I Custodi della Verità

ideale seguito de Il Portale della Paura di sahany09

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  1. sahany09
     
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    Grazie, tesoro. Mi stavo domandando che fine avessi fatto. E' da un pò che non ci incrociamo sul forum, forse per colpa degli orari.
    Sono felice di essere riuscita nell'intento di far apprezzare Fringe. A me la serie piace molto. Ma in questo 2o episodio i personaggi di Fringe appariranno molto meno. Per ora, si vedrà solo Olivia. In compenso fra un pò ne appariranno altri, di cui mi riservo assoluto silenzio.
    A presto.
     
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    Lilith vs Sam

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    Apperò! Niente male come inizio. Anche se l'ospedale con i piccoli menomati... :cry: I miei genitori sono volontari in un gruppo che si occupa di disabili, di cui conosco qualcuno, e l'immagine che hai evocato è stata così straziante... :cry: Ma questo significa che sei efficace. :)
     
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  3. sahany09
     
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    Eh lo so, Brynhild, è terribile, ma le due stragi iniziali hanno uno scopo preciso il cui motivo verrà fuori più avanti. Ovviamente, le ho inserite mantenendomi obiettiva, come se fossi solo una spettatrice. E scriverle è stato difficile lo stesso.
    Comunque grazie per il tuo apprezzamento.
     
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  4. sahany09
     
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    Non potevo lasciarvi con un capitolo iniziato, quindi, eccovi la 2a parte.

    Note:
    1) conoscendo il personaggio di Dean, sappiamo che spesso si esprime in modo...vivace, e questa volta c'è qualche espressione poco fine, ma rientra nella normalità, solo che finora io non avevo mai introdotto parolacce.

    2) Non l' ho detto espressamente, ma Dean si trova a Cicero con Lisa e Sam, a Lawrence, con Bobby, ma non nella stessa abitazione.


    3) In questa 2a parte non accadono cose straordinarie, ma c'è qualche dettaglio in più per le indagini in corso, tra cui notizie su questi famosi Custodi della Verità. Nel complesso: capitolo abbastanza tranquillo, tipico delle indagini.



    I CUSTODI DELLA VERITA'


    2a parte del capitolo LA SAETTA



    Lawrence, 22 dicembre 2011


    Bobby stava rientrando a casa dopo aver terminato il suo lavoro, e dopo essere andato a fare rifornimenti alimentari in paese, quando si vide affiancato dalla grossa auto bianca di Sam.
    Attraverso i finestrini aperti a metà per il freddo, i due si salutarono calorosamente.
    “Tutto bene, Sammy?” chiese Bobby allegro.
    “Tutto a posto, Bobby” rassicurò Sam.
    Si fermarono entrambi davanti alla casa del cacciatore.
    “Senti un po’. – attaccò Bobby – che programmi hai per Natale?”.
    Sam si espresse in una smorfia di disappunto.
    “Bobby! – si lamentò - Lo sai che il Natale non mi è mai piaciuto!”
    “Oh, per favore, andiamo! – protestò Bobby – Non essere il solito pessimista e disfattista! Lo so che i tuoi Natali sono sempre legati a brutti ricordi ma, per una volta, perché non provi a scrollarteli di dosso e vivere questa festa per quella che è? – prese un breve, tuttavia intenso sospiro e guardò il suo giovane collega dritto negli occhi – Non so perché, Sam, ma quelle immagini che ho visto al laboratorio di Bishop mi hanno messo i brividi. Forse non sarà niente, ma…sento che quest’anno voglio festeggiare il Natale meglio del solito. Anzi! Lo voglio proprio festeggiare come si deve, e vi vorrei tutti e due da me”.
    “L’ hai già detto a Dean?” chiese Sam.
    “No, - rispose Bobby – ma ho intenzione di chiamarlo. O lo fai tu?”.
    Sam prese il cellulare e chiamò il fratello. Dean gli rispose allegro, e Sam passò il telefono a Bobby che estese a Dean la sua proposta.
    “Sarebbe fantastico!” rispose Dean dall’altro capo.
    “Ci avrei giurato!” commentò Sam, con rassegnazione.
    “Mi dispiace per te, ma sei in minoranza” sentenziò Bobby, trionfante.
    Sam stirò le labbra in un sorriso mesto, alzando le braccia in segno di resa.
    Bobby chiese a Sam di aiutarlo a portare i sacchi della spesa in casa, quindi lo invitò ad entrare per una birra. E mentre bevevano, Bobby volle accendere la radio sopra il frigorifero. Al termine di White Christmas, l’atmosfera natalizia del brano, intensificata dalla neve che scendeva oltre i vetri delle finestre, fu rotta dalla sigla del notiziario flash.
    “A Boston sono ancora tutti sotto shock per il clamoroso furto avvenuto ieri alla Biblioteca Pubblica. Dalla sala dei libri rari, sono infatti scomparsi sei preziosissimi volumi miniati risalenti al Rinascimento Italiano – seguì il resoconto dei fatti – Per ora l’unico flebile indizio è costituito da una piccola spilla a forma di saetta, trovata sul pavimento da un agente di sicurezza della Biblioteca, probabilmente persa da uno dei ladri….”.
    Sam e Bobby si scambiarono occhiate sbalordite.
    E Sam ebbe un flash di memoria.
    La saetta!
    L’aveva vista riprodotta sull’intestazione del foglio caduto sulla neve a una delle due donne italiane.
    “So chi è stato!” esclamò, e chiamò immediatamente Dean.

