Stairway to Purgatory-Lo specchio di lapislazzuli di Eve

Ennesimo esperimento strambo

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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Una frase ad effetto, devo dire ^_^
    Eh sì mia cara Sahany, i miei personaggi non sono affatto in una situazione facile...sarà forse che l'autrice ama le storie intricate? Sei una delle poche che segue ancora la mia ff e sono contenta che ti piaccia :kissing:
    Comunque buonasera a tutti,
    non avete chiamato l'Fbi, la Cia o i fratelli Winchester per rintracciarmi?
    scusandomi molto per l'enorme ritardo e sentendomi molto come Persefone quando sfugge al controllo di Ade, ecco a voi un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory", il quale vede come protagonisti i personaggi della saga di "Guild Hunter" di Nalini Singh alla ricerca dell'essenza dell'inferno e Crowley che tenta di estorcere l'entrata del Purgatorio...Spero che vi emozioni e vi piaccia :pray: :pray: :-) Buona lettura :-)


    Tempo imprecisato-Inferno


    “Cacciatrice sei venuta a trovarci?”
    “Ma che carina che sei stata, non dovevi prenderti tanto disturbo” sibilò una voce maligna, mentre cercava di ghermirla “Adesso non sappiamo come ripagare. Perdonaci per la nostra maleducazzzione”
    “Che cosa ne dici di una bella dose di incubi terrificanti? Sono un rimborso sufficiente o no?”
    Elena aprì gli occhi, respirando affannosamente e sentendo il freddo penetrare fin dentro le ossa. Non sapeva dove si trovava. Sapeva soltanto che attorno a lei c’erano un sacco di demoni di ogni sorta, i quali la guardavano con un misto di rabbia e di scherno, incuriositi per la nuova arrivata. Una cacciatrice-angelo per giunta. Doveva essere un bocconcino prelibato, una pietanza nuova da assaporare, la specialità della casa. Elena arretrò disgustata quando un’arpia cercò di afferrarle una gamba. La donna con il becco da uccello gracchiò “Carne fresca”. Elena afferrò saldamente la sua pistola, puntò il cane contro la faccia del mostro e premette il grilletto. La pallottola si andò a conficcare nella fronte dell’arpia e il mostro ululò dal dolore, ritirandosi e digrignando i denti. Sangue denso e vischioso le macchiò la nuova tenuta ed Elena scosse la testa dal disappunto. La cacciatrice cercò di calmarsi e si legò i capelli, un gesto di assoluta normalità in un luogo che di normale non aveva nulla. L’ultima cosa che si ricordava era che un demone schizzato di nome Crowley aveva aperto un portale dimensionale per l’Inferno e dopo il buio assoluto. E di una Quinta Cavaliere dell’Apocalisse che avrebbe distrutto tutto.
    Si strinse le braccia attorno al corpo per trattenere un calore inesistente. Erano all’Inferno? E soprattutto dove era il suo arcangelo?
    La cacciatrice si girò e vide Raphael accanto a sé. Elena tirò un sospiro di sollievo. Il suo arcangelo era sopravvissuto al viaggio e sembrava proprio la stessa persona di sempre. Stesso sguardo a metà tra il benevolo e il cattivo, uno sguardo che un attimo prima di portava all’inferno e un attimo dopo in paradiso. Uno sguardo sublime. Uno sguardo dotato di benevolenza e di cattiveria allo stato puro. Per un po’ l’arcangelo non diede segni di averla vista, poi il suo volto si stiracchiò in un sorriso ironico “Benvenuta nell’Inferno, amore”
    Elena si alzò sopra un cubo di ghiaccio, stando attenta a non scivolare e domandò “Ma l’inferno non dovrebbe essere un luogo caldo?”
    L’arcangelo di New York scosse la testa, impensierito “A differenza di tutte le leggende, il vero Inferno non è un luogo pieno di fiamme e fuoco, ma un luogo dove il freddo pungente del rancore, dell’intolleranza e del dolore ti percuotono e ti trasformano. Non è tanto il calore che uccide, quanto il freddo di un rapporto mai vissuto. Il calore e l’affetto non hanno mai ucciso nessuno. Oppure non me ne sono accorto”
    La cacciatrice giocherellò con la bisaccia che conteneva la sua pistola carica di munizioni anti-angelo, riflettendo sulle parole ricche di significato del suo compagno “E allora il freddo che sentiamo?”
    “Il freddo che senti è il dolore e la rabbia di tutte le anime all’Inferno. Cerca di non lasciarti coinvolgere”
    “Facile a dirsi” borbottò Elena contrariata “Tu sei nato come angelo, io no. Devo imparare molte cose”
    “Oh in molte cose tu sei molto più avanti di me”
    E detto questo sbattè le ali e se andò via. La cacciatrice girò la testa, disorientata. Raphael era stato davvero lì oppure no? Era verità o allucinazione? Non ebbe neanche il tempo di domandarsi nulla, in quanto qualcuno dietro le stava mettendo un laccio attorno al collo.
    Si girò e vide il suo incubo…Slater…
    “Ciao, piccola cacciatrice. Ti sono mancato?”
    Elena non ebbe il tempo di urlare che il suo incubo la prese con sé.
    *
    “Noooo”
    L’arcangelo si girò alla ricerca della voce della sua cacciatrice che urlava, ma non vedeva nessuno. L’unica cosa che ricordava era che lui ed Elena erano saltati nel portale dimensionale per inseguire quel pezzente di Crowley e le loro strade si erano separate. Tutto per prendere l’essenza dell’Inferno per salvare lo specchio di lapislazzuli e combattere contro la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Una cosetta da niente.
    “Ciao Raphael, come va?”
    Raphael si girò e quello che vide, lo gelò. Sua madre. Caliane.
    “Madre”
    “Ti trovo cambiato. La cacciatrice ti ha umanizzato”
    La madre lo disse con disprezzo, come se essere umani fosse una schifezza. L’arcangelo avrebbe voluto dire che l’inferno l’aveva demonizzata, ma non disse nulla. Nonostante fossero passati molti anni da quando lui e sua madre avevano danzato e lei lo aveva scaraventato nel suolo, lasciando più morto che vivo, nonostante fosse a capo del Quadro ed era a capo dei Sette, ancora Caliane lo terrorizzava. Era pur sempre l’angelo che l’aveva generato.
    “Il mio nuovo aspetto non ti soddisfa, figliolo?”
    Raphael se la ricordava come un arcangelo bellissimo, ma sembrava che l’Inferno avesse amplificato la sua bellezza. Tra i capelli recava un paio di corna, le quali sarebbero state fuori luogo in qualunque persona del mondo, tranne lei.
    “Ti stai domandando se sono un’allucinazione, non è vero?”
    “Siamo all’Inferno, nulla è come ci immaginiamo”
    Caliane cominciò a ruotare attorno all’arcangelo, costringendolo a difendersi. Una piuma dall’ala destra si staccò e lo colpì alla guancia, lasciando una brutta cicatrice. L’arcangelo di New York non disse nulla e si autoguarì in seduta stante. La madre non gli diede neanche il tempo di riorganizzarsi, che Caliane lo mandò a gambe all’aria. L’Inferno aveva anche ampliato la sua forza e Raphael ringhiò.
    “Non sono un’allucinazione. Sono il tuo incubo vivente”
    L’arcangelo diede un’occhiata e digrignò i denti nel vedere che Crowley si stava divertendo un mondo a tormentarli.
    “Spero che i miei ospiti vi possano trattenere al massimo. Vogliate scusarmi, ma ho un regno da cercare. Mi sento un po’ Indiana Jones”
    E Raphael si trovò avvinghiato nello sguardo duro e inflessibile della madre. Non sapeva se era un’allucinazione o no, ma doveva affrontarla perché così forse avevano la possibilità di prendere l’essenza dell’Inferno. Forse no.
    *
    “Non si salutano i vecchi amici?”
    Elena lo guardò corrucciata. Slater era lì che la fissava strafottente. Dopo tutto quello che aveva combinato, aveva il coraggio di sorridere. Se il Purgatorio lo aveva rinnegato, l’Inferno lo aveva accolto tra le sue braccia. La cacciatrice era disgustata.
    “Tu non sei mio amico” urlò Elena, mentre le scene del massacro di sua madre e delle sue sorelle le passavano davanti. Non avrebbe mai dimenticato le urla dei suoi famigliari, tutto il sangue e il dolore che quel pezzo di merda aveva provocato. Lo sguardo implorante della madre, mentre la scintilla vitale spariva dai suoi occhi e s’incominciava a intessere la tele di un’incubo senza fine. Sarebbe impazzita se non fosse riuscita a prendere l’essenza dell’Inferno. Ogni volta che chiudeva gli occhi, le urla.
    “Sai bene che se non fosse successo nulla, tu non saresti stata in grado di fiutare il profumo del sangue”
    “Ne avrei fatto a meno” esclamò Elena disgustata “Io volevo la mia famiglia”
    Il vampiro si leccò il labbro inferiore, totalmente disinterassato. La cacciatrice avrebbe voluto un’arma per cancellarlo definitivamente dall’Inferno. Ma si poteva uccidere qualcuno già morto?
    “So che cosa stai pensando, cara cacciatrice”
    “Eh a cosa starei pensando di preciso?” lo aggredì Elena verbalmente.
    Slater si girò intorno, come per verificare che nessuno li stesse ascoltando e continuò “Tu vorresti uccidermi”
    La cacciatrice rise di gusto “Non pensavo che eri divinatorio”
    Il vampiro d’un tratto si fece serio e materializzò una frusta a nove code, acuminata “Mi auguro che ti piaccia il gioco pesante”
    Elena dovette saltare parecchio in alto, affinchè una delle code della frusta non si impigliasse nelle caviglie. E d’un tratto vide ciò che stava cercando. Al collo del vampiro c’era una fiala.
    “Non sai con chi ti stai mettendo contro”
    “Meglio combattere contro una Quinta Cavaliere dell’Apocalisse che con un essere squallido come te”.
    E d’un tratto tutto fu buio. Anche nella sua anima.
    *
    “Mi dispiace per il trambusto, ma i miei ospiti qualche volta peccano di maleducazione”
    “Fottiti”
    “Pensavo che Eve ti avesse insegnato un po’ di educazione” borbottò Crowley immergendo la forbice di Nyx all’interno del veleno del mamba nero “Mi sbagliavo”
    “Mi dispiace spezzare i tuoi sogni di gloria” disse Persefone ironica “Ma ti vorrei ricordare che io discendo in linea diretta da Asclepio e da Erittonio, il bambino serpente, adottato da Atena. Il veleno del mamba nero potrebbe al massimo farmi il solletico o provocarmi al massimo un leggero mal di testa”
    Per un po’ il demone non diede segno di averla sentita. La sua attenzione era completamente assorbita dalle battaglie ingaggiate da Elena e Raphael, contro le loro rispettive nemesi. Caliane e Slater dovevano distrarli il tempo necessario, affinché lui potesse mettere le mani nel Purgatorio e impedire loro di prendere l’essenza dell’Inferno, uno degli elementi base per la ricostruzione dello specchio di lapislazzuli. Crowley non poté esimersi dal provare un brivido di paura. Se lo specchio fosse stato ricostruito…Gyaris era la quintessenza dell’incubo. In compenso avrebbe preferito giocare a shanghai con il vecchio Lucifero.
    “Ti stai perdendo nei tuoi sogni?” lo richiamò Persefone furibonda.
    Crowley la fissò un po’ basito, come se si fosse accorto solo in quel momento che lei era lì. Rigirò con fare distratto la Forbice di Nyx nel veleno del serpente “No, in realtà stavo guardando un match molto interessante. Secondo te su chi devo scommettere? Sulla cacciatrice emofoba o sull’angelo egocentrista? Sono così indeciso su dove puntare le mie anime. ”
    “Sei solo un povero fallito” esclamò Persefone disgustata.
    “Un fallito che riuscirà, laddove Lucifero ha fallito miseramente” affermò Crowley trionfante, poi battendo le mani “Phobos, Deimos portate qui la prigioniera”
    Persefone aggrottò la fronte perplessa, mentre due corpulenti demoni dalle corna ritorte trascinarono senza tante cerimonie una figura femminile, stremata fino all’eccesso. Persefone cercò di capire chi fosse quella povera anima in pena, ma non alzò mai la faccia. La sentiva rantolare.
    “Chi è?”
    “Non tiri a indovinare?” domandò Crowley ironico.
    “Non tiro a indovinare con uno che sta distruggendo l’equilibro cosmico” ringhiò Persefone, strattonando le catene furiosa “Non tiro a indovinare con uno che sta per ripristinare la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse!”
    Il demone degli incroci si mordicchiò il labbro e la sua voce cambiò tono “Prenditela con i Cavalieri dell’Apocalisse, sono loro che hanno i bollenti spiriti. Io voglio solo ampliare il mio territorio. Perché non comprendete il mio sogno? “
    “Non temi l’ira di Lucifero?”
    “Di lui intendi? No, sono abbastanza spregiudicato” rispose Crowley con fare indolente “Poi Lucifero con la sua nuova grazia si è convertito. È diventato il nuovo angelo splendente. Mi fa pena. Lo preferivo nella versione “Scarface”
