L'ultimo capitolo

episodio conclusivo della trilogia del Portale

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  1. sahany09
     
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    Titolo: L'ULTIMO CAPITOLO
    Autore: SAHANY09
    Fandom: SPN
    Timeline: seconda metà del 2012
    Spoilers: 6a stagione.

    Personaggi sicuramente presenti in questa fiction: Dean e Sam Winchester, Bobby Singer, Castiel, Crowley, e alcuni Custodi

    Personaggi probabilmente presenti: Edmond e Marcine Cornwell, più altri di mia invenzione. Potrebbe anche ricomparire Emma Morabito.



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    Questa che vedete è la locandina di questo episodio.
    Semplice, senza artifici; è l'interno dell'Antica Biblioteca Malatestiana,
    a Cesena, in Romagna,
    da dove è partita la storia e dove, forse, finirà.




    Breve recap degli episodi precedenti:

    A Boston, in una sala della Biblioteca pubblica, arredata come l'antica Biblioteca Malatestiana, vengono esposti preziosi e antichi volumi che contengono un testo eretico. Un fantasma appare improvvisamente e sembra prendersela con Dean Winchester per una sua casuale somiglianza con un uomo che il fantasma conosceva nella sua vita e che reputava suo traditore, proprio a causa dei libri.
    Dopo momenti drammatici, tutto si risolve bene per il giovane, ma i libri scompaiono. Nelle settimane seguenti, alcune persone manifestano reazioni spropositate di violenza dopo la lettura di un testo su Internet. E' proprio il testo contenuto nei sei volumi. S'intitola VERITAS. E saltano fuori i Custodi della Verità, un misterioso gruppo di persone altolocate e molto colte, che hanno progetti pericolosi per l'umanità.......






    Trama molto generica di questo episodio.

    Passano diversi mesi dagli ultimi eventi e tutto pare essere ritornato tranquillo.
    Pare.
    Perché qualcosa di realmente sconvolgente è alle porte, proviene da lontano nello spazio e nel tempo e sembra colpire soprattutto i regni dell'Aldilà. Ma anche gli esseri umani avranno molto da temere questa nuova terribile minaccia.









    PROLOGO


    Un luogo imprecisato della Terra, - forse l'Italia - 50 d.C.

