I know you.

Raccolta di Slice of life dei vari personaggi.

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  1. lolliholli
     
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    #Dean Winchester


    Dean Winchester si era sempre creduto un ragazzo ordinario: correva dietro le ragazze, odiava la scuola, badava al fratellino, cercava di compiacere il padre.
    Certo, cacciava anche i mostri, ma quello faceva parte della sua "normalità".
    Ricordava ancora il padre John prima della morte della madre: ogni mattina riscaldava il latte, lo metteva nel biberon e prendeva Sam tra le braccia: "con questo vedrai come diventerai grande", gli diceva.
    Adesso Dean Winchester ha 30 anni e guarda il fratello dormire nel letto di una squallida camera di motel: lo chiama Sammy perché non vuole ammettere che quello scricciolo è cresciuto, superandolo persino in altezza. Lascia il latte macchiato sul suo comodino e gli getta un'occhiata nostalgica: "cerca di non crescere ancora, eh Sammy?" sussurra tra sé prima di svegliarlo.




    #Sam Winchester


    Sam Winchester frequentava l'università di Stanford e odiava i suoi capelli: quella frangia gli impediva di vedere a un palmo dal proprio naso, ma da quando Jessica gli disse, al loro primo incontro, di adorare i suoi capelli, Sam aveva ingoiato il rospo.
    Dopo la morte di Jessica avvertì l'istinto di darci un taglio, letteralmente, ma la cosa gli sembrò quasi un affronto alla sua memoria. Lui non voleva cambiare, non sarebbe cambiato, continuava a dirsi, dando così avvio al cambiamento.
    Adesso Sam Winchester ha eliminato la frangia ma pensa ancora a Jessica: forse, se non le avesse dato retta e l'avesse tagliata prima, avrebbe potuto vedere cosa stava accadendo attorno a lui.




    #Bobby Singer


    Bobby Singer si autodefiniva un "padre premuroso ed orgoglioso" anche se non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Ma tutte le sere, prima di dormire, quando poggiava il cappello sul comodino ripercorreva mentalmente quell'afosa giornata estiva in cui John si era dovuto recare in Ohio e aveva lasciato i ragazzi da lui.
    Ricordava perfettamente un Dean di appena dieci anni mormorare: "ti sta bene quel cappello, zio Bobby".
    Bobby Singer non è uno di quelli che ama i sentimentalismi, o i film sdolcinati o l'esternazione di emozioni: quella roba proprio non la sopporta.
    Ma essere consapevole di aver contribuito a crescere due ragazzi che avevano salvato il mondo accendeva in lui emozioni di cui non aveva mai parlato. Si chiedeva solo se Dean ricordasse il particolare di quella sua ammissione da bambino, ammissione che aveva spinto Bobby ad indossare quel cappellino, che non amava poi così tanto, giorno dopo giorno dopo giorno...




    #Ellen Harvelle


    Ellen Harvelle teneva dentro un libro di maledizioni una foto stropicciata e rovinata dal tempo: non la tirava fuori mai davanti agli altri, mai! Solo quando si ritrovava da sola nel bancone della Roadhouse apriva quel libro, e sorrideva.
    Un esserino spelacchiato le rivolgeva un'occhiata felice ed Ellen rispondeva, come se quello sguardo fosse reale. Non ricordava di aver riso tanto quanto il giorno della nascita di Joanna: era una bambina minuscola ma dopo un pianto, che le era sembrato infinito, aveva preso a sorridere. E lei lo aveva immortalato quel momento, per tenerlo bene a mente.
    Era una piccola forza della natura, sorridente.
    Ellen Harvelle adorava il sorriso di sua figlia: riusciva ad illuminare stanze intere.




