Stairway to Purgatory-Lo specchio di lapislazzuli di Eve

Ennesimo esperimento strambo

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  1. sahany09
     
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    Accidenti! Ho cercato di stare attenta a farlo bene questo capitolo, ma qualche volta faccio una cattiva figura con i tempi verbali :unsure:

    Tranquilla. L'Italiano è una lingua terribile e i dubbi sui tempi verbali vengono a chiunque. Io ho sempre una grammatica italiana a portata di mano. La uso pochissimo, ma non si sa mai ! Averla nelle vicinanze della mia scrivania, esercita influssi positivi. :)
     
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    Buon pomeriggio a tutti,
    augurandovi a tutti una serena e meravigliosa Pasqua, che sia serena e gioiosa e piena di buonissimo cioccolato, ecco a voi il nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory"...In questo capitolo vediamo le Moire e un incontro un pò speciale con Dio...ovviamente non intendo offendere nessuno con questo capitolo, ho solamente immaginato un possibile incontro tra lui e i suoi angeli. Ma non vi anticipo nulla :-) Vi auguro buona lettura :) Gabrielle :D
    Spero che vi piaccia :pray: :pray:
    PS: Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel capitolo :-)

    Tempo imprecisato- Nella reggia delle Moire e nella dimora di Dio


    “Sorellina, ti prego dimmi che non lo hai fatto. Per favore dimmi che è tutta un’illusione, che sto sognando, che… ”
    Cloto era appena arrivata dalla riunione della creazione della Lancia di Lete, indetta da Binael, e aveva appena spiegato quello che era successo in Paradiso. Atropo era stupefatta della decisione della sorella, una scelta totalmente inaspettata. Non poteva assolutamente rinunciare al suo ruolo, non poteva assolutamente, lei era la Moira della Vita, lei era l’amministratrice del potere dell’Arcolaio di Zoe, quella che presentava la lista delle persone che dovevano nascere direttamente a Dio, la massima onorificenza in Paradiso…
    “Invece l’ho fatto” esclamò Cloto caparbia “L’ho fatto per una giusta causa e tu dovresti essere la prima ad appoggiarmi. Non dovresti ostacolarmi”
    Atropo non seppe cosa dire, colpita da un lato dalla decisione della sorella di avere fatto una cosa molto nobile, molto probabilmente nessuno avrebbe avuto il suo coraggio, o forse in pochi, dall’altro lato era arrabbiata. Maledetto Crowley e la sua decisione di scalare i vertici del Purgatorio e avere scombinato l’equilibro. Se mai fosse esistita una persona che meritasse di stare ai vertici del suo quadernetto di Thanatos, bè il demone li superava tutti. Non le importava nulla se lo aveva fatto perché Eve gli aveva impedito di vedere la loro figlia, se Chronie aveva al suo interno il dna dell’Inferno e del Purgatorio, il demone aveva scombinato l’equilibro e come tale doveva morire. E se non erano i fratelli Winchester a farlo, lo avrebbe fatto lei personalmente. Si ricordava perfettamente, il giorno in cui erano state insignite da Dio, il giorno in cui avevano ricevuto il dono della Morte, Vita e Rinascita, un dono da dispensare con saggezza e discrezione, un dono da non prendere affatto alla leggera. Avevano giurato di stare insieme, di…
    “Perché?” continuò a dire Atropo nella sua missione di dissuadere la sorella “ Tu non avevi nessun impegno a fare la Lancia di Lete, lascia fare agli altri questo sacrificio. La Vita è la tua missione, non una prerogativa di altri.”
    “Atropo smettila!” la riprese Lachesi, di ritorno da una missione di rinascita “ Cloto ha fatto la sua scelta e noi dobbiamo essere fiere di quello che ha fatto”
    La Moira della Morte guardò la sorella e scosse la testa, sconvolta. Due contro una, la logica era schiacciante. Per un attimo che sembrò un’eternità, Atropo osservò Lachesi e notò che era stravolta dalla stanchezza. Molti fili di Persephone erano attaccati alla sua cintura, segno che non era riuscita a salvare la gente che si era prefissata di salvare.
    “Come è andata Lachesi?” chiese Atropo interessata.
    La Moira della Rinascita sbuffò sdegnata e nei suoi occhi viola c’era tutta la stanchezza e la demoralizzazione di un essere immortale “Vorrai dire come non è andata Atropo. Il mio filo di Persephone non serve praticamente a nulla. Non appena mi azzardo ad utilizzarlo, l’anima si sfalda e dopo esplode in mille pezzi. Lo specchio di lapislazzuli è ormai compromesso e sono stanca, davvero stanca e irritata”
    “Neanche Nathaniel ti ha potuto aiutare?”
    La Moira della Rinascita distrusse i fili di Persephone inutilizzabili e negò “Nath per ora è distratto e non ha tutti i torti. Ha appena scoperto che la grazia di sua madre è fortemente compromessa e può essere salvata solo dalle catene di Semeyraza e anche che sua zia è…”
    “La Quinta Cavaliere dell’Apocalisse” sospirò Cloto con un brivido lungo la schiena “E pensare che sono stata io a creare il suo filo della Vita. Mi sento in colpa per quello che è successo”
    “Non hai nessuna colpa sorella” la consolò Lachesi circondandole le spalle con un braccio “Hai fatto solo il tuo lavoro da Moira. La colpa di tutto questo è di un certo demone di nostra conoscenza con le manie da conquistatore spagnolo”
    “Chi sarà la nuova Moira della Vita, allora?” domandò Atropo, interrompendo bruscamente il discorso tra Cloto e Lachesi.
    Per un po’ Cloto non rispose, posizionando la lancia di Lete all’interno di una teca protetta e dopo disse “Haniel, sarà Haniel, il nuovo Moira della Vita”
    “Bè hai fatto una scelta giusta” borbottò Atropo, spostandosi i capelli dietro l’orecchio e confessò “Non mi piace essere separate, abbiamo svolto il nostro lavoro sempre insieme, sarà strano avere una persona nuova nel gruppo”
    La Moira della Vita la guardò intenerita e l’abbracciò. Sapeva molto bene che cosa comportava il potere di Atropo, lo aveva sperimentato su di sé in un giorno dello scambio dei poteri, e aveva costatato che si basava essenzialmente sulla separazione e sul congedo. Atropo era troppo abituata a separare le persone per accettare questa cosa nella propria cosa.
    “Nessuno ci separerà sorellina” affermò Cloto sicura di sé “Ho solo bisogno di staccare un po’. Sulla Terra il mio dono di creare la vita, anzi di farla iniziare, avrà una maggiore importanza che…” s’emozionò e fece fatica a continuare “farlo qui”
    “Ti sei affezionata agli esseri umani non è vero sorellina?” intervenne Lachesi perspicace.
    “Già”
    Atropo volle ribattere, ma alla fine ci rinunciò. Nulla di ciò che avrebbe detto in quel momento, avrebbe cambiato le sue decisioni. Quando Cloto decideva una cosa, bè era quella. Lachesi prese la Lancia di Lete e fu pervasa dal potere di quell’arma, costruita con il sacrificio di alcune persone che avevano deciso di rinunciare al bene più prezioso. E nella mente balenò una domanda.
    “Quando smetterai di essere la Moira della Vita, Cloto?”
    “Farò l’ultimo filo di Persephone per Hesediel/Christine” affermò Cloto sicura di sé “Poi deciderò di scendere sulla Terra come una comune mortale” poi si rivolse con fare ironico ad Atropo “Trattami bene Hany, mi raccomando”
    “Gli renderò la vita un vero e proprio inferno” dichiarò Atropo trionfante.
    “Posso immaginarmelo” sogghignò Cloto e si girò a guardare il cielo soprastante.
    “La lancia di Lete quando dovremmo consegnarla Cloto?”chiese Lachesi curiosa “Binael ti ha detto qualcosa al riguardo?”
    La Moira della Vita scosse la testa “Non mi ha detto nulla. Credo che saremo informate solo all’inizio della battaglia per la salvezza del Purgatorio. Spero solo che Hesediel si possa salvare”
    In quel momento una tromba le fece sobbalzare e videro tre angeli schizzare verso la sommità del Cielo. Erano Balthazar, Gabriel e Castiel che salivano verso Dio.
    *
    “Immagino che avete deciso tutto di vostra spontanea volontà”
    I tre angeli si guardarono intorno e non risposero, indecisi su quello da dire. La voce si manifestò come un uomo senza fattezze definite, dall’apparente età di 65 anni, dal viso androgino, un essere tanto fragile da sembrare incommensurabilmente potente e da non sottovalutare “Non avete avuto la minima intenzione di consultarmi per una cosa tanto importante”
    Grattandosi la barbetta, Balthazar intervenne ironico “Padre noi ti volevamo chiamare, ma qualche volta attiva la segreteria telefonica o iscriviti a Facebook, Twitter, Instangram, la lista è lunga! Dovresti essere al passo dei tempi. Sei così antiquato”
    Senza dare il tempo di difendersi, Dio estese la mano e creò un vortice d’aria, il quale costrinse Balthazar e Gabe a tenersi con tutte le loro forze per evitare di cadere dal Cielo. Una caduta da quella altezza significava la rottura della grazia. Non era proprio il momento.
    “Gabe sappi che se morirò, ti voglio bene”
    “Smettetela voi due” esclamò Cass mortificato e dopo si rivolse direttamente a Dio “Padre lei ha ragione per essere furibondo con noi..”
    “Non sono arrabbiato”
    I tre angeli lo guardarono sconvolti, mentre Dio si sedeva su un trono di nuvole e li guardava con sguardo neutro “Se fossi arrabbiato, non esiterei un istante a strapparvi le ali e a gettarvi all’Inferno. Sono solo un po’ contrariato dalla decisione di lasciarmi in disparte, come un soprammobile da tenere in considerazione solo quando c’è occasione”
    “Ehm… prima che tu mi butti da questa nuvola, ti vorrei ricordare che a Lucifero…
    “Lucifero ha meritato la sua punizione, ho dovuto strappargli la grazia. Ma questo argomento ne parleremo più tardi, perché ci sono delle cose importanti che vi dirò. Convincendosi di fare del bene e badate che non sono per nulla arrabbiato con lui, Michele ha ritornato la grazia a Lucifero, ma non ha messo in conto dell’effetto collaterale che ha scatenato. Non mi hanno fatto Dio perché ero simpatico, sono Dio perché ho creato e so il retroscena che c’è dietro ad ogni sfumatura. E questo lo dovrei ricordare a un certo angelo scribacchino di mia conoscenza”
    A questa argomentazione i tre angeli non seppero come controbattere e dopo Gabe s’azzardò a chiedere “E allora perché questa dimostrazione di forza?”
    Il Signore del Cielo unì le dita e spiegò “Perché se non, bè non sarei chi sono io veramente. Andando ad altre cose, siete sicuri della vostra scelta per la Lancia di Lete? Perché se nessuno ve lo ha spiegato, bè sarà un processo irreversibile. È una decisione da prendere non alla leggera. Se dite di sì, non ci sarà possibilità di tirarsi indietro”
    “Io ne sono assolutamente convinto” esclamò Gabe convinto “Io sono convinto della mia scelta”
    “Gabriel, Gabarel” disse Dio e l’arcangelo delle annunciazioni deglutì, incerto se considerare il suo nome come un fattore positivo “Tu sei stato un mio fido comandante in capo durante la battaglia contro i Vigilanti e dei loro figli, i Nephilim, per la salvezza del genere umano. E adesso vengo a scoprire che sei il custode, l’angelo custode di due Nephilim angelici”
    “Michelle e Nathaniel non sono i mostri che abbiamo cacciato” ribattè Gabriel infervorato.
    “So benissimo che non sono dei mostri e neanche io voglio che loro vengano uccisi. Ma dimmi la verità e tu lo sai che non me la puoi negare” si fermò e lo inchiodò con uno sguardo d’azzurra immensità “Tu hai deciso di rinunciare al tuo potere da arcangelo perché in caso di mandato di uccisione celeste nei confronti dei figli di Hesediel e di Haniel, tu saresti l’unico e il solo a poterli uccidere? E non ti potresti sottrarre al mio comando”
    Gabe deglutì e si lasciò trasportare dai ricordi. Nella mente balenò il ricordo di quando aveva avuto l’ordine di uccidere Dyara e Gasyas, i figli gemelli di un Vigilante, colpevoli solo di essere figli di un amore sbagliato. Quei due bambini erano l’emblema della fanciullezza, non meritavano affatto di essere uccisi, ma aveva eseguito il suo compito come un bravo soldato. Poi aveva visto di chi erano i figli e la vergogna di quel gesto scellerato lo perseguitò per decenni, se non per interi secoli. Ancora non aveva avuto il coraggio di guardare il Vigilante in faccia.
    “Sì signore”
    Per un attimo nessuno parlò e dopo Dio estese le braccia e proclamò “Meriteresti di essere un Serafino, non di avere tolti i poteri da arcangelo delle annunciazioni. Ma se è questo ciò che vuoi, hai la mia benedizione”
    Gabe s’inginocchiò e spalancò le ali, chiudendo gli occhi. Cass e Balthazar si avvicinarono a lui, ma il Signore del Cielo spalancò le ali invisibili dietro di lui e allontanò dolcemente i due angeli, per evitare che la loro grazia potesse essere compromessa. L’arcangelo delle annunciazioni si trattenne dall’urlare quando Dio gli tramutò la grazia in anima umano, un operazione che lo fece sentire come immerso in una landa bollente e in un calderone ghiacciato. Tutte le emozioni belle e brutte degli esseri umani si riversarono su di lui, lasciando basito e anche sconvolto, in quanto aveva visto le emozioni degli esseri umani soltanto dal punto esterno, ma dal punto di vista interno era tutto un altro discorso. L’ira, la superbia, l’avarizia, l’accidia, la lussuria, l’invidia, gola, il desiderio di rivalsa, gli esseri umani erano davvero straordinari e imprevedibili. Pianse calde lacrime quando Dio gli diede l’emozione della nascita e potè comprendere ancora meglio cosa provavano le mamme. Capire meglio come si sentivano le partorienti.
    Al fine della trasformazione da arcangelo a umano, Gabriel guardò negli occhi color terra bruciata e azzurro scuro di Dio e aspettò l’effetto finale, quando all’improvviso Dio battè le mani.
    “Ancora sento il potere dell’annunciazione” affermò Gabriel stupefatto.
    “Io ho trasformato la tua grazia nell’animo umano. Ma non posso togliere ai miei figli il loro dono, specialmente un dono bellissimo come quello di annunciare la nascita di un bambino. Ovviamente non potrai prevedere quando quella persona partorirà, ma avrai un sesto senso più sviluppato e con questo, bè capire quando è il momento giusto. Poi non sarai solo giusto?”
    “No, ci sarà Gary degli Alphas con me” dichiarò Gabriel in tono orgoglioso, poi chiese sconvolto “ Ma potrò uccidere i Vigilanti per l’attivazione delle catene di Semeyraza?”
    “Potrai farlo” annuì il Signore del Cielo e Gabe sospirò “ Ma non potrai individuarli spiritualmente, avrai bisogno di Cass e Gabe per farlo. Questa è l’arma con cui dovrete ucciderli”
    E mostrò una freccia, apparentemente normale, ma che per i tre angeli aveva un significato recondito. Era la prima freccia del Paradiso, la freccia da dove un Vigilante aveva iniziato il suo lavoro di trasformare gli esseri umani in guerrieri.
    Dio stava per pensare a come aiutare Gary nella sua missione sulla Terra, quando si accorse della faccia storta di Balthazar e si girò a guardarlo. L’angelo digrignò i denti, non sapendo quello da dire e alla fine Dio lo incalzò in tono autoritario “Hai qualcosa da dire, Balthazar?”
    “Perché ho la netta impressione che ci sia un ma che aleggi come una nebbia intorno a noi?” intervenne Balthazar perspicace “La tua benedizione ha sempre un lato nascosto, il quale è difficile da decifrare”.
    “Nessun lato nascosto Balthazar” affermò Dio con serietà “Io non faccio giochetti, non sono come Lucifero “.
    “Perdonami se non ci credo” sbuffò l’angelo combattivo “Ti sei dato troppo alla macchia per avere la mia completa fiducia, hai fatto il buono e il cattivo tempo, ti sei dimostrato un Dio arrabbiatissimo con tutti e dopo uno che dispensa baci e abbracci, tu sei…”.
    “Io mi sono dato alla macchia?” tuonò Dio e Balthazar si sentì come se un grosso peso lo schiacciasse “Voi avete deciso di vostra iniziativa, avete creato tutte le situazioni, poi osate dare la colpa a me? Non farmi pentire di averti graziato Balthazar, troppe volte ho chiuso un occhio per le tue marachelle, ma non abusare della mia pazienza perché anche se è infinita, qualche volta esaurisce”
    Poi il Signore dei Cieli distolse lo sguardo e chiese “Spiegami il vero motivo perché hai creato la Lancia di Lete”.
    “L’ho detto” dichiarò Balthazar tronfio “ L’ho fatto per evitare di saccheggiare la camera delle armi. Ho deciso di fare il bravo ragazzo”
    Dio battè le mani e materializzò accanto a sé le catene di Semeyraza. L’angelo deglutì ma non lo diede a vedere. Gabe si accorse del cambiamento repentino di Balthazar, ma non osò intervenire. L’aria si fece rarefatta intorno a loro e dopo Balthazar urlò “Tu hai fatto il bello e il cattivo tempo prima e dopo hai deciso di ritirarti dalle scene, lasciandoci da soli. Ho fatto quello che ho fatto e lo rifarò volentieri”
    “Che cosa hai fatto Balthazar?” domandò Cass curioso.
    “Ha rinunciato alla sua grazia. Le catene di Semeyraza, una volta attivate, possono essere toccate da una persona senza nessuna attività soprannaturale. Appunto gli esseri umani”
    Balthazar guardò Dio, incerto se essere contento che il suo segreto era stato svelato o arrabbiato per questo. Era totalmente sincero quando diceva quello che lo aveva fatto volentieri, ma c’era un segreto legato a questa scelta, un segreto che non avrebbe rivelato neanche sotto tortura. Lo faceva sì per Hesediel, era stata la sua maestra di vita in Paradiso, non poteva permettere assolutamente che venisse uccisa, ma aveva un altro motivo. Cloto gli aveva mostrato il futuro, la disperazione di Sam/Chamuel…
    “Allora per i tre Vigilanti…?”
    “La tua grazia sarà tramutata dopo che sono stati uccisi i tre Vigilanti, non un minuto prima né un minuto dopo”
    “Grazie”
    “Sapremo qualcosa su chi sono i tre Vigilanti da uccidere per attivare le catene di Semeyraza?”
    Il Signore dei Cieli schioccò le dita e materializzò una pergamena fatta di piume di fiamme dell’inferno, a testimonianza che i Vigilanti erano figli del Paradiso ed erano diventati seguaci dell’Inferno. La consegnò personalmente a Cass “Quando vedrete un Vigilante da uccidere, la pergamena diventerà nera” poi fece un sorriso un po’ malizioso “La scelta che hai fatto è davvero lodevole”.
    “Qualche volta ho pensato che fossi geloso di Violet” sghignazzò Gabe ironico.
    “Dean è solo mio protetto” dichiarò Cass convinto.
    “Ma è anche una persona a cui daresti la tua grazia e il tuo coraggio. Dean non è solo un tuo protetto, ma è il tuo amico, il tuo fratello umano, forse lo hai considerato più fratello di quanto hai fatto con i tuoi veri fratelli. Non so se hai mai provato qualcosa di più per lui, ma decidere di rinunciare ad essere il suo angelo custode dopo la sua morte…”
    “Non sei arrabbiato per questo?”
    “Castiel, angelo del giovedì, volere bene non una cosa che mi fa arrabbiare. Ma ti devo dire una cosa, non potrò esimerti dall’essere l’angelo custode di Dean”
    Cass strabuzzò gli occhi blu e chiese “Perché no?”
    “Il legame che c’è tra un protetto e un protettore è un legame che nemmeno io posso sciogliere. So i tuoi intenti nobili nel formare la Lancia di Lete, ma c’è una piccola difficoltà”
    “Quale?”
    “Non potrai scegliere il luogo dove il tuo protetto andrà. Se Atropo reciderà il filo di Persephone, dovrai seguirlo senza fare discussioni. Ci stai?”
    “E resterò il suo angelo custode?”
    “Sì”
    “Allora va bene” e allora Dio sfregò le mani e Cass sentì il potere dei tre regni dissolversi nella sua grazia e Gabe interruppe tutto dicendo “Che cosa volevi dire quando volevi dire che Michele non ha tenuto in considerazione gli effetti collaterali?”
    “Che se non strappa la grazia a Lucifero dopo la battaglia, mi vedrò costretto a trasformarlo” lo sguardo che diede ai tre angeli fu davvero particolare “in un nuovo Lucifero”.
    Dopo i tre angeli videro la nuvola scomparire, con nuovi dubbi e nuove rivelazioni. Rivelazioni che, forse, era meglio non scoprire. I prossimi obiettivi erano l’essenza del Paradiso e l’uccisione di tre Vigilanti. Certamente non cose da poco. Gabe si commosse vedendo Hesediel travolta dall’abbraccio di Nathaniel e Michelle.
    Anche se l’orrore e la rabbia la facevano da padrone, l’affetto era sempre una bella novità.
     
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  3. sahany09
     
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    Ma che bella puntatina !!
    Forte il paragrafo dell'incontro con il Padreterno che mi sembra cucini a dovere i suoi "collaboratori" . Balthazar è sempre il solito, e anche Gabe non è da meno. Quei due mi fanno morire ! :D Insomma: bel lavoro. Brava !! :)

    Alla prossima.