    Dean era in macchina quando il suo cellulare squillò. E squillò due volte consecutive.
    “Sam, - lo bruciò Dean, seccato – ti ho già detto che anch’io, quest’anno voglio festeggiare il Natale alla grande….” Ma Sam lo interruppe.
    “Va bene, Dean; festeggiamo il Natale come vuoi tu, ma non so se qualche volta senti o vedi i notiziari …” e gli comunicò il furto alla biblioteca.
    “Oh, cazzo!” borbottò Dean.
    “E non è finita..” proseguì Sam, informandolo sul ritrovamento della spilla a forma di saetta.
    “Cosa vuol dire, Sammy?” chiese Dean.
    “Vuol dire che quella saetta è un logo, Dean. – rispose Sam – Il logo di un sito, o comunque, il simbolo di una fonte informativa da dove proveniva buona parte del materiale su Tolomeo. Ho visto quel simbolo su un foglio che aveva la Moràbito in mano, e c’era anche un titolo: I Custodi della Verità”. Dean ripeté il titolo.
    “Wow! – fece poi, moderatamente eccitato – Suona molto tipo Codice da Vinci. Saresti in grado di risalire a quella fonte, Sammy?” chiese poi, ansioso.
    “Ci proverò. – rispose Sam - Ma che ne diresti se mi dessi anche tu una mano, eh?”.
    “Va bene. – accondiscese Dean – Il primo che trova, chiama!” .
    “Ok. A presto, Dean” .
    Un secondo dopo il telefono squillò ancora e, rispondendo, Dean fu felice di sentire la voce dell’agente Dunham. Fu molto meno felice di sentire ciò che Olivia gli disse a proposito del fantasma di Bartolomeo Visconti.
    “Oh, porca puttana! - borbottò stizzito - Sei sicura?”.
    “Dean, - rispose Olivia, concitata – Non l’ ho visto io, l’ ha visto la Vissani. O almeno dice di averlo visto”.
    “Già. – fece Dean – Proprio lei che non crede ai fantasmi!”.
    “Infatti. – osservò Olivia – Questo rende la sua testimonianza più attendibile. Cosa devo pensare, Dean?”
    Dean rabbrividì per il freddo e all’idea di rifarsi altri due giorni di viaggio andata e ritorno per e ,da, Boston, ma il pericolo di doverlo fare era concreto. Cos’avevano sbagliato?
    A quel punto fu còlto dall’indecisione se tornare a casa o raggiungere Bobby e Sam a Lawrence.
    La questione era importante. Chiamò Sam e gli riportò l’ultima notizia avuta da Olivia.
    “Cosa? - esclamò Sam – Abbiamo fatto tutto a regola d’arte, come al solito!”.
    “Lo so, Sam. – confermò Dean – A meno che i fantasmi non siano diventati come le zanzare, che ormai sono refrattarie agli insetticidi, da che sto al mondo, il sale li stronca”.
    “Lo abbiamo visto incenerire sotto i nostri occhi, Dean!” concluse Sam, sconfortato.
    “Lo dici a me? – lo apostrofò Dean – Okay. Fammi pensare e ti richiamo”.
    Stava ormai vicino a casa quando ricevette una terza telefonata. Di Bobby.
    “Dean! – la voce dell’amico aveva un tono tombale – Parlando con Sam di Tolomeo, mi è venuta in mente una cosa”.
    “Cosa?” incalzò Dean, ansioso.
    “Non so se quello che abbiamo bruciato era davvero Tolomeo”.
    “Spiégati meglio, Bobby” incitò ulteriormente Dean, sul chi vive.
    “Le spoglie di Tolomeo sono in Italia”.
    “Oh merda!” esclamò Dean, sentendosi venir meno all’idea di dover salire su un aereo.




