Ricercatori di Ombre (seconda stagione)

Fan Fiction a puntate di Alessandra Paoloni

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  1. Angela1993
     
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    Eccoti di ritorno! :)
    Ottimo proseguimento, mi piace sempre di più :D
    Brava brava brava!
     
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  2. cacciatrice
     
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    ma queste due stagioni sono straordinarie! Prima di tutto, ciao Ale, io sono Francesca e mi sono inghiottita tutta la tua prima stagione piena di avventure bellissime, suspance, il ritorno nella sua vecchia vita Will, i mostri che hanno affrontato la storia di Sam e Dean finiti in un'altra dimensione, il Malfas, la morte di Justin STOP scusa ma mi è piaciuta molto la tua serie di punate e ancora di più i tuoi tre della seconda stagione.
    Bravissima!
    Mio dio mi viene da chiederlo a tutti, mi insegni a scrivere bene come fai te?
    Spero che la nuova puntata arriverà presto.
    Ma dove sei finita? Mi dispiace ma io sono troppo impaziente
    SPOILER (click to view)
    non immagini come stavo impazzendo quando avevo finito di vedere Mannequin 3 The Reckoning per il suo finale

    Tanti saluti e ancora complimenti per RICERCATORI DI OMBRE"
    Va bene ho parlato troppo ma... dovevo dirti tutto questo.
     
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  3. Bet Grave
     
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    Francesca ma grazie!!!! Non sai quanto mi fai felice con le tue parole!! :wub:
    Ecco dove sono finita....ehm...sono finita che ho avuto il famigerato blocco dello scrittore e mi sono fermata con le avventure dei Gravestone....e la cosa mi dispiace e non sai molto per quelli come te che mi leggono :( SPERO di tornare presto attiva...anche perché la prossima puntata l'aveva iniziata a scrivere...grazie ancora!!!! :)
     
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  4. Bet Grave
     
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    Bene. Credo che il periodo di pausa sia finito. Devo rimettermi a produrre seriamente. -_- Ed ecco qua allora che ripartono le avventure dei Gravestone anche se questa volta dividerò le puntate in due (o più parti) perché vista la lunghezza per molte persone resta scomodo leggere davanti uno schermo (insomma c'è da perderci gli occhi XD)

    Breve riassunto della serie e delle puntate precedenti:

    I Gravestone sono una famiglia di cacciatori di demoni. William ha tenuto però sempre nascosto ai figli Sean Betsy e Justin la verità sulla caccia, ma quando John Winchester lo chiama in suo aiuto perché Dean e Sam sono in pericolo è costretto a rivelare ogni cosa ai suoi ragazzi, e a dire loro che in realtà la loro madre, morta quando erano ancora dei bambini, è stata uccisa da un demone. Allyson era incinta di un quarto figlio quando questo avvenne, e il bambino venne allevato dal male divenendo un Malfas, un demone dai poteri ancora da scoprire. I Gravestone danno la caccia così al Malfas ma Justin, il più piccoli dei tre fratelli, perde la vita in uno degli scontri.
    E' l'angelo Castiel a riportare in vita il giovane all'inizio di questa nuova stagione, nella quale i Gravestone si ritroveranno a combattere ancora contro il Malfas,e contro quelle Ombre di Morte che faranno di tutto pur di riportare Justin nel mondo dei morti.


    Info
    Titolo originale: Ricercatori di Ombre "Roadhouse- 1° Parte"
    Data messa in onda: 17/10/2011
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)