    In settimana dovrei tornare. Ho un pò d'impicci, ma dovrei farcela. ;)
     
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    Grazie mille Sahany :-D Sono molto contenta che ti sia piaciuta questa nuova puntata della mia fanfiction ^_^ Eh sì il Padreterno è stato un tantinello severo con i nostri angioletti e ovviamente Balthazar e Gabe sono davvero uno spasso ^_^ Però tutti stanno rinunciando a qualcosa di importante :( Posso dirti che nei prossimi capitoli ci sarà molta più adrenalina del solito :-) Grazie mille :kissing:
     
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  5. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Posso dirti che nei prossimi capitoli ci sarà molta più adrenalina del solito :-) Grazie mille :kissing:

    Prego. Non c'è di che. :)
    Ci sarà adrenalina anche nei prossimi capitoli di Trash. ;)

    A presto. :)
     
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    Buon giorno a tutti,
    eh sì sono ritornata ^_^ I lettori si accalcano a guardare, si stropicciano gli occhi increduli che l'autrice sia ritornata, ma sì sono ritornata ^_^
    *I lettori abbracciano l'autrice, contenti che sia ritornata*
    Scusatemi ma l'Ade mi ha richiamato urgentemente, sono riuscita a liberarmi un pò e date la colpa a Crowley perchè si è intestardito a volere una biografia fatta da me...Soffre di disturbo narcisistico, il piccolo demone -.- A parte questo mio piccolo delirio, questo capitolo è davvero molto importante perchè vengono chiariti alcuni misteri riguardo allo specchio di lapislazzuli, alcuni piccoli chiarimenti, ci sono degli importanti flashback riguardo alla vita passata di Christine e c'è una piccola dedica a una persona all'interno del racconto, ma non voglio dire a chi l'ho dedicata ^_^ Piccolo segreto ^_^
    Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel capitolo ^_^
    Mi auguro che vi piaccia e che vi emozioni quanto ha emozionato me a scriverla ^_^ O almeno io ci provo sempre a farcela ^_^
    :pray: :pray:
    Ps: Per farvi ridere mi sono accorta che il correttore automatico di Word considera Winchester al femminile :lol:


    Ricordi del passato e la partenza dei prescelti


    Mentre Cass, Gabe e Balthazar stavano ritornando a casa dopo l’incontro-scontro con Dio, con la nuova missione di uccidere i tre Vigilanti e attivare così le catene di Semeyraza, per riparare la grazia rotta della loro amica ed evitare che potesse diventare un arcangelo vegetale, Christine e gli altri ricomparvero all’interno della biblioteca di Haniel, appena prima che la luce del sole desse l’ultimo fugace guizzo, colorando la stanza di arancione infuocato e nel cielo si stagliassero le prime timide stelle. L’arcangelo della misericordia e della giustizia calcolò male il momento in cui doveva fare riposare le ali e finì per sbilanciarsi contro un mobiletto, contenente libri di cucina, sbattendo violentemente la testa e procurandosi una ferita profonda lungo la guancia destra. Sam fu subito da lei e l’aiutò a rialzarsi. L’arcangelo delle Potestà non potè esimersi dal fare una smorfia di tristezza mista a disgusto nel vedere le ali della sua compagna ridotte in quello stato. Dapprima forti e maestose, vero simbolo e potenza delle Dominazioni, di quella gerarchia che proteggeva i sovrani di tutto il mondo, adesso stavano perdendo piume e i muscoli avevano perso tonicità e le ossa erano fragilissime. Sarebbe bastato un colpo ben assestato alle ali di Christine per compromettere la sua incapacità di volare. L’angelo che aveva scacciato Lucifero assieme a Michele, adesso stava diventando l’ombra di se stesso e Sam si arrabbiò perché non era in grado di aiutarla di più.
    Attinse alla sua essenza da Potestà e cercò di guarirla, ma il danno era troppo esteso. In alcune zone i legamenti erano frantumati e ricostruirli avrebbe significato spendere un’energia che Sam non aveva.
    L’unico modo per guarirla era ripristinare lo specchio di lapislazzuli, ma ripararlo significava far ritornare la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse e condannarla a morte.
    Porca buttana!
    Ovunque si girassero, sembrava che ci fossero più problemi che soluzioni nei paraggi. Indipendentemente dal fatto che avrebbero riparato o no lo specchio, Christine era spacciata. A un certo punto una delle ali di sinistra prese fuoco color azzurro chiaro, il quale partì dalle punte fino a salire alla sommità e la ragazza sussurrò debilitata “Tersicore è morta”.
    La musa della danza era morta, dopo un lungo periodo di agonia. Era stata recuperata al limite delle forze dalla squadra di guarigione capeggiata da Raffaele, era stata sottoposta al trattamento con la grazia di angelo, per cercare di riparare i danni che il veleno dell’Idra di Lerna aveva provocato, danni che in un normale essere umano avrebbero portato alla morte nel giro di tre minuti, ma gli sforzi furono vani.
    In realtà c’era un altro modo per poterla salvare, ma serviva la collaborazione delle altre sorelle. E con Crowley alle calcagna, le rimanenti muse avevano deciso di tenersi lontano dai riflettori. Nonostante fossero molto addolorate della sua morte, sapevano di non dovere correre rischi. Se fossero morte tutte le muse, le arti sarebbero scomparse definitivamente dalla Terra.
    Nessuno aveva voglia di parlare, tutti erano concentrati su quello che era successo nell’Anti-Purgatorio, sul cercare di capire il senso dietro le parole di Gemma Ioanthe, la Lycos Eros. Si era congedata in modo misterioso, affermando che ci poteva essere una lievissima speranza per Violet, lasciando più dubbi che soluzioni.
    “Come stai?” chiese Sam preoccupato.
    “Sto bene” disse Christine con un sorriso anemico, togliendosi i pezzi di vetro dalle ali “Ho solo calcolato male il momento in cui dovevo far riposare le ali. Sammy conserva l’energia per cose più grosse di una mia caduta”.
    “Christine” esclamò Sam preoccupato “Tutto questo vale la tua vita? Pensa alla tua famiglia, a tutte le persone che ti vogliono bene, pensa a me”.
    Christine gli prese le mani e sospirò, commossa dall’amore che Sam aveva per lei, un amore che derivava dal Paradiso “Sam, che arcangelo sarei, se abbandonassi il regno cui ho prestato la mia fedeltà e la mia protezione? Sarei solo un arcangelo disonorevole e non avrei neanche la forza per guardarti in faccia”.
    Sam scosse la testa, confuso e al tempo stesso molto orgoglioso di lei. Molti si sarebbero fermati a quel punto, ma lei era determinata a prendere molto seriamente quella missione, a difendere quel regno a metà tra il bene e il male. Ma si doveva ricordare che era una madre e non solo un angelo, cui il Paradiso aveva preteso troppo e distribuito quasi nulla. Aveva due figli di cui occuparsi.
    “Quello che fai è molto nobile Chris, ma pensa anche alla tua famiglia! Tu non sei solo un arcangelo, un soldato di Dio, ma sei anche una mamma e la mia compagna, la compagna con cui vorrei stare fino alla fine dell’eternità” fece un respiro profondo “ E anche oltre”.
    La parola “compagna” la calcò più volte, speranzoso di poter fare sentire tutto l’amore che provava per lei. La ragazza si emozionò e baciandolo affermò “ Lo faccio anche per loro”.
    “Se tu muori, allora morirò anche io” decise Sam, afferrandole le mani, memore di una Christine terrorizzata e di un Lucifero sghignazzante “Io non posso sopportare di nuovo la tua perdita. Io ti ho già perso troppe volte, per sopportare di nuovo tutto questo. Ci sono milioni di angeli che possono occupare il tuo posto Chris, non ti puoi addossare sempre tutto il peso dei problemi altrui. Se tu te ne vai, allora me ne andrò anche io!”
    Christine impallidì e prendendogli il viso tra le mani “ No, non lo fare. I nostri figli hanno bisogno di un genitore accanto che li supporti e li consoli della mia morte, non hanno bisogno di due brutte notizie nello stesso tempo”
    “Tu sei la loro mamma!” cercò di farla ragionare, scuotendola per le spalle “Per favore Chris”.
    L’arcangelo della giustizia e della misericordia baciò appassionatamente Sam, il quale capì immediatamente che qualunque cosa avesse detto, sarebbe caduta al vento. Christine soffriva molto per quella scelta sofferta, a metà tra il suo dovere da madre e il suo dovere da arcangelo, eterna funambola di decisioni ultraterrene, le quali si divertivano a rovinarle la vita. Sam fletté il braccio destro e ruppe una vetrinetta con un pugno, ignaro del sangue che gli scorreva nel polso.
    “In questo momento, prenderei Crowley a calci”.
    “Conserviamo la rabbia per qualcos’altro che un demone con manie di grandezza, un demone con la sindrome del conquistatore spagnolo” gli consigliò Christine saggia “ Poi dovresti fare la fila, quel piccolo bastardo ha una fila di nemici infinita”
    Il cacciatore fu contento che almeno la vena ironica di Christine non si fosse persa. Dopo l’arcangelo della giustizia e della misericordia baciò Sam e gli promise “Lotterò Sam, lotterò fino alla fine. Farò sudare sette camice a Empusa, prima di uccidermi, sta tranquillo”.
    “Me lo prometti?”
    “Ehi” esclamò Christine, fingendosi offesa e facendo la linguaccia “Ti vorrei ricordare che sono stata io a buttare a calci Lucifero. Abbi fiducia in me”
    “Sei la mia rovina”
    “Ti amo” ribattè Christine baciandolo in fronte “Hai fiducia in me?”
    Sam annuì e Christine lo baciò appassionatamente. Sapeva che gli stava chiedendo tantissimo, di stare rischiando più delle altre volte, ma voleva riscattare l’immagine di quel regno che molti avevano sfruttato per il proprio tornaconto. Voleva insegnare ai suoi figli il valore di difendere ciò che si amava, anche a costo della propria vita.
    In Paradiso le avevano insegnato che il Purgatorio era il ricettacolo delle più orride creature, creature abituate solo al sangue e alla caccia, ma non era stato così.
    La loro non era solo mera sopravvivenza e in alcune cose, bè i mostri del Purgatorio erano meglio di loro. Gli animali non erano buoni o cattivi, era l’ambiente che li influenzava al tal punto di farli diventare ciò che erano.
    Ma se per gli angeli gli scopi erano animati da un bene superiore, un bene a volte troppo sottile e controverso, i demoni dai peccati e dai propri tornaconti, i mostri lo facevano solo esclusivamente per la sopravvivenza della propria specie. E lo aveva scoperto con i suoi occhi, durante un’escursione segreta con Sheeira, in un momento di disobbedienza ad Astrea.
    *
    “Shy, andiamo. Il sole sta calando all’orizzonte”
    Sheeira sbuffò innervosita e si appoggiò al tronco di una betulla dalle foglie giallastre, spostando un ciuffo biondo dalla faccia “Per tutte le Moire, Hesy! Per essere l’arcangelo che butterà a calci Lucifero dal Paradiso, in questo momento mi sembri una che ha paura perfino della sua ombra. Dimostra il tuo coraggio!”
    “Sono quasi i vespri” ribattè Christine cocciuta, esasperata dalla testardaggine della sorella, notando come il cielo stesse mutando da un azzurro chiaro a un blu vellutato “Manca poco alla chiusura e non sappiamo quando potremmo ritornare indietro”
    Sheeira spalancò le ali e nei suoi occhi si accese una luce di rabbia e di frustrazione, la seconda perché Hesediel non assecondava i suoi desideri.
    “Se vuoi, torna tu indietro” esclamò Sheeira caparbia “Io voglio vedere se le voci sul Purgatorio sono vere oppure no. Voglio vedere se il Purgatorio è davvero il ricettacolo delle più orride creature. D’altronde anche Binael ci ha insegnato che dobbiamo andare oltre le apparenze e vedere il nascosto dietro la facciata. Bisogna smantellare i pregiudizi e vedere la verità”
    Hesediel aveva capito il motivo della scelta della sorella, era onorata di tutto questo, tuttavia tentò invano di farla ragionare “Non puoi farlo di giorno? Abbiamo circa ventuno ore di luce. Le leggi ultraterrene sono abbastanza severe a tal riguardo”
    “Che vadano a quel paese le regole!” esclamò Sheeira senza mezzi termini “ Durante il giorno, il Purgatorio è un mortorio. Durante la notte che si anima, che dà il meglio di sé”
    E detto questo si ferì alle ali e lasciò cadere alcune gocce di sangue e grazia angelica sul terreno. Quest’ultime si fusero insieme a creare una porta dimensionale, un fragile velo tra i due regni, tra la promessa di libertà e un Panopticon sovrannaturale. Una leggera brezza scompigliò i capelli biondi di Sheeira e quelli castano scuro di Hesediel e al di là, le due ragazze sentirono il gracchiare dei corvi, il sibilo di alcuni serpenti che strisciavano e quelli che dovevano essere denti che digrignavano.
    “Sheeira!”
    “Io vado!” esclamò Sheeira convinta e incominciò ad addentrarsi “Tu vieni?”
    L’angelo guardò con titubanza la porta sovrannaturale e dopo prese la mano della sorella. Il viso di Sheeira si illuminò dalla felicità e le promise “Vedrai che non ci pentiremo di questa scelta”
    E dopo tutto venne sommerso da una luce accecante.
    *
    “Voi chi siete?”
    Hesediel sobbalzò stupefatta e si rizzò a sedere, appoggiando la schiena su un albero annerito. Lei e la sorella erano circondati da un gruppo di licantropi, guardinghi con le lance in mano, in una proporzione di due a venticinque, tutti muscolosi e agguerriti. Una situazione ideale! Guardò la sorella, la quale non era affatto spaventata, anzi era affascinata e abbastanza incuriosita dal gruppo. La sua attenzione era concentrata su un licantropo di poco più grande di vent’anni, capelli tagliati corti e leggera barbetta, il quale era scostato dal gruppo e si fumava una sigaretta, come se il problema del gruppo non lo riguardasse minimamente. Il licantropo sorrise di sfuggita e dopo si concentrò sulla sigaretta. Sheeira lo fissò ancora per un po’ e dopo distolse gli occhi, imbarazzata. Era la prima volta che accadeva una cosa del genere. Di solito era lei che fissava così intensamente una persona da costringerla a calare lo sguardo.
    “Vi abbiamo chiesto chi siete?”
    Hesediel guardò negli occhi quello che doveva essere il capo del gruppo. Aveva i capelli rossi lunghi fino alle spalle, mascella pronunciata, barba folta e ben curata e nel braccio aveva tatuato un nome “Fabian”.
    “Non sapevo che gli angeli fossero sordi oltre che a stupidi” sghignazzò il cosiddetto Fabian, facendo ridacchiare tutti gli altri licantropi “Che peccato”.
    Sheeira si alzò di scatto, facendoli ringhiare e si presentò, per nulla intimorita dall’ironia di Fabian “Io sono Sheeira Kalievra, appartengo alla categoria dei Principati e se mi fate incazzare vi faccio un culo tanto. Lei è…”
    “Io sono Hesediel o meglio Christine Lilyane e sarò la capogerarchia delle Dominazioni”
    A quelle parole Fabian impallidì e si mise a confabulare con un suo collega, un tipo pelato e con un orecchino di diamante al lobo dell’orecchio destro. Hesediel poté distintamente sentirli dire, nonostante stessero parlando in ringhi e ululati “Non può essere il nostro arcangelo…”.
    “Il vecchio sciamano Lithius è stato categorico su questo fatto. Dovrà essere un capogerarchia delle Dominazioni a proteggerci. Finalmente anche il Purgatorio ha un suo protettore”
    “Una donna?”
    “Non dirmi che sei sessista Fabian” lo rimproverò bonariamente il suo collega.
    “Non dire cazzate Santiux” sbuffò il licantropo, mostrando una chiosa di denti appuntiti “Sai bene che mia figlia è a capo della guardia militare lupina, non sono sessista. Solo che...”
    “Non ti fidi perché la ritieni inesperta?” terminò lui, capendo dove voleva andare a parare il suo collega “Se c’è una cosa che ho imparato qui Fabian, è che mai sottovalutare una persona. Da parte mia ha la più completa fiducia. Non sei stanco anche tu delle continue incursioni degli angeli, convinti che possono fare qualsiasi cosa, solo perché sono delle alte sfere?”.
    Fabian annuì corrucciato e guardò Hesediel che si alzava, incerto su cosa fare. Nel frattempo che la situazione si sbloccava, Sheeira si concentrò sul licantropo misterioso e con coraggio si avvicinò, sapendo di rischiare molto “Io mi chiamo Sheeira”.
    “Sheeira come la pronuncia della parola “francese” cher?”
    “Esattamente” confermò lei “Ma ti posso assicurare che non sono così cara come la parola”.
    Lui diede un’ultima occhiata alla sua sigaretta, si passò la lingua sui denti acuminati in un tentativo di essere sensuale e minaccioso “Io posso strapparti il cuore dallo sterno”.
    “Io posso bruciare la tua anima nel sonno, senza che tu ne accorga” ribattè Sheeira per nulla impressionata.
    Il licantropo sorrise divertito dall’intraprendenza di Sheeira e si congratulò con lei “Sei coraggiosa e spiritosa. Erano secoli che non vedevo una tipa come te”
    “Dovresti mangiare il cuore di persone intelligenti” lo prese in giro un suo collega, un ragazzo dai capelli biondi e occhi verdi “Così almeno ti ricorderesti”.
    “Grazie per il suggerimento Louis” sbuffò il licantropo seccato e dopo la sua voce cambiò tono, diventando più roca “ A proposito, io mi chiamo Anton Ematos”.
    “Anton Ematos?” ridacchiò Sheeira, traducendo il suo nome “Fiore del sangue? Tua madre aveva bevuto per caso quando ti ha messo questo nome?”
    “Bè” esclamò lui con un sorriso che si estese agli occhi e accarezzandosi la barbetta “Può darsi che abbia bevuto, ma non puoi negare che non abbia una certa poeticità criminale per un licantropo come me”.
    “Tu sei pazzo!”
    “Sono i pazzi che reggono il mondo e lo fanno meglio di quelli che si definiscono normali e normali non lo sono” decretò Anton convinto di quello che stava dicendo “E tu a quale categoria appartieni?”
    “Indovina”
    L’angelo gli strinse la mano e per un po’ si guardarono negli occhi. Una pozza azzurra che rifletteva due occhi castano scuro e un viso difficile da dimenticare. A un certo punto Anton spostò il braccio destro all’indietro e dai polpastrelli uscirono degli artigli affilati.
    “Sheeira, attenta” l’avvertì Hesediel.
    Sheeira non si fece cogliere impreparata e altrettanto fulminea trapassò con un solo colpo d’ala Anton, frantumandogli la cassa toracica. Il licantropo spalancò gli occhi sorpreso e dopo sibilò “Non sei una fanciulla indifesa”
    “Pensavi che noi angeli fossimo dei pappamolla buoni a nulla, dediti solo ai buoni sentimenti e a suonare l’arpa? Hai una pessima opinione di noi, lupacchiotto”
    L’angelo girò l’ala e Anton urlò dal dolore. Aveva pensato erroneamente di avere trovato un angelo indifeso. Sheeira gli sussurrò all’orecchio “Ah, a proposito hai rovinato tutto con il tuo attacco”.
    Sheeira chiuse gli occhi e si concentrò, producendo dalle piume dei filamenti in argento, avviluppando il cuore di Anton e facendo rantolare. Sapendo che l’argento era letale per i licantropi, Anton stava per avere un arresto cardio-circolatorio.
    “Sheeira, basta!”
    I compagni di Anton cominciarono a circondarle le unghie tirate fuori dai polpastrelli e fecero vedere i canini, indispettiti dall’atteggiamento di Sheeira. Fabian ordinò “Lascialo andare”
    Per un po’ Sheeira fece finta di non sentire nessuno e con movimenti decisi lo trapassò da una parte all’altra. Hesediel era inorridita dall’atteggiamento della sorella, irrispettosa sì ma che teneva in grande considerazione la vita altrui, come era giusto per una Principato come lei. Ma in Purgatorio tutto sembrava cambiato, la sua parte irrazionale stava prendendo il sopravvento e la stava trasformando in un angelo ribelle. E le fece prendere una decisione importante. Concentrandosi, Hesediel materializzò un fuoco di grazia e lo lanciò contro la sorella “Adesso basta Sheeira, ha capito la lezione”.
    “Ha incominciato lui” si difese Sheeira, trapassandolo da una parte all’altra. Poi senza preavviso, con un brusco movimento uscì l’ala e fece crollare Anton in una pozza di sangue, quasi morto.
    “Dovete andarvene” ringhiarono i licantropi furibondi “Non siete più le benvenute”.
    “No, devono rimanere”
    La voce flebile di Anton fece sobbalzare tutti dalla sorpresa. Il licantropo era strisciato fino a raggiungere un albero e appoggiarvisi la schiena. La ferita si stava lentamente rimarginando. Fabian si inginocchiò vicino a lui e cercò di farlo ragionare “Quella ragazza ti ha quasi ucciso. È un pericolo per la comunità lupina”
    “Sono stato io a incominciare” ammise Anton, trattenendo un urlo di dolore: il processo di auto guarigione richiedeva un grande sforzo di energia “Lei si è soltanto difesa”.
    Fabian lo prese per il bavero e lo scosse innervosito “Anton, tu sei uno degli ultimi Lycos Eros. Non tirare troppo la corda!”
    Anton sorrise, un sorriso pieno di sangue “Io e lei siamo più simili di quanto tu possa immaginare. Io sono un Lycos Eros e lei è una Principato, ovvero un angelo dedito ai buoni sentimenti. Entrambi siamo disgraziati dal cuore buono. Fabian, la sua è stata solo legittima difesa”
    Il capo del gruppo sollevò le sopracciglia, colpito dall’atteggiamento remissivo del collega. Di solito non era così, di solito non aveva remore a uccidere chi osava fargli del male, ma sembrava che Sheeira lo avesse colpito nel profondo.
    Non gli sembrava vero che era la stessa persona che aveva ordinato il massacro di alcuni vampiri.
    “Spero che tu sappia quello che fai Anton. Ti ricordo che..”
    “Non nominarla” ululò Anton furibondo “Fabian non nominarla mai più! Io voglio solo che sia un pallido ricordo nella mia esistenza, ti è chiaro?”
    “Anton, tu sei come un figlio per me” affermò Fabian “Non…”.
    All’improvviso Hesediel si avvicinò a loro, avanzando con il palmo teso a indicare che non aveva cattive intenzioni. Sentendosi addosso le occhiate furibonde e sospettose dei licantropi, la capo gerarchia delle Dominazioni s’inginocchiò accanto a Anton.
    Si strappò una striscia di tunica e la porse al licantropo, ordinandogli “Stringila tra i denti”.
    “So resistere al dolore” disse Anton caparbio “Puoi procedere”.
    “Non dire che non ti avevo avvertito” ribattè Hesediel sorridendo materna “Credimi, sarà peggiore di qualsiasi cosa tu abbia mai provato”.
    “Ti fidi di lei?” domandò Fabian scettico “Ti vorrei ricordare che sua sorella…”.
    “Mia sorella è una testa calda e la sua è stata una legittima difesa” interruppe Hesediel seria, fermando bruscamente la discussione prima che degenerasse “Se non lo guarisco subito, il processo di auto guarigione sarà completamente inutile e morirà tra atroci dolori. Indipendentemente da quello che tu pensi Fabian, io sono una speranza per Anton”
    Fabian borbottò qualcosa tra i denti e dopo rimase in silenzio.
    “Quale sarà il tuo nome sulla Terra?” domandò Anton incuriosito.
    “Christine”
    “Ottima scelta” disse Anton in tono debole: stava andando in ipotermia per l’eccessivo dissanguamento, ormai non riusciva più a tenere gli occhi aperti e le labbra stavano incominciando a colorarsi di blu. C’era pochissimo tempo a disposizione.
    “Tu non interverrai” decise Fabian in tono duro, prendendo bruscamente un polso della ragazza.
    “Ci tieni a lui?” domandò Hesediel arrabbiata e Fabian fu costretto ad annuire “ E allora fammi fare il mio lavoro e non ti impicciare”
    Dal palmo della mano destra fuoriuscì un filamento di grazia, il quale andò a riparare il danno che Sheeira aveva combinato. Tutto il dolore che aveva provato Anton, bè non era niente a quello che stava provando in quel momento. I muscoli delle gambe fremettero, mosse la testa a sinistra e a destra, nella bocca si formò una schiuma bianca, la quale rischiò di mandare tutto a monte, in quanto se avesse occluso le vie respiratorie, avrebbe provocato la morte istantanea. Memore delle lezioni all’Accademia di Medicina di Raffaele, Christine si avvicinò con la sua grazia e riparò il danno, aggiungendo un piccolo dono personale. Involontariamente Sheeira aveva fatto rivelare un piccolo tumore nascosto al polmone destro e così Christine potè intervenire. Il licantropo la fermò con un gesto della mano “ Non scherzavi quando mi dicevi di stringere un pezzo di panno tra i denti”.
    “Le questioni mediche non scherzano mai”
    “Perché mi stai aiutando?” domandò Anton curioso “E non spararmi la cazzata che sei un angelo, perché tua sorella mi ha appena detto che…”.
    “Non c’è bisogno che tu mi dica nulla” ribattè Christine, aggrottando la fronte di fronte a un osso difficile da riparare “Se trovo qualcuno in difficoltà, io lo aiuto, indipendentemente che sia un angelo, un demone o un mostro. Se non ti avessi aiutato, saresti stato costretto a essere rinnegato da tutti i tre regni ultraterreni. Credimi, non è una scelta felice”
    Tutti i licantropi rimasero a guardare l’arcangelo che guariva in un misto tra il sospettoso e il sollevato. L’intero processo durò un bel po’ e dopo Hesediel cadde su un fianco, esausta come se avesse corso per settanta chilometri su una gamba sola. Guarire Anton era stato più difficile del previsto.
    Anton balzò in piedi ed esclamò giovale “Sono in pista!”
    Fabian impallidì e sibilò “Allora, la leggenda era vera…”.
    Hesediel si strofinò le mani per fare cadere gli ultimi residui di grazia e Sheeira si accorse della stanchezza nei suoi occhi. Ma prima che potesse parlare, Fabian interruppe tutto e affermò, rivolto a Christine “ Voglio che tu conosca una persona”
    L’angelo annuì stupefatta e allora il gruppo dei licantropi scortò le ragazze all’interno del Purgatorio, Sheeira guardata a vista per paura di un altro suo attacco. Anton si posizionò accanto a lei con grande disappunto da parte degli altri licantropi e si congratulò “Ottimo attacco”
    “Sei un tipo strano Anton. Dovresti starmi lontano”.
    “Mi piacciono le sfide. Poi tu sei una tipa che non ha bisogno di un uomo per avere protezione. Sei un angelo con la pistola sovrannaturale” ribattè Anton “Non so se essere impaurito o ammirato”
    “Tutte e due” gli sibilò Sheeira e dopo gli suggerì una cosa “Ah, a proposito, mai voltare le spalle all’avversario. Una frazione di secondo è importante per decretare la morte o la vita”
    “Me ne ricorderò” affermò Anton con un mezzo sorriso.
    “Toglimi una curiosità, perché mi hai attaccato?”
    Anton fece una smorfia e dopo nel gruppo calò il silenzio. Il licantropo non poteva dirle che il suo attacco non era stato spontaneo, ma era stato calcolato nei minimi dettagli. Poco prima del loro arrivo, Anton aveva avuto la visione futura di Sheeira che precipitava all’Inferno per colpa della sua protetta, e con il suo attacco voleva distruggere ogni particella di ricordo di Ignitia, voleva che Sheeira non soffrisse, ma purtroppo era stato fermato dalla stessa interessata. Il ragazzo sbuffò innervosito, pensando al rimprovero che avrebbe avuto da Fabian riguardo alla sua decisione, che non doveva stravolgere il futuro, ma di sicuro non avrebbe rinnegato quello che aveva fatto. Nel frattempo che il licantropo pensava alle conseguenze del suo attacco, l’arcangelo guardò seccata il cielo che ormai era diventato scuro e la possibilità di ritornare a casa si stavano assottigliando sempre di più. La notte nel Purgatorio era strana, poteva durare un solo giorno o addirittura per sempre, il tutto dipendeva da quello che decideva Eve.
    E solo con la luce del giorno lei e Sheeira potevano sperare di ritornare a casa. Laddove Astrea le avrebbe strigliate per bene.
    Secondo quanto avevano studiato all’interno dell’Accademia del Sapere, gestita da Binael e Metatron, Il Purgatorio era una grande e immensa foresta che si estendeva a perdita d’occhio, un luogo dove i mostri sfogavano i loro istinti, liberi da cacciatori o comunque da chi avrebbe fatto loro del male.
    Nell’aria c’era solo il gracchiare di alcuni corvi, il sibilo e il digrignare di alcuni mostri, i quali osservavano i nuovi arrivati, indecisi se attaccare o no. Hesediel ebbe la sensazione che due occhi gialli la fissassero nel buio, due occhi arrabbiati ma che nel contempo prospettavano grandi cose per lei. Una mano artigliata e un sorriso ferino furono le uniche cose che vide della creatura misteriosa. L’arcangelo raggiunse Sheeira, la quale stava chiacchierando amabilmente con Anton, come se l’attacco non fosse mai successo e la fermò “Ti devo parlare”.
    “D’accordo” rispose Sheeira, capendo dove sua sorella volesse andare a parare.
    La Principato si lasciò trascinare all’ombra di un albero, abbastanza lontane da non essere sentite e abbastanza vicine per non destare sospetti nel gruppo dei licantropi. Hesediel si mordicchiò il labbro, cercando di calmarsi e dopo le chiese “Ma che accidenti ti è venuto in mente?”
    “Se non mi fossi difesa, lui mi avrebbe uccisa” si difese Sheeira punta sul vivo “Non farmi tante storie, lo hai salvato ed è questo l’importante”
    Hesediel sospirò, cercando di fare capire quello che le voleva dire “Avresti potuto utilizzare il tuo potere da Principato, utilizzare quello, non trapassarlo da una parte all’altra. Siamo angeli, non demoni! Hanno recuperato un po’ di fiducia in noi, perché sono riuscita a guarirlo. Ma se non ci fossi riuscita?”
    “Tu ci riesci sempre” esclamò Sheeira convinta “Sei la migliore allieva di Raffaele!”
    “Il potere di guarire mostri è difficile e logora a poco a poco la grazia, non garantendo una guarigione completa al cento per cento sempre” affermò Hesediel triste, facendo impallidire Sheeira “Shy, ho potuto guarire Anton perché è forte e aveva volontà di guarire. Ma se non ci fossi riuscita?”
    La Principato deglutì terrorizzata, immaginando la scena apocalittica che si sarebbe prospettata di fronte a loro, qualora l’arcangelo non avesse potuto salvare Anton. Orde di licantropi che si sarebbero avventate su di loro, gli artigli sguainati, le bocche che digrignavano, uno scenario di carni lacerate e sangue.
    Erano due angeli potenti ma contro un’orda di licantropi furenti i loro poteri sarebbero serviti a nulla. Anton era lì che li osservava attento e Hesediel era stupefatta del suo atteggiamento. Si sarebbe immaginata che avesse ordinato un attacco contro di loro oppure che avesse attaccato lui stesso.
    E invece nulla.
    Sembrava quasi che fosse ammaliato da Sheeira.
    Dopo riportò la sua attenzione a Sheeira e le chiese “Lo avresti benedetto se fosse morto?”
    Sheeira rimase stupefatta della domanda della sorella, non sapendo quello che dire. La Benedizione dei Principati era una cosa da non perdere sotto gamba, in quanto se fosse stata fatta bene avrebbe potuto trasformare il licantropo in un angelo, mentre se fosse stata fatta male non solo il licantropo avrebbe avuto l’anima bruciata, ma sarebbe stato rilegato nel peggiore inferno.
    Il potere di una Principato era tremendo, poiché reggeva sull’amore e sull’odio, due sentimenti su cui era meglio non scherzare.
    “Ragazze, non vorrei interrompere la vostra chiacchierata” affermò Anton “Ma il gruppo mi sta facendo segno di muoverci. Non penso che vorrete rimanere nostre ospiti per sempre?”
    Lo strano gruppo arrivò in una radura spoglia e all’improvviso videro materializzarsi dal nulla una tenda. Senza troppi indugi, Fabian scostò con gentilezza un lembo della tenda e fece cenno a Hesediel “Prego, entra”.
    L’angelo sollevò le sopracciglia, sorpresa, e stava per introdursi insieme a Sheeira, quando Fabian estese il braccio e disse secco “No”.
    “Io non mando mia sorella allo sbaraglio” rispose Sheeira combattiva.
    “Ci dovevi pensare prima di attaccare un nostro compagno” ribattè Fabian, mostrando una chiosa di denti appuntiti e bianchi “Hesediel andrà da sola”
    “Io sono venuta in Purgatorio con l’intenzione di smentire le dicerie sul vostro conto, sul fatto che qui ci sono solo sangue e caccia” esclamò Sheeira, perdendo la pazienza “Io mi sono solo difesa”.
    “Sarà” affermò Fabian scettico “Ma tu lì non entri, anche a costo di sventrarti da solo. Hesediel entrerà da sola, che ti piaccia o no”.
    La Principato stava per sfoderare il suo pugnale dalla cintura, quando Hesediel la interruppe “Hai sparso troppo sangue. Me la cavo da sola”
    “Io non ti mando da sola” esclamò Sheeira “E se fosse una trappola?”
    “Chi è la sorella maggiore tra noi due?”
    Detto questo, Hesediel si introdusse nella tenda. E fu come entrare in un altro mondo, un cielo pieno di stelle, appoggiato su un pavimento di fuoco e piume d’angeli, la perfetta unione tra l’Inferno e il Paradiso. Strinse tra le mani la spada d’ametista per infondersi coraggio, in quanto non aveva ancora l’investitura per poter utilizzare l’arma delle Dominazioni, dopo una voce roca la fece sobbalzare “Benvenuta Hesediel”
    A parlare era stato un uomo dall’età indefinita, corpulento, capelli rossi, occhi gialli, orecchie da lupo, canini da vampiro e una lunga coda da sirena.
    “Dove ci troviamo?” domandò Hesediel incuriosita, toccando una stella “Siamo nello spazio?”.
    “In realtà possiamo trovarci nello spazio o ancora nel Purgatorio” rispose l’uomo misterioso, leccandosi un canino “In questa tenda ho scardinato le regole del tempo e dello spazio. Qualsiasi luogo tu pensi che questa tenda sia, sta sicura che lo diventerà. Tu sai chi sono io?”
    “Tu dovresti essere Lithius”
    Lo sciamano proruppe in una risata che fece rabbrividire l’angelo “In realtà piccina neanche io so che nome ho. Come hai potuto costatare tu stessa, non sono un mostro come tutti gli altri. Sono la mescolanza di razze che si odiano a morte ed Eve mi ha rilegato qui, pentendosi di avermi creato. Io sono un esperimento fallito agli occhi della sua creatrice. E so con amara consapevolezza che non sarò il solo. Una mamma adorabile. Mi chiamo Lithius, perché come le pietre mi logoro con il tempo”
    Il futuro arcangelo delle Dominazioni deglutì imbarazzata, non sapendo quello che dire. Lithius era un personaggio davvero particolare e fu con grande sollievo che lui domandò “Vuoi sapere perché ti ho convocato qui?”
    “Sì”
    Lithius schioccò le dita e l’atmosfera all’interno della tenda cambiò radicalmente. Non era più il cielo stellato appoggiato su un pavimento di fuoco e piume d’angeli, ma erano all’interno di una foresta. Una fitta e costante pioggia cominciò a cadere e Hesediel domandò stupefatta, togliendosi un ciuffo di capelli zuppi dalla faccia “Perché mi hai portato qui?”
    Lo sciamano fece un mezzo sorriso e dopo materializzò una lancia appuntita “Attaccami”.
    “Che cosa dovrei fare? Io sono venuta a chiedere che cosa volessi da me e non…”.
    “Ho detto attaccami” le ordinò imperioso “Tu attaccami e io ti spiegherò il motivo della tua convocazione”
    Lithius mise il bastone davanti a sé e cominciò a ruotarlo sempre più velocemente, creando dei vortici d’aria potentissimi, impendendo all’arcangelo di avanzare e spingendola inesorabilmente verso un burrone, laddove si trovavano mostri con le unghie affilate e denti acuminati che la stavano aspettando.
    “Tutti pensano che il mondo sia governato solo dal bene e dal male, che il mondo si possa colorare di bianco o nero, ma in realtà il Purgatorio è tutt’altra cosa. La sopravvivenza è una cosa che non può essere catalogata come buona o cattiva, ma dimostra la voglia di vivere che ha una persona. Il Purgatorio non punta sulla bontà o sull’interesse contorto, ma sulla sopravvivenza. Possiamo cacciare, possiamo squartare le persone, ma non lo facciamo con cattive intenzioni, ma perché se non attaccassimo noi, sarà il nostro avversario a farlo per noi”
    Hesediel era a un passo dal burrone e Lithius la spronò dicendo “Non pensare che tu mi voglia fare del male, ma pensa che tu voglia vivere. Noi non vogliamo un arcangelo…”
    “Un arcangelo che? Avanti, continua”
    “Attaccami e forse ti darò la risposta” la stuzzicò Lithius enigmatico, facendo ruotare ancora di più il bastone.
    Sapendo che Lithius non avrebbe parlato se lei non lo avesse attaccato, l’arcangelo chiuse gli occhi, aspettando che l’attacco si affievolisse, in quanto era tecnicamente impossibile che tenesse quel ritmo per sempre, e nel frattempo si concentrò sulla sua grazia, estendendola oltre il suo corpo e creando una corda. Gli occhi castani divennero viola chiaro e approfittando della distrazione dello sciamano lanciò la corda e lo fece sbilanciare. Il mostro stava per cadere su un letto di spine roventi elettriche, quando Hesediel gli tenne le mani per impedirlo.
    “Ecco quello che volevo dirti!” esclamò Lithius trionfante.
    Hesediel lo guardò confusa e Lithius si affrettò a spiegare “Sai la teoria della Scuola di Chicago?”
    “Quella che afferma che è il luogo a influenzare le persone?”
    “Precisamente” confermò Lithius, posando la lancia e battendo le mani: erano ritornati nel solito cielo stellato appoggiato su un pavimento di fuoco e piume d’angeli “Quando Dio ci mandò nel Purgatorio, lo creò ostile e inospitale, perché credeva che non fossimo abbastanza intelligenti da ascoltarlo…”.
    “Dio ha creato il Purgatorio perché stavate distruggendo il Paradiso” controbattè Hesediel “Nel Paradiso regna…”
    “Calma e tranquillità” terminò Lithius scettico “Oh piccina, tu sai che meglio di tutti che voi angeli siate dei grandi filibustieri quando vi mettete. Tua madre stava per essere giudicata per avere portato avanti la tua gravidanza e quella di Sheeira, nonostante sia la Personificazione della Giustizia. E lo sai che Lucifero vuole il potere tutto per sé?”.
    “Non oserebbe!”
    “Anche se la tua voce dice il contrario, io so che la tua grazia mi dà ragione” rispose Lithius “Io non sono una Moira, quindi non posso mostrarti ciò che avverrà. Ma posso dirti una cosa, piccola. Invece di dialogare con noi, lui creò un luogo ostile, laddove potessimo sfogare i nostri istinti. Se hai a che fare con un animale feroce, non lo chiudi in gabbia…”.
    “Che cosa volete da me?” lo interruppe Hesediel sospettosa.
    “Vogliamo che tu diventi il nostro Re Artù, il nostro cavaliere del Purgatorio”.
    “Avete già Cassiel che vi protegge” disse Hesediel confusa “Non avete bisogno di me”.
    “Già” mormorò Lithius enigmatico “ Ma la leggenda parla di te, solo di te. Tra qualche secolo un demone scombinerà le nostre esistenze e tu sarai la sola a potercela fare”.
    Hesediel rimase lì, senza dire nulla.
    “Pensaci alle mie parole. Solo un arcangelo del tuo livello è degno di rappresentarci. Poi solo una Dominazione può guarire un Lycos Eros”.
    E dopo ci fu il buio assoluto.