    Boston, 22 dicembre

    Nuovamente chiusa al pubblico, la sala Koussovetskji fu ispezionata centimetro per centimetro alla disperata e vana ricerca di altri indizi che potessero far risalire ai colpevoli del furto ma, a parte la spilla e l’odore di etere, mischiato a quello dell’incenso, che aveva fatto addormentare tutti i presenti nella sala al momento del furto, nelle successive 24 ora non emerse altro di rilevante. Le due donne italiane, ed i visitatori, furono interrogati a lungo e ripetutamente da Broyles, ma lo stato di incoscienza in cui erano caduti i visitatori e la Vissani, e l’assenza totale della Moràbito, allontanatasi dalla biblioteca prima del fatto, non furono di grande aiuto alle indagini. Tuttavia, uno dei due agenti di sorveglianza insistette, seppur con timidezza, nel mettere in risalto il tepore che aveva riscontrato sul sedile di uno dei banchi, come se qualcuno ci si fosse seduto o….avesse appoggiato un oggetto che emetteva calore. Olivia Dunham considerò quel particolare e si avvicinò al banco segnalato dall’agente. A quel punto Elisabetta Vissani si ricordò del momento in cui tutti i visitatori si erano schierati davanti a lei ostruendole la vista del resto della sala e impedendole pertanto di vedere se alcuno dei visitatori si fosse spostato in fondo alla sala, o se fossero entrati estranei. Inoltre, quel banco era seminascosto dalla colonna, quindi, comunque poco visibile, dettaglio che istigò ulteriori illazioni.
    Fu usato il luminol per rilevare impronte, ma l’apparecchio non ne rilevò, portando Olivia Dunham e Philip Broyles a concludere amaramente che i ladri avevano osservato tutte le precauzioni possibili per non farsi beccare, compreso l’indossare guanti per non lasciare nemmeno la minima traccia del loro passaggio in biblioteca.
    Ma c’era sempre la spilla a forma di saetta, ed Emma Moràbito ci si attaccò come un naufrago ad un pezzo di legno della nave affondata tuffandosi nel web alla ricerca di sue tracce. E la ritrovò quasi subito, avendo al fianco del suo portatile i fogli stampati sui quali era riprodotta. Le bastò, infatti, digitare Verità per ripescare la pagina ed aprirla. E aprire quella pagina significò per lei entrare in un mondo che le provocò più di un brivido lungo la schiena.



    I Custodi della Verità


    La homepage era di un’eleganza inquietante: nera in alto, sfumata e digradante in rosso man mano che scendeva, con la scritta in The Old English Text, ovvero in imitazione di gotico, al centro dello schermo, sfumata al contrario dal nero in basso al rosso in alto, attraversata dal fulmine filigranato per non celare le lettere.
    In fondo alla pagina, la scritta ENTRA permetteva di accedere al resto del sito. Emma cliccò ed entrò. Il sito era diviso in tre grandi sezioni e una di queste sembrava interamente dedicata a Bartolomeo Visconti. Oltre alle informazioni che aveva precedentemente già trovato, ne trovò altre, e il tono in cui erano state riportate la indusse a pensare che chi aveva realizzato quel sito fosse un grande estimatore del personaggio. La sua figura, infatti, emergeva con contorni da eroe e da genio, con echi Leonardeschi. Pittore, architetto, decoratore, traduttore (conosceva varie lingue), scrittore, amanuense e che altro? Dotato di facoltà psichiche, capace di entrare nella mente e nell’animo umani, sondarli e manipolarli a piacere immettendo qualsivoglia pensiero, e convincendo la sua vittima che fosse quello giusto. Doveva essersi comportato in quel modo con il povero Paolo Confalonieri, almeno fino a quando quest’ultimo non si era accorto di quelle sue strane manovre cerebrali e si era ribellato. Ma non era stato lui a mandarlo sul rogo! In quelle pagine Emma lesse la conferma. A mandare al rogo Bartolomeo Visconti era stato un inquilino del palazzo dove lui abitava. Forse lo aveva spiato mentre trascriveva quel testo. Paolo Confalonieri era morto molto tempo prima che potesse denunciarlo. Emma si sorprese a tirare un sospiro di sollievo, e proseguì nella lettura. Naturalmente nella biografia si parlava anche di Veritas, il trattato eretico, quasi blasfemo, trovato in Germania, tradotto e trascritto dal Visconti, a causa del quale l’amanuense era finito nelle maglie dell’Inquisizione. Bartolomeo Visconti era morto nella notte fra il 14 e il 15 dicembre 1550 sul rogo, e le sue ceneri erano racchiuse in un’urna conservata in un luogo segreto. Com’era possibile che fosse riapparso?
    Passò ad un’altra sezione, ma per visualizzarne il contenuto era richiesta l’immissione di un nome utente e di una password. Ci pensò su alcuni secondi poi telefonò in Italia da dove un suo conoscente le fornì i suoi, digitati i quali, la sezione si aprì e srotolò una lunga lista di nomi ciascuno con un link su cui, cliccandoci, si aprirono delle schede contenenti dati di quelle persone. E da quei dati, emergeva uno status sociale molto alto, accompagnato da titoli di studio e curricula professionali di tutto rispetto, in particolare nel campo scientifico. Dettaglio singolare ed importante: di quelle persone elencate non si conosceva la dimora. Non c’erano solo nomi italiani, ma non si sapeva dove abitassero, e non c’era apparente modo di contattarli. Dulcis in fundo: neppure i Custodi sembravano avere una sede. Sul sito, alla voce contatti, c’era solo un indirizzo e-mail. Né sede sociale, né civica, né altro tipo, né tanto meno numeri telefonici.
    Ma Emma riuscì ugualmente ad immaginare che dovesse trovarsi in Italia. Il sito era tradotto solo in inglese. Tornò indietro all’elenco dei nomi e tra essi lesse distrattamente Arianna Alberti, uno dei primi a comparire all’inizio della lista. Per curiosità cliccò per aprire la scheda. Arianna Alberti: nata a Parma, 40 anni, ingegnere genetico. Beata lei, si sorprese a pensare. Lei, Emma Moràbito, a scuola non era mai andata d’accordo con le materie scientifiche.
    Lasciò anche quella sezione per andare alla terza, ma la pagina era vuota e presentava la scritta: in allestimento. Uscì definitivamente dal sito con un fastidioso senso di disagio.

