The Lost Name ...

Fan Fiction by O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O

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  1. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    - Titolo Fan Fiction: The Lost Name ...
    - Nome/Nick autore: O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
    - Fandom: Supernatural.
    - Timeline: non ha una timeline precisa.
    - Spoiler: nessuno spoiler sul telefilm, questa ff è non dico parallela, ma è molto lontana dallo show che noi tutti conosciamo
    - Disclaimer: Lucifero, Castiel, Uriel, Gabriel, Michael (dato che è iniziata, non è detto che non possa aggiungere altri personaggi) non mi appartengono, scrivo senza alcuno scopo di lucro e non intendo violare alcun copyright.
    - Note: questa ff è un prima persona, quindi sono io stesse che vivo tutto ciò. Spero che non sia banale, non sarà "all'altezza" delle altre, ma volevo postarla lo stesso. :unsure:

    Capitolo 1

    “Bene … Bene … Eccoci qui” dissi tra me e me mentre frenavo davanti alla stradina della casa a cui dovevo consegnare l’ultima ordinazione della serata.
    Scesi dalla moto e mi incamminai verso la porta. Arrivata davanti l’uscio della casa, suonai il citofono e sospira vedendo l’ora. Ero in ritardo. Elena mi avrebbe ammazzato se non fossi riuscita a venire in tempo.
    “E dai!” esclamai prima di suonare ancora, ma la porta di aprì e feci una risatina imbarazzata.
    “Scusi è che …” cercai di spiegare ma l’uomo, molto probabilmente appena uscito da una sbronza, in mutande e canottiera sporca, mi strappò le due scatole con le pizze e mi guardò negli occhi.
    “Tenga.” disse porgendomi dei soldi come mancia e io li accettai senza dir nulla. “Arrivederci e g …” inizia a dire prima che la porta si chiudesse e feci un sobbalzo. Sbuffai e tornai alla moto. Accesi il motore e tornai a casa di fretta e furia, anche superando e limiti e passando 2 o 3 volte con il rosso. Ma va beh.
    Arrivai a casa e misi la moto in garage, corsi in casa e la mia gattina non ebbe neanche il tempo di darmi il bentornato che scappai in bagno e mi feci una doccia veloce.
    Dato il periodo di carnevale, alcuni amici di Sarah avevano organizzato una festa in maschera con costumi tradizionali veneziani, che adoravo.
    Uscii dalla doccia e mi avvolsi nell’accappatoio. Tornai in cucina e notai Kira leccare l’acqua nella ciotola e sorrisi. Raggiunsi la camera e iniziai a vestirmi prima che il campanello suonasse.
    “E’ aperto!” gridai mentre cercavo di infilarmi il vestito e goffamente raggiunsi l’ospite, ehm pardon, le ospiti in salotto.
    Sarah ed Elena risero vedendomi in quelle condizioni ed io feci faccette.
    “Vuoi una mano Jo?” mi chiese Elena avvicinandosi a me. Io annuì sospirando e lasciai che mi aiutasse.
    Mi sistemò e poi mi guardò facendomi fare un giro su me stessa. “Stai d’incanto.” ammise Sarah sorridendomi. Ricambiai il sorriso e arrossì un po’. “Manca questa.” disse Elena mettendomi sul viso la maschera. “Ora sei perfetta.”. Io le guardai dai fori della maschera e mi misi a posto il vestito. “Voi quando vi cambiate?” chiesi andando in bagno e iniziando a truccarmi. Loro mi seguirono e si soffermarono alla porta. “Siamo già vestite. Sei tu che volevi un vestito vistoso. Sarah lei è fatta così e si è messo un vestito abbastanza come dire attraente ed io uno comodo.” rispose Elena osservandomi, presa nel truccarmi al meglio. Io annuì ridendo e finì di truccami, mi voltai e loro sorrisero. “Stasera c’è pure lui?” chiese Sarah aiutandomi a pettinarmi. “Già, spero di riconoscerlo subito. Avrà una rosa rossa in mano.” risposi pensando a come potesse essere quel ragazzo misterioso che avevo incontrato in chat.
    “E se fosse un tuffo in una pozzanghera? Se poi è come dire brutto?” domandò Sarah mentre io andavo ad infilarmi le scarpe con un po’ di fatica data la mia abitudine di indossare scarpe da ginnastica.
    “Beeeeeh … Non ci ho pensato.” ammise grattandomi la nuca imbarazzata.
    “Quando mai tu pensi.” disse Elena ridendo. Io feci l’offesa ma poi scoppiai a ridere insieme alle mie amiche. Guardai l’ora e sospirai. “Andiamo se no facciamo tardi.” dissi prendendo la pochette e aprì la porta alle due. Controllai che Kira avesse da mangiare e acqua e poi raggiunsi le due nell’auto. “Wow. Ti tratta bene Eric eh?” disse a Sarah facendo un sorrisino e mettendomi comoda sul sedile. “Ehm …” rispose lei prima di ridere e arrossire un po’ in viso.