    Poi l’arcangelo ritornò di nuovo nella realtà, in una realtà che regala solo sofferenze. Nel frattempo Dean abbracciò Violet e le spostò i capelli da una parte all’altra. La cercatrice d’angeli si girò e per un po’ non si parlarono, occhi castani contro occhi verdi, occhi che avevano assaggiato l’Inferno e occhi che stavano diventando il peggior incubo dei tre regni. Il cacciatore ebbe modo di pensare al loro primo incontro a casa della signora Smith, quasi quattordici anni prima, durante la loro missione di proteggere i prescelti di Cassiel, persone speciali in grado di imprigionare Lucifero con un portale dimensionale e che potevano essere uccisi soltanto se nel cielo ci fossero state due lune nere. In quell’avventura avevano sconfitto Abbadon, il braccio destro di Lucifero, e a essa erano conseguite altre più mirabolanti. Gli Ariel’s Son, i Daemonus, l’avventura con gli angeli spagnoli, Christine incinta all’Inferno e lo scorrazzare dei mostri sulla Terra, fino a arrivare a Semeyraza.
    “Violet…”
    “Lasciami stare Violet” rispose Violet rattristata “Non ho voglia di parlare”.
    Dean le mise una mano sul viso e lentamente le fece una carezza, tracciando il contorno del viso “Supereremo anche questa prova Vio. Io ho quarant’anni d’Inferno alle spalle e tu sai che non è una metafora, hai visto le cicatrici sulla schiena e ti ho raccontato quelle nel mio spirito. Hanno cercato di spezzarmi con la ruota delle torture, di fiaccarmi dandomi il ruolo di torturatore di anime innocenti, auspicando che io diventassi il vessillo di Michele e Sam quello di Lucifero. Tutti desideravano che Sam ed io scatenassimo l’Apocalisse, con tutte le conseguenze che ne comportava, ma noi abbiamo spezzato le loro aspettative, nonostante avessero tentato di farci cedere in tutti i modi. Per me hanno giocato la carta della ruota delle torture, solo per dimostrarti quanto sia sottile la linea del bene e del male, quanto il bene alcune volte sia più stronzo e figlio di buttana del male. Amore mio, il destino non lo costruisce Cloto con il suo filo e lo toglie Atropo con la sua Aletheia Gladia. Il destino ce lo costruiamo noi, con le nostre scelte e i nostri sbagli”.
    “L’ultima frase non sembra farina del tuo sacco, te l’ha suggerita Sam?” domandò Violet divertita e Dean sorrise sollevato; era riuscito a stemperare la tensione per un po’.
    “Devo ringraziare un’autrice in un sito di fanfiction” esclamò Dean orgoglioso.
    “Come si chiama questo genio? Dovremmo farle una statua d’oro”
    “Mi sembra che a che fare con i brindisi” mormorò Dean meditabondo “Comunque ha ragione, siamo noi che ci costruiamo il destino e non degli stupidi palloni gonfiati che credono che noi siamo solo marionette”.
    Violet fu colpita dalle parole di Dean, commuovendosi. Nonostante avesse scoperto che lei era la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, lui non l’aveva abbandonata. Molti lo avrebbero fatto…
    “Il tuo caso era ben diverso. Si trattava di una cosa che potevi rifiutare. Qui si tratta di eredità genetica, io sono condannata fin dall’inizio ed io non voglio uccidere la mia migliore amica”.
    Dean sobbalzò quando vide le iridi castane di Violet cambiare in nero con sfumature di viola e sospirò sollevato quando tutto ritornò normale.
    “Tu non lo farai e se lo facessi, ti assicuro che farò di tutto per farti ritornare quella di prima. Distruggerò il Paradiso e chiederò a quelli stronzi piumati di darti quella possibilità che ti hanno negato. Ti ricordi quando ti avevano detto di Sandalphon, del fatto che eri il suo vessillo? Alla fine siamo riusciti a liberarti del suo influsso!”.
    Violet si mordicchiò il labbro inferiore, contenta e terrorizzata del fatto che Dean le stesse accanto e la difendesse. Che cosa sarebbe successo se lei non fosse riuscita a resistere all’influsso di Empusa? Si sarebbe fermata a uccidere Christine o avrebbe continuato, alimentando la sete di vendetta e sangue, distruggendo tutto quello che incontrava? E se dopo la sua migliore amica avesse ucciso i suoi figli? Non poteva permetterlo.
    Con un movimento leggero tolse la spada angelico-demoniaca dalla cintura di Dean e l’ammirò alla luce di una lampada. Una spada fatta con la grazia d’angelo e sangue di demone, con l’elsa a forma di corna di demone e piume d’angelo intrecciate, una spada creata da Cassiel, uno degli angeli del Purgatorio. Una spada che poteva uccidere indistintamente angeli e demoni, poteva uccidere una creatura come lei?
    Sam e Christine fecero un passo in avanti, pronti a intervenire in caso che ne fosse bisogno. Haniel e Sheeira osservarono attenti, la Vaso di Collera senza ironia negli occhi. La ragazza esclamò “Uccidimi”
    Per un po’ Dean strabuzzò gli occhi meravigliato, convinto che sua moglie stesse scherzando, ma quando si accorse che non era così, si oppose con tutte le sue forze “Spero che tu stia scherzando. Io non lo farò”
    Violet rimase con la spada, impugnandola per l’elsa per circa mezz’ora e dopo le cadde per terra, in un tonfo sordo. Dean non la raccolse e la cercatrice d’angeli scoppiò di rabbia.
    “Cazzo, lo devi fare” urlò Violet infervorata, dimenticando le buone maniere “Vorresti vivere il resto della tua vita con un’assassina sovrannaturale? E se dopo Hesediel, io dovessi uccidere i nostri bambini e i nostri nipoti? Hai tenuto in considerazione questa cosa?”.
    “Ne usciremo”
    “Dannazione Dean” esclamò Violet e la sua voce assunse una sfumatura d’incertezza “Ho una cosa da confessarvi. Non l’ho detto prima, perché non volevo farvi preoccupare”.
    “Che cosa non ci hai detto Violet?” intervenne Christine curiosa, sbattendo dietro di sé le sue sette ali, ali ormai malconce e allo stremo delle forze, una vera Paladina del Terzo Regno “Puoi dirlo”.
    Violet deglutì e il coraggio le venne a mancare. Come faceva Christine a sopportare tutto questo senza impazzire? Aveva sopportato che lei fosse stata prescelta come il vessillo di Sandalphon, aveva visto il suo migliore amico ucciso da Lucifero con l’ausilio di Stefan Salvatore, aveva rischiato di partorire all’Inferno, laddove Lucifero l’aveva imprigionata, per finire con Semeyraza che aveva richiamato Sandalphon e aveva innescato il processo dell’heliobasileus, quindi del divenire un arcangelo del Purgatorio. Una persona normale non avrebbe mai sopportato tutto questo, neanche avendo una famiglia come la loro. Una persona normale sarebbe fuggita via dinanzi a tutto questo, ma lei rimaneva imperturbabile al suo posto, fermamente convinta delle sue convinzioni. D’improvviso rimembrò il momento in cui Christine era ricomparsa nella sua vita, determinata a difenderla, in quella stessa notte in cui i suoi genitori erano morti, quelli che credeva che fossero tali, in quella stessa notte in cui aveva scoperto che il suo primo fidanzato era un demone.
    “Riposate in pace” la voce di Christine arrivò attutita alle orecchie di una Violet legata e imbavagliata, “Avete fatto un ottimo lavoro”.
    La cercatrice d’angeli guardò l’arcangelo delle Dominazioni chiudere gli occhi ai suoi genitori, uccisi in maniera brutale. Sua madre era stata uccisa con un violento colpo alla testa e una pugnalata allo stomaco, mentre suo padre era stato sbattuto contro una parente elettrica e fatto morire folgorato. Violet chiuse gli occhi, pensando all’ultimo istante di vita di suo padre e le sue ultime parole rivolte a lei “Non ti preoccupare amore mio, non è stata colpa tua. Mamma e papà ti vorranno sempre bene”
    “Guarda, guarda chi è arrivato a salvarti” sghignazzò Charlie contento “Lancillotta”.
    Violet si sporse a guardare Hesediel affrontare con indomito coraggio e urlare “Peccato che la cavalleria sia morta”.
    L’ex fidanzato di Violet s’inginocchiò e sorrise maligno “Nonostante vi siete lasciate in mal modo, è sempre pronta ad accorrere in tuo aiuto. Non so se trovo questa cosa dolce o profondamente patetica. Tu cosa dici?”
    E nel dirlo le tolse bruscamente il fazzoletto che le copriva la bocca.
    La ragazza non rispose e allora Charlie le diede uno schiaffo potente, il quale la fece cadere su un lato “ Rispondimi stronza”.
    “Molto dolce” sussurrò Violet, sputando sangue.
    “Hai sbagliato risposta” rispose Charlie, gli occhi iniettati di nero demoniaco “Dovevi dire…”.
    “Lasciala stare”
    Charlie sobbalzò e il suo sguardo si illuminò di gioia perversa quando vide Christine. L’arcangelo della giustizia e della misericordia posò la sua spada d’ametista, sporca del sangue dei mutaforma che aveva ucciso e ripetè “Lasciala stare”.
    “Perché lo dovrei fare?” domandò Charlie in tono insolente “Non potrai salvarla per sempre”.
    “Finché ho respiro in questo corpo, stai certo che lo farò”.
    La cercatrice d’angeli osservò Christine e non seppe dire nulla, se non essere commossa dalla dedizione che lei aveva nei suoi confronti. Charlie le accarezzò i capelli e affermò “Siamo più simili di quanto tu possa immaginare”.
    “Ti sbagli” dissentì Christine “Violet è diversa da te”.
    “Allora, quando lei diventerà…”
    Ma in quel momento Christine slegò la ragazza e Violet non perse tempo a trafiggere il cuore del demone con un pugnale, tirandolo fuori e rimettendolo dentro. Uno sguardo di pietà e un sogghigno demoniaco, l’anima umana e la sozzura dell’Inferno unite, l’ultimo sguardo rivolto a Christine “Non sai in che guaio ti sei cacciata”.
    E dopo spirò.

