Ricercatori di Ombre (seconda stagione)

Fan Fiction a puntate di Alessandra Paoloni

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  1. Vivaldi4love
     
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    ^^
    non preoccuparti
     
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  2. sahany09
     
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    Non dirlo a me !! In queste ultime settimane sono stata impegnata in vari fronti e la scrittura ne ha risentito pesantemente. Ma forse, essermi dovuta fermare sarà un vantaggio per te che potrai metterti in pari. Tra l'altro, comunque il ritmo continuerà a essere un pò lento, quindi, prenditi pure il tempo che vuoi. :) E quando vorrai, - e potrai - torna perché la tua ff mi piace molto.
     
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  3. John7776
     
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    ho recuperato quando posso commenterò bene :)
     
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  4. Bet Grave
     
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    Grazie a tutti, sul serio! Non scrivere più le avventure dei Gravestone mi costa fatica :( farò di tutto per rimettermi in pari, chi mi conosce è abituato ai miei momenti di stallo e a quelli di frenetica produzione :P
    Grazie a tutti comunque!! :)
     
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  5. LoveCass
     
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    Aspetterò pazietemente il tuo ritorno che sircuamente ci lascerà a tutti senza parole
     
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  6. Bet Grave
     
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    estercoltricercatoridiombre



    2x05"Carry on my wayward son"(terza parte)
    Info

    Titolo originale: Carry on my wayward son (terza parte)
    Episodio: 2x05
    Data messa in onda: 04/06/12
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)


