Ricercatori di Ombre (seconda stagione)

Eccomi qua con la seconda parte della quinta puntata della seconda stagione. I Gravestone si ritrovano, mentre Castiel.....non vi dico nulla leggete o potrei rovinarvi la sorpresa
Intanto vi annuncio la presenza di una guest star: "Ester Colt". Vi dice nulla il cognome? Il prestavolto del personaggio è Kristen Bell e la locandina è ovviamente di Elisabetta Baldan, la grafica dei Ricercatori e non solo

William era stato a caccia del Malfas per tutto il tempo in cui era stato separato dai suoi figli. Quello che sarebbe dovuto essere il suo quarto figlio, il figlio strappato dal grembo della sua Allison moltissimi anni primi, era tornato sulla terra per capeggiare una legione di demoni infernali. La sua ascesa sarebbe stata inarrestabile, come una corsa agli armamenti. William si era staccato dalla sua famiglia credendo in tal di modo di attirare l'attenzione del mostro su di sé. Ma non aveva fatto i conti sull'imprevedibilità del caso, e soprattutto con la resurrezione di Justin. Castiel, l'angelo che si ostinava a tenere al sicuro i Gravestone sotto l'ala protettiva del suo impermeabile, era comparso a lui per avvisarlo di quel “particolare”. All'inizio l'uomo aveva creduto che quella fosse una sporca truffa, e gli ci era voluto molto tempo per prendere coraggio e chiamare i suoi figli per accertarsene di persona. Non voleva aggrapparsi a una falsa speranza.
E invece Justin era davvero vivo.
Inseguendo poi le orme del Malfas con i pochi indizi che aveva era giunto a Green River, nello Wyoming. Lì si era imbattuto in una giovane cacciatrice dal cognome famoso per chi come lui era infognato nel mondo della caccia. Ester Colt. Come il famigerato Samuel Colt, creatore dell'unica pistola in grado di ammazzare un demone con un solo buco nella fronte. La ragazza gli aveva subito rivelato le sue intenzioni: catturare ed eliminare il Malfas. In molti come lei si erano posti quell'obiettivo. Naturalmente Ester ignorava che il Malfas fosse il quarto figlio della famiglia Gravestone; il demone era un nemico dell'uomo e della sua specie. Non importava da dove avesse avuto origine e quale era stata la sua vicenda personale. William aveva provato a far desistere la ragazza dal suo intento; sarebbe andata dritta nella fossa dei leoni rimettendoci molto probabilmente la vita. Ma la cacciatrice bionda e minuta non accettò consigli né raccomandazioni. Lasciò a William solo un indirizzo.
- Se non mi vedi tornare entro due giorni puoi venire a cercarmi qui.- aveva detto.
La ragazza doveva aver localizzato il Malfas in una zona precisa poco fuori della città, per la precisione in un vecchio motel abbandonato. Disse che molti dei veggenti che conosceva avevano riscontrato un'insolita attività paranormale da quelle parti. William si ritrovò a chiedersi se anche Anisha avesse avuto le stesse sensazioni. Come previsto dalla ragazza William perse le sue tracce, e questa ulteriore motivazione lo spinse finalmente a richiamare i suoi ragazzi. Li aspettava al Flaming Gorge Motel, dove aveva prenotato una stanza anche per loro. L'attesa iniziava a logorargli i nervi, e una mattina di circa tre giorni dopo aver parlato coi suoi figli si era deciso ad andare a cercare la cacciatrice bionda da solo, quando sentì bussare alla porta della sua stanza. Armato della sua pistola s'avvicinò alla finestra che dava sulla strada, e il cuore gli balzò nel petto quando riconobbe la Ford grigia parcheggiata lì sotto.
- Papà sei lì?
La voce di Sean era inconfondibile. S'affrettò allora a far girare la chiave nella toppa e ad aprire la catenella. Eccola, la sua famiglia. Finalmente ritrovò il maggiore dei suoi figli Sean, che sembrò essere cresciuto di qualche centimetro dall'ultima volta che lo aveva visto. Rivide Betsy, la sua dolce e bella bambina per la quale tanto avrebbe voluto una vita normale spesa tra college scuola e magari una famiglia tutta sua; e infine Justin, il figlio che credeva di aver perduto. Fu lui che strinse a sé più degli altri, come c'era da aspettarselo. Nessuno osò intaccare quel momento, nemmeno Anisha e Bobby che entrarono per ultimi nella stanza. Dopo qualche minuto trascorso in totale silenzio, Bobby si decise a parlare.
