Mine vaganti

thriller esoterico

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  1. sahany09
     
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    Ah ah !! Ciao Willy. :)
    Eh si, povero Cass. Si trova in una situazione poco piacevole e a lui poco congeniale. :( Ma anche nel serial, abbiamo visto che ha mentito a Dean più di una volta. A presto, spero.
     
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  2. sahany09
     
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    Arieccomi dopo un pò di tempo, ma gli impegni mi hanno travolto.
    In compenso, a questo giro, vi lascio una bella puntatona lunga che vi terrà occupati per qualche minuto. Tuttavia, come al solito, sarà divisa in capitoli, quindi più agevole per la lettura.

    Le indagini proseguono ed emerge qualche altro dettaglio, però il caso appare sempre piuttosto difficile da risolvere.

    Ritorna Settembre che si rivela diverso dai suoi simili.

    Attenzione!! Per chi non segue Fringe in inglese: spoilers 5a stagione.




    MINE VAGANTI

    3) SCOMPARSI



    In un punto imprecisato dello spazio e del tempo

    Settembre assistette, sbalordito, alla scena senza poter intervenire.
    Il suo collega Windmark alzò il braccio armato e sparò un colpo, il cui proiettile uscì dalla pistola e percorse il tragitto dalla canna al bersaglio alla velocità della luce centrando in pieno la fronte dell'uomo che gli stava davanti. E Settembre conosceva quell'uomo, come conosceva i suoi diretti sottoposti, divenuti quasi amici. Philip Broyles, capo del FBI, Dipartimento Fringe, spalancò i già grandi occhi scuri per lo stupore e si accasciò a terra come un fantoccio svuotato a cui una mano invisibile avesse improvvisamente tagliato i fili senza motivo, con la fronte spaccata a metà dal foro della pallottola dal quale uscì uno spesso rivolo di sangue che scivolò lento e viscoso sul naso, scendendo sulla bocca, sul mento, cominciando a gocciolare sul collo della camicia immacolata. Non appena l'uomo toccò terra, Windmark si voltò verso di lui e le sue labbra sottili s'incresparono in un sorriso di trionfo, mentre dai piccoli occhi obliqui brillò un lampo di crudeltà.
    Non poteva crederci. Non riusciva a crederci!
    Perché quell'uomo? Cosa gli aveva fatto per volerlo uccidere così a sangue freddo?
    In pochi secondi, l'Osservatore realizzò che il Programma era ben più spietato di quanto si fosse immaginato fino ad allora e cominciò a sospettare fortemente che nel Programma fosse compresa l'eliminazione di tutta la Squadra Fringe. Qualcuno, molto in alto, voleva Bishop, Olivia e tutti i componenti del team, morti. Perché? Di questo non era stato informato, ma quando si avvicinò al suo simile per chiedergli spiegazioni, come in un sogno, o forse, un incubo, la scena si dissolse in un denso fumo bianco che si diradò in breve tempo fino a scomparire, lasciandolo pochi istanti solo nel Nulla. Poi la scena cambiò e si fece ancora più inquietante.
    Si trovò in una gigantesca megalopoli in cui altissimi grattacieli di vetro venivano di tanto in tanto tagliati e attraversati da frecce argentee che saettavano su binari accavallati l'uno sull'altro. E a terra, umani che parevano esser usciti da un unico stampo, dalla carnagione lattea, biondi con occhi chiari spenti, camminavano per le strade come automi, dirigendosi verso quei palazzi nei quali entravano come sciami d'insetti guidati da un comando provenuto da chissà dove. Chiuse gli occhi, ma per fortuna, quando li riaprì, quello spettacolo era svanito.
    Sapeva che non si era trattato di un sogno. Quella era stata una visione del futuro, o meglio, del presente; la dimensione che loro, gli Osservatori, erano soliti vivere. E di questo vantaggio, doveva approfittarne per avvertire coloro che ormai erano suoi amici. Perché lui non voleva che quelle persone dovessero morire. I suoi colleghi non avevano capito che se Bishop, suo figlio, sua moglie Olivia, Astrid e Broyles fossero stati uccisi, anche per gli Osservatori non ci sarebbe stato futuro.
    In qualche modo, le loro vite erano legate. Ed oltretutto, era subentrata una questione affettiva. I Bishop e Olivia gli avevano salvato la vita più di una volta, dunque, consegnarli ai suoi simili, gli Osservatori, avrebbe significato tradimento. Alto tradimento! Non avrebbe permesso che ciò accadesse.
    Gli Osservatori erano noti agli umani come esseri incapaci di provare sentimenti ed emozioni, sempre freddi, sempre imperturbabili di fronte ad ogni evento, ma per lui, Settembre, negli ultimi tempi, le cose erano cambiate. La frequentazione della Squadra Fringe aveva aperto un varco nel suo cuore e nel suo animo, lasciando entrare sensazioni del tutto umane.
    Uscito dalla nuvola onirica, Settembre si trovò in una sala arredata con pochi mobili di foggia antica, sistemati contro pareti damascate. Conosceva quel luogo. Era la sede logistica di chi aveva ideato il Programma. L'uomo alto e biondo si avvicinò a lui, mostrandosi preoccupato e gentile.
    "Tutto bene, amico?" gli chiese.
    Settembre si scosse dal torpore e si guardò attorno per dissimulare il suo turbamento.
    "Si" mentì, laconico. Ma la dissimulazione doveva essergli riuscita male perché l'uomo biondo lo stava guardando in tralice.
    "Non mi sembri molto convinto. - lo smentì - Cosa c'è che non va? Il piano non sta avendo il successo che pensi?".
    "No. - controbatté Settembre, stavolta più pronto e sicuro - Sta andando tutto bene".
    "La nuova famiglia sta bene?" chiese il suo interlocutore, scrutandolo intensamente.
    Settembre riuscì a guardare l'uomo senza abbassare gli occhi.
    "Si. - rispose, con maggior decisione - Stanno tutti bene".
    L'uomo biondo assentì.
    "E la ragazza che è con loro?" seguitò con noncuranza.
    Settembre gli scoccò un'occhiata perplessa.
    "Quale ragazza?" chiese, realmente dubbioso.
    L'uomo ridacchiò, sarcastico.
    "Non fare il finto tonto, socio. - lo apostrofò - Quella coi capelli rossi".
    Settembre non sapeva di chi stesse parlando, ma finse il contrario.
    "Sta bene anche lei" rispose, freddo.
    "Non perderli mai di vista" si raccomandò l'uomo, alla fine.
    Settembre annuì e lasciò la stanza.
    Ma appena fuori, si trovò di nuovo nella grande città spettrale e subito dopo, all'interno vuoto di uno di quegli edifici dove rivide Windmark che uccideva una ragazza bionda. Si spostò velocemente al punto dov'era avvenuto l'omicidio e il suo collega si girò verso di lui, fissandolo con cattiveria, stirando la bocca in un altro sorriso di trionfo.
    "Voleva ucciderci" sentenziò, vanaglorioso.
    Di lì a pochi secondi, vide Peter Bishop e Olivia Dunham entrare nel locale e precipitarsi sulla ragazza, ancora viva, ma forse per poco. Peter la abbracciò, piangendo e per Settembre tutto fu chiaro. Nel 2012, Olivia era in attesa di un figlio e quella ragazza doveva essere il frutto dell'amore fra lei e il giovane Bishop. No! Questo non avrebbe dovuto succedere!
    Doveva avvertirli!