    L'uomo camminava sulla spiaggia, col Sole in viso e lasciava che le piccole onde lambissero i suoi piedi nudi, pizzicandogli col sale la pelle escoriata dal procedere incessante su sassolini, rami secchi e ogni altro oggetto depositato sulla sabbia dalle intemperanze del mare.
    Non sentiva quasi più quel leggero dolore. Aveva sentito di peggio ed era sopravvissuto, ma il dolore, che aveva cominciato a provare dopo, era stato ancora più forte, indescrivibile, senza paragoni. Gli aveva invaso la mente e l'anima come un'inondazione nera che lo aveva portato sull'orlo del suicidio, salvo poi ripensarci e decidere di tentare di condividerlo con altri suoi simili. Non era stato creduto, malgrado portasse addosso la testimonianza delle sue tribolazioni.
    L'uomo terminò la sua passeggiata ad un piccolo scoglio sul quale si sedette per concedersi un pò di riposo e mangiare un frutto che cavò dalla sua sacca di tela che pendeva su un fianco.
    Il frutto lo sfamò e lo dissetò con il suo succo dolce, dopodiché, soddisfatte le sue esigenze fisiche, restò seduto sullo scoglio a contemplare la distesa liquida, racchiusa in un arco di rocce, che sfumava dal verde chiaro all'azzurro scuro verso l'orizzonte.
    Non seppe quanto tempo passò, né si fece un cruccio di saperlo per quanto ancora valesse la pena di conoscere il suo futuro ma, ad un certo punto, da dietro l'arco di roccia, vide sbucare una piccola barca che avanzava lentamente, spinta dalla forza di braccia umane che affondavano con apparente stanchezza i remi nell'acqua calma del mare. Trascorsero alcuni minuti prima che l'imbarcazione raggiungesse la riva e, quando lo fece, da essa scese un uomo che trasse la barca sulla riva, spendendo quelle che parvero le ultime forze rimastegli dopo una probabile lunga attraversata.
    Messi i piedi sulla sabbia l'uomo cominciò a trafficare con una rete.
    Dalla sua posizione, all'uomo seduto sullo scoglio sembrò che il nuovo arrivato avesse tratto molto profitto dal suo viaggio, a giudicare da ciò che estrasse dalla rete. Aveva pescato molti pesci e li stava mettendo ad uno ad uno dentro un grande secchio di rame.
    Doveva aver percepito la sua presenza poiché alzò la testa e guardò verso di lui. Lo vide e lo salutò da lontano. L'uomo seduto sullo scoglio ricambiò il saluto.
    Il pescatore trafficò ancora qualche minuto con i suoi pesci poi cominciò ad aggirarsi sulla spiaggia in cerca di qualcosa, trovandola subito dopo. Ammucchiò una certa quantità di rami secchi depositati sulla sabbia e allestì un falò che accese con un pezzo di vetro puntato al Sole, sul quale mise a cuocere un pesce, infilzato in un altro ramoscello.
    L'uomo seduto sullo scoglio non si mosse, ma il pescatore gli fece cenno di avvicinarsi, forse per condividere il pasto con lui e, finalmente l'uomo si alzò per raggiungere il suo simile. Non era giovanissimo, ma nemmeno vecchio. Poteva avere la sua età o qualche anno di meno, in ogni caso, nonostante i capelli ingrigiti, pareva ancora in buona forma fisica, probabilmente grazie alle lunghe remate che la sua attività comportava. Era vestito con una corta tunica grigia, quasi senza maniche, legata in vita da una corda ed era a piedi scalzi.
    Da parte sua, il pescatore si soffermò a guardare il suo occasionale compagno di pasto. Doveva avere fra i cinquanta e i sessant'anni: volto magro, scavato maggiormente dalla folta barba e dai baffi, incorniciato e, semi coperto, da lunghi capelli castano scuro, filati di grigio, fisico ossuto e spalle larghe, ma lievemente incurvate da una vita presumibilmente faticosa. Indossava una lunga tunica colore della sabbia, con le maniche lunghe che gli coprivano i polsi.
    Strano, pensò il pescatore, fa caldo!
    Prima di addentare il pesce cotto, il pescatore si fece il segno della croce e pregò ringraziando Dio della pesca abbondante. L'altro non lo imitò. Il pescatore non disse nulla, ma gli scoccò un'occhiata incuriosita. Mangiarono il pesce in silenzio, seduti sulla sabbia, a gambe incrociate.








    1) LA NOTTE NERA



    2012




    Paradiso

    Castiel camminava solo lungo il viale alberato che conduceva verso la periferia.
    Tutto sembrava in ordine, finalmente, e i viandanti lo salutavano con referenza al suo passaggio. Dovevano, altrimenti li avrebbe inceneriti. Non avrebbe avuto più ostacoli di fronte a sé. Era il nuovo Dio e, non essendosi quello ufficiale più visto, né sentito, era stato riconosciuto come suo sostituto più o meno degno. Di tanto in tanto però, si fermava un momento a pensare al perché era dovuto arrivare a quella soluzione, e quel pensiero gli smorzava lievemente la gioia di quel suo nuovo status, senza tener conto anche che aveva perso i suoi amici umani i quali, secondo lui, non avevano capito le sue manovre, tradendolo e lasciandolo.
    Certo...la faccenda dell'anima di Sam non era piaciuta molto a Dean, ma un suo simile terreno, vissuto qualche tempo prima, un certo Machiavelli, aveva dichiarato che se il fine era nobile, i mezzi a cui si ricorreva per raggiungerlo erano giustificati...Aveva usato quelle parole? O lui ne aveva appena aggiunta qualcun'altra?
    In ogni caso, possibile che i fratelli Winchester non avessero capito le sue reali intenzioni?
    Possibile che non avessero capito il fine di ciò che aveva fatto, e l'obbiettivo?
    Ah già! Erano umani, e quindi, limitati.
    Anche Crowley gliel'aveva detto, senza sospettare minimamente dove lui volesse andare a parare.
    Aveva dovuto fare tutto in silenzio, e da solo, per evitare di essere fermato.
    Faceva tuttavia fatica ad ammettere che in fondo ci aveva provato gusto.
    L'esito positivo del suo gigantesco sforzo era la ricompensa per le discussioni e le umiliazioni subìte per più di un anno terrestre proprio da molti suoi fratelli che ora vedeva inginocchiarsi ai suoi piedi, a parte Michele il quale però, impegnato in un altro fronte, in giro non si vedeva più da un pezzo.
    Era immerso nei suoi pensieri, e procedeva a passo spedito sul viale, quando sentì da lontano un vociare concitato proveniente dal fondo della strada.
    Nello stesso tempo, la luce che illuminava costantemente il suo regno cominciò a scemare come se si stesse annuvolando con rapidità.
    Affrettò il passo e, più avanti, si vide venire incontro un gruppo di persone: uomini e donne, dall'espressione stravolta che si fermarono e si inginocchiarono davanti a lui.
    "Che succede?" domandò.
    "Il Buio! - rispose, una donna, ansante - Sta arrivando il Buio!".
    Rimase perplesso in mezzo alla strada, quindi aumentò la velocità della sua andatura, curioso e ansioso di vedere cosa stesse succedendo.
    La luce s'indeboliva e s'ingrigiva sempre più, ma dal cielo non scese acqua.
    L'oscurità che stava dilagando non proveniva da nubi arrivate a coprire il Sole.
    Un fronte nero, compatto, avanzava all'orizzonte.









