Stairway to Purgatory-Lo specchio di lapislazzuli di Eve

Ennesimo esperimento strambo

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  1. sahany09
     
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    Mooolto carina !!


    Ah ah! Ci risiamo con Dean e gli aerei !! :D

    Povero Castiel ! :cry: Per lui c 'è sempre un sacrificio pronto ad aspettarlo!

    Gabe a custodia dei bambini? Ha ragione Sheeira ad essere preoccupata per il forno !! Solo per il forno? :pray:

    Brava Gabry!!

    Arrivoooooooooooooooo !!!!!!! Nuova puntata!!
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Grazie Sahany :wub:
    Eh sì Dean e gli aerei non vanno mai d'accordo :lol: Eh sì Cass...Ogni volta c'è sempre un sacrificio pronto ad aspettarlo Ahahah, ma dai, si comporta bene con i bambini..E ho controllato personalmente :P
    Buongiorno a tutti,
    qualche volta io ritorno dall'oltretomba, mi sento tanto Persefone che chiede il permesso ad Ade, ecco a voi il nuovo capitolo di Stairway to Purgatory...In questo capitolo ritornano gli Alphas e hanno un dialogo con Gabe...Ma non rivelo troppo ^_^ Vi auguro buona lettura ^_^ Spero di aver fatto un buon lavoro :pray: :pray:


    07/Ottobre/2026 Quartiere Generale degli Alphas ore 8,45 e 17 secondi


    Al quartiere generale degli Alphas, nella stanza dove si svolgevano le riunioni speciali, Bill, Rachel, Nina, Cameron e Gary stavano aspettando l'arrivo del dottor Rosen, di ritorno da una caccia speciale a un Alphas pericoloso. Erano lì da almeno tre ore e fissavano quella strana boccettina di numbi grigi, la quale rappresentava l'essenza di un posto davvero misterioso. Era tutto incominciato con quello strano Alpha di nome Helios. Il Purgatorio, nel posto dove le anime si purificavano dalla loro esistenza malvagia, secondo le concezioni religiosi o dantesche, o nella foresta dove malvagità e bene si mescolavano in un'essenza misconosciuta? Nel loro ultimo incontro, in cui avevano anche incontrato Lilith, la prima donna creata da Dio e primo demone donna, Eve era stata abbastanza vaga su quello che dovevano fare. Aveva parlato di tre essenze, proveniente dai tre regni ultraterreni, ma alla fine era sparita senza dare una spiegazione plausibile. Aveva solo detto che dovevano aspettare un segnale e poi aveva sorriso in tono enigmatico. La storia stava cominciando ad essere fin troppo misteriosa. Nel frattempo che il dottor Rosen veniva, Cameron continuava ad esercitarsi con il suo arco di lapislazzuli e ametiste, esclamando giulivo “Questo arco è una figata pazzesca. Adoro essere il discendente di Artemide”
    “L'abbiamo capito che ti piace essere il suo discendente” esclamò Bill stufo, calandosi per evitare una freccia, la quale gli passò molto vicina all'orecchio “Ma smettila di utilizzare i soprammobili come se fossero dei tiri al bersaglio. Non siamo mica al poligono”
    “Non posso assolutamente Bill” disse Cameron estasiato, prendendo una freccia d’oro dalla faretra “Mi sento tanto Freccia Verde”
    E dicendo questo incoccò una freccia di smeraldo ed onice e osservò la traiettoria perfetta della freccia che si andò a conficcare sul cappello che Rachel stava indossando. Cameron fischiò ammirato “Accidenti, la mia mira è molto migliorata”
    “Ok Robin Hood” intervenne Rachel seccata, togliendo la freccia dal cappello “Posa quell'arma”
    “Rachel, ma non ti fidi di me?” domandò Cameron “Sono meglio di Guglielmo Tell”
    “In questo momento no” affermò Rachel “Con quell'arco sei terribile”
    “Terribile vuol dire affascinante?” chiese Cameron sorridendo ampiamente.
    “No terribile da manicomio” Rachel scosse la testa “Posa l'arco”
    “Va bene madame” si arrese Cameron, dandogli un bacio sulla guancia e subendosi un’occhiataccia da parte della ragazza “Ma mi hai rovinato tutto il divertimento”
    “E tu mi hai rovinato il mio cappello nuovo!” rimbeccò Rachel arrabbiata.
    “Te lo ricopro sta tranquilla” sogghignò Cameron “Anche migliore di quello”
    “Era un regalo di mia madre” si lamentò Rachel.
    “Uffa” commentò Gary, muovendo le mani alla ricerca di un segnale elettromagnetico; anche se il Purgatorio era in pericolo di vita, non potevano assolutamente dimenticare la loro missione, quella di stanare quel pazzo di Stanton Perrish dalla sua folle idea di creare una guerra tra gli Alphas e i normali “Perché lui è il discendente di Artemide e io no?”
    Cameron scompigliò i capelli di Gary, facendolo innervosire e ridacchiò “Perché sono dotato di sinestesia, Gary. Artemide era infallibile con l'arco, in quanto dea della caccia”
    “Lo so anche io” ribatté Gary “Non sono stupido sai?”
    “Nessuno lo ha detto Gary” disse Cameron sorridendo “Se non fosse per te, saremo nei guai parecchie volte campione”
    “Puoi dirlo forte” esclamò Gary inorgoglito “Sono io il cervello della squadra”
    “Lo sappiamo” accordarono tutti con un grande sorriso.
    E lo lasciarono a maneggiare invisibili fili elettromagnetici. Una ragazza dai capelli castani si alzò e fece una considerazione.
    “Abbiamo un discendente di Eracle, uno di Artemide” ricapitolò Nina con fare meditabondo “Penso anche che Gary sia il discendente di Hermes”
    “Il messaggero degli Dei, intendi?” domandò Rachel incuriosita
    Sì” affermò Nina “La sua propensione all'elettromagnetismo lo collega al dio alato dei messaggi. Gary si collega alle telecamere e ai servizi elettronici d'informazione e sappiamo tutti che oggigiorno l'informazione viaggia attraverso gli impulsi di un pc o di qualsiasi altro oggetto elettronico. O almeno questa è la mia supposizione. Quello che non so, è a chi io e Rachel possiamo far riferimento”
    “Per te potrebbe essere il Dio Hypnos, il dio del Sonno” azzardò Cameron “Hai il dono di ipnotizzare la gente con il tuo sguardo e le persone sembrano come imbambolate quando eseguono i tuoi comandi”
    “Come sei galante” controbatté Nina in tono piccato.
    “Dico solo la verità” rispose Cameron alzando le spalle “Per Rachel potrebbe essere...”
    Un rumore alle loro spalle fece tacere tutto e i cinque si trovarono il dottor Lee Rosen con una valigetta in mano. Aveva borse sotto gli occhi, come se avesse lavorato tutta la notte, ma non appena vide la sua squadra, fece sparire l'aura di stanchezza e accolse tutti con un ampio sorriso. Ma sembrava più vecchio che mai. Il Dottor Rosen dei vecchi tempi, quello che li aveva riuniti, rispettandoli per come erano e non per i loro poteri, sembrava sparito.
    “Stavate facendo congetture senza di me, ragazzi?” ridacchiò lo psichiatra “Notevole, stiamo ritornando ad essere una vera e propria squadra”
    “Buongiorno dottor Rosen” disse Bill “Come va?
    Per un po' il dottor Rosen non rispose, limitandosi a uscire un fascicolo dalla valigetta nera. Appoggiò i palmi sul tavolo di ardesia nera, negli occhi tutta la stanchezza e l'amore di un padre che ha perso qualcosa di importante. Un dolore intenso e incalcolabile. Un dolore difficile da descrivere.
    “Va come deve andare” disse il dottor Rosen serio, sostenendo lo sguardo dell'agente dell'Fbi “Dovevo vedermi con Gilbert per il problema di Stanton Perrish..”
    “Dottor Rosen non è colpa sua se Danny...”iniziò Cameron imbarazzato.
    “Non voglio la tua comprensione Cameron” disse Lee perentorio, troncando sul nascere una possibile discussione “Mi avete chiamato per una sorta di oggetto misterioso, non è così? Parlare della mia amata Danny purtroppo non me la farà ritornare indietro, per quanto mi piacerebbe”
    Per un po' nessuno parlò, dopo la morte di Danny, la figlia del dottor Rosen, la situazione all'interno del Quartiere Generale degli Alphas era diventata gelida. Danny era un Alpha speciale. La sua morte era stato un duro colpo, specialmente per Lee e Cameron. Non avrebbero potuto dimenticare tanto facilmente la chiusura degli occhi di Danny, dopo lo scoppio di una bomba fatta dagli scagnozzi di Stanton Perrish. Nelle ultime settimane, Cameron si richiudeva in un stanzone e migliorava il proprio tiro. Il dottor Rosen studiava i casi degli Alphas anche fino a tarda notte. La situazione era diventata insostenibile. Rachel mise una mano sulla spalla, pronta per dire qualcosa, ma ci rinunciò.
    Bill lo guardò stupefatto e poi si riscosse “Si la boccettina di numbi di Purgatorio. La sua essenza”
    E dicendo questo, posò davanti al dottor Rosen la boccettina di numbi grigi, contenente l'essenza del Purgatorio. Lo psichiatra inforcò gli occhiali e la guardò da tutte le angolature, sorridendo come uno scienziato di fronte a una grande scoperta. Sembrava un bambino a Natale o a Pasqua. Gli Alphas non dissero nulla nei minuti in cui il dottor Rosen analizzò il contenuto. Sembrava totalmente concentrato.
    “Che dici, gli regaliamo una vacanza un giorno di questi?” bofonchiò Nina all'orecchio di Rachel.
    “Poco ma sicuro” disse di rimando a bassa voce.
    Nel frattempo il dottor Rosen aveva aperto la boccettina di essenza e ne era rimasto colpito dal fatto che era una sostanza sia liquida che solida. Un vero miracolo della fisica. L'essenza toccò il pavimento e dopo ritornò misteriosamente all'interno della boccettina. Un fenomeno davvero particolare.
    “Davvero sorprendente” esclamò il dottor Rosen in tono affascinato guardando la boccetta di numbi grigi “Così questa è l'essenza del Purgatorio?”
    “A quanto dice Eve sì” rispose Bill meditabondo “Dottor Rosen questa situazione non mi piace per niente, sta diventando fin troppo pericolosa”
    “Neanche a me piace Bill” disse Lee serio “Ma la rovina del Purgatorio è collegata anche alla vita degli Alphas e sai bene che è mio dovere proteggervi. Non possiamo fare altrimenti”
    L'agente dell'Fbi sbuffò inferocito ma non replicò. A volte il dottor Rosen era davvero testardo nelle sue convinzioni. Fin troppo.
    “Come avete conosciuto Eve?” domandò Nina incuriosita “L'altra volta che è venuta a farci visita, non sembrava proprio che fosse sconosciuta ai suoi occhi. O mi sbaglio?”
    Per un breve lasso di tempo il dottor Lee Rosen fu concentrato nel leggere un dossier su un Alphas pericoloso evaso dalla prigione. Poi...
    “Posso dirti che è una lunga storia” iniziò Lee “E non ho voglia di raccontarla”
    “Dottor Rosen lo sa bene che di noi si può fidare” disse Nina comprensiva “Siamo una squadra, ricorda?”
    Lee si tolse gli occhiali, li pulì con un angolo della camicia e sospirò “Ci sono cose che preferisco tenere per me. Non per mancanza di fiducia”
    “Oggi siamo in vena di misteri” lo punzecchiò Cameron “Non la facevo così misterioso”
    Il dottor Lee Rosen lo guardò, sbuffando e annuì “Già”
    Per un po' nessuno disse nulla, poi Rachel intervenne “Rispettiamo la sua voglia di non dirci nulla dottor Rosen”
    “Ti ringrazio Rachel” disse Lee in tono grato e poi domandò “Che cosa vi ha detto Eve quando vi ha consegnato la boccetta dell'essenza del Purgatorio?”
    “Nulla e niente” rispose Bill irato “Ha parlato della riunione delle tre essenze dei tre regni ultraterreni e che alla fine dobbiamo aspettare un segnale.”
    “Capisco” affermò lo psichiatra “Eve è stata parecchio misteriosa”
    “Dottor Rosen lei crede in tutto quello che ha detto Eve?” domandò Cameron incuriosito “Il Purgatorio che sta per morire, il nostro ipotetico incontro con i fratelli Winchester, l’arcangelo a difesa di esso...?”
    “Se c'è una cosa che ho imparato” rispose il dottor Rosen “è che Eve non è una tipa da dire bugie. Non le conviene farlo, specialmente in un periodo come questo in cui il Purgatorio si trova in una condizione pessima. È pur sempre una mamma, seppur di mostri”
    “Lei dà troppa fiducia alle persone, dottor Rosen” lo rimproverò Bill “Io sento puzza di qualcosa di misterioso e ambiguo. Perché allora Eve non dovrebbe..?”
    A un certo punto la frase di Bill fu interrotta bruscamente da un vento invisibile, pieno di essenza Paradisiaca. Un essenza che richiamava bontà, tempi antichi e guerrieri che lottavano per un futuro e un Bene superiore. Un Bene che talvolta si scontrava con le convenzioni umane. Al centro della stanza cominciò a formarsi un mulinello d'aria che crebbe sempre di più. Gli Alphas si ripararono la faccia con le braccia e dissero tutti “Ma che diavolo, ora che accidenti succede?” Il vento continuò per parecchi secondi e alla fine rilevò un uomo dai capelli castano scuro, muscoloso, con una camicia nera e jeans di colore scuro e strappati alle ginocchia. Le cose che più lo caratterizzano erano un paio di meravigliosi occhi ambra, due gioielli rari ed inestimabili. Era magnifico. La fata felina cominciò a fare le fusa allegra. I mostri del Purgatorio erano contenti di vederlo.
    “Salve a voi” disse l'uomo con un ampio sorriso e spalancando le ali per sgranchirsele “Meglio del Paradiso è qui. Dovrei dirlo a Balthazar”
    Si girò e sorrise allegro “Oh voi dovete essere gli Alphas. Avevo voglia di conoscervi. Mi hanno parlato molto di voi. Siete molto famosi”
    Poi fece un rapido giro con la testa e salutò i mostri del Purgatorio, a difesa degli Alphas. I quali ricambiarono con foga e con grida di tripudio.
    Bill prese la pistola e la puntò contro lo sconosciuto, muovendo il grilletto e togliendo la sicura “Un altro emissario di Eve?”
    L'uomo alzò gli occhi innervosito, togliendo le pallottole dal caricatore, le quali caddero con un tonfo sordo sul pavimento “Non faccio parte del club “Io amo Eve”. Non so perché non mi riconoscete. Dovrei essere abbastanza famoso da voi. Secondo la religione cristiana io avrei annunciato il Messia. Se questo non è una cosa importante, allora non saprei cosa dire”
    Bill si calò per recuperare le pallottole che l'uomo alato aveva fatto cadere sibilando “Voglio un criminale normale! Mi manca la normalità dell’Fbi”
    “Paragonarmi a un criminale” sbuffò l'angelo irritato, poi sorridendo “Almeno avete un po' di novità”
    “Ne faccio a meno di queste novità” si lamentò Bill, rimettendo le pallottole nel caricatore e mettendo la pistola nella fondina. A portata di mano.
    “Allora vogliamo guardarci così o possiamo iniziare?” domandò l'angelo “Sarò bello, ma sapete le cose belle si sciupano se le guardi troppo”
    Muovendo le mani convulsivamente, Gary andò a cercare una cosa sulla rete. Su un quadro, chiamato l'Annunziazione di Leonardo da Vinci. E il Gabriel dipinto lì era uguale a quello che avevano di fronte a loro. Avevano davanti l'arcangelo delle Annunciazioni. Cominciò a ridere contento.
    “Non ho mai visto Gary così contento” notò Nina stupefatta.
    “Tu sei Gabriel” disse Gary estasiato “Non è così?”
    “Finalmente uno che indovina la mia identità” esclamò Gabe ridacchiando “Mi sentivo così messo in disparte”
    “Gabriel, l’arcangelo Gabriele, quello che..?” domandò Nina meravigliata.
    “Quello che ha dato un giglio? L’arcangelo delle Annunciazioni, il protettore dei postini,bè sono io” rispose Gabe sorridendo ampiamente “Bè sono un gentiluomo di altri tempi. Alle ragazze bisogna dare un fiore per dimostrare che non siamo tutti degli emeriti figli di buttana, come dice il mio caro Dean Winchester”
    “Angeli, demoni, Purgatorio” bofonchiò Bill seccato “Mi tocca anche Lucifero che balla la lap dance?”
    “Ti assicuro che non è un bello spettacolo” sghignazzò Gabe “Lo spettacolo non ha fatto il sold out. Oh povero Lucy”
    “Quindi sono così gli angeli?” domandò il dottor Rosen incuriosito “Pensavo che aveste le ali o qualcosa del genere. Siete come noi allora come forma”
    “Dottor Rosen non ci si metta pure lei” borbottò Bill seccato
    “Chiudete le tende” ordinò Gabe imperioso.
    Nina e Rachel si affrettarono ad oscurare la stanza e tutto fu in penombra. Gabe diede una scrollata alle spalle e un paio di ali si dipinsero sul muro. Due magnifiche ali color blu notte. Due ali per volare e per dare novelle.
    “Meravigliose” esclamarono tutti felici.
    “Bè questo è il mio vessillo umano” spiegò Gabe imbarazzato “In realtà gli angeli sono pura energia spirituale che hanno bisogno del corpo umano per manifestarsi ai terrestri”
    “Vuoi dire che ci possedete?” domandò Nina inorridita.
    “E che diamine, possedere” rispose Gabe in tono scandalizzato “Noi domandiamo il permesso alle persone per entrare in loro” si fermò e aggiunse “Ma non tutti lo fanno”
    “Cosa intendi dire?”
    “Intendo dire che c'è chi non ha voluto avere un vessillo umano per manifestarsi, ma ha convertito la propria energia spirituale in energia materiale. Mia sorella Hesediel lo ha fatto e ha dato l'esempio a tutti noi. Dovremmo seguirla “
    Poi con uno schiocco fece apparire una sedia di pelle nera e si sedette comodamente. Per un po' nessuno disse nulla, poi Cameron diede l'ultimatum, tendendo al massimo l'arco di lapislazzuli, la punta della freccia vicinissima al viso così perfetto da non essere umano “Dicci cosa vuoi”
    “O cosa mi infilzi con una freccia?” completò Gabe annoiato “Fai pure, saresti un ottimo intermezzo contro questa situazione al limite del baratro”
    “Sembri uno che non ha nulla da perdere” commentò Cameron stupefatto “Pensavo che voi angeli avreste...”
    “Quando sta per morire tua sorella, te ne freghi delle regole” rispose Gabe sbuffando “ Te ne freghi di essere immortale. O pensavi che tutti gli angeli non avessero sentimenti? Vi sbagliate tutti”
    Per un po' nessuno disse nulla, poi Gabe mosse leggermente la mano e fece vedere l'ologramma di un magnifico specchio di lapislazzuli, con la cornice di rubino e le decorazioni di zaffiro bianco. Anche se era solo un ologramma, lo specchio emanava una potenza incredibile.
    “Eve vi ha parlato di questo specchio?”
    “Non mi sembra” negò Nina osservandolo attentamente “Ha parlato di una forbice di Nyx, ma di uno specchio di lapislazzuli no”
    “La stronza gioca bene le sue carte” esclamò Gabriel furibondo “Alla faccia della solidarietà. Che cosa vi ha detto?”
    “Aspetta” disse Rachel corrugando la fronte “Nina, non ti ricordi che ci aveva accennato allo specchio e un arcangelo a protezione del Purgatorio?”
    “Ora che me lo fai pensare, è vero” esclamò Nina, battendosi una mano sulla fronte “Con tutto quello che ci sta capitando, ormai è difficile ricordarsi tutto”
    “Almeno è stata corretta” ammise Gabriele calmandosi “Ho saputo che vi siete incontrati dopo che l'Alphas Oliver vi ha dato l'essenza del Purgatorio!”
    “Ma come accidenti fate!” esclamò Bill scioccato “Alcune volte vorrei essere normale”
    “Che cosa vi ha detto?”
    “Che dobbiamo riunire le tre essenze del Purgatorio, che dobbiamo aspettare un segnale e che c'è un demone che sta giocando con una forbice” ricapitolò Rachel “E basta”
    Gabe non rispose subito e diede un pugno al muro. Lo lasciarono sfogare un po'. Poi si sedette e disse “Tutto questo disordine è stato dovuto alla rottura dello specchio di lapislazzuli”
    “Mi sta venendo il mal di testa” disse Bill.
    “Gabriel” lo esortò il dottor Rosen “Per favore sii più specifico”
    “Lo specchio di lapislazzuli è uno specchio molto particolare, la cui integrità serve per il mantenimento dell'anima dei mostri del Purgatorio, di voi Alphas, dei vampiri degli arcangeli del Quadro. Un demone di nome Crowley con l'uso della forbice di Nyx sta scombinando tutto”
    “Questo già lo sapevamo” lo interruppe Bill “Dottor Rosen è una perdita di t..”
    Ma non ebbe il tempo di dire altro che la bocca di Bill fu riempita di miele. Bill lo guardò con gli occhi di fuoco ma non disse nulla. Gabriel diede uno strattone alle ali e continuò “Ma quello che non si sa è che la nuova integrazione dello specchio di lapislazzuli può riportare in vita la Quinta Cavaliere dell'Apocalisse”
    “Tu sei pazzo” esclamò Nina “I cavalieri dell'Apocalisse sono quattro!”
    “L'arcangelo qui sono io” disse Gabriel arrabbiato “Mia sorella Hesediel è diventata con il bacio dell'heliobasileus, il bacio del Paradiso e dell'Inferno, l'arcangelo del Purgatorio. Con questo nuovo ruolo è diventata il ricettacolo delle sofferenze del Purgatorio”
    “Non capisco dove vuoi arrivare” disse Cameron confuso.
    “Neanche io” bofonchiò Bill “Levami questo maledetto miele”
    “Con la riunione delle tre essenze e l'essenza dell'arcangelo che ha amato, lo specchio si può rispristinare e sarebbe la salvezza di tutti. Ma non di Hesediel”
    “Tu mi vorresti dire che se ripristiniamo lo specchio, il Purgatorio si salva, ma Hesediel muore?”
    “Più semplice di così non mi sarei potuto spiegare” rispose Gabriel “Sì”
    “Ma tu mi hai detto che Hesediel è l'arcangelo del Purgatorio” ricapitolò il dottor Lee Rosen dopo un'attenta riflessione “E se Hesediel morisse?”
    “Se la Quinta Cavaliere dell'Apocalisse la pugnalasse con il Pugnale di Anubi, ci sarebbe una tale dispersione di energia angelica, pari a mille bombe atomiche con una carica tale da distruggere nove terre, la giustizia e la misericordia svanirebbero”
    E per dare enfasi a tutto quello che aveva detto, fece vedere un ologramma in cui veniva mostrata la Quinta Cavaliere dell'Apocalisse. Sembrava una ragazza normale, ma si sorreggeva grazie a una nuvola di fuoco e richiamava tutto il potere dei Quattro Cavalieri. Il mare cominciò ad agitarsi, onde gigantesche ricoprirono una cittadina, ci furono delle spaccature e un angelo femmina che precipitava nel mare, le sette ali strappate, le piume che cadevano nel mare, sangue puro e immacolato nel mare e gli occhi del suo amato gridare di rabbia e di disperazione...Intorno la furia pura degli elementi che imperversava. E gli occhi che fissavano la Quinta Cavaliere, un tempo amica.
    “Basta così” gridò Rachel spaventata “Abbiamo capito!”
    “Quindi dovremmo lasciare perdere?” domandò il dottor Rosen “Non è così?”
    “Non vi sto chiedendo nulla di tutto questo” negò Gabe, lasciando tutti di stucco.
    “Ma allora?”
    “Allora dovrete fare quello che vi ha chiesto Eve” rispose Gabe con uno sguardo d'ambra, più da paradiso che della terra “Non c'è nulla da fare. Se lo specchio di lapislazzuli non viene ripristinato il Purgatorio muore. Comunque vadano le cose, Hesediel è spacciata”
    “Io ci rinuncio a capirlo” esclamò Bill “Mi servirebbe un traduttore”
    “Tu vuoi lasciare morire tua sorella” gridò Nina scandalizzata
    Gabe non la stette a sentire e cominciò a creare un altro ologramma in cui fece vedere una lancia di lapislazzuli, decorata con onici e ametiste ed amazzoniti. Era un altro oggetto stupendo.
    “Questa è la Lancia di Lete”
    “Adesso non dirmi che anche questa porta sfortuna” esclamò Cameron indispettito “ Di sfortuna ne abbiamo fino ai capelli”
    “No” affermò Gabe con un sorriso “Con questa noi arcangeli fermeremo lo spirito della Quinta Cavaliere dell'Apocalisse. ”poi diede un'occhiata inceneritrice a Nina “Non permetterti mai più di dire che voglio lasciare morire mia sorella. Ci tengo più della mia vita. Essere ai piani alti è schifoso, perché devi scendere a compromessi. Grazie a questa arma possiamo fermare lo spirito distruttore di Gyaris”
    Ma lo disse in un modo che non convinse nessuno.
    “Qualcosa non va?”
    Ma?” volle sincerarsi il dottor Rosen curioso “Bazzicando con Eve, ho scoperto che i vostri silenzi possono dire molto di più del parlato”
    “Sembra che non abbiamo segreti per voi” concordò Gabe in tono rispettoso “In realtà la Lancia di Lete ha una controindicazione, se così vogliamo chiamarla”
    Ma non mi dire” esclamò Bill ironico.
    “La lancia di Lete richiede un sacrificio a coloro che la formano” disse Gabe “ Castiel ha rinunciato a essere l'angelo custode di Dean Winchester dopo la sua morte, Cloto vuole passare il suo Arcolaio di Zoe ad Haniel e io...”
    “E tu?” domandò Nina curiosa “ Tu cosa hai chiesto?”
    Gabe chiuse gli occhi e sembrò che il dolore di un angelo si celasse in una lacrima che attraversò la guancia destra. Gli costava molto dire.
    “Io rinuncerò al fatto di essere un arcangelo delle Annunciazioni, o meglio rinuncerò ad essere un angelo”
    A quella rivelazione tutti rimasero di sasso. Un angelo che rinunciava alla propria natura era un evento insolito.
    “Ehi non c'è bisogno che accogliete questa notizia in maniera così eclatante” affermò Gabe cercando di stemperare la situazione “E non sono l'unico che l'abbia fatto. Ci sono testimonianze che si sono perdute nel tempo”
    “Io non voglio che tu ti dimetta dal tuo ruolo” si lamentò Gary, muovendo le mani “Mi stai simpatico”
    “Lo devo fare” ribatté Gabe sorridendo dolcemente “Lo devo fare per amore di mia sorella”
    “Ma tu..”
    “Ma io che cosa dottor Rosen?” domandò Gabe, la saggezza antica tra le rughe e gli occhi color ambra “Pensate davvero che essere angeli ed immortali sia bello? Non sapete quanto siete fortunati voi esseri umani e mortali. Almeno non dovete assistere ai continui giochi di potere di fratelli che sembrano demoni più che angeli”
    “Chi ti sostituirà allora?” volle sapere Cameron.
    Con uno sguardo birichino scompigliò i capelli a Gary “Lui”
    “Non puoi scegliere Gary” protestò il dottor Rosen “ Lui..”
    “Vi serve?” domandò Gabe in tono ironico “Non ho mica detto che lo sequestro. Ragazzi io sono un angelo”
    “Mi sta simpatico Gabe” affermò Gary convinto.
    “Ho detto che rinuncerò al fatto di essere un arcangelo delle Annunciazioni, ma non ho mai detto che avrei rinunciato alle nascite dei bambini” rispose Gabe .
    “Ma allora?” domandarono tutti confusi.
    “Allora significa che Gary resterà con voi e mi comunicherà tramite gli impulsi telematici le nascite e le eventuali gravidanze e io svolgerò il resto”
    “Farai l'ostetrico” esclamò Rachel contenta “Ho capito bene?”
    “Precisamente” disse Gabe “Il fatto di diventare umano, sarà difficile e non garantisco di diventarlo. Di solito gli angeli che chiedono di essere umani, alla fine diventano Serafini, in quanto hanno capito la vera essenza angelica. Ma spero di farlo. Ho voglia di sperimentare la caducità dell’essere umano. Diciamo che Gary sarà il mio assistente”
    “Io sono un assistente di un angelo” proclamò Gary contento.
    “Già”
    “Ma questo non ci dice che cosa dobbiamo fare con le essenze” lo aggredì Cameron, tirando a più non posso e puntando la punta della freccia vicino al viso perfetto di Gabe “Ci stai girando intorno”
    “Oggi che giorno è?”
    “Vuoi scherzare?” bofonchiò Bill con la bocca di miele “Adesso vuoi sapere che giorno è? Ma che voi angeli non avete il calendario ai piani alti?”
    Gabe sorrise amaro “Non ve lo chiedo per sapere il giorno preciso. Penso che tutti voi sapete che il 2 novembre è la data in cui sia i cristiani che i pagani onorano i morti. Bè è una data molto ricca di magia e spiritualità. Ci sarà un segno quel giorno”
    “Un segno nel cielo, un segno come…?” domandò Rachel sempre più incuriosita.
    “E che sono l’ufficio informazioni?” domandò Gabe “Ho già detto abbastanza”
    E stava per andarsene via, quando il dottor Rosen lo fermò con una mano. Rimasero a guardarsi, l’angelo e l’umano, due essenze diverse ma così vicine “Forse tu lo sai che io…”
    “Se ti può consolare Danny è in un Paradiso bellissimo” lo interruppe Gabe
    “Grazie” balbettò il dottor Rosen e per un momento sembrò che si fosse dimenticato cosa dire, poi “Riconosco il dolore nelle parole quando le sento. Hesediel deve essere importante per te”
    “No” lo fermò Gabe “Non è amore quello che mi spinge a salvarla. Hesediel è sempre stata attaccata a Chamuel fino dalla notte dei tempi e il mio cuore è appartenuto a un’altra persona”
    “E allora?”
    “Allora” rispose Gabe con un’occhiata angelica e impenetrabile “Il tuo cuore come si sentirebbe alla scoperta che tua sorella sarà uccisa dalla sua protetta, la persona che lei difenderebbe da tutto e tutti?”
    Gabe non attese la risposta del dottor Rosen e poi il vento del Paradiso lo investì. Un meraviglioso angelo che soffriva come un umano. E Bill fu libero dal miele.
    “Gli angeli possono soffrire?” domandò Cameron curioso.
    “ A quanto pare” affermò il dottor Rosen sgomento “Ci aspettano tempi difficili ragazzi”
    “E quando mai sono stati facili” esclamò Bill seccato.
    Nessuno ebbe la forma di dire altro. Tutti avevano in mente gli stupendi occhi ambra di Gabriel pieni di tristezza. Ci teneva davvero a Hesediel.
     
