Don't Play With The Fire

Fan Fiction by O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O

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  1. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    Titolo Fan Fiction: Don't Play with the fire.
    Nome/Nick autore: O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
    Fandom : Supernatural
    Timeline : quinta stagione.
    Sommario : Un patto fatto anni e anni fa, cambierà la vita di Jo, una ragazza come tante, in un vero e prorio Inferno.
    Spoiler: presenza alcune cose sulla quinta stagione.
    Disclaimer: i personaggi Dean e Sam Winchester, Castiel, Anna, Uriel, Gabriel, Lucifero, Meg, Brady, Crowley, Azazel e Alaistar non mi appartengono, scrivo senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: questa fan fiction mi è venuta dopo parecchio tempo, sarà stato l'amore a prima vista dopo un lasso di tempo per Mark Pellegrino a spingermi a scrivere una fan fiction così. xD

    Capitolo 1

    Una fotografia. Una sola fotografia può racchiudere molte emozioni e ricordi, e questo Jo lo sapeva fin troppo bene.
    Stava sfogliando il suo album fotografico con malinconia del passato, le foto dei giorni passati insieme a lui e che non poteva riavere. O forse sì.
    Si stese sul letto guardando il soffitto mentre una arietta sottile entrava nella stanza attraverso la finestra poco aperta.
    “Ciao cucciola.” disse con voce soffocata alla gatta, Kira, che le saltò addosso come una palla lanciata da una catapulta. La micia fece le fusa ed incominciò a strofinarsi su Jo in cerca di coccole.
    Lei sorrise dolcemente e le fece due grattini sulla testa, poi si alzò e guardò fuori dalla finestra sospirando. Era una mattina di primavera, i fiori stavano sbocciando uno dopo l’altro.
    Decise di uscire per fare una passeggiata dato il bel tempo, prese la giacchetta di pelle leggera e si diresse alla porta principale.
    “ Tu fai la brava, capito?” si raccomandò con la gattina che si stava strusciando sulle gambe di Jo.
    Prese le chiavi di casa e poi uscì, chiuse la porta e scese la scaletta di legno. Diede un occhiata alla casa voltandosi per un secondo e poi si rivoltò incamminandosi per andare al lavoro.
    Mise le mani in tasca e canticchiava una delle sue canzoni preferite, voltò l’angolo e attraversò la strada. Arrivò davanti alla porta del bar ed, appena entrata, ricevette un grembiule in faccia.
    “Ehi! Sei in ritardo! Ho capito che ti avevo detto di venire a metà giornata, ma almeno arriva in orario, benedizione!” le urlò il capo mentre lei annuiva facendo finta di sentirlo e mettendosi il grembiule alla vita.
    Prese il blocchetto delle note e la penna, mettendosela tra i capelli e l’orecchio, poi si avvicinò ad un tavolo.
    “Buon giorno posso servirla?” chiese all’uomo con la giacca scura seduto a quel tavolo che guardava fuori dalla finestra ma, non appena udì la voce fine di Jo, si voltò e la guardò dritto negli occhi.
    “Un caffè amaro, grazie.” rispose l’uomo con tono deciso osservando Jo, che stava scrivendo l’ordinazione su un foglietto di carta mordicchiando un po’ il tappo della penna. Finito di scrivere, alzò il capo e guardò l’uomo, annuì sorridente e si avviò verso il bancone. Poggiò il foglietto di carta e guardò Charlie. Lui prese il foglietto e sospirò.
    Jo si sentiva osservata ma non ne capiva il motivo mentre serviva i tavoli.
    “L’ho trovata, signore.”
    “Bene, dove si trova?”
    “Lavora in un bar. Spero ne valga la pena.”
    “Ne varrà, ne sono certo.”
    L’uomo annuì alla voce nella sua testa e aspettò che il caffè arrivasse. Jo si avvicinò di nuovo al tavolo e poggiò la tazza davanti a lui.
    “Tenga. Questo è il conto se non vuole altro.” gli disse abbozzando un sorriso notando gli occhi di un colore particolare, gialli vivo. L’uomo annuì ancora e prese la tazza in mano sorseggiando un po’ di caffè, lei si allontanò dal tavolo e rabbrividì. Aveva una strana sensazione e non le piaceva.
    L’uomo finì il caffè e lasciò la mancia sul tavolo. Jo passò a prenderla e notò un biglietto: “ So che lo rivuoi indietro, ed io potrei fartelo riavere. Se ne sei interessata incontriamoci al vicolo vicino.” c’era scritto. Lei aggrottò la fronte non capendo, poi giocò con una ciocca di capelli e guardò fuori dalla finestra, sospirò.
    Mise il bigliettino nella tasca dei jeans e pulì con uno straccetto i tavoli vuoti. Guardò l’orologio.