    Vivo.
    La vita gli scorreva ancora nelle vene, come il suo sangue.
    Sangue.
    Justin si procurò un piccolo taglio lungo il polpastrello dell'indice sinistro, e lo aveva fatto solo per vedere scorrere il suo sangue caldo e vivo.
    Betsy e Sean non gli avevano ancora chiesto se ricordava qualcosa del suo “trapasso”, ma era sicuro lo avrebbero fatto presto. Lo guardavano con gioia si, felici del suo ritorno; eppure Justin aveva come l'impressione che i suoi fratelli avessero “timore” di lui, troppo confusi da quanto era avvenuto. Non si assistevano tutti i giorni a resurrezioni; non si moriva per poi tornare qualche tempo dopo. Era innaturale. Immondo.
    Castiel svanì nel nulla e Justin fu costretto a tenersi per sé tutte le domande che lo tormentavano. Anisha provò a fargli capire che alle volte non era necessario porsi troppi dilemmi ma solo accettare quello che ci veniva offerto, anche se alle orecchie del ragazzo quello suonava come un modo gentile per suggerirgli di finirla coi dubbi, e prendere la vita che gli era stata ridata senza farsi troppi pensieri.
    Justin decise di seguire quel suggerimento. Era rinato, la sua vita ricominciava. I ricordi legati alla sua Morte presto sarebbero tornati; ma non in quel momento. Non subito.
    - Credo che ci siamo ragazzi!
    La voce di Sean lo strappò completamente da quei ragionamenti. Il maggiore dei Gravestone fermò la Ford grigia nei pressi di un locale che mostrava in bella vista la scritta “Harvelle's Roadhouse”. Parcheggiate lì fuori c'erano un paio di motociclette e un carro attrezzi blu che Anisha riconobbe subito: il mezzo di trasporto di Bobby.
    Justin fissò quelle motociclette, delle Harley Davinson, senza battere ciglio. La sua Honda rossa l'aveva venduta al primo offerente prima di rimettersi in viaggio coi suoi fratelli verso la Roadhouse. La cosa stupì alquanto i Gravestone visto che per Justin quella motocicletta era stata come un'amante segreta per molto tempo, ma il ragazzo accampò la scusa che avevano bisogno di soldi per il viaggio e comunque non la montava da tempo. Fu da quel “piccolo particolare” che Sean e Betsy capirono che Justin era tornato diverso da come lo ricordavano. C'era solo da scoprire se lo fosse in positivo o in negativo.
    Scesero dalla Ford e s'avviarono verso l'entrata del locale. Anisha arricciò il naso e Betsy le chiede se c'era qualcosa che la preoccupasse.
    - Questo posto...- si lamentò la medium.
    - Cosa? Avverti qualche pericolo?- le chiese Betsy preoccupata.
    - No, solo la presenza di cacciatori ubriachi che non si fanno la doccia da settimane.- rispose la donna, evidentemente poco avvezza a frequentare posti simili.
    Betsy le sorrise per poi spostare lo sguardo su Sean che stava per fare il suo ingresso nel locale. Aspettò che Justin le fosse vicino prima di seguirlo. Afferrò il suo braccio e vi s'aggrappò rivolgendo al fratello un sorriso gentile. Justin fece lo stesso; se non altro l'affetto per quella dolce sorella non era mutato di una virgola. Avrebbe amato la sua famiglia sia da vivo che da morto; o da zombie. Uno zombie.. era questa l'opinione che Justin aveva di se stesso; era niente poco di meno che uno zombie tornato a camminare sulla terra quando invece la sua ora ultima era scoccata.
    Castiel. Merito suo; o colpa sua...
    Un silenzio paragonabile a quello che si poteva ritrovare in un cimitero di notte, accolse i Gravestone e Anisha quando misero piede nella Roadhouse. L'aria e l'odore erano gravi, la luce scarseggiava come se il proprietario non avesse pagato la bolletta da mesi. Non era certo un posto dove fare due chiacchiere tra vecchi amici parlando del più e del meno; questo lo intuirono fin da subito. Il locale dei cacciatori era deserto se si faceva eccezione per un uomo che sedeva da solo al bancone del bar, e altri due che invece chiacchieravano a voce sommessa in un tavolo nell'angolo. Dietro al bancone, rivolta di spalle c'era una donna intenta ad asciugare i boccali di birra appena lavati. Non appena si voltò posò gli occhi sulla piccola comitiva che era appena entrata; stessa cosa fecero i tre cacciatori presenti, già pronti a ricorrere con le mani alle loro armi.
    -Ellen è questo il modo di ricevere una vecchia
    amica?- esordì Anisha parandosi di fronte ai tre Gravestone.
    La donna distese le labbra in un sorriso e posò subito il suo bicchiere per fare il giro del bancone e abbracciare Anisha.
    - Che il diavolo mi porti! Anisha! Che diamine ci fai tu qua?- esordì.
    Sean si fermò a pochi passi dalle due donne, per poi lanciare delle occhiate veloci ai tre uomini presenti nel locale; sembrò che fossero tornati alle loro occupazioni, ovvero bere e complottare in silenzio. Cacciatori. Sean si chiese quanti al mondo di come loro ce ne fossero, gente che gira armata col sale nei fucili e che pratica giornalmente degli esorcismi.
    - E loro chi sono?
    La voce di Ellen lo costrinse a tornare a guardare la donna che aveva appena parlato. Sean la osservò con attenzione: da giovane doveva essere stata una bellezza unica visto che ancora adesso portava i suoi anni magnificamente. Betsy fu la prima a presentarsi. Fece un passo verso Ellen e tese una mano.
    - Mi chiamo Betsy Gravestone. E loro sono i miei fratelli Sean e Justin.
    Ellen sorrise di fronte alla cordialità della ragazza, e strinse velocemente la sua mano per annuire poi con la testa. Gravestone. Quel nome tra i cacciatori era famoso quasi quanto quello dei Winchester. A dimostrarlo furono ancora gli altri tre uomini presenti nella sala che si voltarono e fissare i tre ragazzi non appena udirono quel cognome. Tutti loro conoscevano la storia di Allyson e William Gravestone e del figlio rieducato dal Male. Una piaga che ora rischiava di riversarsi sul mondo.
    - Gravestone.- commentò Hellen mentre squadrava prima Betsy poi Justin e infine Sean.
    - Già.- rispose Sean- Conoscerete nostro padre...
    Ellen e Anisha si scambiarono una veloce occhiata. Ellen conosceva molto bene William Gravestone, compagno di caccia di John Winchester all'epoca in cui suo marito morì proprio a causa di una caccia andata a male con quest'ultimo. Ma quei tre ragazzi le sembravano ancora inesperti, come se fossero estranei a quella realtà. Come spesso avveniva, dovevano essere stati gettati in quella merda senza nemmeno un'avvisaglia.
    - Vi verso da bere?- domandò Ellen tornando poi dietro al bancone.
    Era a conoscenza del fatto che il Malfas camminasse ora sulla terra. I cacciatori che passavano per la Roadhouse non facevano altro che parlarne. Ma non le sembrò opportuno intavolare quell'argomento. Sean annuì alla sua domanda e si sedette sullo sgabello accanto all'uomo taciturno che scolava da solo quello che poteva essere il suo terzo o quarto bicchierino di whisky.
    - Ragazzo per te la casa offre solo della birra.- parlò Ellen versandogliene già un boccale.