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  3. sahany09
     
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    Ben tornata Gabry. :)
    Bello, bello! Bell'episodio.
    Ma il tuo Gabe non mi pare assomigli all'attore che lo interpretava in SPN. Mi sembra molto più bello. Però nei dialoghi è lui. L'ironia, le battute fulminanti...
    Sei davvero brava in questo! Molto brillante.
    Ah ah! Mi sono piaciuti gli Alphas con gli angeli! Troppo forte! :D
    Ottimo. :)
     
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    Grazie mille Sahany :wub: Sono contenta che ti sia piaciuto :wub: Eh sì il mio Gabe, per i dialoghi assomiglia a quello di Supernatural, per l'aspetto fisico mi sono ispirata un pò ai dipinti :P Mi fa piacere che ti siano piaciuti gli Alphas con gli angeli :D
    Buongiorno a tutti,
    *l'autrice è ancora viva, non preoccupatevi*, dopo immemorabile tempo, ecco a voi un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory"...Pensavate che me ne fossi dimenticata? E invece no..Ho dovuto aspettare un pò di tempo, causa vari impegni vari, fortunatamente andato tutto bene ^_^. In questa puntata troviamo i protagonisti della serie "Guild Hunter" parlare con un certo demone di nostra conoscenza...Ma non vi svelo nulla ^_^ Spero che vi piaccia, ho fatto del mio meglio :pray: :pray:
    Buona lettura ^_^