    Dopo una mezz’oretta di viaggio arrivammo alla villa.
    “Mamma mia che casa.” esclamai scendendo dall’auto e quasi cadendo a terra come un sacco di patate.
    “Invece di parlare, cammina Jo.” disse Elena sostenendomi e ridacchiando, io le feci la linguaccia togliendomi la maschera e lei rise.
    Entrammo tutte e tre nella villa e ci guardammo intorno. Era veramente un bel posto. Salimmo le scale e ci affacciamo sulla sala principale dalla ringhiera.
    “Questa è la sala da ballo.” ci informò Sarah sorridendo.
    “Ma quanti invitati ci saranno?” chiesi preoccupata. Come farò a riconoscerlo? mi domandai poi ansiosa osservando le altre persone iniziare a popolare la stanza.
    “Ah non ne ho idea tesoro.” rispose lei alzando le spalle. Raggiungemmo la sala principale ed io andai vicino al bancone del mini bar.
    Ordinai un drink leggero e sospirai, appoggiandomi al bancone con i gomiti e guardando gli invitati chiacchierare tra loro.
    Sarah era occupata ovviamente con Eric che, anche se non mi aveva mai attratto così tanto, prima di tutto perché era il ragazzo di una mia amica e poi non era il solito ragazzo a cui puntavo, quella sera era vestito veramente bene. Sorrisi guardandoli insieme poi porsi lo sguardo su un'altra coppia: Elena e la sua nuova fiamma, cui però non mi aveva parlato molto.
    Bevvi un sorso di drink e sospirai. L’unica senza accompagnatore ero io, non potevo contare sul tizio che avevo incontrato in chat, ma dai! Sarebbe stata una follia.
    Mi sedetti su una sedia e appoggiai i gomiti sulle ginocchia continuando ad osservare le altre persone.
    Niente. Nessun ragazzo con una rosa in mano. Lo sapevo … dissi nei miei pensieri fissando la porta d’entrata.
    “Scusami per il ritardo, non ti avevo notata tra tutte queste persone.” ammise una voce da dietro le mie spalle ed io feci un sobbalzo. Sorrisi entusiasta vedendo la rosa rossa e alzi lo sguardo sul viso di lui, coperto da una maschera argentata. Mi alzai e lui fece un inchino. “Lieto di conoscerti, Jo.” disse lui porgendomi la rosa. Io la presi in mano e la annusai sorridendogli. “Piacere mio.” ricambiai il saluto facendo una lieve riverenza. Lo presi a braccetto e bevvi un sorso di drink.
    “Balliamo?” mi domandò togliendomi il bicchieri di mano e posandolo su un tavolino vicino. Io annuì e lui mi prese per mano, raggiungemmo il centro e si avvicinò a me. Mi posizionò le mani e il corpo per danzare e iniziammo a ballare guardandoci negli occhi, o per lo meno quello che la maschera poteva permettere di far vedere.
    Andavamo a ritmo di musica, un valzer per essere precisi. Mi facevo guidare da lui, data la mia poca esperienza in ogni genere di ballo.
    Ad un certo punto, lui si avvicinò alle mie labbra, coperte dalla maschera dorata, e mi fissò. Possibile che mi volesse baciare?
    Mi tolse poco la maschera, quel poco che bastava per far vedere le labbra, e, nel momento in cui volle darmi un bacio, suonò un cellulare, il suo.
    Sospirò e accettò la chiamata facendomi capire di allontanarmi un attimo. Io annuì mal volentieri e indietreggiai.
    Notando che era ancora al cellulare, decisi di andare al bancone e ordinare un altro drink. Un uomo mi stava fissando da dietro la sua maschera nera che copriva solo gli occhi. Mi voltai e il mio sguardo incontrò il suo. Occhi color ghiaccio. Rabbrividii e presi il mio bicchiere.