    Anisha Betsy e Justin preferirono invece sedersi a uno dei tavoli accanto alla porta. Sembrava quasi che ogni loro movimento fosse seguito dai due uomini seduti nell'angolo. Betsy e Justin si lanciarono un'occhiata per poi spostare gli occhi su Sean. Il ragazzo afferrò il bicchiere con le mani ma non bevve.
    - Non avete risposto alla mia domanda.- disse- Conoscete o no mio padre?
    Ellen, che stava riempiendo altri boccali per servirli al resto della compagnia, puntò gli occhi sul giovane e sollevò un sopracciglio. Ecco un altro spavaldo ragazzone che caccia sparando alla cieca per poi ferirsi le dita. Dio solo sapeva quanti ne erano passati di lì di tipi come lui; e la maggior parte non era più tornato...
    - Si, lo conosco.- rispose Ellen accontentandolo- E' passato di qui due settimane fa..tre forse.
    Sean Betsy e Justin puntarono gli occhi simultaneamente sulla donna. Cosa? William Gravestone era passato a farsi una birra in quella topaia, e non si era degnato nemmeno di mandare un messaggio ai suoi figli?
    - Come..quando..- balbettò Sean incredulo.
    Justin sospirò di rabbia e si alzò di scatto. Chiese dov'era il bagno e vi si diresse senza alzare gli occhi da terra. Betsy e Sean lo seguirono con lo sguardo, ma quando la ragazza fece per alzarsi e seguirlo Anisha la fermò afferrandola per un braccio. Capiva ciò che Justin stava provando in quel preciso momento. Nell'animo del ragazzo era in atto un conflitto che solo lui poteva combattere e risolvere. Tornare dal mondo dei morti a quello dei vivi quando oramai si ha una sepoltura quasi pronta è una delle esperienze più inumane che l'uomo posso immaginare. Justin era stato strappato alla vita così ingiustamente come era stato strappato alla morte. Gli ci sarebbe voluto del tempo, molto tempo, forse tutto il tempo del mondo per riprendersi. Anche Ellen seguì i movimenti del ragazzo ma non osò proferire parola, nemmeno quando sentì sbattere la porta del bagno violentemente. I Gravestone dovevano avere dei problemi, e anche molto grossi. Lei, come tutti gli altri cacciatori presenti in quel momento nella stanza, ignoravano la morte e il ritorno di Justin. E fu quello un bene; altrimenti il ragazzo si sarebbe ritrovato i fucili puntati contro e la testa mozzata visto che sarebbe stato scambiato senza ombra di dubbio per uno zombie....
    Ellen, ignorando l'accaduto, si avvicinò a Betsy e Anisha con un vassoio. Fu allora che Anisha ne approfittò per parlare con la sua vecchia amica, abbassando il tono di voce per non farsi udire da orecchie troppo indiscrete.
    - Ho visto il carroattrezzi di Bobby qui fuori.- disse- Dov'è lui? Doveva raggiungere questo posto e fare delle ricerche assieme a Ash.
    - Ed è ciò che stanno facendo, ma non qui.- rispose Ellen sedendosi al posto di Justin.
    Distribuì i bicchieri che aveva portato: per loro due solo acqua visto che era certa non bevessero whisky e non fossero amanti nemmeno della birra.
    - Non so cosa stanno combinando quei due.- continuò la donna- Bobby è entrato da quella porta, ha prelevato Ash e sono svaniti. Mi hanno fregato il furgone. Bobby dovrebbe decidersi a cambiare il suo catorcio un giorno di questi, è già molto se è riuscito ad arrivare qua con tutte e quattro le ruote al loro posto.
    Anisha si aspettò qualche domanda da Ellen, alle quali non avrebbe saputo o potuto rispondere. Meglio non affrontare il discorso “ombre di morte”, non in quel momento e in quel posto almeno. Invece Ellen si voltò a guardare Betsy.
    - Ho una figlia della tua età più o meno. Scommetto che anche tua madre, come me, avrebbe voluto mandarti all'università invece di farti finire in questo mondo di matti.
    Betsy, che non s'aspettava quelle parole, scrollò le spalle.
    - Temo non lo sapremo mai, signora.
    Ellen sghignazzò; addolcì lo sguardo e il tono di voce.
    - Chiamami Ellen, ragazzina. E vorrei tanto sapere dove è andata a finire mia figlia...Jo!
    Urlò quel nome lasciando il tavolo e tornando al bancone.
    Il primo a incontrare Joanna Beth Harvelle fu Justin. Il ragazzo, quando chiuse dietro di sé la porta che conduceva nell'unico bagno presente in quel locale, si ritrovò faccia a faccia con una biondina, bassa, minuta, gli occhi vispi e l'aria sveglia. Se quell'incontro fosse avvenuto solo qualche mese prima, Justin sarebbe avvampato dalla vergogna e avrebbe balbettato qualche frase senza senso. Invece sostenne lo sguardo della ragazza e non si mosse nemmeno per farsi da parte e farla passare. Sapere che suo padre era stato lì solo poco tempo prima, forse quando ancora lui non era stato nient'altro che un cadavere, lo faceva sentire frustrato e in collera verso quel mondo che lo aveva eliminato. E nulla gli importava se non ritrovarlo, e ritrovare una ragione valida per essere tornato al mondo.
    Nemmeno Jo si mosse di un centimetro. Era abituata ad avere a che fare con ragazzi maleducati che credevano di arrivare nel suo locale e comportarsi quasi come se ne fossero i padroni. Alcuni cacciatori poi erano dei rozzi maschilisti; la vita che conducevano li trasformava e si dimenticavano presto le buone maniere.
    Si portò così le mani sui fianchi e alzò un sopracciglio.
    - Fammi indovinare: sei in pausa da una caccia, e ti scappa così di corsa che nemmeno prenderai una birra dopo averla fatta.
    Justin aggrottò la fronte. Era forse pazza quella ragazza? Da poco tornato al mondo e già aveva a che fare con la sua follia...
    - In realtà sono appena tornato dal mondo dei morti, un'Ombra m'insegue per riportarmi all'inferno e volevo solo darmi una rinfrescata visto che ho avuto delle giornate piuttosto pesanti...
    Justin si pentì subito di averle risposto sgarbatamente. Non era da lui. E poi cosa gli era preso? Raccontare i fatti suoi a una perfetta sconosciuta....
    Jo restò sorpresa da quelle parole. I cacciatori di balle ne raccontavano tante per conquistare la sua attenzione; era abituata anche a quello. E stava quasi per rispondere a tono a quella che le era sembrata una battuta quando all'orecchio le giunse un suono. Lo avrebbe scovato tra milioni.
    Un ronzio. Come uno sciame di api impazzito. Ma quelle che stavano per sopraggiungere non erano api...
    Anche Ellen lo avvertì. E come lei i cacciatori presenti nella Roadhouse. Persino Sean si mise in all'erta e balzò giù dallo sgabello facendo cenno a Betsy di avvicinarglisi.
    Anisha solo parve non comprendere all'inizio. Ma il tanfo, quell'odore di paura e morte, arrivarono alle sue narici prima ancora del ronzio. E capì.
    Demoni. Una frotta inarrestabile e compatta di demoni.
    - Jo non uscire per nessuna ragione da quel bagno!- gridò Hellen prima di recuperare il suo fucile da sotto il bancone.
    Quel gesto fece scattare tutti gli altri che imitarono all'unisono la donna. Per un secondo l'unico rumore che si avvertì nella stanza fu quello dei fucili che venivano caricati. I tre cacciatori e Sean si disposero come un plotone d'esecuzione.


