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Amariah.
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eccomi: sono tornata!!!
Premessa: Ho appena scritto questa fanfic, cercando di immaginare (come sempre
) i pensieri dei brothers ( in questo caso di Sam) dopo la puntata 5x06 I believe the children are our future. Lo ammetto: sono stanca morta, ma ho cercato lo stesso di impegnarmi per scrivere qualcosa di decente. Come al solito avviso che non sono una cima in italiano, ma spero che la mia fanfic sia ugualmente apprezzata .
Buona lettura.
Eravamo in macchina già da un’ora e io non riuscivo a smettere di pensare a Jesse. Era difficile credere che un ragazzino così responsabile, legato ai genitori fosse l’Anticristo. Poi sorrisi, triste, ripensando che anch’io, dopotutto, ero responsabile, e volevo bene alla mia famiglia.
La vita è buffa: più uno cerca di comportarsi bene più la sua vita sembra un inferno. Non dovrebbe essere il contrario?
Insomma, io ho pregato da piccolo (ora non lo faccio più: dopo quello che ho combinato non sarà una preghiera a farmi meritare il perdono), ho aiutato gli altri, ho ripreso a cacciare quando invece speravo che fosse tutto finito. Tutto questo non contava? Evidentemente no, dato che mi sono trovato sempre più immerso nel lato oscuro.
Ovviamente, è stata colpa mia. Dean cercava di mettermi in guardia ma ero così convinto di fare la cosa giusta, di concludere con successo almeno una cosa nella vita senza il suo aiuto, che non vedevo quello che mi stava capitando. Ma una piccola voce dentro di me, che da tempo cercavo di soffocare senza riuscirci, mi diceva che forse mi sarei fermato, se avessi saputo prima che Lilith sarebbe stata l’ultimo sigillo.
E’ per questo che ho voluto dire tutta la verità a Jesse: per fargli prendere una decisione, giusta o sbagliata che fosse, senza bugie o mezze verità.
In fondo eravamo molto simili, io e Jesse: entrambi manovrati da forze superiori, entrambi con qualcosa di demoniaco dentro ed entrambi desiderosi di non fare parte di questa guerra.
Poveretto, doveva essere così sconvolto: appena un giorno fa era un bambino che credeva nella Fatina dei Denti, che prendeva come sacra verità tutto quello che i genitori gli dicevano, ed ora era una delle armi più potenti nella guerra tra angeli e demoni. “Sono solo un bambino” mi aveva detto, gridando. Un bambino da considerarsi innocente, anche se potenzialmente pericoloso. Una delle cose che in questa guerra non contava era l’età. Né angelo né demone avrebbe provato pietà per te, solo perché eri un bambino, un vecchio o un ragazzo che nella sua vita ne aveva passate tante, forse troppe. “Perché mi stai dicendo questo!?”. La verità l’aveva ferito nel profondo, gettandolo nel panico. Si sentiva troppo piccolo per addossarsi responsabilità del genere. E forse lo era veramente ma, come ho detto, l’età non contava.
Guardai il paesaggio notturno del Nebraska scorrere dietro il finestrino dell’Impala, sospirando. Chiusi gli occhi, ma il mal di testa non mi lasciava dormire. Sentii Dean che faceva scricchiolare le dita. Mi voltai verso di lui appena in tempo per vederlo esibirsi in uno sbadiglio alla Tarzan. “Sei stanco?” Gli chiesi, sapendo già cosa avrebbe risposto.
“No. Sto bene, Sammy”. Con una smorfia mi avvicinai a lui e gli misi una mano dietro il collo, premendogli due dita contro la pelle. “Cazz…”. Dean fece una sorta di saltello sul sedile, facendo sbandare l’Impala.
“ Ma sei scemo!?”.
“Hai preso un’insaccata, dovresti riposare: se irrigidisci il collo è peggio”.
“ Sto bene. E’ solo una botta”. Mormorò massaggiandosi la parte dolorante.
“ Dean, quel demone ti ha sbatacchiato contro una parete, non è solo una botta”.
Sbuffando, Accostò e spense il motore stiracchiandosi. “ In effetti sono un po’ stanco. Potremmo fermarci a dormire qui. Non è la prima volta che dormiamo in macchina”.
Risi. “Così domani mattina avrai anche la schiena bloccata, oltre al collo”.
“Che cosa proponi?”.
“Lascia guidare me, fino al motel più vicino”. Dean studiò il mio volto. “ Tu non vuoi riposare?”.
Scrollai le spalle “ Non ci riesco”. Dean aprì la portiera e io lo imitai, invertendo i ruoli. “ Grazie” mi disse e si addormentò appena misi in moto. Mentre guidavo, guardai la sua espressione serena. Per la prima volta pensai a questi ultimi giorni trascorsi insieme. Non c’era più quell’atmosfera tesa tra di noi, niente più segreti. Anche se dovevamo lavorare ancora sulla fiducia, eravamo sulla buona strada. Lo guardai dormire. Dean meritava un attimo di pace. Anche se non aveva nulla di demoniaco come me e Jesse, anche lui era stato bastonato dalla vita e, anche lui, aveva un peso enorme che gli gravava sulle spalle. Come me. Quello che dovevamo fare era combattere per aiutarci l’un l’altro ad alleviare questo peso.
Puntai gli occhi sulla strada, ascoltando il motore dell’Impala e il respiro calmo e regolare di Mio fratello. Sì. Avremmo combattuto fino alla fine. In ogni caso. Vincitori o vinti.
Lo so: è corta, ma non riesco ad inventarmi altro
.
Vi prego, recensite numerosi. Ogni commento, positivo o negativo è ben accetto.
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Amariah.
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Mi shento shola sholetta.... -
eli*dreamer.
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CITAZIONE (Amariah @ 23/10/2009, 18:12)
Mi shento shola sholetta...
Perdonamiiii...non avevo letto!!!
Comunque...ora che l'ho letta posso dire che mi piace tantissimo...Povero Sam...e poveri anche Dean e Jesse...sei stata davvero molto brava!. -
-FallenAngel-.
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che bella questa storia tanto triste ma bella...spero tanto che vincano questa battaglia. Povero Sammy ç_ç
brava bella storia!!!. -
Amariah.
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Grazie mille!!!!!
siete gentilissimi, come sempre.. -
dani61.
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Bella - davvero scritta bene - un bel viaggio interiore - .
..._Vincitori o Vinti_...Fanfiction by Amariah |
