How did all begin

One shot by bloodyjane

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  1. bloodyjane
     
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    Titolo Fan Fiction: How did all begin
    Nome/Nick autore: bloodyjane
    Fandom: Supernatural
    Timeline: in realtà, non si inserisce in nessuna delle serie di Spn, ma prima, tra il 1955 e il 1977
    Sommario: sono alcuni momenti della vita di Joan Archer, protagonista della mia FF, che ho voluto mettere su "carta"
    Spoiler: nessuno
    Disclaimer: i personaggi delle serie, in questo caso solo Azazel, non mi appartengono l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: ho questi momenti della vita di Joan prima dell'Inferno stampati in mente, e ho pensato di raccoglierli in un'unica one shot, per farveli conoscere, perdonatemi se fa un pò schifo ma l'ho scritta di getto...

    La guarda: è bella. Molto bella. E giovane, avrà al massimo vent’anni, una cascata di capelli neri acconciati in ricci eleganti e gli occhi dello stesso colore, che ogni tanto lo fissano. Il vestito che indossa, di un bel colore rosso, le scivola sui fianchi in maniera perfetta.
    Dal momento in cui è entrato in quel piccolo locale a Broken Arrow, l’ha notata, e sa che anche lei ha notato lui: deve solo aspettare. Ordina un altro bicchiere di scotch, e se lo scola tutto d’un fiato. Sarà lei ad andare lì, lo sa.
    “Ciao” dice una voce accanto a sé. Si volta leggermente, e se la ritrova davanti: i suoi occhi sono ancora più belli, e il suo profumo di rosa gli arriva alle narici con forza.
    “Buonasera” risponde, affabile: meglio cominciare con eleganza, deve fidarsi di lui, abbastanza a lungo da permettergli di compiere quella parte del piano.
    “Non ti ho mai visto da queste parti, sei nuovo?”
    “Sono… di passaggio, in realtà. La mia macchina si è rotta, e devo farla riparare”.
    “Oh” fa lei, dispiaciuta.
    “Ma mi piace Broken Arrow, per quel che ho potuto vedere è una città piena di cose belle” afferma, fissandola di sottecchi. Lei ride, un po’ imbarazzata, guardando da un’altra parte: ce l’ha fatta, l’ha conquistata. È stato così facile, in fin dei conti.
    “Sì, ci sono… belle cose qui, se si cercano”.
    “Io credo di aver già trovato qualcosa” fa, fissandola negli occhi: vuole vedere fino a che punto quella ragazza è disposta ad andare e sbatte le palpebre, mostrandole (anche se solo per un attimo) le sue pupille giallo paglierino. Ma, a parte un moto istantaneo di sorpresa, la ragazza non dice nulla.
    Sorride: è davvero perfetta.

    È passato poco meno di un anno dalla sua ultima visita a Broken Arrow, e un bel po’ di cose sono cambiate. Si aggira per i piani del nosocomio cittadino, passando del tutto inosservato grazie ai suoi abiti, in cerca di un reparto specifico: al terzo piano, finalmente, lo trova. Un sorriso si stende sul suo volto, mentre legge la scritta che indica il reparto di ginecologia.
    Apre la porta, e saluta una giovane infermiera… anche lei è carina. Cammina lungo la corsia, e guarda in ogni stanza, trovando quello che cercava dopo aver guardato in sei di esse: una giovane donna, con i capelli neri raccolti, è sdraiata su un letto e accanto a lei c’è un uomo, poco più grande di lei, ed entrambi fissano una bimba tenuta fra le braccia della donna: lei con le sue pupille nere e lui con le iridi quasi color ghiaccio.
    Improvvisamente, la bimba spalanca le palpebre e lo fissa, curiosa e attenta: la madre e il padre ridono, e iniziano a dire le cose senza senso che dicono gli umani quando hanno dei bambini. “Cresci bene, piccina. Prima o poi, verrò a trovarti” sussurra, prima di voltarsi e andare via.

    Stavolta, non vuole proprio farsi vedere: sguscia nella casa, in mezzo a tutte quelle persone vestite di nero, che porgono le condoglianze a una donna che sembra non avere niente per cui piangere. Altre persone, invece, guardano la foto di un uomo, di una trentina d’anni, che sorride con gli occhi chiari che s’illuminano. Seduta sul divano c’è una figura piccola, una bambina che sembra più grande dei suoi sette anni, con quell’abito nero con un merletto all’orlo della gonna, che tiene stretta al petto una cornice: dentro c’è una foto che ritrae lei e l’uomo nella foto grande. Le sue guance sono rigate di lacrime, che non smettono di uscire dai suoi occhi neri, come quelli di sua madre, e fissa il vuoto davanti a sé.
    Si avvicina, senza farsi notare da nessuno, e le accarezza una guancia, quasi a volergli asciugare le lacrime: in realtà, vuole fargli capire che c’è qualcun altro, per lei. Qualcuno che, un giorno, sarà pronta a difendere.