    “Io stacco.” disse semplicemente togliendosi il grembiule, poggiandolo sul bancone. Uscì dal bar mentre il capo le urlava dietro.
    Jo corse al vicolo vicino e non vide nessuno. Si guardò intorno in cerca dell’uomo.
    “Ciao Jo. Sei venuta, non credevo bastasse così poco per convincerti.” ammise una voce da dietro di lei.
    Si voltò di colpo facendo un sobbalzo e fissò l’uomo. “Chi, chi diavolo sei? Come fai a conoscere il mio nome?” domandò guardandolo dritto negli occhi.
    “Troppe domande, Jo, troppe domande. Sei diventata ancora più graziosa di quanto non lo fossi da piccola.” ammise l’uomo squadrandola con lo sguardo.
    Jo indietreggiò deglutendo a vuoto Perché sono venuta qui? si chiese prima di tentare di correre via, ma l’uomo misterioso la fermò prendendola da un polso.
    “Lasciami!” gli urlò contro prima che l’uomo le andò faccia a faccia.
    “Io ho quello che desideri da anni Jo, tuo fratello Matt. Ma devi venire con me per riaverlo.” le dice a voce bassa quasi come se ammettesse un sibilo.
    “Mio, mio fratello è morto da anni ormai. Non posso riaverlo ed è meglio che non rivanghi il passato, non serve a nulla.” disse Jo agitandosi e cercando di liberarsi dalla presa dell’uomo.
    “Jo, ragiona: non sono un mago da strapazzo, potrai davvero riavere tuo fratello, in carne ed ossa, come era prima. Devi solo venire con me.” ribadisse l’uomo con voce sicura.
    Lei ci pensò un attimo, smettendo di agitarsi e abbassando lo sguardo pensierosa. Poi cedette e sospirò.
    “V- va bene. Dove, dove dobbiamo andare?” si informò passandosi una mano fra i capelli.
    L’uomo sorrise soddisfatto. “Bene, allora …” disse prima di schioccare le dita.
    Nero. Tutto era diventato improvvisamente nero.
    Aprì poco gli occhi e intravide una figura umana che si muoveva.
    “Ooooh … Vedo che è migliorata nel tempo.” disse una voce maschile.
    “Già. Dov’è Lui?” chiese un'altra voce, che aveva già sentito, probabilmente quella dell’uomo misterioso.
    “Non ha tempo per una ridicola ragazzina, lei aspetterà. Intanto legala così che non scappi” suggerì il primo uomo mentre si chinava verso il viso di Jo, che stava ancora cercando di capire dove si trovasse.
    Il primo l’uomo la osservava da vicino, come per studiarla.
    “La madre sarà contenta di riavere il figlio.” commentò l’uomo misterioso incrociando le braccia sul petto.
    “Signori, come mai tutto questo interesse per una sporca e minuscola anima umana?” chiese un terzo uomo in lontananza.
    “Nessun interesse in particolare, Crowley.” rispose la voce conosciuta a Jo.
    “Mmmmh però qualche giochino IO potrei farlo con lei, se non vi dispiace.” disse il secondo uomo con una risatina alquanto meschina.
    “Alaistar, sai che puoi farci tutto quello che vuoi di questo mucchietto di ossa.” ammise la voce conosciuta come Crowley.
    “Bene.” disse la voce oscura strusciando le mani e guardando Jo.
    Lei alzò il capo aprendo un poco di più gli occhi e vide i tre uomini davanti a lei, indietreggiò subito e sentì la terra sotto le sue mani.
    “Dove, dove mi trovo?” si chiede impaurita guardandosi intorno e cercando di alzarsi.
    Loro non risposero e l’uomo conosciuto come Alaistar le prese il viso con una mano e la guardò dritto negli occhi.
    “Ci divertiremo noi due, vero?” chiese l’uomo percuotendole il viso e lei gli morse la mano.
    “Ahia! Brutta str … ” iniziò a dire lui tenendosi la mano, facendo una smorfia di dolore.
    “Buttala insieme alle altre … LUI sarà contento forse.” consigliò il primo uomo di cui Jo non aveva ancora udito il nome.
    “Ne ha già tante, poi sono meglio i demoni. Questa umana non resisterebbe.” confessò poi Alaistar.
    “Deciderà lui, tu fai come ti ho detto.” ordinò poi il primo uomo guardando Alaistar. Quest’ultimo sospirò e annuì, prese Jo per un braccio e la strattonò, conducendola in un'altra stanza. La buttò al muro.
    “Se scappi da qui, morirai tra atroci sofferenze” la informò prima di sbattere la porta della cella per chiuderla bene.
    Lei si guardò intorno per studiare in che posto fosse e toccò i muri, un po’ sgretolati e umidi, con ragnatele. Rabbrividì per il freddo e si rannicchiò in un angolo della cella, appoggiò il mento sulle ginocchia e si morse il labbro.
    “Qualcuno mi aiuti … “ riuscì a sussurrare prima di iniziare a singhiozzare e poi si addormentò restando chiusa a riccio stringendo le spalle.

