A Supernatural Carol

demenza natalizia

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  1. ArabellaStrange
     
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    CITAZIONE (S a m¸ @ 22/12/2011, 18:49) 
    E' GENIALE!!! E' il Christmas Carol più bello che abbia mai letto xD anche più dell'originale!

    Beh, dai. Ora non esageriamo... diamo a Dickens quel che è di Dickens!
    Comunque grazie mille!
    :D
     
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    Lilith vs Sam

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    Oddio, sto rotolando dalle risate! E allo steso tempo mi sono commossa al pensiero del Natale passato da Castiel con i Bros. E questa cosa è ASSOLUTAMENTE dickensiana. Complimenti!

    Tra l'altro, hai reso benissimo i pensieri e le motivazioni del Godstiel: è esattamente il percorso morale che secondo me ha portato Castiel al punto in cui era a fine sesta/inizio settima
     
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  3. sahany09
     
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    In effetti, il livello di demenzialità è aumentato.
    Ottimo.
    Continua così. :) :)
     
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  4. ArabellaStrange
     
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    Grazie anche a Brynhild e sahany09 per i complimenti! Non sapete come sia contenta che la storia vi stia piacendo.
    Ecco il terzo (e penultimo) capitolo, sperando che sia anch'esso di vostro gusto.

    Capitolo 3

    Castiel stava camminando su un marciapiede di San Francisco, diretto alla sede centrale dei Testimoni di Geova di quella zona.

    Si stava ancora domandando se fosse meglio dare fuoco all’edificio o far venire un infarto a tutti i suoi occupanti contemporaneamente, quando sentì un tocco leggero sul braccio.

    “Chi sarà questa volta?” Girò il capo per controllare.

    «Anna.» Salutò senza un briciolo di cortesia.

    «Castiel, non ci vediamo da tanto tempo.» Rispose la rossa sorridendo. Aveva sempre quell’aura di calma e determinazione attorno a sé che la rendevano quasi splendente nella sua bellezza. Ma Castiel era sempre stato indifferente a quel tipo di fascino.

    «Proprio tu sei venuta a farmi la ramanzina ora? Non so chi vi stia mandando e da dove, ma avrei da ridire sulle loro scelte.» Le fece notare Castiel con una smorfia di derisione.

    Anna era stata la prima a ribellarsi, quando lui era ancora un fedele servo del Paradiso, poi quando i Winchester avevano cominciato a farlo dubitare delle sue certezze si era rivolto a lei per ricevere aiuto. In questa strada si è da soli. È questo quello che lei gli aveva fatto capire. Devi farcela con le tue forze. Ed era vero. Ma poi lei aveva rinnegato tutte quelle belle parole e si era scagliata contro i Winchester, li aveva traditi tutti.

    «Sì, è vero. Vi ho traditi.» Disse Anna.

    Castiel non si prese nemmeno la briga di chiederle come avesse potuto leggergli nella mente. Non che gli importasse d’altronde.

    «Una brutta sensazione il senso di tradimento, vero?»

    «Sì.» Rispose di getto Castiel, preso dallo sguardo sincero della sorella.

    Accanto a loro un uomo vestito da Babbo Natale agitava una specie di campanaccio da bovino al ritmo con la cantilena che continuava a berciare a squarciagola: Uuuun’offertaperibambinidell’orfanotrofioSt.Claaaaaaaaire… Uuuun’offertaperibambini eccetera eccetera.

    «E non è forse la stessa cosa che hai fatto tu adesso, Cas? Non hai forse voltato le spalle ai tuoi amici, tradendoli? Non gli hai mentito? Rispondi sinceramente.» Domandò lei, ma non c’era cattiveria nella sua voce. Non lo stava giudicando ma solo esponendo i fatti.

    Uuuun’offertaperibambinidell’orfanotrofioSt.Claaaaaaaaire…

    «Io… » Castiel distolse lo sguardo, fissando i passanti che si affrettavano su e giù per il marciapiede, accanto a loro. «Avevo dei buoni motivi per farlo. Ero da solo contro Raphael, dovevo prendere quelle anime.» Si difese, girandosi nuovamente verso di lei.

    Uuuun’offertaper-gggghhhhghhh

    L’uomo vestito da Babbo Natale si era portato le mani alla gola, incapace di respirare. La faccia stava attraversando tutta la gamma di colori dal bluastro al viola melanzana.