    La cercatrice d’angeli aveva sottovalutato quell’episodio, relegandolo in uno dei tanti episodi orribili che avevano vissuto. Ma alla luce dei recenti fatti avvenuti, Violet non poté fare a meno di considerarlo sotto una diversa prospettiva. Charlie sapeva benissimo che lei sarebbe diventata la Quinta Cavaliere, altrimenti perché morire e annunciare a Hesediel “Non sai in che guaio ti sei cacciata”.
    Non avrebbe avuto senso.
    “Amore, che cosa ci dovevi dire?”
    Violet guardò Dean, mordicchiandosi il labbro inferiore e annunciò “Io posso sentire l’influenza di Empusa dentro di me e con difficoltà la sto respingendo”.
    “Come puoi sentire la sua influenza dentro di te? I demoni non sono bravi a nascondere la loro presenza dei corpi che si impossessano?” domandò Dean perplesso.
    “Tecnicamente la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse non è un demone nell’accezione più pura del termine, anche se si comporta come tale” spiegò Sam, intervenendo nella discussione “Posso solo immaginare che le regole basilari per il Paradiso e l’Inferno non valgano per lei”.
    “Sam, la lezione di Teologia più tardi” sbraitò Dean incazzato, afferrando le spalle della sua compagna “Vio, tu la devi respingere”
    “Ci sto provando Dean, ma la sua voce e la sua influenza sono tentatrici. La sento vicino a me, come se mi sussurrasse all’orecchio, sento vicino a me la sua voglia di brandire un pugnale e affondarlo nel cuore di Chris... “.
    E non seppe come continuare. Guardò Christine e non seppe davvero capacitarsi di come potesse avere tutto quel sangue freddo. Erano entrambe mamme, entrambe con due figli e la situazione si stava complicando ogni giorno che passava.
    “Non puoi permettere a una puttana ultraterrena di decidere per te. Riusciremo a superare tutto questo”
    Violet annuì non convinta e fu in quel momento che Christine le appoggiò una mano sulla spalla destra. Nel suo sguardo albergava la luce della vera amicizia. Qualunque cosa fosse successa, lei sarebbe stata al suo fianco. Anche se questo avesse significato la morte eterna.
    “Tu non meriti di morire Chris”
    “Non posso permettere che tu scivoli nell’oscurità. Finché ho respiro, io ti aiuterò a riemergere dalla tenebra”.
    “Anche quando la tenebra ha avviluppato il mio cuore e la mia anima?”
    “Nessuna tenebra è così impenetrabile da non permettere alla luce di passare” affermò Christine sicura, l’arcangelo che guardava l’umano “Nessuna persona è così irrecuperabile da non essere salvata”.
    “Ma non ci pensi a Nathaniel e a Michelle?” domandò Violet sconcertata “Chris, tu sei una mamma, oltre che un arcangelo!”
    “Quello che le ho appena detto io” asserì Sam sconsolato.
    “Ci penso” disse Christine, la voce che tremò nel sentire i nomi dei suoi figli e istintivamente si toccò la pancia, laddove stavano crescendo i suoi tre gemelli “Sono il mio pensiero ricorrente ed è anche per loro che sto facendo tutto questo”.
    “Tu rischi di morire per mano mia” ululò Violet, brandendo la spada angelico-demoniaca da terra “Se hai un briciolo di amor proprio, uccidimi”.
    La cercatrice d’angeli tese la spada a Christine, la quale non la prese e dichiarò “Ho avuto molte occasioni di ucciderti Vio e non l’ho fatto. Ho disobbedito alle leggi celesti per salvarti e lo rifarei se potessi. Né io né Dean alzeremo un dito contro di te, ma faremo di tutto per aiutarti a uscire”
    “Sono d’accordo con Chris”
    Per la seconda volta la spada di Cassiel cadde a terra, un tonfo che risuonò cupo nel silenzio. Christine non la raccolse.
    “Io non la raccoglierò” dissentì Christine, spegnendo immediatamente le speranze di Violet “Riusciremo a salvarti”.
    “Perché devi fare il cavaliere della situazione della situazione?” urlò Violet arrabbiata, non riuscendo a capire il perché Christine non avesse preso la spada “Poni fine alle tue sofferenze”
    E detto questo riprese la spada da terra e l’appoggiò sul palmo della mano destra della sua migliore amica, la punta rivolta verso il cuore e le ordinò “Uccidimi”
    Un filo di sangue colò lungo la maglietta rossa di Violet e Christine non potè fare a meno di pensare a lei bambina, ai sorrisi dopo essere ritornata dall’Inferno “Tu non mi dai ordini. Se c’è una possibilità, io la seguirò”
    “La tua pietà sarà la tua lapide”
    Fu un attimo, Violet prese la spada e si scagliò contro l’arcangelo, la quale non era pronta a contrattaccare e ricevette un colpo potente a una delle ali di sinistra, una delle poche ali buone, macchiando il pavimento. La Quinta Cavaliere aveva ripreso il possesso di Violet, a pochi giorni dalla precedente comparsa. Stava diventando sempre più potente e questo significava soltanto che la missione si stava compromettendo ogni minuto che passava. La risata di Empusa le risuonò nelle orecchie, come una campana stonata “Tu vorresti salvarla? Povera sciocca, lei è compromessa e molto presto lo sarai anche tu”
    “Nessuno è compromesso fino in fondo” assicurò Christine, alzandosi a fatica e macchiando il tappeto persiano di sangue “Anche tu puoi aspirare..”
    Ma non ebbe il tempo di dire altro che venne sbattuta da una parte all’altra, fino a quando Empusa non la fece finire contro una vetrinetta di opere latine e diede fuoco al mobile. L’arcangelo diede una rapida occhiata ai battiti dei suoi tre figli, tranquillizzandosi del fatto che era tutto apposto, e dopo diede fondo alle sue energie per allontanare il fuoco. Successe un fenomeno curioso, le ali presero fuoco ma le fiamme sembravano restie a lambire il resto del corpo, quasi come se non volessero distruggere una cosa importante.
    I suoi figli.
    “Interessante fenomeno” costatò Empusa divertita.
    “Perché non ti riveli per quello che sei?” intervenne Dean arrabbiato, spostando l’attenzione della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse da Christine a lui “Ti atteggi a Cavaliere dell’Apocalisse, ma poi ti nascondi dentro un essere umano come una vigliacca. Tutti voi, angeli, demoni, Cavalieri vi atteggiate a grandi persone, ma in realtà non siete altro che vigliacchi, vigliacchi che non sanno fare le cose in prima persona!”
    “Prepariamoci a scavare la fossa” sussurrò Sheeira mesta.
    La Quinta Cavaliere socchiuse gli occhi neri con sfumature di viola, indecisa se essere divertita o infastidita dall’impudenza di Dean “ Sei talmente bello che sarebbe un vero peccato deturparti”
    “Le tue percosse non mi faranno nulla. Sono stato tormentato da Alastair in persona”
    “E secondo te da chi ha preso lezioni? Dalla sottoscritta! E pensare che una volta l’ho dovuto rimandare in Torture Oniriche, non ci metteva abbastanza impegno”
    Dean ringhiò sconfortato ed Empusa fu vicino a lui. Per un momento non si parlarono e dopo la Quinta Cavaliere gli accarezzò la guancia “Tu mi desideri”.
    “Io ho sposato Violet Gyselle CrystalLight, non tu” affermò Dean, mentre il suo sorriso era ferro incandescente su una ferita recente “ La mia donna non è una stronza come te”.
    La Quinta Cavaliere ridacchiò “Se continui a insultarmi, potrei innamorarmi di te”.
    “Non ci tengo”
    “Ancora per poco non ci terrai” sghignazzò Empusa, tracciando con la punta del dito il profilo di Dean, il quale rabbrividì disgustato “Presto io e Violet saremo una cosa sola e personalmente io ti vorrei al mio fianco”.
    “Preferisco morire”
    “Ed io ti farò ritornare in vita. Sono una tipa dalle mille risorse” affermò Empusa con un sorriso a metà tra l’ironico e l’arrabbiato.
    Dopo l’attenzione si spostò su Haniel, il quale aveva fatto apparire una spada di diaspro rosso e stava cantando una canzone in enochiano. La Nenia della Dimenticanza.
    “Questa nenia non servirà a molto quando lo specchio di lapislazzuli sarà ripristinato”.
    “Dormi!” esclamò Haniel in tono imperioso, la potenza dei Principati “ Non è ancora il tuo periodo”.
    “Sai a che cosa sto pensando?” lo stuzzicò Empusa “A te che uccidi tua figlia, il sangue caldo che esce dalle tue mani…”.
    “Dormi!” ringhiò Haniel, la bella faccia deformata dalla rabbia e affondando la lama sul pavimento.
    Empusa fece un ringhio e dopo sparì. Violet cadde carponi, esausta e Dean fu subito accanto a lei “Amore stai bene?”
    La cercatrice d’angeli non rispose subito e impallidì quando vide Christine circondata dalle fiamme, un’ala quasi completamente incenerita.
    “Chris” esclamò Sam terrorizzato “Spegni il fuoco”.
    L’arcangelo lo guardò intontita e scosse la testa “Sam, non ho più le energie”.
    Il cacciatore si preparò a spalancare le ali e a spegnere il fuoco della sua ragazza, quando si accorse che Sheeira stava facendo la stessa cosa. Insieme cominciarono a danzare, creando un piccolo vento che spense il fuoco. Dopo Haniel appoggiò le sue ali nelle parti malate di Christine, aiutando le piume a rigenerarsi, un acido ialuronico arcangelico.
    Nella stanza calò un silenzio pesante e Dean sbottò arrabbiato “Che cosa abbiamo risolto andando da tua figlia?”
    “Dean, non…” tentò Sam, ma il maggiore dei Winchester era arrivato a quasi a un tiro di schiocco dal viso dell’arcangelo, totalmente dimentico che Haniel era pur sempre un capo gerarchia angelico.
    “Dimmi cosa abbiamo risolto Haniel” sbottò Dean arrabbiato “Ci avevi promesso che tua figlia avrebbe risolto la situazione di mia moglie e invece siamo punto e a capo. Mi sembra solo che ci indichiate soltanto la via per cadere sempre più giù. Volete davvero che questa situazione si risolva, oppure ci sguazzate nella tragedia?”
    “Dean…” provò a calmarlo Violet, toccandogli il braccio “Haniel sta facendo il possibile per aiutarci, non essere duro con lui”.
    “Non sta facendo abbastanza” urlò Dean furibondo, distruggendo lo specchio di petali di rosa e spargendo il contenuto nel pavimento “Tu ti stai trasformando nella peggiore assassina di tutti i tempi, qualunque cosa si farà, Christine è spacciata! Io non mi calmo Violet, i regni ultraterreni ci stanno chiedendo un prezzo troppo alto questa volta. Siamo venuti a chiedere aiuto, ricevendo solo un sacco di informazioni, ma nessun dettaglio in concreto”
    L’arcangelo dell’amore non si fece sconvolgere più di tanto dal tono iroso di Dean e ribattè calmo “Ha detto che c’è una piccolissima speranza per lei ed è sempre un punto di inizio”.
    Il cacciatore di demoni prese la spada angelico-demoniaca dal pavimento e la puntò al collo dell’arcangelo “Senti, io sono stanco di giochetti, sotterfugi, di mezze verità, così anche mio fratello. Se hai qualcosa da dire, dilla vigliacco”
    “Tu non sai nulla di me Dean”
    “So abbastanza su di te” esclamò Dean arrabbiato, non rendendosi conto del guaio in cui si stava cacciando “E so che io e la mia famiglia stiamo rischiando la vita per questa missione. Tu sei un vigliacco, tu stai qui senza fare nulla, mentre noi soffriamo!”
    Haniel fece un sorrisetto di circostanza e d’improvviso scaraventò Dean contro una vetrinetta antica. Nessuno si aspettò una cosa simile da lui e tutti guardarono con stupore l’arcangelo che era a capo dei buoni sentimenti. Dean si tolse i pezzi di vetro dal braccio appena in tempo e dopo fu sollevato in aria.
    “Haniel, rimettilo giù” esclamò Christine in tono stanco “Siamo tutti demoralizzati e vogliamo che tutto finisca. Dean non intendeva offenderti”
    L’arcangelo dell’amore non ascoltò sua sorella e sollevò di un altro po’ Dean. Dopo schioccò le dita. Il cacciatore cominciò a ululare straziato, pur essendo perfettamente normale dal punto di vista esterno. Dalle bolle che comparvero sulle braccia e sul collo, Christine capì che Haniel stava provocando la combustione dell’anima e che se non avesse fatto qualcosa, Dean avrebbe subito dei seri danni, con il rischio di essere escluso dai tre regni ultraterreni.
    “Haniel rimettilo giù”
    “Se sapesse ciò che ho vissuto, non mi direbbe che sono un vigliacco”.
    “Io lo so che non sei un vigliacco” affermò Christine in tono dolce “Ma per favore, Antoine, lascialo andare”.
    Haniel rimase colpito dal fatto che sua sorella avesse utilizzato il suo nome terrestre, ma non demorse. E Christine dovette fare una cosa che non voleva assolutamente fare. Strinse il pugno destro e cantò in enochiano. Sam la guardò perplesso e dopo Haniel cominciò a sentire una pressione al petto “Chris…”.
    “Lascia stare mio cognato” ribattè Christine in tono duro, l’essenza delle Dominazioni e del Purgatorio dietro di lei, a creare un ghirigoro di luce indaco e sangue purgatoriese “O io continuo con l’incantesimo della compressione del cuore. Non farmelo fare Haniel, non farmelo fare fratello. Non voglio scegliere tra la mia famiglia terrestre e la mia famiglia di grazia”
    Il capo gerarchia dei Principati guardò quello delle Dominazioni, entrambi determinati a non cedere. Haniel mosse ancora un po’ le dita e il dolore di Dean aumentò un po’ di più, costringendo Christine a stringere il pugno. Sam osservò sgomento la battaglia che si stava svolgendo tra i due angeli, migliori amici e legati da esperienze mortali, e prese una decisione importante. Materializzando il suo pugnale di topazio, il cacciatore ferì alle ali sia sua moglie sia Haniel ed entrambi smisero.
    Dean cadde a terra, dolorante, prontamente soccorso da Violet “Amore, come stai?”
    “Benissimo” rispose Dean ancora scosso e dopo si rivolse a Haniel “Che accidenti pensavi di fare, stronzo?”
    L’arcangelo dell’amore non ribattè subito e dopo guardò il cacciatore con uno sguardo duro e inflessibile “A volte si pensa che essere angeli, significhi non avere sentimenti, essere capaci di guardare il mondo senza lasciarci coinvolgere, ma ti sbagli. Io convivo con l’incubo di avere ucciso mia figlia”
    Tutti rimasero di sasso alla rivelazione di Haniel, tranne Christine che aveva assistito alla scena e mai avrebbe potuto dimenticare lo strazio del suo migliore amico. Haniel era rimasto a tormentarsi per mesi e mesi su quello che aveva fatto e alla fine il tutto si era concluso con Stefan Salvatore che gli aveva strappato il cuore. Fortunatamente l’imbarazzo che si era venuto a creato, fu interrotto da Sheeira “Sono spiacente di interrompere questo interessante incontro di pugilato, ma abbiamo una missione da completare e un demone da prendere a calci negli stinchi”
    “Sheeira ha ragione” concordò Sam “L’incontro di boxe lo fisserete un altro giorno. Adesso ci dobbiamo occupare di fargliela pagare a Crowley per il casino che sta combinando”
    “Per me la questione si è conclusa qui” affermò Haniel, spalancando le ali e rimettendo i petali di rosa all’interno della bacinella “E comunque se ci mettessimo a litigare tra i doni, faremmo solo il gioco di chi vuole che noi ci separiamo e in questo momento è l’ultima cosa che auspico per noi”
    “Ci sono delle novità?”
    L’arcangelo dell’amore immerse una mano nella bacinella e muovendo le dita avanti e indietro annuì “Ci sono delle novità”.
    “Davvero?”
    “Davvero Dean” rispose Haniel imperturbabile, non lasciandosi scalfire dall’atteggiamento del cacciatore di demoni “L’essenza dell’Inferno è stata presa dall’arcangelo Raphael e dalla sua compagna Elena…”.
    “Io ancora non riesco a credere agli angeli che trasformano gli umani in vampiri. È contro natura!” protestò Dean scandalizzato.
    “Hanno fatto scelte diverse” asserì Haniel, smuovendo i petali di rosa all’interno della bacinella “Quello che tu consideri contro natura, bè per loro potrebbe essere la più normale delle azioni. Figurati, io sono il padre di una Lycos Eros, di una licantropo dell’amore e potrei essere contro natura per te”
    “D’accordo, ma come..”
    “Dean, discuteremo dopo dell’etica degli arcangeli di New York” lo interruppe Sam serio “Vai avanti, Haniel”
    “Infatti” confermò Haniel e riprendendo il discorso di prima “L’essenza del Purgatorio è stata presa dagli Alphas e qualche giorno fa Eve ha comunicato loro quello che dovranno fare nel Purgatorio, il che ci ricollega al vero motivo dell’utilizzo dell’Aletheia Gladia da parte di Crowley”
    “Non voleva solo conquistare il Purgatorio, allargare i suoi orizzonti?” domandò Sheeira stupefatta “Quel piccolo demone dalla sindrome da conquistare spagnolo ha un piano?”
    “Quella era una scusa” affermò Haniel “Ovviamente quel piccolo bastardo vuole il Purgatorio per allargare i suoi orizzonti e ampliare le sue terre. Ma in realtà lo ha fatto per incontrare sua figlia e ha torturato Persephone, la custode delle porte del Terzo Regno”
    “Mi auguro che Persephone gli abbia fatto sudare sette camice” intervenne Violet
    “Se per sette camice tu intendi un orecchio in meno, allora sì” dichiarò l’arcangelo dell’amore, abbozzando un sorrisetto “Prima di morire, Persephone ha ritenuto giusto vendicarsi del demone per quanto riguarda il pessimo modo in cui Crowley ha trattato sua madre”
    “Peccato che sia morta, allora” esclamò Dean “Sarebbe stata l’ospite d’onore per la nostra cena di Natale. Ritornando a quello che hai detto prima, non ho capito bene, quel piccolo demone figlio di puttana quale esso è…” deglutì inorridito, non riuscendo a capacitarsi di quello che stava per affermare “Padre? E chi è la sciagurata che ha avuto la sfortuna di partorire sua figlia?”
    “Eve” rispose Haniel senza mezzi termini.
    “Bene” disse Sam “Di bene in meglio. Allora mia moglie e mia cognata stanno soffrendo perché Crowley vuole fare valere i suoi diritti di padre e ambisce al titolo di padre dell’anno? Vado a prendere il mio coltello demoniaco”
    “Vengo anche io Sammy”
    “Vai avanti Haniel” decise Christine “A Crowley penseremo dopo”
    L’arcangelo dell’amore spostò ancora una volta lo specchio di petali di rosa e fece vedere una giovane donna di circa venticinque anni, dalla chioma leonina e le corna attorcigliate, le ali da serafino e i denti appuntiti davanti. L’unione tra l’angelico e il demoniaco. Davanti a loro si prospettò l’immagine di una persona in balia degli interessi dei loro genitori.
    “Chronie è una creatura particolare, potrebbe essere considerata un demonangelo, ma non renderebbe l’idea di chi potrebbe essere. Essendo la figlia di un potente demone e della madre dei mostri del Purgatorio, dentro di sé ha l’anima del Purgatorio e dell’Inferno e quindi se venisse liberata…”
    “Si scatenerebbe o un’ondata di mostri del Purgatorio o demoni” concluse Sam tetro “ Non vorrei essere nei panni della povera Chronie”
    Haniel annuì e continuò “Eve ha cercato di proteggerla dalla sua parte demoniaca, imprigionandola dietro una porta di fuoco e sangue nero, una porta che serve per bloccare la sua parte demoniaca e purgatoriese di cui lei è discendente e mettendo un sigillo, da rompere solo con l’utilizzo dell’Aletheia Gladia. La Signora del Purgatorio ha chiesto agli Alphas di ucciderla”
    “Ma come?” esclamò Dean “Non dovrebbe essere contenta di…”
    “Anche i mostri del Purgatorio hanno un cuore Dean” intervenne Christine, ricordando lo sguardo di Anton mentre lo guariva “Penserai che i mostri siano solo spinti dal sangue e dalla caccia, ma ti posso assicurare che non è così. Nonostante possa sembrare logico che Eve possa attrarre a sé Chronie, è comunque una madre e fa quello che è bene per i figli”
    “Forse l’unica cazzata che ha fatto è stato fare l’amore con Crowley” borbottò Dean arrabbiato, ricevendo l’assenso da parte di tutti.
    “N0n posso fare altro che concordare” esclamò Haniel e continuando “Qualche giorno fa è stata tenuta una riunione segreta in Paradiso per la costruzione della Lancia di Lete e uno dei miei sottoposti mi ha riferito che Eve ha chiesto l’intervento dell’ArchangelDemonius Lira”
    “Altri guai in vista per caso?”
    “Dipende dai punti di vista” rispose Haniel e fece vedere l’immagine di un’arpa d’oro con i fili di seta, con i disegni del Paradiso e dell’Inferno “L’ArchangelDemonius Lira è uno strumento davvero particolare, è stato progettato da Gabriel per consentire una conversione dell’anima durante il periodo del Ritorno a Casa...”
    “In poche parole” intervenne Christine “Era stata istituita da Metatron e da Binael una task force per recuperare gli angeli che avevano cercato di andarsene dal Paradiso. Tuttavia Metatron suggerì a Binael di creare uno strumento che convertisse senza forzature e solo se la persona lo consentiva, in modo tale da consentire anche agli angeli. Quindi se Eve suonasse l’ArchangelDemonius per Chronie…”.
    “Fammi indovinare, Chronie diventerebbe il peggiore demone di tutti i tempi?”domandò Dean, fingendosi meravigliato “Chissà perché la cosa non mi sorprende. Io opterei per la fondazione “Free Chronie. Se Chronie vuole essere un mostro, lo deve essere perché lo vuole lei e non perché lo decidono gli altri”.
    L’arcangelo dell’amore annuì e stava per aggiungere qualcos’altro, quando Sam intervenne “ Allora questo specchio di lapislazzuli è un’arma dalle numerose sfaccettature. Se rotto, provoca la morte degli abitanti del Purgatorio, con la conseguenza della perdita dell’anima, se riparato, provoca la comparsa della leggendaria Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, la quale è intenzionata a uccidere mia moglie, una Cavaliere che racchiude dentro di sé tutti i poteri dei suoi colleghi e il potere della natura. In più hai aggiunto che Eve ha apposto un sigillo sullo specchio per impedire a Crowley di vedere sua figlia. Dimmi adesso che hanno creato la Lancia di Lete”
    “Dacci un po’ di buone notizie” rincarò la dose Sheeira “Oh a quanto pare, le buone notizie la redazione si rifiuta di darle?”
    Haniel fece un sorrisetto, pensando al legame forte che la Vaso di Collera aveva stretto con sua figlia e nello specchio comparve l’immagine di un’arma. Una lancia lunga all’incirca tredici centimetri di zaffiro con intarsi di diamante.
    “Durante la visita di Gabriel agli Alphas…”
    “Perché Gabriel è andato a trovare gli Alphas?”
    “Posso continuare il discorso senza che nessuno mi interrompa?” sbuffò Haniel ora leggermente contrariato “Ad ogni modo, sì è andato a trovare gli Alphas per illustrare alcuni dettagli della missione e ha fatto vedere una lancia di lapislazzuli decorata con onici, ametiste e amazzoniti…”.
    “A me non interessa se l’arma è fatta di diamante o di carta straccia” interruppe Dean bellicoso “Voglio sapere come funziona questa stramaledetta Lancia di Lete e se può aiutare mia moglie o è solo una chimera”.
    “La lancia di Lete è un’arma che è stata creata per addormentare lo Spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, una soluzione temporanea.”
    “Temporanea, quanto?”
    “All’incirca trecentocinquanta anni. La lancia non ha il potere di distruggere lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse, bensì di addormentarla. Prima che la battaglia finisca, Lucifero deve strappare il Cordos dal cuore di Violet, la sfera dei sentimenti e delle emozioni di Empusa e colpirla con la Lancia di Lete. Il Cordos dovrà poi essere portato nella Dimora di Astrea, e dopo la soluzione temporanea Michele dovrà collegare la sua grazia e il suo cuore angelico…”
    “Aspetta un secondo” lo interruppe bruscamente Dean “Vorresti dirmi che sarà il diavolo in persona a mettere le mani su Violet?”
    “Sì Dean”
    “Io lo impedirò”
    “Vuoi vedere salvata tua moglie oppure no?” domandò Haniel, perdendo d’un tratto la pazienza “Allora Lucifero è l’unica persona in grado di prendere il Cordos, in quanto solo la persona che ha creato l’Inferno può ambire a prenderlo. Ad ogni modo al termine dei trecentocinquanta anni, Michele dovrà collegare la sua grazia e il suo cuore angelico allo scrigno, diventando così il Guardiano della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Mi immagino Michele nel custodire qualcosa” sghignazzò Sheeira “Chris ti ricordi quando Dio ha commissionato a Michele..”
    “Non si può fare altrimenti” esclamò Christine “Neanche io vorrei che Lucifero mettesse le mani su Violet…”.
    “Io sono stato all’Inferno” protestò Dean ad alta voce “Perché non posso farlo io?”
    “Solo chi ha creato l’Inferno può prendere il Cordos…”.
    “Non mi interessa!”
    Haniel chiuse gli occhi, cercando di calmarsi e di non utilizzare la combustione dell’anima e alla fine chiese al cacciatore “Ci vuoi provare?”
    “A fare cosa?” domandò Dean guardingo.
    “A prendere il Cordos da tua moglie” dichiarò Haniel serio “Forse così ti renderai conto che solo Lucifero può prendere la sfera dei sentimenti e delle emozioni di Empusa”.
    L’arcangelo dell’amore schioccò le dita e aprì lo sterno di Violet. Il Cordos di Empusa, un cuore nero gaietto con le vene e le arterie argentate avviluppato al cuore umano. Il cacciatore di demoni si avvicinò con una certa titubanza e non appena la sua mano tentò di prendere il Cordos, successe l’inevitabile. Un fuoco argentato circondò il braccio di Dean e il cacciatore urlò dal dolore.
    “Annabethe, mi dispiace sei stata scelta”
    Sam capì subito che il Cordos stava facendo riaffiorare i ricordi dell’Inferno, quando era sceso dalla ruota delle torture e si era messo alla mercé di Alastair. Tempestivamente allontanò Dean dal Cordos, spegnendo il fuoco dal braccio, mentre Christine si occupò di chiudere la ferita a Violet.
    “Anche se sei stato abbastanza all’Inferno, la tua anima non è corrotta come quella di Lucifero”.
    “Ma Lucifero non ha la grazia?”
    “Sam, la grazia può pulire la tua anima, ma non può certamente cancellare il passato” assentì Haniel “E comunque Lucifero dovrà tornare al più presto al suo posto”.
    “Perché se no cosa succederà?”
    “Questo non mi è dato saperlo” mentì Haniel, lanciando uno sguardo d’intesa a Christine, la quale capì subito “E anche se mi fosse dato saperlo, non potrei dirlo. Cloto mi ucciderebbe se vi rivelassi troppo”.
    “E poi che missione sarebbe senza la suspance” costatò Sheeira divertita, facendo il verso alla pubblicità della Nutella “Una piccola zona d’ombra in un quadro di luce rende più interessante il divertimento”.
    “Per quanto riguarda lo specchio di lapislazzuli, come possiamo ripararlo?”
    “Dopo la vostra presa dell’essenza del Paradiso, ricavabile dalla battaglia dei capi gerarchia contro i corrispettivi colleghi oscuri, appariranno tre stelle nel cielo a formare un portale dimensionale, laddove si racchiudono le nuvole del Paradiso, le fiamme dell’Inferno e la fierezza del Purgatorio”.
    “Il portale si deve aprire grazie alla musica della BiaThanatie, giusto?” domandò Violet e l’arcangelo dell’amore annuì.
    “Sì, la BiaThanatie è uno dei tanti modi per aprire le porte del Purgatorio, senza fare spargimenti di sangue. Essendo Persephone uccisa da quel viscido di Crowley, la Moira della Morte ha deciso di istituire Michele e Lucifero come custodi delle porte del Purgatorio e avendo ottenuto il ruolo dei custodi del Purgatorio, essi hanno rinunciato a qualcosa e di conseguenza hanno costruito la Lancia di Lete”.
    “Immagino la gioia perversa di Atropo per avere incastrato Michele” borbottò Sheeira divertita “Dopo che…”.
    “Il tutto quadra in modo perfettamente logico” interruppe Sam sempre più interessato al discorso “Quindi per riparare lo specchio di lapislazzuli servono le tre essenze ultraterrene, l’essenza che ha tanto amato e...”
    “Il ciondolo di Dio” confermò Sheeira amaramente “Già”.
    “Un lavoro adatto solo alla ditta Winchester” esclamò Dean tutto baldanzoso “Quando le cose si fanno complicate, chiamate i Winchester e sarete soddisfatti. Anche perché i rimborsi non ci sono”
    “Ammiro la tua voglia di scherzare in questo preciso momento” disse Sam in tono tetro.
    “Che cosa posso fare Sam? O rido o mi vado a schiantare con la mia Baby nel canyon del Colorado” affermò Dean sicuro di sé “Se devo morire, lo voglio fare a testa alta e con il sorriso stampato in fronte”.
    Sam annuì, colpito e allo stesso tempo confuso dall’atteggiamento del fratello maggiore e fu la volta di Violet di intervenire “Si ha qualche notizia su come sia questo specchio di lapislazzuli?
    “E tu come fai a sapere che ci sono diverse versioni?” domandò Haniel e poi scosse la testa, capendo il sottointeso “Lascia perdere, credo di sapere che Empusa ti abbia già informato”
    “Già”
    “Perché ci sono diverse versioni dello specchio di lapislazzuli? Sembriate che ci godiate a farci impazzire!” costatò Dean perplesso “E come sarebbe questo specchio porta rogne sia che sia integro sia che sia rotto?”
    L’arcangelo dell’amore guardò nello specchio e fece vedere ai presenti le varie versioni dello specchio di lapislazzuli, la prima con la cornice di rubino e le decorazioni di zaffiro bianco, l’altro con la cornice d’oro e iolite e racchiusa in una nuvola di sangue purgatoriese, paradisiaco e infernale.
    “Scegliete la vostra versione”
    “Haniel, abbiamo altre cose cui pensare che scegliere la versione dello specchio” sbuffò Sheeira seccata “Penso che quando saremo lì, scopriremo come è fatto sto benedetto specchio di lapislazzuli”
    “Per una volta, mi trovo d’accordo con lei” borbottò Dean e chiedendo “Allora per andare in questo benedetto portale dimensionale per prendere l’essenza del Paradiso, abbiamo bisogno del potere dei nostri figli, di Mary e di Nathaniel Winchester?”
    “Sì Dean”
    “Hai altre cose da aggiungere? O le scopriremo strada facendo?”
    “No vostro onore, non ho nulla da aggiungere” scherzò Haniel e tese la mano destra al cacciatore di demoni “Nessun rancore per quello che è successo”.
    “Nessuna pugnalata alla schiena?”
    “Mi hai preso per un demone?” domandò Haniel seccato “Anzi mi hai riflettere sull’importanza che bisogna lottare per ciò che si ha. E verrò con voi”
    “Tu non andrai da nessuna parte” interruppe una voce femminile comparsa all’improvviso.
    Tutti si girarono a vedere la moglie di Haniel con un grembiule e una ciotola in mano, laddove stava preparando uno zabaione. Lo stomaco di Dean borbottò all’odore del dolce e Sam lo richiamò con gli occhi.
    “Sam, io ho fame” mugugnò Dean arrabbiato.
    “Non è tempo” lo rimproverò Sam “Non appena questa avventura sarà finita…”
    “Mi chiuderò in un fast food e mi strafogherò” promise Dean e dopo gli sussurrò “Ma perché non ci può mai capitare un caso in cui ci sono delle spogliarelliste brasiliane?”
    Sam ruotò gli occhi divertito e Christine ridacchiò. L’atmosfera si era alleggerita un po’ con quella battuta di Dean. Dyane si avvicinò a loro e ripetè “Non andrai da nessuna parte”
    “Lo devo fare”
    “Così ti farai ammazzare di nuovo? Quante volte devi sfidare la sorte? Quante?” urlò Dyane furibonda, sbattendo il grembiule sul tavolo “Pensa a me e a tua figlia”
    “Dyane..”
    “No, Haniel” ribattè la moglie “Hai già sofferto abbastanza e hai una famiglia cui badare”.
    “Anche mia sorella ha una famiglia ed io non posso e non voglio esimermi dall’aiutarla” la fece ragionare Haniel “Io lo so che tu sei preoccupata per me, ma questa volta io non posso fare finta di niente, non posso stare qui a non fare niente, mentre ogni giorno di più mia sorella è tra le braccia di Thanatos”.
    “L’ultima volta…”
    “L’ultima volta è stata l’ultima volta” terminò Haniel, posando le mani sulle spalle minute della donna “Dyane, io sono un capo gerarchia ed è mio dovere dare il buon esempio”
    “Mamma, papà è un eroe e gli eroi devono fare sacrifici” interruppe Iolye, comparendo dietro la madre “Anche se pensa a noi, deve sempre svolgere il suo lavoro”
    Entrambi i genitori rimasero di sasso alle parole di Iolye, perplessi dal fatto che una bambina potesse dire parole così importanti. Dyane posò la ciotola e guardò il marito, per un po’ nessuno dei due parlò. Poi la donna tirò fuori una foto, la foto di Gemma da piccola in braccio da Haniel “Lo fai per lei?”
    “Lo faccio per tutti noi. Il Purgatorio è una responsabilità di tutti! Il terzo regno merita una seconda possibilità”.
    “Stai attento!”
    “Cautela è il mio secondo cognome” scherzò Haniel, scompigliando i capelli alla moglie “Starò attento a non farmi rubare il cuore”
    La donna gli diede un buffo schiaffetto sul viso e baciandolo gli sussurrò “Non esiterò a fare un patto con un demone per farti ritornare indietro!”
    Ma non diede il tempo a Haniel di replicare che se ne andò nella stanza. Iolye era ancora lì, sopra un tavolo con le gambe a penzoloni, lo sguardo serio di una custode della Fiamma della Fenice. La bambina si girò verso Christine e le chiese “Mi puoi promettere una cosa?”
    “Tutto quello che vuoi piccolina” rispose Christine intenerita “Almeno cercherò di accontentarti”.
    “Ritorna viva”
    Due semplici parole che fecero calare il silenzio in sala. L’angelo si avvicinò e scompigliandole i capelli esclamò “Cercherò di farlo. Non posso darti la certezza assoluta della mia promessa, il destino non vuole essere imprigionato, vuole essere vissuto”
    Iolye saltò giù dal tavolo e l’abbracciò calorosamente, ripetendo infervorata “Per favore, ritorna viva”
    Christine fu molto colpita dall’insistenza della bambina, quasi come se stesse nascondendo qualcosa, ma non indagò oltre. Sicuramente Iolye si era affezionata a lei e come tutti i presenti in sala si augurava che lei ritornasse viva dalla missione e questa la commosse parecchio. Poi la bambina le aveva cinto la vita, appoggiato l’orecchio sulla guancia e le aveva sussurrato “Ritorna viva per Henry, per Nimuhiel e per Calliope”.
    “Ma io non ho ancora decis…” rispose Christine stupefatta e dopo guardò Haniel, il quale annuì orgoglioso “Iolye possiede l’antico potere dell’Angelisione. Usa la tua grazia per analizzarla Hesy”
    L’arcangelo della giustizia e della misericordia aveva sbattuto gli occhi, incuriosita dalla richiesta del suo amico. Era da tempo immemorabile che qualcuno non le chiedeva di utilizzare la sua grazia per analizzare una persona, precisamente dai tempi dei progenitori, da quando Eva le aveva chiesto di analizzare l’anima di Caino e lei le aveva dato l’infausto esito. Cioè che sarebbe diventato un fratricida e che avrebbe introdotto il reato di omicidio. Non potè assolutamente dimenticare le grida angosciate di Eva, la quale la sbattè fuori di casa, gridando che era una bugiarda e che il suo amato Caino non avrebbe mai ucciso Abele. Purtroppo la vita aveva dato tutt’altro esito. Diede una rapida occhiata a Iolye e dopo avvertì Violet e Dean “Riparatevi gli occhi”.
    “Siamo immuni alla tua grazia” esclamò Dean “Possiamo guardare”.
    “Meglio che vi riparate gli occhi” li avvertì Christine in tono urgente “Sto utilizzando la mia grazia per analizzare una persona e la sua potenza verrà centuplicata. Se ci tenete gli occhi, riparateli”
    La cercatrice di angeli e il cacciatore di demoni si misero un braccio davanti agli occhi e aspettarono. Con un grande respiro, Christine richiamò la sua grazia e sentì un dolore pulsante sempre più grande, come piccole punture trasformate in coltellate, le ferite dell’Inferno che ritornavano di nuovo a fare male, dopo anni di assopimento, dopo che l’arcangelo li aveva definitivamente accantonati nei suoi ricordi peggiori. Molto probabilmente la sua grazia era stata compromessa dopo il fendente di Sandalphon, ma l’arcangelo decise di non farci caso, curiosa di scoprire che cosa nascondesse Iolye. Guardò il suo Sam che le teneva la mano sinistra e lo sentì sussurrare “Posso farlo io amore, non ti affaticare”.
    “Ce la posso fare” affermò combattiva “Non ti preoccupare Sammy”.
    “Tu qualche giorno mi manderai al manicomio”.
    “Abbi fiducia in me” disse Christine baciandolo sulla guancia.
    La sua grazia si espanse intorno a sé e i suoi occhi castani scuro divennero viola chiaro e prese tra le sue ali Iolye. Quella che la lasciò perplessa, fu che scoprì che l’anima della piccola nata da un Principato, conteneva tracce di grazia di Dominazioni. Non era mai successa una cosa del genere, almeno che lei ricordasse. Forse c’era stato solo un caso nell’intera storia angelica.
    “Diventerà una Dominazione” confermò Haniel, dissipando ogni dubbio della sua amica “Per questo ti ha chiesto di ritornare viva, vuole essere allenata da te”.
    Christine si mise le mani sulla bocca, commossa da tanta generosità e inginocchiandosi di fronte a Iolye le promise “Ti prometto che tornerò viva”
    La bambina la ricompensò con un bellissimo abbraccio.
    Poi Violet affermò rivolta a Dean, Sam e Christine “Che ne dite di andare ad abbracciare i nostri figli?”
    Tutti furono d’accordo e così scomparvero dalla casa del Principato, con Dyane e Iolye che li salutavano. Senza sospettare minimamente quello che avrebbero scoperto da lì a poco.