    A quasi 1500 miglia di distanza, nel Kansas, qualcun altro stava eseguendo la stessa ricerca senza però poter accedere alla sezione nomi, rimanendo con la sua stessa perplessità. Ma quel qualcuno, che di nome faceva Sam Winchester, diversamente da lei, era abile soprattutto con la tecnologia e, identificato l’IP, riuscì a risalire al server che ospitava i dati del sito.
    “E’ italiano” dichiarò alla fine dei suoi smanettamenti sulla tastiera.
    E girandosi, incontrò lo sguardo penetrante di Bobby.
    “Viaggetto in Italia?” fece il cacciatore, strizzandogli l’occhio.
    “Magari” rispose Sam.

    Emma scostò lo sguardo dal monitor del computer e si mise alla ricerca di una penna per segnarsi degli appunti. Per farlo alzò i fogli a lato e sollevò di qualche millimetro anche il computer passando una mano sul rettangolo di marmo sul quale il computer era posato.
    Il rettangolo di marmo era caldo.
    Ma certo!
    Sul sedile del banco trovato tiepido dall’agente di sorveglianza nella sala Koussovetskji della biblioteca di Boston qualcuno aveva depositato un apparecchio che produceva calore e lo aveva usato per alcuni minuti. Forse, proprio un portatile. Chiamò Olivia Dunham.



    Continua col prossimo capitolo di cui devo decidere il titolo poiché, in questo, accadranno parecchie cose
     
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  5. William™
     
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    Wowwo, misteriosissimo! Non vedo l'ora di leggere il seguito
     
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  6. sahany09
     
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    Che rapidità!!! Hai letto il mio strampalato commento alla tua ff?
    Per il seguito dei Custodi non dovrai attendere moltissimo, ma temo che prima di lunedì o martedì non mi sarà molto possibile postare qualcosa causa impegni vari, soprattutto domani.
    Spero non sia troppo.
    A presto e grazie per la tua attenzione. Molto carina anche la tua ff.
     
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  7. William™
     
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    grazie Sahany! Ho letto, ho letto! Eh si, appena ho visto ho letto :D Questa FF si preavvisa una bellissima FF, non vedo l'ora che Dean, Sam e Olivia si rincontrino e non vedo l'ora di vedere la terza serie che inserisci nel cross *_*
     
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  8. sahany09
     
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    Grazie William.
    Da parte mia m'impegnerò per rendere questa fiction più interessante possibile. Quanto a Dean, Sam e Olivia, si rincontreranno ma non per il momento.
    E per la 3a serie incrociata...vedrai!
    Attendi fiducioso.
     
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  9. dani61
     
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    Mi era sfuggito questo inizio di stagione!!! Molto inquietante e tristissimo l'inizio - ma penso che avrai le tue ragioni per aver scelto la distruzione di quei centri di miseria umana - quindi sono davvero molto curiosa di continuare a leggere la tua storia - Peccato non ci sia più Walter!!! E poi cosa??? Peter si è finalmente lanciato allora?? Io sono rimasta alla prima stagione di Fringe e però avevo capito che c'era del tenero!!! Sono pure curiosa di sapere quale altra serie prediligerai per il gemellaggio con SPN - ma se sarà una serie italiana - ti prego non i CESARONI!!!!! - Bravissima come sempre del resto - complimenti per la nuova season!!!!
     