    Edited by O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O - 2/8/2011, 13:22
     
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  2. sahany09
     
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    Wow !!! La faccenda è interessante !!!!
    Ho sempre pensato che Joe fosse figlia unica e invece.....
    Mmmmm ! Però, poverina ! Fra Crowley e Alastair...Mi sa che passerà qualche brutto quarto d'ora.
    Comunque, benvenuta fra noi scrittori.
     
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  3. John7776
     
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    Wow complimenti ;) ma Jo sarebbe la Jo bionda di supernatural?? E poi t stimo tanto per la foto profilo con sophia bush ;)!! ...Sei nuova qui?? Non ti ho mai vista...benvenuta!!
     
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  4. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    CITAZIONE
    Wow !!! La faccenda è interessante !!!!
    Ho sempre pensato che Joe fosse figlia unica e invece.....
    Mmmmm ! Però, poverina ! Fra Crowley e Alastair...Mi sa che passerà qualche brutto quarto d'ora.
    Comunque, benvenuta fra noi scrittori.

    Ehm la Jo di cui parlo non è la stessa Jo di Supernatural, attenzione ^_^ E comunque grazie :)
    CITAZIONE
    Wow complimenti ma Jo sarebbe la Jo bionda di supernatural?? E poi t stimo tanto per la foto profilo con sophia bush !! ...Sei nuova qui?? Non ti ho mai vista...benvenuta!!

    Stessa cosa detta prima xD Ehm nuova no, nuova tra gli scrittori si xD e ribadisco grazie :) Posterò il secondo capitolo a breve :)
     
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  5. Vivaldi4love
     
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    molto bello, già hai catturato il mio interesse ^^
    Ben tornata, era da un po' che non ti si vedeva ^^
     
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  6. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    CITAZIONE
    molto bello, già hai catturato il mio interesse ^^
    Ben tornata, era da un po' che non ti si vedeva ^^

    Ho avuto qualche problema, ma son tornata xD Grazie :)