    Edited by GabrielleWinchester - 17/8/2015, 11:53
     
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  7. sahany09
     
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    Non c'è che dire, Gabry!! Ci hai fatto aspettare e sospirare la puntata ma, cavolo che puntata !! Capolavoro !!! Complimenti !!!

    Ne è valsa la pena !!! Bravissima !!
    Sempre più interessante !!!
    Emozionantissima !!!

    Qualche piccolo refuso c'è (ripetizioni) ma, data l'entità del capitolo, è super perdonabile e si perde nel lunghissimo testo. (l' ho scaricato e letto in santa pace offline) :)


    Alla prossima. E se devi sfornare simili meraviglie, fai pure con molta calma. :) Ciaoooo !!!
     
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    Grazie mille Sahany ^_^ Sono davvero contenta che ti sia piaciuta questa puntata e che tu la consideri un capolavoro ^_^ Sei davvero troppo buona ^_^ Ti vorrei tanto chiedere cosa ti abbia colpito in questa puntata, ma non so se oso troppo ^_^ Sono felice di sapere che la storia ti stia colpendo sempre di più e che ti abbia emozionato tantissimo ^_^ Oh, lo sapevo che nonostante la correzione assidua, qualcosa mi sarebbe sfuggita in questo capitolo...Chiedo scusa :sorry: :sorry:
    Il fatto di fare del proprio meglio mi fa tendere a scrivere di getto e le ripetizioni molto spesso sono dietro l'angolo..
    *Ripetizione che saluta da dietro un angolino*
    Mi sa tanto che la visione di una persona mi abbia distolto un pò l'attenzione
    Farò meglio la prossima volta, garantito ^_^ Spero al più presto ^_^
    Grazie ancora :kissing:
     
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  9. sahany09
     
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    Cosa mi ha colpito della puntata? Mmmmm..... :mmm: difficile dirlo.
    Era lunghissima....
    (a scaricarla e fare copia incolla su Word mi sono venute 21 pagine !!)

    e piena di elementi tanto che mi ha quasi confusa, quindi, non saprei proprio dirti con esattezza cosa mi abbia colpito in particolare. Diciamo tutto l'insieme che è più facile. :) Ancora complimenti sinceri e non preoccuparti troppo per gli errori. Tengo sempre a dire che non siamo ad un concorso letterario ma su un forum dove ci stiamo divertendo a scrivere pazzie per il puro gusto di scriverle e scambiarcele vicendevolmente, il che è comunque sempre piacevole, quindi, tranquilla e continua pure a deliziarci con i tuoi esperimenti strambi come li chiami tu. :)
    A presto o a quando vuoi e puoi.
    Noi aspettiamo. :)
     
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    Buon pomeriggio a tutti,
    dopo tempo immemorabile a causa di numerosi impegni, mi sarebbe piaciuto scappare via a bordo dell'Impala o a bordo della moto di Oliver Queen, ma non si può avere tutto dalla vita, per tutto il resto c'è Masterchard :laughing:
    Ho avuto da fare perchè tra pochi giorni mi dovrei laureare ^_^
    ecco a voi una nuova puntata di "Stairway to Purgatory", nel quale Lucifero e Michele, ormai diventati custodi del Purgatorio dopo la morte di Persephone, con Atropo che porterà una bella novità...
    Ma non vi anticipo nulla ^_^
    Mi auguro solo che vi piaccia ^_^ :pray: :pray:
    Buona lettura ^_^ :kissing:

    Tempo imprecisato- Inferno

    Nel frattempo che Christine e gli altri ritornavano a casa ad abbracciare i loro figli e prepararsi per la missione dell’essenza del Paradiso, mentre Balthazar, Cass e Gabe davano la caccia a tre Vigilanti per poter attivare le catene di Semeyraza e poter cercare di salvare la loro amica dall’essere un angelo vegetale, all’interno dell’Inferno Michele e Lucifero stavano suonando la musica della BiaThanatie, per creare il portale dimensionale per il Purgatorio. Davanti a loro si creò una spaccatura spazio-temporale di colore grigio-indaco, dove si poteva intravedere la spiaggia molto particolare del Purgatorio. Una spiaggia dove si racchiudevano le nuvole del Paradiso, le fiamme dell’Inferno e la fierezza del Purgatorio. Era qui che i prescelti dovevano riparare lo specchio di lapislazzuli di Eve, riparare l’errore di Crowley e cercare di sconfiggere la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse.
    Ad un certo punto Lucifero urlò con tutto il fiato che aveva in gola “Non ce la faccio più”
    Il creatore dell’Inferno scagliò la tromba di Raziel contro una parete di spine roventi, dove i bugiardi e i traditori venivano scorticati vivi e fatti annegare nel loro stesso sangue, sperando così di poterla distruggere, ma quest’ultima ritornava sempre tra le sue mani, quasi come fosse un estensione dell’arto. Suonare quella tromba gli faceva ritornare alla mente il suo passato, quel passato che voleva dimenticare per poter ricominciare daccapo. Con l’ultima nota si era ricordato di quella volta che, in un villaggio sperduto in Africa, aveva scatenato un’epidemia di Ebola così grave da compromettere metà del continente, tanto che quell’anno fu classificato come anno della “possibile estinzione del genere umano”
    Quella volta aveva goduto e alimentato la sofferenza, era stato sulle ambulanze a tenere le mani ai moribondi, a fomentare rivoluzioni contro le case farmaceutiche che non stavano prendendo provvedimenti e intanto diffondeva il virus, aveva partecipato ai funerali delle vittime e riso fino alle lacrime della rabbia e della frustrazione che prendeva i medici che si occupavano delle guarigioni, increduli del fatto che nessun rimedio li stava salvando, nemmeno il metodo sperimentale del plasma delle uniche persone che si erano salvate
    Aveva alimentato la sofferenza e ci aveva goduto.
    Adesso voleva affogare in essa e lasciarsi annegare dalle lacrime
    Se prima avrebbe scorticato vivo colui che si fosse azzardato a piangere per le cattiverie commesse, adesso non lo sapeva neanche lui.
    “Traditore”
    “Non meriti di stare qui. Non sei degno di stare qui”
    Una Succube si avvicinò a lui, intenzionata a sfregiarlo con le unghie retrattili. Il mostro riuscì a sferrare un lungo graffio lungo fino alla guancia destra, arrivando fino all’osso.
    “Se ti fossi davvero colui che mi ha creato, adesso affogherei nel mio stesso sangue e la mia anima verrebbe utilizzata per strozzarmi”
    Il Creatore dell’Inferno la guardò severo e stava per estendere un braccio per accontentarla, quando di ricordò di Hesediel e desistette.
    “Non ne vale la pena”
    “Già, non ne vale la pena” lo schernì la Succube “Non ne vale la pena essere torturata da un pappamolle come te”
    “Attenta!”
    “A cosa?” ridacchiò lei maligna “Sei un traditore! Ci hai detto che non saresti ritornato tra le fila degli angeli e non appena ne hai avuto l’occasione…”
    Non ebbe il tempo di continuare che un fascio di luce azzurrina la investì in pieno, lasciando solo un corpo carbonizzato. Lucifero ebbe solo il tempo di vedere Michele con la sua spada d’argento in una mano e il violino di Zoe nell’altra.
    “Così non avremo altre distrazioni. Il Portale non si apre da solo”
    Lucifero sbuffò, pensando che il secondo nome di Michele dovesse Dovere Imprescindibile. Altri insulti molto più pesanti della Succube arrivarono, il Creatore dell’Inferno cercò di ignorarli ma, in cuor suo, non poteva biasimarli per il loro risentimento. Li aveva educati nel più totale disprezzo del bene e dei valori, a torturare, a mutilare e a squartare se mai ne avessero avuto l’occasione, e adesso vedere lui che si comportava così…lui si sarebbe comportato peggio.
    Si girò a guardare la gabbia fatta di ossa e spirito di demone, laddove aveva imprigionato Hesediel in uno dei suoi tanti pernottamenti all’Inferno. Fu la prima volta. Quando aveva scoperto che Hesediel aveva aiutato Michele a cacciarlo dal Paradiso, dopo il peccato originale a danno di Adamo e Eva. Fino a pochi decenni prima non aveva avuto modo di conoscere l’identità di chi aveva aiutato Michele, poiché il misterioso aiutante indossava una maschera di ametista e acquamarina, a prova di Angelisione, cosicché era impossibile per Lucifero stabilire a quale gerarchia appartenesse. L’identità dell’aiutante dell’arcangelo della giustizia era rimasta nascosta, almeno fino a quando un angelo, stufo di essere denigrato e in cerca di gloria e di un po’ di potere, era scappato a rivelargli la verità.
    E la sua vendetta era stata tremenda.
    “Io mi fidavo di te” le aveva urlato contro, mentre Hesediel si reggeva a malapena “E tu mi hai cacciato insieme a Michele. Come hai potuto?”
    “Finiscila di fare la vittima. Non ti si addice” aveva replicato Hesediel stizzita, mentre un filamento di anima le strozzava il respiro “Te lo sei meritato, hai rovinato il genere umano per uno stupido orgoglio personale”
    “Sono aborti gli esseri umani, non meritano neanche di vivere”
    “Sono speciali e tu ti sei meritato la caduta”
    Lucifero si era avvicinato a lei e improvvisamente aveva materializzato una spada di ombre e sangue demoniaco. Hesediel aveva tentato di produrre una labile difesa, ma poi alla fine aveva deciso di farsi colpire dalla spada, colpi che corrodevano l’anima e sfregiavano la grazia angelica.
    “Tu non sai amare Lucifero”
    A quelle parole il Serafino Caduto aveva ringhiato, affondando la lama in uno dei muscoli dell’ala sinistra, facendo fuoriuscire un po’ di grazia “Tu non mi conosci”.
    “Io ti conosco meglio di chiunque altro” ansimò Hesediel, cercando di riparare il danno procurato all’ala e in altri parti del corpo “Sei sempre stato incline a essere egoista…”.
    “Stai zitta!”
    E con quell’urlo diede un altro fendente, affondando la lama fino all’elsa, penetrando muscoli e spezzando tendini ed estraendola altrettanto rapidamente, strappando un urlo a Hesediel. Poi l’arcangelo della giustizia e della misericordia decise di non dire nulla e Lucifero le martoriò l’ala sinistra.
    “Puoi distruggere le mie ali, bruciare la mia grazia angelica, ma tu sai che ho ragione” affermò Hesediel determinata, nonostante non si potesse reggere in piedi “Immagina un giorno in cui riavrai la grazia angelica…”.
    “Non succederà mai!” urlò Lucifero convinto “Non ritornerò più tra le vostre fila”.
    “Mai sfidare il destino” concluse Hesediel e dopo crollò in un angolino della gabbia.