    “Sola?” mi chiese l’uomo girandosi verso di me con il capo e tenendo il suo bicchiere di birra in mano, con i gomiti appoggiati sul legno del bancone.
    Io scossi la testa e bevvi un sorso di drink. “Il mio “cavaliere” sta parlando al telefono.” aggiunsi sospirando.
    L’uomo non disse nulla e bevve la sua birra, si passò una mano tra i capelli e si allontanò dal bancone, tenendo lo sguardo su di me. Io divenni rossa in viso imbarazzandomi e andai a cercare il mio cavaliere.
    L’uomo restò per tutta la serata appoggiato allo stipite di una parete.
    Ormai era tardi, il mio cavaliere era dovuto andare via ed io restai sola per tutto il resto della festa.
    Salutai Elena e Sarah con i loro accompagnatori e mi incamminai verso casa, non trovando nemmeno un taxi libero.
    Mentre camminavo si ruppe un tacco ed io quasi imprecai. Mi sedetti su una panchina del parco e mi tolsi la scarpa. “Wow, tutte le cagate che ci sono in giro me le prendo io.” ammisi guardando un chuw gum attaccato alla suola e sospirai. Guardai il cielo ormai buio e buttai la scarpa a terra.
    Sentii dei rumori e mi voltai subito. “Persa?” chiese una voce familiare.
    Sobbalzi sentendo la voce e girai il capo verso la direzione da cui proveniva la voce.
    “Cosa sei? Uno stalker?” domandai io sospirando.
    L’uomo rise e mi guardò. “No, non lo sono. Guarda caso passeggiavo di qui.” ammise avvicinandosi alla panchina.
    Io inarcai un sopracciglio e alzai le spalle. Lui notò la scarpa sul marciapiede e la raccolse. “Cosa c’è? Si è rotto il tacco …” dissi io osservando l’uomo.
    Aveva dei capelli biondi che davano sul rossiccio e portati all’indietro.
    Si voltò mentre io ero ferma ad osservarlo e cercò il mio sguardo. Io mi ripresi dai miei pensieri e sorrisi imbarazzata.
    “Ti serve una mano?” mi chiese cercando di aggiustare il tacco. Io scossi la testa. “Fa nulla, casa mia è vicina.” risposi alzandomi e prendendogli di mano la scarpa. “Ci si vede in giro.” aggiunsi poi tornando a camminare sul marciapiede verso casa mia.
    Lui mi osservò da lontano. Mmmmh … Quei occhi … pensò togliendosi la maschera e passandosi una mano sui capelli.
    Nel camminare, udii dei rumori e mi guardai intorno. Non vedendo alcuna persona, tornai a camminare, ma mi fermai di nuovo sentendo ancora dei rumori, più vicini.
    Non riuscii a voltarmi che qualcuno mi bloccò da dietro e mi impedì di chiamare aiuto mettendo una mano sulla mia bocca.
    “E’ lei …?” chiese una voce dietro di me. Un uomo comparso davanti al mio sguardo annuì e mi fissò negli occhi. “Mia Regina.” disse l’uomo con gli occhi azzurri inginocchiandosi davanti a me. Io mi agitai nella presa dell’uomo e cercai di scappare con scarsi risultati. “Cosa stai …” cercai di chiedere prima che l’uomo mi spintonasse e cadesse a terra. In quel momento mi cadde la maschera dal viso e caddi a terra anche io.
    “Tu …” disse l’uomo dagli occhi azzurri con un filo di disprezzo nel tono.
    L’uomo non disse nulla e lo fece sparire, non so in che modo, prima che egli potesse attaccarlo. Sentii un urlo e poi una luce accecante. Cercai di alzarmi ma non ce la feci. L’uomo guardò pure l’altro steso a terra con una ferita sulla tempia e, prima che potesse fare qualcosa, egli sparì nel nulla.
    L’uomo si avvicinò a me e mi fece girare a faccia in su, mi tolse la maschera e rimase ad occhi spalancati. “C-Cassandra …” disse l’uomo con tono stupito e sguardo perso mentre mi accarezzava la guancia ed io mi addormentai.