    08/Ottobre/2026 Night Club per Vampiri-New York-ore 02.05 del mattino
    La musica ad alto volume non fece sentire a una ragazza ciò che il suo ragazzo stava per dire. Raphael diede un’occhiata inceneritrice al dj che stava mandando a ripetizione l’ultimo disco appena uscito nelle radio e che faceva impazzire gli avventori del locale. Corpi che si muovevano al ritmo di Blood Night in the Soul’rope. Il vampiro intercettò l’occhiataccia dell’arcangelo e si apprestò a regolare il volume della musica, per evitare di essere punito da quest’ultimo. Dopo aver saputo dell’ultimo vampiro che aveva deciso di sfidare la supremazia di Raphael, Lyandro decise che era meglio non rischiare. Elena prese un mohito e lo sorseggiò lentamente. Dopo tanto tempo passato tra gli angeli, ritornare nel mondo reale sembrava quasi..strano. Ormai l’anormalità era diventata la sua normalità.
    “Non capisco perché siamo venuti qui”
    “Pensavo che volessi respirare un po’ d’aria umana, dopo tanto tempo passato al Rifugio” rispose Raphael senza nessuna gioia “Ti vedevo triste lì”
    “Già” esclamò Elena “La stronza reale ti ha dato notizie? Ha dato segni della sua regale presenza? Ma quale onore o onere a seconda dei casi”
    Raphael bevve un angelo azzurro e un leggero sogghigno increspò le bellissime labbra dell’arcangelo di New York, dandogli un’aria molto seducente. Essere l’arcangelo di New York aveva i suoi vantaggi. Nessuno sguardo avrebbe potuto competere con il suo…Era come guardare la serenità e la tempesta. Uno sguardo che aveva il sentore del Paradiso e il gusto dell’Inferno. Uno sguardo da non sottovalutare.
    “Sei terribilmente sexy quando ti arrabbi con Michaela”
    “Ne ho ben donde” affermò Elena combattente “Quindi nulla?”
    L’arcangelo di New York scosse la testa, pensieroso. Si volse a guardare la gente che ballava, vampiri e umani, con uno sguardo duro. Elena non lo disturbò. Poteva solo immaginare quello che stava passando Raphael. Caliane non avrebbe mai visto il premio della mamma dell’anno. Da piccola pensava che danzare con un angelo fosse molto romantico, che fossero disponibili a consolarti quando eri triste e sconsolato ma da quando aveva ascoltato la storia di Raphael e Caliane, sapeva che poteva trasformarsi nel peggiore degli incubi. Caliane aveva lasciato suo figlio dolorante e solo la mamma di Ilium, denominata Colibrì, lo aveva salvato. Ilium. Al sol pensarlo, gli occhi di Elena cominciarono a piangere. Non avrebber dimenticato tanto facilmente la sua morte e quei filamenti di lapislazzuli che fuoriuscivano dal suo corpo, ricordi indelebili di un’anima che scompariva. Gli occhi azzurro cielo di Raphael diventano due pozzi azzurri di un mare in tempesta quando si nominava il nome di sua madre.
    “Magari Eve ha mentito” azzardò Elena pensierosa “Magari..”
    “Con i magari non si costruiscono i castelli” la interruppe Raphael serio “Eve è troppo furba per dire bugie”
    “Possiamo fidarci di lei?”
    “Al mondo la fiducia è un bene raro dolcezza” disse Raphael mellifluo “Tu ti fidi di me?”
    “Ci vado cauta” rispose Eve e come risposta la cacciatrice ricevette una risata che le scombussolò lo stomaco. Tutto quello che per un essere umano era normale, Raphael lo amplificava. L’arcangelo la prese tra le sue ali e la baciò. Ma non durò molto…
    “Così sono questi gli angeli che creano vampiri?” domandò una voce sconosciuta in tono sarcastico “Quanto siete caduti in basso”!
    Raphael si staccò con dolcezza da Elena e si preparò ad affrontare il nuovo arrivato. Era un uomo ben distinto, con uno smoking e una leggera barbetta gli incorniciava il viso. Sembrava un vero gentleman inglese. Un barista vampiro arrivò e chiese gentilmente “Il signore è con voi?”
    Raphael scoccò un’occhiata furiosa e capitolò “Sì”
    Il barista si voltò verso la persona e chiese “Cosa prende?”
    “Uno scotch con ghiaccio”
    Il barista prese l’ordinazione e in men che non si dica verso lo scotch in un bicchiere. Il nuovo arrivato non fece altro che degustare lo scotch per un po’ e declamare “Invecchiato al punto giusto. Vorresti essere al mio servizio ragazzo?”
    “Sto bene qui” disse il barista tremando.
    “Non te lo stavo domandando, era una costatazione tra me e me” rispose beffardo “Hel e Cerberus portatelo sotto”
    Il barista si vide agguantato da due angeli nerboruti che lo presero di malagrazia e lo trascinarono all’inferno.
    “Ed il servizio veleni è apposto” costatò l’uomo “Sono le piccole soddisfazioni della vita”
    “Crowley” disse Raphael, marcando la parola con ironia “Non pensavo che i bassifondi si mescolassero con la cremè della cremè”
    “Crowley?”
    “Il re dell’Inferno, dolcezza” affermò mellifluo “Peccato che non sono così famoso e pensare che mi hanno dedicato una copertina sul Hell’s Magazine”
    “Il re dell’Inferno non era Lucifero?” domandò Elena stupefatta.
    “Lucifero è ritornato di nuovo nelle schiere celesti e io mi sono offerto di consolare dei poveri demoni tristi” rispose Crowley sdegnato, trasudando disprezzo ad ogni parola “Dobbiamo parlare di affari, non avete per caso un privè?”
    Raphael batté le mani e d’un tratto furono in un salottino privato. La musica di discoteca arrivava attutita e il demone rimase ammirato “Sei quasi meglio del tuo omonimo, le mie congratulazioni”
    “Taglia corto” disse Raphael ai ferri corti “So già che non sei qui per farci i complimenti”
    “Ok” disse Crowley portando le mani avanti e perdendo l’aria da sbruffone “So che Eve vi ha parlato dello specchio di lapislazzuli e delle tre essenze, o meglio i ciondoli del cuore, le tre essenze dei tre regni ultraterreni che potrebbero servire per l’aggiustamento dello specchio e il sangue dell’angelo che ha tanto amato”
    “Ti sei informato, a quanto vedo” affermò Raphel sarcastico “Sono molto colpito. Vuoi per caso che chiamiamo l’arco trionfale?”
    “E la signora vi ha parlato della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse?” domandò Crowley a bruciapelo.
    Raphael guardò Elena con uno sguardo orripilato. La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse era una cosa di cui tutti avevano paura. Era la Cavaliere che riuniva tutti i poteri dei Cavalieri e la potenza della natura. Se si fosse risvegliata, sarebbe stato peggio di sua madre.
    “Dalla tua faccia sembrerebbe proprio di no” sghignazzò Crowley deliziato “Oh oh Eve sa giocare le sue carte”
    “Che cosa vuoi?” abbaiò Elena arrabbiata.
    Gli occhi neri del demone brillarono divertiti “Sei ancora troppo giovane affinché te lo dica”
    Raphael non perse tempo e con un movimento fulmineo agguantò Crowley per il collo e gli puntò una spada di diamante. Il demone lo fissò con sguardo strafottente. Ma l’Arcangelo di New York poteva sentire il fetore della paura. Era la classica persona che si nascondeva dietro la strafottenza.
    “Nessuno prende in giro la mia cacciatrice” esclamò Raphael, mettendo nelle parole tutta la potenza dell’arcangelo di New York, un essere capace sia di atti di grande bontà che di cattiveria estrema “Che cosa vuoi da noi, feccia?”
    Il re dell’Inferno trasformò i suoi occhi neri in rosso e la sua faccia si trasformò in un ghigno feroce. Non aveva permesso a nessuno di chiamarlo feccia. Ma gli piaceva vedere il dolore inciso negli occhi dell’angelo. Non erano così inflessibili come si atteggiavano.
    “Lo sai benissimo che se la Cavaliere dell’Apocalisse si risveglia, sarà la fine anche per voi” disse Crowley sicuro di sé “Poi vorresti affrontare sia la Cavaliere che tua madre? Che coraggio davvero”
    “Hesediel morirà se..”
    “Hesediel morirà comunque” disse Crowley, liberandosi dalla stretta dell’arcangelo e sistemandosi il bavero della giaccia “Meglio che muoia perché lo specchio di lapislazzuli si rompa, piuttosto che con l’uccisione della sua migliore amica”
    “Quasi quasi crederei che tu non sei un demone” disse Elena in tono sarcastico “Sembra quasi che tu ti sia affezionato all’arcangelo del Purgatorio”
    “Affezionato?” sbuffò Crowley irritato “Sono un demone e ho un regno da difendere”
    “Già” rispose Raphael “Da quando mi hanno detto, sei stato tu a incominciare questo casino”
    “Avevo bisogno di ampliare i miei orizzonti e l’Inferno stava diventando angustio per i miei gusti” affermò Crowley, degustando le ultime gocce di scotch nel bicchiere “In Paradiso stanno cercando di ricreare la Lancia di Lete per sconfiggere l’anima della Cavaliere…poveri illusi”
    “Quindi tu vorresti che noi rinunciassimo alla missione?” domandò Raphael stringendo gli occhi a fessura, un lampo d’azzurro mare in tempesta “Che tutti perdano il loro filamento di lapislazzuli e i nostri vampiri siano senza anima?”
    “Vedo che sei di facile comprendonio” lo ammirò Crowley “Sì”
    Raphael non rispose subito e si limitò a guardare la folla che danzava sulle note di un noto gruppo musicale, umani che si strusciavano con i vampiri, in un’atmosfera che prometteva solo notti estreme. Nessuno di loro sapeva quello che stava succedendo e a volte l’ignoranza era l’arma più micidiale. Pensò a Ilium, al suo sguardo fisso nel vuoto, la perdita della sua anima, l’aspettativa e la speranza negli occhi di umani disperati che vedevano nel fatto di essere vampiri, un’occasione di riscatto…Pensò al potere della Cavaliere dell’Apocalisse…Uram gli faceva un baffo. Negli ultimi attimi prima che la madre si abbandonasse alla follia, si ricordò di un momento in cui aveva domandato a Caliane il potere della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. E Caliane per la prima volta si era rifiutata di rispondere.
    Ti auguro di non incontrarla mai…
    “Vuoi per caso una musica da sottofondo per riflettere?” lo punzecchiò Crowley ironico “Sai non posso stare tutto il giorno qui, ho degli affari da sbrigare”
    Raphael sorrise ironico, scoprendo alcuni denti “Affronterò mia madre e la Cavaliere dell’Apocalisse. Ma non permetterò a un demone da quattro soldi di comandarmi. La mia risposta è no. Aiuteremo i Winchester”
    “Pensavo che voi arcangeli foste diversi dagli altri” disse Crowley furibondo “Ma vedo che mi sbagliavo”
    Il re dell’Inferno schioccò le dita e un ringhio sommesso circondò tutta la stanza. Tra la folla si scatenò letteralmente il panico e la gente cominciò ad accalcarsi per uscire. I cerberi erano appena arrivati e stavano trasformando quel luogo di piacere e di divertimento, in un mattatoio. I mostri infernali, invisibili agli occhi dei vampiri e degli umani, ma non a quelli di Crowley, Elena e Raphael, stavano facendo uno scempio nel locale e il sangue stava ricoprendo tutto il locale.
    Elena distolse lo sguardo…Tutto quel sangue le stava dando la nausea…Era come ripiombare nell’incubo della sua famiglia uccisa.
    “Bastaaa” ululò Elena disgustata “Smettila”
    “Ma come?” chiese Crowley sorpreso “Una cacciatrice angelo che ha paura di un po’ di sangue…Che fine ironia”
    La mattanza continuò a non finire e il re dell’Inferno affermò sicuro di sé “Posso continuare così all’infinito. Non accetto i rifiuti”
    L’arcangelo di New York sopportò ancora un po’ e dopo schioccò le dita. Un’ampia rete intrappolò i cerberi e tutto si fece calmo e silenzioso. Crowley esclamò “Non sapete cosa siete andati incontro”
    “Tu avrai anche un regno da difendere” esclamò Raphael sprezzante “Ma io ho i miei vampiri da tutelare e non sarà un miserevole demone come te con le manie di grandezza a rovinare il nostro operato. Non sono come i vostri arcangeli“
    Gli occhi castani di Crowley divennero rossi e tutta la prudenza e la gentilezza che aveva utilizzato era andata a farsi friggere “Direte che avrò ragione”
    Raphael spostò la testa a sinistra meditabondo “Può darsi, può darsi, ma certamente non mi farò comandare da un demone da quattro soldi come te. Avresti fatto meglio a lasciar perdere il Purgatorio. Mi vuoi dare l’essenza dell’Inferno o devo utilizzare la coercizione?”
    Il Re dell’Inferno sputò contro l’arcangelo di New York “Vuoi davvero l’essenza dell’Inferno?”
    “Raphael..” mormorò Elena terrorizzata.
    “E allora seguitemi all’inferno” esclamò Crowley furibondo, spalancando un portale dimensionale e scomparendo dentro di esso.
    “Raphael..”
    “Devo andare” rispose Raphael “Devo recuperare l’essenza dell’Inferno e dimostrare che non basta un demone per farmi sottomettere”
    “Stiamo parlando dell’Inferno, Raphael”
    “Anche la Terra è un Inferno se ci pensi” Raphael le scoccò un bacio sulla fronte “Augurami buona fortuna!”
    “Farò di meglio” commentò Elena, guardando la profondità infuocata dell’Inferno “Verrò con te”
    L’Arcangelo di New York non potè trattenere un moto d’orgoglio. Quella cacciatrice, quella piccola umana, le stava dimostrando di essere migliore di loro. Le prese la mano e dopo si addentrarono in quel luogo di nefandezze e di crudeltà umane. Alla ricerca dell’essenza.
    E qualcuno li stava osservando.
     
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  5. sahany09
     
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    Ben tornata Gabrielle!!! :)
    Questo 3d stava languendo tristemente. A parte la bella oneshot di Thinias, da un pò, nessuno posta più qualcosa. Ed ecco che sei tornata tu con le tue storie mirabolanti. Stavolta, Crowley contro l'arcangelo di New York. Bel match!! Bello, bello! Sempre brava. Mi dispiace non conoscere la serie Guild Hunter (dove va in onda?), ma mi fido di te.

    Alla prossima, spero presto, ma non preoccuparti. Siamo tutti impicciatissimi!!

     
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    Grazie mille Sahany :wub:
    Sono contenta che consideri le mie storie mirabolanti :wub: Eh sì Crowley con l'arcangelo di New York...Sono contenta che l'hai considerato un bel match ^_^ La serie "Guild Hunter" è una serie letteraria scritta dalla bravissima autrice Nalini Singh che ti consiglio di leggerla ^_^ Grazie ancora
     
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  7. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 2/7/2013, 16:19) 
    Grazie mille Sahany :wub:
    Sono contenta che consideri le mie storie mirabolanti :wub: Eh sì Crowley con l'arcangelo di New York...Sono contenta che l'hai considerato un bel match ^_^ La serie "Guild Hunter" è una serie letteraria scritta dalla bravissima autrice Nalini Singh che ti consiglio di leggerla ^_^ Grazie ancora

    Ah, è una serie letteraria! Ops! Ho fatto la figura dell'ignorante, ma siccome qui si parla spesso di serie tv, pensavo fosse un'altra delle tante. Okay. Grazie dell'info. Si trova facilmente nelle librerie? Vado a cercare lumi in rete.
    Attendo la prossima puntata, quando vuoi e quando puoi.
    A presto. :)
     
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    Buon pomeriggio a tutti,
    sentendomi molto come Persefone che esce dagli Inferi, dopo molto tempo,
    ecco a voi un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory" nella quale i fratelli Winchester sono arrivati a casa di Haniel, l'arcangelo dell'amore....Anche se non vi svelo nulla, vi posso avvertire che sarà molto emozionante ^_^ Spero che vi possa piacere, ho fatto del mio meglio :pray: :pray: Buona lettura ^_^
    @Sahany: Non preoccuparti, può capitare ^_^. Sì, si trova facilmente, attualmente in Italia sono stati pubblicati i primi tre libri ^_^ Grazie per i complimenti ^_^