    Mai sfidare il destino. Quelle parole era state come lame nella sua mente e alla fine era successo quello che lui non si augurava nemmeno nei suoi incubi più reconditi. Cioè che Michele gli ritornasse la grazia per sconfiggere Semeyraza, colui che aveva contribuito a farlo cadere dal Paradiso. All’inizio era stato riluttante a ritornare il Serafino di un tempo, non voleva ritornare a servire un Dio che non sentiva come Padre, ma dopo quello che aveva passato, tornare indietro non se ne parlava.
    “Che fai batti la fiacca?”
    “Io non ce la faccio più Michele”
    Il Creatore dell’Inferno si sedette sopra uno spuntone di roccia appuntito e spiegò “Non ce la faccio più a suonare questo strumento”
    Michele suonò ancora una volta il suo violino e con sguardo severo si rivolse al suo gemello “Che cosa ti aspettavi?”
    “Grazie per il conforto” ribatté Lucifero in tono irritato “Davvero so a chi rivolgermi quando sono triste”.
    “Tutto questo non sarebbe successo” urlò Michele al limite della pazienza, spalancando le ali “ Se tu…”
    “Se io avessi dato la mia grazia prima del tempo” ringhiò Lucifero esasperato “Nessuno te lo ha mai detto, ma sei un disco rotto. Io non ho nessuna intenzione di ritornare il solito bastardo, voglio essere una persona nuova”
    “E a Hesediel non ci pensi?”
    “Per lei che lo faccio” ululò Lucifero, spalancando le ali e distruggendo gran parte delle colonne di marmo nero, laddove venivano fustigati i dannati “Lo faccio per Astrea e per lei…” si fermò e guardò negli occhi quello che una volta era il suo modello d’ispirazione “C’è mai stata una persona per la quale hai lottato con tutte le tue forze?”
    L’arcangelo della giustizia divina annuì bruscamente, ma non volle rispondere al gemello. Sì, c’era stata una persona per la quale avrebbe lottato con tutte le sue forze, ma ripensare di nuovo a lei riapriva ferite difficili da supportare e da sopportare. Difficile da dimenticare, in quanto era stato l’artefice della sua morte.
    “Allora batte un cuore dietro quello sterno di ferro” sghignazzò Lucifero contento “Pensavo che fossi solo un uomo d’azione e basta”.
    “Ha parlato il dispensatore di cuoricini” ribatté l’arcangelo ironico “L’unica cosa buona della mia vita me l’hai rovinata”.
    “Vyave?” domandò Lucifero, ritornando a mettersi in posizione per suonare la musica della BiaThanatie “Lei?”
    Michele stava per rispondere, quando a un certo punto dal nulla comparve una colonna di luce viola. I due gemelli videro una giovane donna dai capelli castano scuro e gli occhi azzurri fare capolino e ridacchiare.
    Atropo.
    “Mi raccomando non esultate” li salutò acida “ Altrimenti potrete crepare. Non avete il permesso di riposarvi. L’equilibro ultraterreno ha bisogno del vostro aiuto, non abbiamo bisogno di disertori della patria”
    “ Perché non crepi tu?” la salutò Lucifero seccato “ Tutto questo si può catalogare come mobbing. Cosa ci fai qui, Atropo? E soprattutto hai deciso di cambiare look?”
    La Moira della Morte mosse i capelli in maniera molto teatrale e si pavoneggiò un bel po’ “Oh sì il look di prima non mi andava più a genio, ogni tanto bisogna cambiare. Del resto tu con i capelli scuri hai molto più fascino. E poi se continui a insultarmi, potrei andare a chiedere il permesso di sposarti”
    “Sei venuta ad esibirti?”
    “No, simpaticone” disse Atropo ironica, strizzando l’occhio a Lucifero “Sono venuta a dirvi le ultime novità riguardo allo specchio di lapislazzuli”
    L’arcangelo della giustizia e il Serafino Caduto rimasero ad ascoltare Atropo, mentre li metteva al corrente delle ultime novità.
    “Castiel ha vissuto troppo tempo tra gli umani..” Michele scosse la testa, seguendo il filo dei suoi pensieri. “La prima regola di esseri angeli è quello di non essere coinvolti emotivamente”
    “E in questo ti riesce perfettamente” constatò Lucifero divertito, attirandosi un’occhiataccia da Michele “Ma sono sicuro che non è tutto”
    “Perché vuoi sapere tutto subito?”
    “Perché c’è gente che sta morendo, soprattutto la mia Hesediel sta morendo…”
    “Veramente è di Camael…”
    Ad un certo punto Lucifero non ce la fece più. Materializzò la spada di sangue demoniaco e ombre nere e la puntò contro il collo della Moira della Morte “Vuoi davvero uccidere la Morte? Ammirevole”
    “Dicci quello che sai”
    “La Grazia ti sta cambiando profondamente” esclamò lei tergiversando e Lucifero rafforzò la stretta intorno all’impugnatura della spada, facendo scendere un filo di sangue intorno al collo “In casa Winchester è comparso Semeyraza”
    “Ma non è stato sconfitto?” domandò Lucifero confuso “Non è stato sconfitto grazie al potere della Fenice?”
    Atropo si liberò della stretta mortale e spiegò, contrariata e un po’ divertita dalla faccia di Lucifero “La musica che state suonando è la perfetta unione tra la maestosità della vita e il terrore della morte e ha portato alla distruzione della cella di Semeyraza. L’ex Vigilante ha dato importanti novità sulla sorte di Hesediel”
    “Cosa?” esclamarono insieme Michele e Lucifero.
    “Dovrebbero fare una targa commemorativa a Hesediel” rise Atropo, ma si interruppe di fronte agli sguardi corrucciati del Serafino e dell’Arcangelo “Semeyraza ha detto che quando Hesediel è stata pugnalata a morte da Sandalphon, la sua grazia è stata compromessa e quindi…”
    “Quindi se le viene rimesso il filo di Persephone, potrebbe diventare un arcangelo vegetale” concluse Michele tristemente “E causare un vuoto nell’equilibro ultraterreno…”
    Per un po’ nessuno dei due parlò, terrorizzati dall’idea di vedere Hesediel incapace di fare alcunché, di essere prigioniera del suo corpo, di non potere esercitare i suoi poteri. Lucifero non vedeva l’ora di mettere le mani su Crowley, di stritolare le ossa del suo collo, spezzargli le vertebre, vederlo annegare nel suo stesso sangue, perché se non fosse stato per lui, tutto non sarebbe accaduto. Se non avesse utilizzato l’Aletheia Gladia per incontrare sua figlia…
    “Non si può fare nulla?”
    “L’unico modo per salvare la vita a Hesediel è la riattivazione delle catene di Semeyraza, l’unico modo per salvare una grazia compromessa”.
    “Sono andate distrutte”
    “Questo è quello che abbiamo diffuso in giro” disse Atropo ammirando la sua Aletheia Gladia “Balthazar ha avuto sempre un debole per i manufatti divini e le ha conservate. Insieme a Cass e Gabe, sono andati a trovare Dio in Paradiso”
    “Il vecchio era sveglio, per caso?”
    “Lucifero!” lo rimproverò Michele “Quello è pur tuo padre”.
    “Un Padre che non ha esitato a buttarmi a calci nel sedere, non appena ne ha avuta l’occasione”.
    “Potete risolvere le vostre controversie familiari prossimamente” interruppe Atropo seria “Dio ha detto che, per attivare le catene di Semeyraza, bisogna uccidere tre Vigilanti”.
    “Come li uccideranno?”
    “Il Destino non può svelare le sue Carte” ridacchiò Atropo e poi divenne seria nei confronti di Michele “Continuate pure a suonare la musica, tra un po’ verrà presa l’essenza del Paradiso e ci sarà la battaglia contro la Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Dio ha parlato di me?” domandò Michele speranzoso.
    Atropo titubò un po’ e scosse la testa.
    “Stai mentendo!” esclamò Lucifero perspicace “Una Moira che mente? Il mondo va alla rovescia”
    “Il Destino non può svelare le sue Carte” ripeté Atropo sorniona e poi tutto d’un tratto venne scaraventata contro una parete di spine roventi e Lucifero ebbe il tempo di vedere Michele aggredire Atropo.
    “Dimmi se Dio ha parlato di me” urlò Michele arrabbiato “Ha parlato di me?”
    Atropo tentò di togliere le mani di Michele dal suo collo, lottò per alcuni minuti e dopo cedette “ Dio ha detto che, se non strapperai la grazia angelica a Lucifero, tu diventerai il nuovo Lucifero”
    “Tu menti!”
    “Noi Moire sappiamo quale è la differenza tra l’Aletheia e Psèma, tra la Verità e la Bugia. Pensavi davvero che non avrebbe avuto conseguenze il fatto di avere dato la grazia angelica a Lucifero?”
    “Non può fare una cosa del genere!”
    “Non battete la fiacca”
    E nello stesso modo in cui era comparsa, la Moira della Morte era scomparsa. Dalla rabbia Michele uccise due demoni degli incroci. Tutto per la salvezza di un regno.
    Tutto per risolvere l’azione folle di un demone.
    Tutto per vedere Hesediel sana e salva.
     
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  11. sahany09
     
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    AAAAAAAAHHHHHHHH !!! Maledizione ai miei guai con Internet !!!!
    Non mi ero accorta che avevi postato una nuova mirabolante puntata della tua fictiion !! Mi sa che è meglio se ci avvertiamo quando postiamo !!
    Che dirti? Sei sempre al top, mia cara !!
    Atropo, Atropo.... che tipa che è !!
    Poi, Lucifero, stravolto e Michele che tra un po' è peggio di Lucifero....(forse lo è davvero !! ).
    Bravissima Gabrielle !! Come al solito.

    A prestooooooooo !! Spero. :pray:
     
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    Non ti preoccupare Sahany ^_^ Grazie per avere definito la puntata mirabolante, si fa sempre quello che si può ^_^
    Atropo da Moira della Morte è un tipetto niente male...
    Michele...Qui ci sarebbe da discutere perchè si sta rendendo conto che una sua idea gli si sta ritorcendo contro...Il povero arcangelo della giustizia è in una situazione che non augurerei a nessuno :-(
    Ti dò una piccolissima anticipazione...Nel prossimo episodio comparirà un personaggio già comparso precedentemente....l'indizio è Biblioteca...e ho già detto tutto ^_^
    Grazie ancora :kissing:
     
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  13. sahany09
     
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    Bene. Annoto tutto e attendo.
    Non preoccuparti e non avere fretta !! :)
     
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    Buon pomeriggio a tutti,
    sono ritornata!!!!!!!! Dopo tantissimo tempo e chiedendo scusa a tutti, ecco a voi un nuovo capitolo di "Stairway to Purgatory" ^_^ In questo capitolo vediamo Gabe, Cass e Balthazar dovere uccidere due Vigilanti per l'attivazione delle catene di Semeyraza, per impedire a Hesediel di diventare un angelo vegetale....Ma non anticipo nulla :-) Anche se non vorrei essere nei panni degli angeli :-p Specialmente di Gabe, il quale si troverà di fronte a una scelta abbastanza ardua -.- Chiedo scusa per eventuali errori presenti nel capitolo, ma è stato un capitolo abbastanza arduo da scrivere ed ero sempre in procinto di riscriverlo sempre daccapo :-p Nel capitolo ci sono alcune parole in enochiano, tratte dal libro "Il linguaggio angelico-volume II" di Aaron Leitch, tra cui "Camikas Zure", la quale è un'esclamazione dell'arcangelo Raffaele nei confronti dei demoni e dalla traduzione non reperibile, che io ho inteso come se fosse un'esclamazione di rabbia e di sconcerto "Niisa" che significa "Venite, senza indugio", "Nazpad" ovvero "Spada", "Malprg" che significa "Fiamma ardente" e "Malpurg" ovvero "Dardi infuocati"
    Augurandomi che non vi annoi, vi auguro buona lettura :-* :-*