    Quando aprii gli occhi ero a casa, distesa sul letto con ancora il vestito della festa.
    Mi misi seduta e notai l’uomo della festa vicino alla finestra che guardava il giardino del vicino. “Come diavolo hai fatto ad entrare in casa mia?!” chiesi alzandomi di scatto dal letto ma inciampai nel vestito. L’uomo mi fermò in tempo prima di cadere a terra e mi guardò negli occhi. “Dovresti ringraziarmi, ti ho salvato” ammise senza muovere un muscolo del viso. “Salvato?” domandai non capendo e fissando, senza rendermene conto, le labbra di lui. L’uomo annuì e mi fece sedere sul letto.
    “G- grazie, ma ora ti chiederei di andare.” dissi alzandomi goffamente e un po’ rossa in viso.
    Cassandra … si ripeté nella mente l’uomo mentre lo accompagnavo all’entrata ed io aprii la porta. Lui varcò la soglia e si voltò verso di me, mi guardò negli occhi e si avvicinò al mio viso. Prima che potessi parlare, mi stampò un bacio dolce sulle labbra, poi scese gli scalini e svanì nel buio. Io mi toccai le labbra e gustai il suo sapore. Chi era quell’uomo? Era così … misterioso.
    Chiusi la porta e mi tolsi il vestito, tornai in camera e mi buttai sul letto. Fissai il soffitto per un po’ e poi mi voltai a guardare fuori dalla finestra.
    Possibile che … pensai prima di addormentarmi. Quella notte feci un sogno, alquanto strano.