    Il motel abbandonato dava l'impressione di dover crollare da un momento all'altro. A parte l'erba incolta che vi cresceva tutt'intorno e alcuni vetri rotti alle finestre, in alcuni punti era pressoché sprovvisto del tetto che doveva essere crollato in tempi non troppo recenti. A occhio e croce poteva avere una ventina di stanze, ed era molto più modesto rispetto a quello che si aspettavano di trovare i Gravestone e Bobby. Semmai qualcuno fosse intrappolato lì dentro allora era rimasto incastrato sotto qualche pilastro.
    - Secondo voi da dove si entra?- domandò Sean osservando la precaria costruzione con aria di chi desiderava tutto tranne che entrare in quel vecchio edificio.
    William e Bobby si lanciarono un'occhiata. Era il caso di separarsi? Con due squadre di ricerca forse avrebbero trovato la cacciatrice impiegando la metà del tempo. Anche se entrambi non sapevano cosa sarebbe stato più opportuno fare in caso avessero incontrato il Malfas. William, sebbene fosse stato per tutto quel tempo sulle sue tracce, non aveva ancora compreso le dinamiche dei suoi spostamenti o quali piani avesse in mente. E nella caccia se non si conoscono le mosse del nemico, allora si agisce sempre con un grande svantaggio. Le probabilità di restarci secchi aumentano.
    - Justin tu vieni con me.- disse facendo cenno al figlio minore di seguirlo- Noi cerchiamo un modo per entrare dal retro. Voi tre scavalcate una delle finestre rotte.
    - Come facciamo a segnalare la nostra posizione quando saremo all'interno?- domandò Sean imbracciando il suo fucile.
    - Spara in aria.- rispose Bobby
    - E speriamo che non ci crolli tutto addosso.- finì Betsy.
    La ragazza teneva stretto in una mano un pugnale. Non sapeva maneggiare le pistole e sebbene non sapesse neppure impugnare correttamente una lama si sentiva più al sicuro con quel coltello affilato che senza. Chi li avesse vesti in quel momento chissà cosa avrebbe pensato: uomini armati all'assalto di un vecchio edificio fatiscente. Roba da pazzi.
    - State attenti.- si raccomandò William prima d'allontanarsi.
    Si scambiò con Bobby un'altra occhiata che stava a dire “tienili d'occhio mi raccomando”. Il cacciatore burbero si sfiorò la visiera del cappello in segno di assenso. Poi spronò i ragazzi a farsi avanti e a iniziare la ricerca di Ester Colt.
    William e Justin scomparvero alla vista quando fecero il giro dell'edificio. Allora Bobby adocchiò una finestra dalla quale sarebbero potuti entrare; i vetri erano già rotti bastava solo mandare in frantumi quelli che a stento si reggevano ancora nell'intelaiatura.
    - Attenti a non affettarvi la carne, non abbiamo tempo per ricucirci.- si raccomandò Bobby mentre si sfilava il suo gilet e se lo avvolgeva attorno al pugno della mano per colpire i vetri rimasti della finestra e creare un varco più sicuro nel quale entrare.
    - E se è già morta?- domandò Betsy mentre guardava il cacciatore scavalcare la finestra con un movimento non proprio agile.
    - La ragazza dici?
    Sean le fece cenno di seguire Bobby e Betsy ubbidì stando bene attenta a non tagliarsi. Quando si ritrovò dall'altra parte, all'interno di quella che doveva essere stata un tempo una camera matrimoniale, calpestò vetri rotti e oggetti svariati caduti a terra tra i quali pezzi di legno e calcinacci crollati dal soffitto e dalle pareti.
    - Se è morta portiamo fuori il suo cadavere e lo bruciamo come si fa coi cacciatori. Giusto Bobby?
    Sean raggiunse subito sua sorella e si guardò attorno. Quell'edificio era davvero pericolante, visto da fuori non si poteva fare una stima precisa dei danni che c'erano lì dentro. Per riportare quel luogo agli antichi splendori, semmai ne aveva avuti, era necessario demolire tutto e ricostruire dal principio.
    - Non mi piace qui.- disse raggiungendo a passi lenti Bobby che si era già piazzato al centro della stanza.
    - Ah sul serio?- lo rimbeccò il cacciatore- E io che pensavo di alloggiarci stanotte conclusa questa storiaccia...
    Betsy stava attenta a non conficcarsi un vetro nella pianta dei piedi e avanzava cauta, forse troppo lentamente. Ebbe la sgradevolissima sensazione di aver commesso un errore, e quando sentì quello scricchiolio sulla sua testa ne ricevette conferma. Sentì Sean urlarle qualcosa, poi l'intonaco del soffitto le cadde sulla testa proprio come se quella cascata di detriti stesse attendendo il suo arrivo. Betsy perse subito conoscenza e Bobby e Sean si precipitarono subito a controllare la gravità delle sue ferite. O se fosse ancora viva.
    A pochi metri da loro, il demone che aveva assassinato Justin, si godeva la scena con un ghigno divertito dipinto sulla faccia che di umano ben poco aveva. E il primo gruppetto di sciagurati, pensò, era già sistemato. Quegli stolti erano caduti in trappola come topi, ed eliminarli non sarebbe stato poi così divertente come aveva sperato...

