangue e nella stirpe, e di discendenza angelica saranno i tramiti degli arcangeli più potenti. Loro combatteranno il male per trionfare nel bene, uno di loro cadrà come fù per il maligno arcangelo, l'altro regnerà sul cielo e sulla terra. Così è stato scritto e così avverrà!"
    Queste parole risuonavano nella testa di Michele molto spesso.
    Nessuno lo aveva trovato fino ad allora. Dean era cresciuto con le canzoncine di Mary, mentre John gli aveva insegnato a lucidare l'Impala. Dean amava quell'auto come suo padre. E Sam era nato sano, e forte. Era un bel bimbo, così paffutello e così dolce. Mary da ex cacciatrice era spesso all'erta, ma del suo passato a John non aveva mai fatto parola. Era andata via da quella vita, era scappata. Finalmente aveva ciò che aveva sempre desiderato, eppure qualcosa la rendeva inquieta. Sentiva sempre delle presenze aggirarsi in casa. Dalla nascita di Sam poi era particolarmente attenta a ciò che succedeva. Lei non era a conoscenza della profezia. Però in cuor suo sapeva che i suoi figli erano destinati a qualcosa di grande. Era orgogliosa di loro. Le bastava osservarli mentre dormivano per rasserenarsi da quelle inquietudini. Specialmente quando andava da Dean. Quando entrava in camera sua sentiva come se la sua anima si placasse all'improvviso. Dean era come John, molto rassicurante. Era come suo padre, un piccolo angelo, che l'aveva salvata dal dolore e riportata alla vita.
    Alla nascita di Dean, Mary aveva comprato una statuetta a forma di angelo. Quella statua era come se l'avesse stregata. Ovviamente dietro a ciò c'era Michele, aveva influenzato la scelta di Mary quel giorno al mercatino. Non poteva dare l'amuleto a Dean ancora, ma doveva proteggerlo in qualche modo. Allora fece sì che Mary acquistasse quella statuetta. Quella statuetta era stata plasmata da Michele, ed era indistruttibile. Era la chiave per il Paradiso. Solo lui sapeva che potere potesse racchiudere. E soprattutto fu l'unica cosa che quella notte si salvò.
    Michele sapeva che Azasel stava cercando Sam, ed era in allerta in quei gg. Non sapeva quando sarebbe arrivato perché li aveva nascosti ai demoni, ma il loro destino era quello e prima o poi li avrebbero trovati.
    - Castiel, mi senti? - disse Michele.
    - sì, dimmi. - rispose.
    - sono inquieto. Azasel sta cercando Sam. Dobbiamo fare in modo che non lo trovi. Non possiamo permettere che ciò avvenga! Lo capisci vero? - disse Michele. Era preoccupato.
    - sì mio signore. Starò attento. Qui però al fronte ho bisogno di una mano, ci sono orde di demoni che cercano di invadere il Paradiso. Sto facendo del mio meglio perché tutto ciò si plachi, ma non so per quanto tempo riuscirò a resistere. - disse Castiel, sopraffatto dalla lotta.
    Michele era pensieroso, tutti questi presagi non andavano bene. Castiel era impegnato sul fronte perché c'erano troppi demoni,Mary cominciava a sentire troppo la sua presenza. Era preoccupato. Inoltre, Raffaele stava rivoltando il paradiso alla ricerca di Baltasar. Non sapeva bene cosa gli avesse fatto, ma era intenzionato a scoprirlo. Chiamò a se Gabriele. - Gabriele, cosa sta succedendo? Non ho mai visto Raffaele così furioso? Perché sta cercando Baltasar? - disse Michele, cercando di trattenere le sue preoccupazioni e mostrandosi calmo.
    - Fratellino, sai com'è fatto Raf! È sempre il solito piagnucoloso! Appena qualcuno gli leva il suo giocattolino dalle mani lui và su tutte le furie!- disse Gabriele beffardo.
    - cosa gli ha sottratto Baltasar? Dimmi.- lo incalzò Michele.
    - gli ha fregato delle armi ancestrali. E lo sta cercando per tutto il Paradiso. Ha preso giusto un paio di cosette su. Giusto per divertirsi un po’ con gli umani. Che sarà mai?! - rispose Gabriele. - Raffaele si prende troppo sul serio. Voi due siete fatti della stessa pasta! Quasi quasi sembrate fratelli!- e iniziò a ridere.
    Michele lo guardò con la coda dell'occhio visibilmente irritato. Sapeva che Raffaele era guidato da Lucifero. O quanto meno aveva stretto un patto con lui. Ma lui non poteva perdere un altro fratello. Sapeva che confidare ciò a Gabriele sarebbe stato come metterlo alla gogna, doveva semplicemente aspettare il momento giusto per rimettere Raffaele sulla retta via.
    -Gab, fammi un favore chiama Baltasar e digli che devo parlargli. Vedrai che a te darà ascolto.- disse Michele.
    Gabriele smise di ridere - Quando tu mi chiami Gab, gatta ci cova! Cosa succede Michele?- disse diventando serio.
    Michele lo guardò, per un attimo il suo cuore ebbe un tonfo, incrociando gli occhi di Gabriele pensò che lui avesse scoperto tutto. In parte se fosse così si sarebbe sentito sollevato, perché in quel caso forse avrebbe potuto condividere tutte quelle preoccupazioni e invece lo guardò più attentamente e capì che non aveva intuito nulla, e allora gli rispose con tono calmo - Su Gab, cosa vuoi che succeda? Chiama quel mezzo angelo e digli di venire da me. Deve spiegarmi un po’ di cose.
    Gabriele capì che era inutile continuare a chiedere, chiuse gli occhi e dopo un istante Baltasar era lì.
     