    Edited by †QueeN Of THe HeLL† - 19/8/2011, 11:23
     
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  2. S a m¸
     
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    E' un inizio a dir poco eccezionale!
    Hai uno stile stupendo, e non commetti nè errori di sintassi nè di ortografia!
    Complimenti!

    Continuala!!
     
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  3. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    CITAZIONE (S a m¸ @ 8/8/2011, 21:28) 
    E' un inizio a dir poco eccezionale!
    Hai uno stile stupendo, e non commetti nè errori di sintassi nè di ortografia!
    Complimenti!

    Continuala!!

    Grazie Sam
    C'è ne sono altri due di capitoli, e poi è ferma :( purtroppo devo vedere come continuarla D:
     
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  4. Vivaldi4love
     
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    che bellaaaaaaaaaaaa, mi piace assai!
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Bravissima Jo, continua così
     
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  6. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    Stasera o domani posterò il secondo capitolo D:

    Grazie per i complimenti :wub:
     
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  7. Vivaldi4love
     
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    io lo aspetto!!!
     
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  9. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    Va beh, posto il secondo capitolo va ^_^

    Capitolo 2

    Cassandra …


    Mi svegliai di colpo e cercai di riprendere fiato. Mi tenni una mano sul petto e mi asciugai il sudore dalla fronte.
    Cosa … cos’è stato? mi chiesi mentre scendevo dal letto. Andai in bagno e mi lavai il viso con l’acqua fredda. Feci scivolare le gocce sul mio viso, poco più pallido del solito, e sospirai lentamente. Socchiusi gli occhi e mi passai una mano sulla gola sentendo come un sospiro sul mio collo.
    Deglutii a vuoto e presi l’asciugamano. Mi palpai la pelle con esso per asciugarla guardandomi allo specchio. Lo posai sul portasciugamano vicino al lavabo.
    Uscii dal bagno e andai in cucina. Premetti il bottone della segreteria telefonica di casa e ascoltai i messaggi, mentre mi versavo una tazza di caffè tiepido.

    Bip! - Jo, sono Elena … Ieri sei scappata senza dir nulla … Ci siamo preoccupate … Spero solo che tu stia bene. – Fine Messaggio –



    Mi sedetti sul tavolo e sospirai. Guardai l’ora. Fortuna che era domenica, perché mi avrebbero licenziato dato che sarei stata in ritardo.
    Misi la tazza nel lavandino, mi feci una doccia veloce, lavata ai denti e vestita con velocità. Canottiera aderente bianca, jeans stretti scuri, ed ovviamente scarpe da ginnastica. Normale mia “divisa” della domenica.
    Presi le chiavi e uscii di casa. Con la moto, non quella di servizio ma la mia moto, andai al solito bar dove io e le mie amiche ci incontravamo.
    Entrai e subito vidi Elena e Sarah. Le raggiunsi al tavolo e mi sedetti.
    “Ehi, eravamo preoccupate Jo! Perché sei andata via?” mi chiese Sarah, mentre finiva di mandare un messaggio ad Eric.
    “Ehm … Sai … Stare da sola mentre le altre ballano con i loro ragazzi non è molto piacevole.” ammisi mentre ordinavo un caffè latte con una briosche all’albicocca.
    “Ma non c’era il tuo misterioso cavaliere? Quello con la rosa bianca?” mi domandò Elena bevendo un sorso del suo caffè.
    Io scossi il capo sospirando amareggiata. “Si, hai detto bene, c’era … Poi è dovuto andare via per non so quale motivo.” la informai alzando le spalle. “Almeno voi vi siete divertite.” aggiunsi poi sorridendo alle due. Loro ricambiarono il sorriso e facemmo colazione.

    Dopo essere state al bar, Sarah doveva andare in negozio a non so che fare cosa ed Elena aveva preso appuntamento con il suo spasimante.
    Io decisi di farmi un giro in moto con il vento tra i capelli e poi, dopo essere stata un po’ in riva spiaggia, tornai a casa.

    Arrivata a casa, buttai la giacca sul divano e mi stiracchiai, prima che il mio cellulare nella tasta destra dei jeans vibrasse.

    Stasera …. Bevuta tra amici?


    Sorrisi al messaggio e risposi affermativamente. Era da tanto che non mi vedevo con i miei vecchi amici del collage. Passai la giornata a dipingere e poi, dopo cena, raggiunsi i ragazzi al pub dettami.

