L'ultimo capitolo

episodio conclusivo della trilogia del Portale

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  1. bloodyjane
     
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    Che dire? Tutti questi salti indietro nel tempo mi scombussolano un pò, però mi piacciono molto, è un "dietro le quinte" molto interessante. Povero Dean, ma perché gli devono capitare tutte a lui :cry: :cry: ? Scrittura fantastica, come sempre, complimenti!
     
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  2. sahany09
     
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    Grazie a tutte per i vostri commenti, e per avermi implicitamente detto qualcosa di importante che avevo già accennato sulle pagine del topic dei Custodi, ma che, forse, farei bene a mettere anche qui.

    In parole semplici - si fa per dire - in questa fiction confluiranno due storie: il seguito dei Custodi, e una specie di prequel, nel quale racconto cos'è avvenuto in Italia dopo gli eventi che ho narrato nel Portale. Vi ricordate di Bartolomeo Visconti (il fantasma), detto Tolomeo, e del suo amico Paolo Confalonieri? Risentirete parlare di loro e di Veritas. Ed ecco la spiegazione dei salti temporali che caratterizzeranno questa mia storia. Naturalmente, come ho accennato a Vivaldi, tutto questo ha un senso, un preciso scopo e rientra in qualche modo nella trama.

    Per il resto, passo ai dettagli:

    @Vivaldi4love:
    CITAZIONE
    Non far caso al mio commento su Cas è che all'improvviso mi sta calando proprio Misha... è una fase così...

    Oh, non ti preoccupare! Ti capisco, sai? Anch'io ci sono rimasta male per il suo atteggiamento e, di conseguenza, mi sono divertita ad accentuarlo maggiormente. Ih ih!!!


    @Gabrielle Winchester:
    grazie, cara !!!!! Spero di riuscire a mantenere vivo il tuo interesse.

    @Luisa87:
    CITAZIONE
    Mia cara Sahany, mi piacerebbe moltissimo poter leggere adesso la tua meraviglia ma non faccio in tempo e come sono tornata a casa devo già andare ma ti prometto che stasera sicuramente dopo le nove passo a leggere la nuova puntata e anche a commentare.....
    A stasera!!!

    Mia cara Luisa, il guaio della vita moderna è che si deve sempre correre, porca paletta!!! Ma stai pure tranquilla e leggi la fiction quando puoi. Capisco.


    @Bloodyjane:
    Già! Povero Dean ! L' hai trovato un pò depresso, vero? Eh si. Gliene sono successe troppe e anche lui, pur essendo forte, sta cominciando a crollare. Ma niente paura. Adesso c'è un caso che lo aspetta e si riprenderà, almeno un pochino.


    Beh, ragazze, per ora è tutto. Vi aspetto per la prossima, succulenta puntata.
    A presto. :) :)
     
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  3. Vivaldi4love
     
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    Vai Paola :D ;)
     
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  4. luisa87
     
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    Ciao Sahany, come stai? Ho letto il capitolo e lo rovato come sempre beliissimo... non ci sono parole pe rdecscriverlo. Come sempre sempre hai costruito nel racconto una scrittura coinvolgente e tanti misteri.....
    Alla prossima mia cara, ciau!
     
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  5. sahany09
     
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    Ciao Luisa, sto abbastanza bene. Un pò stanca per dover seguire varie cose, ma nel complesso, va tutto bene. Grazie per il tuo apprezzamento. Da parte mia cercherò sempre di catturarti/vi con la mia storia aspettando e leggendo la tua fiction, e le altre, che sono deliziose.
    Che brave siete tutte quante!!!
    A presto, carissima.
     
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  6. sahany09
     
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    Ecco la puntata.


    - Castiel capta uno strano messaggio che gli arriva non sa da dove e di cui capisce poco o niente.

    - si sa qualcosa di più sui due personaggi rinascimentali;

    - Bobby e i bros cominciano a indagare sul suicidio della donna.





    L'ULTIMO CAPITOLO



    2) PAROLE CHE VENGONO DA LONTANO



    Sulla spiaggia, 50 d.C.