    Ci fu un momento di silenzio, poi Crowley affermò annoiato “Ragazzi, presentate la nuova ospite”
    I demoni dalle corna ritorte cominciarono a sghignazzare malvagi e senza tante premure strattonarono i capelli della povera donna, mostrando un volto sofferente. Gli occhi a mandorla color verde smeraldo e i capelli color castano biondo rovinati. Un volto fin troppo familiare.
    “Indovina, chi viene a cena?”
    “Mamma” esclamò Persefone stupita “Mamma”
    Demetria, lo spirito della Vegetazione, diresse il volto tumefatto in direzione della voce della figlia e disse “Persefone. Dove sei?”
    La custode della porta del Purgatorio attestò con orrore che gli occhi color verde smeraldo della madre erano ciechi. L’avevano distrutta nell’animo.
    “Sei un miserevole bastardo” ululò Persefone, gli occhi color viola divenuti improvvisamente neri “Lasciala stare”
    “Ahahah lo prendo come un complimento” esclamò Crowley mellifluo “Se vuoi che io la lasci andare, dimmi dove si trova l’entrata del Purgatorio”
    “Vuoi sapere dove si trova l’entrata?” domandò Persefone astuta “Avvicinati, è un segreto”
    Crowley fece spallucce e si avvicinò all’orecchio della ragazza, convinto di essere riuscito a far capitolare la custode e a dare scacco matto a quella smorfiosa di Eve. Con un repentino scatto della testa, la custode della porta lo attaccò all’orecchio destro, staccandoglielo di netto, lasciando un bel buco. Il demone ringhiò furibondo, tenendosi la testa e cercando di fermare l’emorragia “Brutta bastarda”
    “Questo è il riconoscimento per aver reso cieca mia madre” gridò Persefone “Preferisco morire, piuttosto che tradire il mio compito”
    E detto questo sputò l’orecchio destro del demone, con fare disgustato. Poi piantonò i suoi occhi sulla faccia di Crowley e sibilò arrabbiata “E adesso uccidici tutti. Il Purgatorio non sarà mai assoggettato all’Inferno.”
    Il re dell’Inferno ricambiò il suo sguardo e con fare repentino immerse l’arma di Atropos all’interno del veleno del mamba nero “Sai come viene chiamato il mamba nero?”
    Persefone non diede segno di averlo sentito e tutta la sua attenzione era tutta rivolta alla madre, la quale stava rannicchiata in mezzo ai due demoni nerboruti. Il grande spirito della Vegetazione, lo spirito che con un tocco poteva far rifiorire un prato morto, era stato ridotto a poco meno di una larva umana. La custode della porta del Purgatorio era arrabbiata, in quanto erano in una situazione a dir poco insostenibile. Se si continuava di questo passo l’equilibro sarebbe stato compromesso per molto tempo e non sarebbero bastate neanche mille generazioni umane per ripristinare il tutto. Se i prescelti avessero ricostruito lo specchio, Gyaris sarebbe ricomparsa. Che belle prospettive!
    “Viene chiamato il serpente dei cinque passi” rispose Crowley sadico “Tu sei immune al veleno dei serpenti ma tua madre?”
    Persefone non rispose, ma Crowley capì dal suo sguardo angosciato che sua madre non lo era e ghignò. Per Demetria e sua figlia si stava prospettando la più orribile delle serate.
    *
    “Cacciatrice, dove sei?” domandò Slater sibilante “Dai fatti vedere”
    Elena socchiuse gli occhi, imponendosi di restare calma. Non sapeva da quanto tempo era lì, ma non ci poteva restare ancora per molto. Doveva affrontare il suo incubo, prima o poi. Si spostò leggermente verso sinistra, per sbirciare la collana con la fiala dell’essenza dell’Inferno.
    “Sii coraggiosa” Elena si ripeté questo mantra più e più volte “Tu sei più forte di lui”
    Ma in realtà non ci credeva neanche lei. E le mancava molto il suo Raphael. Chissà dove era andato a finire? Un dubbio si insinuò nella sua testa. E se il suo arcangelo stesse combattendo contro il suo stesso incubo, lo stesso incubo che l’aveva generato? Sua madre? Con discrezione tastò il suo pugnale di ossidiana e poi telefonò. Sempre che prendesse all’Inferno.
    Il telefono cominciò a squillare ed Elena era sempre più stupefatta. Anche all’Inferno c’era segnale. Questa era buona! Che cosa si poteva aspettare? Che in Paradiso si beveva un martini?
    Ci furono tre squilli e dopo una voce femminile, conosciuta rispose “Ellie, ma dove cavolo sei finita? Hai fatto preoccupare mezza Corporazione”
    Elena ridacchiò tra sé e sé. Se c’era una cosa che apprezzava di Sara, suo capo all’interno della Corporazione e grande amica, era quello di essere una donna dal carattere energico. Socchiuse gli occhi, cercando di concentrarsi e dopo la sua attenzione fu tutta per Sara.
    “Nel peggiore degli incubi” affermò Elena seria “Sara ho bisogno di chiederti un favore”
    “Dal tuo tono mi pare di capire che sei all’Inferno” la buttò lì Sara cercando di stemperare.
    La cacciatrice di vampiri non rispose, vertendo la sua attenzione su Slater che la stava ancora cercando “Cacciatrice, sto perdendo la pazienza!”
    “Non dirmi che sei davvero all’Inferno”
    “Già” rispose Elena “Per caso c’è Vivek in laboratorio?”
    “Aspetta un attimo, che ti metto in contatto” affermò Sara, muovendo agilmente le dita “Ellie stai bene?”
    “Sì” rispose Elena dubbiosa “Solo che…”
    Ma la conversazione venne interrotta bruscamente. Ci fu uno strano rumore, come una sorta di fruscio, poi una voce le rispose “Mi auguro che starai dando prova del tuo talento”
    Elena rimase interdetta, non conosceva quella voce. Possibile che Vivek..? Poi l’uomo misterioso spiegò “In questo momento Vivek non può rispondere. Puoi dire a me?”
    La cacciatrice alata si mordicchiò il labbro, pensierosa “Non vorrei sembrarti scortese, ma non vengo a dire a te..”
    In quel momento si introdusse la voce di Sara che la rassicurò “Nicholas è fidato”
    Elena sospirò di sollievo. Nella Corporazione non sceglievano mai persone a caso, bisognava superare molte prove e la prima cosa che si chiedeva , era la discrezione. L’uomo sorrise “Di che cosa ha bisogna signora Deveaurax?”
    La cacciatrice rimase interdetta, nessuno la chiamava così da un bel po’ “Potresti controllare se..?”
    “Se l’arma che voi utilizzate contro i vampiri, possa funzionare contro gli spiriti dei vampiri?”
    Elena sobbalzò sorpresa “Ma hai per caso il dono della telepatia?”
    Nicholas scoppiò a ridere deliziato “No, ma chissà perché avevo questo presentimento. Comunque sì, può funzionare anche sugli spiriti dei vampiri. Vivek ti saluta”
    E detto questo, senza neanche dare il tempo a Elena di salutarlo, staccò la comunicazione. La cacciatrice alata rimase un po’ interdetta a fissare il suo telefono cellulare. Poi con un gesto deciso prese la sua pistola e decise di affrontarlo. Non poteva tirarsi indietro.
    *
    “Lo sapevo” esclamò Caliane disgustata, premendo un piede contro la gola del figlio “Sei diventato umano”
    Raphael alzò gli occhi blu verso il viso della madre e per un po’ non rispose. Caliane lo aveva preso di forza e lo aveva scagliato contro una parete di ghiaccio, con una tale forza che un essere umano sarebbe morto all’impatto. Di sicuro la sua cacciatrice non sarebbe sopravvissuta. L’arcangelo sgranchì le ali e mugugnò tra di sé. Un’altra cicatrice dorata da aggiungere alla collezione. Caliane si avvicinò e posizionò le sue mani attorno al collo del figlio, incominciando a stringere. Raphael ricambiò il suo sguardo allucinato con una serenità che disarmò perfino a lei. Il Raphael che conosceva, stava scomparendo definitivamente.
    “Quella cacciatrice ti sta rammollendo…”
    “Come l’Inferno ti sta incattivendo, cara madre” rispose Raphael serio “Elena non mi sta facendo diventare umano, mi sta facendo diventare un angelo migliore”
    Caliane sbattè gli occhi inorridita “Stai diventando come tuo padre, Nadael, stai impazzendo”
    L’arcangelo di New York sorrise di fronte allo stupore della madre “Può darsi madre, può darsi”
    La madre di Raphael lo guardò attonita, il pugnale d’argento sospeso a mezz’oria, sospirò per calmarsi e fece una considerazione “Forse non hai tutti i torti. Forse stai raggiungendo un livello superiore di saggezza”
    Raphael si alzò e la squadrò guardingo. Sua madre che gli dava ragione? Questa era buona. Sicuramente ci doveva essere qualcosa sotto. Contro ogni previsione, la madre di Raphael si sedette sopra una stalagmite, lo sguardo che conosceva mille segreti e gli rivelò “Tu lo sai a che cosa andate incontro tu ed Elena?”
    “Alludi a Gyaris, la fantomatica Cavaliere dell’Apocalisse?”
    “Non è fantomatica, esiste davvero e credimi se ti dico che sarebbe meglio per te se io ti uccidessi seduta stante”
    “Hai un’opinione di me molto alta madre” affermò Raphael ironico “Mi devo congratulare”
    Per un po’ nessuno dei due angeli disse qualcosa. Il silenzio venne distrutto solo dalle urla di Elena che combatteva contro Slater, poi Caliane domandò “Ami così tanto la tua cacciatrice al punto da rischiare di uccidermi per avere l’essenza dell’Inferno?”
    L’arcangelo di New York la guardò e assentì “Certo, madre”
    Caliane sospirò e gli consegnò una fiala dell’Essenza dell’Inferno “Mescolata alle essenze del Paradiso e del Purgatorio e con il ciondolo di Dio dovrebbe aprire un portale dimensionale verso il Purgatorio, dove potete incontrare gli altri prescelti e ricostruire lo specchio di lapislazzuli di Eve, affinchè possiate salvare l’equilibro che Crowley ha contribuito a distruggere con le sue mani di grandezza e di conquista spagnola.”
    Raphael prese la fiala dell’essenza infernale “Come mai non combatti?”
    “Perché dovrei combattere contro un arcangelo che ha appena scoperto l’essenza della vita? Forse ho molto da imparare da te, figlio mio. Ma non pensarmi quando la Cavaliere dell’Apocalisse ti strapperà le budella. Non sarebbe carino.”
    E detto questo Caliane scomparì e Raphael si ritrovò con una fiala che racchiudeva tutte le nefandezze dell’Inferno e con una cacciatrice alata malconcia. Con soddisfazione notò che Slater era morto anche all’’Inferno e non ci sarebbe stato modo di rivederlo in vita, neanche lì. Raphael spostò i capelli della sua cacciatrice e la baciò sulla bocca, sentendosi profondamente orgoglioso di lei. L’unica cosa che stonava a Raphael era l’arrendevolezza della madre. Possibile che nascondesse qualcosa? L’arcangelo scosse la testa e si preparò al volo. Dovevano uscire al più presto da quel luogo, in un modo o nell’altro.
    *
    “Dov’è?” sbraitò Crowley dopo avere dato l’ennesima dose di mamba nero a Demetria “Dov’è questo maledetto Purgatorio?”
    Persefone scosse la testa e in quel momento ci fu una forte scossa di terremoto. Il demone degli incroci guardò da una parte e vide Caliane senza l’essenza dell’Inferno. Alla fine ce l’avevano fatta. Gli Alphas avevano l’essenza del Purgatorio, Mister Egocentrismo e Emofoba avevano l’essenza dell’Inferno, mancavano solo il ciondolo di Dio e l’essenza del Paradiso prese da Sheeira e dalla famiglia Winchester. Era arrivato a un passo così dal raggiungere il suo scopo.Voleva urlare.
    “Mi dispiace Crowley, ma questa volta è game-over” ridacchiò Persefone divertita “Ci toccherà combattere contro la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Che peccato”
    “Smettila di ridere” la minacciò Crowley, puntandole contro l’Aletheia Gladia.
    Ma la guardiana della porta del Purgatorio non si fece intimidire e gli domandò candidamente “Perché sei così ossessionato da questo regno? Il Purgatorio non ha niente di più dell’Inferno”
    “Voglio solo aggiungere un nuovo territorio”
    “Racconta questa bugia ad un’altra persona” ribattè Persefone testarda “E pensare che tieni in mano la Spada della Verità e tu sei un bugiardo cronico. Atropo non sarebbe contenta di te”
    “C’è una persona che vorrei incontrare”
    Persefone rimase stupita da questa affermazione ma non ebbe il tempo di domandare nulla, che Crowley gli affibbiò un fendente al cuore, facendo rilasciare un misto tra grazia angelica, demone e mostro purgatoriano. Persefone era davvero una creatura che trascendeva ogni anima del Paradiso, Purgatorio e Inferno. Gli occhi della guardiana del Purgatorio si chiusero per sempre e l’unica che pianse fu Demetria, la quale non avrebbe mai potuto vedere la figlia morta. L’entrata del Purgatorio era presclusa per sempre al demone, ma non lo preoccupava. Avrebbe raggiunto il suo scopo.
    E in Purgatorio Eve urlò il suo disappunto. Era guerra. Semplicemente guerra.
     