    (to be continued)
     
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  5. Vivaldi4love
     
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    oh my God... demons!!!
    E ti pareva, quando mai da Ellen si può stare tranquilli??
    Mi preoccupa Justin povero, deve avere un trauma terribile.
    Ottimo capitoletto, molto brava, mi mancavano i fratelli Gravestone!
    ^^
     
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  6. Bet Grave
     
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    Grazie mancavano anche a me :P Vediamo un po' come conitnuare adesso -_- :wub:
     
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  7. Vivaldi4love
     
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    :sisi: ;) ^^
     
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  8. Bet Grave
     
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    Ripropongo l'intera puntata. A due anni dalla creazione dei Ricercatori casini a parte non potevo non tornare...il capitolo è lungo ma prendetevela comoda..:)
    Una breve sinossi delle puntate precedenti:

    I Gravestone sono una famiglia di cacciatori di demoni. William Gravestone, amico di caccia di John Winchester, ha sempre tenuto nascosto ai suoi tre figli (Sean Betsy e Justin) l'esistenza della caccia e il motivo della reale morte della loro madre (Allison) uccisa da un demone che le strappò via il feto quando era incinta del suo quarto figlio. Non appena i tre ragazzi scoprono l'esistenza della caccia e soprattutto che un demone di nome Malfas sta dando loro la caccia (demone che nulla è se non il bambino strappato a Allison e cresciuto dal male) si ritrovano coinvolti in una serie di disavventure che li vedranno costretti ad accettare la loro natura di cacciatori.
    Alla fine della prima serie Justin resta ucciso dall'attacco di un demone della schiera del Malfas. William, distrutto dal dolore, parte e lascia Sean e Betsy per cercare vendetta.
    Nell'apertura della seconda serie Castiel (che si cura dell'incolumità della famiglia Gravestone per un motivo ancora del tutto da scoprire), con l'aiuto di Bobby fa tornare in vita Justin, anche se un'Ombra di Morte vuole a tutti i costi riportarlo nel mondo dei morti.
    La puntata seguente vede i tre Gravestone e Anisha in un luogo amato dai fan di Supernatural, la Roadhouse.
    Le avventure dei Gravestone, a due anni dalla loro nascita, riprendono il via.



    Info
    Titolo originale: Ricercatori di Ombre "Roadhouse"
    Data messa in onda: 22/01/2012
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)