    L'uomo continuò a camminare fino a quando il Sole restò alto e la stanchezza non lo sopraffece, senza avere un'idea precisa di dove fosse e dove stesse andando, ma non gli importava.
    Non aveva meta.
    Avvistato un altro scoglio, lo raggiunse, ci si sedette ed estrasse dalla sacca il dono del pescatore. Erano tre pesci, tra cui due seppie. Come aveva fatto quell'uomo ad indovinare che gli piacevano? E sapeva che, oltre ad essere buone, erano anche utili? Probabilmente no, ma gliele aveva regalate e lui ne avrebbe fatto buon uso. Si guardò intorno per cercare ramoscelli da ardere con cui allestire un falò e cuocere il cibo. Li trovò, li ammucchiò in un punto riparato dell'insenatura e produsse il fuoco con due pietre, ma prima di cuocere i pesci, con un coltellino rudimentale praticò un'incisione alle seppie per far uscire il liquido nero che raccolse in una coppetta di legno custodita nella sua sacca.



    Paradiso

    Improvvise e acute fitte alle tempie costrinsero Castiel a fermarsi e a sedersi su una panchina.
    Un istante dopo, alla sua mente arrivarono alcune parole che parevano provenire da distanze siderali, a singole lettere come se la trasmissione fosse difettosa o disturbata da una forte interferenza. E come arrivarono, uscirono dal suo cervello con altrettanta velocità, lasciando lui svuotato e perplesso in mezzo alla via, mentre vedeva, all'orizzonte, da tutti i lati, avanzare la Notte Nera che cancellava lentamente altre zone del suo regno.
    Di quelle parole, erano rimaste solo "Padre" e "risposto".






    Cesena, 1575

    Il giovane sentì il cuore perdere un colpo e abbassò maggiormente il cappuccio, convinto di aver spaventato la ragazza che gli era davanti.
    "Sono...così sgradevole?" chiese, timido.
    "Il contrario. - rispose la ragazza - E' raro vedere un uomo bello come lo siete voi. Ma vi prego! Entrate. E aiutatemi con lui" finì indicando il vecchio, che si lamentava fra le sue braccia.
    Il ragazzo si adoperò subito per aiutare la giovane donna a trasportare l'uomo nel primo giaciglio disponibile a breve raggio.
    All'ingresso, piccolo e spoglio, con le pareti chiare ma sporche e scrostate, c'erano due porte agli estremi del vano interrotto da una scala che portava al piano di sopra, e una di queste era semi aperta. Con una mano, il giovane spinse la porta e, assieme alla ragazza, trascinarono il vecchio fino ad una branda di legno dove lo fecero stendere. La stanza in cui si vedeva il giaciglio non era molto più grande dell'ingresso e, oltre alla branda, conteneva un tavolo tagliato alla bell'e meglio, con due sedie sgangherate. L'insufficiente illuminazione era elargita da un paio di candele infilate in due bicchieri di metallo.
    L'uomo guardava, atterrito, il giovane che non capiva cosa lo avesse spaventato in quel modo.
    "E' tornato! - balbettò il poveretto - Sapevo che prima o poi sarebbe successo! Ed ora consumerà la sua vendetta!".
    Il giovane era sempre più stupito.
    "Non badategli! - lo rassicurò la ragazza - Vaneggia! E' l'età".
    "Ma chi dovrebbe essere tornato?" domandò il ragazzo.
    "Oh, - fece la giovane donna, mostrando quasi fastidio - è una vecchia storia. Se la ricorda solo lui. E si ricorda solo quella" e mentre parlava, si mosse nella stanza alla ricerca di qualcosa da bere. Trovò un fiasco di vino, riempì una mezza coppa e la portò al vecchio invitandolo a bere.
    Nell'ingresso si udì una forte voce femminile che chiamava un nome femminile: Erminia.
    La ragazza uscì nell'ingresso e rispose a quella voce, assicurando che sarebbe tornata di lì a pochi minuti.
    "Vi chiamate Erminia per caso?" chiese il ragazzo.
    "Si. - rispose lei, con schietta semplicità - E voi?".
    "Fino ad ora sono sempre stato chiamato col nome di Bernardo" rispose gentile il giovane.
    I due rimasero nella stanza finché l'anziano non parve tranquillizzarsi, grazie anche alle parole di conforto pronunciate da Erminia con il tono di una persona avvezza a trattare con gli esseri umani bisognosi di aiuto.
    Attesero che il vecchio si assopisse, dopodiché lasciarono la stanza e si trasferirono nell'appartamento adiacente in cui, forse, abitava Erminia.
    E quando entrarono, si ripeté la scena.
    Alla luce più intensa di un paio di grosse torce infilate in robuste staffe di ferro brunito fissate ai muri, una donna, anch'ella non più giovanissima, avvolta in uno scialle marrone che copriva per metà una figura massiccia, mal celata dalla larga veste bordeaux, rivolse al nuovo venuto uno sguardo di grande meraviglia.
    "Mio Dio! - esclamò sussurrando - E' lui!".
    Erminia tirò giù il cappuccio che copriva la testa del giovane e lo scrutò con attenzione.
    Era veramente bello: alto, capelli biondo scuro e due luminosi e grandi occhi azzurri che davano luce ad un viso dai lineamenti regolari e delicati, ma non effeminati . Il mantello, e i comodi indumenti che indossava sotto, nascondevano il fisico, ma per Erminia non fu difficile immaginare che fosse slanciato e sodo.
    "Siete venuto per i fogli, vero?" chiese la ragazza.