    «Castiel!» Lo rimproverò Anna con durezza.

    Lui roteò gli occhi e schioccò le dita. L’uomo vestito da Babbo Natale riprese a respirare. E strillare la sua cantilena.

    «Non devi mostrarmi qualcosa anche tu? Su, non perdiamo tempo. Dai.» La incitò Castiel, stufo dell’uomo vestito da Babbo Natale e della situazione.

    «Come desideri.» Acconsentì Anna, ritenendo che non avrebbe ottenuto nulla con le semplici parole.

    «Hey! Mi hai imbrogliato! Mi hai portata di nuovo da Dean!» Protestò Castiel, ritrovandosi effettivamente una seconda volta nella dimora del cacciatore.

    «Non siamo realmente qui. Ti sto solo mostrando questo posto, loro non possono vederci.» Gli assicurò Anna.

    Castiel si spostò verso la cucina, sentendo chiacchierare. Sam, Dean e Bobby erano seduti attorno al tavolino, con un pollo arrosto di fronte e vino nei bicchieri. Il frigorifero ronzava sommessamente.

    «Una cosa positiva c’è in questo Natale. Siamo ancora qui, tutti interi.» Disse Dean con un mezzo sorriso.

    «Interi? Dillo a Robocop, qui di fronte.» Commentò Bobby con un cenno in direzione di Sam, il quale stava disossando la sua porzione di pollo con precisione millimetrica.

    «Guarda che ti posso sentire.» Replicò quest’ultimo sollevando lo sguardo. «E ancora non capisco a che serva perdere tempo prezioso con questi stupidi festeggiamenti. Se mi aveste dato retta a quest’ora saremmo già a metà strada verso quel covo di vampiri che è stato avvistato a Sud.»

    «E questo pollo fa schifo.»

    «Allora non lo mangiare.» Rispose Dean ignorando le proteste del fratello. «Ad ogni modo, basta cenare.» Con un braccio spostò di lato piatti e posate, facendone finire a terra la maggior parte, depositando due pacchetti di cartone e spago sul tavolo.

    «Bobby, Sam, i vostri regali.» Dean si fregò le mani come un bambino. «Avanti, apriteli.»

    «Un profumo?»Esclamò Bobby esterrefatto, con la mascella contratta, dopo aver scartato il suo regalo.

    «Ho visto come guardi lo Sceriffo Mills. Pensi che sia cieco?» Lo stuzzicò Dean dandogli un colpetto col gomito.

    «Balls!» Esclamò Bobby sbatacchiando il profumo sul tavolo e girando la testa dall’altra parte. Da dove si trovava, Castiel poteva vedere benissimo le sue guance colorirsi.

    «Dean… uhm… grazie? Suppongo?» Disse Sam sollevando un orologio digitale.

    «Possiamo far andare avanti la scena velocemente o devo sorbirmi tutta la scena?» Commentò aspramente Castiel in direzione di Anna.

    Lei si girò con un sorrisino compiaciuto. «Che c’è? Ti rende triste vedere i tuoi amici che cercano un momento di normalità nonostante il casino in cui li hai lasciati?»

    Lui non rispose, sfoggiando la migliore smorfia d’indifferenza che riuscisse a fare.

    «Eccoti accontentato.» Continuò lei.

    La stanza era la stessa ma le luci erano tutte spente, fuori dalla finestra si vedeva uno spicchio di cielo notturno punteggiato di stelle.

    Dean era in piedi di fronte a essa, una mano in tasca e l’altra che reggeva un bicchiere di vino.

    «Cas, maledetto idiota!» Mormorò con rabbia, stringendo le mani attorno al vetro freddo.

    “Ecco quello che pensano di me. I miei amici.” Aprì la bocca per fare un commento sarcastico ma si fermò quando sentì le ultime parole pronunciate da Dean.

    «Buon Natale, ovunque tu sia.» Con un ultimo sorso finì il vino.

    «Ne ho abbastanza di questa farsa!» Scoppiò. Volevano farlo sentire in colpa? Pentito? «Perché?» Chiese semplicemente.

    «Per farti rendere conto dello sbaglio che stai facendo. Io non ho avuto la possibilità di rimediare ai miei errori in passato, e credimi, l’avrei fatto. Ma tu puoi. Sei ancora in tempo, Castiel.» Lo stava quasi implorando.

