Secrets

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  1. sahany09
     
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    Mah !! :mmm:
    E' qualcuno che conosce i ragazzi e/o qualcuno che i ragazzi conoscono.
    E forse anche bene.
    Al solito, complimenti Willy !! Ottimo tessitore di trame.


    C'è una nuova puntata della mia ff. Niente di che. Indagini.


     
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  2. [william;]
     
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    Eh si ^^
    grazie di continuare a seguirmi :)

    leggo subito :shifty:
     
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  3. Vivaldi4love
     
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    ma tu sei un genio, un genio incredibile, mi sta piacendo! Non fare caso se commento random ma sappi che ci sono! ^^
     
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  4. [william;]
     
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    Si. Si tratta di qualcuno che conoscono. E in questa storia nulla succede accidentalmente, quindi state attenti a ogni singolo gesto dei personaggi. E parlo anche dei protagonisti. Dettò ciò, con un leggero ritardo ecco il capitolo di Halloween.



    PARTE 9



    Gabriel e Jasmine stavano passeggiando, sotto scuola – “Ma io non so ballare” – disse il ragazzo.
    “Non c’è ne bisogno, verrai a quella festa lo stesso” – asserì la ragazza, sorridente.
    “Verrò solo perché non voglio lasciarti sola, ok?” – Gabriel strinse a se Jasmine.
    “E perché non vuoi lasciarmi sola?” – rispose lei, provocatoria.
    “Direi che sono geloso” – ribattè lui – E al solo pensiero che un altro ragazzo possa solo venire a parlarti, m’innervosisco”.
    Jasmine gli sorrise, poi i due si baciarono.
    Intanto Sharon era a casa, con Michael.
    “Supereremo tutti gli ostacoli” – disse il poliziotto. La ragazza sembrava triste, e pensierosa.
    “Non eri tu che lo dicevi? Che non dobbiamo arrenderci? Solo perché sono più grande di te, e perché indosso questa cavolo di divisa non vuol dire che non possa esistere una storia tra noi” – spiegava il ragazzo, dagli occhi azzurri.
    “Lo so, e sei carino, e si, la pensavo anche io così, ma quanto durerà questa cosa? Dovremmo continuare a vederci di nascosto nella mia camera, non più di un’ora al giorno?” – asserì lei, con aria abbattuta.
    “Troveremo un modo, è l’amore che conta, e se dovessi scegliere tra te e questa maledetta divisa sceglierei te, lo sai” – Michael baciò la ragazza. Lei sorrise.
    “Ora devo andare a scuola, prevedo già una giornata stressante” – affermò Sharon.
    “E’ Halloween, rilassati” – gli rispose Michael.
    “Stressante, e terrificante, aggiungo” – Sharon rise – “Mi piacerebbe essere una supereroina” – disse con aria sognante.
    Michael scoppiò a ridere.

    La scuola era stata decorata in occasione di Halloween. Zucche e ragnatele invadevano i corridoi e le aule, e moltissimi ragazzi già erano pronti per fare i loro scherzetti. Molti altri, invece, erano intenti a parlare della festa di compleanno di Mike Tomminson che in concomitanza con Halloween era diventa una festa in maschera.
    Mike non salutava nessuno, ed era scortato da alcuni dei suoi amici. Il ragazzo proseguiva, fiero, la passeggiata nei corridoi. Un ragazzino, erroneamente gli sbatté contro. Mike lo guardò furioso, poi sorrise. Il ragazzino tirò un sospiro di sollievo, ma cantò vittoria troppo presto: due degli amici di Mike lo portarono nel bagno dei maschi. Shaun notò la scena, e seguì i tre ragazzi. Questi due “amici” di Mike presero il ragazzo e lo lanciarono contro il muro, poi lo circondarono – “Cosa state facendo?” – i due ragazzi si voltarono e deglutirono – “Sparite” – disse Shaun, e i due eseguirono gli ordini. Il giovane poi andò a soccorrere l’indifeso ragazzo.
    Gabriel e Liam entrarono in aula. Sharon, e Jasmine, erano già sedute ai loro posti. Solo dopo pochi secondi arrivò anche Shaun, che si scusò per il ritardo. Mike gli sorrise, lui gli lanciò un’occhiataccia. L’insegnate disse di prendere il libro di storia, e iniziò a spiegare la lezione. Il cellulare di Liam, così come quello degli altri vibrò e i ragazzi si guardarono, straniti. Il messaggio era lo stesso per tutti – “Sarò alla festa in maschera, ci vediamo lì - Batman”.