    Philadelphia

    Dean fermò l'Impala davanti ad una bella villa di stile europeo, con grande giardino curatissimo.
    Il video citofono gracchiò e lampeggiò finché sul display apparve sgranato un volto femminile di pelle e tinte chiare. Sam estrasse il distintivo federale e lo avvicinò allo schermo per mostrarlo agli inquilini. Attesero qualche secondo, poi, il grande e robusto cancello in ferro battuto si aprì lentamente al comando a distanza e i due ragazzi poterono entrare. Attraversarono il viale fiancheggiato da piccoli alberi e raggiunsero la porta coperta da un patio col tetto a tegole come la casa. Sulla porta, una donna bionda, infagottata dentro un ampio e peloso cardigan beige a lavorazione irlandese, aspettò che arrivassero per poi farli accomodare all'interno della casa, nel salone a cui si accedeva dopo aver percorso un piccolo ingresso.
    Per quante ne avessero viste, i due rimanevano sempre a disagio di fronte al lusso di certe abitazioni e quella non costituì un'eccezione, sebbene fosse abbastanza discreto. Mobili di antiquariato erano distribuiti ad arte lungo le pareti chiare, intervallate da ampie finestre che illuminavano la stanza nonostante il cielo plumbeo foriero di pioggia, se non addirittura di neve.
    Si accomodarono nell'angolo di ricevimento, racchiuso da un lungo divano e tre poltrone, separati da un tavolino di legno e vetro. E lì, Sam scorse un segno di una probabile precedente colluttazione. In un angolo, infatti, la pelle chiara del divano presentava una piccola macchia, forse di sangue, che non era sparita a dispetto dello smacchiatore usato dalla donna per levarla.
    "E' successo qui, vero?" avviò il giovane Winchester, intenzionato a sbloccare l'imbarazzo del trovarsi in quel luogo. La donna annuì. Nel suo volto sciupato, il dolore sembrava ben imprigionato in una grande dignità tipica delle persone appartenenti ad una classe molto alta, non solo finanziariamente parlando.
    "Ha idea del perché suo marito sia stato ucciso?" chiese Dean, sfoderando tutta la gentilezza e la comprensione di cui era capace.
    "Aveva nemici? - fece eco Sam - Avevate nemici?".
    "Il lavoro di James era molto importante. - rispose la donna, compunta - Uno dei motivi poteva essere questo. Si sa che negli ambienti scientifici, nonostante l'apparente complicità, sotto, sotto, serpeggiano molte invidie, però, arrivare ad ucciderlo, mi sembra davvero assurdo".
    "Cosa faceva esattamente suo marito? - riprese Dean - Cosa stava facendo d'importante per stuzzicare le ire di qualcuno?".
    "Quando tornava a casa, - continuò la donna - non amava molto parlare di lavoro ma, da quel poco che ogni tanto si lasciava sfuggire, o mi capitava di ascoltare per telefono, credo si occupasse di ricerche genetiche".
    "E' un campo molto attuale" commentò Dean.
    "Certo. - convenne la signora Aldrich - E' il campo del futuro. Mio marito e i suoi colleghi stavano impegnandosi nel trovare a tutti i costi la cura definitiva contro il cancro. Una cura senza spiacevoli effetti collaterali. Una cura basata esclusivamente sul reimpianto di cellule sane che avessero potuto rimpiazzare quelle malate. E' da tempo che molti ci provano, ma James e il suo staff erano andati molto vicini alla soluzione ottimale".
    "E crede che l'abbiano ucciso solo per questo?" esclamò Sam, meravigliato e scandalizzato.
    "Si uccide anche per molto meno " rispose, amara, la donna.
    Sam e Dean capirono, si scambiarono un'occhiata ed annuirono, quindi passarono ai punti successivi del loro interrogatorio parlando degli altri elementi emersi nelle indagini come l'arma usata per l'assassinio e l'amuleto trovato nella scena degli altri due crimini.
    Per tutto il tragitto fino alla villa, Dean si era chiesto cosa significasse essere uccisi con una penna stilografica, condividendo quel suo interrogativo col fratello, ma nessuno dei due aveva trovato la risposta e neppure la signora Aldrich fu in grado di darla. Per il talismano celtico, invece, la risposta ci fu. La donna si alzò, si spostò ad un piccolo scrittoio vicino all'ingresso, aprì un cassettino e tirò fuori qualcosa che portò ai due ragazzi. Sam prese il piccolo ciondolo e lo posò sulla sua mano destra aperta. Al centro di quello che sembrava un sassolino verniciato erano disegnati due rombi di cui quello sottostante era aperto. Il disegno dava l'idea di un nastro annodato in fondo. Gli sguardi stupiti dei due giovani s'incontrarono.
    "Consultiamo Wikipedia" ironizzò Dean, riferendosi a Lisa. Sam fotografò l'oggetto col cellulare e inviò il messaggio alla ragazza.




    Philadelphia, motel

    Il cellulare di Lisa trillò per annunciarle l'arrivo di un messaggio. Lei prese il telefono e aprì la missiva. Ad essa era allegata un'immagine e Lisa smanettò per visualizzarla. Fece un salto sulla sedia destando preoccupazione nel figlio. Insieme guardarono la foto mandata da Sam.
    Alcuni minuti dopo, i due ragazzi irruppero sonoramente nella stanza.
    "Allora?" chiese Dean ansioso.
    Lisa stava fissando la tavola dei simboli Ogham sul computer.
    "Opilaz. - rispose, senza staccare gli occhi dallo schema a sfondo nero - Vuol dire: ingresso nel regno degli dèi, ma non capisco!" terminò sconsolata.
    "Cosa non capisci?" incalzò Sam, avvicinandosi al tavolino su cui era posato il portatile.
    "Questi tre simboli, insieme, non significano niente. - rivelò Lisa, in apparenza sconfitta - Non compongono una parola. Non ne ho la più pallida idea!" finì, desolata.
    "Neanche un significato nascosto? - provò Sam - Da interpretare?". Lisa negò, afflitta.
    I quattro si scambiarono occhiate deluse.
    L'enigma non aveva soluzioni, almeno non immediate.
    "Ehi, com'è andata con ...l'intervista?" chiese Lisa a Dean per dimenticare il suo fallimento.
    Dean si lasciò cadere le braccia lungo il corpo, con fare stanco.
    "Non so che dire. - rispose, avvilito - Ma non si può uccidere un uomo che stava conducendo studi per debellare la malattia del secolo, con una penna stilografica. Non ci trovo un senso".
    "Tutto questo caso sembra non avere un senso" dichiarò Sam, amareggiato.
    Altro giro di sguardi tristi e i quattro si sedettero, ognuno in posti diversi. Poi Dean si alzò e si diresse verso il frigo bar da cui tirò fuori quattro birre, una anche per Ben, sfidando l'occhiataccia di Lisa.