    «Voglio andarmene da qui.»

    Anna gli mise una mano sulla spalla e si ritrovarono in un altro posto.

    «Virgilio! Ma che piacere vederti! Entra, entra.» Disse Lucifer facendo strada al suo amico nel buco dove era rinchiuso. «Se per piacere volessi toglierti le scarpe, ho appena passato la cera, sai.»

    Virgilio entrò e si diresse, insieme a Castiel ed Anna (non visti), in un locale più ampio.

    «E così mi sono detto: “almeno a Natale accantoniamo ogni rancore e festeggiamo come si deve!”» Michael stava parlando, rivolto ad altri angeli riuniti con loro.

    Stavano sul serio facendo una tregua per Natale? Tutti gli angeli? Tutti tranne lui ovviamente…

    «Bene, mi sembra che siamo tutti! Che ne dite di prendere posto a tavola? Mike ha preparato un grifone ai funghi che vi farà venire le lacrime agli occhi.» Esclamò Lucifer, congiungendo le mani.

    «È davvero così buono?» Chiese qualcuno di imprecisato dal fondo della sala.

    «No, troppe cipolle.» Tutti scoppiarono a ridere.

    Nemmeno Castiel riuscì a reprimere un sorriso. Era noto a tutti che le doti culinarie di Michael lasciassero alquanto a desiderare.

    Si stavano tutti alzando quando un angelo, che Castiel riconobbe essere Aniel, domandò: «Dov’è Castiel?»

    Lucifer si fermò, si girò e scoppiò a ridere. «Cas? Quello è così partito per la tangente che non so più nemmeno se si ricorda di essere uno di noi! Non ha mai risposto alle mie e-mail o inviti qui per vedere come abbiamo riarredato io e Mike, perché avrei voluto invitarlo?»

    «Chiaramente non si considera più parte della famiglia.» Continuò il discorso Michael, con tono abbattuto. «Il suo cuore è indurito, la sua Grazia così sporca da essere irriconoscibile perfino a sé stesso. Non sarebbe nemmeno venuto se l’avessimo invitato.»

    «Non è vero, Michael! Io vi amo sempre, siete i miei fratelli!» Protestò Castiel, ma nessuno lo sentì.

    «Eppure è un peccato.» Constatò Aniel con tristezza.

    «Già.» Concordò Lucifer. «Ma forza affrettiamoci, altrimenti oltre che cattiva la cena diventerà anche fredda.»

    «Bada a quello che dici!» Lo ammonì Michael.

    «Aspettate!» Urlò Castiel, mentre i volti e le voci sbiadivano sempre di più. Anche Anna divenne sempre più pallida, sempre più distante.

    «Non te ne andare, ti prego! Portami da loro!» La implorò Castiel, mentre una nebbia sempre più fitta lo avvolgeva.

    “Voglio tornare a casa.” Era l’unico pensiero che in quel momento lo tormentava. Ma quale casa?
     
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    Bel cap!! Finalmente Cass si rende conto di cosa ha fatto e si è pentito..
    Ihhh Dean k gli augura lo stesso buon natale dopo quello k gli ha fatto! K caruccio
    Ahhhaahahah cmq anche in questo cap nn hai dimenticato il pizzico di demenzialità, complimenti ary!
    Attendo il prox cap!
     
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  6. ArabellaStrange
     
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    Sì, la demenzialità deve esserci sempre!
    Magari è un po' OOC Dean che augura a Cas buon Natale dopo tutto quello che è successo, ma dopotutto questa non è proprio quella che si può definire una fanfiction seria. Quindi licenze poetiche a gogò!
     
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  7. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Castiel stava camminando su un marciapiede di San Francisco, diretto alla sede centrale dei Testimoni di Geova di quella zona.

    Allora: già qui ho cominciato a rotolarmi !!! Solo all'idea !!!

    CITAZIONE
    Magari è un po' OOC Dean che augura a Cas buon Natale dopo tutto quello che è successo, ma dopotutto questa non è proprio quella che si può definire una fanfiction seria.

    Ma infatti !! Altrimenti sarebbe semplicemente SPN !!!

    Bravissima !!!!!
     