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  10. John7776
     
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    oh oh eco che arriva il mistero già mi piace come imposterai la storia , wow lo scenario sarà in italia che bello!! poi ho visto che Dean dice che i custodi della verità sembrano provenire dal codice da vinci xD e proprio io ti dissi che il tuo modo di scrivere si avvicina a Dan Brown!! ricordi? xD brava sahany complimenti e spero che scriverai la scena del natale dei brothers? scusa ma secondo te olivia potrebbe lasciare peter per Dean? secondo me sì xD
     
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  11. \:Darsen:/
     
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    Complimenti Sahany anche per questa nuova Parte del Capitolo!!!! :)
    Come hai detto Tu questa Parte è stata Tranquilla, ma io direi anche molto Interessante!!!! E come sempre il tuo modo di scrivere è Impeccabile!!!! :)
    Bravissima!!!! ^^
     
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  12. Vivaldi4love
     
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    Hanno ragione tutti, sei bravissima ^^
    E mi piace la piega che sta prendendo la vicenda ^^
     
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  13. sahany09
     
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    Procediamo per ordine:

    @dani61 (era da un pò che non ti si vedeva). Come ho detto, mi pare, a Brynhild, l'inizio tremendo, ahinoi, ha un motivo preciso che si saprà più avanti. Non ho detto che Walter Bishop non ci sarà più; semplicemente apparirà meno rispetto al Portale, ma non l' ho cancellato, come non ho cancellato Peter che, anzi, apparirà fra breve, seppur per poco tempo. Quanto al nostro, beh, forse mi sono lanciata in uno spoiler ma si, so che c'è del tenero fra lui e Olivia. Per la 3a serie, ripeto: mi riservo il silenzio, per ora, ma è una serie americana. Se dovessi sceglierne una italiana, forse l'unica sarebbe R.I.S., di sicuro non i Cesaroni.
    Comunque, quando appariranno i personaggi, penso che qualcuno farà un urlo.

    @Darsen: si, questo capitolo è stato tranquillo; il prossimo lo sarà un pò meno, ma si risolverà un primo enigma (Tolomeo è tornato, o no?)

    @John 7776: beh si, la citazione a Dan Brown mi pareva azzeccata, però....a proposito, John ! Sto leggendo il Libro delle Anime di Glenn Cooper e mi è preso un colpo. Capisci perché? Comunque avevi ragione: è proprio bello!
    Natale in casa Winchester? O meglio: in casa Singer? Ci sarà perché è importante per vari motivi.
    La scintilla fra Dean e Olivia? C'è una forte simpatia, ma tutti e due sono impegnati....Vedrò come sistemare la faccenda.

    @Vivaldi4love: grazie carissima. Se i piani mi riescono come voglio, la piega sarà ancora più accattivante, sebbene piuttosto drammatica.

    A presto, fanciulli miei!!!
     
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  14. sahany09
     
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    Sabato scorso avevo promesso di postare il nuovo capitolo fra lunedì e martedì e ho mantenuto la promessa.
    Eccovi la 1a parte del 2o capitolo di questo mio racconto.
    E' un pò lungo ma non dovrebbe risultare noioso, nonostante qualche chiacchiera, però succede anche qualcosa, e compare un personaggio della serie, molto amato da noi fans.


    I CUSTODI DELLA VERITA'


    2) A VOLTE RITORNANO....O NO?
    1a parte




    Uffici FBI, 23 dicembre

    Elisabetta Vissani e il gruppo di visitatori entrato all’ultimo turno rilasciarono le stesse testimonianze: tutti dissero di aver sentito un aroma gradevole, ma forte , e di aver visto, nel buio della sala rimasta senza elettricità, una sagoma avvolta in un ampio saio nero con cappuccio dal quale si vedevano solo un paio di occhi azzurri che parevano brillare di luce propria.
    E Olivia Dunham, ascoltando quelle testimonianze, continuava a domandarsi come fosse stato possibile che lo spettro di Bartolomeo Visconti fosse ricomparso dopo che lei aveva assistito personalmente alla sua distruzione tramite un rito singolare, ma efficace.
    Le giunse la telefonata di Emma Moràbito in cui la donna rimarcò il particolare della superficie scaldata da un corpo emanante calore. L’esame tossicologico della sostanza aspersa nella sala non aveva rilevato tracce di eventuali allucinogeni. Era stato usato normale gas soporifero, mischiato ad incenso, che aveva sortito il suo effetto di far precipitare i presenti nella sala in uno stato di perdita di coscienza, senza altri effetti collaterali, se non quello di dormire profondamente per qualche minuto, il tempo necessario ai ladri per asportare i libri e andarsene indisturbati e inosservati, tenendo anche conto che in quel lasso di tempo sugli schermi della video sorveglianza le immagini della sala erano sparite.
    Ma i visitatori avevano dichiarato tutti di aver visto il fantasma pochi secondi prima di sentire l’odore e di svenire. Olivia Dunham e Philip Broyles si scambiarono occhiate sconsolate e sconfitte. Poi però, Olivia fu scossa da un’idea.
    “Torno in biblioteca e ci rimango. - propose coraggiosamente – Anche stanotte se questo può servire”. Broyles la fissò allarmato e protestò debolmente, ma Olivia si dimostrò irremovibile.
    “Lasci almeno che la seguiamo tramite i monitor. - la implorò il suo capo – Se le accade qualcosa, potremo intervenire”.
    Ma Olivia ricordava bene che mentre Tolomeo agiva contro il povero Dean, nessuno aveva potuto far nulla per i presenti nella sala essendo andata via la corrente e, di conseguenza, essendosi spenti anche i monitor di vigilanza.
    “Broyles, - lo pregò con dignità, guardando l’uomo dritto negli occhi – Qualche conto non mi torna, ma è una cosa che posso fare solo io. Mi lasci provare”.
    “Ci metteremo dietro la porta della sala. - la rassicurò Broyles – Al primo rumore sospetto entreremo”.
    “Non so se sarà possibile. – obiettò Olivia, tranquilla – Tolomeo ha poteri mentali. Potrebbe bloccare la porta. Devo rischiare…. Fra di noi solo io sono in grado di vederlo”.
    Broyles annuì rassegnato.