    Lawrence, settembre 2012


    "Risparmiate il vostro tempo. - li liquidò un tipo sui cinquant'anni, grosso, mezzo pelato e piuttosto scorbutico, abitante forse nelle immediate vicinanze della casa dove si era consumata la tragedia - I Federali sono già venuti e non hanno trovato nulla".
    Indossata l'uniforme da lavoro, e raggiunto il luogo sul pickup di Bobby invece che sull'Impala, Bobby, Dean e Sam restarono, avviliti e pensierosi, davanti alla porta della villetta abitata dalla fu Margareth Apcombe.
    "Perché, una persona come Margareth, ha deciso di uccidersi senza motivo?" borbottò Bobby replicando al tizio burbero.
    "Sentita mai nominare la depressione?" ribatté questo allontanandosi dalla casa.
    "Certo che l'abbiamo sentita nominare! - gli strillò dietro il cacciatore - Non siamo ignoranti! Ma come scusa non basta! Mi meraviglio che i Federali si siano accontentati di questa tesi!".
    "Io no" bofonchiò Dean, sarcastico.
    Udirono una voce alle spalle e si girarono.
    Una donna, sulla quarantina, vestita a lutto, era dietro di loro.
    "Lasciatelo perdere. - consigliò con aria rassegnata - Per principio, odia le Forze dell'Ordine".
    "Guai con la legge?" suppose e chiese Bobby.
    "No. - rispose la donna - Mentalità".
    Bobby annuì.
    "Lei conosceva la signora Apcombe?" domandò Sam.
    "Ci vedevamo in chiesa" rispose la donna, tristemente.
    "In questi ultimi tempi ha manifestato intenzioni suicide?" proseguì Bobby.
    "No. - rispose la donna - Ma era turbata. E poi l' ho vista con un libro di medicina".
    "Un libro di medicina?" ripeté Bobby, sorpreso.
    "Si. - confermò la donna - Un testo di neurologia".
    "Non ci trovo niente di strano nel voler leggere un testo di medicina. - commentò Sam - Forse era interessata alla materia".
    "Margareth non aveva una grande istruzione. - fece presente la donna - Quei testi sono difficili da comprendere".
    "Può essere andata da qualcuno per farselo spiegare" osservò Sam.
    Videro la donna impallidire e portarsi una mano alla fronte. Bobby fu rapido ad afferrarla per le spalle e chiederle se si sentisse bene.
    "Si. - lo tranquillizzò lei, mostrando di riprendersi subito - E' che mi è venuto un sospetto terribile e spero non sia quello che sto pensando".
    "E cioè?" la incitò Dean.
    "Che stesse male. - continuò la donna - Che avesse qualche brutta malattia al cervello".
    "Pensa che questo potrebbe essere stato un motivo per desiderare di morire?" domandò Bobby.
    "Margareth non ha avuto una vita facile. - rivelò la donna - E' passata per un grave tracollo economico e lutti in famiglia. Forse, un altro al posto suo, l'avrebbe fatta finita prima, ma lei ha resistito grazie ad una grande fede che io le ho sempre invidiato. Però, se avesse scoperto che era malata, potrebbe essere stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso stracolmo di angosce ".
    "E' un buon indizio da cui partire per cercare la spiegazione del suo atto" sentenziò Sam.
    "Viveva sola?" chiese Bobby.
    "Ultimamente si. - rispose la donna - Ma noi della comunità, a turno, passavamo da lei a farle visita per tenerle compagnia. Qualcuno si era anche offerto di andare a vivere con lei, oppure ospitarla a casa, ma lei non ha mai voluto. Diceva che comunque stava bene da sola perché, secondo lei, in fondo, non era mai sola. Ha sempre creduto che Dio, o qualche angelo, le fosse vicino".
    "Non fra quelli che conosciamo noi" bofonchiò Dean a mezza voce.
    "Ma anche voi siete federali?" chiese la donna.
    Bobby e Dean mostrarono i distintivi.
    ""Dipartimento misteri" dichiarò Dean, con aria ironica e spavalda.
    La donna sorrise e si presentò col nome di Molly Swanson.
    "Dovremmo entrare per dare un'occhiata" fece notare Bobby.
    La porta aveva i sigilli. Sam si allontanò ed effettuò un giro intorno alla casa, scoprendo una finestra semi aperta nel retro. Tornò all'ingresso informando Bobby e Dean.
    Molly rassicurò i tre che avrebbe atteso il giusto tempo per consentir loro di entrare nell'abitazione.
    Per agire con maggior tranquillità, Bobby rimase a parlare con Molly, mentre Sam e Dean violarono l'interno della casa entrando dalla finestra aperta.
    E non la trovarono disabitata.