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  8. ArabellaStrange
     
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    Io personalmente non li sopporto i Testimoni di Geova, quindi non mi dispiacerebbe proprio l'idea di Godstiel che li elimina definitivamente dalla faccia della terra...
    Grazie per il commento! :)
     
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  9. >milly<
     
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    hahah no vabbè già ho iniziato a sbellicarmi alla prima riga con Cass diretto alla sede dei testimodi di Geova vai Cass siamo tutti con te
    per poi passare all' "adorabile" tizio vestito da babbo natale che cerca solidi e Cass che per poco non lo strangola e infine le doti culinarie di Miky oddio divertentissimo come sempre, complimenti Arabella!!!

    p.s. Tenero Dean che augura buon natale a Cass, forse non è proprio quello che avrebbe fatto Dean ma l'ho trovato così dolce :wub:
     
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  10. ArabellaStrange
     
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    Grazie!
    Sì, come ho detto prima non proprio una cosa "da Dean" ma dopotutto come dice anche la pubblicità, a Natale siamo tutti più buoni... lol
     
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  11. ArabellaStrange
     
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    Siamo giunti alla fine! Come regalino di Natale vi lascio l'ultimo capitolo di questa fanfiction che ha definitivamente rovinato il briciolo di reputazione che mi era rimasto.

    Capitolo 4

    «Cas! Che brutta cera! Sembra quasi che tu abbia visto un bel po’ di Natali passati e presenti.» Una nuova voce sogghignante fendette la nebbia.

    «Gabriel!» Riconobbe Castiel, voltandosi.

    «L’unico, vero e inimitabile!» Scherzò l’arcangelo facendo un giro su sé stesso. «Ora, col tuo permesso, vogliamo finire il tour nel parco delle meraviglie?»

    «Veramente io… » tentò di protestare Castiel, mentre Gabriel lo trascinava per un braccio.

    «Non era una domanda, fratellino. Lecca-lecca?» Domandò porgendogli una delle decine di caramelle che gli ingrossavano le tasche.

    «Eccoci arrivati!» Esclamò gettando via il dolcetto, dopo un decimo di secondo. «Proprio lì!» Indicò un punto davanti a loro.

    Si trovavano in una sorta di losca osteria di porto, affollata da individui poco raccomandabili e canaglie di ogni tipo. Una spessa coltre di fumo puzzolente oscurava la luce, ma Castiel poté distinguere benissimo due persone, un uomo e una donna, sedute ad un tavolo all’angolo.

    «Oste! Un’altra pinta di birra!» Urlò la ragazza con la grazia di un camionista ubriaco.

    «C’è veramente di che festeggiare, Eve.» Disse l’uomo. Indossava un completo scuro e accanto a lui, sul pavimento, c’era una valigetta di pelle.

    «Puoi dirlo forte Dick! Che colpo di fortuna che quel sacco di pustole di un angelo sia stato così imbecille da tenersi le anime fino a diventare una pignatta di merda esplosiva.»

    «È scoppiato come un palloncino, mi hanno detto.» Continuò Dick con tono pacato.

    La ragazza, Eve, madre di tutte le creature del Purgatorio, rise.

    «Due piccioni con una cipolla. O era un fagiolo? Beh, comunque sia, ci siamo liberati di quella sottospecie di caria marcia e tutte le anime sono ritornate da me. Quel bellimbusto con la faccia di uno che si è appena fatto una rettoscopia!»

    Dick sfoderò un sorriso a sua volta, più composto. «Alcuni angeli sono venuti a ringraziarmi, sai? Pensavano fosse merito mio e dei miei compagni Leviatani. Non ne potevano più di quel pazzo che si credeva Dio.»

    «Ha fatto la fine che si meritava.» Constatò Eve, enfatizzando la sua approvazione con un rutto sonoro.

    «Puoi ben dirlo. Questo è veramente un felice Natale.»

    «Allora, oste! Questa birra arriva o no? Sto aspettando da così tanto tempo che i peli delle ascelle mi sono cresciuti così tanto da poterci fare le treccine!»

    Quindi sarebbe stato quello il suo destino? Ripudiato da tutti? Perfino dai suoi fratelli?

    «È questo quello che rimarrà di me?» Domandò Castiel con angoscia.

    «Ehi! Non guardarmi a quel modo, eh? Gli occhi da cucciolo con me non funzionano. Se cerchi un colpevole guardati allo specchio.»