    “Ehi, bella di notte!” esclamò Luke vedendomi ed io mi misi a ridere abbracciandolo.
    “Scemo! Non sei proprio cambiato eh?!” gli chiesi dandogli uno schiaffetto sulla spalla facendo il labbruccio.
    Lui rise insieme a me. Salutai gli altri e mi ritrovai a parlare della mia vita accompagnata da un boccale di birra rossa.
    “Oh, vado a prenderne un'altra.” dissi ad un certo punto pochino brilla.
    Mi avvicinai al bancone del bar e guardai il barista. “Un'altra grazie.” gli dissi prima di notare un uomo con la testa appoggiata al legno del bancone. Gli andai vicino e posai la mano sui suoi capelli. “Tutto bene?” gli domandai con voce gentile.
    L’uomo alzò la testa e con la mano finì ad accarezzargli la guancia.
    “T – tu …” dissi a voce bassa incontrando lo sguardo di lui. Glaciale. Un colpo al cuore come … non saprei descrivere. Retrassi la mano diventando un po’ rossa in viso. Lui strizzò gli occhi e si alzò goffamente. Puzzava di alcool.
    “Ma … ma sei …” cercai di dire prima che lui iniziasse a ridere senza motivo.
    “Si! Sono ubriaco! Si! Lo son …” disse prima di barcollare e tenersi la testa. Io lo presi sotto braccio e guardai il barista. “Ha già pagato?” gli domandai mentre l’uomo quasi delirava per il troppo bere.
    Il barista scosse la testa ed io presi il portafoglio, pagai per me e per lui. Andai poi dai miei amici. “Ragazzi, io devo tornare a casa, scusatemi. Grazie per la stupenda serata.” dissi a tutti, salutai loro ed uscii dal locale.
    “Dove … Dove andiamo, bella signorina?” mi chiese lui mentre tornavamo a casa a piedi. Io sospirai e aprii la porta di casa mia. Chiusi la porta alle mie spalle e portai l’uomo in bagno, lo feci sedere sul un lato della vasca e presi una bacinella.
    “Lo … lo sai che non dovresti far entrare estranei in casa tua?” disse lui alzandosi mentre io ero girata a riempire la bacinella di acqua e mi andò dietro.
    “Non dovresti fidarti delle p …” iniziò a dire prima che io gli buttassi lo straccio inzuppato di acqua sulla faccia. Lui rimase fermo e poi si tolse lo straccio dal viso. Mi guardò negli occhi tenendo le labbra socchiuse ed io sgattaiolai via.
    “Siediti, ti devo far passare la sbronza.” gli dissi cercando di non sembrare imbarazzata, ciò che invece ero.
    Lui si voltò e si risedette sulla vasca. Io presi la bacinella e gliela vuotai in faccia ridacchiando. L’uomo sputò l’acqua e si strofinò gli occhi.
    “Meglio?” domandai asciugando con una spugna l’acqua caduta a terra.
    “Un po’, grazie …” rispose lui guardando i miei movimenti. Io mi rialzai e strizzai la spugna nel lavabo. “Come mai ti sei ubriacato così?” gli domandai senza pensarci troppo mentre mi raccoglievo i capelli in una semplice coda di cavallo.
    “La mia vita … E’ capitolata prima che io potessi rimediare.” rispose l’uomo sospirando tristemente.
    Io mi voltai a guardarlo per poi prendere, dal mobiletto vicino al lavabo, la scatoletta dell’Oki. Ne presi una bustina. Gli feci cenno di seguirmi e andai in cucina.
    Presi un bicchiere e la bottiglia di acqua. Ne versai un po’ nel bicchiere e poi versai il contenuto della bustina dentro, mescolai il tutto con un cucchiaino e gli passai il bicchiere. “Ecco qua, bevilo tutto, ti farà passare il mal di testa che probabilmente hai adesso o avrai domani mattina.” lo informai mentre lui prese il bicchiere e iniziò a bere. Finito, lo appoggiò sul tavolo e tornò a guardarmi. “Grazie.” mi disse di nuovo avvicinandosi poco a me. Io indietreggiai d’istinto e bevetti un sorso dalla bottiglia presa dal frigo.
    “Hai paura anche tu di me?” mi chiese con sguardo … come descriverlo?
    Io scossi la testa. “Chi ha paura di te?” gli domandai sedendomi sul tavolo.
    “Tutti … e tutti mi odiano.” aggiunse porgendo lo sguardo sulla mia canottiera, un po’ bagnata.
    Io mi coprii come mi era possibile e mi schiarii la voce. “Cos’ hai fatto per farti odiare da tutti?” mi informai, con aria interessata.
    “Solo ciò per cui sono nato.” rispose lui avvicinandosi ancora di più a me.
    “E per cosa sei nato?” continuai a chiedere, sentendo il mio cuore accelerare il ritmo.
    “Per regnare.” rispose ancora lui, fermandosi pochi centimetri dal mio viso. Io deglutii a vuoto e fissai i suoi occhi senza dir nulla. Il mio battito accelerò ancora di più. Non riuscivo a muovermi.
    “Cassandra …” sussurrò lui prima di svenire tra le mie braccia. Io lo presi come potetti e scesi dal tavolo tenendolo vicino a me. Gli accarezzai involontariamente le labbra con un dito e poi rabbrividii sentendo il suo respiro sulla mia gola.
    Il … il sogno … mi dissi mentre lo facevo sdraiare sul divano in salotto. Misi a posto il cuscino e lo guardai. Feci per andare via ma lui mi fermò dal polso.
    “Resta qui …” disse con un filo di voce. Io mi voltai ed annuii, mi sedetti vicino a lui sul divano e gli accarezzai i capelli.
    Lo osservai dormire e mi venne spontaneo un sorriso.
    “Non mi hai mai detto come ti chiami …” ammise lui aprendo poco un occhio e mi beccandomi a sorridere.
    Io scossi la testa e ridacchiai. “Jo …” risposi mentre lui si mise seduto vicino a me e guardò miei allineamenti del viso.
    Non feci in tempo per chiedere il suo che parlò.
    “Lucifero …” mi sussurrò all’orecchio sfiorandomi il viso con una mano.
    “Che … che nome particolare.” notai respirando profondamente e cercando di sostenere il suo sguardo.
    “Già …” disse semplicemente lui poggiando poco le sue labbra sulla mia guancia.
    “C – cosa vuoi fare?” gli domandai guardando le sue labbra sulla mia pelle.
    “Nulla … Ho sempre adorato baciarti la pelle …” ammise lui scendendo a baciarmi sul collo. Io non sapevo cosa fare. Deglutii a vuoto e mi scostai poco da lui.
    “Perché parli come se ci, ci conoscessimo?” domandai, porgendo lo sguardo sugli occhi di lui, che mi sembravano spenti.
    “Perché noi due ci conosciamo da sempre … Cassandra.” rispose lui passando una mano sulla mia gola. Io feci un piccolo gemito, ma mi alzai di colpo.
    “Perché mi chiami Cassandra?” domandai ancora, appoggiandomi al muro e guardandolo.
    “Perché è il tuo nome.” rispose alzandosi e andandomi davanti. Appoggiò i palmi delle mani sul muro e tese le braccia. Mi guardò negli occhi.
    “Cassandra …” ripeté prima di cercare di baciarmi, io mi scostai ma lui insisteva.