    Capitolo 2

    16 anni prima

    “Dai vieni a giocare Matt! Dai Matt! Matt!” ripeteva Jo in continuazione ma il fratello non la ascoltava.
    “Non ho voglia di venire a giocare con le tue stupide bambole.” le disse Matt sbuffando mentre voltava pagina del giornaletto . Lui era sdraiata sul letto muovendo su e giù le gambe e guardava con la coda dell’occhio Jo agitarsi lì vicino.
    Lei sbuffò delusa e se ne andò in cameretta sua. Si sedette sul pavimento e cominciò a giocare con le bambole di pezza.
    Rose camminava per la stanza aspettando notizie dall’ospedale. Si mordeva le unghie nervosa e guardava l’ora che sembrava non passare mai.
    Uno squillo, all’improvviso. Rose prese subito il telefono e accettò la chiamata.
    “P -pronto?” disse con voce tremolante. Era finalmente l’ospedale, Robert stava molto male dopo l’accoltellata ricevuta la sera prima.
    Rose annuì singhiozzando per la notizia ricevuta e riattaccò la chiamata. Andò poi dai bambini.
    “Piccoli ...” disse con voce bassa non sapendo come dirlo. “Papà è peggiorato e dobbiamo andare all’ospedale.” aggiunse poi tirando su con il naso.
    Loro smisero di giocare e di leggere e guardarono la mamma. Matt la abbracciò e Jo stette lì a guardarli, senza far nulla. Rose piangeva insieme a suo fratello e lei non faceva nulla. Il padre stava nulla ma lei niente. Fece solo un sospiro e tornò a giocare.
    Matt la guardò male. “Jo papà sta male e tu non fai nulla?” le chiese stupito.
    “Lasciala stare Matt, è ancora piccola, non capisce ancora.” rispose per lei la madre accarezzando i capelli del figlio.
    Jo a quelle parole si alzò offesa e andò in soffitta, per stare da sola, in pace, senza nessuno che le dicesse che era stupida.
    “Jo! Vieni qui dai! Mamma non voleva dire quello che pensi! Si è espress …” iniziò a dire salendo la scaletta di legno che portava alla soffitta ma si bloccò vedendo Jo piangere in un angolino. Lui sospirò e le andò vicino.
    “Piccola, vedrai che papà starà meglio e tornerà a casa come sempre, come ogni sera, portandoci a te un peluche e a me un altro giornalino, ceneremo insieme a lui e alla mamma e poi, prima di andare a dormire, ci leggerà la tua storia preferita. Vedrai sarà così Jo …” la rincuorò Matt accarezzandole i capelli raccolti i due semplici codine.
    Jo si asciugò i lacrimoni guardando il fratello essere stranamente dolce con lei.
    Matt le sorrise come non aveva mai fatto prima e le accarezzò una guancia. “Tu sei più forte di me Jo, lo sei sempre stata. Per questo non piangi ad una notizia genere. Vorrei essere come te sorellina delle volte.” confessò Matt tutto di un fiato guardando fuori dalla piccola finestrella.
    Lei accennò un sorriso e gli tirò la manica della maglietta. “Mamma ora è da sola in salotto triste?” chiese tirando su con il naso cercando l’attenzione del fratello.
    “Si, e ha bisogno di noi ora.” rispose lui portando lo sguardo sulla sorellina e annuendo.
    Jo prese Matt per mano e andò vicino alla scaletta. “Andiamo da lei.” gli disse guardandolo dal basso della sua altezza. Lui annuì e scese per primo, poi toccò a lei e arrivata alla fine della scaletta, Matt la prese dai fianchi e la poggiò a terra. Jo corse dalla mamma e la abbracciò subito, Rose accennò un sorriso e accarezzò i capelli alla bambina.
    Qualche ora dopo si ritrovarono in macchina sulla statale, in coda per andare all’ospedale.
    Rose aveva i nervi a fior di pelle e i bambini litigavano su cosa leggere per primo.
    “Leggiamo questo!” diceva Jo. “No questo è meglio!” ammetteva Matt. “Quello è brutto, mi fa paura.”.
    I due continuavano a litigare futilmente e Rose non c’è la faceva più.
    La strada era bagnata per colpa del temporale di poche ore prima, era tarda sera e il buio dominava il cielo ormai.
    “Basta voi due ora!” tuonò Rose voltandosi verso i due, distogliendo lo sguardo dalla strada. Mollò il volante e si voltò verso i ragazzi per fermarli.
    “Mamma!” esclama Matt prima che si sentisse un botto e la macchina si accartocciò come una lattina.
    Si sentiva il rumore assordante dal clacson suonare in continuazione, Rose era appoggiata con la testa al volante che perdeva sangue dalla fronte. Matt era svenuto dopo il colpo preso ed era accasciato sul sedile. Jo era l’unica cosciente. Si guardò intorno non capendo cosa fosse successo. Aprì con tutta la forza che aveva nel suo esile corpicino la portiera ed uscì dal rottame dell’auto. Iniziò di nuovo a piovere.
    Camminò fino alla strada, era sporca di sangue su tutto il vestitino.
    La macchina era sbandata ed era finita sul guard rail. Un auto si fermò vedendo questa bambina di appena dieci anni, camminare senza meta facendosi quasi investire.
    “Oddio … ” esclamò la donna scendendo dalla macchina e vedendo il disastro. Chiamò immediatamente un ambulanza.
    Dopo qualche minuto arrivarono i soccorsi. Un paramedico prese Jo imbraccio e la mise sull’ambulanza dopo che gli altri aiutanti tolsero Matt e Rose dai rottami e aver messo il primo su una brandina. Fecero salire Rose sull’ambulanza dopo aver posizionato la brandina dentro alla macchina.
    Rose era in stato confusionale e Jo la osservava senza dir nulla, poi si voltò e si vide riflessa nel finestrino: non aveva nessun graffio né sul viso né su altre parti del corpo.
    Dopo qualche minuto di coda arrivarono all’ospedale più vicino, portarono immediatamente Matt in sala operatoria. La piccola aspettò in sala d’attesa aspettando che pure la mamma si riprendesse dalla botta. Stava seduta su una sedia della stanza e osservava le altre persone senza dir parola.
    Rose si riprese e sapendo la notizia che il figlio più grande fosse sotto i ferri le spezzò il cuore ed iniziò a piangere disperata. L’infermiere cercò di rincuorarla inutilmente, soprattutto dopo la notizia della morte di Matt.
    “Noooo!!!” urlò Rose con il cuore in gola continuando a piangere, Jo guardava la mamma piangere e non ne capiva il motivo.
    “Piccola stai bene tu?” chiese un’ infermiera con tono gentile accarezzando i capelli alla bambina.
    Lei annuì continuando a guardare la madre.
    I giorni seguenti furono i più difficili: Rose stava malissimo, per non dire da schifo, e Jo sentiva la mancanza del fratello.
    La piccola si avvicinò alla madre, che stava sdraiata sul divano e guardare la tv con in mano una bottiglia di vodka forte.
    “Mamma dov’è Matt?” chiese Jo cercando lo sguardo della madre.
    “E’ partito.” rispose semplicemente lei bevendo un sorso dalla bottiglia.
    “Partito per dove? E quando torna?” continuò a chiedere abbracciando l’orsacchiotto.
    “Per un luogo … Per un luogo migliore, e non torna …” rispose ancora la mamma asciugandosi le lacrime.
    Jo non disse più nulla e tornò davanti alla finestra: fuori continuava a piovere, lei odiava la pioggia.
     