    Non perdete la prossima puntata che comincerà con una sorpresa.
    Adesso vado a dormire.
    A presto. :) :)
     
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  7. {William Angelus Halliwell}
     
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    E non la trovarono disabitata?
    Sahany che bella storia! Mi piace sempre di più, credo che potresti realizzare un libro sulla trilogia di queste tue storie. Mi lasci immaginare la situazione e allo stesso tempo sei chiara, descrivi al meglio ogni atto e fatto. Ora sono tornato e riabituati ai miei commenti ;) A presto.
    con la nave dovrei recuperare, sono rimasto troppo indietro :(
     
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  8. John7776
     
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    wow bellissimi i capitoli ;) paolo come te lo devo dire sembri james rollins come scrivi....queste digressioni sul passato le usa anche lui costruisce come te le storie in diverse epoche parallelamente per poi risolversi insieme con il finale geniale...
     
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  9. sahany09
     
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    Oh che bello !!! Sono tornati i miei lettori maschietti!! John e William.
    Manca Darsen ma temo che sia finito in un'altra dimensione (quella dello studio matto e disperato. Vedere Leopardi).
    Grazie ragazzi !!!

    @William:
    ma scherzi? I tuoi commenti mi sono mancati moltissimo, quindi riabituarmici sarà un piacere. Idem per quelli di John.
    Eh si. Nella casa di Margareth c'è qualcuno che conosciamo e si vedrà nella prossima puntata che, penso, vi piacerà moltissimo e arriverà fra breve.
    Quanto a La nave, fai pure con comodo.
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    @John7776:
    Grazie caro. Infatti mi piace molto mischiare passato e presente.
    Avevo avvertito, all'inizio, che questo 3o episodio vi avrebbe riportato un pò alle atmosfere del Portale con passaggi fra un'epoca e l'altra e così sarà, almeno per metà della storia.

    A presto, con la prossima puntata.
     