    William e Justin, che si trovavano esattamente dalla parte opposta, udirono quello schianto e si bloccarono su loro stessi. Stavano avanzando per un corridoio stretto e disagiato, dopo essere entrati da una porta sul retro scardinata. In quella parte del motel gli sciacalli avevano già fatto razzie di oggetti e mobili perché le prime due stanze che avevano controllato erano completamente spoglie. Spoglie e deserte. Fermi al centro del corridoio parve loro di sentire le voci di Bobby e Sean, come se provenissero da un'altra realtà parallela, o fossero nascoste dentro le mura scrostate.
    - Merda...
    William temette, e a ragione quella volta, il peggio. Che il Malfas si fosse già manifestato? Rischiava di perdere un altro dei suoi figli....
    Fece per riprendere a camminare e più spedito questa volta quando Justin lo tirò per la manica della camicia.
    - Lo senti anche tu papà?
    Un rumore più vicino, come un mugolio sommesso e agitato. William si pose in ascolto. Per qualche istante dominò il silenzio, anche le voce confuse di Bobby e Sean erano scomparse tant'è che entrambi pensarono fossero state solo uno scherzo della loro mente, o di quel demonio nascosto lì da qualche parte.
    Il mugolio invece si ripeté, più forte questa volta.
    - Dietro quella porta...- parlò William dirigendosi verso un'entrata sbarrata alla sua sinistra.
    Justin, la pistola stretta nel pugno, lo seguì. Sperava che ci fosse il Malfas in quella camera così da fargli un buco nella fronte. Non sarebbe bastata quella mossa per rispedirlo da dove era venuto, ma si sarebbe tolto lo stesso un'enorme soddisfazione. William reputò pericoloso buttare giù la porta; se i cardini avessero ceduto probabilmente quella catapecchia sarebbe crollata sulle loro teste schiacciandoli come due formiche. Quindi si piazzò da un lato e girò lentamente la maniglia. Spalancò la porta e dopo aver impugnato il suo fucile fece irruzione. Justin gli era attaccato alle costole, pronto a fare fuoco.
    La stanza era spoglia come le precedenti, fatta eccezione per un sacco di nailon scuro che giaceva in un angolo. Quello si mosse facendo compiere a William e a suo figlio un balzo indietro. Justin per poco non fece partire un colpo. Il mugolio si ripeté, un suono gutturale e ovattato da non lasciare ogni dubbio: all'interno di quel sacco c'era una persona.
    William ordinò a suo figlio di coprirgli le spalle mentre s'avvicina per controllare. Cacciò fuori un coltellino a serramanico dalla tasca e diede voce a chiunque si trovasse intrappolato lì dentro di stare fermo se non voleva vedersi trapassate le carni. Il sacco animato si bloccò e William riuscì ad aprirlo senza alcuna difficoltà in due rivelando chi c'era all'interno. Il cacciatore ne aveva avuto sospetto fin da subito.
    - Ester! Ragazza mia ma che diamine t'è successo? Sei stata una sciocca a venire qua da sola, te l'avevo detto io di non fare stronzate.
    Justin si avvicinò di qualche passo per vedere meglio la cacciatrice: delle corde le tenevano legati i piedi e le mani e le labbra erano sigillate da un doppio strato di nastro adesivo. I capelli biondi le si erano arruffati attorno alla testa ricoprendole il volto e i numerosi ematomi che una dura lotta dovevano averle provocato. Anche sulle braccia mostrava i segni di un feroce combattimento corpo a corpo. La ragazza disse qualcosa che non riuscirono a comprendere; la sua voce era arrochita da tutti i tentativi andati a vuoto di chiamare aiuto. William la fece sedere e controllò che non avesse niente di rotto.
    - Non ero sola...- sussurrò la ragazza- ..c'erano altri...
    - Altri cacciatori?- le chiese William.
    Ester annuì con la testa.
    - E ora dove sono?
    - Morti. Tutti...
    La ragazza trattenne le lacrime e cercò di rialzarsi ma senza ottenere risultato. Era conciata piuttosto male. Justin distolse lo sguardo dalla cacciatrice e prese a guardarsi attorno. Solo allora s'accorse delle macchie che tappezzavano le pareti della stanza donando loro un effetto “spugnato”.
    Sangue. E forse interiora. In quel motel si doveva essere consumata una carneficina di cacciatori solo qualche tempo prima. Ma perché? Perché proprio in quel posto?
    - Papà dobbiamo muoverci.- disse puntando gli occhi sulla porta- Questo silenzio non mi piace. Troviamo gli altri e andiamo via.
    William fu d'accordo. Se davvero Ester diceva il vero allora lì non soltanto il Malfas doveva nascondersi. Si trovavano dentro la fossa dei serpenti, e quelli si nascondevano nel buio, negli angoli, pronti a strisciare fuori e mordere e dilaniare. Doveva portare la sua famiglia al sicuro. Prese Ester in braccio. La ragazza lamentò dolore; doveva essere portata in ospedale, e subito.
    - Andate già via?
    Quella voce smorzò la tensione per poi farla ricrescere di colpo. Justin aveva fatto bene a non staccare gli occhi dalla porta.
    Il Malfas, il quarto figlio, era apparso dal nulla e li fissava con fare divertito.
    - La festa non è ancora finita, anzi: deve appena iniziare. Sono commosso, sul serio. La mia famiglia tutta qui riunita e solo per me.
    Justin fece per sparare ma si bloccò. Sentì il sangue fluirgli al cervello e annebbiargli quasi la vista, ma non cedette dall'ira. Calcolò velocemente le probabilità di uccidere quel mostro, e s'accorse che erano pressoché nulle. Non potevano farla franca, non in quell'istante per lo meno, non in quel luogo. Erano in netto svantaggio. Suo padre doveva essere dello stesso avviso perché nemmeno lui fece partire un colpo.
    In realtà per William la situazione era più complicata, perché l'uomo ricordava bene gli istanti in cui quell'essere si trovava nella pancia di sua moglie, la sensazione di sentirlo muovere per la prima volta. Non riusciva ancora a credere che quella fonte di felicità fosse diventata motivo di sciagure e disgrazie. Quello non era più suo figlio, non lo era mai stato.
    - Siamo qua per lei, non per batterci con te.- disse a quel ragazzo che aveva gli occhi scuri come quelli di Allison e Betsy.
    Ester si agitò tra le sue braccia ma poi restò immobile. William nemmeno se ne accorse quando la cacciatrice gli sfilò dalla tasca il coltello a serramanico che vi aveva riposto una volta tagliato in due il sacco di nailon. Sperò di non doverlo utilizzare; era troppo esausta e le forze stavano per venirle meno.
    - Quindi dovrei lasciarvi andare?- rispose il Malfas incrociando le braccia al petto.
    Un semplice ragazzo come quello poteva contenere dentro di sé un male così grande da minacciare l'esistenza degli uomini? William paragonò la sua spavalda sicurezza a quella che ogni tanto assumeva Sean.
    Basta, quello non era figlio suo!
    - Justin, fratello, tu meglio di chiunque altro sai cosa si prova a tornare sulla terra.- continuò il Malfas- E ti sono debitore. Senza la tua morte oggi non sarei qui. E mi rincrescerebbe doverti uccidere. Di nuovo. Che voi ci crediate o no, non ho niente contro di voi. Mi avete ridato la vita, vorrei solo che non intralciaste più la mia strada.
    Sembrava davvero un ragazzo contrariato, in disputa con la propria famiglia. Era probabile che neppure lui sapesse quanto fosse pericoloso. Justin ascoltò quelle parole ingoiando a fatica la rabbia. Al contrario di suo padre vedeva quel ragazzo solo come un nemico da annientare. Non era parte della famiglia, non era nulla. La sua vita era stata distrutta a causa di quell'essere, e doveva pagarla cara.
    Ma il colpo che riecheggiò nella camera non partì dalla sua pistola.
    La pallottola entrò nel cranio del Malfas e non ne uscì. Restò intrappolata nel suo cervello che implose facendo schizzare sangue e parti cerebrali in aria come farebbe un pomodoro marcio gettato a terra. Il corpo di quel demonio si afflosciò su se stesso e la figura di Bobby comparve sulla porta, col fucile ancora spianato e caldo.
    - Sbrigatevi idioti, credete che l'abbia ammazzato? Usciamo di qui!
    Justin non se lo fece ripetere e senza degnare di uno sguardo quel corpo apparentemente senza vita, lo scavalcò per uscire in corridoio. Lì vide Sean che teneva tra le braccia Betsy, ancora priva di sensi. William guardò il Malfas per una manciata di secondi, poi seguì suo figlio.
    In pochi attimi erano già fuori da quell'edificio, e solo quando furono distanti qualche miglio il Malfas riaprì gli occhi e si rialzò come se non fosse accaduto nulla. Si pulì con la manica della maglietta il sangue che gli era colato dalla fronte, e fece scrocchiare la vertebra del collo.
    - Li lasciamo andare?- domandò il demone che aveva ucciso Justin permettendo così al Malfas di tornare.
    Castiel aveva tentato di eliminarlo conficcandogli una lama nel collo, ma il Malfas lo aveva successivamente salvato impedendogli così di migrare in un altro corpo e perdere uno dei suoi più fidati alleati.
    - Si, Liam.- rispose il Malfas- Sono inutili quanto sciocchi. Sono felice di non essere cresciuto in quella famiglia.
    Liam sghignazzò. Se William Gravestone avesse udito quelle parole non avrebbe esitato a far fuori quel mostro, che aveva cessato di essere umano non appena era stato strappato dal ventre di Allison.
    - Rimettetevi al lavoro. Scavate più in profondità sotto queste macerie.- comandò poi il Malfas.
    Liam assentì e s'allontanò, pronto a dare disposizioni ai demoni inferiori che erano al loro servizio. Sotto una delle stanze abbandonate del motel erano all'opera una dozzina di uomini dagli occhi color della pece; un cratere del diametro di qualche metro si affacciava su una voragine scura che nascondeva qualcosa che l'umanità non avrebbe mai dovuto conoscere...