    Inferno

    Ignaro del tiro che il suo socio/antagonista stava progettando di giocargli, e felicemente conscio di non dover temere la pericolosa concorrenza di Lucifero, ancora in lotta libera contro Michele, nella gabbia, Crowley si godeva la prospettiva di incamerare, fra le sue nuove proprietà, anche il Purgatorio, malgrado non fosse riuscito ad aprirne la porta, allargando così i territori e la sua egemonia nel regno degli Inferi, diventando quindi il sovrano più potente dell'Oltretomba.
    2 a 1 per lui.
    Castiel aveva solo il Paradiso e non era neanche molto affollato.
    Nel salotto del suo spazioso appartamento, seduto sul divano rosso, sorseggiando il miglior whisky invecchiato di 20 anni, il re dell'Inferno guardava oltre la finestra panoramica lo spettacolo della città perennemente illuminata dal fuoco.
    Essendo il cielo sempre scuro, non si accorse subito che all'orizzonte tutto stava diventando nero come se un' immensa e pesante coltre stesse sopraggiungendo spegnendo i bagliori rossi che lampeggiavano lontano.
    Pochi secondi dopo, nella stanza comparve la sua fedele e fidata seguace: Meg Masters che non sorrideva come al suo solito.
    "Problemi, cara?" chiese Crowley.
    Meg continuò a fissarlo seria.
    "Qualcosa sta cancellando il regno, capo" sentenziò.
    Crowley la fissò cercando di rimanere freddo e scettico.
    "Qualcosa come?" chiese.
    "Qualcosa che assomiglia ad un enorme e denso telo nero. - rispose la demone con aria drammatica - che ha già spazzato via tre settori dei supplizi. Mi credi o vuoi venire a vedere di persona?".
    "No, - disse Crowley - Ti credo. Ma voglio ugualmente venire a vedere di persona".
    Si trasportarono fino al luogo sinistrato e, con enorme sgomento si trovarono di fronte al Nulla nero come il catrame, oltre il quale non vi era orizzonte, ma solo buio.
    "Che accidenti sta succedendo?" s'irritò il demone re.
    "Non saprei. - rispose Meg - Infatti sono venuta a dirtelo e a chiederti se hai un rimedio".
    "Ma se non so nemmeno cosa l'abbia provocato? - s'incazzò Crowley - Da quanto tempo si verifica?".
    "Non ne ho idea. - rispose la demone - Ma non da molto, credo. Però il fenomeno è veloce. Ha cancellato i tre settori in pochi secondi".
    Davanti a loro la compatta parete nera ora sembrava essere immobile.
    "Non capisco" mormorò Crowley fissandola.
    A quel punto Meg si girò verso di lui e accennò uno dei suoi sorrisi perfidi.
    "Non credi sia arrivato il momento di dare una sveglia a paparino, tirarlo fuori dalla gabbia e inchiodarlo alle sue responsabilità? - sogghignò - Sarebbe ora che la smettesse di rotolarsi con quel frocio pennuto di Michele e uscisse a dare un'occhiata ai suoi affari. Anzi...ai nostri!".
    Ecco. Meg era tornata quella di sempre: la solita eterna stronza, ma tosta e combattiva.
    Fecero per teletrasportarsi in fondo al Pozzo, ma incontrarono il Muro Nero che aveva già inghiottito pozzo, gabbia e occupanti, e avrebbe ingoiato anche loro se non avessero fatto fulmineo dietrofront.
    Tornati nel salotto, i due si guardarono esterrefatti e sconcertati.
    Scomparso il Padre, a chi avrebbero chiesto aiuto, adesso?
    In quel momento, nella stanza si materializzò il nemico, con il pugnale angelico in mano, ma con un atteggiamento poco battagliero. Castiel aveva avuto la stessa idea di Crowley, cioè, filare dritto da Michele a chiedere consulenza tecnica, ma aveva trovato lo stesso spettacolo, ovvero: La Parete Nera, che aveva cancellato in un secondo l'unico punto di riferimento, e l'unica figura a lui superiore, forse in grado di dargli qualche spiegazione e indicazione in merito all'arcano.
    I due contendenti il Regno dell'Aldilà si scrutarono in silenzio.