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  2. sahany09
     
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    Sempre meglio !! O sempre peggio? Ah ah! :D Scherzo!
    Che situazione! :o: Crowley è un bastardo e si sa, ma tu sei stata capace di renderlo ancora più bastardo di quello che già è. Mi è dispiaciuto molto per Persefone ! :(
    Riusciranno i nostri eroi ad uscire da tutto 'sto casino? :D Dipenderà dalla loro creatrice.
    Bravissima Gabrielle! Ottima tessitrice di trame ingarbugliate. Non è da tutti.
    Alla prossima, spero presto, ma non ti preoccupare. Aspetto.
     
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    Grazie mille Sahany :wub: Sono così contenta che ti sia piaciuto il nuovo capitolo e che mi consideri un'ottima tessitrice di trame ingarbugliate Diciamo che le trame lineari non fanno per me :P
    Sì la situazione è abbastanza intricata e sembra che ogni cosa sia già prestabilita. Ma come ci insegnano i Winchester, il destino si può cambiare. Quindi chissà :rolleyes:
    Eh sì, mi è molto dispiaciuto far uccidere Persefone...Ma la frase di Crowley sul fatto di incontrare una persona in Purgatorio è molto importante. Ma non vi anticipo nulla Posso solo dire che sarà molto inaspettato.
    Grazie ancora :kissing:
     
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  4. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Ma la frase di Crowley sul fatto di incontrare una persona in Purgatorio è molto importante.

    L'avevo intuito vagamente. E comunque si: fai bene a non anticipare nulla.
    Meglio la sorpresa. Aspetto. :)
     
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    Grazie mille Sahany :wub:
    Buon pomeriggio a tutti,
    bè sono riuscita a postare una nuova puntata a una settimana di distanza ^_^ Sono molto fiera di me ^_^ Mi sento tanto Persephone quando riabbraccia la madre Demetra ^_^ Allora ecco a voi una nuova puntata di "Stairway to Purgatory"...In questo capitolo si ritorna alla discussione tra Sheeira e Haniel nella biblioteca e farà la comparsa anche la Quinta Cavaliere dell'Apocalisse...Ma non vi anticipo nulla :-) Se no, che sorpresa è? Spero che vi emozioni e vi piaccia :pray: :pray: Incrocio le dita :pray:
    Buona lettura ^_^

    10/Ottobre/2026 Casa di Haniel Purpleflowers- Durante la chiacchierata tra Sheeira e Haniel