    Anisha raggiunse i Gravestone in ospedale. Non si stupì quando seppe da Bobby che c'erano stati degli incidenti durante il sopralluogo al vecchio motel. Col cuore rigonfio di ansia non faticò a trovare la stanza dove Betsy, con la testa fasciata, riposava in un letto all'apparenza serena. Anisha si soffermò qualche istante a fissare la ragazza. Le parole di Castiel le risuonarono nella testa come un disco rotto ma la medium si sforzò di restare calma e di non assumere un atteggiamento sospetto, e si aprì in un sorriso.
    - Almeno siete tutti vivi.- commentò entrando nella stanza- Sapevo fosse una pessima idea raggiungere quel posto. E quella cacciatrice? L'avete trovata o...
    Ester diede un colpetto di tosse e Anisha si voltò nella sua direzione. La ragazza giaceva nel letto accanto, col volto ricoperto da lividi del quale si potevano riconoscere lo stesso i bei lineamenti. William le fece cenno di uscire dalla stanza e la precedette. Non appena la medium si mosse Bobby la seguì.
    - Ecco che si riuniscono per sparlare alle nostre spalle.- commentò Sean sarcastico- Una riunione “tra adulti”...
    Justin, che non aveva ancora aperto bocca dal suo incontro col Malfas, s'avvicinò al letto di Ester Colt sedendosi ai piedi della ragazza.
    - Ti va di raccontarci cosa è accaduto prima che arrivassimo? Credimi, anche mio padre e Bobby ti faranno questa stessa domanda ma sarà più un'inquisizione per te.
    Sean si sistemò con la schiena contro il muro incrociando le braccia, attento ad ascoltare cosa Ester avrebbe avuto da dire. Betsy si accomodò meglio sul letto; la testa le doleva ancora per la tremenda botta ricevuta, ma ringraziò lo stesso Dio perché avrebbe potuto rimetterci le penne quel giorno.
    Ester, sentendosi gli occhi dei tre Gravestone puntati addosso, si schiarì la voce e iniziò a raccontare...