- Spero tu abbia una valida motivazione per averci trascinato in questo posto. L'afa e il caldo mi ammazzeranno se prima non lo farà un demone!
William salutò anche il suo vecchio amico brontolone e infine Anisha, visibilmente commossa.
- C'è un posto che dobbiamo controllare.- gli rispose William- E una cacciatrice è scomparsa. Non la sento da giorni e...
- Hai una storia con lei, papà?- domandò Sean con tono ironico nella voce.
William trattenne a stento una risata.
- Ha più o meno la tua età, giovanotto.
- Allora meglio così.- rispose Sean sfregandosi le mani. Ma poi tornò subito serio- E' lui, vero? Il Malfas l'ha fatta prigioniera?
- Se non lui uno dei suoi scagnozzi.- gli fece notare William.
- Ce n'è uno in particolare.- parlò Justin incrociando le braccia al petto- Quello che mi ha ucciso. Se fosse lui, lasciatelo a me.
Quelle parole gettarono una sorta di incantesimo su tutti i presenti. Nessuno aprì bocca, nessuno provò a obiettare a quelle parole. William guardò suo figlio e notò solo allora che qualcosa era cambiato in lui. Justin era fisicamente lo stesso, la morte non lo aveva intaccato. Ma era diverso, il suo sguardo una volta spensierato e innocente ora era spento, smorzato dalla furia della vendetta.
- Ok Justin.- disse Sean- Ce ne ricorderemo.
Il ragazzo capì che fosse più prudente assecondare le intenzioni del fratello che provare a farlo ragionare. Del resto lui al suo posto avrebbe fatto lo stesso. Tutti in quella stanza si sarebbero comportati allo stesso modo e nessuno, nemmeno Betsy, poteva negarlo. La ragazza difatti assentì con la testa. Lei era stata testimone del barbaro omicidio di Justin, e se suo fratello glielo avesse chiesto lo avrebbe aiutato a eliminare quel demone ancora prima del Malfas.
- Bene, basta con le chiacchiere e mettiamoci al lavoro.- suggerì Bobby.
- Spero abbiate portato delle armi con voi.- disse William.
- Quante ne vuoi, papà.
Sean aveva imparato da Bobby, durante la pausa alla Roadhouse, a caricare il portabagagli della sua auto di fucili pistole sale e acqua santa. “Viaggiare sicuri non vuol dire solo allacciarsi le cinture di sicurezza” gli aveva detto il cacciatore.
Era una mattinata afosa e calda a Green River. I Gravestone e Bobby approfittarono del giorno per fare una capatina nel vecchio motel abbandonato. Anisha invece restò nella camera di William; lei non era avvezza alla caccia e ne avrebbe approfittato per mettersi in contatto con i sensitivi della zona. Non appena la donna salutò e richiuse a chiave la porta, prima ancora di voltarsi avvertì la presenza di Castiel alle sue spalle.
- L'angelo del Signore non abbandona la famiglia Gravestone, vero? Mi sono sempre chiesta il perché..
Anisha si voltò e sorrise all'angelo in impermeabile.
- Se vuoi aiutarli devi seguirli...saprai bene dove sono andati.
- Non posso.- la zittì Castiel, il tono di voce atono e il volto all'apparenza privo d'espressione- Mi inseguono. Vogliono uccidermi per quello che ho fatto.
Quelle parole spiazzarono la medium facendola indietreggiare di un passo. Si guardò attorno con aria preoccupata, quasi temesse che qualche demone potesse sbucare fuori all'improvviso.
- Che cosa vuoi dire? Chi ti insegue?
- Non c'è tempo per le spiegazioni. Ora stammi ad ascoltare, Anisha. E non rivelare a nessuno quello che sto per dirti. Non è ancora il momento...
Prima che la medium potesse aprire bocca e replicare, l'angelo le svelò il segreto legato alla famiglia Gravestone. Le rivelò perché li aveva sempre protetti e perché aveva riportato Justin in vita. Lui, aggiunse, era braccato da un angelo vendicatore sceso sulla terra per eliminarlo a causa della resurrezione di Justin della quale era stato il solo artefice, senza che Dio gliene avesse dato l'ordine. Se fosse morto, se l'angelo vendicatore fosse riuscito nella sua missione, almeno con lei il segreto sarebbe sopravvissuto. Detto ciò, l'angelo svanì così come era apparso lasciando la medium attonita e annichilita.