    A presto.
     
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  2. luisa87
     
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    Molto bene, sono nuova in questo forum e non conosco molte cose qui apparte il fatto che mi sono letta gli altri tuoi due episodi e ho notato che hai un talento eccezionale! Le trame sonben costruite, la scrittura coinvolgente e le avventure vive! I personaggi mi sono piaciuti molto ancheperchè X-files è da sempre stato uno dei miei telefilm preferiti.... Fringe lo intravisto un po' di volte in tv e alcune puntate mi sono abbastanza piaciute anche se devo ammettere che non lo seuo regolarmente. Prologo e inizio capitolo sono avvicenti e ora come ora aspetto con impazienza il seguito che si prospetta essere pieno di intrighi e misteri....
    Ti mando un saluto e un bacio......!
     
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  3. sahany09
     
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    Benvenuta Luisa87 !!!!
    E grazie dei complimenti.
    Sono contenta che le mie follie ti siano piaciute. Spero di soddisfare te, e anche gli altri, con questa nuova fiction che sarà un pò particolare.
    Anch'io, all'epoca, sono impazzita per X-Files e, ultimamente, ho rivisto le prime due stagioni in streaming. E mi piace molto anche Fringe, ma questo giro è solo Supernatural. Potrebbero ricomparire gli altri, ma solo a voce, per telefono.
    Se hai domande da farmi, prego, accòmodati. Vedrò di risponderti meglio che posso.
    Un'ultima cosa: vedo che vieni dall'Emilia Romagna, la regione dei miei genitori.
    Abbiamo qualcosa in comune. E quindi, forse conosci Cesena e la sua antica, bellissima biblioteca. Io l' ho visitata anni fa e ora l'ho ripescata come fonte ispiratrice della mia ff.
    Ti aspetto fra i nostri alla prossima puntata. Anch'io ti saluto e ti mando un bacio.
    Alla prossima. :D :D
     
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  4. Vivaldi4love
     
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    ma come :cry: spazzati via Miki e Lucy???
    :(


    Mi piace questo incipit mi garba moltissimo ^^
     
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  5. luisa87
     
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    Lo già sentita Cesena ma non ci sono anocra mai andata; in quanto allla bibblioteca non c'è lo presente.....
    Buon lavoro con la FanFiction!
     
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  6. bloodyjane
     
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    La adoro già ... come sempre, il tuo prologo è la cosa più intrigante e so che alla fine capirò chi è quell'uomo (anche se una mezza idea già ce l'ho). Quindi, Michael e Lucifer sono stati inghiottiti dalla Parete Nera :mmm: e né Cass né Crowley sanno cosa sia. Ma lo sai che la tua Meg mi piace un sacco? L'hai descritta perfettamente, era come se stessi vedendo un episodio di Spn... che dirti, se non complimenti?
     
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  7. {William Angelus Halliwell}
     
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    Un degno inizio dei precedenti capitoli. Bellissimo, mi è piaciuto molto. Tu poi sei sempre così precisa, ti immedesimi nei personaggi e tiri al meglio quello che loro direbbero nel vero ;) A presto!
     
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  8. John7776
     
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    finalmente la continuazione ...complimenti sono curiosissimo di sapere cosa è questo telo nero...anzi ma i brothers dove sono??
     
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  9. sahany09
     
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    Graaaaaaazieeeeee!!!!
    A quanto pare, questo nuovo episodio ha incontrato il vostro gradimento.

    Passiamo alle risposte:

    @Vivaldi4love:
    Scioccata, eh? Eh si. Purtroppo Michele e Lucifero sono proprio i primi a sparire.
    Non posso anticiparti troppo.. Più avanti le cose si chiariranno un pò di più...Non molto, però. Solo alla fine si capirà perché.