    09/10/Ottobre/2026 Tenuta di Haniel Purpleflowers

    Mentre a casa di Haniel Purpleflowers tutti dormivano dalla grossa, chi più e chi meno, all’interno dell’enorme giardino della tenuta comparvero cinque persone con una grande esplosione di luce azzurra. Il cielo notturno era pieno di stelle e la luna piena dava un’atmosfera eterea e sublime, non facendo per nulla presagire il grave pericolo che di lì a poco si sarebbe verificato. Guardando a destra si poté vedere il flebile chiarore dell’alba, a testimonianza che la notte si stava sfumando in un nuovo giorno, che di certo aveva solo l’incerto e l’imprevedibile. E chissà cosa potevano aspettare i prescelti. Se Sam aveva progettato di apparire all’interno dei rami della folta chioma del melo verde, sempre rigoglioso a causa del potere che Haniel aveva sulla vegetazione, in quanto l’arcangelo che presiedeva alla sfera della terra, Sheeira all’ultimo minuto aveva deciso di dirottare la destinazione e aveva lasciato cadere Violet all’interno del concime delle rose, con una certa soddisfazione personale. Christine scoccò un’occhiata a sua sorella, la quale minimizzò con tranquillità ”L’ho portata a destinazione, non è questo l’importante,no ?”
    “Sei sempre la solita” rispose Christine, scuotendo la testa “Non cambierai mai”
    “Un po’ di pepe in famiglia ci vuole” si giustificò Sheeira, poi si rivolse alla cercatrice d’angeli divertita, ricoperta di concime dalla testa fino ai piedi “Basilea, come stai? Almeno sei atterrata sul morbido. Dovresti ringraziarmi e non lamentarti!”
    “Questa me la paghi Sheeira!” esclamò Violet furibonda, rialzandosi a fatica dal concime delle rose.
    “Oh principessa, quanto la fai tragica!” ridacchiò Sheeira, scoprendo alcuni denti come minaccia “Ti ho portato a destinazione, ma non ti avrei detto il come. Oh speravi che ti portassi in braccio sulla soglia di casa? Gentile sì, ma non servizievole. Non fa per me.”
    “Mi aspettavo che tu facessi meno la cafona”
    Christine scese con grazia dall’albero di mele, allargando le ali e planando dolcemente e cercando di interrompere il diverbio tra le due “Non c’è tempo per litigare. Abbiamo un regno ultraterreno da salvare e non possiamo metterci a perdere minuti preziosi”
    E dopodiché schioccò le dita per ripulire una stizzita cercatrice d’angeli, la quale sbottò irritata, spazzando di dosso la polvere del concime “Non la sopporto più. Perché dobbiamo collaborare con lei? Ti ha aiutata, adesso può andarsene via!”
    “Violet, Sheeira è mia sorella” cercò Christine di stemperare “Cerca di avere un po’ di pazienza”
    “Neanche io ti sopporto più, ma che cosa ci vuoi fare, la vita è ingiusta” rimbeccò Sheeira, facendo la linguaccia “E non hai il diritto di farmi la morale, o colei che ha dato una pugnalata allo stomaco a mia sorella mentre era incinta di mio nipote”
    “Ero posseduta da Sandalphon, benedetto Dio” disse Violet spazientita “Non ero in me”
    “Tu volevi fare del male a mia sorella” le rinfacciò Sheeira furiosa “E sai perché lo so? Perché io non sono nata come Vaso di Collera, ma piuttosto come Principato, ero un angelo dell’amore e riesco a sentire le motivazioni e le emozioni del cuore dei mortali”
    “Bè qualche volta potresti sbagliarti” ammise Violet sarcastica “Non hai l’onniscienza dalla tua”
    “Credimi non mi sbaglio” disse Sheeira sicura “E sai che ti verrò a ucciderti se proverai ad uccidere mia sorella. Puoi contarci!”
    L’arcangelo del Purgatorio alzò gli occhi al cielo, esasperata. Sheeira e Violet si stavano punzecchiando da quando si erano conosciute e non accennavano a smettere e questo le faceva davvero male. Non voleva che la sua migliore amica e la sorella rediviva litigassero ogni volta per la sua incolumità, soprattutto perché Sheeira era ricomparsa dopo parecchio tempo ed era contenta di averla accanto a sé. Prima di diventare l’arcangelo di Violet, aveva passato molto tempo in solitudine e l’unica compagnia che aveva avuto, erano stati Haniel, Sheeira, Gabe e Micheal. Anche se Micheal era imprevedibile, a causa del suo ruolo di comandante, ma per Christine era sempre il suo fratellone. Chamuel/Sammy, bè, era la sua essenza vitale, la sua ragione che completava la sua anima ed il suo cuore. Un dolore intenso alle ali le smorzò il fiato e cadde a terra tra le lacrime. Sam fu subito accanto a lei e le chiese “Amore come stai?”
    “Erato, la musa della poesia amorosa, è morta, poco fa” sussurrò Christine dolorante “Ormai con lo specchio di lapislazzuli in disuso, le persone stanno morendo anche senza l’aiuto dell’Aletheia Gladia. Il Purgatorio sta letteralmente cadendo a pezzi, il tempo sta per scadere “
    Ormai non c’è più bisogno che Crowley le infilzasse con l’arma della Moira della Morte. Morivano da sole e Christine, essendo l’arcangelo del Purgatorio, si indeboliva sempre di più. Molto probabilmente quel demone da quattro soldi aveva già scoperto il passaggio per il Purgatorio. Ma doveva fare i conti con Persefone, l’antica guardiana del Purgatorio. E Persefone non era una sprovveduta e sicuramente avrebbe temporeggiato finché poteva, affinché il Purgatorio non fosse assoggettato all’Inferno. Il Purgatorio non doveva essere dell’Inferno, altrimenti l’intero equilibro naturale e cosmico sarebbe stato perduto. Sam si accorse che una delle ali destre si stava lentamente marcendo e si potevano vedere i tendini che formavano le ali meravigliose che ella portava. Era uno spettacolo raccapricciante e l’arcangelo della giustizia misericordiosa sopportava tutto con una stoicità davvero encomiabile. Aveva preso a cuore il suo compito da protettrice del terzo regno ultraterreno. Era davvero orgoglioso di lei.
    Dean e Violet furono subito accanto a lei “Che succede?”
    Sam non rispose subito ed aiutò sua moglie ad alzarsi. Per un minuto interminabile Sam attinse all’essenza di Chamuel e appoggiò la sua ala destra alle ali malconce di Christine, per donarle un po’ di sollievo e di lenimento. Le ali cominciarono a prendere forma, nuove piume nacquero al posto delle vecchie e Christine sospirò di sollievo “Grazie Sammy”
    “Sam che succede?” richiese Dean preoccupato e vedendo che il fratello non rispondeva sbottò “Hai bisogno di una richiesta scritta per potermi rispondere?”
    “Stanno morendo i personaggi del Purgatorio” spiegò Sam in tono tetro “Il terzo regno sta cadendo a pezzi e Christine si sta indebolendo sempre di più. Abbiamo i giorni contati”
    “Dannazione” sbottò Dean irritato,dando un pugno a un tronco di palma “Alcune volte vorrei non essere un cacciatore”
    “Il mestiere del cacciatore non si sceglie Dean, è un abito che s’indossa nella propria anima” disse la voce tenorile di Haniel, comparendo all’improvviso in tenuta da jogging “Buongiorno a tutti”
    Tutti si girarono a vedere un Haniel Purpleflowers, arcangelo dei Principati, con una tuta che esaltava il fisico muscoloso che aveva. Ma la faccia che mostrava, significava che non aveva nessuna voglia di scherzare. I capelli castano scuro, adesso lunghi fino alle spalle, erano bagnati e gli occhi, al lieve chiarore, erano ambra con pagliuzze verdi. Erano spettacolari. Come arcangelo dell’amore, Haniel sapeva il fatto suo. Violet distolse lo sguardo, un po’ imbarazzata e compiaciuta.
    “Non sapevo che gli angeli facessero sport” borbottò Dean un po’ contrariato “Per eliminare l’aria da palloni gonfiati?”
    La risata di Haniel sconvolse Dean. Era come il profumo delle rose selvatiche al primo tocco dell’estate “Potrei segnalarmela questa battuta” poi vide Violet e il suo volto s’illuminò “I fiori più belli si incontrano di notte. Ciao dolcezza”
    “Ciao Haniel” disse Violet imbarazzata, mentre l’arcangelo dell’amore le rivolgeva un sorriso enorme.
    Dean ruotò gli occhi geloso e fu grazie all’ironia di Sheeira che s’interruppe un silenzio imbarazzato “Se mia sorella è una succhia miele, tu la batti di sicuro Hany”
    “Neanche tu sei cambiata” concordò Haniel accomodante “Ciao Sheeira”
    “Che vuoi farci, cambiare non fa parte del mio stile di vita” Sheeira scosse le spalle con fare elegante “Mi sono chiesta qualche volta se i libri non ti avessero sommerso”
    “Ho trovato il mio boccaglio” spiegò Haniel sereno “Vuoi continuare così, o mi vuoi abbracciare sorellina? Da parecchio tempo che non ci vediamo”
    Sheeira distolse lo sguardo sdegnata e poi, con grande stupore da parte della cercatrice d’angeli, si gettò tra le braccia di Haniel. L’arcangelo dell’amore e dell’amicizia la tenne stretta a sé e le sussurrò “Il tuo posto da Comandante in Capo dei Principati è ancora vacante”
    “Sono una Vaso di Collera, adesso”
    “Non mi importa, tu resterai sempre un Principato”
    “Basta così” disse Sheeira schermendosi “Altrimenti mi farai piangere”
    Il bracciale di Sheeira con il nome di Ignitia cominciò a illuminarsi e il Vaso di Collera si affrettò a nasconderlo agli occhi di una meravigliata Violet. L’arcangelo dell’amore guardò ancora per un attimo Sheeira e poi si concentrò su Christine “Come stai sorellina?”
    “Potrei stare meglio Haniel” disse Christine con un sorriso anemico “Siamo venuti a chiederti aiuto riguardo allo specchio di lapislazzuli”
    Un lieve terrore s’impossessò di Haniel, ma l’arcangelo dei Principati riuscì a dissimulare abbastanza bene. Il momento della verità era arrivato, ma si ricordò della promessa fatta a Cloto. Ripensò al momento in cui era stato vincolato da un giuramento indissolubile con Michele nel momento in cui Semeyraza faceva il brutto e il cattivo tempo, un anno addietro, e adesso c’era Cloto che annunciava quello a cui nessuno voleva credere, l’arrivo della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, la Cavaliere che avrebbe decretato la fine della capo-gerarchia delle Dominazioni e la fine di quella giustizia che sfociava nella misericordia. Il tutto senza dire nulla. A volte odiava essere così ligio alle regole, così ligio a quel Paradiso, il quale, in molte occasioni, aveva voltato le spalle a sua sorella. Christine, Hesediel, l’arcangelo della giustizia e della misericordia, uno degli arcangeli che aveva contribuito alla schiacciata dall’Eden di Lucifero. Vederla in quelle condizioni era una seconda coltellata.
    “Vogliamo guardarci ancora per molto?” domandò Dean spazientito “Abbiamo un mondo da salvare e la clessidra sta facendo uscire tutta la sabbia”
    “Seguitemi, vi aiuterò come posso”
    I prescelti si guardarono tra di loro e Christine captò che suo fratello era dannatamente preoccupato, ma non voleva farlo vedere. Poteva essere qualche volta svampito e smaliziato, ma prendeva seriamente il suo lavoro. Christine conosceva Haniel fino da quando era nato e sapeva che dietro le sue battute, si nascondeva un vero soldato che avrebbe fatto qualunque cosa pur di salvare la sua famiglia, sia celeste, sia terrestre. Chissà cosa auspicava il domani. Intanto il sole era già alto all’orizzonte.
    *
    “Binael sa che hai la copia autografata dell’Iliade?” chiese Sheeira, guardando estasiata l’immensa biblioteca dell’arcangelo dell’amore “Omero era parecchio geloso delle sue opere”
    “Ho anche io i miei segreti” disse Haniel malizioso “Io so che tu hai un oggetto molto importante a casa tua”
    Sheeira fece un sorrisetto compiaciuta e si apprestò a guardare la collezione di libri di Haniel, soffermandosi sulla Rivoluzione Francese. Dean posò il fucile calibro 39 di fronte a Haniel e disse a bruciapelo “Non siamo qui a fare giri di parole o apprezzamenti vari”
    “Dean, sono un arcangelo dei Principati e prendo seriamente il mio compito” terminò Haniel , troncando la discussione sul nascere “ La questione dello specchio di lapislazzuli è davvero seria e in questo momento non ho voglia di fare complimenti a nessuno. Se non si prendono provvedimenti, potrebbe essere la fine di tutti noi” poi strizzò l’occhio a Violet “Mi dispiace, dolcezza”
    “Ci farò l’abitudine” commentò la cercatrice d’angeli con una scrollata di spalle ed arrossendo.
    Dean scosse la testa e lo guardò di sbieco Per cercare di interrompere un imbarazzato silenzio Sam domandò “Cosa puoi dirci dello specchio di lapislazzuli Haniel?”
    L’arcangelo dell’amore chiuse una Bibbia, fatta da Gutenberg in persona, e fissò Sam con uno sguardo che poteva rivelare molto “Abbastanza”
    “Giuro che mi compro un congegno per cercare di scoprire come decriptarvi” sbottò Dean furibondo “Dicci cosa sai”
    “Quasi quasi capisco perché Micheal voleva sceglierti come vessillo” notò Haniel colpito “ Sei un vero duro. Comunque secondo le cronache antiche, lo specchio di lapislazzuli fu creato dopo il secondo giorno della creazione e, a dispetto di tutto, non fu Eve a crearlo. Eve si dichiarò la legittima possessore dello specchio e lo portò nel Purgatorio. Lo specchio fu creato per tenere lontani dalla Terra i Leviatani”
    “C’è qualcosa che quello specchio non sa fare?” esclamò Dean arcigno “Poi cosa sono questi Levi-cosi?”
    “I Leviatani sono dei mostri che Dio creò per tenere d’occhio gli animali, dei custodi di greggi insomma. Vengono nominati nel Libro di Isaia. Avevano l’aspetto di serpenti piumati con grossi denti acuminati e lasciavano delle scie di sangue avvelenato, il quale causò molte morti e costrinse Dio a soppesare l’idea di creare un nuovo regno, dove rinchiuderli. Il Creatore Universale riunì tutte le schiere angeliche, invitò Lucifero, al momento già ribelle e propenso a dare battaglia, Eve e tutte le schiere purgatoriesi e insieme crearono lo specchio di lapislazzuli” spiegò Sam in tono serio
    “Il solito nerd” borbottò Dean scuotendo la testa “San Sam da Oxford”
    “Veramente ho studiato alla Stanford” puntualizzò Sam.
    “Io intendevo dire…” bofonchiò Dean imbarazzato “Oh insomma, sei peggio di Wikipedia. A volte non so se parlo con mio fratello o con un computer umano.”
    Sam ridacchiò tra di sé e la cercatrice d’angeli alzò gli occhi dal libro che stava leggendo.
    “Aspetta un momento” chiese Violet confusa “Ma se lo specchio di lapislazzuli si sta distruggendo, come mai non abbiamo visto un Leviatano?”
    “La ragione è semplice” spiegò Christine, prendendo la parola dopo tanto tempo “Ci fu una task-force molto impegnativa tra Paradiso ed Inferno per eliminare ogni singolo Leviatano, un’operazione militare in grande stile, una collaborazione come non si era vista prima. Io personalmente ne ho uccisi tremila”
    “Già” concordò Haniel “Comunque i Leviatani non erano pericolosi per gli umani, non si possono impossessare dei corpi umani, non possono attraversare le condutture dell’acqua, in quanto l’acqua ha una molecola che li rende debole.”
    “Tutto questo dove volete andare a parare?” sbottò Dean arrabbiato “Tutto questo è molto bello ed interessante, ma vogliamo sapere come ricostruire quel maledetto specchio del cavolo”
    “Per ricostruire lo specchio servono le essenze delle schiere angeliche, l’essenza dell’Inferno, l’essenza del Purgatorio e l’essenza dell’angelo che ha tanto amato”
    “L’angelo che ha tanto amato?” chiese Sam perplesso, poi capendo, esclamò inorridito “No,lui no”
    “Già”
    “Di chi state parlando Sammy?” domandò Dean sospettoso.
    “Di Semeyraza” rispose Sam arrabbiato “Di quel bastardo che ha minacciato la vita di mia moglie. Non esiste che io vado a chiedergli un favore. Piuttosto faccio un giro sulle giostre con Lucifero”
    “Non ci credo! Dopo la fatica che abbiamo fatto per richiuderlo, adesso dobbiamo dargli le attenuanti? Ma c’è giustizia a questo mondo?”
    “In realtà non ci sarebbe bisogno di scomodare Semeyraza” intervenne Sheeira, alzando gli occhi dal quadro che stava osservando, un quadro di Matisse “Ci sarebbe Lucifero come chance”
    “Due veri gentiluomini hai scelto” si complimentò Violet sarcastica “ I miei complimenti”
    “Time out cow-girls” commentò Haniel, fiutando già uno scontro tra la cercatrice e la Vaso di Collera “Lucifero per ora è irreperibile e anche Michele”
    “Una bella notizia?” esclamò Dean ironico “Sinceramente mi manca solo il Diavolo come ciliegina sulla torta”
    Haniel chiuse il libro e sorrise, guardando il cielo che stava sfumando in un arancione violaceo, verso una nuova sera “Domani vi dirò altro. Adesso vorrei riposarmi”
    “Hai le pile scariche, angioletto?” lo punzecchiò Dean ironico “Pensavo che foste come le pile Duracell”
    “Ho le pile scariche sì, Dean. L’atmosfera terrestre è abbastanza pesante per noi angeli, specialmente per chi non ha preso un vessillo umano. Poi ti vorrei ricordare che ho una figlia e ho una famiglia.”
    Dean roteò gli occhi, imbarazzato. Haniel fece uscire tutti dalla biblioteca, ma fu quando il turno di Sam e Sheeira di andarsene via, i due angeli si accorsero che l’arcangelo del Purgatorio era davvero preoccupato e che una lacrima stava scendendo sulla guancia. Le nocche delle mani erano diventate bianche per lo sforzo. Sam chiuse la porta lentamente e Sheeira lo aspettò.
    “Qualcosa non va Haniel?” chiese Sam preoccupato “Non sei più l’arcangelo dell’amore che abbiamo conosciuto l’anno scorso”
    “No, nulla” affermò Haniel con un sorriso tirato “Sono solo spossato”
    “Ci hai nascosto qualcosa Hany?”insistette Sam sospettoso “E non dirmi di no, perché lo vedo dai tuoi lineamenti che sei angosciato per qualcosa”
    L’arcangelo degli innamorati non rispose subito e mostrò un portafotografie di argento in cui lo mostrava con una divisa militare, in un giuramento celeste, con una platea di angeli che lo applaudiva entusiasta, tra cui Christine, Sheeira e Lucifero “Sono stanco dei giuramenti, sono stanco, sono stanco di deludere mia sorella, solo perché hanno deciso così”
    “Cosa vorresti dire?” chiese Sam “Spiegati meglio”
    “Io sapevo dall’inizio che Christine sarebbe stata scelta come Fenice” spiegò Haniel “Io non sono solo un arcangelo dell’amore, ma anche il confidente del Paradiso e del Purgatorio e so che lo specchio di lapislazzuli ha una duplice funzione”
    “Quello di far guarire mia moglie?”
    “No Sam” negò Haniel, spegnendo sul nascere le speranze dell’arcangelo delle Potestà “Quello di distruggerla definitivamente. Mi dispiace”
    “Non ti capisco Hany!” esclamò Sam perplesso “Perché hai nascosto una cosa del genere a tua sorella?”
    Haniel non rispose subito e temporeggiò. Poteva raccontare tutto a Chamuel/Sammy e rompere il legame di giuramento che lo legava a Cloto, la Moira della Vita e del Passato?
    Sam non ce la vide più e mandò un tavolo a gambe all’aria, gridando “Dammi una spiegazione Haniel o giuro che distruggo tutta la tua stramaledetta e stupenda biblioteca. Qui si parla della vita di mia moglie e non sopporto tutto questo silenzio! Mia moglie sta morendo!”
    “Perché lo specchio di lapislazzuli fu creato per tenere lontano lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse” capitolò Haniel esausto “E poi tua moglie è anche mia sorella”
    “Dean ha ragione che siete davvero impossibili da capire!”
    L’arcangelo dell’amore prese un lieve respiro “Non diresti così se sapessi chi è la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    Sheeira, la quale era stata in disparte fino a quel momento, prese la parola “Non dirmi che…”
    “Sì” affermò Haniel tetro “La Quinta Cavaliere è Violet Gyselle CrystalLight, la protetta di Chris. Avrei tanto voluto che non fosse così…”
    “Adesso basta!” urlò Sam stufo “Mia cognata è stata già vessillo di Sandalphon, adesso possono lasciarla in pace”
    “Questa non è una decisione dall’alto, Violet è nata così” spiegò Haniel “Mi dispiace”
    “Dite mi dispiace, ma poi non so se lo dite con il cuore”
    “Dimmi è colpa mia se un giorno un’umana, più precisamente la terza figlia di Eva, la vostra progenitrice, se la spassò con tutti e quattro i Cavalieri dell’Apocalisse, mentre il mondo si stava ancora formando e intorno si stava scatenando la potenza della natura?”
    “Quello che tu dici, è senza senso”ribatté Sam “Potrebbe essere chiunque la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Potrebbe essere chiunque già” concordò Haniel “Ma mi dispiace è lei. L’ho sentito poco tempo fa. Dean pensa che mi diverto a farlo ingelosire, ma in realtà lo faccio per evitare…”
    “Che il potere della Quinta Cavaliere possa distruggere per sempre mia sorella. Con gli apprezzamenti riesci a colpire il cuore di Violet e a evitare che l’anima nera della Cavaliera la divori e la trasformi completamente” terminò Sheeira triste “Haniel hai buone nuove, ora?”
    “Che Cloto mi perdoni, ma lassù stanno costruendo un’arma denominata Lancia di Lete, con cui si spera di sconfiggere lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Fammi capire bene, se ricostruiamo lo specchio di lapislazzuli compare la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, se non lo facciamo le anime del Purgatorio sono compromesse? Ho riassunto bene?”
    “Perfettamente” affermò Haniel infelice “Sam io non so davvero cosa dire”
    “Non dire nulla” ringhiò Sam “Non dire assolutamente nulla. Mia moglie è sempre stata la vittima sacrificale per voi, non è così?”