    Boston, casa Bishop

    Sentendo parlare degli omicidi commessi in quegli ultimi giorni, e delle modalità con cui erano stati perpetrati, Walter aveva avviato ricerche personali con la nobile intenzione di aiutare Peter e Olivia, ma anche di soddisfare alcune sue curiosità. Il caso si presentava anomalo e complesso e lui era convinto che la sua collaborazione avrebbe condotto a qualche buon risultato. Cominciò a scartabellare l'archivio sperando di trovare casi analoghi, o per lo meno simili, ma la versione digitale non diede frutti, persuadendolo a spostare la sua ricerca a quello cartaceo nel quale sapeva di poter tornare indietro anche di molti anni nel passato. Ma neppure fra le carte sembrava esserci qualcosa di interessante e inerente agli episodi delittuosi delle ultime ore fino a quando non mise mano ad un plico di documenti, trovato in fondo ad uno scatolone dentro lo sgabuzzino, e lasciato niente meno che da suo padre. Si fermò un attimo, sorprendendosi a domandarsi perché fosse andato a rovistare proprio in quello scatolone, come se una voce dentro la sua testa - o fuori - lo avesse spinto a cercare là. Estrasse la busta ingiallita e consumata e iniziò la consultazione.
    I fogli, ingialliti anch'essi, erano scritti con una calligrafia minuta e irregolare e si rivelarono una sorta di diario, misto ad appunti e disegni. Anche suo padre era stato uno scienziato nonché ricercatore e, per un periodo di tempo, aveva condotto studi genetici, poi doveva aver lasciato perdere a causa di scarsità di strumentazione e fondi, trasferendo i suoi interessi su ricerche in campo militare.
    Già. Volente o nolente, suo padre era vissuto all'epoca del Nazismo.
    Passò in rassegna tutti quei fogli fino ad arrivare all'ultimo dove lesse qualcosa che lo lasciò senza fiato. E pensandoci bene, avrebbe dovuto immaginarlo.




    Cos'ha trovato Bishop di tanto sconvolgente da rimanere senza fiato? E cosa avrebbe dovuto immaginare? Non lo saprete nella prossima puntata !!!

    A presto, spero. :pray:
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Molto intrigante questo capitolo Sahany :wub: La storia si fa sempre più interessante :wub: I miei complimenti, bravissima
     
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  4. sahany09
     
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    Grazie cara. Fra non molto dovrei tornare. Purtroppo - per la fiction - sono molto indaffarata, ma non demordete. Non ve ne pentirete !!! :)
     
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  5. Vivaldi4love
     
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    e noi aspettiamo :D ... io amo i tuoi scritti !!!
     
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  6. sahany09
     
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    ECCOMIIIIIIIIIIIIIIIIII !!!

    Uff! Finalmente sono riuscita a trovare un buco di tempo per scrivere un altro pò.
    Ieri, fatto l'albero, mi sono dedicata alla fiction ed ecco una nuova fiammante puntata. Fiammante in molti sensi. Perché qui accade qualcosa di inaudito.

    Le indagini procedono a rilento poiché il mistero non si chiarisce, anzi! Sembra infittirsi ulteriormente. Le due donne del gruppo: Lisa e Marcine, in due posti diversi, fanno il riassunto di ciò che è stato scoperto finora e cercano di fornire una spiegazione plausibile all'arcano. Marcine pare andare avanti di un passo rispetto a Lisa e i bros, ma viene inesorabilmente fermata dall'oggetto - o meglio: dal soggetto - delle sue visioni telepatiche.....





    MINE VAGANTI

    3) SCOMPARSI




    Philadelphia, motel

    "Fehu, ciclo della creazione, evoluzione, novità... - cominciò Lisa, con gli occhi incollati sul monitor diviso in due: metà occupato dalla schermata nera dei simboli Ogham, l'altra metà da una pagina dei notiziari in cui campeggiava un articolo sugli ultimi fatti di cronaca nera - Ehwaz: cavallo, avanzamento, cambiamento in meglio; Opilaz: ultimo guardiano, ingresso nel regno degli dèi...". Si girò verso gli altri, disposti a semicerchio intorno a lei, che la fissavano come un oracolo.
    "Non ti dice proprio niente?" chiese Sam, pronto alla delusione, ma con un lumino di speranza in fondo al cuore. Lisa negò, sconsolata.
    "Aspettate! - intervenne Dean, convinto di aver avuto una qualche intuizione - Non è detto che questi simboli, insieme, ci debbano dire qualcosa in particolare. Voglio dire...potrebbero essere completamente slegati fra loro, ma contenere riferimenti alle persone uccise. Insomma: secondo me gli assassini hanno lasciato questi talismani nei posti dove hanno commesso gli omicidi come indicazioni sulle vittime...." gli sguardi si spostarono su di lui, compreso quello di Lisa, e in quel momento fu lui a diventare l'oracolo di turno. Sam girò il computer e lesse gli articoli con un certo impegno. E negli articoli c'erano accenni alle vittime. La prima, Giuseppe Perugia era di nascita, religione e cultura ebraica; prima di morire era vissuto molti anni a Roma nel quartiere ebraico dove aveva aperto e gestito un negozio di piccoli oggetti di arte e antiquariato. Fin qui, niente di strano, ma procedendo con la lettura, si apprendeva che i tre quarti della sua famiglia erano morti in un campo di concentramento. Erano ritornati solo il padre e lui, ma il padre era poi morto suicida anni dopo, rivelando al figlio un segreto terribile che quest'ultimo si era tenuto per sé.
    Al sentire quelle parole, il gruppo alzò gli occhi e gli sguardi s'incontrarono. Dean incoraggiò il fratello a continuare la lettura.
    "James Aldrich, stimato medico e ricercatore... - lesse Sam - recentemente sembrava aver scoperto, assieme ad altri colleghi, la cura perfetta per debellare malattie gravissime, senza arrecare danni collaterali - Di nuovo, il gruppo alzò gli occhi in cerca d'intesa - Zhang Yu, - riprese Sam - amministratore delegato della Delta Electronics, una società produttrice e fornitrice di macchinari elettronici avveniristici con sede a Shanghai..." . La stanza si riempì di punti interrogativi.
    "Un venditore di chincaglierie antiche o pseudo tali, - elencò Dean, perplesso - un dottore che forse ha sconfitto definitivamente i mali dell'umanità e un manager di una ditta che produce diavolerie tecnologiche.."
    "Un talismano che vuol dire cambiamento; - proseguì Sam - un altro che vuol dire avanzamento, e un terzo che significa ingresso nel regno degli dèi...".
    "Beh, - intervenne Lisa - detto così ci può stare. Cambiamento, avanzamento, ingresso in una dimensione superiore. I tre simboli, insieme, non formano parole o frasi, ma indicano un processo in corso".
    "Vero" confermò Sam.
    "Ehi! - attirò l'attenzione Ben - E' strano però".
    "Cosa?" gli domandò sua madre.
    "Un ebreo, - rispose il ragazzo - un nero e un giallo".
    Gli altri raccolsero il messaggio e si sentirono le schiene attraversate da brividi.
    "Razzisti?" se ne uscì Dean con meraviglia e disappunto.
    "Secondo me - rientrò Sam - il movente non è solo questo. Anzi! Il razzismo potrebbe essere solo una copertura, un depistaggio per distogliere l'attenzione da un motivo forse ancora più oscuro e terribile".
    "Dicono niente sulle penne stilografiche?" chiese Dean. Lisa e Sam tornarono a leggere l'articolo, ma scoprirono che anche gli inquirenti, dediti alle indagini, si erano posti la stessa domanda. Perché uccidere con una penna stilografica? Cosa voleva dire? Ma voleva dire davvero qualcosa?