    Vivo.
    La vita gli scorreva ancora nelle vene, come il suo sangue.
    Sangue. Justin aveva provato a ferirsi, si era procurato un piccolo taglio lungo il polpastrello dell'indice sinistro, e lo aveva fatto solo per vedere scorrere il suo sangue caldo e vivo.
    Betsy e Sean non gli avevano ancora chiesto se ricordava qualcosa del suo “trapasso”, ma era sicuro lo avrebbero fatto presto. Lo guardavano con gioia si, felici del suo ritorno; eppure Justin aveva come l'impressione che i suoi fratelli avessero “timore” di lui, ancora confusi da quanto era avvenuto. Non si assistevano tutti i giorni a resurrezioni, come biasimarli....
    Castiel era svanito nel nulla quindi Justin non aveva potuto sommergerlo di domande come invece avrebbe desiderato. Anisha provò a fargli capire che alle volte, per certe situazioni, non era necessario porsi dei quesiti ma solo accettare quello che ci veniva offerto. Che era un modo gentile per suggerirgli di finirla coi dubbi e prendere la vita che gli era stata ridata senza farsi troppi pensieri.
    Justin decise di seguire quel suggerimento. Era rinato, la sua vita ricominciava. Era certo che i ricordi della sua Morte presto sarebbero tornati, ma non era quello il momento.
    - Credo che ci siamo ragazzi!
    La voce di Sean lo fece ridestare completamente da quei ragionamenti. Il maggiore dei Gravestone fermò la Ford grigia nei pressi di un locale che mostrava la scritta “Harvelle's Roadhouse”. Parcheggiate lì fuori c'erano un paio di motociclette e un carro attrezzi blu che Anisha riconobbe subito: era il mezzo di trasporto di Bobby. Justin fissò quelle motociclette, delle Harley Davinson, senza battere ciglio. La sua Honda rossa l'aveva venduta al primo offerente prima di rimettersi in viaggio coi suoi fratelli. La cosa stupì alquanto i Gravestone visto che per Justin quella motocicletta era stata come un'amante segreta per molto tempo, ma il ragazzo accampò la scusa che avevano bisogno di soldi per il viaggio e che comunque era tempo che non guidava più la sua moto. Fu da quel “piccolo particolare” che Sean e Besty capirono che Justin era tornato diverso. C'era solo da scoprire se lo fosse in positivo o in negativo.
    Scesero dalla Ford e s'avviarono verso l'entrata del locale. Anisha arricciò il naso e Betsy le chiede se c'era qualcosa che la preoccupasse.
    - Questo posto...- si lamentò la medium.
    - Cosa? Avverti la presenza di qualche demone?- le chiese Betsy preoccupata.
    - No, solo la presenza di cacciatori ubriachi che non si fanno la doccia da settimane.- rispose la donna, evidentemente poco avvezza a frequentare posti simili.
    Betsy le sorrise per poi spostare lo sguardo su Sean che stava per fare il suo ingresso nel locale. Aspettò che Justin le fosse vicino prima di seguirlo. Afferrò il suo braccio e vi s'aggrappò rivolgendo al ragazzo un sorriso gentile. Justin fece lo stesso; se non altro l'affetto per quella dolce sorella non era mutato di una virgola. Avrebbe amato la sua famiglia sia da vivo che da morto, o da zombie. Perché era questa l'opinione che Justin aveva di se stesso; era niente poco di meno che uno zombie tornato a camminare sulla terra quando invece la sua ora ultima era scoccata. Castiel...merito suo; o colpa sua...
    Un silenzio paragonabile a quello che si poteva ritrovare in un cimitero di notte, accolse i Gravestone e Anisha quando misero piede nella Roadhouse. L'aria e l'odore erano gravi, la luce scarseggiava come se il proprietario non avesse pagato la bolletta da mesi. Non era certo un posto dove fare due chiacchiere tra vecchi amici parlando del più e del meno; questo lo intuirono fin da subito. Il locale dei cacciatori era deserto se si faceva eccezione per un uomo che sedeva da solo al bancone del bar, e altri due che invece chiacchieravano a voce sommessa in un tavolo nell'angolo. Dietro al bancone, rivolta di spalle c'era una donna intenta ad asciugare i boccali di birra appena lavati. Non appena si voltò posò gli occhi sulla piccola comitiva che era appena entrata; stessa cosa fecero i tre cacciatori presenti, già pronti a ricorrere con le mani alle loro armi.
    - Hellen è questo il modo di ricevere una vecchia amica?- esordì Anisha parandosi di fronte ai tre Gravestone.
    La donna che corrispondeva al nome di Hellen, distese le labbra in un sorriso e posò subito il suo bicchiere per fare il giro del bancone e abbracciare ma medium.
    - Ehy! Che il diavolo mi porti! Anisha! Che diamine ci fai tu qua?- esordì la donna.
    Sean si fermò a pochi passi dalle due donne, per poi lanciare delle occhiate veloci ai tre uomini presenti nel locale; sembrò che fossero tornati alle loro occupazioni, ovvero bere e complottare in silenzio. Cacciatori...Sean si chiese quanti al mondo di come loro ce ne fossero, gente che gira armata col sale nel fucile e che pratica giornalmente degli esorcismi.
    - E loro chi sono?
    La voce di Hellen lo costrinse a tornare a guardare la donna che aveva appena parlato. Sean la osservò con attenzione: da giovane doveva essere stata una bellezza unica visto che ancora adesso, sebbene potesse avere sui quarant'anni, li portava magnificamente. Betsy fu la prima a presentarsi. Fece un passo verso Hellen e tese una mano.
    - Mi chiamo Betsy Gravestone. E loro sono i miei fratelli Sean e Justin.
    Hellen sorrise di fronte alla cordialità della ragazza, e strinse velocemente la sua mano per annuire poi con la testa. Gravestone. Quel nome tra i cacciatori era famoso quando quello dei Winchester. A dimostrarlo furono ancora gli altri tre uomini presenti nella sala che si voltarono a fissare i tre ragazzi non appena udirono quel cognome. Tutti loro conoscevano la storia di Allyson e William Gravestone e del figlio rieducato dal Male. Una piaga che ora rischiava di riversarsi sul mondo.
    - Gravestone.- commentò Hellen mentre squadrava prima Betsy poi Justin e infine Sean.
    - Già.- rispose Sean- Conoscerete nostro padre...
    Hellen e Anisha si scambiarono una veloce occhiata. Hellen conosceva molto bene William Gravestone, compagno di caccia di John Winchester all'epoca in cui suo marito morì proprio a causa di una caccia andata a male con quest'ultimo. Ma quei tre ragazzi le sembravano ancora inesperti, come se fossero estranei a quella realtà. Come spesso avveniva, dovevano essere stati gettati in quella merda senza nemmeno un'avvisaglia.
    - Vi verso da bere?- domandò Hellen tornando poi dietro al bancone.
    Era a conoscenza del fatto che il Malfas camminasse ora sulla terra. I cacciatori che passavano per la Roadhouse non facevano altro che parlarne. Ma non le sembrò opportuno intavolare quell'argomento. Sean annuì alla sua domanda e si sedette sullo sgabello accanto all'uomo taciturno che scolava da solo quello che poteva essere il suo terzo o quarto bicchierino di wishy.
    - Ragazzo per te la casa offre solo della birra.- parlò Hellen versandogliene già un boccale.
    Anisha Betsy e Justin preferirono invece sedersi a uno dei tavoli accanto alla porta. Sembrava quasi che ogni loro movimento fosse seguito dai due uomini seduti nell'angolo. Betsy e Justin si lanciarono un'occhiata per poi spostare gli occhi su Sean. Il ragazzo afferrò il bicchiere con le mani ma non bevve.
    - Non avete risposto alla mia domanda.- disse- Conoscete o no mio padre?
    Hellen, che stava riempiendo altri boccali per servirli al resto della compagnia, puntò gli occhi sul giovane e sollevò un sopracciglio. Ecco un altro spavaldo ragazzone che caccia sparando alla cieca per poi ferirsi le dita. Dio solo sapeva quanti ne erano passati di lì di tipi come lui; e la maggior parte non era finito bene...
    - Si, lo conosco.- rispose Hellen accontentandolo- E' passato di qui due settimane fa..tre forse.
    Sean Betsy e Justin puntarono gli occhi simultaneamente sulla donna. Cosa? William Gravestone era passato a farsi una birra in quella topaia e non si era degnato nemmeno di mandare un messaggio ai suoi figli?
    - Come..quando..- balbettò Sean incredulo.
    Justin sospirò di rabbia e si alzò di scatto. Chiese dov'era il bagno e vi si diresse senza alzare gli occhi da terra.
    Betsy, delusa perché Castiel non aveva risposto al suo richiamo, s'accostò ad Anisha tirandole una manica della giacca e chiedendole con gli occhi cosa lei e Ellen stessero complottando.
    - Conosco forse un rituale per tenerlo lontano.- le rispose a voce alta- Dovrai darmi una mano però, te la senti?
    Betsy assentì con la testa. Non era mai stata brava con le armi ma voleva essere utile in qualche modo. Lanciò un'occhiata a Sean, ma il ragazzo fissava la porta col fucile spianato, pronto a sparare. Gli altri cacciatori lo avevano presto imitato; sembrò che il ronzio si fosse attenuato un poco, quel che bastava a non far esplodere loro il cervello.

    Castiel aveva udito il richiamo di Betsy. Nonostante si trovasse in un tempo e in un luogo che gli esseri umani non avrebbero mai potuto quantificare, la richiesta d'aiuto della piccola Gravestone gli arrivò così chiara e prepotente da sfiorargli quell'animo che non credeva di possedere. Ma non poteva intervenire personalmente, o per lui sarebbe stata la fine. Mandò qualcuno al suo posto, che non gli risparmiò qualche imprecazione alla quale l'angelo in impermeabile non rispose se non col suo classico modo di non riservare spiegazioni e svanire così come era apparso.