    - Lì sotto c'è qualcosa, ecco perché il Malfas si trovava in quel motel fatiscente.
    Anisha era riuscita a mettersi in contatto con i medium della zona e tutti erano concordi su quell'unica spiegazione. Le insolite attività paranormali nonché le leggende che aleggiavano attorno a quel vecchio motel, avevano dato loro ragione di credere che il Malfas cercasse qualcosa in quella terra maledetta. Ma nessuno era riuscito a scoprire cosa con esattezza.
    - Non si sa quali siano i piani di quel demonio, a parte ammazzarci tutti?- domandò Bobby.
    Anisha scosse la testa.
    - Gli spiriti sono irrequieti, e nessuno si è offerto di mettersi in contatto con me. Hanno paura. E se gli spiriti temono quel demone, allora non immagino cosa potremmo aspettarci....
    - Non c'è alcuna speranza di poterlo redimere.- parlò William a voce bassa- Ho sperato e pregato in questi tempi di poter ritrovare in lui un briciolo di umanità, ma ciò non è possibile. Allison ne sarebbe distrutta. E io devo eliminarlo.
    Bobby stava per ripetergli per l'ennesima volta che quello non era il suo quarto figlio, ma non lo fece. William finalmente se ne stava rendendo conto da solo. Stava aprendo gli occhi su quella realtà terribile. Anisha osservò l'uomo e si chiese se fosse il caso di confessargli ciò che Castiel le aveva rilevato. Ma la coscienza le suggerì di non farlo. William era già provato da quella situazione, non voleva gettare altra benzina sul fuoco. A tempo debito la verità sarebbe saltata fuori da sola.
    - Cosa si fa, si torna in quel tugurio?- domandò Bobby.
    William ci pensò su qualche istante.
    - Lo farò io. Da solo. Lavorerò su questo caso e vi terrò aggiornati. Non appena Betsy starà meglio voglio che li portiate lontani da qui.
    - Ti sembra la cosa giusta da fare questa William?- gli domandò Anisha.
    - Al momento si. Se è destino che dovremmo lottare assieme contro il Malfas, allora lo faremo. Ma per adesso le nostre strade devono separarsi di nuovo. Cercate informazioni altrove, trovate un caso da risolvere. Tenete lontani i miei ragazzi da questa storia, almeno fino a quando non scopro cosa vuole quel demonio.
    Bobby e Anisha assentirono, il primo non troppo entusiasta di fare il baby-sitter ai Gravestone e la seconda preoccupata per tutto quello che attendeva loro.
    Il Malfas.
    Le Ombre di Morte.
    Il segreto di Castiel nonché gli angeli che gli davano la caccia.
    Troppe faccende da sistemare e il tempo che remava contro di loro.