    Qualche ora dopo
    Il momento era arrivato. La festa era iniziata, e la villa di Mike stava già iniziando a riempirsi. Mike non si era travestito, e sorridente, passava a salutare i vari invitati che, divertiti gli davano gli auguri e gli davano i regali. “Finalmente diciottenne” – recitava un cartellone all’entrata della casa. Pochi secondi dopo proprio da lì entrarono altri ragazzi, mascherati da vampiri, seguiti poi da un’altra ragazza, travestita da Wonder Woman. La ragazza era Sharon. Questa spaesata, proseguì e notò Liam così corse da lui. Liam, travestito da Harry Potter quando vide la ragazza sgranò gli occhi e deglutì – “Ciao anche a te, Liam” – lo salutò Sharon, ridendo.
    “Sei” – Liam si fermò – “Bellissima”.
    “Neanche tu scherzi, maghetto” – ribattè lei – “Grazie” – disse, poi, arrossendo.
    Il vestito da Wonder Woman era un vestito molto succinto, ma non volgare, anzi al contrario, dava un tocco di femminilità alla ragazza. In più la ragazza portava anche una parrucca di colore nero che dava più originalità al costume da lei scelto. Ma anche il vestito di Liam era molto carino. Lui indossava la divisa indossata dagli studenti di Hogwarts nel famoso film “Harry Potter”, e in più aveva messo gli occhiali caratteristici del personaggio. Particolari peculiarità erano la bacchetta magica, e la cicatrice sulla fronte del ragazzo.
    “Hai dato il regalo a Mike?” – chiese Liam.
    “L’ho lasciato nel cesto dei regali, non avevo voglia di andare a cercarlo” – rispose lei.
    “Mi chiedo il perché della nostra presenza qui, se non siamo mai andati d’accordo con Mike” – esclamò Liam.
    “Questione di indagini, e poi era la sola festa in maschera di Halloween, non potevamo perdercela” – rispose lei, schietta.
    Liam sbarrò ancora una volta gli occhi, e Sharon si voltò – “Wooow” – esclamarono i due ragazzi, insieme.
    Gabriel e Jasmine entrarono mano nella mano. I due si erano travestiti da Aladdin e Jasmine, e sembravano incarnarli. Gabriel indossava un semplice gilè di colore viola chiaro, e un pantalone bianco, sopra dei tipici sandali indiani. In più portava anche il caratteristico cappello rosso abbinato alla cintura dello stesso colore. Ed era molto somigliante al personaggio scelto visti i vari tratti simili come la carnagione scura, e i capelli neri e folti. In più Gabriel aveva lontane origini arabe, e i suoi occhi richiamavano quelli di Aladdin. Non meno particolare erano il costume di Jasmine. La ragazza aveva raccolto i capelli come l’omonima principessa, e il vestito era composto dai semplici capi di colore azzurro. Anche Jasmine aveva dei tratti simili a quello del personaggio del costume scelto. I due raggiunsero i due amici.
    “Siete praticamente la reincarnazione di Aladdin e Jasmine” – si congratulò Sharon.
    “Gabriel mi ha promesso che mi riporterà a casa col tappeto volante” – ironizzò Jasmine.
    “Allora, Wonder Woman, hai avvistato Batman?” – chiese Gabriel.
    “Nessun supereroe nelle vicinanze” – rispose lei.
    “Io ne ho visti due o tre” – disse Liam – “Batman è un costume abbastanza commerciale, ecco perché lo avrà scelto”.
    “Vuole confonderci” – asserì Jasmine.
    Dopo poco anche Shaun fece la sua entrata. Era un pirata: indossava un gilè marrone sopra la camicia bianca, abbottonata solo per i primi quattro o cinque bottoni. Il pantalone era a righe verticali, rosse e nere, così come la fascia ai capelli. Gli stivali, ovviamente, neri ed alti. Il costume era completato dalla classica sciabola tagliagole, tipica dei pirati.
    Shaun aveva un’aria spavalda, e si diresse, a testa alta, dagli amici. Mike però, gli si parò avanti.
    “Ciao” – lo salutò Shaun – “Ho lasciato il regalo nel cesto”.
    “Grazie” – rispose Mike – “Sono sicuro che mi piacerà, tu divertiti Uncino” – continuò il festeggiato.
    “Non sono Uncino, ne Sandokan, ne Jack Sparrow” - disse Shaun – “Considerami un nuovo pirata” – ironizzò poi, poco prima di salutare Mike e raggiungere gli amici.
    “Complimenti, fratellino” – si congratulò Gabriel.
    “Anche a te, e a voi altri” – rispose Shaun, gentile.
    “E ora? Come si procede?” – domandò Liam, curioso.
    “Ora penso proprio che” – Shaun si fermò quando notò Mike salire su un palchetto adibito nel giardino della villa.
    “No, tranquilli, non voglio fare nessun discorsone profondo” – ironizzò il ragazzo – “Voglio solo dirvi che i regali mi stanno piacendo tutti, e che sono felice di avervi qui” – gli invitati applaudirono – “Che dirvi? La musica fin’ora era solo un’anteprima, ora inizia la vera festa” – Mike fece un cenno al dj – “Scatenativi” – gridò, ridendo. Il dj mise la musica, e la gente iniziò a ballare.
    “Ci divertiamo” – Jasmine concluse la frase di Shaun, e i cinque ragazzi raggiunsero la mischia e, iniziarono a ballare.