    Nel frattempo Justin Ellen e Jo erano tornati dal magazzino con una corda delle candele e dell'incenso. Consegnarono tutto alla medium. Il demone cercò di nuovo di buttar giù la porta ma anche quel suo tentativo fallì. Anisha comandò a Betsy di formare con la corda un cerchio davanti all'entrata. Lei dispose le candele tutto attorno il cerchio e sparse l'incenso al centro. Pronunciò alcune parole che nessuno dei presenti capì e ordinò di stare lontani dalla trappola.
    - Questa è più potente della trappola del diavolo.- spiegò.
    Poi disse a Betsy:
    - Dopo t'insegno come si crea..la prossima volta dovrai farla da sola.
    Betsy avrebbe voluto risponderle che non ci sarebbe stata una prossima volta se il demone avesse abbattuto la porta e se la trappola non avesse funzionato, ma il frastuono che emise di nuovo quell'essere superò di gran lunga i decibel che un uomo potesse sopportare. Tutti nella Roadhouse furono costretti ad abbandonare il proposito di catturare o affrontare il demonio perché il rumore assordante li costrinse a tornare a tapparsi le orecchie e a gridare per il dolore che quel grido acuto stava provocando loro. Uno dei cacciatori svenne facendo partire un colpo nella caduta che per poco non prese in pieno petto Jo.
    - Maledizione!- urlò Sean incapace di fare qualcosa e salvare così i suoi fratelli.
    La porta venne colpita ancora e ancora una volta finché all'improvviso tutto tacque. Il silenzio che ne seguì fu più spaventoso di quell'urlo disumano.
    - Che diamine è successo?- domandò Ellen con le mani ancora premute sulle orecchie.
    - Sta entrando?- domandò Jo con un filo di voce.
    La porta venne colpita di nuovo e tutti fecero simultaneamente un sobbalzo. Alla fine i cardini cedettero e l'uscio si sprangò ma ciò che si profilò sulla porta fu la sagoma di un ragazzo magro, vestito in maniera trasandata, coi capelli lunghi che gli ricadevano sulle spalle.
    - Vi lascio sole per qualche ora e rischiate di far buttar giù il locale?- disse.
    - Ash!- lo rimproverò Ellen- Ma si può sapere dove sei stato fino ad ora?
    Il ragazzo entrò sghignazzando seguito subito da Bobby. L'uomo guardò tutti i presenti soffermandosi soprattutto sui tre Gravestone.
    Sean, prima che qualcuno potesse fare qualcosa, sollevò di nuovo il suo fucile.
    - E se il demone avesse preso possesso di uno di loro?
    Quel dubbio venne subito allontanato da Bobby che irritato mostrò una sorta di gabbia grande quanto una scatola per scarpe, trasparente ai lati, dove all'interno si muoveva qualcosa di indefinito e scuro, come se una nuvola carica di pioggia fosse stata intrappolata lì dentro.
    - Eccovi il vostro demone.- spiegò Bobby guardando torvo Sean.
    - Come avete fatto?- domandò Ellen ammirata, avvicinandosi alla gabbia- Non ho mai visto nulla del genere.
    - Cass.- rispose semplicemente Bobby.
    Il cacciatore avrebbe in seguito spiegato che l'angelo era apparso al suo cospetto consegnandogli quell'arma e trasportandolo davanti alla Roadhouse assieme ad Ash, per poi svanire senza dare spiegazioni. Betsy sorrise tra sé quando seppe che Castiel aveva udito il suo richiamo.
    - Non posso lasciarvi soli che vi ficcate nei guai, ragazzi. E tu- disse rivolto a Sean- la prossima volta che mi accusi di essere un demone ti ficco la canna del fucile su per il...
    Si bloccò per poi abbozzare un sorriso. In fondo Sean aveva agito con cautela e intelligenza. Sarebbe diventato un abile cacciatore proprio come suo padre.

    Tornò la quiete alla Roadhouse. Il demone intrappolato venne sepolto nella terra a parecchi chilometri di distanza, e Anisha vi praticò sopra una sorta di incantesimo che gli avrebbe impedito di uscire. Nessuno parlò del Malfas, delle ombre di morte o della scomparsa di William. Questioni irrisolte per le quali sarebbe servito del tempo.
    - La storia che mi hai raccontata in bagno su di te, è vera?- domandò Jo a Justin mentre gli serviva della birra.
    Justin guardò la ragazza e poi scosse la testa. Jo sorrise.
    - Lo sapevo. Ma apprezzo la fantasia che hai messo per fare colpo su di me.
    - Credimi se ti dico che fare colpo su una ragazza è l'ultima delle cose a cui sto pensando in questo momento. Inoltre non sarei nemmeno il tuo tipo.Non sono piacente, muscoloso o abbastanza sagace nelle battute. E assieme a me t'annoieresti a morte.
    Jo restò turbata da quella risposta. Qualunque fosse il passato di quel ragazzo doveva averlo segnato a tal punto da fargli disprezzare addirittura se stesso. Fece spallucce fingendo noncuranza.
    - Se mettessi su qualche muscolo e sorridessi di più non saresti niente male.- rispose prima di allontanarsi.
    Ash invece aveva preso di mira Betsy. Si era seduto al suo tavolo e passò il resto della giornata a parlarle di quello che faceva, chiedendole come una ragazza graziosa come lei fosse finita in quella storia di demoni e morte. Betsy non rifiutò la sua compagnia; le servì a distrarsi e a non pensare a quello che era accaduto. Il Malfas era stato molto vicino dal raggiungerli.
    - Come faccio a proteggere la mia famiglia?- domandò Sean a Bobby mentre osservava ora Betsy ora Justin- Papà c'ha lasciati e io non sono sicuro di saper badare a loro due.
    - Non accollarti questa responsabilità.- gli rispose il cacciatore- Justin e Betsy sanno il fatto loro.
    - No che non lo sanno. Se non fossi intervenuto in tempo a quest'ora saremmo morti.
    Bobby fissò Sean e vide in lui un ragazzo cresciuto troppo in fretta.
    - Sono sicuro che idiota come sei avresti trovato un modo per proteggerli lo stesso.
    - E di quelle ombre, cosa ne sappiamo?- domandò Sean abbassando il tono di voce.
    - Poco e niente.
    - Quindi Justin è ancora in pericolo?
    - E' probabile che tenteranno di prenderlo, si.
    - Non ci riusciranno. E' tornato. Questa volta non posso rischiare di perderlo di nuovo.
    Bobby gli batté una mano su una spalla e rispose:
    - Cerca piuttosto di non perdere te stesso, ragazzo.
    Sean non aprì bocca. Forse era già troppo tardi.