    @Luisa87:
    Cesena è vicino a Forlì; è una deliziosa città in cui ci sono un sacco di monumenti antichi da vedere (e io li ho visti tutti) tra cui la Biblioteca, la Rocca Malatestiana e l'abbazia della Madonna del Monte. Consiglio anche agli altri di farci un viaggetto. E in questa città si svolge parte della fiction.

    @Bloodyjane:
    CITAZIONE
    (anche se una mezza idea già ce l'ho).

    Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Aspetta di leggere le altre puntate.
    CITAZIONE
    Quindi, Michael e Lucifer sono stati inghiottiti dalla Parete Nera e né Cass né Crowley sanno cosa sia.

    No, infatti. Nessuno, per ora, sa e riesce a capire cosa sia. Ma è qualcosa di sconvolgente. E lo dico anche a te: solo alla fine si saprà di cosa si tratta.
    Quanto a Meg, si, è vero, mi esce bene. Forse perché è talmente str***a che è facilissimo descriverla.
    Grazie dei complimenti e continua a seguirmi.

    @William:
    Grazie anche a te.
    CITAZIONE
    ti immedesimi nei personaggi e tiri al meglio quello che loro direbbero nel vero

    Vero. M'immedesimo nei personaggi.

    @John7776:
    Grazie caro.
    CITAZIONE
    ma i brothers dove sono??

    Non ti preoccupare. Arriveranno presto. Nella prossima puntata già riappariranno.

    A questo punto: appuntamento alla prossima puntata, abbastanza presto, ma fino a domenica sarò impegnata con....la famiglia !!!! :) :)
     
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  10. sahany09
     
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    Le cuginette sono ancora in circolazione, ma non a casa mia, quindi, sono padrona del mio tempo e delle mie azioni, pertanto, oggi sono riuscita a scrivere un'altra puntata.



    In questa puntata....

    - ci sono un bel pò di misteri e salti nel tempo.

    - prosegue la ricerca di Dio e di una spiegazione al fenomeno della parete nera.

    - entrano in scena Bobby, Dean e Sam che, pare, abbiano un caso da risolvere.



    Sulla spiaggia, 50 d.C.

    "Non ti ho mai visto da queste parti. - esordì il pescatore, pulendosi la bocca con l'avambraccio dopo un morso al pesce - Abiti lontano da qui?".
    Senza parlare, continuando ad addentare il cibo, l'uomo dello scoglio rispose annuendo e indicando il mare con l'indice sinistro. Il pescatore comprese e tornò al pesce, stimando di continuare la conversazione al termine del pasto. E così fu, ma il fatto che l'uomo avesse capito la domanda, fece pensare al pescatore che comunque fosse della sua stessa terra, proveniente magari da un'altra località marittima.
    Continuarono a mangiare in silenzio, cullati dalla sciabordio delle piccole onde chiare che morivano sulla battigia. Finito il pasto, il pescatore si alzò e si pulì bocca e tunica dagli avanzi del pesce, quindi, si tornò alla barca.
    Ringraziatolo per il pasto, l'uomo si avviò, barcollando, verso lo scoglio.
    "Stai bene, amico?" gli chiese il pescatore, preoccupato.
    L'uomo si voltò e sorrise. Aveva un bel sorriso bianco che spiccava sulla pelle scurita dal sole.
    "Oh, - fece alzando le spalle con noncuranza - non allarmarti! Sono gli anni".
    Anche il pescatore sorrise.
    "Non dirlo a me. - replicò - Con tutte le notti passate su quella barca ad aspettare i comodi dei pesci, finirà che fra poco dovranno trasportarmi ovunque di peso".
    Risero dei loro acciacchi e l'uomo raggiunse il suo sgabello naturale volgendo lo sguardo all'acqua.
    Il pescatore restò ad osservarlo per alcuni secondi.
    No. Non era della sua terra.
    Quell'uomo era venuto fin lì da un altro luogo che probabilmente era situato oltre il mare.
    Forse, per arrivarci aveva dovuto attraversarlo.
    Ma non erano fatti suoi.
    Tuttavia, si sentiva rosicchiare dalla curiosità.
    Quel tipo aveva un che di misterioso, come se nascondesse un segreto.
    Gli venne un'idea.
    Prese tre pesci, strappò un lembo di rete, li avvolse dentro e li portò all'uomo.
    "Non mi sembra che il denaro ti esca dagli occhi" considerò porgendo il fagotto.
    L'uomo sorrise.
    "Grazie. - disse - Hai ragione. Tutto quello che ho, lo porto addosso".
    "Bene. - sentenziò il pescatore - Con questi, ti sfami almeno fino a domani. Se poi resti in zona, prova a ripassare di qua. Può darsi che abbia dell'altro pesce".
    L'uomo annuì, ma non pronunciò la frase che il pescatore si sarebbe aspettato pronunciasse, e che si sentiva spesso nella bocca di molti, ovvero: che Dio ti benedica.
    Non lo disse.
    Continuò a sorridere, prese i pesci, li infilò nella sacca, si alzò e, sempre un poco malfermo, riprese il cammino.
    Il pescatore lo seguì con lo sguardo fino a quando non lo vide sparire oltre la parete di roccia.
    Chissà se l'avrebbe mai più rivisto? Chissà chi era!