    A casa di Jasmine
    Il signor Combs, Eric era sul divano e stava guardando una partita. Qualcuno suonò il campanello – “Rooose” – il marito chiamò la donna.
    “Vado” – urlò, lei.
    La signora aprì la porta, e si trovò davanti un individuo travestito da Batman con un cartello in mano dove c’era scritto “Dolcetto o scherzetto?”. In più, Batman, aveva in mano un cesto vuoto.
    “Ti aspettavo” – disse la signora – “Ne sono venuti già altri” – continuò sorridendo – “Vado a prendere i dolcetti, scusami un secondo” – la signora lasciò la persona sull’uscio della porta. Questa prima si guardò intorno, poi entrò, e aprì un cassetto dell’armadio che si trovava a pochi metri dall’entrata. Sempre con fare circospetto prese dei guanti rossi, e li ripose nel tiretto aperto. Poi tornò al suo posto. Dopo pochi secondi la signora Combs tornò con delle caramelle e dei cioccolatini e li mise nel cesto del mascherato – “Divertiti” – gli disse, prima di chiudere la porta, e lui annuì come cenno di ringraziamento.

    Intanto alla festa i ragazzi si divertivano come non mai. Gli invitati erano tanti, e i costumi indossati erano molteplici: fantasmi, licantropi, vampiri, streghe, donne e uomini medievali e tanti altri.
    Gabriel e Jasmine ballavano insieme. Gabriel prese in braccio la ragazza, e poi la baciò, lei rideva, divertita.
    Shaun li guardava, sorridente.
    “Geloso?” – Mike gli si avvicinò.
    “No, assolutamente, sono felice al contrario” – rispose lui, diretto.
    “Quanto avrei voluto che Den fosse tra noi, si sarebbe divertito, non credi?” – domandò Mike, provocatorio.
    “Si, si sarebbe divertito, e molto” – ribattè Shaun, ancora più schietto.
    “Ma ho invitato sua sorella, siccome sapevo che era ancora da queste parti” – spiegò Mike – “E nel cesto c’era anche il suo regalo, quindi vuol dire che c’è, tu l’hai vista?” – chiese Mike, curioso.
    “No, non l’ho vista” – rispose Shaun in modo pensieroso.