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  7. bloodyjane
     
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    Moooooooooooolto interessante, mi chiedo cosa sta per succedere a Jo... continua così!!!!
     
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  8. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    CITAZIONE
    Moooooooooooolto interessante, mi chiedo cosa sta per succedere a Jo... continua così!!!!

    Grazie tante! :) Domani posterò il terzo capitolo. Son felice che piaccia dato che è la mia prima fan fiction.
     
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  9. Amariah
     
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    Ciao!!! Avevo cominciato a leggere questa fanfiction su EFP ma adesso posso commentarla per bene!

    Devo farti i miei complimenti, mi ha subito presa la tua storia!!!
    ( anch'io ho capito dopo che non era Jo Harvelle ^_^ )
     
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  10. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    CITAZIONE
    Ciao!!! Avevo cominciato a leggere questa fanfiction su EFP ma adesso posso commentarla per bene!

    Devo farti i miei complimenti, mi ha subito presa la tua storia!!!
    ( anch'io ho capito dopo che non era Jo Harvelle )

    Oddio, veramente? *--* Ed io che credevo che non la calcolasse nessuno AHAHA ringrazio anche te :) (per l'esattezza, la mia Jo è quella che c'è nella figura all'inizio del primo capitolo )
     
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  11. Vivaldi4love
     
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    bello anche questo capitolo, che tristezza però.........
     
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  12. sahany09
     
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    Ah, scusa. Avevo letto molto distrattamente le presentazioni e avevo visto l'immagine, rimanendo concentrata su Lucifero e arrivando a conclusioni affrettate.
    Comunque, davvero molto intrigante.
    Beh, allora a domani.
     
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  13. mely winchester
     
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    Jò è bellissima questa fan fiction ti giuro che mi è piaciuta subito! sei bravissima! mi ha preso subito davvero interessante...aspetto il seguito allora! :)
    scommetto che il nome lo hai messo apposta perchè è come il tuo? ^_^
    complimenti tesoro
     
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  14. O.o° Cr@zy TRiCKSTeR °o.O
     
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    CITAZIONE
    Ah, scusa. Avevo letto molto distrattamente le presentazioni e avevo visto l'immagine, rimanendo concentrata su Lucifero e arrivando a conclusioni affrettate.
    Comunque, davvero molto intrigante.
    Beh, allora a domani.