    “Io non sono come tutti gli altri” ribatté Haniel combattivo “Io non ho mai contrastato il legame d’amicizia che legava Violet e Christine. Ma io sono uno degli ultimi arcangeli e non ho molto potere decisionale all’interno del grande collegio del Paradiso”
    “Lo avresti detto a Chris, dopo?”
    Haniel sospirò e Sam Winchester gli scoccò un’occhiataccia e dopo uscì, ignorando la faccia perplessa di Dean e di Violet, i quali erano rimasti ad aspettarlo. Dopo quella rivelazione, tutto assumeva una sfumatura diversa. In entrambi i casi sua moglie era spacciata. Aveva cercato da una vita la sua donna ideale e gli seccava che ogni volta quest’ultima fosse sempre in pericolo di vita. Poi erano fissati sull’amicizia tra Christine e Violet. Un pensiero fin troppo morboso. Si sedette su una panchina, ricoperta di violette e di rose bianche. Un uomo di 35 anni dai capelli rossi e gli occhi verdacqua gli confidò, sedendosi con eleganza e grazia accanto a lui“Vogliamo che le cose brutte non capitano alle persone che vogliamo bene”
    “Voglio restare solo” ribatté Sam “Se non ti dispiace..”
    “Sai, Christine è molto importante per noi, in quanto è la Lince, l’arcangelo dei gatti. Soffriamo quanto te”
    “Tu sei..?” domandò Sam perplesso.
    “Mi chiamo Sammy Zefirus, sono il gatto della famiglia Purpleflowers” si presentò l’uomo stringendo una mano artigliata “L’onore è mio Sam Winchester”
    “Tu sei il gatto che aveva avvertito mia moglie del pericolo l’altra volta” esclamò Sam stupefatto “Non ho ragione?”
    “Hai perfettamente ragione” concordò Sammy “Ricordi bene. Prima ero in compagnia della mia famiglia, poi sono partiti verso una nuova destinazione e l’unico a rimanere qui sono io. A volte mi sembra di sentire gli schiamazzi di mia sorella, ma è meglio lasciare andare le persone che si amano, solo per dimostrare di tenere davvero a loro. Dimostra che non sei egoista e che vuoi solo il loro bene”
    “Puoi darci un consiglio? Un modo per evitare la catastrofe? Farò qualunque cosa!” lo implorò Sam con le lacrime agli occhi.
    L’uomo lo guardò con uno sguardo duro, il quale si addolcì e gli domandò “Faresti davvero tutto?”
    “Scalerei l’inferno per lei” ribatté Sam combattivo.
    “Allora, prima che la notte baci il giorno, dovete prendere il cuore della Quinta Cavaliere e lo dovete gettare nel punto più profondo del mare. Solo così potete avere chance di salvarla. Salvare sia Christine sia Violet”
    “Dovremmo strappare il cuore a mia cognata?”
    “Io non ho detto questo” ribatté Sammy enigmatico “Per cuore non si intende solo il cuore umano, nel senso anatomico del termine. “
    “Potresti spiegarti meglio?”
    “Se ci spiegassimo meglio, non saremo gatti” lo contraddisse Sammy, appoggiandogli una mano sulla spalla e cominciando a riprendere le sembianze feline “Ma devo dirti una cosa in tutta franchezza. Se lo farete, bè Violet potrebbe perdere per sempre la sua anima e vivere senza sentimenti. A voi la scelta.”
    Sam non ebbe altro modo di replicare e guardò il sole che stava svanendo dietro un passaggio irlandese strepitoso. Tanta bellezza in un’atmosfera cupa. E intanto lo stavano cercando.
    *
    “Signora Purpleflowers, questo pasticcio di carne e prosciutto crudo è una delizia”
    “Grazie Dean” lo ringraziò Diane compiaciuta “Hai visto amore? Qualcuno apprezza la mia cucina!”
    L’arcangelo dell’amore le scoccò un’occhiata maliziosa “Ho visto. Ma io sono un arcangelo dell’amore e faccio apprezzamenti di un altro tipo”
    “Haniel” borbottò Diane meravigliata e nel contempo lusingata.
    Mentre Dean si abbuffava di pasticcio e di purea di piselli, per la gioia del suo stomaco, Sam pilucchiò sul suo piatto, distratto. Christine lo guardò interrogativa e Sam minimizzò “Non ho molta fame, amore”
    “Mio fratello è un salutista” bofonchiò Dean con la bocca piena “Non sa cosa si perde”
    “Allora Sam gradiresti un’insalata di frutti di mare che ho appena preparato?”
    “No grazie, Diane” negò Sam “Anzi, vorrei che mi indicaste il bagno”
    “Di sopra, terza porta a destra” rispose Diane perplessa “Qualcosa non va?”
    Sam scoccò un’occhiata equivoca ad Haniel, il quale non abbassò lo sguardo e lo fissò calmo “Troppi pensieri” poi prese la mano di Christine “Vieni, amore?”
    L’arcangelo della giustizia accettò l’invito del marito, un po’ confusa. Non lo aveva visto così preoccupato, come in quel momento. Si scusò con tutti e lo seguì. Dean guardò Haniel “C’entra la vostra chiacchierata segreta?”
    “No” negò Haniel mentendo “Sarà solo stanco”
    “Lo spero per te” borbottò Dean incupendosi “Perché vorrei levarmi la mania di considerarvi dei grandi figli di buttana. Quasi quasi mi stai simpatico”
    “Mio padre non è un figlio di buttana” ribatté la piccola con fare caparbio “Nessuno si può azzardare di insultarlo”
    “Iolye, te l’ho detto mille volte che non bisogna dire le parolacce” la rimproverò sua madre con un cipiglio severo.
    “Ma il signore lo ha detto prima” controbatté Iolye cocciuta “Lui dovrebbe chiedere scusa”
    “Iolye fa la signorinella e non insistere” la placò Haniel con tono dolce “Dean non intendeva offendere. Ormai per lui, figlio di buttana, è diventata un’esclamazione”
    La piccola di casa Purpleflowers scese dalla sedia e si allontanò dalla tavola, senza dire una sola parola, con i capelli castani che ondeggiavano al canto di un vento calmo. Diane stava per correre dietro, quando Sheeira la fermò “Posso andare io?”
    “Tu?” strillò Diane “Ma tu non la conosci!”
    Sheeira fece un sorriso e poi affiancò la piccola “Dammi la mano, gioia”
    Diane rimase di stucco quando la sua piccola figlia, così scontrosa e diffidente verso gli estranei, afferrò la mano di Sheeira. Haniel sospirò “Mi mancava il clima del Paradiso”
    Nessuno ebbe voglia di ribattere. In pochi minuti la cena era stata stravolta completamente. Anche Dean aveva perso totalmente l’appetito.
    *
    Una volta saliti sopra, Sam chiuse la porta del meraviglioso bagno e, seduto sopra la tavoletta del gabinetto, scoppiò a piangere, rendendo i suoi meravigliosi occhi blu-grigio più intensi. Christine lo fissò, senza dire una parola.
    “Come fai a restare così impassibile?” chiese Sam sconvolto “Come fai a rimanere calma?”
    “La mia è tutta apparenza” spiegò Christine con un sorriso “In realtà anche io sto piangendo. Anche io sono distrutta come te”
    Il cacciatore strinse con tutta la sua forza una bottiglia di bagnoschiuma tanto da romperla tra le mani “Siamo prigionieri di un destino ineluttabile e crudele”
    “Ti riferisci al fatto che, indipendentemente dalla rottura o dall’aggiustamento dello specchio, la mia vita è appesa a un filo?” gli domandò Christine.
    Sam spalancò la bocca, sbalordito “E tu come lo sai?”
    L’arcangelo del Purgatorio gli tolse la bottiglia di bagnoschiuma e gli accarezzò le mani “Perché fu io a distruggere lo specchio per impedire la nascita della Quinta Cavaliere. Anzi per la precisione fu mia madre a distruggerlo, la personificazione della Giustizia, per impedire che Cassandra Musesfly partorisse una Quinta Cavaliere dell’Apocalisse e mi distruggesse già molto tempo fa. Sembra quasi che il Paradiso abbia un rapporto un po’ controverso nei miei confronti.”
    “Lo sapevi fin dall’inizio” mormorò Sam sconvolto “Perché non l’hai detto prima? Perchè non hai rinunciato al tuo ruolo di arcangelo del Purgatorio?”
    Christine si mise sulle sue gambe e gli accarezzò il viso, punteggiato da una leggera peluria “Perché niente che mi avresti detto, avrebbe cambiato qualcosa e perché il Purgatorio ha bisogno di una guida, dopo tanto disordine”
    “Sarai uccisa dalla tua migliore amica!”
    “Già” rispose Christine “Che fine ironia”
    “Christine, guardami” la implorò Sam “Sammy mi ha detto che potremmo levarle il cuore della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    La ragazza lo baciò sulla fronte e non rispose. Poi “Non sopporterei lei che si dimentica per sempre di me.”
    “Io non posso stare senza di te” Sam cercò di convincerla “I nostri figli hanno bisogno di te”
    “Mi sta chiedendo una cosa difficile”
    “Ti sto chiedendo di vivere per me, per Nathaniel e per Michelle” ribattè Sam cocciuto “Potremmo poi cercare una soluzione per Violet. Sei troppo importante per morire per un regno ultraterreno. Sei la mia margherita che luccica al sole”
    “D’accordo” capitolò Christine, facendo sospirare di gioia Sam “Starò attenta, te lo prometto”
    In quel clima di dolore e di lacrime salate, il cacciatore inclinò la testa e cercò le labbra di Christine. La ragazza lo ricambiò con dolcezza, dimentica di tutto, della missione, dei pericoli che incombevano pressanti, conscia del profumo di Sam e dell’essenza di Chamuel, conscia del cacciatore di demoni con l’essenza dell’arcangelo che lei aveva tanto amato, due personalità diverse e complementari che avrebbero fatto di tutto per proteggerla. Alzandosi con garbo, Sam prese sua moglie e l’appoggiò delicatamente nella vasca e incominciò a aprire l’acqua “Sam..?”
    “Lasciami uno sprazzo di felicità, solo uno sprazzo” le chiese con un sorriso dolcissimo.
    Christine gli diede un baciò sopra il cuore “Sei tu il mio sprazzo di felicità”
    E insieme poterono godere di un momento di pace, il quale avrebbe potuto essere l’ultimo. Sam si immerse nella vasca insieme alla moglie, lo splendore delle ali intrecciate insieme, l’essenza delle Potestà e delle Dominazioni unite insieme. Christine lo baciò sulla linea del collo, tracciando movimenti sinuosi lungo il torace muscoloso. Gli occhi blu grigio di Sam s’illuminarono “Ti amo”
    “Ti amo anche io Sammy” rispose Christine con un sorriso che gli sciolse il cuore “Non me ne vado da nessuna parte”
    E lì fuori poteva imperversare una tempesta .Solo un po’ di pace in un oceano di orrori.
    *
    Nel frattempo che Sam e Christine si stavano godendo il loro momento d’amore, la Vaso di Collera stava seguendo la piccola Iolye, furiosa per la battuta di Dean. Sheeira la fissò un po’ divertita, un po’ Iolye le ricordava Christine quando qualcuno le insultava Haniel. Quei due erano inseparabili.
    “Ci possiamo fermare?” domandò Sheeira con il fiato corto “Non sono abituata a camminare come un tempo”
    “Nessuno ti ha detto che dovevi accompagnarmi” ribattè Iolye testarda “Puoi ritornare dai miei”
    “In realtà, non ho voglia” ribattè Sheeira divertita “Anzi ho voglia di conoscerti, Iolye. Sei davvero una bambina davvero…particolare”
    La bambina la fissò un po’ stranita “Vorresti conoscermi?”
    “Già” rispose Sheeira “Iolye non è il tuo nome originale,ho ragione?”
    “Bè il mio nome è Desideree Ametistye Iolyande, ma papà mi chiama sempre con il terzo nome” spiegò la bambina con un leggero imbarazzo “Anche se è triste quando lo pronuncia. Forse è perché la ragazza di cui porto il nome, gli ricorda qualcosa che lo fa stare male”
    Sheeira sospirò e domandò “Sei tu la custode della Fiamma della Fenice?”
    “Come discendente della principessa Iole, sì, lo sono” affermò e poi chiese “Tu sei molto simile a zia Christine, chi sei?”
    “Sono sua sorella minore”
    “La sorella morta per mano della sua protetta Ignitia?”
    “Sembra che conosciamo i segreti dell’altra” si complimentò Sheeira colpita.
    La bambina prese qualcosa dalla tasca e sussurrò “Papà mi ha detto di darti questo”
    Sembra una rosa rossa stropicciata e Sheeira impallidì. Quella rosa rossa l’aveva gettata dopo aver fatto visita a Ignitia. Come diavolo era arrivata in Irlanda?
    “Dove l’hai trovata?”
    “Sulla spiaggia” rispose la bambina “Papà l’ha presa e ha saputo che doveva essere tua…”
    Sheeira non disse nulla e accarezzò un petalo di rosa, resa raggrinzita dall’acqua. Aveva fatto davvero un lungo viaggio dalla Sicilia. E dentro di sé si accese il ricordo della sua protetta. Dovunque andasse, c’era sempre qualcosa che gliela ricordava, in un modo o nell’altro.
    “Io devo andare ora” annunciò Iolye con la spensieratezza di una bimba “Tu rimani qui?”
    Sheeira annuì con un autonoma. Guardò la rosa malconcia e dovette trarre la conclusione che anche Ignitia era importante per la riuscita della missione. Dannazione, ora che l’aveva dimenticata, rincontrarla era difficile. La notte si era sfumata in una lieve sfumatura di alba. Era il 10 ottobre.
    *
    “Ora potresti dirci come si può aggiustare questo specchio?” domandò Dean “Immagino che l’attack non sia sufficiente”
    “No, infatti” ribattè Haniel accondiscente “Ricordate che vi ho detto che servono l’essenza del Paradiso, dell’Inferno e del Purgatorio per ricomporlo?”
    Tutti annuirono e Haniel continuò “ L’essenza del Purgatorio si trova negli studi del Dottor Rosen, il psichiatra che è a capo degli Alphas, l’essenza dell’Inferno la sta recuperando l’arcangelo di New York..”
    “Vedi Sammy, a tutti il lavoro più figo e a noi…”
    “A voi il Paradiso, l’essenza delle gerarchie angeliche” interruppe Haniel impertubabile “E per un certo sareste avvantaggiati”
    “In un certo senso è un po’ poco” mormorò Violet sospettosa.
    “Qui avete tre capogerarchia angelici. Me, Chamuel e Hesediel” spiegò Haniel “Le Dominazioni, I Principati e le Potestà”
    “Bè allora che cosa aspettiamo? Dateci la vostra essenza” disse Dean allegro “Così possiamo fare il sedere a quel pallone gonfiato di Crowley. Non vorrei essere nei suoi panni quando Lucifero riprenderà a essere il cattivo”
    “Non è così semplice”
    “Mi sembrava davvero strano che dicessi è una cosa semplice” controbattè Dean seccato.
    “L’essenza degli arcangeli-capo può essere donata solo dopo una battaglia contro un angelo ribelle corrispondente” spiegò Sheeira prendendo la parola dopo molto tempo “Io che sono un Vaso di Collera, potrei ottenere l’essenza di un Trono”
    “Allora chi dobbiamo scomodare? Sauron, Voldemort e la compagnia dei Cavalieri Neri?”
    “Dean non c’è nulla da scherzare!” ribattè Sam esasperato “Sii serio, una volta tanto”
    “Sam, ogni cosa che abbiamo vissuto, in confronto a tutto questo era la normalità” esclamò Dean scuotendo la testa “Il prossimo anno cosa ci aspetterà? La salvezza dell’Universo?”
    “Di questo passo potrei anche crederci” borbottò Violet “Tanto tra gli Ariel’s Son, i Daemonus, Semeyraza…”
    Haniel aveva sfogliato le pagine di un antico libro, così logoro da sfogliarlo con la massima delicatezza “Per farlo, dovrete ritornare a casa. Per creare il luogo dove l’arcangelo capo possa combattere contro l’angelo ribelle corrispondente, bisogna il potere del Nephilim angelico e della creatrice di portali dimensionali. Nathaniel e Mary Winchester”
    “Winchester. Un cognome e una maledizione” affermò Dean ironico.
    “Io dovrei combattere contro Asmodeo, il capo dei vendicatori del male” spiegò Christine seria, rialzando gli occhi da una traduzione dall’egiziano del Libro dei Morti “Haniel contro Abbadon, il capo delle furie sterminatori di male e Chamuel/Sam contro Satana, il capo degli ingannatori”
    “Satana? Lucifero intendi?” domandò Violet stupefatta.
    “In realtà si confonde sempre Satana e Lucifero, sono due spiriti diversi” disse Christine “Ma nel folclore si è sempre confuso queste due entità.”
    “Quindi con tutte le essenze del Paradiso, potremmo sperare di salvare il Purgatorio?” domandò Dean sdegnato.
    “Sì” mormorò Haniel “Potrete sperare di salvare il Purgatorio, se mescolate sapientemente con gli altri elementi, di cui vi ho parlato prima.”
    “Vorrei per un miserevole giorno che voi siate un tantino più chiari” esclamò Dean esasperato.
    “Non sono io a dettare le regole Dean” affermò Haniel triste “Ma nel mio cuore spero che possiate salvare il Purgatorio e salvare l’equilibro naturale e cosmico”
    “Grazie di tutto Hany” esclamò Sam “Grazie davvero”
    “Sam, sappi che sei davvero il miglior marito che una donna potesse mai immaginare” rispose Haniel e dopo lo prese per un braccio e gli sussurrò “Se Christine morisse, Cloto mi ha promesso di ripristinare il filo di Persefone con l’Arcolaio di Zoe”
    Vedendo lo stupore e la gioia negli occhi di Sam, Haniel aggiunse “Pensavi davvero che non avrei fatto qualcosa?”
    “Sei un grande figlio di buttana”
    “Lo prendo come un complimento” ridacchiò Haniel, abbracciandolo “Ragazzi, vi direi di aspettare domani per ritornare a casa. Le correnti ascensionali sono troppo forti e i viaggi angelici per ora sono sconsigliati”
    “Sembra quasi quasi che tu voglia rimandare la nostra partenza”
    “No, violetta del pensiero” esclamò Haniel in tono amabile “Ma vorrei passare un po’ di tempo con le mie sorelline”
    Violet sorrise all’indirizzo di Christine e Haniel si rabbuiò. Sapeva benissimo che quel sorriso stava per essere avvelenato dallo spirito della Quinta Cavaliere. Tutto stava per essere messo in discussione. Sheeira aspettò che tutti se ne andassero via, poi lo affrontò furiosa “Tu lo sapevi…”
    “Che cosa?” domandò Haniel facendo il finto tonto “Mi sembra di averti detto ogni cosa”
    “Smettila di fare il tonto” ringhiò Sheeira, mostrando tutti i denti “Lo sapevi che era lei, la portatrice di…?”
    “Certo che lo sapevo” disse Haniel con un tono che non ammetteva repliche.
    “Fanculo Haniel” urlò Sheeira fuori dal limite “Non mi puoi fare questo. Lo sai che ho deciso di starle lontano”
    “Nonostante tu cerchi di volerle male, io sento come il tuo cuore gioisce nel sentire il suo nome” ribattè Haniel “Altrimenti non avresti esitato a farle vedere tutto il dolore che ha provocato il suo allontamento con il pugnale di Eris.”
    “Dopo la laurea in Lettere Antiche, ti hanno dato la laurea in Psicologia angelica” lo aggredì Sheeira, gli occhi azzurri colmi di pianto “Non pretendere di conoscermi Haniel”
    Haniel non rispose subito e si mise a scostare le tende, lanciando entrare il sole del crepuscolo. Sheeira si mise le mani per non lasciarsi scottare dal sole, ma l’arcangelo dell’amore la tranquillizzò “Puoi stare calma”
    “Haniel non mi puoi chiedere questo” lo supplicò Sheeira triste “No”
    Haniel s’inginocchiò e le sorrise “Nonostante tu stia cercando di dimenticarla, di metterla nei tanti ricordi della tua esperienza, di pensare male di lei, tu le sarai fedele. Sei nata come Principato, non sei adatta come Vaso di Collera. Resterà sempre la tua protetta”
    Violet che stava guardando tutto, si stupì quando Sheeira ammise “Non ho mai voluto bene a una persona così tanto, come ho voluto a lei. Ho sopportato il dolore dell’Inferno, anche quando lei mi ha rinnegato e i demoni di Lucifero sono venuti a reclamarmi. Avrei sopportato molto, per vederla sorridere. E ancora spero per lei, ancora prego per lei. Si può volere bene a una persona, anche quando quest’ultima ti ha buttato fuori dalla sua vita? Perché le voglio ancora molto bene?”
    “Io lo so che cosa hai provato per lei” sospirò Haniel “Ti posso capire benissimo. E proprio tu sei adatta a questo ruolo, proprio perché le hai voluto bene” poi si fermò e soggiunse “E ancora le vuoi bene. E nonostante il dolore, le hai fatto percorrere da sola la sua strada, auspicando per lei in silenzio e dietro le quinte. Poi so perché hai un pugnale alla cintola. Secondo l’oroscopo arabo, il pugnale è il simbolo di chi è nato tra…”
    “Il nuovo angelo non è tanto affettuoso con lei?” domandò Sheeira, cercando di sviare il discorso “Bè d’altronde non è mai stata così affettuosa con le persone”
    “Non ha un nuovo angelo custode” chiarì Haniel “Il nuovo angelo sei sempre tu. Sei tu l’angelo di Ignitia”
    Sheeira sorrise in tono amaro e deglutì “Allora dovrò recuperare dal suo cuore il ciondolo di Dio?”
    “Sì”
    “D’accordo” accettò Sheeira a malincuore” Lo faccio solo per mia sorella”
    Haniel ridacchiò un po’ sbarazzino e Sheeira stava per andare via, quando le sue ali cominciarono ad andare a fuoco e la Vaso di Collera crollò a terra, esanime. Haniel guardò lo specchio di petali di rosa e capì. Ignitia stava subendo una trasfusione di sangue per colpa della talassemia e stava soffrendo. E Sheeira ne pagava le conseguenze. Haniel si precipitò accanto a lei e le somministrò un liquido nelle vene. La Vaso di Collera sospirò di sollievo.
    “Il pugnale che tu hai, dimostra che le vorrai sempre bene” disse Haniel, asciugando le lacrime di Sheeira “Come la lancia che conservo sempre, a ricordo di…”
    “Dirai la verità a tua figlia?”
    “Un giorno” disse Haniel elusivo “E tu riuscirai a guardare negli occhi Ignitia? Hai fatto del tuo meglio e lo sai meglio di me che non si può tornare indietro a modificare il passato. Non serbarle rancore o amarezza, poiché l’animo umano è diverso da quello angelico. Sicuramente non voleva dirti..”
    “Ormai le ha detto” tagliò corto Sheeira triste ma poi il suo sorriso s’illuminò “Ma il mio cuore s’illumina quando so che lei è felice. Spero solo che lui ne sia degno”
    Violet si domandò se non avesse tratto le conclusioni troppo presto nei confronti di Sheeira. Poi la voce di Dean la chiamò.
     