    "Non ha importanza se Dio non c'è. Un uomo può essere buono anche senza Dio"







    Cesena, 1550

    Era la notte di Natale.
    Nevicava e faceva freddo.
    Al grande portone dell'abbazia della Madonna del Monte, posta su un colle, alla periferia della città, qualcuno bussò con insistenza. L'abate Arnaldo andò ad aprire e si trovò davanti una donna, intabarrata in un mantello nero, che, col volto rigato di lacrime, gli consegnò un fagotto semovente. L'abate guardò dentro al fagotto e scoprì, avvolto nella coperta, il visino paffuto di un bimbo che aprì la bocca in un ampio sbadiglio.
    "Abbiate cura di lui" si raccomandò la donna, soffocando un singhiozzo e correndo poi via lanciandosi sul sentiero sterrato che la riportava in città.


    1575

    Il giovane percorse la stradina stretta fra le mura rossastre delle case, arrivò all'angolo, girò a sinistra, fece qualche altro metro e si trovò davanti alla porta di legno, dipinta di verde scuro che spiccava contro il color ocra dei muri della casa a due piani, indicatagli come giusta meta per trovare ciò che stava cercando. Bussò usando il grosso batacchio di bronzo, ma dovette aspettare alcuni secondi prima che gli fosse aperto e quando avvenne, l'uomo anziano che si affacciò all'uscio per poco non crollò a terra fulminato da un malore.
    L'educazione rigida che aveva ricevuto fino a quel momento lo aveva sempre tenuto lontano da superfici riflettenti immagini, impedendogli di vedere il suo aspetto, e la reazione dell'uomo alla porta gli fece temere che fosse molto sgradevole, portandolo istintivamente a coprirsi di più il viso con il cappuccio del lungo mantello che indossava. Un paio di istanti dopo, alla porta sopraggiunse di corsa una donna, giovane, abbastanza bella, con lunghi capelli rossi molto ondulati e due splendidi occhi celesti. La ragazza riuscì ad afferrare l'uomo anziano da dietro le spalle ed arrestare la sua caduta a terra, poi, tenendo l'uomo sollevato, guardò il giovane alla porta.
    "Mio Dio!" sussurrò.







    2012


    Inferno

    Castiel rimase fermo in mezzo alla stanza percependo un disturbo somigliante ad una sorta di interferenza che gli procurava fastidio non trovando una spiegazione a quel fenomeno.
    Avvertiva un serio pericolo ma non riusciva a vederlo materialmente, neppure con i suoi sviluppatissimi sensi, e ciò lo innervosiva.
    Meg Masters ci mise il carico da undici.
    "Ho paura che il tuo paparino non abbia ancora mandato giù il surclassamento, angioletto. - lo derise, caustica - Credersi Dio senza chiedere il permesso è un grave peccato di superbia".
    "Dio non c'è. - la freddò Castiel - Tempo fa gli avevo chiesto di mandarmi un segno. Non ho sentito né visto nulla".
    "Forse era occupato. - continuò Meg, beffarda - Magari era in bagno".
    Uno schiocco di dita e il demone finì in briciole sotto lo sguardo sbalordito del re dell'Inferno.
    "Andiamo, Cass! - lo strapazzò Crowley - Va bene che il tuo senso dell'umorismo registra sempre linea piatta, ma non era il caso di prendersela in questo modo! - si avvicinò all'angelo - Castiel, se non ho capito male, la situazione è la stessa in tutti e due i nostri regni, dunque, farci la guerra, in questo momento, è la soluzione più stupida a cui potremmo ricorrere. Cosa sta cancellando i nostri territori?".
    "Non lo so" rispose Castiel, gelido.
    "Beh, - proseguì Crowley - nella tua nuova veste di Onnipotente, vedi di scoprirlo alla svelta prima che sui nostri possedimenti si stenda un velo non tanto pietoso".
    Castiel stese un braccio, aprì una mano e Meg Masters ritornò in formato intero, lasciando Crowley ancor più esterrefatto di prima.
    "Perché, di grazia, l'avresti resuscitata?" chiese.
    "Perché ci può servire" fu la glaciale risposta del nuovo dio prima della sua scomparsa.
    Dopo aver controllato se le mancasse qualcosa, Meg scosse la testa, sconsolata.
    "Avrei dovuto baciarlo. - considerò - Non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma credo che i miei baci gli manchino molto".
    Intanto, all'esterno, la luce si era ulteriormente affievolita.