    “Basta, basta, basta, basta, BASTA!”.
    Buio. Mi guardai intorno. Mi misi una mano sulla fronte e cercai di riprendere il respiro. Ero sudata marcia.
    “E’, è stato solo un sogno.” mi dissi sospirando di sollievo. Mi alzai e andai in bagno.
    Guardai nello specchio il mio riflesso e mi sciacquai il viso. Decisi di farmi un bagno, aprii l’acqua della vasca, mi svestii e mi immersi dentro. Mi rilassai così tanto che … che mi addormentai.

    Intanto due ombre si nascosero dietro ai cespugli.
    “Come facciamo?” chiese una voce sospirando nervoso.
    “Non lo so … Lui la protegge, sarebbe avventato fare qualcosa ora.” ammise un altro. Il primo sospirò di nuovo e si grattò la nuca.
    “Eppure dobbiamo farlo. Lei è importante per il Nostro Re e lo sai. Prima riusciamo a prenderla meglio sarà per Noi.” aggiunse la seconda voce incrociando le braccia sul petto. Il primo annuì. “Lo so Castiel, ma … come? Come facciamo a prenderla? E’ questo il dilemma.” chiese ancora la prima voce.
    “Un modo lo troveremo.” lo rassicurò Castiel guardandolo. “Stai tranquillo Gabriel. Quando capirà ciò che è lei, verrà da noi.”.
    Gabriel annuì ancora e poi porse lo sguardo sulla finestra del bagno di Jo.