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  9. sahany09
     
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    Ben tornata mia cara!! :)
    Ci hai fatto attendere, ma hai ripagato con gli interessi !!
    Che puntata!! :o: E quanti grattacapi attendono i nostri eroi!! La faccenda del 5o Cavaliere non ci voleva!! :(
    Comunque, complimenti.

    Continui a dimostrarti abile nell'incastrare tutti i vari casini che si succedono nella trama. Inoltre, al momento sembri essere rimasta l'unica a scrivere in questo 3d. Ma, tranquilla! Non mollare! Io ti seguo.
    A presto, spero. Però, fai pure con comodo.

    P.S. : nel frattempo, sono andata a documentarmi sulla serie Guild Hunter. Dev'essere interessante. :)
     
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    Grazie mille Sahany ^_^
    Oh sono contenta che questa puntata ti sia piaciuta e che per te sono abile nell'incastare i vari casini che succedono nella trama ^_^ Sono abbastanza contorta io, a dir la verità :P Eh sì molti grattacapi aspetteranno i nostri eroi, divisi tra l'aggiustare lo specchio e lasciarlo distrutto :(
    Sei davvero molto gentile a continuare a leggere questa storia ^_^ Ti volevo chiedere un parere sulla sorellina minore di Christine, Sheeira ^_^ Che cosa ne pensi? ^_^
     
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  11. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 29/7/2013, 08:35) 
    Grazie mille Sahany ^_^
    Oh sono contenta che questa puntata ti sia piaciuta e che per te sono abile nell'incastare i vari casini che succedono nella trama ^_^ Sono abbastanza contorta io, a dir la verità :P Eh sì molti grattacapi aspetteranno i nostri eroi, divisi tra l'aggiustare lo specchio e lasciarlo distrutto :(
    Sei davvero molto gentile a continuare a leggere questa storia ^_^ Ti volevo chiedere un parere sulla sorellina minore di Christine, Sheeira ^_^ Che cosa ne pensi? ^_^

    Già. La faccenda dello specchio è delicata e indurrà i personaggi a dover fare scelte difficili (come se le loro vite fossero facili !!) .
    Quanto a Sheeira è un bel personaggio con un carattere molto definito. Però bisogna dare atto che spesso ha ragione.
    Comunque, a parte tutto, questa tua ff ha davvero una bella trama.
    Ancora complimenti.

    Quando puoi, continua pure ad allietarmi (mi sa che sono rimasta solo io a leggerla). Io aspetto. Nel frattempo....:mmm: sto ruminando qualcosa, ma sono bella incasinata pure io. Vedremo più avanti...Non so. Per ora, meglio non promettere molto per non deludere. :rolleyes: ;)
     
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    Buongiorno a tutti,
    sentendomi come Persefone quando esce dagli Inferi, ecco a voi un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory"....Nel precedente capitolo abbiamo visto che a casa di Haniel i prescelti hanno scoperto qualcosa di più sullo specchio di lapislazzuli...Il che sì, cara Sahany, li porterà a fare delle scelte abbastanza complicate...Salvare un regno o un'amicizia?
    Grazie mille per avere definito Sheeira un personaggio con carattere molto definito. Sheeira è un angelo che ha donato tutto per una persona e che poi alla fine è stata allontanata dalla stessa persona. Io sono un miscuglio tra Christine e Sheeira, due sorelle così diverse ma così uguali ^_^
    Anyway ecco a voi il nuovo capitolo ^_^ In questo troviamo Lucifero e Michele dialogare e all'interno della dimora di Astrea succederà qualcosa...Ma non vi anticipo nulla ^_^ Spero che vi piaccia :pray: :pray: Buona lettura ^_^