    Gabriel infilò una mano in tasca e tirò fuori uno specchietto portatile. Lo sollevò di fronte al viso di Castiel ma ciò che vide l’angelo non fu la sua faccia riflessa, bensì un capannone nella zona industriale appena fuori New York. Riconobbe il posto perché già da qualche tempo aveva programmato di attirarvi una grande massa di predicatori di una nuova religione-truffa per impartirgli la giusta lezione.

    All’interno tutto era annerito, come se ci fosse stata un’esplosione.

    Una ragazza reggeva una telecamera, puntata verso due ragazzi dal portamento fin troppo rigido, mentre dietro di loro altre due persone raccoglievano campioni di frammenti bruciati sparsi al suolo.

    «E di nuovo gli impavidi Ghostfacers indagano per voi l’impossibile.» Disse il ragazzo con gli occhiali e la barba rossiccia.

    «Il paurosamente spaventoso!» Aggiunse quello con i capelli neri e la faccia da cartone animato.

    «Mi dicono, Harry, che qui sia letteralmente esploso un angelo!» Continuò il primo in direzione del compagno.

    «Verissimo, Ed. E ti dirò di più. Grazie alle incredibili capacità investigative del nostro team siamo riusciti a identificarlo. È l’angelo Castiel. Che noi abbiamo già affrontato con coraggio e perizia.»

    «Puoi ben dirlo. Ma da cosa l’avete capito?»

    «Questo indumento era parte della sua divisa.» Rispose Harry sollevando il trenchcoat di Castiel, rovinato e annerito.

    «Ho sempre detto che quel tipo mi stava antipatico.» Disse Ed, sistemandosi gli occhiali.

    «Ehi! Che ci fate voi qui! Quest’area è chiusa al pubblico. Fuori dai piedi!» Una guardia di sicurezza si era accorta della loro presenza e agitava la torcia, cercando di individuarli.

    «Presto, scappiamo!» Urlò istericamente Ed, raccattando l’attrezzatura con gli altri e dandosela a gambe.

    «Stupidi ragazzini.» Borbottò la guardia prima di andarsene.

    Castiel fece un passo avanti, nel capannone silenzioso. C’era qualcosa per terra, qualcosa che i Ghostfacers non avrebbero potuto vedere.

    Si chinò e raccolse tra le mani quella scintilla flebile, morente. Un pezzo della sua Grazia.

    Pulsava debolmente sul palmo della sua mano, come in preda a spasmi, residui di vitalità a cui si aggrappava. Si contorse lievemente al suo tocco, quasi riconoscendolo, poi pian piano smise di muoversi e si spense per sempre.

    Quando Castiel sollevò il viso, delle lacrime rigavano il suo volto.

    «Portami a casa.»

    Gabriel lo guardò negli occhi e annuì.



    «E rimani lì finché non torno, ok? Cerca di non uccidere nessuno per due minuti!» Disse Dean a Sam, dopo averlo fermato un attimo prima che facesse una strage di bambini del coro della Parrocchia che cercavano di raccogliere offerte cantando filastrocche natalizie.

    Si allontanò dalla stanza di Sam per tornare in soggiorno, dove stava discutendo con Castiel.

    La stanza era vuota.

    “Certo,” pensò, “solo un imbecille come me poteva aspettarsi che il traditore non si dileguasse.”

    Non appena finì di formulare il pensiero Castiel riapparve, dritto di fronte a lui. Sembrava strano, scosso…
    All’improvviso lo abbracciò.

    «Ma che?» Esclamò Dean, esterrefatto.

    Castiel si sciolse dall’abbraccio, tenendo le mani sulle spalle di Dean e il viso oltre i limiti dello spazio personale.

    «Avevi ragione Dean. Ho liberato le anime, avevo sbagliato. » Ammise con vergogna. «Io… la pubblicità… il panettone…» inciampò sulle sue stesse parole, cercando quelle giuste per esprimere la sua costernazione al cacciatore.

    All’improvviso si riscosse, come se si fosse ricordato di qualcosa, ed estrasse un pacchetto dalla tasca del trenchcoat. «Ho una cosa per Sam.»

    «Che cosa?» Domandò Sam sbucando da dietro lo stipite della porta.

    «Stavi origliando?» Gli chiese Dean, fulminandolo con lo sguardo.

    «Sì.» Ammise Sam con innocenza, come se avesse appena ammesso di aver mangiato un biscotto.