    Lawrence, casa Singer

    Sam si passò ripetutamente una mano fra i capelli, percorrendo nervoso avanti e indietro lo spazio fra la sala e la cucina.
    “Sam, - protestò Bobby, seccato – mi stai facendo venire il mal di mare anche se siamo in terraferma! Vuoi darti una calmata, per favore? Ragioniamo…”
    “Dobbiamo andare in Italia, Bobby! – disse Sam, agitato – E’ là che sono le ceneri di Tolomeo. Quello che abbiamo incenerito non era il vero Tolomeo! Era….era una specie di proiezione. Una sorta di avatar nel presente”.
    “D’accordo, Sam. – convenne Bobby – Ma tu hai detto di aver letto su quel sito che non si conosce il posto in cui l’urna è conservata. Noi possiamo anche andare in Italia, ma dove cerchiamo quell’urna? Dove potrebbe essere secondo te?”.
    “I fatti si sono svòlti in Romagna. – osservò Sam – Probabilmente l’urna è lì, da qualche parte”.
    “Si, - convenne Bobby – ma sul sito c’era scritto che il luogo dov’è conservata è segreto. Da dove cominci a cercarla? Escludiamo la biblioteca Malatestiana, a meno che l’urna non sia nascosta dietro qualche libreria, o qualche parete, o negli scantinati, ma sarebbe piuttosto scontato. Dovresti passare in rassegna ogni singolo appartamento di quella città nonché dei dintorni. Prima che tu la trovi, Tolomeo potrebbe fare molti altri danni. Se dovremo andare in Italia ci andremo, Sam, ma con le idee chiare”.
    Sam scosse la testa, afflitto, riconoscendo che il collega aveva ragione.
    “Cosa possiamo fare, allora? – si lamentò – Come minimo, dovremmo tornare a Boston a dare una mano all’agente Dunham”.
    “Questo sarebbe già più ragionevole che andare in Italia a cercare un ago in un pagliaio” sentenziò Bobby.
    “Potremmo andare noi due in aereo!” propose Sam.
    “Lasciando a casa Dean senza dirglielo? – obiettò Bobby contrariato – Se in qualunque modo lo venisse poi a sapere, si arrabbierebbe come una iena. Inoltre, se ci succedesse qualcosa di brutto questo si aggiungerebbe al lungo elenco di sensi di colpa che stanno logorando tuo fratello. No, Sam! Se io e te vogliamo andare a Boston, dobbiamo almeno dirglielo. E io so come farlo”.



    Boston, biblioteca

    Olivia Dunham tornò alla biblioteca e mentre copriva il tragitto chiamò Dean attivando il vivavoce.
    “Che avete combinato, acchiappa fantasmi? - lo apostrofò allegra – Avete dimenticato qualche formula magica da recitare per distruggere il fantasma fuori dai gangheri?”.
    Dean fu contento di sentirla, ma era molto perplesso e frustrato.
    “Olivia, ti giuro, - disse – abbiamo fatto tutto secondo le regole, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto. Torno subito a Boston, se vuoi..”
    “No. Aspetta, Dean! – lo bloccò Olivia – Qualcosa non mi quadra” e lo informò dei piccoli indizi che erano emersi nelle ultime ore. Poi gli comunicò la sua intenzione.
    “Sei impazzita? – esclamò Dean, scandalizzato – Hai visto cos’ ha fatto a me? Non posso nemmeno pensare che ti metta le mani addosso! Vengo subito a Boston….”
    “Dean! – lo interruppe Olivia gentile, ma ferma – Tolomeo ce l’ aveva con te, non con me”.
    “Ma è pericoloso, Olivia! – protestò Dean – Potrebbe essere incazzato per via dei libri e prendersela col prossimo essere umano che gli viene a tiro! E’ una follia! Aspettami che arrivo!”.
    “Dean! – lo paralizzò Olivia per telefono, non arrabbiata, ma in tono secco e deciso - Ora sappiamo che io e te insieme, sotto l’influsso del Portale, possiamo scatenare un finimondo, quindi è meglio che tu non sia qui. Non ti muovere da dove sei finché non ho verificato una certa cosa. Ti dirò io se, e quando, dovrai venire”.
    Dean fremette ma non replicò. In compenso, le chiese di tenere acceso il cellulare per tutta la durata della sua permanenza nella sala. Olivia capì ed accettò.
    Appena giunta alla biblioteca, Olivia domandò e ottenne di rimanere sola nella sala dei libri rari.
    E una volta là dentro, cominciò a percorrerla in lungo ed in largo, a passi lenti, osservando ogni minimo dettaglio di quell’ambiente.