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  10. Vivaldi4love
     
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    molto bello e ottimamente "girato".
    Mi incuriosisce Bernardo.
    Staremo a vedere.
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Sahany sei semplicemente geniale :wub:.. Una bella storia appassionante che si sposta da un epoca all'altra con grande maestria...Ti faccio ancora i miei complimenti
     
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  12. sahany09
     
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    Grazie, mie carissime amiche !!!!
    La prossima puntata è imminente.
    Devo solo aggiustare qualche tiro e, in serata, arriverà, so, stay tuned !!!
    :) :)
     
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  13. bloodyjane
     
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    Ok, in ritardo come al solito ma ci sono... ti ho già detto che adoro le tue "incursioni" nel passato? Sì, credo di sì, comunque: il nome Bernardo mi ricorda qualcosa, o ricordo male io :hum: , e poi chi ci sarà mai nella casa di Margareth? Ancora complimenti
     
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  14. sahany09
     
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    CITAZIONE
    il nome Bernardo mi ricorda qualcosa

    Cosa, Bloody?
    Nelle mie fiction questo nome non è ancora apparso.
    Se pensi a Bernardo di Chiaravalle , egli è un personaggio storico, vissuto però nell'Alto medioevo e, se non dico una cavolata, dovrebbe essere il fondatore, o almeno un pilastro dei Templari.
    Ma il mio Bernardo non è decisamente lui, essendo la fiction ambientata nel Rinascimento.
    Ma sono curiosa di sapere cosa ti ricorda.

    Chi c'è nella casa di Margareth? :hum:
    Lo saprai fra non molto.
    Vado ad aggiustare i tiri.
    Torno fra un pochino.
     
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  15. sahany09
     
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    :ph34r: :ph34r: :ph34r:

    Ed ora scoprirete chi c'è nella casa di Margareth !!!


    Puntata non lunghissima, ma interessante, almeno presumo.


    - per ora, lasciamo angeli e demoni vari a lambiccarsi il cervello per tentare di capire cosa stia rosicchiando i loro rispettivi territori.

    - un'altra piccola scoperta per Bernardo...

    - e un ospite autoinvitatosi nella casa della povera signora Apcombe.




    L'ULTIMO CAPITOLO


    2) PAROLE CHE VENGONO DA LONTANO







    Cesena, 1575

    Lo stupore di Bernardo aumentava ogni secondo.
    Sembrava che quelle tre persone, l'anziano e le due donne, sapessero molto di lui, mentre lui, di se stesso conosceva a malapena il suo nome.
    Ma quando la ragazza aveva menzionato i fogli, sapeva di cosa stesse parlando.
    Conosceva la loro esistenza da almeno cinque anni.
    Lassù, nella quiete del monastero benedettino sul colle in fondo alla città, dove aveva trascorso la sua vita fino a qualche giorno addietro, aveva sentito parlare di quei fogli sui quali qualcuno, molti anni prima, aveva scritto un testo pericoloso che aveva condotto un uomo sul rogo. E dopo svariato tempo passato sui libri di filosofia, teologia, storia, lingue e altre materie, l'abate del monastero lo aveva pregato di andare a cercare quei fogli e distruggerli per evitarne la diffusione. Lui era sceso a valle e si era recato presso l'Antica Biblioteca di Cesena dove aveva ricevuto informazioni sul presunto luogo in cui quei fogli avrebbero potuto essere trovati ma, a differenza di ciò che gli era stato raccomandato all'abbazia, il titolare della biblioteca gli aveva consigliato di portarli lì, garantendogli che in quel luogo quei fogli avrebbero avuto il destino che si meritavano.