    Tempo imprecisato- Dopo la riunione nel Paradiso e nella dimora di Astrea
    Era rimasto solo…
    Era rimasto solo, tranne per la presenza discreta di Michele, il quale lo stava fissando in maniera seria e integerrima, uno sguardo che aveva visto passare molti secoli davanti e considerava il tempo come un vecchio compagno fedele, un compagno inesorabile ma costante. Un compagno a volte fedele, a volte crudele ma comunque che non ti avrebbe lasciato mai, qualunque cosa sarebbe accaduta. Michele. L’unico angelo che non lo aveva abbandonato, che aveva sempre cercato di sconfiggerlo, che aveva cercato di capirlo, di criticarlo aspramente, anche quando era stato precipitato giù negli Abissi più profondi, in quel luogo denominato Inferno, durante la battaglia per cacciarlo dal Paradiso. Michele, il Difensore del Paradiso, Lucifero, il Creatore dell’Inferno. Molte popolazioni era nate ed erano morte nell’eterno ed immortale ciclo della vita, ma il silenzio costante dell’Universo ancora li stupiva e li meravigliava. Il silenzio di quella landa infinita era denso di molti significati e racchiudeva il segreto più ambito di tutti: la creazione della vita. Un segreto invidiato da angeli e demoni, l’unica arma segreta ancora nelle mani di Dio, di quel Dio a cui il centralino dava molto spesso occupato. O forse stanco di farsi carico dei problemi di sette miliardi di persone. La riunione era finita da moltissimo tempo, ma lui, il Creatore dell’Inferno, il luogo dove nessun essere umano poteva dire di essere andato in villeggiatura, il Calunniatore era rimasto lì, basito, per la prima volta senza avere niente da dire. Ancora negli occhi azzurri, occhi che avevano provocato dolore, occhi che avevano disprezzato la pietà altrui, ignorando le grida di supplica delle povere anime dannate, cercando un conforto che lui non voleva dare e non poteva dare, Lucifero aveva la visione di Astrea, la Personificazione della Giustizia, la quale, sotto la spinta di una piccola e saggia Hesediel, aveva rotto lo specchio di lapislazzuli per evitare il sorgere della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, per salvare la sua protetta. E adesso per colpa di Crowley tutto stava per essere messo in discussione. L’intero equilibro era messo in discussione.
    Hesediel…Zadkiel…
    La sua Hesediel, lo stesso angelo che aveva bistrattato, umiliato nel miglior momento per una donna, lo stesso angelo che lui aveva amato in una maniera sbagliata, adesso stava rischiando la vita, per lo stupido desiderio di un demone da quattro soldi con la sindrome da conquistatore spagnolo. Stava rischiando la vita per un terzo regno, dapprima ignorato agli onori della cronaca, perché si era presa la briga di essere l’Arcangelo del Purgatorio, si era presa l’onere di difendere quei mostri uccisi dai cacciatori. La sua Hesediel si era sempre sentita una paladina della giustizia e lui l’aveva presa in giro impunemente. Strinse la mano a pugno, innervosito. Michele lo osservò ancora, senza dire niente.
    “Non dirmi nulla” esclamò Lucifero seccato.
    “Cosa ti aspettavi?” lo biasimò Michele in tono severo “Avresti fatto meglio a ridarmi la grazia, non appena ne avevi l’occasione. Adesso non ci troveremo in questa situazione. Sei un perfetto egoista”
    Il Creatore dell’Inferno non rispose subito, poi con un’occhiata gelida affermò “La sai la vera ragione per cui mi sono ribellato a Dio?”
    L’arcangelo della giustizia sbuffò in tono di superiorità “Perché sei stato sempre un arrogante e un presuntuoso. Hai sempre creduto di avere ragione e ti sei lamentato in continuazione”
    Lucifero sospirò ed allargò le sue immense ali, le quali di fronte all’immensità del cielo assunsero una tonalità color blu Prussia “ Pretendi di conoscermi Michele, ma non sai nulla. In realtà non fu così. Mi ribellai al disegno divino perché ero geloso dei nuovi giocattoli di papà, dei suoi nuovi figlioli, così imperfetti da essere meritevoli del suo immenso amore. Gli esseri umani potevano amare, odiare ed erano sempre al centro della sua attenzione. Noi dovevamo stare attenti a non incorrere nel suo sguardo duro. Loro potevano distruggere il giardino ma ancora erano i suoi figli. Degni di essere perdonate. E noi dovevamo inginocchiarci di fronte a loro”
    “Non sei mai stato propenso alla comunione dei beni” ironizzò Michele in tono duro “Sei ancora in tempo per ridarmi la grazia”
    E nel dirlo Michele aveva materializzato la spada, la stessa spada, la quale, alla fine dei Tempi, avrebbe distrutto per sempre la grazia e l’animo di Lucifero, la grazia e l’anima del Grande Drago dell’Apocalisse, della persona che avrebbe avuto come missione quella di tentare l’uomo, quella di fare vedere il lato oscuro dell’animo umano. Nel vedere quella spada, fatta di fuoco e di ardore umano, Lucifero sospirò. Michele avrebbe messo il dovere al posto dei sentimenti. Non era capace di esporli in maniera chiara. Uno specchio d’ossidiana, al suo confronto, sarebbe stato più trasparente di lui. Era un vero soldato.
    “Sempre ligio alle regole, il vero soldatino di papà” esclamò Lucifero sdegnato “Ma ti batte il cuore sotto quella corazza? O per te conta solo il dovere?”
    L’arcangelo della giustizia allargò le ali, materializzò una lancia d’argento con ghirigori di zaffiro e la posizionò sotto il collo del fratello “Tu non mi conosci”
    Il Creatore dell’Inferno volle ridere dalla rabbia, ma decise di non farlo. Michele non era bene contrariarlo più del dovuto. L’arcangelo della giustizia tenette ferma la lancia appena sotto la giugulare.
    “Gli esseri umani sono capaci di amare, odiare, di provare sentimenti” esclamò Lucifero irritato “E noi che cosa facciamo? Siamo solo strumenti di una persona che non si degna neanche di farsi vedere. Gli esseri umani pregano un Dio, il quale troppe volte ha il centralino staccato e alla fine sono io ad essere il lupo cattivo della situazione. Sono caduti dalle scale e di chi è la colpa? Di me. Una persona ha ucciso un’altra? Di me. Adesso basta. Ha anche lui la sua responsabilità in tutto questo casino e tu lo sai, anche se non lo vuoi ammettere”
    “Stai offendendo nostro Padre?” ringhiò Michele al colmo della furia “Non sei nelle condizioni per farlo!”
    “Nostro Padre ha voluto che io ci fossi, perché così il Bene avrebbe avuto una luce più bella e forte” affermò Lucifero in tono triste “Io non lo sto offendendo, ma non posso accettare un disegno che vede nostra sorella morta per un regno ultraterreno, un regno bistrattato. Avrò avuto la mia parte di colpa per averle regalato anni di sofferenza gratuita e non negò che vorrei scontare la mia pena. Interamente. Tu invece mi parli sempre che devo restituirti la grazia, come se ti importasse solo del dovere, come se di tua sorella non te ne importasse un fico secco. Poi dici a me che sono un presuntuoso. Sei un emerito bastardo”.
    “Non sei nella condizione di giudicarmi fratello “ lo minacciò Michele irritato “Ridammi la grazia”
    “Sei un disco rotto” si lamentò Lucifero “Io rinuncerei a essere il creatore dell’Inferno, a passare lo scettro dell’Inferno a un mio subalterno per costituire la lancia di Lete. Tu a cosa rinunceresti? A niente, suppongo”
    L’arcangelo della giustizia divina e terrena non riuscì a credere alle sue orecchie. La Grazia lo stava cambiando davvero. Gli importava davvero di Hesediel, di quella Hesediel che aveva maltrattato, torturato e umiliato in ogni maniera possibile, ma non poteva lasciarsi travolgere dai sentimentalismi, perché molto spesso Lucifero aveva illuso le speranze del Paradiso e quella occasione non confermava il contrario. Era solo una bomba ad orologeria, con il timer innescato e si aspettava solo la deflagrazione. Non voleva più che sua sorella Hesediel soffrisse di nuovo, che si fidasse di nuovo di Lucifero, per poi essere di nuovo illusa. Era un duro, ma anche lui ci teneva a quell’arcangelo che aveva insegnato a tutti loro che gli umani erano persone da rispettare. E lui teneva in considerazione il suo ex vessillo umano Dean. Non era come diceva Lucifero.
    “Siamo i suoi figli, dobbiamo seguire le sue regole” dichiarò Michele in tono fermo “Adesso ridammi di nuovo la grazia”
    “Sei stancante” ululò Lucifero stanco “Senti ma perché non ti compri un cane?”
    Michele non lo stette a sentire e incominciarono una battaglia aspra all’interno dell’Universo. La spada di ardore umano e la spada d’ombra cominciarono a cozzare, creando delle scintille di fuoco. L’arcangelo della giustizia affermò severo “Ridammi la grazia. Ti ho già concesso troppo!”
    “No. Ho cose importante da fare!”
    “Tu mi consideri un’insensibile, ma io ho sofferto quando hai trascinato Hesediel all’inferno, dopo l’avventura con gli angeli spagnoli. Tu sei una bomba a cui mancano i fili per l’innesco e ho timore che tu possa rifare di nuovo male a Chris. Mi puoi biasimare per questo?”
    Lucifero ringhiò frustato e dopo sparì alla sua vista, con un bagliore accecante. Lo aveva colpito nella sfera dei sentimenti ma era giusto così. Michele sbattè le ali, irritato. Lucifero doveva riprendere il ruolo da cattivo e ripristinare il vuoto nell’equilibro cosmico, quel vuoto, il quale quel pallone gonfiato di Crowley aveva contribuito a fare. E Lucifero lo incarnava perfettamente. L’angelo si sedette sopra una stella appena nata e rifletté sulle parole di Binael e la lancia di Lete. L’arcangelo dei Troni aveva affermato che si poteva costruire, grazie a una rinuncia da parte loro. Un’arma potente che avrebbe annichilito o addormentato lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Era una decisione difficile da prendere.
    A volte il dovere e l’affetto per i propri cari non conciliavano affatto. Ma a rispondergli fu l’immensità dell’Universo.
    *
    La luce del crepuscolo inondò di un colore mistico il luogo dove Astrea, la Personificazione della Giustizia e madre di Christine e Sheeira Moonshine, viveva. Ella aveva visto attraverso lo specchio di filamenti di luna, tutti gli aggiornamenti riguardante lo specchio di lapislazzuli. Dopo avere gioito per la comparsa di Sheeira, a lungo considerata morta nei meandri dell’Inferno, dopo essere stata rinnegata dalla sua ex protetta, voluta bene più di sé stessa e ripagata con una moneta ben diversa, aveva seguito attentamente gli svolgimenti della missione dello specchio di lapislazzuli. Quello specchio creava più problemi che mai. Aveva saputo che Gabriel, il suo adorato Gabe, uno degli angeli che aveva seguito la sua cara Christine all’inferno insieme ad Haniel, aveva deciso di rinunciare ad essere un angelo, dando il compito di assistente a Gary, un Alphas dai poteri straordinari, che Haniel era stato scelto come Moira della Vita dalla stessa Cloto in persona, che Castiel aveva deciso di rinunciare ad essere l’angelo custode di Dean dopo la sua morte…Tutti stavano rinunciando a qualcosa per formare la Lancia di Lete. Una lancia che avrebbe annichilito o addormentato lo Spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. La Cavaliere temuta da tutti. Quella che faceva tremare i ginocchi e il cuore, la Cavaliere temuta anche da Guerra, Carestia, Morte e Pestilenza. Forse perché racchiudeva tutti i loro poteri e anche la potenza distruttrice e creatrice della natura.
    “Posso competere contro Guerra, Carestia e Pestilenza” aveva detto Morte “Ma con la Quinta Cavaliere tutto è vano. E io sono il Cavaliere più temuto nel quartetto.”
    Secondo la leggenda l’Antica Quinta Cavaliere era nata dall’unione di una figlia di Eva con un rapporto d’amore con i quattro cavalieri dell’Apocalisse, mentre intorno a loro imperservava la tempesta degli elementi naturali. Si pensava che la Lancia di Lete avrebbe risolto ogni cosa…
    almeno speravano tutti. Guardando i riflessi violacei nelle sue grandi ali nere e color ametiste, Astrea era un po’ scettica sul fatto che la Lancia avrebbe risolto tutto. Forse avrebbe procrastinato la cosa, in un futuro prossimo. Si sedette in un gazebo di glicine bianco e violette del pensiero ad osservare il sorgere della notte e il profumo della luna e si sentì impotente. Tutti stava facendo una rinuncia importante, mentre lei non poteva farlo. Lei non poteva rinunciare ad essere la Personificazione della Giustizia, passando il testimone ad un altro angelo. Doveva essere lei fino alla Notte dei Tempi, la Notte del Giudizio Universale. Quel maledetto specchio di lapislazzuli creato dall’essenza dei tre regni ultraterreni, dall’essenza dell’angelo che aveva tanto amato, stava distruggendo la vita della sua figliola. Se non lo ricomponeva, sarebbe morta, se lo ricomponeva, sarebbe morta comunque per mano della sua protetta, la stessa protetta per cui era stata buttata all’inferno, la stessa protetta che avrebbe protetto da tutto e da tutti, perfino da se stessa. Se c’erano due persone per cui Christine si sarebbe fatta strappare il cuore, erano Chamuel e Violet. Maledetto destino. Con rispetto per le Moire. Molti in Paradiso non vedevano di buon occhio l’amicizia tra Violet e Christine. Dagli occhi color ambra cadde una lacrima, la quale venne prontamente presa.
    “Ciao Astrea”
    Una donna dai capelli biondi e gli occhi castani comparve all’improvviso e si mise a guardare la Personificazione della Giustizia. Uno sguardo che poteva dire molto e niente. Era cambiata da quella ragazza che, spaventata, era arrivata per chiedere qualche rimedio per evitare di partorire la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. L’esperienza l’aveva indurita. Due madri con due figlie che si sarebbero scannate. Per colpa di un destino già segnato e sottoscritto.
    “Cassandra” esclamò Astrea stupefatta “Cosa ci fai qui?”
    Cassandra Eos Musefly si sedette accanto ad Astrea e per un po’ non rispose, socchiudendo gli occhi. Poi “Penso che una faccia amica ti sarebbe piaciuto vedere e così sono venuta a trovarti”
    La Personificazione della Giustizia sorrise grata “Già, sono tempi abbastanza difficili e grami da affrontare. Sono contenta che tu sei qui. A volte mi sembra di essere troppo sola in questo luogo meraviglioso.”
    “Ho visto che Sheeira Kalievra Moonshine è ritornata” disse Cassandra, incominciando a suo modo una discussione “Ma penso che tu questo lo già sai”
    “Già” esclamò Astrea “Non mi aspettavo che ritornasse di nuovo tra di noi. Pensavo che Syegeris l’avesse uccisa all’Inferno e non l’avrei mai più rivista nel mio specchio” fece un piccolo singulto “Sai Cassandra, Sheeira è sempre stata la più sensibile delle sorelle, anche se ha nascosto la sua sensibilità dentro la freddezza e l’ironia. Proteggeva Hesediel in continuazione quando erano piccole, nonostante fosse più piccola. Si sentiva di doverla proteggere”
    “So da fonte certa che non si sopportano Sheeira e Violet” continuò Cassandra triste.
    “Sheeira è convinta che Violet si comporterà come Ignitia. Che tua figlia potrà approfittare della buona fede di mia sorella e che la rinneghi, affermando che tutto il bene che ha augurato, non era ben accetto. Sheeira è nato come Principato, come arcangelo dell’amore e sa leggere nel cuore. Ha paura che Violet finga di volere bene a Christine e la lasci senza una giusta motivazione”
    “Tu le dai ragione?” domandò Cassandra con una sfumatura di risentimento nella voce.
    “Non do ragione a nessuno” chiarì Astrea, mettendo le mani in avanti “Ma sono abbastanza guardinga riguardo i miei figli. Non vorrei che mia figlia soffrisse per tua figlia. E non ti nego che talvolta ho pensato che Violet non sia una buona amica per mia figlia. In certe occasioni si è comportata malissimo e una buona dose di umiltà le servirebbe”
    La cercatrice d’angeli si spostò una ciocca dietro i capelli, un chiaro segno che si stava trattenendo “Ho appena saputo da Jacob che mia figlia e tua figlia devono andare a prendere con i rispettivi mariti le essenze delle gerarchie angeliche per poter costituire l’unico modo per salvare il Purgatorio. ”
    “Infatti” rispose Astrea triste “Per costituire lo specchio di lapislazzuli, servono le essenze delle gerarchie angeliche recuperate mentre combattono contro i loro alter ego, le essenze dell’Inferno, l’essenza del Purgatorio e l’essenza dell’angelo che ha tanto amato. Quelli che gli arcangeli del Quadro chiamano i ciondoli del cuore, quelli con cui hanno imprigionato la madre di Raphael, Caliane, tanto tempo fa“ fece una pausa e concluse “E dallo specchio che ho qui, ho scoperto che mia figlia deve prendere il ciondolo dell’essenza di Dio dalla sua protetta Ignitia. La stessa protetta che l’ha rinnegata.”
    “E tutto per ritornare al punto di partenza, cioè mia figlia come Cavaliere dell’Apocalisse” concluse Cassandra “Per questo ti faccio una proposta Astrea e ti prego non rifiutare”
    Astrea la frenò, stropicciando un po’ nervosa il lembo della sua veste “Alla fine le nostre figlie si dovranno scontrare per una questione ancestrale”
    “Lasciami concludere” la interruppe Cassandra “Ho una proposta da farti e se mi interrompi, potrei perdere il coraggio di dirti quello che sto per dire. È una faccenda delicata”
    Astrea strabuzzò gli occhi perplessa “Che cosa intendi dire Cass?”
    La cercatrice d’angeli sorrise mesta, mentre tirava fuori una spada d’ametista dal fodero e la posizionò dinnanzi a sé “Sono venuta a chiederti il permesso di ritirarmi dal mio mestiere. Non voglio più essere una cercatrice d’angeli. Toglimi il potere di convertire i demoni in angeli, non ne sono più meritevole”
    Per un attimo la Personificazione della Giustizia rimase senza parole. Era la prima volta che una cercatrice le chiedeva di togliere il potere divino. Cassandra la guardò, apparentemente ferma nelle sue decisioni. C’era qualcosa sotto. Qualcosa nascosto nelle parole.
    “Ma perché?” domandò Astrea perplessa “Non è stata colpa tua se Violet è nata come Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Non dire sciocchezze, sei una delle più promettenti cercatrici di angeli che abbia mai visto e non intendo per nulla toglierti il tuo potere”
    Cassandra si tormentò le mani e confessò “In realtà ti avrei mentito Astrea. E per questo io non merito di essere ancora una cercatrice d’angeli “
    Astrea si alzò, le ali nere con riflessi di ametista che si muovevano al vento della sera e la incalzò “In che modo mi avresti mentito?”
    Cassandra si alzò e raccogliendo un fiore confessò “Ti ricordi quando ti promisi di stare lontana dall’Inferno, almeno nella gravidanza? Perché il vento dell’Inferno poteva infettare il sangue e l’animo e potevo partorire un cercatore di demoni?”
    “Immagino che non mi abbia ascoltata”borbottò Astrea innervosita “Va avanti”
    Cassandra si tormentò le mani. Quello che stava per dire, le stava costando molta fatica.
    “Nel periodo in cui ero incinta di Violet, in città c’era un certo cercatore di demoni che convertiva con la danza molti angeli e l’equilibro si sta facendo sempre più precario. Ho cercato di affrontarlo con il mio canto, ma il bastardo….”
    “Ha aperto un portale dimensionale per l’Inferno” concluse una voce conosciuta, comparendo all’improvviso “E io per dare manforte al cercatore dell’Inferno gli spedì la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. In quel tempo era solo un bastardo figlio di buttana, per citarla alla Dean Winchester”
    Astrea si girò e vide Lucifero che era appena arrivato. Il Creatore dell’Inferno fissò una margherita viola e continuò, non riuscendo a guardare lo sguardo inquisitore della Personificazione della Giustizia “Secondo la medicina omeopatica, l’acqua avrebbe una sorta di “memoria”, in quanto sarebbe in grado di racchiudere il principio attivo del farmaco, dando così modo di utilizzare l’acqua per somministrare i farmaci. Così è anche per il sangue e per l’animo dell’umano…”
    “Quindi il sangue e l’animo di Cassandra avrebbe assorbito lo spirito della Cavaliere dell’Apocalisse” concluse Astrea inorridita “Lo spirito si è mescolato al sangue di Cassandra e al DNA della piccola. Ha agito profondamente anche al livello del RNA.”
    “Precisamente” rispose Lucifero serio “Mi dispiace”
    Cassandra Musesfly ebbe appena il tempo di spostarsi. Astrea colpì con tutta la forza e il suo potere il Creatore dell’Inferno, con una furia che avrebbe distrutto ogni centimetro del pianeta e Lucifero non fece nulla. Astrea continuò a picchiarlo e a graffiarlo e fu quasi sul punto di spezzargli le ali. Il Creatore dell’Inferno non fece nulla per impedirlo, anzi la incitava di continuare, un modo per espiare le sue colpe e sentirsi finalmente in pace. Cassandra era esterrefatta, non aveva mai visto Astrea comportarsi in quella maniera, neanche quando le aveva confessato che non era riuscita a convertitore un demone dell’ottavo livello. E per una cercatrice del suo livello era un fallimento su tutta la linea. I suoi occhi sprizzarono rabbia e la cercatrice d’angeli ebbe un breve lampo della Dike Gladia, la spada della Giustizia. La spada che nessun criminale avrebbe voluto vedere. Una spada d’argento con l’elsa a forma di bilancia che rappresentava la giustizia pura e cruda. L’Aletheia Gladia e la Dike Gladia erano tra le spade più temute. Il Creatore si rialzò da terra malconcio, asciugandosi un rivolo di sangue e mormorò “Neanche togliendo il potere a Cassandra, potrai salvare..”
    “Stai zitto” ringhiò Astrea “Tu sei stata la rovina di mia figlia. Tu non l’amavi, tu la volevi distruggere. Non ti voglio sentire”
    Lucifero non disse nulla e le mostrò una cosa. Era una piccola parte della Lancia di Lete, una delle parti finali e una fialetta di essenza angelica. Cassandra era perplessa e Astrea non seppe cosa dire. La fialetta era l’essenza dell’angelo che aveva tanto amato, una degli ingredienti per lo specchio di lapislazzuli, uno degli elementi per ricostruirlo. Lucifero aveva rinunciato a una cosa per dare una mano d’aiuto. Allora non era più lo stronzo che aveva fatto del male a sua figlia?
    “Sai a che cosa serve la Lancia di Lete?” domandò Lucifero, asciugandosi il sangue dalla bocca “ Lo sai per davvero?”
    “Dovrebbe riuscire a salvare mia figlia dall’influsso malefico della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse” esclamò Cassandra di foga “La stessa Cavaliere che tu hai mandato contro di me, pezzo di merda”
    La Personificazione della Giustizia fece un segno alla cercatrice d’angeli di tacere. Era vero che Lucifero era ritornato nella sfera dei buoni, ma era sempre un angelo e gli angeli erano abbastanza permalosi e Cassandra doveva stare attenta. A Lucifero sarebbe bastato un semplice gesto con la mano per spezzarle il collo e la cercatrice non si sarebbe accorta di nulla. Non era bene stuzzicarlo. Astrea incrociò le dita “Sì ho una vaga idea”
    “Il fiume Lete ha il potere dell’oblio..”
    “Risparmia la lezione di mitologia, te ne prego” affermò Astrea sprezzante “Binael mi ha fatto una testa tanta con i miti”
    “Non capisci, è importante che te lo dica” dichiarò in tono combattivo “La lancia di Lete ha il potere di addormentare il potere della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Ha il dono dell’oblio, non ha il dono della distruzione “
    Astrea rimase basita. Lo sapeva, era solo una soluzione tampone. I problemi sarebbero venuti dopo. La Personificazione tamburellò le dita lungo i tasti di un pianoforte, comparso magicamente all’improvviso, indecisa sul cosa dire. Quello specchio era una fonte di guai.
    “Ho fatto delle cose che non meriterebbero neanche il tuo perdono” esordì Lucifero “Ma vorrei rimediare, lasciami il modo per farlo”
    “In che modo?” gli domandò Astrea in tono duro “Tu non riusciresti a rimediare a niente”
    Il Creatore dell’Inferno subì il duro colpo. Astrea aveva tutti i modi per avercela con lui. Aveva bistrattato la sua figliola, ordinato l’uccisione di Sheeira e non poteva aspettarsi che Astrea lo accogliesse sorridendo. Poi, prendendosi di coraggio aggiunse “Ho appena scoperto che cosa ha detto Sammy, il gatto di Haniel, a Chamuel”
    Astrea non disse nulla e Lucifero continuò a parlare “Afferma che prima che la notte si faccia giorno, bisognerebbe strapparle il cuore alla cercatrice d’angeli. Così si potrebbe salvare sia Chris che” fece una smorfia di disgusto “l’umana”
    A quelle parole Cassandra era saltata su ed aveva esclamato sbalordita e inorridita “A mia figlia nessuno strapperà il cuore. È fuori discussione”
    La Personificazione della Giustizia intervenne prontamente e affermò “Il Cordos, la sfera dei sentimenti, Sammy intendeva la sfera delle emozioni della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse. Secondo un’antica leggenda potrebbe essere l’unico modo per liberarsi dell’influenza di lei”
    E dopodichè fece muovere le dita e materializzò nell’etere una rappresentazione del Cordos della Quinta Cavaliere, un cuore a tutti gli effetti, nero gaietto, con le vene e le arterie color argentato, il quale emanava una cattiveria senza precedente.
    “Allora strappiamo questo Cordos” esclamò Cassandra con fervore.
    “Fosse facile, si trova molto vicino all’anima e può succedere che si strappa anche quest’ultima. Facendola dimenticare ogni cosa, facendole dimenticare di avere amato, di avere odiato, di essere un essere umano. Sarebbe solo un involucro vuoto e basta”
    La cercatrice d’angeli non ebbe altre parole da aggiungere e il silenzio che si venne a creare fu abbastanza pesante. Astrea posizionò un piccolo uccellino su un ramo di betulla e domandò a bruciapelo “Tu a cosa hai rinunciato per avere una parte della Lancia di Lete? Al tuo smisurato ego? Perché sai che non hai fatto una scelta molto importante”
    “Ad una cosa importante” affermò Lucifero fiero “All’Inferno”
    A quelle parole la Personificazione si girò stupefatto “Come puoi rinunciare all’Inferno, visto che ne sei il legittimo proprietario? Sarebbe come se Dio cedesse il posto a Metatron.” Poi rifletté su quello che aveva detto “Anche se per quest’ultima cosa, non la escluderei”
    “Crowley ne sarà felicissimo di essere nominato re dell’Inferno” esclamò Lucifero ironico “Quel piccolo demone da strapazzo ha manie da megalomane”
    “Come se tu non li avessi” mormorò Cassandra sottovoce.
    Il Creatore dell’Inferno toccò un piccolo fiore schiuso ed ammirando i petali rossi continuò “Poi sono venuto a chiederti di essere il tuo assistente. Quando il Cordos verrà strappato dall’anima di Violet, di sicuro verrà mandato qui e so da fonte certa che il custode del Cordos deve avere sangue dell’Inferno. Chi meglio del Creatore dell’Inferno per custodire il Cordos della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse?”
    “Come farai con Michele?” domandò Astrea stupefatta “Tu sei il Grande Drago dell’Apocalisse”
    “Il Grande Drago dell’Apocalisse” ripeté Lucifero trasognato “L’assurda e folle idea che alla fine ci sia il Grande Drago dell’Apocalisse, il mostro che vuole tentare di mangiare il figlio di Dio, per trascinare il mondo in un baratro oscuro. Può darsi che ci sarà ma non sarò io, puoi starne certa”
    Astrea lo scrutò attentamente e rimase sconvolta nel vedere la grazia dell’angelo lo stesse pulendo da ogni nefandezza e ogni dolore che lui aveva provocato. Stava per ritornare l’angelo di un tempo, l’angelo di cui un tempo, anche Astrea ne era stata fiera e orgogliosa. Solo che non riusciva ad immaginare il Grande Drago dell’Apocalisse con un’altra faccia.
    “Non penserai davvero di utilizzarlo come tuo assistente?” domandò Cassandra turbata.
    La Personificazione della Giustizia non rispose e dopo “Lasciatemi in pace”
    La cercatrice d’angeli la guardò un po’ sconcertata e dopo alla fine se ne è andò via. Lucifero rimase ancora un po’ ma dopo anche lui se ne andò via. Lasciando su un tavolo d’olivo la essenza dell’angelo che aveva tanto amato. La Personificazione della Giustizia la soppesò, incerta sul da farsi. Alzò gli occhi e non si stupì di trovarsi di fronte Michele, arrabbiato “Hai visto mio fratello, non è così?”
    “Dovresti metterti a sincronizzare l’orologio” disse Astrea con fare ironico “Siete fuori tempi ragazzi”
    L’arcangelo della giustizia rimase lì basito e la Personificazione lo punzecchiò “Vuoi fissarmi ancora per molto?”
    Michele si mordicchiò il labbro e poi si accorse dell’essenza dell’angelo che aveva tanto amato. Non ci credeva. La grazia stava facendo un ottimo lavoro, forse troppo. Non doveva dargli la grazia, ma erano in una situazione disperata e il fine giustificava i mezzi. Bisognava che Lucifero ritornasse a essere il cattivo.
    “Cosa ti ha detto?”
    “Non lo riesci a capire?”
    “Astrea” esclamò Michele frustato.
    “No Michele, no” affermò Astrea stringendo una margherita rossa in mano “No basta. Non puoi capire il dolore di una madre che deve stare in disparte, mentre il destino fa il cavaliere oscuro con mia figlia. Mi hai fatto una testa tanta quando mi sono intestardita a portare avanti la gravidanza prima di Hesediel e dopo di Sheeira, mentre poi vengo a scoprire che tu hai dato di nuovo la grazia angelica a Lucifero. Sei un’ipocrita!”
    “C’era una situazione molto complicata” tentò di giustificarsi.
    “Non mi interessa” ululò Astrea arrabbiata.
    L’arcangelo della Giustizia non seppe come replicare. Già non poteva capire il dolore di una madre, di una madre che poteva solo sperare che il destino non fosse troppo crudele con la figlia. Ma anche lui stava soffrendo e non gli piaceva neanche un po’ il suo lavoro da servitore integerrimo. Poi domandò con la massima delicatezza le chiese “A che cosa ha rinunciato?”
    “All’ultima cosa a cui tu penseresti” rispose Astrea con un breve singhiozzo.
    “All’Inferno?”
    “Bingo” esclamò Astrea “Peccato che i premi li potrai ritirare domani”
    Michele non credette ai suoi orecchi. Lucifero aveva rinunciato all’Inferno per dare una mano a Hesediel, sdogando tutte le previsioni effettuate. E si domandò se strappare la grazia a Lucifero non significasse mettere altri problemi? A volte essere un angelo era il mestiere più difficile. Dopo la sua attenzione verté sulla Personificazione della Giustizia che gli domandò a bruciapelo “Tu a cosa hai rinunciato?”
    Michele sospirò e si fu costretto a dire la verità “A niente”
    “Lo immaginavo” affermò Astrea sdegnata “Vattene Michele”
    “Pensi che non mi interessa niente di Hesediel?” domandò Michele combattivo “Tutti voi pensate che nel mio cuore non ci sia posto per i sentimenti, ma in realtà non è così”
    “Allora dimostralo” lo incitò Astrea “Adesso voglio stare sola”
    L’arcangelo della giustizia non rispose e alla fine volò via. La Personificazione della Giustizia non voleva essere troppo dura, ma alla fine non voleva biasimarsi per come si sentiva. La fiala dell’essenza dell’angelo che aveva tanto amato la osservava come se fosse il Santo Graal. Mescolando sapientemente gli ingredienti, lo specchio di lapislazzuli sarebbe rinato a nuova vita, portando la salvezza del Purgatorio e la rovina di sua figlia Hesediel.
    L’essenza dell’angelo che aveva tanto amato…
    Nelle mani della madre di Hesediel. Prese la fiala dell’essenza angelica e la soppesò davanti a sé. Non voleva crederci. Alla fine Lucifero aveva fatto l’ultima cosa di cui nessuno si sarebbe aspettato. La Lancia di Lete. I prescelti sarebbero arrivati da lei per prendere l’ultimo tassello. Era stata una giornata davvero estenuante, il Creatore dell’Inferno aveva rinunciato all’Inferno, Cassandra voleva rinunciare al suo potere….Si era dimenticata di qualcuno?
    Non poteva fare altro che aspettare l’inevitabile. Nello specchio vide il sorriso di sua figlia che baciava appassionatamente Chamuel. Negli occhi comparvero altre lacrime. A volte essere mortali era molto più semplice.
     