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  10. PadaAcklesLove
     
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    L'ho letto tutto in un fiato...bellissimo...mi piace molto...complimenti...non vedo l'ora di leggere il seguito
     
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  11. LoveCass
     
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    Nuovi sviluppi, mi intriga assai questa storia. Continua, stai facendo un ottimo lavoro :shifty:
     
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  12. Vivaldi4love
     
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    giuro che adoro questa storia!
    Balthy, pure lui!!! Dai, posta!!!!! :drool:
     
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  13. sahany09
     
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    Già. Davvero simpatica questa versione dei fatti vista dall'alto....
    Fossi in te, la darei anche dal basso (prospettiva di Azazel). Ma è solamente un'idea. Se hai deciso di parlare solo degli arcangeli fai pure. Va bene così.
    Brava. :) :) Proprio una bella storia.
     
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    Caccia di Meg

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    Grazie ragazze sono commossa causa esami, e volo terrificante mi sono fermata un pò :D ma datemi un paio di giorni e vi sforno gli altri capitoli :D intanto in questa c'è riferimento alla 1x01 :D
    @sahany arriverà anche il turno di Azazel ;) per ora mi preme spiegarvi dal mio punto di vista ciò che Michele ha vissuto.... amo il suo personaggio!

    Buona lettura :)

    1x09
    La morte di Mary. (parte seconda)