    La morte dei due Vigilanti

    Mentre Michele cercava di riprendersi dopo la notizia di Atropo, incredulo che suo Padre, lo stesso Padre che aveva difeso e avrebbe servito indefessamente fino alla fine dei suoi giorni e fino alla combustione della sua grazia, lo avesse minacciato di farlo diventare il nuovo “Lucifero”, se non avesse tolto la grazia angelica al suo gemello dopo la battaglia contro Empusa, Cass, Gabe e Balthazar erano partiti per la loro missione di attivare le catene di Semeyraza, per evitare che Hesediel diventasse un angelo vegetale.
    “Ditemi che ci può essere un altro modo” continuava a ripetere Castiel, dondolandosi avanti e indietro sul ramo su cui era appoggiato “Forse uccidere…”.
    “Sappiamo tutti e tre che qualche volta le parole del Vecchio sono soggette a varie interpretazioni e non sempre di facile comprensione, che Metatron ci ha messo lo zampino per renderle un tantino criptiche, ma ti assicuro che uccidere i Vigilanti significa ucciderli” sbuffò Gabriel, mentre controllava per l’ennesima volta il nome sulla pergamena delle fiamme dell’Inferno divenuta nera “E poi proprio adesso devi farti venire i rimorsi Cass? Non è il momento adatto, nostra sorella ha bisogno di noi, non di tentennamenti o ripensamenti”
    L’angelo del giovedì stava per ribattere, quando Gabe lo interruppe con un gesto della mano destra, uno sguardo d’ambra in un oceano notturno “Dio avrà anche trasformato la mia grazia angelica in animo umano, ma riesco a percepire i dubbi e le perplessità che affollano la tua mente. Sono per sempre un arcangelo e non smetterlo di esserlo in fondo. Permettimi di dirti una cosa, però. Non ti ponevi questi scrupoli quando eri pieno di te e progettavi grandi cose con quel pallone gonfiato di Crowley”
    Cass sobbalzò ferito, incredulo che Gabe avesse rievocato quel fatto, quando con Crowley aveva deciso di scoprire il Purgatorio e di impadronirsi delle anime che lo occupavano, lo sconcerto e la delusione di Dean quando si era rifiutato di aiutarlo con gli Ariel’s Son, il suo “Dimenticati di me. Non voglio più che compari all’improvviso” che lo aveva ferito e lo aveva spinto a rompere quel patto scellerato con Crowley, con la conseguenza di essere torturato dal demone…
    “Non vorrai rinfacciarmi quello che ho fatto. Ho già pagato lo scotto dei miei peccati”
    “Senti Hesediel rischia di diventare un angelo vegetale per colpa di quello stronzo e arrivista, il quale per cercare di fare il padre dell’anno sta scombussolando tutto il Creato, e credimi che farò di tutto, affinchè mia sorella possa godere della pace che merita con Chamuel/Sammy Winchester perché ha sofferto e merita un po’ di felice. Se potessi, distruggerei anche la mia stessa gerarchia angelica “
    Cass stava per ritornare all’attacco, quando Balthazar si mise a fischiare, facendo sobbalzare i due angeli “Terribilmente spiacente di interrompere questo siparietto, ma vi devo fermare. Potete pensare a come risolvere i vostri problemi dopo, davanti a una tazza di buon thè in uno studio di una consulente matrimoniale, la quale analizzerà i vostri problemi. Fisserò un appuntamento dopo tutto questo, ma vorrei avvertirti che il nostro uomo sta uscendo di casa”
    E indicò la porta di ciliegio di fronte a sé, in una villetta a due piani con un ampio giardino. I tre angeli erano volati fino in Arizona, a Phoenix, di fronte alla casa di un certo Edward Shylvev, o meglio il Vigilante Sarael, chi aveva insegnato i misteri della Luna. La porta si aprì e videro sulla soglia un uomo con la divisa da poliziotto uscire. Balthazar fu colpito dallo sguardo del Vigilante, due occhi color verdazzurro che avevano perso l’arroganza dell’angelo, la grazia angelica mutata in animo umano. Lo avevano osservato nei minimi dettagli nell’ultima settimana, rendendosi conto che si era perfettamente tra gli umani, anche se non aveva rinunciato ad alcuni trucchetti angelici. Da quello che avevano sentito, egli era a capo di una stazione di polizia ed era specializzato nello sgominare bande di narcotrafficanti e di chi gestiva giri di prostituzione. Il Vigilante fu seguito a ruota da una giovane donna dall’età approssimativa di trent’anni, dai capelli castani e gli occhi verdi e Cass si accorse che la pergamena di fiamme dell’Inferno era divenuta nera.
    Erano al cospetto di Shamshiel, l’angelo che aveva insegnato a conoscere il Sole.
    Shamshiel e Sarael si erano uniti in matrimonio e da quello che potevano vedere l’angelo femmina era in dolce attesa. Gabe captò che mancava pochissimo al lieto evento.
    “Stai attento!”
    “Il pericolo è il mio mestiere” sghignazzò l’uomo divertito e dopo, vedendo la faccia preoccupata della moglie, si affrettò a rassicurarla “Non preoccuparti amore, tornerò presto per te e per la nostra piccolina”.
    “Sarael…”
    “Anna, tu lo sai che è meglio non chiamarci con i nostri veri nomi” la avvertì preoccupato, guardandosi intorno con circospezione “Anche se ci siamo integrati tra gli umani, la nostra eredità ci perseguiterà a vita”.
    “Maledetto Semeyraza….” sbuffò Shamshiel irritata, imprecando in enochiano “Vorrei tanto che non ci avesse costretto a fare quel giuramento. Spero solo che sia morto!”
    Sarael fece un sorrisetto di circostanza, comprendendo l’irritazione e la rabbia della compagna nei confronti del loro ex condottiero e si apprestò a dare un bacio alla pancia “Piccolina, papà torna presto da te”.
    A quelle parole Gabe ebbe un tuffo al cuore, sapendo che quelle parole non si sarebbero mai avverate, che quello era il suo ultimo giorno di vita. Lo videro salire in macchina come un comune mortale, inserire le chiavi nel cruscotto di un vecchio pick-up sgangherato, ingranare le marce, girare il volante e dirigersi verso il luogo di lavoro. I tre angeli scesero dall’albero, seguendolo a debita distanza, osservando come si comportava. Ebbero la conferma che l’arrogante e spaccone Sarael si era trasformato in un poliziotto prudente e attento alle esigenze della gente che proteggeva e difendeva. Un suo collega, un uomo di colore alto 1,97 e reduce da moltissime missioni militari, si avvicinò a lui e lo salutò.
    “Buongiorno capitano!”
    “Detective Queen, che cosa abbiamo oggi?”
    Il detective fece un sorriso enorme e rispose un po’ rammaricato “Credevo che, dopo quindici anni di partnership, avessi il diritto di essere chiamato per nome. Troppa formalità fa male!”
    Sarael ricambiò il sorriso “D’accordo, ma lo farò solo quando anche tu mi chiamerai con il mio nome, ovvero Edward o Ed. Allora Salvo che cosa abbiamo oggi?”
    Salvo prese dei fogli dalla scrivania e iniziando a sfogliarli affermò “Una segnalazione di rapina a mano armata sull’E.Jefferson, ma abbiamo già mandato una pattuglia a verificare e a intervenire in caso che le cose degenerino, poi in sala interrogatori…”
    E si fermò, con un’espressione che non prometteva nulla di buono.
    “Vuoi uno stacchetto per caso per dare maggiore enfasi?” domandò Sarael sarcastico.
    “Abbiamo una tua vecchia conoscenza”
    Il capitano fece un sospiro di rassegnazione, capendo benissimo di chi stava parlando. Tra Anthony Lesary, il capo della gang denominata Shot e Shut, e Salvo Queen non correva buon sangue e non perdevano occasione per punzecchiarsi l’uno all’altro.
    “Fammi indovinare. Anthony Lesary, suppongo!”
    “Quel ragazzo si è affezionato a noi” ridacchiò il poliziotto, tamponandosi un graffio lungo la guancia destra “Anthony scambia l’arresto per un incontro di boxe clandestino. Edward io un giorno non metterò la sicura alla mia Smith&Wesson”.
    “E allora finirai per essere accusato di abuso di potere…”.
    “Quel ragazzo è destinato a fare una brutta fine. Tutti lo hanno abbandonato, perfino Joseph Marelli, il capo dei servizi sociali qua a Phoenix, e tu lo sai benissimo che Marelli non si è arreso di fronte a niente, che ha affrontato casi di cui nessuno si è voluto occupare. Per quel ragazzo serve il pugno di ferro, non il guanto di velluto “.
    “Immagino che lo debba interrogare io…”
    Il detective gli batté una mano sulla spalla “Ed, non essere troppo malleabile, non lo merita!”
    Il capitano fece un cenno distratto e dopo si apprestò ad andare in sala interrogatori, pensando a quanto il detective si sbagliasse e che per tutti c’era possibilità di redenzione. Anche se la sua redenzione se l’era cercata con Shamshiel, una redenzione dovuta per una vita che aveva regalato solo sofferenze e stenti agli umani. Chissà che cosa avrebbe pensato Salvo Queen, se avesse saputo che lui era stato colpevole del massacro di settemila donne, circa trentamila anni fa.
    Aprì la porta della sala interrogatori, trovando seduto con le manette ai polsi un ragazzo dall’età approssimativa di ventidue-ventiquattro anni, capelli castani tagliati in maniera militare, occhi dello stesso colore e dal taglio a goccia, il tipico ragazzo che era diventato stronzo per esigenze di vita. Quello che i latini chiamavano “captivo” ovvero sia prigioniero di guerra, prigioniero di una vita che non sempre ti ripagava per il meglio. Indossava un logoro giubbotto di pelle, una maglietta arancione recante la scritta “Stairway to Heaven” e stava tamburellando le dita sul tavolo di ferro. Esibiva un brutto occhio nero e un labbro spaccato. Appena lo vide, il suo volto fece una smorfia e fischiettò un motivetto.
    Era Wrong Side of Heaven dei Five Finger Death Punch.
    La strada sbagliata per il Paradiso e il lato giusto per l’Inferno. Sarael ebbe un tuffo al cuore. Era una canzone adatta per lui, lui che era stato uno splendente angelo del Paradiso e che, dopo avere seguito quel pazzo e sconsiderato Semeyraza, era diventato il figlio perfetto dell’Inferno.
    “Ti piace stare qui, Anthony? Che faccio, chiedo lo status di residenza?”
    “Capitano Shylvev, è venuto lei a interrogarmi? Ma che onore!” ridacchiò il ragazzo sarcastico, masticando con disinvoltura una chewing gum “Quel pallone gonfiato di Queen dopo avermi pestato, non ha il coraggio di interrogarmi? A casa mia si chiama essere coglioni e non mi dica che sono razzista!”
    “Quel coglione di cui parli è il mio partner e potresti essere accusato di insulto a pubblico ufficiale….”
    “Tremo di paura, capitano! Sono cresciuto in strada e credetemi che sono altre cose che non mi fanno dormire la notte, non un borioso poliziotto che vuole fare carriera con un disgraziato ma con stile come me. Le consiglio un buon avvocato divorzista, lei merita un partner migliore!”
    Il Vigilante si sedette di fronte a lui e cercò di farlo ragionare “Quando imparerai a fare il bravo ragazzo. Anthony? I tuoi genitori non sarebbero contenti se tu ti sistemassi?”
    “Non so se importi qualcosa di me a qualcuno che fa la compagnia ai vermi della terra” rispose il ragazzo cinico, l’ombra di un’antica felicità negli occhi “Non ha il diritto di farmi la paternale! Può fare a meno di essere preoccupato nei miei confronti!”
    “Pensi davvero che il mio interesse sia calcolato?”
    Il capo della gang proruppe in una risata strozzata, tra chi voleva piangere e nello stesso tempo scappare via e affermò “Viviamo in un mondo dove la gentilezza viene spesso scambiata per ipocrisia e falso interessamento. Dietro la domanda “Come stai?” la gente ci vede un modo per lucrare sull’altro. Quindi sì, non le credo capitano!”
    “Quanta intelligenza sprecata”
    “Me lo diceva sempre una persona” mormorò il ragazzo a mezza voce “Era l’unica che credeva in me, dopo Joseph Marelli…”.
    Il poliziotto stava per rispondere quando Anthony se ne uscì con una battuta scema “ Mi annoio a fare il bravo ragazzo e poi c’è più divertimento a rompere le scatole a voi ufficiali dell’ordine”.
    “Non perdi mai il tuo spirito comico, non è vero?”
    “Sono un uomo di spirito” sbuffò il ragazzo sarcastico “Non penso che mi abbiate portato qui per la mia bella faccia”.
    “Il detective Queen che cosa le ha detto?”
    “Chi, quel cretino con la divisa? Mah, soltanto che ero in stato di arresto per possesso e spaccio di droga, ma vi conosco troppo bene per capire che c’è qualcosa sotto. Ed è più grave di possedere droghe”
    Il capitano sospirò, intuendo che Anthony Lesary avesse capito più di quanto osava ammettere, anche se non credeva che pensasse all’omicidio e allo stupro di Charlise Mirror. Tutte le prove del delitto vertevano sulla sua direzione, gli avventori del bar “Fleur Noire” avevano testimoniato che era stato l’ultima persona che lei aveva visto, nel corpo erano state trovate le sue impronte e di nessun altro. Ma per Sarael era tutta una macchinazione, Anthony era stato incastrato e bisognava capire da chi e perché. Era sicuro di questo, in quanto li aveva seguiti personalmente, e aveva visto un legame tra i due rafforzarsi sempre di più e non ci credeva affatto che fosse stato lui a stringere la corda intorno al collo della povera ragazza e a finirla con un colpo di pistola.
    La figlia di un militare e un ragazzo di strada, un legame contestato.
    “Hai ragione, non sei qui per possesso di droga. Ma prima devo controllare se hai residui di polvere da sparo nelle mani!”
    “Buona questa, capo” esclamò Anthony “Sono cresciuto in strada, sparo un giorno sì e uno no, le mie mani sono sempre piene di polvere da sparo. Ma sono sempre contento di vedere la vostra collaboratrice”
    Il capitano fece un cenno al poliziotto che stava assistendo insieme a lui e gli ordinò “Chiama l’agente Nyrat e dille di venire qui”
    Il poliziotto annuì bruscamente, lanciando un’occhiataccia al ragazzo, e uscì dalla sala interrogatori. Ritornò cinque minuti insieme a una ragazza di circa ventisette anni dai capelli ricci a caschetto con il kit per il residuo della polvere da sparo. Tra i due ci fu un gioco di sguardi.
    “Ciao bellezza”
    “Bentornato Anthony” disse la ragazza in tono annoiato.
    “Sei sempre formale, tu?”
    L’agente della scientifica abbozzò un sorriso e dopo prese un tampone per la verifica “Tu sei sempre alla ricerca di guai, a quanto vedo. Immagino che la vita normale ti annoi!”
    “Sono i guai che vanno alla ricerca di me. E comunque volevo vederti, sei sempre uno splendore”
    “Apri le dita che devo…”
    “Che cosa devo aprire?” domandò Anthony malizioso, avvicinandosi a lei e sorridendole “Penso che tu voglia dire di aprire le gambe. In questo avresti la mia più totale collaborazione”
    “Farò finta di non averti sentito. Distendi bene le dita e vediamo se hai residui di polvere da sparo”
    “La mia arma di fuoco non ha sparato, ma un’altra potrebbe avere un colpo in canna” affermò Anthony strizzando l’occhio a Myriam “E tu sei il mio bersaglio preferito”
    “Lesary!” lo richiamò Sarael arrabbiato “Se qui a farti fare un esame scientifico, non a provarci con la nostra agente della scientifica! Fai la persona seria”
    “Più mi sforzo di fare la persona seria, e più divento cretino” e dopo il capo della gang strizzò l’occhio a Myriam “Poi come si fa a restare indifferente alla tua bellezza?”
    “Se non fossi ruffiano, crederei che questo sia un complimento!”
    “Lo voleva essere! Tu ferisci un povero sentimentale!” esclamò Anthony spalancando la bocca e mettendosi la mano destra vicino al cuore.
    L’agente ridacchiò e dopo continuò il suo lavoro, con il cuore che batteva e lo sguardo professionale. Passò il tampone tra gli interstizi delle dita, mentre Anthony la stuzzicava.
    “Le mie mani hanno sparato, Myriam?”
    E la guardò ridacchiando. Myriam fece un ampio sorriso, capendo il sottinteso che c’era in quella frase, e rispose a tono “Sinceramente preferisco pistole con altri calibri”.
    Il capo della gang sollevò le sopracciglia e chiese “Da quando sei diventata così intraprendente?”
    La poliziotta fece un mezzo sorriso, rifiutandosi di rispondere e dedicandosi alla verifica. Il test era negativo, non aveva sparato, almeno non in tempi recenti. Sorrise dentro di sé, rinfrancata dal fatto che Anthony era innocente. Si girò con lo sguardo che non mostrava sentimenti ed emozioni e diede il referto della verifica.
    “Pulito”
    “Vi è andata male?” sghignazzò Anthony divertito e strizzò l’occhio a Myriam “Puoi controllarmi quando vuoi”.
    “Ciao Anthony”
    E chiuse la porta. Il ragazzo guardò Sarael e costatò “Quando sono venuto qui la prima volta, non riusciva a guardarmi neanche in faccia. Che cosa è successo?”
    “Esperienza in campo”
    “Dove è stata infiltrata? In qualche bar clandestino in un quartiere malfamato di Phoenix?”
    “E se anche fosse? Non dobbiamo mica discutere della vita privata della mia collega. Sei nei guai, Anthony”
    “Ma non me ne ero accorto” esclamò il ragazzo esasperato “Mi dica il reale motivo del mio arresto, altrimenti mi rifiuterò di parlare”
    Edward annuì pensieroso e dopo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una foto, la stirò un po’ e la guardò, rammaricato e anche furioso. La foto di Charlise Mirror. La ragazza della foto poteva essere sua figlia. Dentro di sé l’angelo pregò che sua figlia non dovesse mai conoscere le nefandezze di cui il genere umano era in grado di fare.
    “Sta guardando la foto di sua moglie? Se magari è bona, potrei farci un pensierino…”.
    L’angelo non diede ascolto alle sue parole, non le aveva dette con convinzione, ma come una persona che cercava disperatamente di farsi ascoltare e non ci riusciva. La persona che si faceva grossa per non soccombere. Gli era stato detto per droga, ma la verità era un’altra, ovvero l’accusa per l’omicidio e lo stupro di Charlise Mirror, figlia del generale dell’esercito Nicolas Mirror, pluridecorato eroe di guerra per le missioni in Iraq e in Afghanistan, insignito per avere sventato un attentato terroristico destinato a uccidere centinaia di persone innocenti.
    “Visto che ti diverti a fare il cattivo ragazzo, allora non avrai avuto problemi a divertirti con lei” esclamò Sarael, sbattendo sul tavolo la foto di una ragazza dai capelli ricci biondo cenere e gli occhi verdi spalancati, cambiando totalmente atteggiamento “Aspetta, mi sfugge il nome! Come si chiama? Charlise?”
    Il capo della gang deglutì notevolmente ma non disse nulla. Il poliziotto lo guardò, accorgendosi di una vena che pulsava sul collo e del sudore che gli imperlava la fronte e continuò “Ieri hanno trovato Charlise lungo un marciapiede abbandonato con la camicetta slanciata e le mutande…”.
    “La smetta! Lei non sa niente…”
    “Lo hai detto pure tu che sei un cattivo ragazzo? Che cosa è successo? Ha rifiutato le tue avances e…”
    Sarael non si fece impressionare quando Anthony si alzò improvvisamente in piedi, cercando di strattonare le manette che lo tenevano legato al tavolo “Le ho detto di smetterla! Charlise era una mia amica e non le avrei mai fatto del male!”
    “La figlia del generale Mirror una sua amica? Mi risulta difficile da credere”
    Anthony fece una smorfia, sollevando leggermente le spalle “Potrà anche non credermi, ma Charlise è stata l’unica ragazza che mi abbia visto come persona e non come scarto. Tutti hanno fatto grandi progetti per me, senza interessarsi sulla mia persona o su chi io sia veramente, nascondendosi dietro la scusa banale che sono irrecuperabile e che non c’è speranza per me. Lei è stata l’unica a chiedermi come stavo senza falsi fini “
    Stava dicendo tutta la verità ma non i dettagli e lo incalzò “Un’amica? Sicuro che non sia….?”
    “Ma a lei che cazzo gliene importa? Non le importa nulla se è stata un’amica, una trombamica o qualcosa di serio!”
    “Mi importa eccome visto che la scientifica ha isolato alcuni tuoi marcatori genetici dal corpo di Charlise e alcuni avventori di un bar hanno testimoniato che tu sei stato l’ultima persona che lei ha visto”
    Il capo della gang si mordicchiò il labbro, indeciso su cosa dire oppure no e dopo sospirò “D’accordo, abbiamo fatto sesso, ma le assicuro che era viva e raggiante quando è uscita dal mio appartamento. Finalmente siamo riusciti a superare le nostre paure….”
    “Mi risparmi i dettagli”
    “Se lei pensa che io abbia voglia di raccontarle la mia notte di sesso, si sbaglia di grosso. Ma le assicurò che non l’ho uccisa io”
    Sarael si sedette di fronte a lui e lo incalzò “Supponiamo che io ti creda e che non mi stai dicendo cazzate, chi avrebbe interesse a incastrarti?”
    Anthony roteò gli occhi e si rifiutò di parlare.
    “Anthony, la tua posizione è fortemente compromessa, ti conviene parlare e metterò una buona parola con il Procuratore. Stai rischiando molto, la tua vita è in bilico tra una semplice accusa di droga e quella dell’omicidio, per cui tu sai che qui in Arizona c’è la pena di morte”
    “Io non sono più il capo della gang, ho ceduto il posto a un mio subalterno. Se scoprono che cosa ho detto, le assicuro che non esiteranno a uccidermi”
    “Ti posso assicurare che non lo scopriranno”.
    “E come può assicurarmelo? Che cosa è un agente dell’Fbi, ha collegamenti con il Presidente degli Stati Uniti? Mi hanno fatto troppe promesse affinchè io le creda”
    Sarael roteò gli occhi, cercando di trovare una pazienza che si sta sbriciolando. Andando contro ogni buona logica e buon senso, spalancò le sue ali nere ed emanò un’aura color azzurro pallido. Il capo della gang impallidì vistosamente e arretrò per quanto le manette lo permettevano “Cosa cazzo è lei?”
    Il Vigilante ritirò le ali dentro la schiena, appoggiò i palmi delle mani sul tavolo di ferro ed affermò “Qualcuno che le promesse le sa mantenere Anthony. E ora dimmi, chi avrebbe interesse a incastrarti?”
    Il ragazzo deglutì e dopo confessò “Se mi ammazzano, considererò la mia morte una sua priorità. Ad ogni modo, ho il sospetto che mi voglia incastrare il nuovo capo della mia gang”
    “E come mai?”
    “La Shot e Shut e la gang rivale alla nostra sono in combutta per una grossa collaborazione con i narcos messicani, per piazzare un nuovo tipo di droga, molto più potente di tutte le droghe conosciute e di maggiore effetto. Eliminando il vecchio capo della Shot e Shut, Charles avrebbe maggiori poteri e potrebbe soffiare il piazzamento alla Spider Poison”
    Il Vigilante si mordicchiò il labbro, capendo che il ragazzo stava nascondendo molto di più di quanto avesse detto “Non hai niente altro da aggiungere?”
    “No, vostro onore, può andare a deliberare”.
    Sarael fece cenno a un poliziotto all’angolo e gli disse “Portalo via”
    Ancora sconvolto dall’accaduto di poco prima, Anthony non si schiodò dalla sedia e domandò al poliziotto “Ha visto che cosa ha fatto?”
    “Non so nemmeno a cosa tu ti stia riferendo” affermò il poliziotto serio “Mi sa tanto che hai avuto una brutta allucinazione. Non mi stupisce che le droghe ti stanno giocando un brutto scherzo. Avanti, muoviti”
    Il ragazzo non si mosse dalla sedia e guardò implorante Sarael “Chi è lei?”
    Il Vigilante gli fece un grande sorriso e lo rassicurò “Qualcuno che impedirà che tu venga accusato di un qualcosa che non hai commesso. Non ti serve sapere altro. Philippe portalo via”
    Il poliziotto lo strattonò per il braccio e lo fece alzare di malavoglia, slacciando le manette per un po’ per poi rimettergliele ai polsi “Non posso stare qui tutto il giorno, abbiamo una città da difendere. Hai diritto a rimanere in silenzio, tutto quello che dirai…”
    “Potrà essere usato contro di te, bla, bla, bla. Li so i miei diritti, quindi smettila di dirmi tutta la tiritera. Siete noiosi”
    “Muoviti”
    Il capo della gang sbuffò e dopo si decise ad alzarsi. Era quasi alla porta, quando si girò, lo sguardo rivolto verso il capitano “Le posso chiedere un favore?”
    “So che cosa mi vuoi chiedere Anthony e non te lo posso concedere. Aggiungeresti l’omicidio alla tua lunghissima lista dei reati”
    “E togliermi il piacere di uccidere lo stronzo…”
    “Anthony, la tua situazione è fortemente compromessa e non ti conviene fare un passo falso. E poi sono convinto che Charlise non vorrebbe che tu ti rovinassi ancora di più la vita”
    “Che cosa ne sa lei?”
    “Ne sono quanto basta” affermò il Vigilante con un tono di voce che non ammetteva repliche “Posso assicurarti che farò tutto quanto in mio potere affinchè il vero assassino di Charlise Mirror venga assicurato alla giustizia. Te lo prometto”
    “Mi auguro che lei mantenga le promesse, umano o essere soprannaturale che sia. Altrimenti potreste trovare un cadavere lungo la scalinata della stazione e le assicuro che sarò ben felice di andare sulla sedia elettrica per vendicare la morte di Charlise”
    Il capitano della polizia sospirò, capendo quanto Anthony fosse simile a una sua vecchia collega, a una Vigilante di nome Christye, una Vigilante che aveva deciso di difendere con la sua vita un Lycos Eros. Un Lycos Eros che aveva affermato che l’amore di Semeyraza non era vero amore, ma un pseudo amore edulcorato. E aveva pagato con la sua vita. Dopo lo vide andarsene via. I tre angeli guardarono Anthony essere scortato dal poliziotto e Balthazar sussurrò “Dice la verità, ma non tutta”
    “Del fatto che il ragazzo amava Charlise, ma non osava ammetterlo perché era troppo orgoglioso?”
    “Noi due abbiamo una sintonia” affermò Balthazar divertito, strizzando l’occhio destro a Gabe.
    “Ma dobbiamo proprio ucciderlo?” si intromise Castiel preoccupato “ È una brava persona, abbiamo visto che cerca di migliorarsi e di rimediare agli errori commessi, non merita di morire”
    “Ci sono brave persone che muoiono ogni minuto nel mondo e non si possono salvare tutte” ribattè Balthazar, incominciando ad alterarsi “Ti ricordo che è meglio la morte di poche persone piuttosto che la distruzione totale dell’equilibrio”
    “Quando parli così, mi sembra che sia un’altra persona a parlare”.
    L’angelo sospirò “Quando una tua collega o meglio una tua sorella di grazia sta rischiando seriamente la vita, penso che l’ironia possa essere messa in secondo piano”
    “Puoi chiedere gentilmente alla pergamena di cambiare il nome del Vigilante? Avrei la coscienza a posto se la nostra vittima fosse uno stronzo senza cuore e non una persona che sta cercando di rimediare ai suoi errori”
    “Cass, noi non abbiamo una coscienza o degli scrupoli, noi eseguiamo gli ordini…”
    “Parla uno che gli ordini non li ha mai eseguiti o li ha travisati” esclamò Cass punto sul vivo “Avrei potuto capire una ramanzina da parte di Michele, ma da te no! Vieni tu a parlarmi che non abbiamo scrupoli o coscienza?” dopo rivolgendosi a Gabe disse “Puoi farlo?”
    Gabe annuì pensieroso, non sapendo bene che cosa sarebbe successo. Si concentrò e formulò dentro di sé la domanda di conversione. La cosa che lo stupiva di più, era stato il fatto che la pergamena non avesse voluto andare tra le mani di Cass o Balthazar, visto che lui non poteva percepire più la grazia angelica, visto che era diventato un umano a tutti gli effetti, solo con un sesto senso più sviluppato. Forse era il suo passato da ex arcangelo delle annunciazioni a creare un legame indissolubile con la pergamena. La sua grazia angelica mutata in animo umano cominciò ad agitarsi dentro di lui e fu con grande sforzo che non lasciò la pergamena.
    “Gabe stai bene?” domandò Cass preoccupato, vedendo il cambiamento negli occhi di Gabe “Chiedo io la sostituzione della persona?”
    L’ex arcangelo delle annunciazioni scosse la testa intestardito e continuò a provare. Con molta probabilità, il cambio della persona chiedeva una partecipazione della grazia angelica o dell’animo umano in generale. La pelle delle braccia diventò incandescente e a partire dal polso fino al gomito si formò una spaccatura, la quale fece fuoriuscire dei filamenti di grazia-anima.
    “Gabe, smettila” esclamò Cass, spingendosi per prendere la pergamena “Non domandare più nulla”
    “Io lo so perché la pergamena si sta comportando in questo modo” affermò Gabe in tono sofferto, mentre la ferita si faceva sempre più profonda “Mi sta punendo per la spedizione punitiva che ho intrapreso con Michele e Uriel. Mi sta punendo perché sto avendo rimorso di quello che ho fatto”
    “Era un ordine superiore…”
    “Era un ordine superiore sbagliato” ringhiò Gabe ferito “Poteva essere giusto da un punto di vista di Dio, ma io lo consideravo un punto di vista sbagliato, consideravo ingiusto combattere contro i miei stessi fratelli”
    “Erano colpevoli di avere creato una progenie che avrebbe…”
    “Erano tutte cazzate!” ululò Gabriel, mentre la ferita arrivava alle ossa e cercava di sbriciolarle “I Nephilim che tutti consideravano cattivi, in realtà erano i figli dei demoni e degli umani. Enoch ha mentito, non ha scritto la verità. La carneficina dei figli dei Vigilanti era la dimostrazione che nessun angelo poteva arrischiarsi a creare una progenie”
    All’improvviso il dolore, così come era venuto, passò e la pergamena si illuminò di un accecante e lugubre luce nera, la quale formò un nome.
    Di nuovo Edward Shylvev.
    “Il Destino vuole così, non possiamo fare altrimenti” rispose Gabe laconico, cercando di riprendersi dall’attacco della pergamena.
    Castiel ringhiò, stringendo le mani a pugno, ma alla fine dovette cedere all’amara realtà, cioè al fatto che non sempre i cattivi avevano la peggio.
    Rimasero a osservare il Vigilante nel suo lavoro e i dubbi si fecero sempre più serrati e insistenti. Quando il bene poteva ancora considerarsi bene e quando male travestito, lupo mascherato da pecora? Lucifero e la sua congrega di demoni considerava gli umani come dei schifosi aborti, così come la stragrande maggioranza degli angeli, ma gli esseri umani avevano il libero arbitrio, potevano decidere se andare all’Inferno o in Paradiso. Gli angeli non potevano decidere niente, se si ribellavano o decidevano di non eseguire gli ordini, finiva che venivano gettati all’Inferno, senza cognizione di causa e senza possibilità di appello.
    Gli esseri umani erano perfetti in quanto imperfetti.
    Poi arrivò la loro occasione di uccidere Sarael. Certamente non potevano ucciderlo di fronte a un’intera stazione di polizia, si doveva creare l’occasione giusta.
    “Salvo, io vado a fumarmi una sigaretta”
    “D’accordo Ed, qui ci penso io”
    Silenziosamente lo seguirono, Gabe con la freccia, Cass con un pugnale angelico dietro la schiena e Balthazar dietro di loro, intenzionato a intervenire in caso che le cose potessero degenerare. Videro il Vigilante Sarael appoggiarsi a un muro, aspirando lentamente e deliberatamente il fumo della sigaretta, osservando pigramente le volute del fumo e dopo disse divertito “Niisa, ragazzi. Pensavate che non vi avrei percepito? Sono in giro da molto più tempo di voi, ho percepito le vostre grazie da casa mia. Ho anche avvertito il potere della freccia di Azazel. Avete intenzione di uccidermi come dei codardi senza spina dorsale o volete dimostrare di essere veri angeli?”
    Negli occhi verdazzurro videro l’ardore dei Vigilanti, dei primi angeli scesi dal Paradiso per sorvegliare e custodire gli umani e poi erano finiti ad amarli, e i tre angeli capirono che non sarebbe stato facile sconfiggerlo.
    Edward buttò il mozzicone a terra, schiacciandolo con il tacco della sua scarpa e dopo si accorse delle catene d’argento con simboli enochiano in mano a Balthazar e imprecò “Camikas Zure!”
    “Bada a come parli”, esclamò Balthazar offeso, estraendo la sua spada angelica.
    “Non mi stavo riferendo a te” si affrettò a correggere il Vigilante “Mi stavo riferendo a Semeyraza. Quel maledetto pezzo di merda ci ha inguaiati fin dall’inizio, fin da quando ci ha costretto a giurare nel monte Heron, affermando che avremmo dovuto unirci agli umani e creare una progenie in grado di rovesciare Dio. Decide che, per riparare la grazia angelica o demoniaca di un essere spirituale ferito gravemente, le catene debbano essere attivate grazie alla morte di tre Vigilanti. Perché la sua morte non poteva essere contemplata. Ditemi che è stato ucciso, altrimenti lo strozzo con le mie mani”
    “Non eravate compagni per la grazia e per la vita?”
    “Spero che tu stia scherzando, che tu abbia voglia di prendermi in giro” esclamò il poliziotto disgustato “Enoch era ubriaco di manna quando scrisse il suo libro. Semeyraza era uno stronzo senza cuore e ci costrinse a giurare sul monte Heron di seguirlo sulla Terra, solo per evitare di essere torturati”
    E a testimonianza di ciò, Sarael mostrò un’ala con una lunga cicatrice non rimarginata.
    “E le nefandezze che avete commesso? Anche quelle sono state commesse perché vi ha costretto?”
    Sarael sospirò e affermò “Non nego che i miei compagni e io ci siamo macchiati di crimini orrendi. Io stesso sono stato artefice del massacro di un intero villaggio popolato da sole donne, ma Enoch ha ingigantito tutto, solo per farsi bello davanti agli occhi di Dio, solo per avere un posto di prestigio nel Regno Celeste. I nostri figli sono stati oggetto del più grande massacro che è stato ordinato da Dio, nonostante si sapesse che erano i figli degli umani e dei demoni a creare scompiglio e a distruggere tutto”
    “Perché non avete fatto nulla per discolparvi?” chiese Cass incuriosito.
    “Chi ci avrebbe creduto? Eravamo divenuti dei reietti e la nostra parola sarebbe valsa meno di zero. Eravamo già colpevoli di avere creato una nuova progenie, senza il consenso di Dio, nessuno ci avrebbe creduto. Abbiamo visto il massacro dei nostri figli, senza poter intervenire, senza poter affermare che erano totalmente innocenti”
    “Mi dispiace…”
    “Le scuse Castiel non servono a nulla, non servono a riportare in vita i nostri figli. Ma sicuramente voi non siete qui a rimembrare il mio passato da Vigilante, ma per salvare una nostra sorella con la grazia rotta. Chi ha la grazia rotta tra le nostre sorelle o i nostri fratelli?”
    I tre angeli si guardarono negli occhi, indecisi se comunicare una notizia del genere e Sarael disse “Non preoccupatevi inutilmente. Custodirò il vostro segreto con la mia morte. Non abbiate timore”
    “Hesediel ha la grazia rotta” sospirò Gabe rattristato.
    “L’arcangelo della giustizia e della misericordia?”
    “Ne conosci per caso un’altra?” domandò Balthazar sarcasticamente.
    Il poliziotto scosse la testa e si fece raccontare per filo e per segno cosa era successo. Che Semeyraza aveva fatto il bello e il cattivo tempo con gli angeli e i demoni, ritenuti indegni di rappresentare il loro lignaggio spirituale, che aveva ordinato a Sandalphon di uccidere Hesediel e che quest’ultima era stata riportata in vita dal bacio di Chamuel/Sam Winchester e di Lucifero, il cosiddetto bacio dell’heliobasileus, il fatto che era diventata l’arcangelo del Purgatorio, la decisione di Crowley di utilizzare l’Aletheia Gladia per incontrare sua figlia Chronie…
    “D’accordo, bisogna rimediare a tutto” li interruppe bruscamente e dopo si rivolse a Gabe “Tu che hai ucciso bambini innocenti, alla fine sei diventato il protettore dei primi Nephilim angelici, priveresti una bambina dell’amore di suo padre?”
    “Non toccare questo tasto” ringhiò Gabe ferito, mentre nei suoi occhi color ambra scorrevano le immagini dei figli di Eliana trapassati con una spada, i loro occhi interrogativi e lo sguardo vacuo e impaurito della sorella che aveva assistito impotente alla morte dei suoi figli “Abbiamo un compito da svolgere…”
    “Ma fammi il piacere! E per un compito del genere, faresti questo?” urlò Sarael furioso, spalancando le sue ali in un parcheggio semideserto, non curante che qualcuno potesse vederlo “Tra pochi giorni mia moglie partorirà la nostra prima figlia, potrò godere delle gioie della paternità e devo essere ucciso per colpa di un psicopatico con manie di grandezza!”
    “Meriteresti di non essere ucciso solo perché hai dato dello psicopatico a Semeyraza”.
    “Purtroppo questo non mi salverà”
    “Credo di no, Sarael. Abbiamo tentato di…”
    “Cambiare il nome nella pergamena di fuoco, già. Ho avvertito una leggera scossa quando Gabe ha tentato di cambiare il nome. Il fuoco della pergamena è lo stesso che Uriel ha utilizzato per torturarci. Immagino che Dio non ve lo abbia detto”
    “Sono più le cose che Dio ci nasconde che quelle ci rivela”
    “Capisco il vostro intento, ma io mi devo difendere”
    E detto questo, l’angelo pronunciò con voce stentorea “Malpurg”.
    Il cielo cominciò a rannuvolarsi e dalle nuvole precipitarono delle frecce infuocate. Cass e Balthazar si mossero a sollevare le ali per proteggere Gabe, in quanto le frecce erano fatte della stessa sostanza dell’Universo e per un angelo convertito a umano da poco, significava morte certa. Cass e Balthazar pronunciarono “Nazpad” e nelle loro mani si materializzarono due spade angeliche dalla lama molto affilata.
    I due angeli ingaggiarono una lotta molto ardua contro Sarael, il quale, forte della sua esperienza personale e del fatto che era molto più vecchio di loro, li sconfisse con due fendenti ben assestati, uno che causò una ferita profonda all’incirca di cinque centimetri all’ala destra di Cass. I colpi delle spade richiamarono una folla di curiosi, i quali puntarono il dito meravigliati e all’insieme sconcertati, increduli di vedere tre angeli che stavano combattendo.
    Un prete alla vista del combattimento esclamò “ La fine è vicina. Pregate, fratelli”
    Gabe lo ascoltò per un po’, all’inizio divertito e alla fine seccato, chiuse il palmo della mano, sperando che così si zittisse, in quanto non era tempo di sentire prediche sulla fine del mondo, e alla fine il prete smise di parlare. L’uomo mise le mani alla gola inorridito e se ne andò, strabuzzando gli occhi e gesticolando. Le altre persone restarono in silenzio, troppi impauriti che anche a loro potesse sparire la voce.
    Il combattimento con le spade continuò sempre più ferocemente, Cass tentò un affondo al fianco destro, ma Sarael lo intercettò e con un calcio lo portò fuori equilibro.
    “Sono stato addestrato da Azazel, l’angelo che ha insegnato agli umani i rudimenti del combattimento, pensate che non avrei imparato qualche trucchetto?”
    Intanto che Cass continuava, Balthazar scappò per assicurarsi che Gabe stesse bene. L’angelo delle annunciazioni si era raggomitolato su stesso e sul corpo c’erano segni di bruciature, alcune abbastanza profonde e difficili da guarire. Balthazar posò la sua mano per cercare di guarire il suo collega ma Gabe lo fermò “Non sprecare energie”.
    “Tu stai male Gabe”
    “Il prezzo di essere umano” sorrise Gabe, socchiudendo gli occhi “Vuol dire che dovrò affidamento alla natura. Vai ad aiutare Cass!”
    “Ma…”
    “Vai” gli intimò Gabe perentorio “Cass non può farcela da…”
    Non ebbe neanche il tempo di concludere, che Castiel venne scaraventato contro una macchina. L’angelo del giovedì si alzò e ringhiò “Malprg”.
    La sua lama fu avvolta da una fiamma luminosa, una lama che avrebbe trafitto la grazia di Sarael. Il Vigilante lo intercettò quasi subito e, stringendo la mano destra, gli bloccò la grazia. Castiel si mise le mani intorno alla gola, boccheggiando “Sarael, stai facendo un grosso errore”.
    Sarael strinse ancora di più, irritato dalle parole di Castiel “Un errore, dici? Si chiama errore salvarsi la vita e badare alla famiglia? Mi dispiace che Hesediel stia soffrendo…”
    “Sei un egoista” lo interruppe Balthazar disgustato “Se ti importasse qualcosa di Hesediel, non faresti così”
    “Sono un papà che vuole crescere sua figlia. Non posso risolvere i casini di un piccolo demone che vuole fare il gradasso e che vuole far valere i diritti di padre sulle spalle degli altri” ribatté Sarael furibondo, creando con l’ala destra un campo di fuori che mandò in frantumi l’asfalto sotto di loro “Non prendiamoci in giro, voi avreste fatto lo stesso! L’inferno è in rivolta? Uccidiamo i Vigilanti! Il Paradiso è sull’orlo di una guerra civile? Uccidiamo i Vigilanti! Non siamo la risoluzione ai problemi dell’equilibro”
    “Se Hesediel muore, tutto verrà vanificato”
    “Che si uccida Semeyraza, se vuole riparare al suo torto, che si uccida quel grande bastardo e arrivista di Crowley”.
    “Per Semeyraza, il tuo desiderio non può essere esaudito. Per Crowley saremo molto più che felici di aiutarti”
    “Che cosa vuol dire che il mio desiderio per Semeyraza non può essere esaudito?” domandò Sarael stupefatto, allentando la stretta e consentendo a Castiel di respirare “Semeyraza è….”
    “Morto, sì. Si trova sotto terra, ucciso da me” intervenne Gabe, arrivando da loro con grande fatica “Credici fratello, non vorrei mai questa condizione, ma non posso permettere che mia sorella diventi un angelo vegetale”
    “Hai rinunciato alla tua grazia. Perché?”
    “Ho chiesto a Dio di convertire la mia grazia angelica in animo umano per la Lancia di Lete, la lancia che dovrebbe acquietare lo spirito della Quinta Cavaliere dell’Apocalisse”
    “Un gesto davvero nobile, il tuo. Io vi posso capire benissimo, posso capire molto bene la vostra preoccupazione per nostra sorella. Anche io combatterei per le persone che amo, probabilmente farei anche peggio. Quello che non capisco è perché gli errori non vengono risolti da chi li ha commessi”
    “Perché c’è più divertimento a fare casino che a risolvere” osservò Balthazar saggiamente.
    A un certo punto la freccia nelle mani di Gabriel cominciò a sussultare e si posizionò a mezz’aria tra i contendenti. Il Vigilante ebbe solo il tempo di fare una costatazione “La freccia di Azazel. Alla fine il Signore dei Cieli ha deciso di uccidermi con un’arma da Vigilante”
    La freccia fluttuò tra di loro e dopo senza nessun preavviso si scagliò contro il Vigilante. L’arma colpì con forza il petto di Sarael e la grazia angelica fu dispersa con una carica esplosiva molto forte. Le macchine vennero spazzate via a chilometri di distanza, la stazione di polizia disintegrata fino nelle sue fondamenta e tutta la gente che aveva assistito allo scontro polverizzata. In mezzo a loro si creò una voragine e il nulla assoluto. Il corpo di Sarael si afflosciò per terra, gli occhi di un neo papà che non avrebbe mai assistito alla nascita di sua figlia. Gli ultimi residui della sua grazia si sollevarono dal suo corpo e avvolsero le catene, le quali si illuminarono di una misteriosa luce indaco-violacea. La freccia di Azazel si tolse bruscamente dal petto di Sarael e ritornò tra le mani dell’ex arcangelo delle annunciazioni “Ha combattuto da eroe”.
    “Almeno ha combattuto per la sua famiglia. Questo gli fa onore” disse Cass in tono reverenziale, chiudendo gli occhi al Vigilante “Un onore che Crowley non conoscerà mai”
    “Credo che i sentimenti per Crowley siano aramaico antico” ridacchiò Balthazar “Peccato, avevo deciso di risparmiare i soldi della lavanderia”.
    “Ma come fai a fare ironia in questi momenti?”
    Balthazar sorrise misterioso, un sorriso triste e che rivelava qualcosa di più e dopo si avvicinò al corpo di Sarael, preparandosi a benedirlo. I due angeli lo videro bisbigliare all’orecchio del Vigilante morto in una lingua che ricordava l’enochiano, ma che poi alla fine non lo era, ma non indagarono oltre. Balthazar era un tipo irriverente, aveva svaligiato più e più volte l’armeria celeste per divertirsi e per creare scompiglio nel Paradiso e sulla Terra, ma sapeva essere molto serio nel suo lavoro. Anche se non sapevano per certo a quale categoria appartenesse.
    “Sai Balthazar, non ti ho mai domandato…?”
    “Il mio numero di cellulare?” ironizzò Balthazar con un sorrisetto, alzandosi da terra “Non essere antiquato Cass! Adesso ci si scambia il contatto Facebook, Twitter, Instagram e affini”
    “A quale categoria angelica appartieni?” ridomandò Cass serio, ignorando deliberatamente il tono ironico dell’angelo “Come mai questa curiosità?”
    “Non ti ho mai visto al servizio di qualcuno” confessò Cass, spostando il peso da un piede all’altro.
    “Tu a quale categoria appartieni?” ribatté Balthazar sornione, spostando l’attenzione lontano da sé “ Aspetta, fammi indovinare, non dirmi nulla! Ci sono, la categoria Paladini dei Winchester”
    Gabe scoppiò a ridere “Bella questa, Balthazar”.
    “Io appartenevo alla categoria degli Angeli delle Virtù” rispose Cass in tono amaro “Prima dell’Apocalisse e che Dio mi scegliesse per convincere Dean a essere il vessillo di Michele e a combattere contro Lucifero, ero alle dipendenze di Raffaele”.
    “Non hai mai pensato di ucciderlo?”
    “A volte” affermò Cass misterioso “ Adesso, la tua categoria!”
    “Una questione della massima urgenza” ridacchiò Balthazar e dopo materializzò una spada d’argento con l’elsa ricoperta di ametista “ Dominazioni”.
    Poi l’attenzione di Balthazar si spostò su Gabe e interruppe la curiosità di Castiel “Penso che ora non è il momento più adatto per domandarmi altre curiosità sulla mia categoria. Posso dire che, nonostante il mio modo ironico e dissacrante, a volte ai limiti del blasfemo, la mia fedeltà è stata e sarà sempre rivolta a Hesediel. Le devo tutto, specialmente perché mi ha aiutato nel periodo più brutto della mia vita” poi sospirò e domandò “Qual è il prossimo nome da trascrivere nel nostro Death Note?”
    L’ex arcangelo delle annunciazioni guardò la pergamena e si stupì del nome che era appena comparso.
    “Shamshiel”
    “Pure lei?” domandò Castiel stupefatto “Ma è incinta!”
    “Una volta non ci formalizzavamo su queste cose” disse Balthazar sovrappensiero, ricevendo un’occhiataccia da parte di Gabe e Cass “Scusatemi ragazzi, ma sono andato fuori di testa!”
    “Posso cambiare il nome?”
    “Non se ne parla” disse Balthazar perentorio “Non ho intenzione di vestirmi di nero in questo periodo, non mi dona”.
    “Sempre alla ricerca…”
    Gabe non ebbe il tempo di continuare la frase, che una donna con il pancione comparve, con un sorriso triste che rivelava che già sapeva tutto.
    “Shamshiel…”
    La donna levò la mano per interrompere tutto e disse “Non ditemi nulla. Ho avvertito la morte di mio marito da casa mia. E so che state cercando di salvare Hesediel dall’essere un angelo vegetale”
    “Già” confermarono gli angeli mesti.
    “Allora non perdete tempo. Uccidetemi”
    “Non vuoi lottare?”
    “Finirebbe comunque con la mia morte” disse Shamshiel rattristata “Mi auguro che il nostro sacrificio possa servire a qualcosa. Hesediel è un bravo arcangelo e non merita di fare questa fine”
    L’ex arcangelo delle annunciazioni si aspettò che la freccia vibrasse e colpisse come aveva colpito il marito, ma non successe nulla di tutto questo. Balthazar e Gabe riguardarono il nome nella pergamena, ma non c’erano dubbi che fosse lei.
    Gabriele intuì che il bambino doveva vivere.
    “Quanto ti manca per partorire?” domandò Gabe a una stupefatta Shamshiel.
    “Una settimana e qualche giorno”
    Non potevano aspettare un’altra settimana, l’essenza del Paradiso doveva essere presa e si doveva incominciare una battaglia contro Empusa. Afferrò la pergamena saldamente con tutte e due le mani, ma l’artefatto sembrò inanimato. Nella sua mente comparvero le immagini di due bambini che lui aveva massacrato, ai tempi della retata contro i Vigilanti e pensò al fatto che nessun bambino doveva vivere senza madre e nessuna madre senza figli.
    Il suo nome significava la “Forza di Dio” ed era il suo lignaggio angelico. Aveva fatto nascere molte persone, aveva stretto le mani a madri urlanti che stavano dando alla luce i loro piccoli, ma la sua mano aveva stretto l’elsa della spada angelica ed era testimone ed artefice di uno spaventoso eccidio, anche degli stessi bambini che aveva fatto nascere alcuni anni prima.
    “Vattene”
    “Che cosa fai, Gabe? Non pensi a nostra sorella?”
    “Io non voglio più ritrovarmi in una situazione del genere” urlò Gabe rattristato “Una madre non deve vivere senza i figli e i figli non devono vivere senza una madre”
    Nella sua mente comparvero di nuovo le immagini dei figli di Eliana, mentre li giustiziava con un solo colpo di spada.
    “Una madre sa sacrificarsi per un’altra madre” affermò Shamshiel e dopo si rivolse direttamente a Gabe “Baderei alla mia piccolina?”
    “Sì”
    “Allontanatevi. Sto eseguendo la trasmigrazione della grazia!”
    “Cosa?”
    “Il parto angelico” disse Gabe stupefatto “Shamshiel se non lo esegui bene, finisce che moriamo tutti!”
    A un certo punto il corpo della donna fu scosso da violenti sussulti e la sua grazia fuoriuscì dal suo corpo, le ali presero fuoco e la Vigilante gettò delle urla disumane. Balthazar accorse ad aiutarla, ma le braccia gli riempirono di bolle e ferite profonde e desistette. Il corpo dell’angelo che aveva insegnato agli umani a conoscere il Sole fu circondato da una luce accecante e subito dopo una neonata comparve, adagiata sull’asfalto e ancora coperta di placenta. La bambina cominciò a strillare prepotentemente, stupefatta e irritata di essere uscita prima dal grembo materno e Balthazar lo raccolse subito, avvolgendolo in una calda coperta e donandolo a Shamshiel “Credo che tu debba stare con lei per un po’”.
    L’angelo socchiuse gli occhi, stanca ma grata del gesto di Balthazar. La bambina smise di piangere e istintivamente appoggiò la bocca al capezzolo della madre. I tre angeli rimasero stupefatti da quella scena di ordinaria dolcezza. Shamshiel lo allattò al seno e dopo lo consegnò a Gabe “Badate alla mia piccola Adele”.
    “Lo faremo” promise Cass con un tuffo al cuore “Mi dispiace…”.
    Non ebbe il tempo di dire altro, che la freccia sfuggì al controllo di Gabe e affondò nel cuore della Vigilante. Shamshiel non disse nulla, non urlò, non si dimenò, nei suoi occhi c’era solo il rammarico di una madre che non avrebbe potuto crescere sua figlia. Il corpo dell’angelo femmina crollò accanto a quello del marito e gli strinse la mano.
    I tre angeli si guardarono, sconvolti.
    “Non ha dato il tempo….”
    Poi gli occhi di Gabe si posarono sulla pergamena e il nome che temeva di più, comparve. Alzò la testa e urlò con tutto il fiato che aveva in gola “Mi vuoi punire perché sono il protettore di due Nephilim angelici?”
    A rispondere fu un cielo carico di pioggia, il quale rovesciò sulla Terra un violento acquazzone.
    “Piove sul bagnato” dichiarò Balthazar ferito.
    Gabe crollò a terra e pianse lacrime amare. Maledetto Crowley e a quando aveva deciso di utilizzare l’Aletheia Gladia.