    In ferie dal lavoro per il periodo natalizio, Dean era solo in casa, essendo Lisa e Ben andati in paese a fare spesa e shopping, ed era tesissimo, soprattutto dopo aver saputo da Sam e Bobby di non aver compiuto il loro dovere di cacciatori fino in fondo. L’idea che Olivia potesse essere oggetto della furia di quello spirito, e il divieto da parte sua di raggiungerla a Boston, lo mandavano in fibrillazione. Si prese una birra, e iniziò a camminare per la cucina fissando il display del telefono dove, ad un certo punto, si materializzò l’interno della sala Koussovetskji.
    In quel momento, il cellulare emise la soneria di una chiamata e sul display apparve il nome di Bobby. Dean rispose e, udendo la voce incerta del cacciatore, il suo stato di allarme crebbe in modalità esponenziale.
    “Che è successo, Bobby?” lo strapazzò nervosamente.
    Bobby trovò il coraggio di dirgli quel che avevano deciso di fare con Sam.
    “Abbiamo pensato che così facciamo prima” tentò di giustificarsi il collega.
    Contrariamente alla sua previsione, Dean non fece la sfuriata, rispondendogli invece con voce gelida.
    “Voi non andate da nessuna parte” intimò.
    “Dean, non possiamo fare in macchina….”
    “Ho detto che non andate da nessuna parte. - ribadì Dean, scaldandosi – Né in macchina, né in aereo” spiegando poi il perché.
    All’altro capo, seguirono un paio di secondi di silenzio.
    “Allora, aspettiamo tuoi ordini” replicò Bobby in tono conciliante.
    “Ecco. – rispose Dean più calmo e più gelido – Bravi. Ci sentiamo più tardi” e così dicendo, chiuse la telefonata ristabilendo la comunicazione visiva con Olivia.
    Tutto appariva tranquillo.
    Era ancora giorno, ma il brutto tempo rimandava all’interno della stanza una luce grigiastra e scura che, in un certo qual modo, contribuiva a spandere un’atmosfera tetra e presaga di eventi non piacevoli. Nel silenzio della cucina il ticchettio cupo e ritmato del tacco basso delle scarpe di Olivia, che risuonava nella sala, risultava amplificato e ancora più sinistro perfino nel cellulare. Attraverso il piccolo schermo Dean continuò a seguire i movimenti lenti e calmi della donna che si aggirava fra i banchi ispezionando ogni angolo, ma nulla pareva essere fuori posto oppure semplicemente strano.


    Olivia s’infilò in un banco e si spostò sulla navata sinistra raggiungendo l’ultima colonna dietro la quale, forse, si era nascosto uno dei ladri dei volumi e da dove i visitatori avevano asserito di aver visto comparire il fantasma di Tolomeo. Esaminò con attenzione quel settore della sala, ma era tutto in ordine e non trovò né reperti, né elementi lasciati anche per caso in quel punto.
    Ad un tratto però, le lampade a torcia, accese a causa della scarsa illuminazione di quel giorno, cominciarono a tremare e dopo due, tre vibrazioni, la luce si spense.