    Non ti preoccupare, può capitare :D

    CITAZIONE
    Jò è bellissima questa fan fiction ti giuro che mi è piaciuta subito! sei bravissima! mi ha preso subito davvero interessante...aspetto il seguito allora!
    scommetto che il nome lo hai messo apposta perchè è come il tuo?
    complimenti tesoro

    Ne sono felice *___* speravo ti piacesse ^///^ Volete il seguito? Eccolo ....




    Capitolo 3

    Non riusciva a dormire, fuori da quella cella buia c’era troppo rumore.
    Aprì lentamente gli occhi e si avvicinò stando a gattoni alla porticina di ferro e cercò di scrutare quale fosse la causa di tanto frastuono. Non riusciva a vedere nulla. Fece un sobbalzo quando qualcosa e, molto più probabilmente qualcuno, diede un colpo alla porta delle cella.
    “Sveglia!!!” urlò una voce da fuori e Jo si strusciò gli occhi. Si spalancò di colpo la porticina e si vide un uomo davanti agli occhi, che la prese per un braccio e la buttò fuori da lì.
    “Ahia! Che modi!” disse lei toccandosi l’arto dolorante e si voltò. “Cosa, cosa volete farmi?” si informò poi osservando le altre persone che vennero trattate come lei.
    “Non fare domande dato che IO non ti risponderò sicuramente” disse l’uomo guardandola. “Però non sono così scortese da non presentarmi a una ragazza della tua evidente bellezza. Io sono …” non finì la frase perché venne interrotto dalla stessa Jo che si alzò e gli andò faccia a faccia.
    “Tu sei solo un bastardo … Cosa diavolo volete …” iniziò a dire lei prima che l’uomo le tirasse una cinquina in piena guancia. Jo si tenne lo zigomo colpito e lo guardò.
    “Ti ho detto che non puoi fare domande, inutile umana. Ora vieni con me” le ripeté l’uomo prendendola per i capelli e buttandola con gli altri, un ammasso di persone, o come sentì dire da qualche uomo, un ammasso di anime. Era forse morta?
    Arrivò un altro uomo, lo aveva già visto, lo riconobbe dalla voce.
    “Allora oggi chi si diverte con me sulla ruota?” chiese guardando tutte quelle povere anime spintonarsi per sfuggire allo sguardo di quell’uomo.
    “Mmmm avevo promesso a … a te dolcezza che saremmo stati per un po’ a giocare insieme vero?” domandò prendendo il viso con una mano a Jo che quasi gli ringhiava contro. “Non ti piace l’idea? Fa nulla!” esclama lui mentre due demoni, così aveva sentito dire da qualcuno che si chiamavano, la legavano i polsi con delle catene, quasi al punto di farli sanguinare.
    “Tu sei … “ incominciò a dire Jo facendo un piccolo gemito di dolore e guardandolo in malo modo.
    “Alaistar tesoro, il tuo nuovo compagno di giochetti simpatici …” finisce lui per Jo facendo un sorrisino ironico. Poi tornò immediatamente serio e fece cenno ai due demoni di trascinarla nella stanza indicata con un gesto della mano senza essere visto, i due annuirono e fecero quello chiesto.
    Lei sentì la porta chiudersi dietro le sue spalle e osservò con aria preoccupata la ruota usata per torturare altre anime. Andò subito sulla porta iniziando a sbattere i pugni su di essa chiedendo aiuto. Una mano le accarezzò i capelli e si voltò subito ma non fece il tempo di scappare che Alaistar le prese il polso e la sbatté sullo strumento di tortura, lei inarcò la schiena da dolore mentre lui la immobilizzava con altre catene.
    “Cosa vuoi farmi stronzo?” chiese Jo mordendosi il labbro per il dolore che provava sentendo le catene stringerle le vene.
    “Oooh nulla di che … Ti dispiace se ti tagliuzzo un po’ la tua morbida pelle?” chiese Alaistar prima di prendere un coltello appuntito e sfregiarle il viso ferendole la guancia.
    Lei digrignò i denti e cercò di dargli un calcio agli stinchi ma con nulli risultati.
    Alaistar ridacchiò divertito e continuò a sfregiarle la pelle scendendo dal viso al collo, guardandola fissa negli occhi. “Non ti piace tesoro?” le domandò con un sorrisino sul volto.
    Jo gli sputò in faccia aggrottando la fronte con, negli occhi, rabbia e dolore.