    “Violet dove sei?” la voce di Dean la stava chiamando “Sam e Christine hanno appena scoperto una cosa”
    La cercatrice d’angeli si mordicchiò il labbro, indecisa se andare a scoprire che cosa la sua amica e suo cognato avevano scoperto e rimanere ad ascoltare quello che Sheeira e Haniel stavano dicendo. La ragazza voleva andare in cucina, laddove suo marito e il resto della sua famiglia si trovavano, ma in qualche maniera si ritrovò ad appoggiare l’orecchio alla porta riccamente decorata della biblioteca di Haniel. Sheeira si era appena ripresa dall’attacco e stava fissando con uno sguardo nuovo Haniel. L’arcangelo dell’amore le aveva teso la mano e per un attimo erano rimasti lì, con molti silenzi che erano più pesanti di tante chiacchierate. Haniel la fece alzare, poi Sheeira si allontanò stizzita e impicciata, come se la gentilezza di Haniel fosse una cosa da evitare.
    “Amore dove sei?”
    Violet stava per andarsene via, quando si accorse che la Vaso di Collera stava parlando. Alla luce del crepuscolo, in quella luce a metà tra il violetto e l’arancione, i suoi capelli biondi assunsero una tonalità rossastra. Sebbene la stesse osservando dal buco della serratura, Violet notò che entrambe le sorelle erano abbastanza simili tra di loro. Nessuno avrebbe potuto dire il contrario. L’unica cosa che le differenziava era il colore dei capelli e degli occhi. Anche se..
    Possibile che abbia visto un accenno di castano nei suoi capelli?
    “Vio, ma dove ti sei cacciata?”
    “Che cosa dovrò fare?” stava domandando Sheeira “Non credo che sarà facile prendere l’essenza di Dio. O mi sbaglio?”
    Violet vide dal buco della serratura che Haniel stava sospirando e dopo prendere un grosso volume dorato da uno scaffale indefinito e posarlo sul tavolo. La cercatrice d’angeli poté vedere la fronte della ragazza corrugarsi. Christine avrebbe fatto i salti di gioia, era una vera e propria divoratrice di libri, mentre per la sorella sembrava essere fonte di sofferenza.
    “Un altro libro no” sbuffò Sheeira sconcertata “Ma c’è una cosa che mi puoi dire, senza consultare un benedetto libro?”
    “Una volta amavi questa biblioteca” costatò Haniel ferito “Ci passavi moltissimo tempo”
    La Vaso di Collera si mordicchiò il labbro e sussurrò “Lo sai bene che da quando…”
    La cercatrice d’angeli si avvicinò ancora di più alla porta ma non poté capire nulla. I due angeli parlarono sempre più piano e poté solo sentire una frase “Beliar mi ha…”
    “Il passato è passato!” cercò di consolarla Haniel “Non ha senso riviverlo in continuazione”
    “Già”
    Poi il discorso virò nuovamente al ciondolo dell’essenza di Dio e Haniel stava mostrando ad una Sheeira abbastanza meravigliata il disegno che lo rappresentava. Violet imprecò nella sua testa. Non poteva vedere che cosa era, ma a giudicare dell’espressione della Vaso di Collera, non era niente di buono. La Vaso di Collera sbiancò in volto, arretrò di molti passi e andò a sbattere contro uno scaffale, attirandosi addosso molti libri sulla mitologia greca. Scosse la testa, guardò la Teogonia di Esiodo versione integrale con tanto di immagini e poi il suo sguardo si rivolse a Haniel, sperando che lui smentisse il tutto. Ma non fu così.
    “Quello che vedi illustrato nel libro è il vero ciondolo dell’essenza di Dio. Mi dispiace”
    “No” una parola scandita con enfasi “No”
    L’arcangelo dell’amore rispose, questa volta senza nessuna dolcezza “Vorresti vedere tua sorella morta?”
    “Non giocare con me Hany” ribatté Sheeira furibonda “ Questo tuo atteggiamento non ti si addice per niente”
    Haniel sospirò, Violet vide che alzò gli occhi e poi “Sì, hai ragione. Solo che tutta questa situazione mi sta facendo uscire pazzo. Ti chiedo scusa”
    Sheeira non rispose e dopo posando una mano sulla spalla di Haniel “Non c’è bisogno che ti giustifichi Haniel. Tutti siamo un po’ provati da queste prove” poi rise senza nessuna gioia “Cavolo, però, che grande figlio di puttana Dio. Dovevo immaginarlo che avrebbe fatto una cosa del genere”
    L’arcangelo dell’amore posò il libro nello scaffale e dopo domandò “Lo farai?”
    Violet rimase stupita quando vide Sheeira affermare tra le lacrime “Ho altra scelta?”
    “So che è difficile farlo….”
    “Difficile?!” urlò Sheeira, gli occhi azzurri stretti a fessura “Non è difficile Haniel, ma ho promesso a me stessa e al Cielo sopra di me, che mai e poi mai le avrei fatto del male. E invece devo fare questo”
    La cercatrice increspò la fronte, stupita dalla reazione concitata della Vaso di Collera. Di solito Sheeira si era presentata come una che sapeva il fatto suo, ma adesso Violet la stava guardando con occhi diversi. Possibile che Sheeira si comportasse da spaccona, solo per difesa personale? Violet si stava perdendo nei suoi pensieri, quando Haniel ricominciò a parlare.
    “Non le farei del male Sheeira, lo fai per salvare tua sorella”
    “Già” dichiarò Sheeira ironica “A volte preferirei nascere mortale, almeno loro sono fuori dai sporchi giochetti che noi, immortali, ci diamo un giorno sì e uno no. Se avessi qui Crowley lo ucciderei”
    “Dovresti fare la fila”
    “Per ripristinare lo specchio di lapislazzuli, allora dovrò aprirle lo sterno?”
    A quelle parole Violet si ritirò dalla porta, un po’ disgustata. Poi la curiosità la vinse e si apprestò a seguire la discussione.
    “Esatto” disse Haniel senza nessuna inflessione “Il ciondolo dell’essenza di Dio è un cuore in più. Dovrai essere molto cauta ad estrarlo dalla cassa toracica ed a evitare che possano innescarsi vari problemi. Il ciondolo di Dio e il vero cuore hanno delle vene e delle arterie in comune e il minimo tocco sbagliato potrebbe provocare un emorragia interna. E tu sai bene che non sarebbe un bene, visto che lei soffre di talassemia“
    Sheeira afferrò un libro e lo scagliò per terra. Haniel non fece nulla per fermarla, anzi lasciò che si sfogasse e dopo “Lo so che ti sto chiedendo un’enorme sforzo”
    “Io le volevo bene” confessò Sheeira tra le lacrime “Non mi importa se mi ha buttato all’inferno, non mi importa se mi ha dimenticato, non mi importa se non mi ha mai amata, non mi importa nulla. Vorrei solo che il ciondolo di Dio fosse solo un semplice ninnolo, anziché un organo umano. Ma che cosa poteva essere l’essenza di Dio se no il cuore dell’essere “a sua immagine e somiglianza”? ”
    L’arcangelo dell’amore la prese tra le sue braccia muscolose e la tenne stretta a sé “So cosa provavi per lei e che sarà difficile per te fare questa prova. Ma non devi indugiare oltre. Ne va della salute di Christine”
    “Come dovrò prendere il ciondolo da lei?”
    L’arcangelo dell’amore ricambiò la domanda con un significativo silenzio e alla fine la Vaso di Collera capì che non poteva dire altro, altrimenti avrebbe influito sull’equilibro e sul destino ancora tutto da decidere.
    “I piani alti ci godono a farci soffrire Haniel?” lo punzecchiò ironica “No perché vorrei depositare un’istanza di rimborso. Ci tocca o no?”
    Haniel fece un sorrisetto, prese il libro da terra, lo sistemò “Non hai perso il tuo spirito”
    “Cosa devo fare? Mi hanno disegnata così” Sheeira fece una linguaccia “Sai a volte la sogno”
    “Ignitia?”
    “No” una semplice parola “Lei”
    Violet vide che stava indicando una fotografia. La cercatrice non poté vedere la fotografia che Sheeira stava indicando, ma Haniel si era commosso. La ragazza era molto curiosa di sapere chi era ritratta.
    “Lei è con me, ogni giorno della mia vita”
    Sheeira stava abbassando la maniglia della porta quando Haniel fece una costatazione “Ti senti allontanata da lei, ma ancora dentro di te è rimasto quel legame speciale con la tua protetta. Sono orgoglioso di te”
    “Vorrei essere diversa da ciò che sono”
    “Qualunque cosa tu farai, rimarrai sempre Sheeira Kalievra Moonshine, non dimenticarlo mai”
    “Difficile farlo” ridacchiò Sheeira “ È il mio nome”
    Violet fu meravigliata e affascinata dalla risata tenorile di Haniel. Era una voce che incantava e scuoteva l’anima. Faceva pensare a lunghe camminate sulla spiaggia e a baci appassionati. La cercatrice arrossì. La maniglia si abbassò ancora di più, quando Haniel affermò “Sono sicuro che tra te e lei tutto si sistemerà”
    “Sei troppo ottimista”
    “Il mio lavoro, semplicemente”
    La cercatrice d’angeli rimase lì per un attimo, basita. Possibile che avesse giudicato Sheeira in maniera precipitosa? Possibile che Sheeira si comportasse così, solo perché aveva vissuto un’esperienza molto brutta? Violet cercò di capire un po’ di più dal dialogo tra Sheeira e Haniel, ma la Vaso di Collera aveva finito di parlare e si stava dirigendo verso la porta della biblioteca. La ragazza si allontanò dalla porta, sentendo la voce di Dean che la chiamava. Ma non andò da lui. Per uno strano motivo rimase lì.
    Non appena la vide, Sheeira rimase un po’ basita e dopo fece un sorrisetto ironico “Non sapevo che origliassi le conversazioni altrui. Che cercatrice d’angeli affidabile. Non ti hanno mai detto che è cattiva educazione spiare?”
    “Io stavo solo passando di qui” cercò di giustificarsi “Non posso?”
    Sheeira inarcò il sopracciglio destro scettica e osservò un’impronta digitale “Sembra quasi che tu ti sei addormentata, appoggiando la testa alla porta. Come era, comoda?”
    Violet arrossì imbarazzata e poi domandò un po’ titubante “Come stai?”
    La Vaso di Collera sbattè gli occhi, esterrefatta dal comportamento della cercatrice d’angeli, la quale non l’aveva sopportata fin dal primo momento, poi ribatté in tono di stizza “Benissimo, grazie. Non c’è bisogno che fingi interesse per una che non sopporti”
    Haniel, il quale era rimasto in disparte e stava osservando con una certa apprensione il dialogo tra la cercatrice d’angeli e la Vaso di Collera, intervenne affermando “ Io sono di là insieme a Christine, Sam e Dean per aggiornarli sulla creazione del portale dimensionale e la presa dell’essenza paradisiaca. Quando volete, raggiungeteci”
    E dopodiché lasciò le due ragazze completamente sole. La Vaso di Collera fece un sorrisetto sarcastico rivolto alla cercatrice d’angeli e si stava apprestando a seguire il capogerarchia dei Principati, quando Violet la fermò per un polso “Aspetta un secondo”
    La Vaso di Collera si fermò, scrollò le ali e rispose “Cosa vuoi?”
    La cercatrice d’angeli si mordicchiò il labbro e dopo facendosi coraggio dichiarò “Vorrei sapere perché ce l’hai tanto con me. Io non sono come la tua protetta”
    La Vaso di Collera scosse la testa e controbatté triste, non potendo affermare la verità “In realtà sei molto peggio”
    Violet fu scioccata dalla rivelazione brutale dell’angelo e fu tentata di far comparire una spada angelica, la spada di ametista della cercatrice d’angeli. La Vaso di Collera la intercettò immediatamente e con un potente calcio mandò la lama al di fuori della portata della cercatrice e le fece uno sgambetto a Violet, facendola cadere di schiena. Le posizionò una gamba sullo stomaco, impendendole di alzarsi. Negli occhi azzurri non c’era nessuno scherno, solo un angelo che aveva donato troppo cuore e che non era stato ricambiato.
    “Non ti conviene combattere contro di me, Ianthe”
    “Ianthe?!” domandò Violet perplessa “Io mi chiamo Violet”
    “Sai non me ero accorta che ti chiamassi Violet? Pensavo che ti chiamassi Genoveffa” la sbeffeggiò Sheeira ironica “ Ianthe significa in greco antico Violetta. Deriverebbe dall’unione delle parole io che significa viola e anthos ovvero fiore. Quindi Ioanthe, Ianthe, o anche Iolanthe”
    La cercatrice fu stupita dalla conoscenza della Vaso di Collera, la quale affermò “Dopo essere stata a lungo tempo allieva di Haniel, qualcosa la impari di sicuro”
    La cercatrice vide che mentre parlava di Haniel, gli occhi di Sheeira si erano illuminati. Entrambe le sorelle Moonshine erano molto legate a quell’angelo.
    Violet si alzò a fatica da terra e chiese, ritornando all’argomento originario della conversazione “Cosa ti dice che sarò peggio di Ignitia?”
    “Non pronunciare il suo nome” esclamò Sheeira furibonda “Non ne hai il diritto”
    La cercatrice d’angeli la guardò un po’ perplessa ma convinta del fatto che non voleva essere più presa in giro continuò “Adesso basta con i giochi Sheeira”
    La Vaso di Collera cominciò a ridere molto forte e la cercatrice d’angeli fu quasi certa che stette impazzendo. Poi smise di ridere e disse molto seria “Il destino non si può prestabilire prima. Io vado di là da Haniel”
    “Cosa ti dice che sarò peggio di Ignitia?”
    Sheeira non l’ascoltò minimamente e si diresse seduta stante in cucina, laddove Haniel stava spiegando agli altri prescelti la creazione del portale dimensionale. Improvvisamente, senza neanche rendersene conto, la cercatrice d’angeli scostò le tende, facendo entrare la luce del crepuscolo. La Vaso di Collera ringhiò e le sue ali cominciarono a prendere fuoco. Più la luce la colpiva, più le piume ardevano. In pochi secondi una delle ali aveva subito ustioni del quinto grado. La cercatrice rimase lì, immobile, almeno fino a quando non sopraggiunse Haniel che le intimò “Chiudi le tende”
    Vedendo che la cercatrice non si muoveva di un millimetro, urlò “Ora”
    La Vaso di Collera tremò violentemente, le ali di sinistra avevano ustioni del terzo grado e l’angelo era debilitato al massimo. Haniel spalancò le ali e cominciò a curare le ali della sorella con un canto lenitivo. Poi si girò ad affrontare Violet “Cosa stavi pensando quando hai aperto le tende?”
    “Niente” rispose Violet impaurita “Niente”
    “Non è vero” ribattè Haniel serio “Dimmi la verità”
    Violet scosse la testa, tremante, poi si costrinse ad ammettere “Volevo solo che la smettesse di prendermi in giro e di dire che sono peggio di Ignitia!”
    L’arcangelo dell’amore le prese il mento e le chiese “Come lo hai pensato?”
    La cercatrice degli angeli sbattè gli occhi, dubbiosa “In che senso?”
    “Lo hai pensato come se la luce del crepuscolo la potesse ferire gravemente?”
    Violet arretrò meravigliata “No, non sapevo neanche…” poi cadde a terra, rovesciò gli occhi castani e le iridi divennero nere con sfumature viola “Certo che lo sapevo Haniel.”
    La cercatrice d’angeli fissò con strafottenza un Haniel serio e distaccato e ridacchiò “ Un tempo eri un grande figo Haniel. Mi hai perso charmè”
    L’arcangelo dell’amore posizionò una spada di diaspro rosa davanti a sé “La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Perché non mi chiami come sono? Io mi chiamo Gjaris o Empusa” Violet girò intorno al corpo di Haniel, accarezzandogli le spalle “Un tempo eravamo così intimi e sai mi manca quell’intimità”
    “Mi hai fatto uccidere in un impeto di follia mia figlia” ringhiò Haniel furibondo “La tua intimità non è la stessa della mia”
    “Ahahah” esclamò Empusa deliziata, tracciando con il dito il contorno delle labbra perfette di Haniel “Sai Violet ti desidera. Ti sogna ogni notte. La poveretta è rimasta folgorata da te”
    “Se anche fosse, è innamorata di Dean” rispose Haniel sicuro.
    La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse si avvicinò ancora a lui e cercò di baciarlo. L’arcangelo dell’amore non fece nulla per impedirlo, anzi lasciò che tutto succedesse. Non appena le labbra si toccarono, Gjaris urlò di dolore. Cominciò a sputare sangue.
    “Tu me la paghi”
    “Lascia stare questo corpo” le intimò Haniel, nel suo sguardo la potenza dei Principati “Vattene”
    “L’ospite d’onore non può uscire di scena?”
    La Vaso di Collera, la quale si era appena ripresa dall’attacco della luce del crepuscolo, gridò “ Lascialo stare”
    Violet si avvicinò a lei con indolenza e furono quasi l’una a poca distanza dell’altra. Sheeira la tenne a distanza con un pugnale di topazio “Non osare”
    “Il mio unico divertimento” sussurrò Empusa all’orecchio destro di Sheeira “Sarà quello di pugnalare tua sorella e distruggere questo equilibro. Crowley mi ha fatto un grosso favore”
    “Vai all’inferno”
    “Troppo caldo per i miei gusti” ridacchiò Empusa “Non vedo l’ora di rivelarmi al mondo e dare modo a questa inutile e sciocca umana di cui ho preso il corpo di avere una rivincita morale”
    “Vuoi dire che…?”
    “Che Violet non è quella che dimostra di essere? Oh sì Sheeira. Sandalphon era riuscito a fuoriuscire i suoi malumori nei confronti di Christine, ma è vero che le vuole bene. Non la sopporta il più delle volte ma le vuole bene” fece un sorriso luciferino “Ma io le farò cambiare idea e io e lei saremo una cosa sola. Non esisterà Empusa, ma esisterà Violet come Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Che ironia avere una cercatrice d’angeli come Quinta Cavaliere”
    “Mia sorella te lo impedirà”
    “Tua sorella si farebbe ammazzare per una così” replicò Empusa accarezzando i capelli biondi di Sheeira “Non so se la trovo una cosa molto dolce o molto patetica”
    “Tu non sai cosa è il sentimento”
    “Non dico le cose che so veramente cara la mia Sheeira” rispose Empusa e poi ridivenne seria “Non potete combattere contro di me”
    Poi le posizionò un braccio sulla spalla destra e ammiccando con l’occhio destro, materializzò una spada d’ossidiana “Lascia che io ti dia un pensiero”
    E nel mentre lo diceva, infilzò la spada nel cuore di Sheeira. La Vaso di Collera cercò di ribellarsi, ma la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse la tenne stretta a sé. La spada venne estratta lentamente e Sheeira cadde in ginocchio, ansimando. Gjaris le alzò il mento e cercò di baciarla. Dalle sue mani si era materializzata una strana luce di colore grigio-argentato. L’arcangelo dell’amore capì subito che Empusa stava trasferendo la sua grazia demoniaca nel corpo della Vaso di Collera, in modo tale che avrebbe ucciso Ignitia, dopo averle preso il ciondolo dell’essenza di Dio. Sheeira non se lo sarebbe perdonato.
    “Io e Christine siamo molto appetibili” ridacchiò Sheeira molto ironica “Tutti vogliono baciarci”
    “Questo bacio sarà la rovina per te”
    “Non credo che tu mi stia facendo un favore” sibilò Sheeira furiosa “Ma sappi che non la passerai liscia. Se non sarà mia sorella, allora sarò io ad ucciderti”
    “Vuoi o non vuoi, anche tu ti sei affezionata a Violet, pur sapendo quello che contiene” affermò Empusa “Tutto quello che fate, è solo fatica sprecata”
    Haniel allargò le ali e sbattè la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse contro il muro. L’arcangelo dell’amore diffuse la sua aura di amore e amicizia intorno a sé e le ingiunse “Non ti conviene darle la tua grazia demoniaca”
    La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse si rialzò, senza nessun graffio e scosse le spalle “Calmati cavaliere. Non c’è ne bisogno” si fermò e aggiunse “Tanto morirà comunque”
    Sheeira stava per tirare un fendente, quando Violet ritornò se stessa e si ritrovò con la spada sotto il mento “Cosa è successo?”
    “Non ti ricordi nulla?”
    “No” mormorò Violet confusa “Cosa è successo?”
    “Dobbiamo dire a Binael di togliere l’amnesia post-possessione” disse Sheeira con un filo di voce e dopo svenne.
    E nel mentre si accasciava a terra, passò in quel mentre Christine.
     