    Ero troppo addormentata per alzarmi dall’acqua, ma qualcuno mi salvò appena in tempo. Sentii il pavimento gelido sotto la mia schiena e due mani che facevamo pressione sul mio petto. Mi svegliai sputando acqua e tossì. Mi tenni la gola e guardai il mio salvatore.
    “Tu .. come, come hai fatto a …” cominciai a chiedere, ma lui mi interruppe. “Non dovresti addormentarti mentre sei nella vasca.” ammise prendendo un accappatoio e avvolgendomi in esso. Mi prese imbraccio prima che io potessi chiedere spiegazioni e mi portò in camera da letto. Mi sdraiò e si sedette sul letto.
    “Hai degli incubi? Per questo non dormi?” mi chiese guardandomi negli occhi.
    Io annuii e sospirai. “In, in questi incubi ci sei tu.” aggiunsi abbassando lo sguardo.
    “Questo vuol dire che …” iniziò a dire lui prima che una luce accecante pervadesse la stanza. Lui sbarrò gli occhi.
    “Forza vieni!” esclamò prendendomi per mano. Lui corse fuori trascinandomi con sé, riuscii a prendere in tempo la borsa e la giacca.
    “Dove …” inizia a chiedere prima che lui mi facesse sedere sulla mia moto, prese le chiavi e accese il motore. “Stringiti a me.” mi disse solamente, io feci quello detto da lui e socchiusi gli occhi. Sentivo l’aria entrare nelle ossa e accarezzarmi i capelli.
    Ma chi diavolo era quell’uomo? E cos’era stata quella luce? E gli incubi? E quel nome?
    Non ci stavo capendo più nulla.
     
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  10. elly82
     
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    Brava Queen of the Hell. Le tue FF mi piacciono molto, si vede che sei un'amante dei demoni (FF su Lucifero, Morte....). ;) Hai grande immaginazione e un modo di scrivere davvero lodevole; spetta veramente a te il titolo che ti sei data come NickName.... Forza Regina del'Inferno aspetto il continuo! Sei bravissima!

    Edited by elly82 - 10/8/2011, 12:28
     
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  11. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    CITAZIONE (elly82 @ 10/8/2011, 12:20) 
    Brava Queen of the Hell. Le tue FF mi piacciono molto, si vede che sei un'amante dei demoni (FF su Lucifero, Morte....). Hai grande immaginazione e un modo di scrivere davvero lodevole. Forza Regina del'Inferno aspetto il continuo! Sei bravissima!

    Grazie Elly eeeeh ormai non faccio altro che fare ( purtroppo ) ff su di loro :unsure:
    Il continuo ci sarà, anche se poco purtroppo :(

    Elly, sono sempre Crazy Trickster, solamente ho cambiato nome, se ti interessa ho postato un capitolo della mia prima ff, Don't Play With Fire, se vuoi facci un salto ^_^
     
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  12. elly82
     
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    CITAZIONE
    Elly, sono sempre Crazy Trickster, solamente ho cambiato nome, se ti interessa ho postato un capitolo della mia prima ff, Don't Play With Fire, se vuoi facci un salto

    Tranquilla ne sono al corrente e ho letto solo che non ho commentato. Ti ammiro in tutt le tue opere.
     
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  13. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    CITAZIONE (elly82 @ 10/8/2011, 12:29) 
    CITAZIONE
    Elly, sono sempre Crazy Trickster, solamente ho cambiato nome, se ti interessa ho postato un capitolo della mia prima ff, Don't Play With Fire, se vuoi facci un salto

    Tranquilla ne sono al corrente e ho letto solo che non ho commentato. Ti ammiro in tutt le tue opere.

    Oh non sapevo, pardon :rolleyes: grazie ancora per seguirmi :wub:
     
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  14. elly82
     
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    Figurati, è un piacere. Fai storie scritte così bene e così belle.... :D
     
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  15. O.o°†QueeN Of THe HeLL†°o.O
     
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    CITAZIONE
    Inviato il: 10/8/2011, 20:00

    Figurati, è un piacere. Fai storie scritte così bene e così belle....

     
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53 replies since 8/8/2011, 20:18   447 views
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