    Lui si pulì dalla saliva con espressione schifata e si schiarì la voce “Una ragazza come te si comporta così?” chiese poi tagliandole la maglietta con la punta della lama facendola scivolare verticalmente, squarciando in due il capo d’abbigliamento.
    “Mmmmmh mi mancava farlo …” ammise l’uomo appoggiando la punta della lama sul ventre di Jo, che tenne il respiro e la pancia in dentro. “Hai paura che ti ferisca anche qui? Non ti preoccupare, non voglio ucciderti, o per lo meno non ancora …” aggiunse con mezzo sorrisino ridacchiando a labbra serrate.
    “Cosa vuoi da me? Io, io sono solo una ragazza non, non ho nulla da offrire a voi, voi demoni …” fece notare lei cercando con sforzo invano di liberarsi dalla morsa delle catene.
    “Beh la tua anima e il tuo corpo ormai appartengono a questo luogo, dolcezza … Non puoi più farci nulla.” la informò Alaistar tornando con la lama sul viso di lei.
    “Cosa, cosa vuoi dire con ciò?” domandò Jo senza capire guardando con la coda dell’occhio la punta del pugnale accarezzarle lo zigomo.
    “Mi spiace, non posso rispondere alle tue futili domande tesoro, io ho solo il compito di torturarti …” rispose lui semplicemente con tono allegro sul finale della frase.
    Lei si guardò intorno deglutendo a vuoto e poi porse lo sguardo sul viso di Alaistar. “Ti piace così tanto tagliarmi la pelle con quel pugnale che hai lì in mano? Cos’è? Ti piace vedere il mio …” non finì la frase che lui le diede un accoltellata alla pancia che le fece sputare il sangue a terra.
    “ Il tuo sangue? Si, molto tesoro …” continuò Alaistar per lei con un sorriso finto sulle labbra. Poi leccò il pugnale sporco di sangue guardando le labbra di Jo.
    Lei chinò la testa e non aveva quasi più respiro per la posizione alquanto scomoda.
    “Evidentemente non sai nulla del tuo passato.” Sbottò all’improvviso lui mentre decideva un'altra arma con cui provocarle dolore.
    “Sul mio passato? Cosa diavolo stai blaterando brutto …” non riuscì a continuare per un'altra coltellata ma stavolta nel petto, vicino al cuore.
    “Si, sul tuo passato … Se mi fai queste domande vuol dire che non sai nulla del patto che fece tua madre …” disse lui facendo girare la lama nella ferita e sorrise divertito quando sentì Jo fare un urletto di dolore.
    “Mia, mia madre? Cosa … cosa centra lei ora? Patto? Che …” riusciva a respirare con fatica e aveva il sangue che le scivolava dalle labbra sulla pelle e gocciolava per terra.
    “Un patto … Un patto con Lui dolcezza … Un patto per riavere il tuo caro fratellino.” la informò pulendo la lama con uno straccio e la lucidò per bene.
    “Mio, mio fratello? Come, com’è possibile? Lui, lui è … morto …” dice Jo deglutendo a vuoto trattenendo le lacrime.
    “Lo era, tesoro … Ora è vivo e vegeto grazie a te, grazie al tuo sacrificio.” la corresse Alaistar strappandole ancora di più la maglietta.
    “Mio, mio sacrificio?” domandò ancora non capendo il discorso fatto dal demone scalciando per fermarlo ma senza risultati.
    Alaistar la guarda senza dir nulla. Poi le sfiora i capelli e la guarda negli occhi. “Per oggi ti ho detto abbastanza, non ci sarebbe gusto dirti tutto ora no? Quindi …” disse prima di schioccare le dita e far cadere Jo per terra. Lei si tenne il ventre sputando ancora sangue e cercò di alzare il viso con scarsi risultati.
    Il demone sospirò e trascinò Jo per i capelli fuori dalla stanza per poi buttarla di nuovo nella sua buia e orrida cella. “A presto dolcezza …” sentì dire lei prima che la porticina si chiudesse con forza.
    Jo si pulì la bocca dal sangue con gli stracci della maglietta e si guardò i polsi viola e doloranti, una lacrima cadde sulla pelle e tirò su con il naso.
    Stette lì, in ginocchio, a piangere in silenzio con la testa china e non disse nulla, nemmeno una parola.
     
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  15. Vivaldi4love
     
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    maledetto Alastair... povera Jo, al dolore non c'è mai fine :(
     
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168 replies since 28/4/2011, 12:40   1589 views
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