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  6. sahany09
     
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    Che dire? Con te le sorprese non finiscono mai. A cominciare dall'averci fatto attendere solo una settimana! E poi, la 5a Cavaliere.....:o:
    Non ho altro da aggiungere.
     
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    Grazie mille Sahany :kissing:
    Sono contenta che ti sia piaciuto Ti aspettavi che introducessi ora la Quinta Cavaliere dell'Apocalisse? Cosa ne pensi? Comunque ci saranno delle sorprese più avanti ^_^
     
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  8. sahany09
     
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    No, no, l'introduzione della 5a Cavaliere va benissimo così come l' hai orchestrata: tempo e tutto il resto. Okay. :) Adesso non mi rimane che attendere le tue sorprese, che sono sempre speciali :drool: (non oso pensare cosa ti stia frullando nella testolina!). Ma non preoccuparti. Fa' pure con calma.
    Aspetto. A presto.
     
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    Addittura speciali? Troppo buona Sahany
    La mia testa frulla molto ( è più che altro un frullatore ) e oggi ho avuto molte idee, dovute anche alla visione di un film che mi ha molto ispirato :-)
    Ti ringrazio per essere passata anche da "Ogni istante di me e di te è un tuffo nell'azzurro sguardo" ^_^
    Buonasera a tutti,
    come una novella Persefone, ecco a voi un nuovo capitolo di Stairway to Purgatory...Ricordate quando Lucifero ha promesso a Astrea di rinunciare all'Inferno per costruire una delle parti della Lancia di Lete? Bè sta andando all'Inferno per farlo...Ma non vi anticipo nulla :-) Mi auguro che vi piaccia :pray: :pray: Siate buoni con me :pray: :pray: Buona lettura ^_^

    Tempo imprecisato-Davanti ai cancelli dell’Inferno


    “A che cosa avresti rinunciato, sentiamo? Spero non al tuo egocentrismo, perché se no che grande perdita!
    Per un attimo Lucifero non seppe cosa dire, Astrea aveva tutte le ragioni per essere così cinica, lui aveva quasi ucciso la sua primogenita, poi trovando un coraggio che non si aspettava di avere, affermò:
    “Alla custodia dell’Inferno”

    Il Serafino Caduto non avrebbe potuto dimenticare il dialogo che aveva avuto con Astrea, la madre di Hesediel e di Sheeira. Soprattutto il suo stupore nello scoprire che aveva rinunciato alla custodia dell’Inferno. Il diavolo che rinunciava all’Inferno? Sarebbe stata la notizia del secolo, addirittura del millennio. Ci aveva pensato a lungo a cosa rinunciare e poi la soluzione era balzata di fronte ai suoi occhi come una cosa semplicissima e lampante…Aveva deciso di rinunciare al luogo che aveva costruito con le sue mani. Un luogo dove aveva riversato ogni acredine, ogni malvagità, un luogo dove ogni persona cattiva sarebbe stata punita, per un equilibro ultraterreno, per una decisione presa molto prima della sua nascita. Dopo aver condannato migliaia di anime, dopo l’avere viste urlare per le orribili torture che lui e i suoi demoni proponevano, la ruota dei trent’anni, quella che aveva sperimentato Dean Winchester in prima persona, la gabbia, quella che aveva sperimentato la sua Hesediel, Lucifero aveva deciso di dare un cambio di gestione. Aveva voglia di ritornare in Paradiso, di smetterla di essere considerato il Drago dell’Apocalisse, quello che avrebbe distrutto ogni cosa.
    Voleva essere un angelo migliore. Voleva una chance. Voleva quella chance che si era giocato quando aveva deciso di ribellarsi. Ma comprendeva la paura e il sospetto di suo fratello Michele, in bilico tra il fare la cosa più giusta e l’uccidere il proprio fratello, in bilico tra il proprio cuore e il proprio dovere filiale. L’ultima volta che aveva deciso di aiutare i Winchester, alla fine aveva trascinato Christine all’Inferno e c’era mancato così che Nathaniel divenisse il primo Nephilim angelico custode dell’Inferno. Per non riprendere gli errori del passato, doveva impedire a Michele di prendergli la grazia.
    Ci mancava solo che lui ritornasse a essere il solito bastardo di sempre. Christine non avrebbe avuto scampo tra lui ritornato cattivo e una Quinta Cavaliere dell’Apocalisse assetata di sangue. Specialmente se la Quinta Cavaliere era la sua migliore amica. Ironia della Moira.
    Ripensò ai momenti in cui lei era con lui all’Inferno, a Nathaniel mancava poco per nascere..
    Perché piangi? Dovresti essere contenta che tuo figlio sarà il primo Nephilim angelico custode dell’Inferno. Personalmente io sto preparando una festa per il parto. Tu che mi dici, palloncini rossi o azzurri?”
    Hesediel si era appoggiata, stanca e demoralizzata “Tu pensi solo a te stesso”
    “Se non facessi così, non sarei il diavolo, amore” rise Lucifero senza nessuna pietà “Pensavi a un villaggio a cinque stelle? Peccato che le tue aspettative siano state deluse”
    L’arcangelo dell’amore non lo stette a sentire, rovesciò gli occhi e vomitò anche se stessa. Fili del suo raggio arcangelico cominciarono a uscire fuori dalle sue ali, ustionando i demoni che si trovano sotto la gabbia. Gli odori nauseabondi dei dannati e dei tormentati la facevano stare male e le contrazioni erano sempre più rapide e vicine. Non sapeva neanche a che mese era. Le mancava Sam, le mancava Violet, le mancava Dean. La sua famiglia terrestre.
    “Ti lascio riposare” disse Lucifero senza nessuna dolcezza “A dopo”
    E l’aveva lasciata in compagnia di cerberi e arpie ululanti, i quali cominciarono a scannare le sue ali, stando attenti a non toccare la pancia di Hesediel. Sangue arcangelico macchiò la gabbia di ossa umane dove era imprigionata.
    “Ti amo Sam”
    Poi Lucifero l’aveva vista svenire. Minata nel fisico, non nell’animo.

    Con uno sforzo enorme il creatore dell’Inferno si costrinse a ritornare alla realtà, a quella realtà che si stava accigendo a costruire con le sue mani. Perché il destino non si crea da solo, si modella con le scelte. Camminò su una strada fatta di carboni ardenti e spine di rosa e si ritrovò di fronte ai cancelli dell’Inferno, il simbolo della sua ribellione a un Dio che ormai non considerava più suo padre. Ormai non poteva ritirarsi. Doveva andare avanti. Le urla dei dannati e dei tormentati lo accolsero con una vecchia sinfonia e Lucifero non poté esimersi dal fare un sorriso di nostalgia. Nonostante fosse di nuovo in possesso della grazia, Lucifero non poteva dimenticare i millenni passati a costruire quel luogo, a costruire l’unico luogo che poteva considerare davvero casa. Il demone a guardia dei cancelli, un mostro con quattro paia di corna e le ali ricoperte di bolle sobbalzò dalla sorpresa “P-padrone da quanto tempo”
    I cerberi cominciarono a ululare di gioia perversa e Lucifero li fermò con un cenno imperioso e un sorriso machiavellico comparve sulle labbra “Si batte la fiacca, Bloodes?”
    Il demone ringhiò di felicità e Lucifero fece in tempo a scansarsi. Era questo il modo di salutarsi all’Inferno. Niente smancerie, solo attacchi duri e violenti, a dimostrazione che la violenza valeva più dell’amore. Erano all’Inferno, non nell’amorevole Paradiso! I cerberi ricominciarono a ululare dalla gioia perversa, quando Lucifero fece un gesto della mano, lo sguardo serio “Apritemi il cancello delle ombre e delle fiamme”
    “Subito signore” il demone scattò sull’attenti “Sulla terra come procede?”
    “Quasi quasi posso considerarmi in pensione. Gli umani sono così prevedibili e si cacciano nei guai da soli, frignando che sono io che li tento. Patetici.”
    Mentre lo diceva, un dolore immenso lo attraversò per tutto il corpo e dovette mordersi il labbro per non urlare dal dolore. Con un gesto repentino, riparò la ferita sul braccio. La Grazia lo stava punendo per la sua cattiveria. Stava ritornando ad essere il Serafino Splendente, il Serafino meritevole della luce più bella, il Portatore della Luce Eterna e che tu Rifulga.
    “Già “ esclamò Bloodes ridendo in maniera sguaiata “ Ho quasi finito”
    Mentre stava sbloccando l’ultimo chiavistello dell’ombra, Lucifero vide che si era fermato. Sul suo viso si era dipinto un’espressione a metà tra il terrorizzato e il vacuo.
    “So che sei contento di vedermi, ma ho da fare”
    Il demone inghiottì un po’ di saliva, indeciso sul cosa fare, se disubbidire alle regole dell’Inferno o disubbidire al creatore dell’Inferno “Non posso, signore”
    Lucifero socchiuse gli occhi, irritato “Perché?”
    Il custode dei cancelli si grattò le quattro paia di corna presenti sulla fronte “Lei ha di nuovo la Grazia”
    Il Serafino Caduto inarcò le sopracciglia accigliato e dopo affermò “L’anno scorso ho partecipato alla battaglia contro Semeyraza. O non eri al corrente?”
    Bloodes annuì con fare titubante “Lo so mio signore, ma abbiamo sottoscritto una clausola vincolante nel regolamento dell’Inferno. Niente angeli. Fu lei a firmarla ed a idearla”
    “Io sono il Creatore dell’Inferno” urlò Lucifero al limite “Apri i cancelli”
    “Se la lascio passare signore, l’Inferno potrebbe subire danni perm..”
    Il demone non ebbe neanche il tempo di parlare. Imitando il fratello Michele, aveva messo una mano sopra la testa del guardiano e una potente luce serafinesca lo investì. A differenza di quella arcangelica, la serafinesca aveva una potenza superiore a mille testate nucleari. Bloodes cominciò ad avere convulsioni, i suoi occhi si rovesciarono e scoppiarono all’interno delle orbite e si accasciò a terra. Moribondo.
    “Avrò la Grazia, ma non ho dimenticato cosa significa essere cattivi” ringhiò Lucifero a un demone ormai cieco “Se non vuoi che continui il mio lavoro, apri l’ultimo sigillo”
    “Lei lo sa cosa significa quello che vuole fare?” domandò Bloodes con un filo di voce “Signore si fermi”
    Lucifero lo prese per il collo e sibilò in tono perentorio “Non dirmi cosa devo fare. Apri questo maledetto cancello e forse ne avrai salva la vita”
    “Lei mi ha creato con il dono della telepatia” gli ricordò il demone con dolore “E io so che lei vuole rinunciare alla custodia dell’Inferno per donare l’essenza dell’angelo che ha tanto amato e così costituire la Lancia di Lete”
    Il Creatore dell’Inferno lo lasciò andare e lo applaudì con irriverenza “Ti faccio le mie congratulazioni Bloodes. Non ti facevo così fedele”
    E detto questo guardò una tavoletta di ossidiana, posta al lato destro, la quale riportava la prima frase dell’Apocalisse 2, 10, frase che si trovava anche in Paradiso e in Purgatorio: “Rimani fedele fino alla morte…”