    Speor vorrete seguirli ancora! :wub:

     
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  9. sahany09
     
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    Ma certamente, cara !!!
    Mi chiedevo giusto se mai più ci avresti allietati con la tua serie dei Gravestone.
    Forse mi hai letto nel pensiero, tanto per rimanere in tema di stranezze.
    ;) :) :)
    A proposito:
    Arrivooooooooooooooooo !!!!!!!!!
     
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  10. Bet Grave
     
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    Non potevo abbandonarli mi ci sono affezionata :wub: Certo non è facile scrivere capitoli così lunghi dovrei spezzettarli magari perché il tempo è quello che è, maledetto... :angry:
     
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  11. sahany09
     
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    A chi lo dici, Bet !!!! :(
    Ma va bene lo stesso.
    Si fa quel che si può e quando si può.
     
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  12. Vivaldi4love
     
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    hai fatto bene, io questo capitolo lo ricordavo perfettamente
    Prosegui, ;)
     
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  13. Bet Grave
     
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    Grazie a entrambe!!! Si si, continuo magari ecco ridimensiono un po' la lunghezza o lo divido in più parti vediamo un po'..mi rendo anche conto che per leggero è difficoltoso...
     
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  14. sahany09
     
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    Ce la possiamo fare.
    Comunque, dipende anche dalla struttura del capitolo.
    Se tratti un argomento, o descrivi una scena in un unico capitolo, è chiaro che questo deve rimanere intero anche se lungo. Ma fai come ti viene meglio.
     
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  15. Bet Grave
     
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    Proseguono le avventure dei Gravestone. In questa puntata (divisa in più parti perché non voglio farvi stancare troppo nella lettura) William chiama i suoi figli per affidargli un caso: sembra che il Malfas abbia catturato una cacciatrice che lo inseguiva. I Gravestone si riuniranno in questa caccia, ma alla fine resteranno assieme?
    Buona lettura!

    2x05"Carry on my wayward son"(Prima parte)

    Info
    Titolo originale: Carry on my wayward son (Prima parte)
    Episodio: 2x05
    Data messa in onda: 18/02/12
    Scritto da: Alessandra Paoloni
    Prodotto da: Supernatural Legend
    (tutti i diritti riservati)