    Boston, casa Farnsworth

    Qualcun altro, in quel momento, era impegnato nello stesso rebus.
    Davanti allo schermo del portatile, riempito quasi del tutto dalla tavola nera Ogham, Marcine fissava i simboli confrontandoli con l'articolo del giornale che teneva accanto al computer.
    Fehu, simbolo del ciclo della creazione, dell'evoluzione e del cambiamento, era stato trovato da Castiel nel negozio dell'antiquario ebreo; Ehwaz, simbolo dell'avanzamento, era stato trovato a casa del medico di colore e infine, Opilaz, emblema dell'ingresso nel regno degli dèi, era stato rinvenuto nello studio dell'asiatico, a Shanghai. Anche lei era giunta alla conclusione che i tre talismani, assieme, non formavano né parole, né frasi di senso compiuto ma, l'uno dopo l'altro sembravano essere pietre miliari di un singolare percorso di cui non si riusciva a capirne la meta.
    Ricominciò da capo.
    Fehu, trovato nel negozio al Ghetto Ebraico di Roma. Creazione, evoluzione, cambiamento....
    L'intuito si accese di colpo. Ma certo! Doveva esserci una relazione con l'Olocausto! Creazione, evoluzione e cambiamento di una razza! Malgrado, in quel caso, si sarebbe dovuto parlare di eliminazione di una razza o tentativo di raggiungere quel risultato.
    Ehwaz, ovvero: avanzamento ad un livello più alto; trovato a casa di un medico di colore. Anche in questo caso, Marcine si sentì scuotere da forti brividi. Peter Bishop aveva ragione a dire che in un paese sedicente libero e civile come l'America, il razzismo non era mai morto.
    Continuò il confronto.
    Opilaz: ingresso nel regno degli dèi. Zhang Yu, di Shanghai, era un manager ad altissimo livello di una multinazionale che produceva e smerciava macchine futuriste per industrie e ospedali. Cosa potevano avere queste tre persone in comune per aver attirato la morte su di loro? Il colore della pelle che non era bianco? Questa caratteristica le pareva assurda. Doveva esserci altro dietro.
    Si tuffò in rete e cominciò a cercare.
    Trovò qualcosa.
    La Delta Electronic aveva rifornito la Massive Dynamic.
    Era sola in casa, così prese il telefono e fece per chiamare Astrid, ma dovette interrompere bruscamente ciò che stava facendo, còlta da una fitta acutissima che le attraversò le tempie.
    E vide, stavolta con nitidezza, il volto chiaro, con capelli corti biondi e occhi azzurri, che aveva già visto in precedenza, nei suoi flashes.
    Vide anche altro che le mozzò il respiro per la sorpresa e l'angoscia.





    Boston, casa Bishop

    Walter Bishop teneva ancora il vecchio plico di fogli in mano e meditava sulla scoperta che aveva appena fatto, pensando un modo di comunicarlo ai suoi cari e chiedendosi nel contempo se sarebbe stato giusto farlo, quando, all'improvviso, sentì di non essere più solo in quella stanza.
    Girandosi di poco verso sinistra, davanti a lui era comparso un uomo, di notevole altezza, aspetto curato ed elegante in abiti scuri e cappello. Rimase impressionato anche dalla bellezza dei tratti fini e regolari del volto, comunque virili. Domandò chi fosse.
    "Dovrebbe saperlo... - rispose lo sconosciuto con una voce calda, profonda, molto maschile, ma altresì carica di una sinistra minaccia - Lo ha appena letto in quei fogli, vero dottor Bishop? Mi dica dov'è" continuò l'uomo, la cui voce si alzò di timbro facendosi più tagliente.
    "Chi?" chiese Bishop, nonostante avesse capito a chi il tizio si riferisse.
    "Non faccia il finto tonto, dottore. - lo apostrofò l'uomo avvicinandosi - Sa benissimo di chi sto parlando. La donna con i capelli rossi".
    Marcine! Stava cercando Marcine! Non aveva più i capelli rossi, ma quell'uomo stava cercando lei. E lui sapeva perché.
    "Non è qui. - rispose Walter sfoderando tutto il suo coraggio - E poi...perché me lo chiede? Perché chiede a me dove si trova quando lei ha la capacità di trovarla da solo. Ha i suoi stessi poteri, se non addirittura più sviluppati..."
    Avvertì un dolore pungente alla schiena, molto simile a quello prodotto da un grosso ago piantato nella carne, e fu aggredito alle spalle.
    Erano in due.
    Uno lo immobilizzò bloccandogli il collo, l'altro, dinanzi a lui, alzò la mano armata da cui scintillò l'oro di un pennino di una penna stilografica.




    Casa Farnsworth

    Marcine vide.
    Con orrore, vide l'uomo colpire Bishop con la penna stilografica.
    Si concentrò al massimo delle sue possibilità nel tentativo disperato di entrare nella sua mente, dissuaderlo dal compiere il tremendo gesto e attirare l'attenzione su di sé.



    Casa Bishop

    Al terzo colpo di penna al torace di Walter, l'uomo si bloccò, folgorato da una fitta lancinante alla testa e, per un attimo, dietro di lui scorse comparire una giovane e bella donna con un caschetto di capelli castani e due occhi di un verde che, in quel momento, pareva retroilluminato. Si fermò a fissarla, ma lei scomparve. Tornò dalla sua vittima che giaceva a terra immobile, sanguinante da numerose ferite alle braccia e al petto. Prese il plico di fogli e lasciò la stanza.
    L'altro se n'era già andato.





    Casa Farnsworth

    L'uomo apparve nella camera, davanti a lei e Marcine impugnò un tagliacarte preso da un porta-penne sulla scrivania, pronta e decisa a difendersi. Attivò i suoi poteri psichici per cercare di violare la mente dell'invasore ma non ci riuscì, non perché non ne fosse in grado. Non vide il secondo uomo dietro di lei che la tramortì assestandole un colpo di karate al collo, non molto forte, ma sufficiente per farle perdere i sensi e accoglierla fra le sue lunghe e forti braccia.
    "Finalmente ci conosciamo... - disse questo, soddisfatto, accompagnando il corpo della ragazza nella caduta - sorellina!".


    Eh? Che ne dite?


    Bishop è morto? E Marcine dov'è finita? Chi sono quei due uomini? Parenti prossimi della ragazza, o l' hanno chiamata così per scherno?

    Come spesso accade in questi casi, non tutto è come sembra. Beh...quasi.

    Alla prossima, spero presto, altrimenti, forse, se vi faccio aspettare troppo, potreste meditare l'omicidio dell'autrice che però è severamente vietato dalla legge. ;)

     
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  7. [william;]
     
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    Chi sono? O.O
    E Bishop, non penso sia morto, ma sicuramente è gravemente ferito. Forse servirà Cass a guarirlo? E sopratutto speriamo non facciano del male a Marcine. Ho adorato questi due ultimi capitoli. Mi piace questo alone di mistero e suspance, ma anche di azione, specialmente nelle ultime scene.
    Dai, quando Puoi, deliziaci ancora.

    Purtroppo anche io sono piuttosto impegnato tra scuola e la mia storia per il concorso, ma prima o poi tornerò con Rewitched e Secrets. E lo sapete che le promesse le mantengo ^^
     
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  8. Vivaldi4love
     
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    !!!!!!!!!!!!!!! :surprise:
    Ma Bishop!!!!!!!!!!
    Un fratello per Marcine? Se fosse così, povera, che parentado pericoloso
    Scrittura avvincente, ottimo Paola! Non lasciarsi troppo in sospeso :unsure: :D
     
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  9. sahany09
     
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    Grazie ragazzi !!

    Ben tornato William. Lo so che sei molto impegnato su vari fronti e devo essere sincera: Rewitched e Secret mi mancano, ma so che mantieni le promesse, quindi, immagino che prima o poi tornerai. Cerca di farlo prima che poi. ;) E tanta fortuna per il tuo concorso letterario.