    Sharon stava ballando quando qualcuno gli si avvicinò e le diede una pacca sul sedere, e lei, veloce si girò. Questo individuo, mascherato da Batman riuscì rapidamente a mescolarsi tra gli altri invitati – “Provaci di nuovo e ti spezzo la mano, pervertito” – gli gridò la ragazza, contro. Poi attraversò correndo la folla, e notò Jasmine, così andò a parlarle.
    “Sharon, cos’è successo?” – domandò l’amica, preoccupata.
    “Qualcuno mi ha toccato il sedere, qualcuno travestito da” – Sharon deglutì – “Batman” – finì la frase.
    “Credi sia lui?” – domandò Jasmine.
    “Non ne ho idea” – rispose lei.
    “Guarda quanti ce ne sono” – Jasmine fece notare all’amica che due o tre persone erano travestite dal supereroe in questione.
    Sharon li osservò, e poi sbuffò – “Dov’è Gabriel?”
    “E’ andato a prendere da bere” – rispose la ragazza.
    “Trovalo, e trova anche Liam” – gli disse – “Io troverò Shaun, dobbiamo riunirci” – Jasmine assentì, e le due si divisero.

    “Anche io ho trovato difficoltà con matematica” – disse Shaun, parlando con una ragazza, travestita da strega. Poi notò Sharon, che gli fece cenno di raggiungerla – “Ci vediamo a scuola” – Shaun gli sorrise, e andò dall’amica.
    “Cos’è successo?” – domandò, spaventato, poi il bicchiere di birra gli scivolò dalle mani e cadde a terra – “Non voglio saperlo più”.
    “Cosa stai dicendo Shaun? Ho incontrato l’innominato” – gli comunicò la ragazza.
    Shaun prese la ragazza e la fece girare. Davanti a loro c’era un ragazzo. Jeans scuri, giacchetto di pelle e ciuffone biondo scuro. In più il giovane portava una maschera veneziana. Sharon deglutì.
    “Den?” – si chiesero, entrambi.

    La musica rimbombava nell’aria. Liam era solo, e si guardava intorno.
    “Liam?” – una voce femminile lo chiamò, e il ragazzo si voltò. Molly Hall era lì. E lui, indietreggiò.
    “Non ti mordo mica, dovresti saperlo” – gli disse la signora, ridendo.
    “Cosa vuoi? Cosa ci fai qui?” – domandò Liam, serio.
    “Il ragazzo che festeggia il compleanno è il figlio di alcuni amici di famiglia, e sono venuto a dargli gli auguri” – spiegò lei.
    “Glieli hai fatti? Puoi anche andare?” – la interruppe il ragazzo.
    Molly rise – “Credi che una signora della mia età non possa divertirsi in questo casino? Sono sincera, preferisco i balli lenti, ma adoro le feste in maschera” – asserì la donna – “Peccato che non ho trovato nessuna maschera che mi piacesse”.
    “Non c’è bisogno, signora Hall, quella che ha le sta fin troppo bene” – Liam la lanciò un’occhiataccia e la lasciò sola.

    Sharon e Shaun erano ancora sconvolti.
    “Non può semplicemente assomigliargli” – disse Sharon – “Si è vestito come lui”.
    Shaun continuava a osservarlo con sguardo pensieroso. Dopo pochi secondi il suo cellulare suonò, e lui lo prese. Lui e l’amica lessero il messaggio – “Non essere timido Shaun, vai a corteggiare la tua preda”. Shaun chiuse subito il cellulare, e lo ripose in tasca. Lui e l’amica si guardarono intorno, spaventati.
    “Che stronzo, lascialo perdere Shaun, ti prometto che quando scopriremo chi è lo picchierò” – disse Sharon notando che l’amico si era intristito.
    “No, Sharon” – ribattè Shaun – “C’è un perché a questo messaggio, e te lo spiegherò, ma” – Shaun notò che il ragazzo somigliante a Den stava andando via – “Non possiamo lasciarcelo scappare, io lo seguo, tu vai dagli altri e poi raggiungetemi” – Shaun seguì la persona misteriosa, e non diede il tempo a Sharon di reclamare.
    “Stai attento” – gridò la ragazza, poi si voltò e Batman gli si parò avanti. Gli coprì la bocca e l’afferrò trascinandola con se dietro i primi alberi vicini.