    Baltasar si inchinò in segno di riverenza, molto beffarda a dire il vero. Michele a quel gesto sorrise. Erano anni che non vedeva Baltasar ma il suo tocco non l'aveva ancora perso. Era sempre stato il più divertente tra gli angeli, e quello più corretto.
    -Eccomi al suo cospetto, imponente e misericordioso Michele. Cosa può fare un umile giullare angelico, per voi? Quale allegra festicciola devo deliziare? - disse sarcasticamente Baltasar. Le sue movenze così allegre e scanzonate a volte infastidivano, altre rallegravano. In quel caso Michele ne fu infastidito. - Su smettila di fare lo sciocco Baltasar. Non è questo il momento di giocare. Dimmi cosa hai combinato. E vedrò cosa posso fare per non farti uccidere da mio fratello.
    Baltasar divenne serio per un istante, poi disse - Bè se rubare la tua spada e nasconderla non mi farà uccidere da te ma da Raffaele posso considerarmi già a buon punto della mia salvezza, non crede mio Signore? - e un velato sorriso comparve sul suo volto.
    Michele lo guardò un po’ sorpreso. - come hai fatto a prendere la mia spada? Nessuno al di fuori di me riesce a toccarla. E di grazia perché l'avresti presa?
    Baltasar lo guardò, inarcò le sopracciglia e in modo molto serio disse - Bè io come custode delle armi angeliche posso toccarle tutte, tranne la sua spada è vero. Ma esiste un modo per impugnarla senza venire incenerito! E io l'ho scoperto. E non ho nessuna intenzione di rivelarlo a vostro fratello.
    Michele rimase affascinato da ciò, e soprattutto oramai aveva capito qual'era il piano di Raffaele. Impossessarsi della sua spada, per spedirlo in gabbia o comunque ucciderlo. Suo fratello voleva ucciderlo. Si girò. - Bravo Baltasar, hai scoperto il segreto della mia spada. Complimenti. Sei stato molto attento alle mie lezioni, a quanto vedo. Hai capito che oltre a me solo un altro poteva toccare la mia spada senza rimanere ucciso. Ora capisco il perché della tua visita, a John Winchester. Bravo Baltasar. Veramente i miei complimenti.- Michele iniziò a ridere. Poi si voltò di scatto e disse - Raffaele sa di questa tua visita?
    - No. nessuno lo sa. Tranne lei a quanto vedo. - rispose lui.
    Gabriele era confuso. Li stava ascoltando da un po’ e non riusciva a capire cosa stesse succedendo. Ma forse non gli importava più di tanto.
    - Bene, e non deve saperlo Baltasar. L'hai portata in un posto sicuro?
    - Certo. Nessuno conosce questo luogo. E soprattutto ho fatto in modo che nessuno oltre lei possa mai vederne l'ubicazione. - chinò il capo.
    A questo punto Gabriele era perplesso. Guardò Michele e gli disse - mi vuoi spiegare perché? Cosa sta succedendo Michele? Perché hai consentito a questo misero angelo di prendere la tua spada? E soprattutto perché Raffaele vuole la tua spada?
    Michele si sentì per un istante con le spalle al muro, poi prese fiato - Raffaele vuole la mia spada perché… bè vuole la mia spada perché - non sapeva come dirglielo per non ferirlo. Capì però dallo sguardo di Gabriele che non c'era un modo giusto o sbagliato per dirglielo, doveva farlo e basta ne avrebbe sofferto in ogni caso. Prese coraggio e disse - vuole la mia spada perché vuole uccidermi insieme a Lucifero. Raffaele vuole il mio posto in Paradiso. - l'aveva detto tutto d'un fiato. Sentiva di non avere più respiro dopo aver pronunciato quelle parole. Sapeva di aver ferito profondamente Gabriele. Ma oramai non poteva più tacere davanti all'evidenza.
    Gabriele era un po’ sconvolto, guardò Michele e disse - e Papà cosa ne pensa? Permetterà a Raffaele di farlo? Come è possibile? Ne sei sicuro?
    - Sì, fratello. Ne sono sicuro. Papà oramai non è più con noi. È stanco. E soprattutto non vuole mettersi in mezzo a questa storia. Vuole e pensa che dobbiamo cavarcela da soli.- prese fiato ed aggiunse - Gabriele non voglio che ti schieri da una parte o dall'altra, voglio solo che tu stia alla larga da ciò. Non voglio che Raffaele possa in qualche modo influenzarti, o che mio malgrado possa farlo io. Certo una mano mi servirebbe, ma ho già perso un fratello. Stai alla larga dal Paradiso se puoi. E da noi.- queste ultime parole pesarono su di lui come un macigno. Era come se stesse dicendo a Gabriele che non volesse vederlo mai più. Ma non era così. Lo adorava, era il suo fratellino, ed era il più sensibile e di buon cuore tra loro quattro. Per questo almeno questa volta doveva proteggerlo.
    Gabriele lo guardò, era sconvolto. Diede le spalle a Michele e disse - hai ragione fratellino, io in tutto questo non c'entro nulla. Sbrigatevela da soli. Solo tenete conto che se iniziate una guerra, quelli che ne faranno le spese saranno soprattutto gli uomini. Io sto dalla loro parte. Voglio stare con loro. Non mi sento più parte di questa famiglia, quindi non aiuterò né te e nemmeno Raffaele. Addio Michele. - e sparì.
    Michele capì che suo fratello non sarebbe tornato. E si sentì strappare il cuore. ma non poteva mostrare le sue emozioni davanti a Baltasar. Si voltò verso di lui e disse - Baltasar, vai via da qui. Raffaele sta per arrivare, prendi questo - gli diede l'amuleto che Dio gli aveva regalato - proteggilo con la tua stessa vita. Un giorno ti chiederò di darlo a una persona, sarà il pegno per averti salvato la vita. Ora sparisci - lo toccò e lo rese invisibile a Raffaele - non farti vedere in Paradiso. Solo io potrò trovarti quando mi servirai. Addio Baltasar.
    Baltasar guardò l'amuleto, e poi Michele, chinò il capo e sparì. Un istante dopo apparve Raffaele.