    Grazie Vivaldi. Sempre fedele. :)

    Quanto a me, cercherò di tornare presto. Purtroppo, anch'io sono abbastanza impicciata e devo destreggiarmi fra vari impegni, ma troverò il tempo per continuare a deliziarvi con questa incredibile fiction.
    Altre avventure attendono i bros e anche voi, ma dopo questo scioccante episodio, qualcosa, nel fitto mistero delle rune e dei due sconosciuti, comincerà a chiarirsi. Promesso.

    Al più presto possibile, spero! :pray:

     
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  10. sahany09
     
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    Riecchime!!!
    Anche stavolta ce l' ho fatta!!

    Eccovi un'altra bella puntatona ona, ona, in cui viene fuori qualche altro dettaglio.
    Vi avevo lasciato con una suspense discretamente angosciante: Marcine, probabilmente rapita e Bishop trafitto dalla singolare arma degli assassini che, a questo giro, se l'erano presa con lui. Perché?
    In questa puntata, si sa qualcosa.
    Non voglio anticiparvi molto, quindi, vi lascio alla lettura.





    MINE VAGANTI


    4) IL QUARTO TALISMANO




    Casa Farnsworth

    Castiel vide la scena ma, per quanto veloce avesse potuto trasportarsi sul posto, quando atterrò, il danno era stato consumato. La stanza era vuota. Di Marcine e degli altri due individui non c'era nemmeno l'ombra. Si concentrò nel tentativo di vedere dove potessero averla portata, ma di fronte ai suoi occhi, e nella sua mente, gli si parò un muro nero. Il luogo doveva essere inaccessibile agli angeli.
    Strinse i pugni dalla rabbia. Non aveva fatto in tempo a salvare la ragazza dall'aggressione e da un probabile rapimento. E se ci fosse stato il progetto di ucciderla? Ora come avrebbe fatto a rintracciarla? I Winchester avrebbero potuto far qualcosa per lui? L'avevano saputo?
    Sul tavolo, il computer era ancora acceso, ma lo schermo si scuriva e s'illuminava a tratti, allo scorrere di uno screensaver. A sinistra dell'apparecchio giaceva il telefono della ragazza, con una chiamata in sospeso e, sul lato destro, alla luce del piccolo lampadario che ci pendeva sopra, luccicava un oggettino nero con un rombo rosso su sfondo grigio, al centro. Un altro talismano! Castiel lo prese e lo depose sul palmo aperto della mano per osservarlo meglio. Lo riconobbe. Inguz, ovvero: protezione dell'unione familiare. Chiuse la mano e si ficcò l'oggetto in tasca. Meta: il rifugio dei Winchester.




    Motel

    Quando atterrò nella stanza, trovò Sam da solo. L'espressione angosciata sul suo volto mise Sam in allarme.
    "Cass! - esclamò il ragazzo - Da dove vieni? Da un funerale collettivo in Paradiso? Sono morti tutti per la guerra?".
    Prima di fornire una risposta, Castiel restò un paio di secondi in silenzio, trasmettendo ulteriore agitazione al giovane cacciatore.
    "Marcine è scomparsa. - annunciò poi, tetro e triste - Forse è stata rapita. E io non sono arrivato in tempo per evitarlo".
    Davanti al computer, Sam saltò sulla sedia.
    "Scomparsa? - esclamò, esterrefatto - Rapita? Da chi?".
    Altra piccola pausa di silenzio.
    "Da quelli che lei vedeva nelle sue visioni" rispose l'angelo, buio come una notte di tempesta.
    "Come fai a esserne sicuro?".
    Senza parlare, Castiel estrasse il ciondolo dalla tasca del cappotto.
    Da esperto investigatore scientifico, Sam prese l'oggetto con un tovagliolo di carta. Gli angeli non lasciavano impronte. Se lo rigirò fra le mani e Castiel gli rivelò il simbolismo, nonché il significato della runa incisa sopra.
    "Dove sono Dean e gli altri?" chiese poi.
    "Sono usciti a comprare qualcosa da mangiare per stasera. - rispose Sam - Dovrebbero tornare fra non molto..." Lo stava ancora dicendo allorché sentì bussare alla porta. Castiel si spostò fulmineo ad aprire e la scena si ripeté. Vedendolo sconvolto, Dean si spaventò e gli chiese il motivo della sua faccia scura e tesa. Al sentire la notizia, anche lui trasecolò e , quando, avvicinandosi al tavolo, sia lui che Lisa videro il talismano, lo stupore toccò i massimi livelli.
    "Mio Dio! - sussurrò Lisa guardando l'oggetto - Speriamo che sia stata solo rapita! Finora questi gingilli sono stati trovati accanto a cadaveri!".
    Ripassando a mente la scena, Castiel ricordò di non aver visto sangue in quella stanza.
    Lisa osservò attentamente il ciondolo.
    "Cosa vuol dire, Lisa?" le fece pressione Dean, angustiato.
    "Inguz, - rispose la ragazza - simboleggia protezione dell'unione familiare".
    I due fratelli alzarono gli occhi e incrociarono gli sguardi.






    Laboratorio

    Intenta a terminare un lavoro che aveva iniziato con Walter Bishop, Astrid Farnsworth non si era accorta che il suo cellulare era acceso. Scorgendo la luce azzurrina emanata dal display, controllò e scoprì che c'era una chiamata persa. Tornando al chiamante, si avvide che si trattava di Marcine.
    Richiamò, ma nessuno rispose.
    Contemporaneamente, il cellulare di Olivia Dunham si fece sentire e la donna parlò, rimanendo sorpresa di udire, all'altro capo, la voce profonda di Dean Winchester.
    "Non riusciamo più a comunicare con Marcine. - fu l'inquietante annuncio - Sapete dov'è?".
    Gli sguardi preoccupati delle due donne s'incontrarono.
    "Marcine è sparita!" avvisò Olivia, pallida di stupore, telefonando subito dopo a Peter.
    Olivia e Astrid lasciarono il laboratorio in fretta e furia, raggiungendo Peter nel luogo in cui il giovane Bishop aveva dato loro appuntamento e, insieme, si recarono velocemente a casa di Astrid dove suo padre, rientrato da poco, era in mezzo al corridoio, spaesato e avvilito.





    Casa Farnsworth

    "Non avrei dovuto uscire!" si lamentò l'uomo, affranto.
    Astrid abbracciò il genitore, cercando di consolarlo, mentre Peter e Olivia si fiondarono nella stanza in cui avrebbe dovuto esserci Marcine. Il computer era ancora acceso, Peter vide la schermata e credette di capire cosa fosse potuto succedere. Richiamò l'attenzione di Olivia.
    "Sarà stato per questo che è stata rapita?" suppose Olivia.
    "Non lo so. - rispose Peter - Però è un'informazione importante. Chiamo Walter". E telefonò.
    Ma dall'altro capo, non giunse risposta.
    Peter alzò gli occhi al soffitto.
    "Walter è in viaggio?" scherzò Olivia, alludendo all'uso di droghe dello scienziato.
    "Speriamo di no. - si augurò Peter - Vado a riportarlo sulla Terra" e uscì dalla stanza, poi dalla casa di Astrid, consigliando Olivia a restare con la collega.
    Astrid entrò nella stanza e, avvicinandosi veloce al tavolo, vide il cellulare accanto al computer.
    Le due donne si scambiarono occhiate perplesse.
    "Strano" osservò la Farnsworth, allungando una mano verso il telefono per prenderlo, ma Olivia la fermò.
    "Potrebbero esserci delle impronte. - le fece notare - E poi, forse non è così strano che non abbiano preso il cellulare... - si fermò un attimo, fissando la collega dubbiosa - Avranno pensato che, portandoselo appresso, ci avrebbero facilitato il rintracciamento".
    "Gli assassini sono scaltri" commentò Astrid.
    "Già. - convenne Olivia, amara - Per nostra sfortuna. Ora, ritrovare Marcine sarà un'impresa da supereroi".