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  13. sahany09
     
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    Sempre grande, Gabry!!
    Bello lo scontro Michele - Lucifero. I meglio !!
    E si: decisamente, essere un angelo è piuttosto complicato.
    Alla prossima. :)


    Ok, anch'io sto arrivando con una nuova puntata della mia fiction.
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Grazie mille Sahany :wub: Sempre molto gentile ^_^
    Sono contenta che ti sia piaciuto lo scontro tra Michele e Lucifero ^_^ Diciamo che essere immortali non è sempre una bella cosa, hai un pò di responsabilità in più...E se ci si mette anche uno specchio che scombina tutto, le cose si complicano ancora di più. Anche Astrea, la mamma di Hesediel e Sheeira non è messa bene... Grazie ancora :kissing:
     
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  15. sahany09
     
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    Qualcuno, tempo fa, ha detto: grossi poteri, grandi responsabilità !!!
    Essere immortali non è da tutti. Si, bisogna dire che alcuni personaggi della tua ff sono in una situazione....un pò critica.
    Comunque, ancora complimenti.



    Ieri sera ho postato la 3a puntata della mia ff. Reggiti forte!! C'è l'interpretazione del triangolo. Non so se ho superato i limiti della follia e di me stessa. Buon divertimento !!
     
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140 replies since 15/8/2012, 14:06   1367 views
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