    #Jo Harvelle


    Jo Harvelle si era sempre chiesta come sarebbe stato morire. Si, probabilmente alla sua età non avrebbe dovuto pensarci ma con il ventre squarciato è tutto un altro paio di maniche. Aveva visto morire tante persone e adesso che toccava a lei sembrava quasi surreale. Non aveva paura, piangeva, questo si, ma non per paura.
    Le dispiaceva.
    Le dispiaceva lasciare la madre da sola, le dispiaceva non poter essere in campo alla fine dei conti, le dispiaceva persino di non aver mai baciato Dean. Sentiva di non aver assaporato cose che sicuramente avrebbe dovuto fare.
    Quando Jo Harvelle sentì le labbra del ragazzo posarsi sulle proprie ebbe un fremito prima di sorridere. Adesso poteva chiudere gli occhi e lasciarsi andare. Forse sarebbe finita da qualche parte, nel famoso posto migliore di cui tutti andavano vagheggiando...




    #John Winchester


    John Winchester aveva la moglie più bella che si potesse desiderare. Per questo motivo non si era stupito quando aveva dato alla luce i bambini più belli che avesse mai visto.
    Erano talmente perfetti che le diede carta bianca persino per i nomi: dopo aver creato due creature tanto meravigliose ritenne che spettasse a lei l'onore di sceglierli.
    Lui avrebbe contribuito col cognome, e di questo ne era soddisfatto.
    Dean e Sam Winchester.
    Sembravano tanto i nomi di due supereroi.
    La notte dell'incendio, John Winchester aveva visto il proprio cuore bruciare insieme a Mary; aveva perso ogni cosa fatta eccezione che per i suoi piccoli supereroi.
    Avrebbe lottato per loro finché non sarebbero stati pronti a prendere in mano le redini della situazione: sapeva che ce l'avrebbero fatta perché erano i figli della donna più bella e incredibile che si potesse desiderare.




    #Chuck Shurley


    Chuck Shurley è un bambino curioso: si nasconde dietro alle macchine e osserva i bambini che giocano. Non ha il coraggio di andargli incontro, perché sono più grandi e potrebbero prenderlo in giro perché è troppo piccolo.
    Quindi lui resta nascosto, e osserva: gli piace osservare, gli è sempre piaciuto.
    Ha buona memoria e riesce a focalizzare i dettagli e imprimerli nella mente come un tatuaggio.
    Quando torna a casa prende un quaderno della scuola e stacca un foglio dal mezzo: riassume la sua giornata e si meraviglia perché riesce a scrivere tutto quello che ha visto e sentito senza sforzi.
    Adesso Chuck Shurley scrive, scrive per necessità, scrive per paura; scrive perché non ha nient'altro a cui aggrapparsi mentre i personaggi del suo libro lo fanno sentire meno solo.




    #Castiel


    Castiel ha visto e sentito tante cose.
    Aveva osservato gli umani crescere, giorno dopo giorno, maturare e cadere ad intervalli così regolari da fargli provare un accenno di emozione: paura.
    Davvero Dio aveva dato vita a creature tanto imperfette? Molte di loro, per giunta, affermavano di non amarLo e questo gli scatenò dentro una seconda emozione: rabbia.
    Castiel è un angelo impaurito e arrabbiato, con il mondo e con il Padre, anche se non vuole ammetterlo.
    Poi ha conosciuto Dean e qualcosa in lui è cambiato: gli accenni di emozioni sono diventate tali solo grazie a quell'umano che gli mostrava affetto.
    Castiel ama suo Padre, e non lo mette in discussione. Eppure sa che la sensazione di essere amato è molto più tangibile con Dean.
    Adesso Castiel non immagina la sua vita senza quell'umano: chiude gli occhi quando pensa di essere solo e sussurra che quella di prima non era altro che esistenza; quella che ha adesso, invece, la chiama vita.




    #Gabriel


    Gabriel è stanco. E' stanco di guardarsi intorno senza dire nulla.
    Probabilmente gli sarebbe bastato se avesse avuto una "famiglia felice". Ma non ce l'aveva.
    Eppure si chiedeva come riuscissero gli umani ad essere felici.
    Loro lo erano e lui no.
    Gabriel ha lasciato il paradiso perché sulla terra si vive meglio.
    Sulla terra lui ride, gioca, mangia. Sulla terra si diverte e cerca sempre di sistemare le cose sbagliate.
    Lo chiamano Loki, Trickster, Arcangelo, ma per lui non fa alcuna differenza perché tutto quello che vuole fare è incrinare la vita come più gli piace.
    Gabriel ha lasciato il paradiso perché la vita sulla terra ha un sapore dolce, dolce quasi quanto le caramelle che continua ad assaporare...