    Casa Bishop

    Lo spettacolo che Peter vide all'ingresso nello studio di suo padre gli provocò quasi un arresto cardiaco.
    Walter era steso sul pavimento, in mezzo a fogli e buste di carta che forse lui aveva tirato fuori dai cassetti, con la camicia inzuppata di sangue su tutto il torace. Peter urlò il suo nome facendolo seguire dal giusto appellativo che si dà a un genitore: papà e, memore dei recenti delitti, gli corse al suo fianco, sperando con tutto il cuore di non essere arrivato troppo tardi. Lo accarezzò e lo scosse, desiderando di vedere una sua reazione, ma l'uomo era immobile, apparentemente esanime. Malgrado paura e dolore lo stessero invadendo come un maremoto, ebbe la forza e la lucidità di strappare un pezzo di camicia, prendere un fazzoletto di carta sulla scrivania, pulire una delle ferite che decoravano il petto del padre ed esaminarla con rapidità. Era leggermente ricurva agli angoli, seguendo l'arco di un pennino di penna stilografica. Chiuse gli occhi, distrutto. Lo chiamò ancora una volta e gli premette due dita sul collo. Le pulsazioni erano debolissime, ma c'erano. Sicuramente, erano in corso emorragie interne. Gli venne l'istinto di sollevarlo per trasportarlo personalmente all'ospedale, ma la sua razionalità interruppe il gesto avvisandolo del rischio di aumentare in quel modo l'emorragia, e consigliandogli di chiamare un'ambulanza. Gesto che si apprestò a compiere, ma che fu bloccato da una mano sulla spalla. Si girò di scatto e si trovò davanti l'uomo che aveva incontrato nei bagni della Massive Dynamics, stavolta non con l'impermeabile chiaro ma con un cappotto nero, il quale si chinò su Walter e gli pose la mano che pochi istanti prima gli aveva stretto la spalla. Da essa scaturì una luce bianca intensissima e Walter dette segni di essere ancora al mondo, o di esserci appena tornato, contraendo il viso in una visibile e preoccupante smorfia di sofferenza. Non avendolo mai visto in azione, e temendo una pericolosa stregoneria, d'impulso, Peter volle fermare quell'atto, ma Castiel bloccò lui, continuando imperterrito il suo "miracolo". E dopo pochi secondi, Walter riaprì gli occhi guardandosi intorno come fosse appena tornato da Marte. Quando il suo sguardo incontrò Peter, sorrise e lo salutò, quindi provò a sollevarsi seduto. I suoi occhi visualizzarono la camicia sporca di sangue.
    "Che è successo?" chiese, come fosse venuto dalla Luna.
    "Credo che tu sia stato aggredito, papà" rispose Peter.
    Walter percepiva la memoria vacillare e ondeggiare avanti e indietro nello spazio e nel tempo. Nel suo cervello si formò l'immagine sfocata di un volto umano maschile, ma niente di più. Solerte, Peter fu pronto a confortarlo e ad aiutarlo mentre Walter proseguiva la sua panoramica nell'immediato circondario. Ad un tratto l'uomo si bloccò, scandalizzato e imprecò. La busta ingiallita, con i documenti che stava leggendo prima di essere aggredito, era scomparsa. Si mise in ginocchio e iniziò una ricerca spasmodica di quell'incartamento, ma di esso non vi era più nemmeno l'ombra.
    "Maledizione!" urlò, evidentemente contrariato, sbattendo i pugni per terra. Peter chiese spiegazioni della sua ira e Walter gliele fornì.
    "Sono stati loro! - esclamò il giovane Bishop dopo aver ascoltato le rivelazioni di suo padre - Quelli che hanno ucciso anche gli altri".
    "Certo che sono stati loro! - replicò Walter, rabbioso - E hanno portato via una cosa fondamentale!".
    "Cosa?" chiese Peter, con ansia e curiosità crescente.
    "Il dossier di mio padre. - rispose Walter - Di tuo nonno".
    "Cosa c'era scritto lì?" incalzò Peter.
    Walter smise la ricerca e si fermò seduto sulle ginocchia, fissando suo figlio.
    "Marcine non è figlia unica!" sentenziò, grave e sempre arrabbiato.
    Peter e Castiel si guardarono e sgranarono gli occhi.
    "Vuoi dire che quei due sono..." osò Peter, incredulo.
    "I potenziali fratelli di Marcine. - rispose Walter, stizzito - D'altronde, avrei dovuto immaginarlo".
    "Perché?" chiese Peter, sorpreso.
    "Il loro padre è stato prolifico, ricordi? - continuò Walter - E ha lasciato un certo numero di eredi in giro per il mondo".
    Peter annuì rammentando che suo padre ne aveva parlato in precedenza.
    "Nel dossier c'era scritto per caso dove vivono quei due?" domandò Castiel, riguadagnando il suo posto in scena dopo essersi ritirato per alcuni secondi.
    Walter gli lanciò un'occhiata interrogativa, cercando di ricordarsi se l'avesse già visto e dove.
    "Non lo so. - rispose poi, molto adirato - Forse, ma gli assassini non mi hanno dato il tempo di leggere tutto il documento".
    Castiel chiuse gli occhi e si morse il labbro inferiore.
    Ora il motivo del presunto rapimento di Marcine era chiaro, ma il non riuscire a vedere dove potessero averla portata incrementava penosamente la sua già penosa frustrazione.
    Lasciò la stanza svanendo nel nulla, con solo un lieve spostamento d'aria, ma non tornò subito dai Winchester. Sentì il bisogno di trovare un luogo appartato dove meditare. In realtà, il suo cuore era gonfio di apprensione. Marcine era di certo in serio pericolo e lui, al momento, non poteva far nulla, cosa che, se per un angelo era già insopportabile in sé per sé, per lui, lo era ancor di più.


    E adesso come se la vedranno i nostri eroi?
    Lo saprete nella prossima puntata che, grazie alle feste imminenti, potrebbe arrivare non tanto tardi. :)




    Ricapitolazione rune:

    runep

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    Edited by sahany09 - 20/12/2012, 18:48
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    La situazione si fa sempre più interessante a quanto vedo :mmm: Dirti che sei brava, quasi è limitativo ^_^ Vedere Cass che si preoccupa e che vuole andare a salvare Marcine è così romantico :wub: I miei complimenti Sahany Bravissima ^_^
     
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  12. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 7/1/2013, 08:24) 
    La situazione si fa sempre più interessante a quanto vedo :mmm: Dirti che sei brava, quasi è limitativo ^_^ Vedere Cass che si preoccupa e che vuole andare a salvare Marcine è così romantico :wub: I miei complimenti Sahany Bravissima ^_^

    Grazie Gabrielle. Devo scusarmi con tutti voi per il mio ritardo nell'andare avanti, ma sto avendo noie informatiche che m'impediscono un corretto e costante collegamento alla rete. Sto infatti scrivendo da un hot spot wifi.
    Spero di riuscire a risolvere tutto il prima possibile.
    A presto. :)
     
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  13. sahany09
     
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    UUUUUUUUUFFFFFFFFFF !!!
    Sono sopravvissuta ad un periodo piuttosto tribolato, ma rieccomi qui per donarvi una nuova puntata di questa mia folle fiction.
    Dov'eravamo rimasti?
    Ah. Cass va in meditazione in cerca di un modo per sapere dove può essere Marcine, e gli altri si arrovellano le meningi per raggiungere il medesimo scopo.
    Ecco come continua.
    Entrambi i teams - Fringes e Winchester - per vie diverse giungeranno, più o meno, alla stessa conclusione e forse, pensandoci bene, anche voi potreste intuirlo. Non vi dico altro e posto la puntata sperando che sia di vostro gradimento. :)
    Nel complesso la puntata è lunghetta, ma i paragrafi non lo sono tanto.