    Una fedeltà pagata con il dolore, con le lacrime, con un sacrificio perenne.
    Il demone si appoggiò a un sigillo di fiamme e con un solo sbattere di ciglia ricostruì gli occhi color rosso vermiglio “Non le conviene rinunciare all’Inferno. Ci ripensi, la prego”
    Lucifero ringhiò dalla frustrazione e materializzò una spada angelica, intrisa di grazia demoniaca e puntò la punta della spada contro Bloodes “Apri l’ultimo sigillo, non te lo chiederò un’altra volta”
    Bloodes si alzò con difficoltà e maneggiò con l’ultimo sigillo dell’ombra. Il demone aspettò che tutte le serrature del cancello scattassero e poi si fece da parte. Nel viso c’era dipinta tutta la rabbia per avere fallito. Il rumore della rabbia e della malvagità lo accolse come una carezza malvoluta. La sua vecchia natura e la nuova stavano cozzando dentro di lui e si sentiva nauseato.
    “Il Padrone è cambiato” urlarono i demoni spaventati.
    “Ci ha traditi” sibilò un demone dal becco di rapace “Ci ha traditi”
    Il demone scattò in piedi, pronto a sfregiare il viso di Lucifero, ma il Serafino Caduto lo intercettò appena in tempo e nessuna pietà gli staccò un’ala dalla spalla. La creatura malvagia urlò dal dolore immenso e Lucifero lo finì affermando “Non vi conviene prendermi troppo alla leggera. Fatevi da parte”
    Quello che stava facendo, era assolutamente indispensabile e non gli importava nulla se nessuno lo capiva. Dopo avere donato l’essenza dell’angelo che aveva tanto amato per ripristinare lo specchio di lapislazzuli di Eve, il Serafino Caduto doveva rinunciare alla cosa più importante per lui per costituire la Lancia di Lete. L’arma che avrebbe permesso allo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse di assopirsi, non si sapeva per quanto. Forse per un minuto o per l’eternità.
    Un fruscio di ali lo fermò e Lucifero ringhiò furioso “Non adesso, Michele”
    Il Comandante degli Arcangeli lo fissò “Sei davvero sicuro di quello che stai facendo?”
    “Di che cosa? Di ballare la lap dance?” domandò Lucifero ironico, mettendo una mano sopra una roccia infuocata e facendo scattare un livello. Come nel girone dantesco, l’Inferno era distribuito su vari livelli e doveva attraversali tutti, fino ad arrivare alla foce. Fino ad arrivare al suo obiettivo.
    “Smettila di fare il cretino!” esclamò Michele furibondo “Ascoltami”
    Lucifero si tagliò una vena angelica e tracciò un segno complicato, poi prese una piuma e la intrise di grazia angelica e accese al secondo livello. L’unico obiettivo del Creatore dell’Inferno era raggiungere la statua dell’Inferno. Il più prima possibile. Solo così avrebbe rinunciato alla sua custodia.
    “Dobbiamo rinunciare a qualcosa o no?”
    “Tu non puoi rinunciare all’Inferno”
    “Parla il signore “Io non ho rinunciato a nulla” lo sbeffeggiò Lucifero, mentre si preparava a uccidere il centauro a guardia del terzo livello, torcendogli il collo. I due cominciarono a navigare un fiume di sangue, dove le Furie stavano tormentando i malcapitati, i quali avevano ferito di proposito i sentimenti altrui. Lucifero guardò con sdegno il tentativo di un’anima di fuggire. Una delle Furie lo aveva agguantato con un frustino da cavallo e lo stava pugnalando alle spalle, affondando l’elsa dalla scapola fino alla clavicola.
    “Fermati”
    Il Comandante delle Schiere Celesti spalancò le ali, furioso e mandò Lucifero contro i pilastri del veleno. Il Serafino Caduto si rialzò dolorante e diede un calcio ai reni a Michele, mandandolo senza fiato. Continuarono così per un bel po’, ritornando per un po’ ad essere gli avversari. I demoni e i tormentati cominciarono a fare baccano, dando manforte al Creatore dell’Inferno, ignari del fatto che Lucifero voleva abbandonarli definitivamente al proprio destino. Che padre amorevole. L’arcangelo intercettò un altro colpo e si strappò la tunica. Restando completamente nudo.
    “Mi dispiace, ma non sono dell’altra sponda”
    “Coglione!” ringhiò Michele, i suoi occhi azzurri diventati due pozzi azzurri intensi “Devi guardare il simbolo che ho sull’addome”
    Luciferò sbuffò e si accinse a guardare. Il simbolo che riportava, era stranamente familiare. L’ex diavolo si strappò la tunica e notò lo strano ghirigoro sulla sua gamba destra. Non sapeva cosa dire.
    L’arcangelo guerriero si rivestì e spiegò con il dolore dipinto negli occhi “ Quando nostro Padre ci creò, ci creò dalla stessa sacca angelica. Siamo gemelli omozigoti”
    “Non mi sembra” esclamò Lucifero ironico “Tu e io siamo diversi. Io sono molto più bello”
    L’arcangelo rise amaramente e si accinse a continuare “Il tuo sangue, la tua grazia angelica sono le stesse delle mie e nostro Padre decise di…”
    Il Serafino non ebbe bisogno di sentirsi dire altro e si accinse a concludere “Che se avessi rinunciato all’Inferno, tu saresti morto insieme agli arcangeli”
    “Precisamente”
    Lucifero materializzò una sfera di fuoco e cominciò a distruggere tutto. I demoni cominciarono a scappare via terrorizzati, i più impavidi si armavano per poi fuggire con ustioni del sesto grado. Lo odiava. Lo odiava perché lo aveva intrappolato. Aveva pensato a tutto. E d’un tratto si ricordò del perché si era ribellato a Dio. Ti dava l’illusione di avere la libertà di agire, poi con uno strategemma ti toglieva ogni possibilità.
    “L’ho promesso ad Astrea” urlò Lucifero, per la prima volta con gli occhi pieni di lacrime “Dannazione Michele. Glielo ho promesso.”
    Il Comandante angelico annuì “So che glielo hai promesso, ma non puoi e basta”
    Il Serafino materializzò una spada di onice e cominciò a combattere, senza ritegno, senza coordinazione, combattendo solo per la rabbia. L’arcangelo intercettò ogni fendente e mandò in gambe all’aria Lucifero. Erano appena arrivati all’interno della sala del Dolore, dove si trovava la Statua del Dolore e del Livore, una statua dove si trovava l’essenza dell’Inferno. Non l’essenza che avevano preso Raphael ed Elena, l’essenza legata alla sua custodia.
    “Lucifero” lo avvertì Michele serio.
    Il Creatore dell’Inferno scosse la testa ed affermò “Mi dispiace Michele”
    “Se lo fai, anche Hesediel morirà” gridò Michele furioso “Anche lei è un arcangelo”
    “Lei è una Dominazione” sibilò Lucifero “Ripassa un po’ la gerarchia angelica”
    Michele lo prese per un polso e lo costrinse a guardarlo “Vero, è una Dominazione nel Paradiso, ma è un arcangelo nel Purgatorio. Fermati”
    “Io devo rinunciare a qualcosa, altrimenti non si custodirà la Lancia di Lete”
    “Non c’è bisogno che rinunci all’Inferno”
    “E a che cosa potrei rinunciare Michele?” domandò Lucifero furibondo “O la custodia dell’Inferno o la mia stessa vita. Ho sbagliato nei confronti di Hesediel, ma sono pronto a rimediare a un piccola parte. E chiederò a Cloto di ricostruire il suo filo di Persefone”
    “Non lo fare” lo pregò Michele per l’ennesima volta.
    “Sei stato davvero innamorato di qualcuno?” domandò Lucifero a bruciapelo “C’è mai stata una persona a cui tu sei sacrificato con tutto te stesso? Hesediel è stata la parte più importante della mia vita e l’ho sprecata”
    Michele stava per replicare che sì, era esistita e l’aveva vista morire, ma il Creatore lo zittì con un gesto perentorio della mano.
    E si apprestò a fare quello per cui era venuto all’Inferno. Michele cercò di fermarlo, pugnandolo ma il Creatore dell’Inferno era irremovibile sulla sua decisione. Lucifero spalancò le sue ali, la grazia angelica che lo circunfundeva e pronunciò “Io rinuncio all’Inferno” in una lingua talmente incomprensibile che Michele sentì come un’insieme di sibili e schiocchi della lingua. La lingua dell’Inferno. La Statua del Dolore e del Livore cominciò a danzare su stessa e alzò meccanimente un braccio e sibilò “Nief”
    “Come sarebbe a dire di no?” domandò Lucifero “Io rinuncio alla Custodia dell’Inferno”
    La Statua del Dolore e del Livore ripetè la parola “Nief”
    Lucifero non potè credere alle sue orecchie. Perfino la Statua gli negava la possibilità di fare la cosa giusta. Per dirla alla Dean Winchester, che son of bitch. Se sarebbe andato tutto come aveva previsto, gli occhi della Statua non sarebbero stati più azzurri come Lucifero, ma dello stesso colore della persona che avrebbe preso il posto del Serafino Caduto.
    “In realtà qualcosa puoi fare”
    Il Serafino Caduto e il Comandante Angelico si girarono attoniti e notarono una donna dai capelli rossi e gli occhi verdi che lo fissava sardonica. Tra le mani teneva una Forbice. Michele e Lucifero la riconobbero. La Forbice di Nyx, l’Aletheia Gladia.
    Atropo.
    “Finalmente ho la mia arma a portata di mano” gongolò la Moira “Tempo di fare pulizie. Tempo di punire chi di dovere”
    “Cosa vuoi dire Atropo?”
    La Moira fece un sorrisetto misterioso e battè le mani, materializzando una tromba di diaspro rosso e onice nera. Michele la riconobbe. La tromba di Raziel. La stessa tromba che sarebbe dovuta essere suonata, se si fosse fallito nella missione dei cristalli vulcanici, in quella missione, in cui Christine/Hesediel era stata trascinata all’Inferno e si era giunti a una scorazzata di mostri.
    “Raziel è morto” annunciò Atropo senza nessun pathos “Ci serve un nuovo angelo della Morte”
    E guardò in modo eloquente Lucifero, il quale negò “No, non voglio uccidere nessuno”
    “Il Destino quando vuole, deve ottenere”
    La Moira gli consegnò la tromba a tradimento. La tromba cominciò a suonare, senza che Lucifero lo facesse e cominciò a cambiarlo interamente. I capelli biondi diventarono nero gaietto, gli occhi da azzurri a verde smeraldo, un nuovo paio di ali si aggiunsero, di un viola scuro così bello da far impallidire il crepuscolo.
    “Bastarda”
    “Non mi fare troppi complimenti milord” rise Atropo lusingata “E soprattutto non ringraziarmi”
    Lucifero posò a malincuora la tromba nella custodia, comparsa magicamente dietro la sua schiena. Michele socchiuse gli occhi e domandò sospettoso “Perché lo stai facendo?”
    “Perché avere il Creatore dell’Inferno come dipendente, era un’idea che mi allettava” disse Atropo meditabonda, poi dietro lo sguardo inquisitore dell’arcangelo guerriero confessò “Balthazar mi ha dato un libro antichissimo, nel quale il suono della tromba di Thanatos e del violino di Zoe può aprire il portale del Purgatorio, nel luogo dove i prescelti potranno ricostruire lo specchio di lapislazzuli e dare avvio alla nascita della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Per creare il fenomeno della BiaThanathie”
    “Da come lo dici, sembra quasi che tu aspetti l’arrivo di Empusa”
    “Empusa si è già materializzata poco tempo fa” spiegò Atropo con aria grave “L’essenza del Purgatorio è stata presa dagli Alphas, l’essenza dell’Inferno da Raphael ed Elena, l’essenza del Paradiso sarà ben presto presa dai fratelli Winchester. La sua completa manifestazione sarà questione di poco”
    “Ha fatto del male a Hesediel?” domandarono all’unisono Michele e Lucifero.
    Atropo scoppiò a ridere deliziata “Ma che carini che siete. No, non ha fatto del male a Hesediel, ma ha quasi ucciso Sheeira. Ti ricordi di lei, Lucy?”
    Lucifero roteò gli occhi, imbarazzato. Ricordò quando aveva comandato alla sua squadra di andarla a uccidere. Si era difesa abbastanza bene e non accettava il fatto che Ignitia l’avesse tradita. Era una cosa ineccepibile per lei, gli aveva rivelato il suo segreto più grande e sapere che era stata proprio lei a farlo, la fece mandare fuori di testa.
    Uccidetela”
    “Ignitia” aveva supplicato Sheeira, gli occhi azzurri che chiedevano pietà “Non puoi farlo”
    “Io non ti conosco”
    E si era girata indietro, senza darle la possibilità di replicare. L’aveva rinnegata. Sheeira tentò di aggrapparsi al marciapiede, per non essere trascinata all’Inferno e gridò “Io ti voglio bene Ignitia. Non mi importa se tu non me ne hai voluto o se hai finto di volermene, ma ti voglio bene”
    La ragazza si girò, appena in tempo per vedere un demone pugnalarla allo stomaco. Sheeira diede un sorriso anemico e lanciò un bracciale di ametista e di smeraldi “Il mio segreto”
    Ignitia lo prese titubante. Sapeva che quel bracciale guariva dalle possessioni demoniache. I demoni fiutarono lo stratagemma di Sheeira e tentarono di strappare il bracciale. Ignitia lo indossò e il demone che l’aveva posseduta, sbalzò fuori dal suo corpo. Il Principiato era contento.
    “Ciao Ignitia”
    “Sheeira?!” esclamò la ragazza perplessa “Cosa sta succedendo?”
    “Non è colpa tua” sussurrò Sheeira con dolcezza “Sii serena”
    E dopo Lucifero aveva ordinato ai suoi scagnozzi di ucciderla. Nessun angelo poteva vivere se veniva rinnegato dal proprio protetto. Era una legge dei tre regni.