    Betsy cercò il numero in rubrica e schiacciò il tasto di chiamata. Il cuore le pulsò nella vena del collo, ma la delusione spense tutto il suo nervosismo quando dall'altro capo del telefono le rispose la voce automatica e fredda della segreteria telefonica. Riagganciò. Sentì le lacrime risalirle agli occhi ma le ricacciò abilmente indietro. Era diventata un'abile attrice in quell'ultimo periodo; sapeva celare bene la sua tristezza e la rabbia per quella vita carica di dolore e oneri troppi pesanti da portare per una ragazza semplice come lei. Suo padre scomparso, Justin tornato in vita, il Malfas ancora in circolazione che dava la caccia a lei e ai suoi fratelli...come avrebbe fatto a sopportare tutto ciò? Non c'era altro modo se non quello di stringere i denti e andare avanti e cercare di non impazzire o peggio, rimetterci la pelle.
    - E' inutile Bet. Non vuole parlare con noi.
    Sean la raggiunse fuori della Roadhouse. Si erano fermati lì in attesa di un piano da seguire o un caso da risolvere. Sean sapeva che sua sorella aveva tentato di nuovo di mettersi in contatto col padre, ma William aveva tagliato i ponti con loro. Si era messo in testa di cercare e annientare il Malfas da solo senza coinvolgere ancora i suoi figli, quando invece i tre ragazzi c'erano dentro fino al collo oramai.
    - Torniamo dentro dai, non è prudente stare qui fuori.
    Sean cinse le spalle di sua sorella con un braccio e fece per portarla dentro, quando vide Justin andare verso di loro. Il minore dei Gravestone era serrato in un mutismo preoccupante. Sean e Betsy si lanciarono un'occhiata preoccupata. Nessuno dei due sapeva dove e come affrontare il tema “resurrezione”. Immaginavano tutti che le semplici parole “bentornato sulla terra, su con la vita” non potevano bastare. Justin alzò gli occhi su di loro. Si fermò e parve quasi fare dietro front. Poi invece si avvicinò a Sean e Betsy con passo lento e pesante.
    - Per quanto dovremmo restare ancora in questa catapecchia?- domandò con voce atona.
    - Fino a quando Bobby non ce lo dirà.- gli rispose Sean- Con il Malfas a piede libero che ci dà la caccia e...l'ombra di morte che vuole riportarti...
    - Andiamo Sean dillo.- lo incitò Justin con un sorriso sarcastico stampato sulla faccia- l'Ombra che mi vuole riportare nel mondo dei morti. Sono poche e semplici parole no?
    Betsy deglutì e s'aspettò che tra i suoi fratelli scoppiasse una furibonda lite. A Sean non piaceva essere provocato, lo sapevano anche i muri. Ed era proprio quello che stava facendo Justin. Si affrettò allora a mettersi tra i due.
    - Torniamo dentro, dai..
    Betsy si staccò da Sean per raggiungere Justin e afferrarlo per un braccio. Sean e Justin restarono a fissarsi in silenzio, entrambi consapevoli che prima o poi avrebbero dovuto fare un lungo, lunghissimo discorso. E stavano per incamminarsi verso la Roadhouse quando il telefono di Betsy prese a squillare. La ragazza parve sobbalzare e quando estrasse il telefono dalla tasca della giacca e lesse il nome di suo padre sul display, per poco non le prese un colpo. Sean e Justin l'accerchiarono ma prima che uno di loro le sfilasse il telefono dalle mani, Betsy si affrettò a rispondere.
    - Papà?
    Quasi morì dalla paura di sentire qualcun altro all'altro capo de telefono.
    - Bet?- la voce di William era dura ma se Betsy avesse ascoltato con più attenzione vi avrebbe rintracciato una nota di commozione.
    - Papà? Dove sei?
    Sean e Justin aspettavano con trepidazione, e quando il maggiore dei Gravestone tentò di rubarle il cellulare, Betsy si discostò un poco.
    - Bet dimmi prima dove siete voi.- rispose William.- State bene? Justin? Ho visto Castiel e ….dannazione è davvero vivo..
    - Papà Justin è qua con me..qui vicino.
    La voce di William tacque e sembrò che l'uomo stesse piangendo in silenzio. Un nodo allora strinse la gola della ragazza e quando Sean le sfilò dalle mani il telefono questa volta non si ribellò. Justin fissava un punto a terra, la sua espressione era indecifrabile. E così finalmente suo padre si era fatto vivo, finalmente si era degnato di chiedere di lui.
    - Papà? Dimmi dove sei che ti raggiungiamo!- parlò Sean al ricevitore nascondendo per bene il suo entusiasmo- Ho bisogno di vederti, ci sono molte cose di cui dovremmo parlare e...
    Sean si zittì. William gli intimò di fare silenzio perché aveva delle cose da rivelargli. Il silenzio che ne seguì fu pieno di apprensione e più volte Betsy chiese a Sean cosa suo padre gli stesse dicendo, ma ogni volta il ragazzo le faceva cenno con una mano di aspettare. Dopo qualche minuto Sean passò il telefono a Justin.
    - Tieni, vuole parlare con te. Bet tu e io rientriamo invece, dobbiamo dire due cosette a Bobby.
    Justin afferrò il cellulare e se lo portò subito all'orecchio mentre guardava Sean portare lontana una sempre più confusa e irritata Betsy. Justin prese un profondo respiro e salutò.
    - Ciao papà.
    Le lacrime gli risalirono subito agli occhi facendolo sentire finalmente dopo tanto tempo “umano”. Perché era di questo che Justin aveva paura, di non essere più umano, di essere tornato sotto le spoglie di un mostro dell'oltretomba, uno zombie che doveva essere ammazzato. Invece era solamente se stesso, un ragazzo confuso il quale era stato privato di un'esistenza (e di una morte) normale.
    Justin e William restarono al telefono per molto tempo, fino a che la batteria del cellulare di Betsy non cedette e lo fece spegnere. Solo allora Justin pianse lacrime liberatorie che s'asciugò con la manica della giacca prima di rientrare. Quando tornò nel locale i suoi fratelli, Bobby, Anisha Jo e Ellen erano tutti riuniti attorno a un tavolo a discutere.
    - I cacciatori non dovrebbero immischiarsi in affari che non li riguardano personalmente, si fanno ammazzare in questo modo!- andava lamentandosi Bobby.
    - Il Malfas è un affare nazionale oramai.- lo corresse Ellen- Ci coinvolge tutti e tutti se possono danno una mano. E' come se fosse un'apocalisse.
    - Il Malfas cerca noi non è rischioso andare in soccorso di questa cacciatrice?- obiettò Sean.
    - E cosa vuoi fare ragazzo, scavarti una buca qua fuori e ficcartici dentro?- lo rimproverò subito Bobby.
    Sean se ne risentì.
    - Non è quello che intendevo...volevo solo dire che non è prudente esporci in questa maniera senza un piano organizzato. Magari è una fottuta trappola!
    - Se fosse stato così papà non ce ne avrebbe informati.- s'intromise Betsy.
    Justin ascoltava il gruppetto a una certa distanza e solo Jo parve accorgersi della sua presenza. Fece per dirgli qualcosa ma Ash li raggiunse battendo le mani come se volesse richiamare tutti all'ordine.
    - Non è una trappola per voi, bellezza.- disse facendo l'occhiolino a Betsy- Ho verificato e in effetti c'è un notevole movimento demoniaco da quelle parti. Il Malfas raduna il Male attorno a sé e i cacciatori ci finiscono dentro come nella fitta tela di un ragno. Quindi se volete scovare quel mostro non c'è altra zona della terra dove dovreste andare.
    - Papà ci aspetta lì.- parlò finalmente Justin facendo voltare tutti- E' un motivo sufficiente questo per andare.
    Sean annuì. Del resto non potevano restare alla Roadhouse aspettando che qualche altro demone li attaccasse.
    - Bene, prepariamoci a partire allora.- finì Bobby- Ci vorranno almeno tre giorni per raggiungere Green River, se eliminiamo le soste pipì.
    Justin e Sean si lanciarono un'occhiata. Il minore dei Gravestone s'avvicinò al fratello e gli diede timidamente una pacca su una spalla. L'espressione sul volto del ragazzo era mutata da quando aveva parlato con suo padre. Forse di quel lungo discorso non c'era più molto bisogno.....

    - Scordatelo Jo! Tu non andrai con loro!
    Ellen era stata perentoria. Non avrebbe cambiato idea nemmeno se lo stesso Castiel glielo avesse chiesto.
    - Devo ricordarti cosa è accaduto quella volta che hai seguito Sam e Dean in quel caso? Per poco non venivi ammazzata!
    - Ma ora è diverso mamma!- provò a ribattere la ragazza- C'è anche Bobby con loro e Anisha è una medium, cosa vuoi che mi possa accadere? E poi io non sono più la cacciatrice inesperta di una volta, devo ricordarti che ho seguito anche dei casi da sola?
    Ellen batté sul bancone il boccale di birra che stava asciugando. Trapassò la figlia con un'occhiataccia, e poi le si avvicinò quel tanto che bastava per parlare a voce bassa e farsi udire solo da lei.
    - Non voglio che te ne vai in giro coi Gravestone.- bisbigliò- Attirano sventure, peggio di Winchester! Credimi ovunque andranno la morte li seguirà..
    Jo provò a ribattere ma alla fine tacque. Afferrò il panno umido che aveva lasciato sul bancone e tornò al suo lavoro. Sollevò lo sguardo e incrociò quello di Justin che si avviava verso l'uscita; il ragazzo doveva aver sentito tutto. Chissà se lo avrebbe rivisto; in cuor suo Jo se l'augurava.

    Bobby borbottò una serie di ingiurie e imprecazioni quando fu costretto a lasciare lì il suo carro attrezzi, non certo idoneo per un viaggio simile. Lasciarono la Roadhouse nella speranza un giorno di ritornarvi, magari con minori problemi da risolvere, solo per bere una birra e chiacchierare del più e del meno. Una speranza vana la loro.




    To be continued...
     
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