    #Lucifer


    Lucifer era caduto.
    La Stella del Mattino era caduta, aveva oltrepassato il cielo per poi sprofondare nei meandri della terra.
    Si chiese se qualche umano avesse espresso un desiderio, vedendolo cadere. Dopotutto, che altro avevano da desiderare? Suo padre amava loro, più di lui.
    Lucifer avvertì l'impatto con il suolo nel modo più doloroso possibile: si sentiva tradito, vulnerabile, fragile.
    Tradito dal proprio padre, tradito dal fratello maggiore, tradito dalla sua stessa natura, adesso vaga solo per il mondo, osservando in silenzio l'imperfezione umana.
    Lucifer guarda una donna e la corrompe: è semplice, forse anche troppo semplice, e questo non fa che avvalere la sua teoria su quanto quelle creature siano imperfette. Crea così il primo demone, senza neanche sapere come di fatto c'è riuscito, ma ormai non importa.
    Nulla ha più importanza.




    #Michael


    Michael è un bravo soldato, un bravo figlio, un bravo stratega.
    Non ha mai messo in discussione gli ordini, neanche una volta, neanche quando aveva rinchiuso Lucifer dentro una gabbia.
    Quando avvertiva quello che, umanamente, potrebbe essere definito senso di colpa, ripensando agli ordini riusciva a schiacciare ogni cosa.
    Michael è un bravo figlio, e questo gli basta.
    Adesso è solo, mentre l'Apocalisse incombe: non permetterà a nessuno di mandare a monte tutto questo perché Michael sa che deve compiere il proprio destino.
    Da bravo soldato, da bravo figlio scenderà sulla terra e affronterà il proprio destino.
    Ma non ammetterà mai, neanche a se stesso, che la vera ragione per cui non desidera la fine dell'Apocalisse non è altri che il desiderio, sopito dal tempo, di rivedere un fratello ormai perduto...




    #Crowley


    Crowley ritiene che aver patito le pene dell'inferno sulla propria pelle sia solo un inutile eufemismo.
    Il suo è un inferno personale, quasi emotivo, ma secoli e secoli passati in mezzo alla tortura lo aiutano a dimenticare.
    Tiene duro perché se potesse tornare indietro non accetterebbe mai di firmare quel patto: mentre la sua anima brucia, per la prima volta, elabora quanto quest'ultima possa essere importante.
    Quando Crowley diventa il Re degli Incroci ha già dimenticato tutto, perché la vera punizione non è l'inferno ma quello che ti rende dopo: esattamente e inesorabilmente la creatura che hai più odiato in vita e durante una parte della morte.
    Ma sa che adesso non ha molta importanza quello che è stato perché quello che è diventato gli sta bene: non ha più ricordi, e si sente, relativamente, libero.




    #Ruby


    Ruby non mente quando dice a Dean di ricordare come ci si sente ad essere umani.
    E' vero, i demoni mentono, e anche lei. Ma non in quel momento. Ricorda tutto, perfettamente.
    Torture fisiche e mentali non le hanno fatto dimenticare un bel niente, anzi, l'avevano solo fatta aggrappare a quella che lei riconosce essere fede.
    Quello che patisce deve avere un senso, un senso più ampio e più articolato.
    Quando bacia Sam per la prima volta sente qualcosa muoversi dentro di lei, quasi un accenno di umanità, quasi un'emozione, ma ricaccia tutto dentro perché sa di non poter uscire fuori dai binari.
    Ruby ha fede e confida in un piano più grande, molto più grande perché lei crede a differenza di tutti gli altri.
    E poi dicono che i demoni sono tutti uguali...
     
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  2. sahany09
     
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    Bella questa carrellata dei vari personaggi di SPN.
    Hai centrato i punti salienti di ognuno di loro.
    Complimenti.
    E ben arrivata fra noi.
     
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  3. lolliholli
     
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    Ti ringrazio :)
     
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2 replies since 11/3/2012, 13:33   55 views
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