    Intanto in casa Winchester era sera e Mary aveva messo a letto Dean e Sam, John era sceso a prendere un bicchiere d'acqua e si era poi messo a guardare la tv, addormentandosi sulla poltrona, ignaro che da lì a poco sarebbe cambiato tutto per lui e per i suoi figli.
    Mary si svegliò, sentì Sam, capì che era sveglio. Si avviò verso la cameretta di Sam, e vide un'ombra davanti alla culla. Pensando fosse John gli chiese se Sam avesse fame, poi notò la luce del corridoio che sembrava essere guasta e si avviò per cambiarla, poi sentì la tv scese le scale e vide John addormentato sulla poltrona. Allora iniziò a correre sulle scale urlando - Sammy! Sammy! - entrò nella stanza e urlò!
    Intanto Michele aveva avvertito la presenza di Azasel e voleva andare per salvare Dean, ma Raffaele estrasse il pugnale angelico e disse - Dimmi dov'è? Dov'è? Dov'è quell'inutile angelo? Dov'è? Perché lo proteggi Michele? Perché?
    Michele si voltò era in trappola non poteva andare da Dean doveva difendersi da suo fratello. Raffaele si avventò su di lui. Schivò il primo colpo. Cercò di contattare Castiel, ma non ci riuscì. Allora schivò il secondo colpo. - Raffaele smettila! Sono tuo fratello! Non puoi combattere con me lo sai!
    - certo che posso! Solo io posso sconfiggerti! Solo io posso prendere il tuo posto! Tu non ne sei più degno! Non sei più l'arcangelo che eri prima di sconfiggere Lucifero! Prima eri un valoroso e valido guerriero. Non t'importava di quei miserabili! Ora per te sono quasi più importanti di noi! I tuoi fratelli! - disse furente di rabbia Raffaele.
    - cosa dici? Sfiori la blasfemia fratello. Torna in te! Te ne prego. Non farmi fare ciò che ho già fatto con Lucifero! Non voglio che questo accada di nuovo! - disse Michele.
    Mary - lascia stare mio figlio! - fù l'unica cosa che riuscì a pensare, prima di essere tramortita. John sentendola urlare corse di sopra, e vide Sam sveglio nella culla. Poi notò di fianco a lui una goccia di sangue. Si voltò e guardò in alto. Cadde a terra. Mary era lì sul soffitto con il ventre squarciato, oramai morta. Prese a fuoco, e il fuoco divampò immediatamente per tutta la stanza.

    Michele scansò il terzo colpo di Raffaele, e vide ciò che era successo a Mary e John. - Mio Signore, mi dispiace non sono riuscito ad arrivare in tempo! Mi dispiace. Non ho potuto fermarlo! Era troppo tardi quando sono arrivato! - disse Castiel.
    In quel momento Michele non poteva rispondere a Castiel senza farsi scoprire da Raffaele, allora in un moto di rabbia spazzò via suo fratello, spedendolo ai confini del Paradiso. Si accasciò al suolo. Chiuse gli occhi - Castiel, mettili in salvo!
    John prese Sam e uscì dalla stanza, lo diede a Dean e gli disse - prendi tuo fratello e non ti voltare corri!
    Dean obbedì, Castiel era lì, non si fece vedere ma gli aprì un varco tra le fiamme per farlo passare e farli uscire illesi dalla casa, intanto John era tornato indietro, ma per Mary non c'era niente da fare, le fiamme quasi lo avvolsero allora Castiel lo afferrò e lo portò fuori dalla casa, cancellandogli la memoria di quel breve istante.
    Dean era fuori con suo fratello - Non avere paura Sammy! - gli disse stringendolo a se.
    John era dietro di loro prese Dean e Sam e corse via da lì. Castiel si mise seduto poco distante da lì, sotto un albero. Nessuno poteva vederlo. - Li ho messi al sicuro mio signore. Dean e Sam Winchester sono vivi e stanno bene.- disse con voce affannata, era stremato dalla lotta intrapresa coi demoni.
    Grazie, Castiel! Ora torna al fronte. Non hanno bisogno di noi ora. Ma solo di pace. - gli disse Michele. In cuor suo sapeva di aver fallito. Non era riuscito a cambiare gli eventi da come erano stati scritti. Ma ora non poteva fermarsi. Da qui tutto ebbe inizio.
     
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  15. sahany09
     
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    Bello.
    Hai dato una spiegazione a ciò che, forse, è accaduto all'inizio della serie, sopra di noi. Nell'episodio 2x13, L'angelo vendicatore, Dean ha ragione quando dice che nessun angelo ha protetto la mamma nel momento della sua morte. Ecco cosa stavano facendo ai piani alti: litigavano e se le davano di brutto, mentre la povera Mary faceva una fine terribile. E Dean ha ragione anche quando afferma che non c'è da fidarsi né di angeli, né di arcangeli.
    Poi però, lui si è fidato di Castiel.....ma questa è un'altra storia.
    Complimenti. :)

     
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25 replies since 10/6/2012, 22:01   350 views
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