    Edited by GabrielleWinchester - 15/6/2015, 18:02
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Buon pomeriggio a tutti e mi auguro che abbiate passato un sereno Ferragosto :-*
    Rieccomi qui, scusatemi per il ritardo immane ma ho avuto parecchio da fare e ho dovuto limitare il periodo della scrittura...In questo capitolo troviamo Crowley alle prese con Chronie, nel tentativo di convincerla a schierarsi con lui...Ci riuscirà? ^_^
    Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno il capitolo, augurandomi che non vi annoi :pray: :pray: E chiedo scusa per eventuali errori presenti nel capitolo <3 <3 <3

    La visita di Crowley a Chronie

    Mentre Cass, Gabe e Balthazar si stavano recando da Eliana per l’uccisione della terza Vigilante e l’attivazione delle catene di Semeyraza, per evitare che Hesediel potesse diventare un angelo vegetale a causa della grazia rotta e Sam, Violet, Dean e Christine stavano ritornando a casa dai loro figli, pronti per affrontare le prove che avrebbero condotto all’essenza del Paradiso, all’Inferno Crowley seduto su suo scranno di ossa di demone e sangue di persone torturate prese la decisione più importante di tutte, ovvero andare a trovare sua figlia Chronie nella stessa prigione, quella stessa figlia che era la perfetta incarnazione del Purgatorio e dell’Inferno.
    Quella stessa figlia che gli era stata preclusa grazie a un sigillo, il quale si poteva rompere con l’utilizzo dell’Aletheia Gladia e con la ricostruzione dello specchio di lapislazzuli sarebbe stata liberata dal blocco dei suoi poteri, un blocco voluto da Dio in persona. Ovviamente non ci andava per amore genitoriale, per fingere di essere quel padre amorevole che non era e non sarebbe stato mai, ma per convincerla, per costringerla a schierarsi con lui dopo la battaglia contro Empusa.
    Si lasciò sommergere dal piacere inebriante di vedere la Terra come il luna park dell’Inferno, finalmente il suo regno ultra terreno non più radicato nell’immaginario collettivo ma nella più perfida delle realtà. Certamente non si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di ucciderla, nel caso decidesse di voltargli le spalle, decidendo di fare di testa sua. Doveva tenere in conto che Eve voleva utilizzare l’ArchangelDemonius Lira per convertirla una volta per tutte e se tutto fosse andato storto, il mondo terreno e soprannaturale si sarebbe ritrovato con un demone o un angelo con poteri da Purgatorio ed era una cosa da non sottovalutare.
    In questi casi avrebbe contattato i Winchester per metterla in riga, magari per ucciderla definitivamente, ma il dopo? Certamente Chronie non si sarebbe fatta imprigionare una seconda volta, dopo che aveva assaporato il gusto dolce della libertà. Doveva fare in modo che Chronie fosse un’opportunità e non una bomba a orologeria.
    Poi schioccò le dita e al suo fianco comparve un demone del nono livello, una nuova recluta che si stava facendo rispettare e stava scalando i vertici della gerarchia infernale, passando da Tormentatore di Sogni a Tormentatore di Anime. Nella mano destra teneva un gatto a nove code macchiato di sangue e la faccia era stata graffiata dal suo ultimo prigioniero.
    “Mi dica, mio re?”
    “Il fatto che tu mi abbia chiamato mio re, ti autorizza a essere esonerato dalla seduta giornaliera di tortura” disse Crowley con aria soddisfatta “Affido a te la gestione dell’Inferno per l’intera giornata e mi auguro che non siate troppo buoni o compassionevoli con i nostri prigionieri…se scopro che alcuni dei nostri si sono stati lasciati corrompere dalla bontà, gli farò pentire di essere nato”.
    Il demone sorrise maligno, leccandosi il labbro superiore con fare sensuale e domandò “Posso chiederle dove è diretto?”
    “Non sei mica il mio baby sitter o il responsabile delle persone scomparse. La preoccupazione non fa parte dei demoni, è un difetto di fabbrica degli angeli”
    “In realtà non mi stavo preoccupando per voi o sire, ma mi stavo preoccupando di organizzare incontri di boxe per scegliere il vostro successore, nel caso che pot….”
    “Quasi quasi sono stato troppo frettoloso…”.
    “Perdoni la mia impudenza” disse il demone, fingendo rammarico.
    “Non ti penti affatto della tua impudenza e questo ti fa onore. Comunque sto andando da mia figlia Chronie”
    “Avete intenzione di convincerla a entrare nelle nostre schiere”.
    “Il tuo secondo nome per caso è Perspicacia?” domandò Crowley ironico, mentre il demone si dimostrava impassibile “Sì, ho deciso di andare a chiedere a Chronie di diventare il mio secondo comandante in capo”.
    “Non ha paura di….”
    “Di distruggere l’equilibrio?” ridacchiò il re degli Inferi “Non siamo mica dei giardini che mantengono in ordine, siamo lo sterminio e il disastro voluto e cercato”.
    Il demone si morse la lingua, per non dire qualcosa che potesse peggiorare la situazione ma Crowley lo anticipò dicendo “Tu pensi che io sia avventato a chiedere a mia figlia di unirsi a me, non è così?”
    “Non può negare che sia una bomba a orologeria…”.
    “Ci penserò non appena si presenterà l’occasione” tagliò corto il demone e dopo strizzando l’occhio si congedò “Non stare troppo in pensiero, mi raccomando. Tieni gli amici e per i nemici un pugnale per ucciderli”
    E dopo schioccò le dita, per ritrovarsi davanti a una porta di sangue nero e fuoco, la porta che custodiva e imprigionava Chronie, la stessa Chronie che gli era stata negata. A guardia della porta vi stava un vampiro dalle ali di drago, il quale non perse occasione di sputargli in faccia e sibilare con la lingua biforcuta “Sangue sporco”.
    “Perché il vostro è lavato con la candeggina”.
    “L’Inferno non è il benvenuto”
    “Se fosse il benvenuto, non si chiamerebbe Inferno ma Paradiso” disse Crowley sarcastico “Credevo che Eve insegnasse le buone maniere ai suoi figli. Non può certamente negare i diritti per un padre”
    “Certo per spirito amorevole che vuole trovare sua figlia” ribatté il mostro in tono acido “Lei non passerà…”.
    Poi non ebbe tempo di dire altro che venne sollevato con un gesto della mano da un sempre più contrariato Crowley. Il demone cominciò a stringere la mano e gli urlò “ Come osi dare ordini a me? Hai la più pallida idea di chi sia io?”
    “Un pallone gonfiato che ha avuto il fegato di erigersi a Re degli Inferi senza meriti e senza gloria, un burocrate che gioca a essere uno stratega, non degno di essere il successore di Lucifero” ribatté il vampiro con quel poco di voce che gli rimaneva “Sappiamo tutti cosa vuole fare con Chronie e non glielo…”
    Stufo di quella conversazione, Crowley spalancò la mano e il corpo del guardiano venne spaccato in mille pezzi, i quali si sparsero dappertutto sotto gli occhi sconcertati e furibondi delle altre fiere. Imperturbabile di fronte a tanta ostilità, il re dell’Inferno si pulì la giacca di seta e commentò “Il Purgatorio ha un servizio cliente scadente”.
    Poi scavalcò i resti con demoniaca indifferenza e si avvicinò alla porta, abbassando la maniglia e ustionandosi gravemente la mano. Eve aveva ricoperto la maniglia di olio santo, come se avesse sospettato che un giorno Crowley sarebbe arrivato e il demone si promise di trattarla con le dovute maniere non appena ne avesse avuto l’occasione.
    “Chissà perché mi aspettavo una tua visita. Peccato per Jacob, mi stava simpatico quel vampiro”
    Crowley guardò per la prima volta sua figlia in maniera sospettosa e orgogliosa nello stesso tempo. La ragazza era seduta a gambe incrociate sopra la roccia che la teneva incatenata, le corna divelte che stavano lentamente ricrescendo sul suo capo, così come le ali sulla schiena.
    “Perdonami, ma l’Inferno non si gestisce da solo”
    “Sei andato a mostrare le tue manie da demone megalomane quale tu sei?” domandò la ragazza sarcastica “Immagino di essere capitata nella settimana Genitori che vogliono recuperare i rapporti con i figli, prossimamente su tutti i canali”
    “Sentivo la mancanza di mia figlia” rispose il demone bugiardo “La famiglia prima di tutto”.
    “La famiglia per raggiungere i propri scopi” lo corresse Chronie in tono acido “Vuoi recuperare il tempo perduto? Che cosa stucchevole”
    “Mi sono ravveduto…”
    “Un demone che si ravvede è come un angelo che bestemmia” sbuffò la ragazza, sbattendo le ali con irritazione “Puoi ingannare i tuoi leccapiedi ma non me che provengo dal tuo stesso sangue, l’inganno e il disprezzo fanno parte del mio Dna. Eve è venuta ad annunciare la mia morte e tu cosa mi offri? Un posto all’Inferno?”
    “Con tutti i confort possibili e un’anima da tormentare ogni volta che lo desideri”.
    L’angelo scoppiò a ridere di fronte alla battuta di Crowley, una risata che non era di gioia ma di rabbia repressa. Nessuno veniva lì per capire il suo dolore, il suo essere diversa, il suo essere altalenante tra la Bontà e la Cattiveria ma solo per farci i loro porci comodi. Lo sapeva benissimo che una volta finito il suo compito, ovvero portare l’Inferno in Terra, suo padre avrebbe provveduto a ucciderla. Non vedeva l’ora di liberarsi da quelle catene per potersi riappropriare della libertà che le era stata negata fin dalla nascita…
    “Posso immaginare i tuoi sogni di gloria con me che sono la tua dottoressa Frankenstein” affermò Chronie sarcastica “Sono spiacente di doverle interrompere. Mi avete gettato in questo posto e adesso vi preoccupate per me? Questa cosa non smuove il mio cuore”
    “Ti farai uccidere come un angioletto alle prime armi da quei Alphas? Ti darai come vinta? Pensavo che come mia figlia…”
    “Valessi di più” terminò Chronie con un sorrisetto “Il tuo interesse è più falso di uno zircone taroccato. Sinceramente preferisco un’eternità di sofferenze che una vita passata con uno di voi”
    Il re dell’Inferno sorrise in maniera irritata, sconcertato dal fatto che Chronie preferisse la morte piuttosto che la bella vita con lui. Piuttosto che vederla con Eve, il demone decise di passare al contrattacco, ovvero ucciderla con il suo pugnale angelico.
    Chronie lo intercettò subito e con una mossa lo mandò a sbattere contro la porta, facendolo ustionare gravemente e dopo batté le mani. Crowley gridò angosciato, il suo sangue si era trasformato in tanti piccoli pugnali che lo stavano ferendo dentro e i ricordi di quando era ancora piccolo e innocente, di quando ancora credeva nella bontà e nella lealtà contribuivano a dare il colpo di grazia. Non era la malvagità a ferire quanto la bontà pura. Poi come era iniziato, finì…
    “Ci penserei due volte prima di rimproverarci, papà. E perdonami se sono stata impudente!”
    Crowley si alzò da terra barcollante, sputò un grumo di sangue e la minacciò “Hai firmato la tua condanna”
    “Quando vuoi”
    E dopo scaraventò il padre fuori dalla sua prigione. Poté sentire il suo disappunto nell’essersi rifiutata di andare con lui ma non si sarebbe lasciata convincere. Con delicatezza riuscì a togliersi una piuma dalle ali e la utilizzò come specchio magico. Vide la famiglia Winchester sorridere spensierata e una lacrima scorse sul viso della ragazza, immaginando cosa significasse avere una vera famiglia che sosteneva e ti amava per come eri.
    L’amore che Sam provava per Christine era per Chronie una vampata di sole, un sole che non bruciava ma regalava calore e immensità.
    Era quella la famiglia, non Eve e Crowley che si erano disinteressati di lei fin da quando era nata e che adesso erano ritornati solo per questioni soprannaturali.
    Si rannicchiò e si promise che un giorno anche per lei ci sarebbe stata l’alba dopo una mezzanotte fitta. Si addormentò prima che un mostro si accanisse sulle nuove ali.

    Edited by GabrielleWinchester - 19/8/2015, 16:37
     
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