    Dean aprì la bocca e la richiuse un paio di volte prima di precipitarsi verso il fratello e intercettare il pacchetto che l’angelo gli stava porgendo.

    «Aspetta! Sei impazzito?» Esclamò. «Come facciamo a sapere che non sia una bomba per liberarti finalmente di noi?» Chiese a Castiel con un’espressione sospettosa.

    Castiel si sentì ferito, ma sapeva che si meritava quella diffidenza.

    «No, Dean. È solo un regalo di Natale.» Cercò di rassicurarlo.

    «E inoltre è mio, non tuo!» Precisò Sam afferrando il pacchetto e squartandolo con la furia di Godzilla. All’improvviso una forte luce bianca scoppiò nella stanza, un lampo che si estinse in meno di un secondo.

    «Sam! Sam! Va tutto bene?» Chiese Dean, vedendo il fratello fissare il pacchetto vuoto, immobile, lo sguardo vacuo.

    Finalmente sollevò lo sguardo. Sorrise.

    «Dean.» Esclamò, contento.

    «Sam?» Replicò il fratello, non sapendo come interpretare la reazione di Sam.

    «Dean!»

    «Sam!»

    «Cas!» Esclamò a questo punto Sam rivolgendosi all’angelo.

    «Sam.» Castiel sorrise.

    Sam abbracciò Castiel, dandogli amichevoli pacche sulla schiena. «Grazie, Cas. E scusa se l’ultima volta che ci siamo visti non ti ho dato l’abbraccio che ti meritavi!»

    «È tutto ok, Sam.» Lo rassicurò l’angelo cercando di non farsi stritolare le costole del vessel.

    «Sam ha di nuovo la sua anima?» Chiese incredulo Dean, girandosi verso Castiel.

    «Sì, Dean. Per farmi perdonare. Sono diventato più buono.»

    Dean sollevò una mano chiusa a pugno, con il mignolo esteso. «Amici some prima?» Domandò all’angelo mentre una singola lacrima scintillante si affacciava dall’angolo di un occhio.

    Castiel strinse il mignolo di Dean con il suo e annuì. «Amici come prima.»

    Si abbracciarono tutti e tre, consapevoli che quello sarebbe stato il Natale più magico e allegro che avrebbero mai passato in vita loro.

    In quel mentre la porta si aprì. Bobby fece cadere a terra i sacchetti della spesa nel vedere la scena. «Balls! Ho fatto la spesa solo per tre.»

    THE END


     
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    Muahahahah chiusa benissimo questa ff, la frase di Bobby alla fine! Mitica!!!
    Ary complimenti con questa breve ff mi hai fatto sbellicare dalle risate! Ci voleva proprio!!! :D e devo dire k ti riesce molto bn il comico, spero tu scriva qualche altra operetta del genere :)
    Grazie!!!!
     
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  13. ArabellaStrange
     
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    Grazie mille!
    Magari scriverò qualcos'altro del genere solo per il fatto che scriverla è stato divertente altrettanto quanto leggerla, penso! ^^
     
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  14. sahany09
     
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    Oh mamma !!! Dick, Eve, Gabriel, i Ghostfacers, più i regulars (bros, Cass e Bobby) !!! Com'è affollata la tua ff !!!
    Comunque, decisamente deliziosa.
    Grazie di averci regalato una bella manciata di sana comicità demenziale. Ci voleva.

    CITAZIONE
    «Due piccioni con una cipolla. O era un fagiolo?

    Muhahahahaha !!!! Però la ragazza è un pò ignorantella in tema di detti popolari. Forse al Purgatorio non arrivano tutti !!!!
    In ogni caso, gran lavoro !!!
    Complimenti.

    Ti aspettiamo per qualche altra tua creazione, ma fa' pure con comodo. L'ispirazione ha bisogno di tempo.
     
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  15. ArabellaStrange
     
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    Grazie!
    Sì, volevo metterci più gente possibile! E i Ghostfacers non potevano mancare in una fanfiction demenziale!
    Ora mi sa che dovrò mettermi a studiare seriamente altrimenti gli racconto le trame degli episodi di Supernatural agli esami e non penso i professori gradiscano (chissà perché poi...), quindi suppongo che l'ispirazione dovrà aspettare un bel po' prima di ribussare alla porta di casa... lol
     
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