    E materializzò un violino di cristallo e smeraldo e lo consegnò a Michele. L’arcangelo lo prese e cominciò a suonarlo, attirandosi dietro le ire e i sibili dei demoni. Atropo scroccò le dita e annunciò “Sapete che è morta Persephone?”
    “La custode della porta del Purgatorio?” esclamarono Lucifero e Michele inorriditi “Come?”
    “Crowley” rispose Atropo “Quel bastardo deve essere fermato al più presto” socchiuse gli occhi e scrutò Lucifero “Non avresti dato la tua custodia a lui?”
    “Hai una scarsa opinione di me, sorella. Io puntavo più su Lilith”
    Atropo annuì seria e stava per andarsene, quando Michele la prese per il polso, accorgendosi di una cosa “Queste erano le armi di Persephone”
    “Ma che perpiscace mio cavaliere dell’inverno”
    “Questo vuol dire che…”
    “Che Dio vi ha spediti a essere i custodi del Purgatorio?” rispose Atropo con sarcasmo “Sì Michele. Ed è questa la vostra rinuncia. La lancia di Lete è pronta per l’utilizzo. È stato un vero piacere collaborare con voi”
    Michele non seppe cosa dire e Atropo svanì in una nuvola di fumo nero e scintille di diamante. Subito dopo cominciò a urlare, spaccando gli specchi del sangue e delle ossa rotte, simbolo della violenza sulle donne e per la prima volta Lucifero ebbe pietà di suo fratello. Aveva cercato di essere un bravo soldato e alla fine era stato ripagato così.
    “Adessi capisci come mi sono sentito”
    Adesso si aspettava solo l’ultima essenza.
     
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  10. sahany09
     
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    E di nuovo i due fratelli angelici a discutere, litigare e battersi, peggio dei Winchester !!! Vedo che anche tu tendi a rendere Lucifero più simpatico di Michele, ma d'altronde, in fondo, lo è. Sarà merito pure di Pellegrino, bravissimo ad interpretarlo? :rolleyes: Certo che Lucifero, di nuovo con la grazia, è una situazione curiosa !!!
    Povera Hesediel, quante ne sta passando !! :( Comunque, tutto ottimo.
    Bella puntata anche questa. Brava come al solito.
    Alla prossima. :)
     
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    Grazie mille Sahany :wub: Sei gentilissima e sono contenta che tu la consideri bella ^_^ A parte la straordinaria bravura di Mark Pellegrino, il Lucifero dei miei racconti è simpatico, in quanto è anche abbastanza ironico. Per Michele mi sono attenuta alla versione dell'angelo soldato, quello a cui apparentemente importa solo del dovere, ma sta sicura che anche a lui batte forte il cuore. Solo che non ha il coraggio di ammetterlo ad alta voce.
    Vorrei fare una precisazione riguardo alla parentela angelica...Solo Michele e Lucifero sono fratelli in senso stretto, in quanto hanno la grazia angelica uguale e sono nati lo stesso momento. Tra Michele ed Hesediel, ad esempio, non c'è nessuna parentela in quanto Hesediel è nata dalla Personificazione della Giustizia e quindi ha una nascita totalmente diversa ^_^ Christine chiama Michele, Gabe e Haniel fratelli, perchè anche loro sono insigniti della carica di arcangelo, ma non perchè sono imparentati ^_^ Per Christine sono fratelli, perchè si sono presi cura di lei nei momenti di difficoltà e lei li ripaga così ^_^
    Eh sì Lucifero con la grazia è davvero curioso, come curioso vederlo pensare da quasi umano. Anche se le sue battutine non mancano mai ^_^
     
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  12. sahany09
     
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    Vorrei fare una precisazione riguardo alla parentela angelica...Solo Michele e Lucifero sono fratelli in senso stretto, in quanto hanno la grazia angelica uguale e sono nati lo stesso momento. Tra Michele ed Hesediel, ad esempio, non c'è nessuna parentela in quanto Hesediel è nata dalla Personificazione della Giustizia e quindi ha una nascita totalmente diversa ^_^ Christine chiama Michele, Gabe e Haniel fratelli, perchè anche loro sono insigniti della carica di arcangelo, ma non perchè sono imparentati ^_^ Per Christine sono fratelli, perchè si sono presi cura di lei nei momenti di difficoltà e lei li ripaga così ^_^

    Si, si. Lo so. E' un modo di dire; di intendere, appunto un rapporto non familiare bensì di mutuo soccorso occasionale. Ma hai fatto bene a precisarlo.
    Allora, alla prossima puntata. Quando potrai e vorrai, anche se spero sempre, presto. :)
     
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    Buonasera a tutti,
    *dove ti eri cacciata?*
    *Ehm...Ade non mi dava il permesso per uscire....Ma fortunamente ce l'ho fatta ^_^
    Ho preso 24 nell'ultima materia e sono contentissima :wub:

    sentendomi molto Babbo Natale, o meglio la figlia indegna di codesto insigne personaggio, ecco a voi dal sacco un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory", dove troviamo i figli dei Winchester e il ritorno di un personaggio alla fine..Ma non vi anticipo nulla :-) Spero che vi piaccia, ho fatto del mio meglio :pray: :pray: Anche se non mi sento molto soddisfatta del risultato ottenuto -_-
    Buona lettura :wub:

    13/Ottobre/2026 ore 1,45 di notte Casa Winchester


    “Vieni”
    “Nath, dove mi stai portando?” chiese una ragazza bionda divertita “Mi avevi promesso un posto bellissimo e ora..”
    “Ti ho mai delusa, piccola?” chiese Nathaniel
    “Un paio di volte a dir il vero” puntualizzò la ragazza e poi scoppiò a ridere di fronte la faccia mortificata di Nathaniel “Sto scherzando”
    “Non è divertente” borbottò Nathaniel e poi non resistendo al sorriso della sua amata, la baciò.
    “Si trova al di là di quella porta, la sorpresa?”
    Il figlio di Sam e Christine sbattè le palpebre e annuì “Sì”
    Il ragazzo aprì la porta di corno ed avorio per farle vedere la valle di Fantaso e di Icelo, una valle piena di fiori di pesco e rose blu. La valle dei sogni, dei sogni chiari come il corno e misteriosi come l’avorio. Una sirena a tre code a cavallo di un drago azzurro dagli occhi viola li salutò ridacchiando.
    “Meravigliosa”
    “Nient’altro?”
    “Bè sublime, splendida, fantastica, romantica” continuò la ragazza estasiata e rivolgendo al Nephilim angelico un enorme sorriso “Così è qui che ti rifuggi nei sogni?”
    “Già”
    “Vorrei venirci più spesso” affermò Clio felice “Mi hai fatto il regalo più bello della mia vita”
    Nathaniel le prese la mano destra e non ci furono parole. Clio l’aveva conosciuta durante un’esercitazione con Lachesi e avevano stretto un profondo legame e l’unico posto dove potevano stare in tranquillità, senza che nessuno li disturbasse, era proprio l’atmosfera del sogno. Afferrando lo stelo di una viola e sistemandola dietro l’orecchio, Clio domandò “ Come il lavoro con Lachesi?”
    “Straordinario” confermò Nathaniel estasiato “Ogni volta che aiuto Lachesi a ripristinare un filo di Persephone, mi sembra davvero di assistere a una seconda nascita. L’altra volta siamo andati in un villaggio dell’africa sub sahariana per aiutare una madre moribonda a partorire”
    “Ti brillano gli occhi quando ne parli. Si vede che sei contento di essere il suo apprendista” si fermò e ringhiò amareggiata “Sarebbe meglio dello schifo di vita che mi ritrovo”
    All’improvviso il cielo si fece nero, con le numbi cariche di fulmini e Clio gliela strinse ancora più forte “Sta arrivando un temporale?”
    “No” la rassicurò il Nephilim angelico “ Ma siamo in un sogno e i tuoi pensieri stanno influenzando l’atmosfera della valle. Fantaso e Icelo vengono influenzati da chi attraversa la loro valle.”
    “Oh bè” Clio divenne rossa “Hai scelto una fidanzata d’eccellenza!”
    “Tra una mamma e un padre arcangeli, una zia cercatrice d’angeli, una sorella come me e aiutante di Asclepio, uno zio cacciatore di demoni… Sinceramente tu sei l’eccellenza della normalità”
    La ragazza affondò le mani nella folta capigliatura castana del ragazzo, quando all’improvviso tutto svanì ed egli si ritrovò in un nulla assoluto. Clio era scomparsa. E al suo posto c’era una Lachesi leggermente incazzata. I suoi occhi viola erano socchiusi. Di solito la Moira della Rinascita non interrompeva bruscamente i suoi sogni e c’era il segno che qualcosa non andava. Il filo di Persephone che aveva nel polso destro era nero. Il suo proprietario aveva perso l’anima.
    “Così ti eserciti nei sogni?” domandò Lachesi meravigliata “Ti ricordo che sei un Nephilim angelico…”
    “E sono anche il tuo apprendista” esclamò Nathaniel esasperato“Ma nemmeno nei sogni posso stare in pace. Avete dei giorni di vacanza? Sfruttateli”
    “Giovanotto non sfruttare la mia pazienza. Lo sai quello che stavi facendo?”
    “Le stavo mostrando la valle di Fantaso” rispose il ragazzo “Perché è vietato dalle sacre leggi?”
    “ No, non è vietato” rispose Lachesi seria “Ma credo che per lei sia meglio qualcosa di più concreto di una valle di sogni”
    “Fantaso potrebbe avere bisogno di qualche apprendista?”
    “Ne potrei parlare” disse Lachesi “Ma non ti garantisco nulla. Fantaso è un tipo molto geloso riguardo alla creazione del mondo onirico”
    Nathaniel annuì e poi chiese perplesso “Dove mi trovo?”
    “Il luogo dove ti trovi, non ha nessuna importanza” lo interruppe Lachesi seccata “Sono venuta ad avvertirti di una cosa”
    “Cosa?”
    La Moira della Rinascita poggiò l’indice sulla labbra e indicò una lunga spiaggia, laddove c’erano due persone che stavano lottando ferocemente. La spiaggia era molto particolare, racchiudeva le nuvole del paradiso, le fiamme dell’Inferno e la fierezza del Purgatorio. Sullo sfondo si poteva vedere una Eve incerta se essere soddisfatta o no. Tutta l’attenzione era rivolta alle due persone che stavano lottando ferocemente. Una aveva le sette ali spalancate e reggeva una bellissima spada di ametista, l’altra stava richiamando a sé tutti gli elementi della natura. Quella a sinistra era ferita mortalmente e scuoteva la testa, incredula.
    “Ricordati di me” urlò “Maledizione ricordati di me”
    Nathaniel non ebbe modo di vedere chi era la persona che urlava. Ma dentro di sé sapeva. Lachesi spiegò “Ho chiamato Morfeo e Fantaso per interferire con i tuoi sogni, perché devo dirti una cosa molto importante”
    “Dimmi”
    “Devi guardare un segno nel cielo”
    “Un segno nel cielo?”
    La Moira della Rinascita si rimise il dito in bocca e lo abbracciò “Buona notte Nath”.
    “Come sta mia madre?”
    “Sogni d’oro, angelos”