    Nella prossima puntata i Gravestone figli faranno una capatina in una location apparsa in una puntata di Supernatural durante la seconda stagione.
    Ci sarà ancora la presenza di questa cacciatrice, Ester Colt della quale sapremo così qualcosa di più.
    Mentre per Castiel e il suo segreto dovremo attendere ancora....l'angelo è impegnato a nascondersi dai suoi "nemici". Se lo incontrate mi raccomando tenetelo nascosto!! Magari :P :P
    A presto!!!
     
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  7. sahany09
     
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    Ben tornata Bet e, come al solito, alla grande.
    Dunque, 'sto Malfas è duro da abbattere e...Ester Colt?
    Scusa, non ricordo se l' hai detto. Dovrei andare a rileggere la tua fiction, ma Colt? Parente di Samuel? Vabbè, forse sono un pò rincitrullita.
    Comunque, come al solito, oooooooooookay !!!


    Anch'io sto per tornare in pista. A brevissimo.
     
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  8. Vivaldi4love
     
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    wow che signor capitolo, stupendo... in ansia per Cass ma direi che ci sono abituata... Justin, non so, mi preoccupo...
     
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  9. Bet Grave
     
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    Ciao ragazze!! Grazie per aver letto..

    CITAZIONE
    Ester Colt?
    Scusa, non ricordo se l' hai detto. Dovrei andare a rileggere la tua fiction, ma Colt? Parente di Samuel?

    Si si lontana parente di quel Samuel XDDD e non sei rincitrullita è che è normale, ho fatto passare troppo tempo -.-'''

    Mi devo aggiornare con voi!!!

    CITAZIONE
    Justin, non so, mi preoccupo...

    Anche a me Romy...:(

    A presto!!! E intanto recupero pian pianino u.u
     
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  10. LoveCass
     
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    scusa per il ritardo, ma ho recuperato. :) Vinnanzitutto, hio molto da imparare da te e leggere tuoi lavori è sempore un piacere visto che sono molto belli e emozionanti
     
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  11. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Si si lontana parente di quel Samuel XDDD e non sei rincitrullita è che è normale, ho fatto passare troppo tempo -.-'''

    Ah ecco ! Mi sembrava. Oh, non preoccuparti per il tempo ! Quando puoi....
     
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  12. LoveCass
     
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    Ale mi potresti dire il nome dell'atrice che hai scelto per dare un volto a Betsy?
     
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56 replies since 20/10/2010, 08:43   665 views
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