    Paradiso

    Rimesso piede nelle sue terre, Castiel tornò a camminare sul lunghissimo viale ad anello che circondava e racchiudeva il regno.
    E anche lì la luce era diminuita d'intensità.
    Cosa stava succedendo?
    Perché?
    Si bloccò in mezzo alla strada e si concentrò sui suoi poteri attivandoli al massimo livello.
    Frammenti di una frase apparvero per pochi istanti nella sua mente: oltre, il Nulla.
    Proprio come quel muro nero che vedeva in lontananza.
    Non fu in grado di visualizzare altro: né la mente che aveva prodotto quella frase, né tanto meno il volto dentro il quale quella mente era contenuta.
    E di ciò rimase molto turbato.
    Due donne gli vennero incontro, spaventate, inchinandosi in sua presenza.
    "Padre, cosa sta accadendo? - gli chiese una indicandogli il muro nero.
    "Non vi preoccupate. - cercò di rassicurarle - Penso io a sistemare le cose. A breve, la luce tornerà, ma dovete avere fede. - alzò la testa in un atteggiamento fiero e superiore - Fede in me".
    "L'abbiamo, Padre. - affermò l'altra donna - Ma abbiamo anche paura".
    "Non dovete averne. - le rimproverò - Dovete avere solo fede...In me".
    E riprese a camminare.
    Ma dentro di sé, l'inquietudine si stava insinuando infida e perniciosa.
    Il fenomeno andava al di là della sua portata e, per ora, non aveva spiegazioni, neanche per lui.
    Si bloccò di nuovo in mezzo alla strada e osservò la parete nera che aveva ingoiato altri settori del suo regno. Veniva dallo spazio? Era una minaccia extraterrestre? Senza rendersene conto, visualizzò i fratelli Winchester e, per istintiva associazione di idee, si ricordò dell'uomo che cercava gli alieni. Doveva tornare dai ragazzi. Sicuramente lo avrebbero aiutato. Non avrebbero potuto rifiutarsi.