    Con affabilità, Erminia lo invitò ad entrare in casa, lo accompagnò al tavolo che occupava il centro della piccola camera e gli offrì da bere, sedendosi poi anche lei, vicino alla donna.
    Il ragazzo percorse con lo sguardo una panoramica rapida dell'ambiente. Non era molto ampio e l'arredamento era ridotto al necessario costituito dalla tavola alla quale erano seduti, quattro sedie ed una credenza a sinistra del camino che forniva luce e calore.
    "Dunque, voi avete quei fogli?" chiese Bernardo, prendendo coraggio per iniziare una conversazione.
    "Si, - rispose Erminia - se sono quelli che cercate".
    "Come mai siete sicura che io sia qui per quelli?" chiese Bernardo.
    "Perché in città siete l'unica persona che può essere interessata" rispose Erminia, decisa.
    Bernardo continuava a guardare la giovane donna e a non capire, non conoscendo affatto il retroscena.
    "Posso vederli?" domandò al termine di una breve pausa di silenzio.
    Erminia e la donna si alzarono e invitarono Bernardo a seguirle.
    Si trasferirono nella stanza adiacente, che doveva essere quella da letto essendoci al centro, accostate alla parete, due brande con materassi e coperte. Sul pavimento era steso un largo tappeto su cui era riprodotto, a colori tenui, un paesaggio collinare. Erminia spostò la branda più vicina alla finestra e scostò il tappeto fino a scoprire una botola. La aprì e si calò per prima per una scala a pioli stretti che terminava in un altro vano. La donna fece cenno a Bernardo di scendere e lui, con cautela, scese la scaletta. In fondo, il vano era ampio, forse più dell'intero appartamento, arredato con sole due grosse cassapanche. Bernardo immaginò che i fogli potessero essere stati custoditi là dentro, ma di lì a pochi minuti avrebbe scoperto che si stava sbagliando.
    Cominciò anche a nascergli il sospetto di una vaga presa in giro da parte delle due donne, ma più tardi, scoprì che si era sbagliato anche in quel caso.
    In compenso, notò un dettaglio singolare. Il pavimento e metà delle pareti erano rivestiti in doghe di legno. Niente di strano: anche alcune stanze del monastero erano rivestite in legno.
    In fondo alla stanza, a destra, c'era una porta ed Erminia ci si diresse, la aprì, entrò e ne uscì con un pesante oggetto incorniciato che depose sul pavimento appoggiandolo ad una parete.
    A quel punto, Bernardo fece la sua prima grande scoperta.
    Quell'oggetto era uno specchio.
    Non che il ragazzo non sapesse cosa fosse uno specchio, ma al monastero gli era stato insegnato di non dare alcuna importanza all'aspetto fisico, prediligendo invece quello morale e spirituale che andava curato con studio, meditazione e preghiera.
    Erminia trascinò Bernardo davanti allo specchio e il giovane rimase meravigliato.
    Tutta la modestia e l'umiltà, che aveva assorbito al convento, non bastarono a tentare di negare che l'immagine riflessa nell'oggetto fosse decisamente piacevole.
    Ma le scoperte non erano finite.