    Liam si spingeva tra la folla, quando incappò una ragazza dai lunghi capelli rossi travestita da Cat Woman – “Liam, ciao” – lo salutò la ragazza.
    Liam la guardò – “Ci conosciamo?”
    “Non mi riconosci?” – la ragazza si tolse la maschera dagli occhi – “Sono Stacy”.
    Liam tossì – “Scusa, non ti avevo riconosciuta, non sapevo avessi i capelli così” – il ragazzo li guardò ancora una volta – “lunghi”.
    Stacy scoppiò a ridere – “Li porto sempre raccolti a scuola”. Liam gli sorrise.
    “Hai visto Gabriel, o Jasmine?” – gli chiese.
    “Si, credo di sì, penso siano lì” – Stacy glieli indicò. Il viso di Liam si illuminò.
    “Devo proprio andare da loro, ci vediamo” – Liam la salutò e andò via, ma scappando, dalla tasca gli cadde la bacchetta magica”. Stacy la notò e la prese.
    “Liam hai perso la” – Stacy notò che Liam era già sparito – “Bacchetta”.
    “Dov’è diavolo sono Shaun e Sharon?” – chiese Gabriel, con tono preoccupato. Liam li raggiunse.
    “Liam, finalmente ti abbiamo trovato” – disse Jasmine – “Ma non troviamo gli altri” – esclamò, disperata.
    “Un messaggio di Shaun” – affermò Gabriel – “Dice di raggiungerlo all’entrata”.
    “Andiamo” – disse Liam con enfasi, e i tre ragazzi si diressero dove gli era stato detto.

    Il ragazzo somigliante a Den stava scappando, e Shaun lo stava inseguendo, ma
    riuscì a seminarlo, nascondendosi e scappando tra gli alberi.
    Shaun si fermò – “Maledizione” – imprecò.
    Dopo poco Gabriel, Jasmine e Liam lo raggiunsero.
    “Che succede?” – gli chiese Jasmine.
    “Qualcuno si era travestito da Den, era identico a lui, e ve lo giuro io” – Shaun sembrava veramente scoraggiato – “Mi è scappato”.
    “L’innominato?” – pensò Gabriel.
    “Ma non doveva essere Batman? Sono così confuso” – ribattè Liam.
    “Ma dov’è Sharon? Doveva venire da voi!” – asserì Shaun, sospettoso.
    Un cellulare vibrò. Era quello di Liam che velocemente prese il cellulare e lesse il messaggio – “Sharon è con me. Ma è così infreddolita, credo che accenderò il fuoco”. Liam sgranò gli occhi. Shaun deglutì.
    “Ragazzi, guardate là” – Jasmine fece notare agli altri ragazzi che in lontananza, aldilà degli alberi si vedeva del fumo.
    “Chiama immediatamente la polizia” – gridò Gabriel. E Liam seguì gli ordini.
    “Ma questo posto è fuori città, non possiamo aspettare così tanto” – disse Shaun.
    Liam, al cellulare, diede le indicazioni per essere raggiunti, e una volta chiuso il cellulare lui e gli altri amici correndo si avviarono verso la direzione da dove si vedeva il fumo.

    Un ragazzo salì sul palco – “E’ l’ora della torta, Mike, vieni pure qui” – tutti applaudirono, ma non c’era ombra di Mike.
    “Mike ci sei? Mike?” – il ragazzo lo continuava a chiamare. La gente borbottava.
    Dopo pochi minuti Mike arrivò correndo – “Scusate, scusate, ero andato in bagno” – disse ridendo, e salì sul palco tra gli applausi degli invitati.