    Lawrence, settembre 2012


    Bobby pose sul tavolo una banconota da cinque dollari.
    "Vedo" disse.
    Dean scoprì le carte che aveva in mano: full di assi.
    Gongolando trionfante, Bobby sfoderò una scala reale.
    Dean lasciò andare le carte sul tavolo e chinò sconfitto la testa su un avambraccio.
    Di quella vincita, Bobby Singer non riuscì ad esserne felice. Il suo giovane collega, e temporaneo avversario a poker, aveva perso la sua verve, il suo smalto, il suo entusiasmo.
    Tutto era cambiato negli ultimi mesi.
    Tutto era precipitato.
    Dean Winchester non aveva più molte certezze, o meglio: non aveva più certezze.
    Sembrava stanco, sfiduciato, arreso.
    Bobby doveva riconoscere che meritava comprensione. Aveva perso Lisa, Ben, Castiel, e Sam oscillava fra momenti di calma ed altri in cui, quando i ricordi infernali risalivano in superficie vividi e concreti, pareva uscire di senno.
    Non era un bel periodo e ciò provocava nell'anziano cacciatore un moto di sofferenza nei suoi confronti, pari a quello di un padre che vedeva il figlio star male senza poter fare molto per lui.
    Aveva mantenuto la forza per andare a caccia ma, in certi momenti, Bobby aveva avuto l'impressione che lo facesse meccanicamente, spinto solo dal dovere.
    Dean si alzò dalla sedia e andò in cucina a prendere tre birre.
    Bobby aveva notato un altro particolare allarmante: Dean sembrava aver perso interesse anche per il bere. Sembrava aver perso interesse per tutto. La sua energia si riattivava solo quando Sam aveva bisogno di lui.
    In quel momento, Sam era, come al suo solito, davanti al portatile a scorrazzare in rete in cerca di casi da risolvere.
    Bobby lasciò la sedia e andò incontro a Dean prendendogli le birre dalle mani.
    I loro sguardi s'incontrarono, ma non uscirono parole dalle bocche. Dean aveva proibito a Bobby di ripetergli che doveva reagire. Non voleva reagire.
    Più di una volta Bobby aveva sorpreso Dean solo, in silenzio, in lacrime.
    "Ehi, - richiamò l'attenzione Sam - sentite questa! Donna s'impicca in casa senza apparenti motivi. I suoi vicini dichiarano che era felice".
    "Pensa se fosse stato il contrario" commentò Dean amaro.
    "Ormai non ci vedo più nulla di strano in una persona che si ammazza. - fu la considerazione di Bobby - Se uno arriva a compiere un simile gesto, lo fa con un motivo che noi non potremo mai sapere. Dice, per caso, come si chiamava?".
    "Margareth Apcombe" rispose Sam.
    Bobby fece un salto che spaventò i ragazzi.
    "La conosci, Bobby?" chiese Sam.
    "Non benissimo. - rispose Bobby - La conosco di vista, ma mi sorprendo!".
    "Perché?" chiese Dean, rianimatosi lievemente.
    "E' molto religiosa. - rispose Bobby - Nonostante le traversie che ha avuto nella sua vita, la sua fede non contemplava di sicuro il suicidio".
    Sam si alzò di scatto e chiuse il computer.
    "Andiamo a sentire i vicini" propose Bobby.


    Alla prossima.
    Vado a vedere Numbers e poi torno. Scatenatevi pure. Se pensate che meriti.

    Edited by sahany09 - 6/6/2011, 00:18
     
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  11. Vivaldi4love
     
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    Numbers? Pure io sto guardando.
    Mi piace 'sto capitoletto.
    Ma devo ragionarci un po' perché temo di entrare in confusione coi salti temporali.
    Castiel come nuovo Dio fa pena... "Abbiate fede in me"
    Troppo violento e altezzoso.
    Ovviamente non c'entri tu, così è apparso alla fine della sesta...
     
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  12. sahany09
     
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    Anch'io seguo Numbers dalla 1a stagione. E purtroppo, dalle ultime notizie apprese, questa 6a è l'ultima.


    Hai ragione.
    Breve recap:
    - il primo paragrafo vede i due uomini: il pescatore e lo sconosciuto, in un posto che potrebbe essere in Italia, 17 anni dopo la morte di Cristo;

    - il 2o è una chicca. In pratica, racconto come vengono fuori i libri di Veritas e come nascono i Custodi della Verità. E non l' ho messo così, tanto per scrivere. La cosa c'entra con la storia della ff.

    - E poi si torna ai nostri giorni.

    Caspisco che posta in questo modo la faccenda possa averti frastornato, ma se continui a seguirmi, le idee ti si chiariranno. Magari fra un pò.

    Ultimo dettaglio su Cass: ovviamente lo descrivo nel modo in cui lo abbiamo - ahinoi, - lasciato alla fine della stagione, ma ti anticipo che fra qualche puntata si troverà a dover "abbassare le penne delle ali". Parola mia. ;) :)

    A presto, cara. E grazie per aver letto, apprezzato e commentato il capitolo.
    Tieni duro. La tua costanza verrà premiata.
     
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  13. Vivaldi4love
     
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    ah ah ok PAOLA adoro sempre i tuoi lavori.
    Non far caso al mio commento su Cas è che all'improvviso mi sta calando proprio Misha... è una fase così...
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Che dire... Sei veramente molto brava Sahany.. Mi sta piacendo sempre di più questa fanfiction... Aspetto il seguito
     
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  15. luisa87
     
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    Mia cara Sahany, mi piacerebbe moltissimo poter leggere adesso la tua meraviglia ma non faccio in tempo e come sono tornata a casa devo già andare ma ti prometto che stasera sicuramente dopo le nove passo a leggere la nuova puntata e anche a commentare.....
    A stasera!!!
     
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