    New York sembra fatta apposta per lui e i suoi figli. Proprio in quel momento, sta fissando un locale nel Lower East Side di Manhnattan, più precisamente al 315 di Bower Street: si chiama CBGB’s, fanno una musica strana, diversa, nuova… un sacco di rumore, così declamano i giornali di critica musicale. Un luogo in cui i giovani vanno a drogarsi e si ubriacano, si lamentano gli abitanti della zona. Sciocchi, quel rumore è appena un sussurro, confrontato con il luogo da cui proviene lui.
    Eccola, sta uscendo: indossa dei jeans ormai scoloriti e stracciati alle giunture, delle scarpe da ginnastica bianche e nere, una maglietta rossa con una macchia di cibo, un giubbotto di pelle e ai polsi porta dei bracciali neri con delle borchie. Però, ha un gusto particolare, pensa, posando la testa sulla spalla. Continua a fissarla: cammina in maniera strana, è ubriaca e forse anche drogata.
    Si avvicina, e lei gli sorride: sembra proprio sua madre. “Ciao” biascica, con un sorriso e facendo due passi verso di lui. Barcolla, e lui la prende al volo.
    “Dovresti fare più attenzione a dove metti i piedi, sai?” dice.
    La ragazza ride: sì, è ubriaca. “Tu… sei particolare. Mi piaci” fa, e avvicina il viso al suo. Lui la allontana, e la porta via da tutto quel trambusto. “Ehi, ma che cazzo… chi sei?”
    “Davvero non lo sai, piccolina?”
    “No, e lasciami” e prova a divincolarsi. Anche se ha bevuto, ha ancora una certa forza: proprio ciò che gli serve.
    “Non fare storie, ti puoi fidare di me”.
    “Mai fidarsi di un uomo che non vuole fare sesso con te, questo è ciò che penso io”. La prende per le spalle, e la sbatte contro un muro, fissandola con i suoi occhi giallo paglierino.
    “Adesso sai chi sono?”
    “Porca puttana, quell’acido è davvero una bomba” sussurra.
    “Sono tuo padre, ragazzina” risponde, continuando a guardarla. “E tu farai esattamente quello che ti dirò”.
    “Io non sto agli ordini di nessuno”. Le mette una mano sul mento, schiacciandole la testa contro la parete: sente la rabbia crescere sempre di più dentro di lui, non può permettersi di perderla.
    “Stammi a sentire, puttana: ho investito tutto quanto su di te e sugli altri, non rovinerai il mio piano, chiaro?” Lei lo guarda, senza capire.
    “Chi cazzo sei?” sente dire dalla voce di sua figlia.
    “Sono tuo padre. Mi chiamo Azazel, e sono un demone”. Prima che lei possa anche solo sgranare gli occhi per la sorpresa, l’ha già portata all’Inferno.
     
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  2. sahany09
     
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    Wow, Bloody! Perché dici che fa schifo? Cioè, perché dici che l'hai scritta da schifo? Non ti svalutare così!
    Bell'idea!
    Ora sappiamo com'è cominciata.
    Complimenti.
    SPOILER (click to view)
    Sta arrivando qualcosa da parte mia. Sono riuscita a scrivere qualche altra riga.
     
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  3. bloodyjane
     
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    Dico che fa schifo perché l'ho scritta in appena un'ora e mezza, dopo essere tornata a casa da un'uscita con amici, quindi non ho potuto controllare se scorresse bene... queste cose, però, sono solo dei piccoli spezzoni, li approfondirò nella FF
    SPOILER (click to view)
    ho letto il tuo capitolo prima di risponderti qui, per la FF invece si dovrà aspettare: esame in vista, purtroppo
     
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  4. sahany09
     
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    Per averla scritta in un'ora e mezzo direi che va benissimo.
    Aspetto gli approfondimenti. :D :D
    SPOILER (click to view)
    P.S. : non ti preoccupare per il tempo. Anch'io andrò a rilento.
     
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  5. John7776
     
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    ehi ho letto questo racconto ieri è mi piaciuto tanto complimenti!!!
     
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  6. Vivaldi4love
     
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    Ma è un capolavoro cara ^^
    Sempre una scrittura ineccepibile, bravissima!
     
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  7. bloodyjane
     
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    Grazie ragazzi allora scrivo bene anche se ci metto poco

    Edited by bloodyjane - 29/5/2011, 17:24
     
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  8. Amariah
     
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    Che bella! Davvero molto interessante leggere come tutto è iniziato!
    Davvero bella!
     
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  9. fuffimary
     
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    tesoro come vedi finalmente sono riuscita a commentare anche questa tua fanfic, complimenti anche questa scritta benissimo. lo sai che mi piace un sacco come scrivi, anche se ci metti poco . E' stato interessante conoscere il passato di Joan anche se uno scorcio, e vedere come è nata.
    aspettando un nuovo aggiornamento ti rinnovo i complimenti e ti mando baci ^_^
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Molto bella, ti devo dire che mi è piaciuta parecchio.. Soprattutto il finale quando c'è il dialogo tra Azazel e la figlia e l'ultima frase è ad effetto... Sei stata molto brava.. Ti faccio i miei complimenti :D

    PS: A volte le cose scritte in un'ora e mezza vengono meglio di quelle scritte pensandoci... A volte l'istinto vince sulla riflessione :D
     
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  11. bloodyjane
     
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    @mary: era ora che la leggessi :lol: il passato di Joan ricorrerà altre volte, anche nella ff, ma sentivo che questi pezzi dovevano stare tutti assieme;
    @gabrielle: quello è l'unico dialogo che ho scritto fra Azazel e Joan, pensandoci.
     
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  12. sahany09
     
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    Se ti fa piacere saperlo l'ho riletta.
    Ottima. :D
     
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    Beatrice

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    Wow bello!! Così ora so cm è iniziato tutto.. Certo k Azazel fa proprio progetti a lungo termine, i mezzi demoni inventati da te e i bimbi speciali..
    Bravissima cm sempre!!
     
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12 replies since 21/1/2011, 00:04   178 views
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