    MINE VAGANTI

    4) IL QUARTO TALISMANO




    Motel

    La fine materiale del mondo era stata scongiurata per un soffio, e nei posti in cui aveva colpito con particolare durezza, le popolazioni stavano faticosamente raccogliendo i cocci di ciò che era rimasto. Anche Philadelphia aveva subìto qualche danno, ma presto se n'era constatata l'entità marginale e la riparabilità immediata. Il Natale era alle porte, i suoi paramenti erano già stati accesi, ma i due Winchester non ne riuscivano a gustare appieno l'atmosfera. Di Bobby non v'erano notizie ed ora, per giunta, la loro unica amica era sparita, portata via chissà dove da individui assolutamente inaffidabili. Non c'era molto da festeggiare; occorreva invece risolvere il mistero il più presto possibile per evitare il peggio.
    Seduti sui letti, in silenzio, Sam, Dean e Ben avevano gli sguardi puntati su Lisa che teneva in una mano il foglio stampato con i simboli delle rune, e nell'altra l'ultimo talismano apparso.
    "Ehi, - richiamò l'attenzione Sam - ripensandoci: stavolta il talismano non è stato trovato sulla scena di un crimine..".
    "Perché? - lo apostrofò Dean, scorbutico - Un rapimento che cos'è, secondo te? Un appuntamento galante?".
    Sam scosse la testa, infastidito.
    "Okay, si. - ammise - Il rapimento è un crimine, ma non è un delitto. Il ciondolo non è stato trovato vicino ad un cadavere, com'è avvenuto negli altri tre omicidi".
    "Sam ha ragione. - lo difese Lisa - C'è stato un cambiamento nello schema, ma non ne capisco il senso. A meno che...".
    "A meno che?" ripeterono i due fratelli, in coro.
    "A meno che non ci stiano volendo dire che l'omicidio ci sarà" rispose Lisa, molto seria.




    In un luogo indefinito

    Castiel camminava a passi lenti e regolari su un viale costeggiante un tranquillo lago circondato da montagne che si riflettevano sullo specchio d'acqua quasi fermo. Camminare lo aiutava a pensare, tuttavia, in quel caso, più che altro, lo stava aiutando a riordinare i pensieri che si affollavano numerosissimi nella sua mente. Ma il pensiero in testa alla calca era naturalmente quello di Marcine nelle mani di possibili efferati delinquenti, benché fossero, forse, imparentati con lei. Però, a forza di camminare e pensare, la soluzione arrivò o, almeno, lui credette di averla trovata.
    Perché non ci aveva pensato prima?
    Semplice: perché la soluzione implicava la richiesta di aiuto ad un individuo che non era primo in classifica fra le sue simpatie, cioè: l'Osservatore. Tuttavia, mettendo da parte i suoi sentimenti, e facendo vincere il raziocinio, realizzò che lo strano uomo pelato era l'unico che avrebbe potuto dirgli dove Marcine si trovava. Essendo in grado di vedere il futuro, doveva già sapere come sarebbe andata e, quindi, conoscere anche il luogo in cui quei due sciagurati avevano portato la ragazza. E quello fu l'unico momento in cui l'angelo desiderò che il bizzarro soggetto gli fosse apparso davanti.
    E invece non accadde, neppure dopo essersi concentrato per tentare di entrare in contatto mentale con lui.




    A migliaia di chilometri di distanza....

    Non visto, invisibile, Settembre ascoltava.
    Nella grande sala, all'interno del castello, quattro uomini parlavano.
    Conosceva tre di loro: i due uomini alti che si assomigliavano e Windmark, ma non il quarto, un tipo dai corti e non molto folti capelli scuri, vestito di nero, con forte accento britannico. L'argomento che trattavano era strano ed inquietante. Discutevano su un accordo per far tornare qualcosa, o qualcuno, sul pianeta; qualcuno molto pericoloso che, in passato, aveva fatto parecchi danni all'umanità, e per compiere quell'operazione serviva la ragazza.
    Ad un certo punto, menzionarono un antico rito che pescava le sue radici nella magia della vecchia Europa Centrale, il quale, in casi estremi, prevedeva sacrifici umani.
    Per favorire il ritorno di quella persona, volevano uccidere la ragazza!
    L'uomo dall'accento britannico promise l'intervento di un suo superiore, che avrebbe facilitato molto le cose. Settembre e i suoi colleghi conoscevano ciò di cui quegli uomini stavano parlando ma lui non aveva mai preso seriamente quei discorsi, tuttavia, le loro parole lo allarmarono e lui uscì dalla sala con l'intenzione di avvertire i suoi amici. Si spostò velocemente in uno stanzino dove rammentava di aver lasciato il suo generatore di portali ma quando fu sul posto, ne scoprì con orrore i pezzi sparpagliati sul pavimento. E un secondo dopo, un piccolo cerchio freddo come il ghiaccio premeva contro la sua nuca.
    "Non vai da nessuna parte, testa pelata. - sibilò la voce dietro di lui, più gelida del piccolo cerchio - Avevo capito che stavi facendo il doppio gioco. Sei con loro, vero? Ti sei schierato dalla parte dei buoni, ma devo rammentarti che non lo sei?". E subito dopo, un dolore di indicibile intensità accompagnò l'estrazione del congegno, posto alla base del collo, che gli permetteva di leggere la mente, poi, su di lui si abbatterono le tenebre del Nulla.