    Dean sentì il cuore perdere un colpo ad ogni tremolio pensando subito di dover aggiungere una voce alla lista di peccati che non si sarebbe mai perdonato. Se fosse successo qualcosa ad Olivia senza lui presente lì ad aiutarla e, forse, a salvarla, non sapeva se, e come, avrebbe potuto continuare a vivere.
    “Esci dalla sala, Olivia!” le urlò attraverso il telefono.
    “Non posso, Dean! – urlò lei di rimando – Devo offrire una testimonianza!”.
    “Sto registrando io! – gridò Dean - Vattene!”.
    Ma per qualche arcano motivo, Olivia si sentiva inchiodata in quel punto, senza dubbio mossa da un’irresistibile curiosità per l’evento che stava per verificarsi.
    Si girò verso la parete in fondo in tempo per vedere il delinearsi di una porta sul muro
    “Vai via, Olivia!” urlò ancora Dean in preda al panico col cuore che batteva all’impazzata, sentendo gli occhi bruciare e gonfiarsi di lacrime. Olivia si allontanò da quel quadrato di sala, camminando all’indietro per vedere cosa sarebbe spuntato dalla porta.
    La porta si aprì lentamente e dopo un paio di secondi, da essa fece capolino una testa rotonda con corti capelli neri ed un volto, anch’esso dalla forma tondeggiante, la cui apparizione, riconoscendolo subito, fece rimanere Dean senza fiato per la sorpresa.
    Crowley!
    Tutto si sarebbe aspettato tranne di vedere quell’individuo proprio lì.
    Olivia tornò timidamente sui suoi passi, avvicinandosi con cautela alla colonna.
    L’uomo uscì in tutta la sua figura non molto alta e tarchiata, vestito elegantemente di scuro, col suo solito cappotto di buon taglio, si guardò intorno, volse gli occhi al soffitto e infine puntò il suo sguardo verso Olivia, sorridendole.
    “Dean? – lo chiamò Olivia – Che devo fare?”.
    “Olivia, - disse Dean, stupito – riesci a vederlo anche tu?”.
    “Certo che lo vedo! – replicò Olivia, sorpresa della domanda – Perché?”.
    “Niente. – rispose Dean – Poi ti spiego. - Malgrado tutto, Dean si sentì notevolmente sollevato pur continuando a chiedersi cosa Crowley ci facesse lì e come avesse imboccato proprio quella via. - E’ un buon diavolo! – riprese – Resta pure se vuoi. E’ un incontro storico!” finì a mezza voce.
    “Devo aver sbagliato strada. – esordì il demone facendo vagare i suoi occhi scurissimi in giro per la sala, alludendo all’aspetto ecclesiastico dell’ambiente – Ma l’ ho trovata libera. Dove sono?”
    “In una biblioteca. – rispose Olivia, anche lei più rilassata – Posso sapere chi è lei?”.
    Crowley si presentò.
    “Ho sentito che ha chiamato Dean. – aggiunse poi – Dean Winchester, per caso?”.
    “Si. – confermò Olivia, esitante – Lo conosce?”.
    “Oh, si. – rispose Crowley allegro – Non so se sono già entrato di diritto nella sua cerchia di amicizie familiari, ma per ora i rapporti con lui sono buoni. Con chi ho il piacere e l’onore di parlare?”.
    Olivia si presentò, quindi scrutò l’uomo con interesse, ma anche con sospetto.
    “Mi scusi, - lo interpellò poi – ma lei viene…dall’altro universo?”.
    Crowley alzò le sopracciglia, meravigliato e divertito.
    “L’altro universo? – ripeté – Le piace questa definizione? Va bene. Piace anche a me. In fin dei conti ciò che c’è dall’altra parte del nostro mondo è un altro universo. Ma lei cosa fa qui, tutta sola? Come mai non c’è Dean, se lo conosce?”.
    “Dovevo fare una cosa per cui dovevo essere sola” rispose Olivia, con convinzione.
    Crowley annuì, compunto.
    “Già. – disse – Lei ha detto di essere un agente del FBI, quindi sta svolgendo un’indagine”.
    “Si. - confermò Olivia informando l’uomo sulla natura dell’indagine – Ed è stato un furto veramente molto grave”.
    “Oh! – esclamò Crowley sinceramente partecipe – Posso immaginarlo. Veritas….un testo molto interessante!” Olivia spalancò gli occhi.
    “Lei lo conosce?” chiese.
    “Dalle mie parti le notizie arrivano veloci. - rispose Crowley sorridendo e riavvicinandosi alla porta – E non siamo ignoranti”.
    “Non mi dica che sa anche chi ha rubato i libri?” disse Olivia, speranzosa.
    “Oh, no! – si schernì il demone – Mi chiede troppo. Ma posso dirle una cosa”.
    “Cosa?”
    “Se aspetta qualche giorno, - rispose Crowley con aria complice – saranno quei libri a venire da lei” e dopo aver fatto questa solenne e sibillina dichiarazione tornò alla porta e sparì oltre essa.
    Olivia tentò di riaprirla, ma la porta si smaterializzò senza lasciare tracce sulla parete.
    “Dean! – lo chiamò Olivia dal telefono – Chi diavolo era?”.
    Abbandonata definitivamente la paura, Dean rideva.
    “L’ hai appena detto” rispose.
    “Come, scusa?”
    “Niente. – minimizzò Dean – Quando ci vediamo ti spiego”.



    A più presto possibile, - impegni permettendo - per la 2a parte del capitolo.
     
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    Lilith vs Sam

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    Molto molto molto carina! Mi sembra che utilizznado la tecnica narativa "classica" (verbi al passato e descrizioni esterne e interiori) i tuoi personaggi risultino più delineati e più "in character", e personalmente ho trovato molto efficace la descrizione della sala silenziosa e grigia in cui echeggiano i passi di Olivia.

    Crowley è sempre uno spettacolo!... :lol:
     
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562 replies since 17/9/2010, 19:18   4335 views
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