    Con un sobbalzo Nathaniel si svegliò, memore del sogno con Lachesi. Si alzò bruscamente e senza fare rumore aprì la finestra, lasciando entrare la brezza notturna. Il cielo era normalissimo, solo qualche spruzzata di stelle, una luna a forma di falce e una leggera tramontana. Nessun segno supernaturale. Sapeva che Lachesi non aveva detto tutto quello che doveva dire, ma se qualche cosa aveva imparato dall’apprendistato con la Moira della Rinascita, era che gli esseri supernaturali dicevano il minimo indispensabile, per poi dire le cose essenziali solo all’ultimo secondo. Quando ormai le cose erano già sistemate.
    “Neanche tu dormi?”
    L’aiutante di Lachesi si girò e vide sua sorella che gli sorrideva. Si sedettero l’uno accanto all’altra, come facevano quando erano piccolini e un temporale li faceva spaventare.
    “No”
    Michelle schioccò le dita e fece comparire accanto a sé una tisana “Secondo Igea questa tisana dovrebbe aiutare a dormire”
    Nathaniel la prese e la sorseggiò un po’ “Sai Lachesi mi ha fatto visita nei sogni. Mi ha fatto vedere una spiaggia, la quale racchiudeva le essenze dei tre regni ultraterreni…”
    “Per caso c’erano due persone, una con le ali spalancate e l’altra che richiamava la potenza della natura? E la ragazza alata urlava “Maledizione ricordati di me”?” lo interruppe Michelle meravigliata “Anche io ho fatto lo stesso sogno assieme a Hypnos e Asclepio”
    “Per caso sai chi sono?”
    “Sono la mamma e la zia che combattono” rispose Michelle triste.
    Nathaniel sgranò gli occhi e non seppe cosa dire. Possibile che la zia fosse di nuovo posseduta da Sandalphon? No, Sandalphon era stato distrutto da Lucifero e i suoi frammenti d’anima erano stati disintegrati…Ci doveva essere per forza qualcosa sotto.
    “Mi manca” esclamò Michelle e all’occhiata stranita del fratello spiegò “La mamma, intendo. È sempre in missione, in pericolo di vita… Alcune volte vorrei che fossimo una famiglia normale”
    “Chiedi un miracolo” sghignazzò Nathaniel e poi affermò “Anche a me mi manca”
    Michelle gli battè una mano sulla spalla destra e sbadigliò “Ritorno a dormire. Asclepio mi ha lasciato mezz’ora di pace, devo ritornare a imparare i rudimenti della medicina“
    “Anche lui un tiranno?”
    “In fondo tu e io facciamo la stessa cosa” rispose la sorella “Buona notte fratellino”
    Nathaniel annuì sovrappensiero e non poté fare a meno di riflettere su quello che gli aveva appena detto Michelle. La notte portava consiglio, o almeno così sperava.
    *
    Al piano di sotto Cass e Gabe stavano sorvegliando la casa dei fratelli Winchester. Erano ormai giorni in cui i due angeli stavano badando ai quattro ragazzi ed ancora non c’era stata nessuna novità da parte di Christine o di altri. Erano partiti verso la casa di Haniel Purpleflowers alla ricerca di un modo per ripristinare lo specchio di lapislazzuli di Eve, lo specchio che serviva a ripristinare le anime del Purgatorio e a riequilibrare l’equilibro, portando con sé, però, la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Alcuni angeli avevano fatto la scelta di rinunciare a qualcosa per costituire la Lancia di Lete, l’unica arma che potesse, in qualche modo, contrastare il potere immenso di Empusa. Non appena si sarebbe formata, si ipotizzava che sarebbe stata utile, anche se si sapeva che molto probabilmente avrebbe solo addormentato lo spirito, per poi rivederselo spuntare prossimamente. Neanche nel mondo supernaturale si aveva la certezza assoluta. La ferita allo sterno faceva più male del solito e Gabe capì che la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse aveva fatto la sua breve apparizione.
    La ferita non era solo fisica, ma anche emotiva. Gabe sapeva che la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse albergava in Violet, la migliore amica di Christine, e questa cosa lo mandava letteralmente in bestia, cosa un po’ ironica per un angelo. Se solo Cassandra non fosse andata all’Inferno per inseguire quel cercatore dell’Inferno, a quest’ora nulla sarebbe successo. Violet non avrebbe assorbito lo spirito di Empusa. Purtroppo il futuro non si costruiva né con i sé né con i ma, soltanto con le azioni che decretavano la sconfitta o le più dolci delle vittorie. Non poteva assolutamente dimenticare una Christine/Hesediel conciata male, di ritorno dall’Inferno, la quale rivendicava contro Metatron e contro tutto il Consiglio Celeste il suo diritto a volere bene a Violet. A quell’epoca Christine combatteva contro l’ordine di uccidere Violet, in quanto vessillo di Sandalphon…Adesso…
    “Pensi che ce la faremo?”
    Gabe strabuzzò gli occhi, poi intravide Cass nella penombra e rispose ironico “Pensavo di essere solo. La prossima volta avvertimi prima”
    Cass sbuffò “Smettila di fare il cretino Gabe”
    L’arcangelo addentò un biscotto di cioccolato e dopo con voce seria rispose “Non ho nessuna intenzione di fare il cretino Cass, specialmente in questo preciso istante. La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse ha fatto la sua apparizione e per poco non ha ucciso Sheeira”
    Per poco l’angelo del giovedì non si strozzò con l’acqua che stava bevendo “E tu come fai a saperlo?”
    L’arcangelo delle annunciazioni si scostò un lembo della camicetta fatta di filamenti di luna e polvere di stelle e mostrò la ferita al cuore. Cass notò che la ferita non era più rosa chiaro ma di un colore più intenso. La ferita di Lucifero. Era la prima volta che la faceva vedere a un suo simile.
    “Diventa così quando succede qualcosa di pericoloso” spiegò Gabe in tono grave “La prima volta che è successo, è stato quando Semeyraza ha fatto la sua comparsa”
    “Manca solo l’essenza del Paradiso per poter ripristinare lo specchio di lapislazzuli” affermò Cass deluso.
    “Quasi quasi preferirei che il terzo regno sprofondasse, piuttosto che mia sorella ripristini lo specchio di Eve” sussurrò Gabe irritato “Non posso vedere morire mia sorella di nuovo”
    Cass stava per rispondere, quando all’improvviso una scossa tellurica non sconvolse tutto. La cucina dei Winchester venne spaccata in due. Filamenti di luce e fiamme dell’inferno cominciarono a comparire in ogni dove, con qualche filamento di sangue purgatoriese, liquido nero gaietto e viscoso. I figli dei Winchester si precipitarono sotto, Michelle e Nathaniel che portavano in braccio i rispettivi cugini. Gabe sguainò la spada arcangelica e urlò “Tutti fuori in giardino”
    “Che sta succedendo Cass?” domandò Jensen turbato.
    Cass aveva assistito a quel fenomeno solo una sola volta, quando aveva solo due anni. Il Purgatorio poteva essere aperto o con un incantesimo di sangue, o tramite la BiaThanathie, la musica che univa il suono della tromba di Raziel e il violino di Zoe, la musica che univa la vita e la morte. Nessuno poteva sprigionare una potenza simile, a meno che…
    “Michele e Lucifero non siano stati scelti come custodi del Purgatorio” esclamò Gabe meravigliato, intuendo quello che stava pensando Cass.
    Così come era arrivata la scossa, quest’ultima cessò la sua attività. I figli dei bros osservarono stupefatti la loro casa distrutta e fu Nathaniel a prendere la parola “Qualcuno ci spieghi”
    Cass si mordicchiò il labbro, un po’ a disagio per l’espressione “Lo specchio di lapislazzuli è…
    “Rotto!” esclamò Jensen irritato “Lo sappiamo. Vogliamo sapere perché la mamma e la zia combattevano contro”
    I due angeli si guardarono intorno e alla fine Cass spiegò “Violet è la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    A quelle parole calò il gelo tra i presenti. Gabe gli pestò un piede e sussurrò “Un po’ di delicatezza Cass”. Jensen ululò come un’animale ferito e cominciò a ferire Cass con il pugnale d’argento. L’angelo prese il coltello e riuscì a disarmarlo. Non prima di essere ferito seriamente nell’ala sinistra. Con una smorfia si autoguarì. Dopo quello che gli aveva detto, come potevano sperare di dire che Nathaniel e Mary erano indispensabili per creare il luogo dove prendere le essenze?
    “Fate schifo” esclamò Mary furibonda, abbracciando il fratello piangente “Allora è questo il vostro scopo? Quello di fare combattere mia zia e mia madre contro? Fate semplicemente schifo, le volete morte”
    “La storia è più complicata del previsto” tentò di giustificarsi Cass “Ma non vogliamo assolutamente che vostra mamma e vostra zia muoiono. Stiamo tentando il possibile per salvarle entrambe”
    “Non vi credo” urlò Jensen a squarciagola “Io non vi credo”
    “Dobbiamo spiegarvi alcune cose…”
    I figli dei Winchester si guardarono negli occhi e rientrarono a casa, non con poche difficoltà. Cass e Gabe sospirarono, le fiamme e i filamenti che fuoriuscivano dalle spaccature del terreno. E dal terreno spuntò un’ala. Un’ala nera che brandiva una spada di luce e d’ombra. Ci mancava solo questa.
    “ È arrivato il giudizio universale?”
     
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  14. sahany09
     
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    Eh si !! Sei arrivata proprio come Babbo Natale a regalarci una puntata della tua fantasmagorica fiction. Meno male che Ade ti ha permesso di uscire. :) Brava come al solito. Gabe e Cass, che coppia !!! :D
    Poveri piccoli Winchester !! :( Nessuno ha detto loro che sono nati in famiglie non esattamente molto tranquille? Lo scopriranno da soli. Poverini !! :(

    Complimenti per l'esame !!


    Ne approfitto per farti gli auguri di BUONE FESTE nell'insieme e attendo trepidante una nuova puntata. Continua così.
     
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  15.  
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Grazie mille Sahany :wub:
    Sono contenta che ti sia piaciuta questa puntata e che consideri la mia fanfiction fantasmagorica Troppo buona Eh sì Gabe e Cass sono una coppia straordinaria ^_^ Purtroppo lo sanno che vivono in famiglie non propriamente tranquille, ma dentro di loro sperano sempre che tutto si risolva...
    Hai scoperto chi è l'angelo dalla spada di luce e di ombra che spunta dal terreno?
    Grazie mille per gli auguri di buone feste e ricambio molto volentieri ^_^
    Eh ora solo l'ultimo sprint finale...Grazie mille per i complimenti :wub:
     
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140 replies since 15/8/2012, 14:06   1367 views
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