    Boston

    "Da dove cominciamo a cercare Marcine?" si chiese Olivia, rivolgendosi anche agli altri.
    Nella grande sala del laboratorio, Walter si aggirava come un insetto inquieto, senza tuttavia far molto per il suo lavoro.
    "Potrebbero averla portata ovunque" sospirò tristemente Peter, seduto su uno dei pochi tavoli liberi che arredavano il vano.
    " E noi non sappiamo nemmeno dove sono i rapitori" constatò Astrid, amara e sfiduciata.
    Al mesto dialogo seguì una pausa di silenzio piuttosto pesante.
    Era passato qualche giorno e della ragazza non erano giunte notizie, cosa che, se da una parte alimentava presagi oscuri e drammatici sulla sua sorte, dall'altra solleticava debolmente un vago ottimismo: per la sua eventuale liberazione non era stata avanzata richiesta di denaro, e in nessun mezzo di comunicazione era apparsa notizia del ritrovamento del suo corpo, fatto che, in qualche modo, positivamente pensando, stabiliva il suo essere ancora in vita
    "Non può essere stato un rapimento a scopo di riscatto!" esordì di colpo Walter Bishop.
    "Chi può dirlo? - replicò Peter - Potrebbero chiedere soldi alla Massive Dynamic".
    Walter negò con risolutezza.
    "No, Peter. - confermò in un secondo tempo - I soldi non c'entrano. Chi ha portato via Marcine vuole fare qualcosa con lei".
    "Speriamo, non su di lei!" disse Olivia.
    "Accidenti! - sbraitò Walter, battendo un pugno sul primo tavolo che incontrò nel suo nervoso camminare avanti e indietro per il laboratorio - Se solo avessi potuto finire di leggere quel dossier!".
    "Càlmati, Walter. - lo invitò Peter, alzandosi, avvicinandosi al genitore e stringendogli una spalla - Proviamo a ragionare. Su quel poco del dossier che sei riuscito a leggere, c'era scritto che, con tutta probabilità, i rapitori di Marcine hanno un legame di parentela con lei, giusto? ".
    "Si. - mugugnò Walter - Giusto. Sono fratelli, ma solo per parte di padre. Le madri sono diverse".
    "Beh, - fece Peter, con l'intenzione di alleggerire l'atmosfera cupa creatasi nella sala - Almeno possiamo considerarla una specie di riunione di famiglia".
    "Non so quanto piacere possa aver fatto a Marcine scoprire che non era sola, - constatò Olivia - e che i suoi congiunti non sono stinchi di santo".
    Calò un'altra densa pausa di silenzio nella quale, il quartetto composto dai Bishop, da Olivia e Astrid, si figurò per qualche istante cosa fosse potuto succedere, o cosa stesse accadendo, nel luogo dove si trovava Marcine con i suoi parenti sequestratori, e nessuno di loro concepì immagini tranquillizzanti.
    "Coraggio, ragazzi! - incitò Olivia al termine della riflessione - Sforziamoci di arrivare a capire dove possono essere. Ne vale della vita di Marcine".
    "Strategia della tensione. - commentò Peter, acido - Non sappiamo se è viva e loro stanno giocando su questo"
    "Per chiedere cosa, se non vogliono denaro?" replicò Astrid.
    "Non lo so" rispose Peter, sconsolato.
    "Alt. - intervenne Walter che pareva essersi illuminato - Forse, ci sono. - Altro pugno sul tavolo - Perché non mi è venuto in mente prima?".
    Gli altri tre si disposero intorno a lui, aspettando trepidanti la sua teoria e lui la espose.
    Si rivelò più semplice del previsto. Molto più semplice. Il padre biologico di Marcine, e dunque, anche dei due presunti fratelli, era tedesco.
    "In Germania!" esclamarono Olivia, Peter e Astrid all'unisono.
    "Già. - fece notare poi Peter, smontando un poco l'entusiasmo iniziale - Ma dove? La Germania non è un'isoletta dei Caraibi".
    "Beh, - minimizzò Walter con un sorriso storto - Intanto, siamo arrivati alla Germania. Ora cercheremo di restringere il campo".






    Philadelphia, motel

    Sam, Dean, Lisa e Ben si trovavano, anche quel giorno, seduti sui letti a spremersi le meningi su dove potesse trovarsi la loro amica in quel momento, e nessun aiuto, nessun suggerimento era pervenuto dai loro informatori.
    Tutto taceva, attutito per giunta dalla neve che scendeva a grandi fiocchi sulla città.
    Il Natale si avvicinava a grandi passi, ma non nei loro cuori, tormentati dall'ansia per i loro amici spariti nel nulla.
    Dean, in particolare, amando quella festa, sentiva ancor di più bruciare il ricordo del Natale precedente, trascorso in allegria a casa di Bobby. Dov'era Bobby? Come stava? Era ancora vivo? Perché non dava sue notizie? La tristezza scese lenta in lui come la neve cadeva sulle strade della città.
    Seduta accanto a Sam che faceva scivolare il dito medio della mano destra sul touchpad del portatile, spostandosi fra un sito e l'altro, Lisa dondolava pigramente il talismano pendente dal suo dito indice, sempre della mano destra, quando, improvvisamente, fu folgorata da un'intuizione.
    "Che stupida! - esclamò stizzita, battendosi una mano in fronte - "Avrei dovuto pensarci!" .
    "A cosa, Lisa? " la sollecitò Dean.
    Lisa chiese a Sam di tornare sul sito delle rune.
    Avevano ormai definito che le quattro rune trovate nei luoghi dei crimini, assieme, non componevano parole, frasi, né tanto meno enigmatici codici segreti da decifrare per ottenere qualunque altra chiave di lettura che fornisse una soluzione al mistero da chiarire, tuttavia, non avevano considerato un piccolo, apparentemente insignificante dettaglio.
    "Le rune dell'alfabeto Ogham sono celtiche...." affermò la ragazza.
    "E...?" fece eco Dean.
    "Marcine potrebbe trovarsi in un luogo del Regno Unito!" sparò Sam, accendendosi di entusiasmo per la sua intuizione.
    "Esatto!" confermò Lisa.
    "Già. - smorzò Dean - Ma dove, con precisione? Il Regno Unito non è l'Isola di Pasqua!".
    "Ehi! - esclamò Sam, con sarcastica meraviglia, rivolgendosi a Dean - Tu conosci l'Isola di Pasqua?".
    "Fratellino, - lo apostrofò Dean, torvo - non fare lo stronzino! A scuola ci sono andata anch'io!".
    "Ma davvero? Per caso, eri bravo in geografia perché l'insegnante era carina?" lo sfotté Sam, dando inizio ad una scherzosa schermaglia fraterna che fu però interrotta presto da Lisa.
    "Non ricominciate a litigare, voi due, per favore! - li rimproverò, seria - I Celti abitavano in Scozia, in Galles e in Irlanda" precisò alla fine.
    "Il campo si restringe" osservò Sam, soddisfatto della scoperta.
    Ma la gioia durò poco. Però, quel che scoprirono, di lì a pochi minuti, fu d'importanza vitale.
    In fondo alla pagina, Sam individuò un link e ci cliccò sopra. Si aprì un'altra pagina piena di strani simboli, simili a quelli celtici, tuttavia diversi. Ben si spostò di letto, andando a sedersi vicino a Sam per guardare meglio. Anche Dean e Lisa si accostarono agli altri due e incollarono gli sguardi sul monitor.
    "Già. - convenne Lisa, annuendo - Dimenticavo...".
    "Cosa?" la pungolò Dean.
    "L'alfabeto Ogham è celtico, - puntualizzò la ragazza - ma le rune originali sono germaniche".
    "Quindi la vostra amica potrebbe essere stata portata in Germania. - ipotizzò Ben - Le rune celtiche potrebbero essere state un depistaggio".
    Dean e Lisa si guardarono intensamente negli occhi.
    "Sei sicura che non sia davvero nostro figlio?" chiese Dean.
    "Non illuderti, Dean! - lo sbeffeggiò Sam - E' intelligente!".
    "Fatti i cavoli tuoi, Sam!" gli rispose Dean per le rime.



    I Winchester sono cresciuti ma, sostanzialmente, non sono poi cambiati molto. Appena ne hanno l'occasione si punzecchiano e bisticciano come ragazzini.


    Alla prossima, spero, presto. :pray:
     
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    La cosa si fa interessante e intrigante.. Ti faccio i miei complimenti Sahany, per questa bella storia Bravissima ^_^

    Se vuoi io ho postato un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory" ^_^
     
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  15. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 14/1/2013, 07:12) 
    La cosa si fa interessante e intrigante.. Ti faccio i miei complimenti Sahany, per questa bella storia Bravissima ^_^

    Se vuoi io ho postato un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory" ^_^

    Grazie come sempre Gabry. E le prossime puntate non saranno da meno, sperando di non farvi aspettare troppo, ma gli impegni incalzano. Sigh! :cry:

    Wow. Vado a leggerlo. :). Anche tu è da un pò che non postavi, o sbaglio? Vado.
     
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93 replies since 20/9/2012, 23:01   734 views
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