    Lawrence, 2012

    Al tavolo di legno scuro e lucido, posto a destra del salotto a "L", coperto con una tovaglia bianca lavorata all'uncinetto, sedeva davanti ad un vassoio d'argento con sopra una caffettiera anch'essa d'argento e accanto un altro piccolo vassoio pieno di pasticcini, una loro vecchia - nel senso letterale del termine - conoscenza.
    "Avremmo dovuto immaginarlo, Dean!" fece Sam.
    "Già. - convenne il fratello con ironia - Chi avremmo potuto trovare a casa di un fresco suicida?".
    "Buon giorno, ragazzi. - li salutò l'uomo, con la sua consueta voce garbata, addentando un pasticcino - Vieni, Dean. Accòmodati e sèrviti. So che ti piacciono e mi pare che ne abbia bisogno. Ti vedo pallido e sciupato".
    "Ha parlato l'omino di Michelin!" lo sfotté Dean avvicinandosi .
    "Devo essere credibile. - rispose l'uomo - Ciò che rappresento è ciò che voi sarete una volta lasciata questa Terra".
    "Intanto però t'ingozzi senza metter su un grammo" osservò Dean.
    "Costituzione" replicò Morte senza battere ciglio, come al suo solito, prendendo un altro dolcetto.
    "Che ci fai qui, Morte?" chiese Sam.
    "Indovina! - rispose il cavaliere - Ho appena finito un lavoro ed ora faccio colazione. Prego. Servitevi".
    Dean non se lo fece ripetere due volte e si sedette al tavolo, tuffandosi in un bignè.
    "Sai com'è andata?" chiese Sam.
    "La povera Margareth cercava la risposta ad un suo dubbio" rispose Morte, tranquillo.
    "Vuoi dire che la donna si è ammazzata per ..."fece Dean
    "....vedere se oltre la vita terrena c'è davvero un'altra vita" finì Morte.
    Dean si batté una mano sulla fronte.
    Ironia della sorte e della vita: lui e Sam avrebbero volentieri evitato di vivere quell'esperienza e invece ad entrambi era toccato passarci in modalità oltre tutto traumatica.
    "Dov'è successo?" chiese Sam.
    "Nello sgabuzzino. - rispose Morte - L'unico posto della casa dove c'è una trave a cui appendersi".
    "Avrebbe potuto scegliere una morte più soft. - commentò Dean - Barbiturici....taglio delle vene dentro la vasca da bagno, come fanno molti. ".
    "Aveva fretta di vedere i risultati dell'esperimento" concluse Morte, serafico.
    "Oppure ha avuto paura di avere tempo sufficiente per potersi pentire del suo atto" ipotizzò Sam.
    "Fine deduzione" convenne Morte.
    "Ma come le è venuta quest'idea?" chiese Sam.
    "Ha captato parole" rispose il cavaliere.
    "Parole?" ripeté Dean, sorpreso.
    "Parole che venivano da lontano" giocò a fare il misterioso, Morte.
    "L'autore?" chiese Dean.
    "Sconosciuto. - rispose il cavaliere - Ma potrebbe essere qualcuno vissuto molto tempo fa".
    "Parole dal tempo?" esclamò Sam.
    "Andiamo, Morte! - si spazientì Dean - Ci stai prendendo in giro! Tu lo sai benissimo chi è. Hai detto che sei più vecchio di Dio. Se queste parole vengono dal tempo, sai chi le ha mandate".
    "Se te lo rivelassi - rispose Morte, gelido - probabilmente ti uccideresti anche tu. E io non voglio. Non ti voglio ancora nel mio regno. Sei giovane. Siete giovani tutti e due. Troppo giovani per passare dall'altra parte, sebbene lo abbiate già fatto più di una volta. Voglio che restiate ancora in questo mondo e che continuiate la vostra indagine sulle anime.. e sulle menti degli uomini. Troverete la risposta. Ma fatelo abbastanza in fretta. Potreste non avere tempo sufficiente per vedere gli esiti. Finite pure i pasticcini e il caffè".
    "Aspetta! - lo bloccò Sam - Se affermi che queste parole possano indurre a togliersi la vita, quando le scopriremo, e scopriremo chi le invia, potremmo anche noi correre il rischio di volerci suicidare! L' hai appena detto".
    "Quando ci arriverete, troverò il modo di fermarvi" li rassicurò il cavaliere.
    E sparì.
    Gli sguardi dei due fratelli s'incrociarono.
    Cosa aveva voluto dire loro?
    Poi, Dean fece un paio di passi indietro.
    "Sam, - interpellò suo fratello - sono veramente pallido e sciupato?".
    Sam lo scrutò.
    "Sei pallido perché hai la pelle chiara" tentò una spiegazione plausibile e tranquillizzante Sam.
    "Sciupato?" insistette Dean.
    "Dean, - fece Sam, avvilito - ti ho sotto gli occhi tutto il giorno e tutti i giorni. Francamente non riscontro differenze. Però, forse, ti vedo un pò stanco, questo si".
    Negli ultimi mesi, per Dean, farsi una notte intera di sonno era diventato un lusso.
    Gli incubi di Sam si ripercuotevano sui suoi che, pur essendosi diradati, non erano mai svaniti del tutto.
    "Coraggio, fratellino. - incitò Dean, battendogli una mano sulla spalla - Continuiamo la nostra indagine sulle anime".
    "E sulle menti" aggiunse Sam, che un secondo dopo si bloccò, fulminato da un pensiero.
    Dietro alla tavola, in fondo alla stanza, una parete era quasi interamente coperta da una grossa libreria. Winchester Jr. si precipitò ad essa trascinando Dean.
    "Sammy, ... - miagolò Dean dovendo abbandonare un altro pasticcino - che...."
    "Dean! - fece Sam, solenne, davanti alla libreria - Le menti!".
    "E allora?..... - lo apostrofò Dean, bloccandosi subito dopo anche lui, folgorato da un'intuizione - Il libro di neurologia!".
    Cominciarono a passare in rassegna tutti i volumi, disposti in ordine di argomenti, sugli scaffali. Molti trattavano tematiche religiose, altri parlavano di come funzionava il cervello umano.


    Alla prossima.
     
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