    Sharon era legata ad una sedia, e si trovava in una sorta di casupola abbandonata. Non riusciva a muoversi, e notò poco dopo che la vecchia casa di legno era circondata nient’altro che da fuoco.
    “Oh, mio Dio” – esclamò, poi notò la sua parrucca vicino alla porta. Le fiamme sembravano farsi sempre più grandi, e in pochi secondi raggiunsero anche la parrucca che venne bruciata. Sharon a quel punto iniziò a gridare aiuto, sperando di essere sentita.

    Shaun, Liam, Gabriel e Jasmine sentirono le urla, e iniziarono a correre sempre più veloce.
    “Sharon, Sharon, Sharon” – gridavano insieme, in coro, uno dopo l’altro.
    Ma le fiamme diventano sempre più alte, e stavano raggiungendo la ragazza, oramai in lacrime – “Qualcuno mi aiuti, qualcuno mi aiuti” – gridava, disperata.
    I quattro ragazzi correvano più veloce che mai.
    Sharon era in lacrime – “Aiuto, aiuto” – diceva singhiozzando, quando vide il fuoco a pochi metri da lei.
    I ragazzi arrivarono davanti la casupola, in fiamme.
    Shaun notò un pezzo di legno – “Passamelo” – disse al fratello, che prese il tozzo e glielo lanciò. Shaun non esitò e lanciò quel pezzo di legno contro la porta, rompendola. Poi si ci lanciò dentro e corse dall’amica. In pochi secondi slegò le corde alle gambe, e alle mani, prese in braccio la ragazza e evitando le fiamme uscì dalla casa.
    Gabriel, Liam e Jasmine gi si lanciarono contro, cercando di aiutarlo. Erano tutti scossi, e tutti in lacrime.

    Mezz’ora dopo
    La polizia era arrivata. E anche i vigili del fuoco. E il fuoco era stato spento. La festa era stata interrotta, anche se tutti quanti gli invitati erano stati costretti a rimanere dov’erano perché la polizia era determinata a interrogare tutti.
    Gabriel, Shaun, Jasmine e Liam erano in un angolo.
    “Vogliono interrogarci di nuovo” – disse Gabriel.
    “Ci credo, eravamo sul luogo dell’omicidio e poi è successo questo” – pensò Jasmine.
    “Cosa diremo? Come agiremo?” – domandò Liam, agitato.
    “Credo che sia arrivata l’ora di parlare di quel segreto” – ribattè Shaun. Gli altri amici rabbrividirono.
    “L’innominato potrebbe conoscerlo, e non possiamo denunciarlo alla polizia, ma sapete cosa vi dico? Ne parleremo domani, o dopodomani, ora dobbiamo stare vicini a Sharon” – continuò il ragazzo.
    Poco dopo, infatti, Sharon raggiunse gli amici. Era scossa.
    “Mi hanno fatto chiamare mia mamma” – disse la ragazza – “Non riesco a crederci” – Sharon scoppiò a piangere – “Ha cercato di darmi fuoco”. Shaun l’abbracciò. Liam e Jasmine fecero lo stesso. Gabriel li guardò, poi si aggiunse.
    “Affronteremo tutto questo insieme, lo faremo insieme” – disse Jasmine. I cinque amici rimasero abbracciati per dei secondi. Poi qualcuno chiamò Sharon. Era Michael. Nello stesso momento la macchina della signora Foster, la madre di Sharon, parcheggiò, e da lì scese la donna. Michael e Sharon la guardarono. E i due notarono anche che altri membri della polizia li stavano guardando.
    “Non me ne frega” – disse Michael.
    “Nemmeno a me” – ribattè Sharon.
    I due si corsero incontro e si strinsero a vicenda. Poi si baciarono. Gli altri amici si guardarono straniti. Sharon guardò Shaun, e lui gli sorrise, lei cercò di dire qualcosa ma l’amico si mise l’indice sul naso sussurrandogli Shhh.

    Liam era sull’uscio della porta e stava per entrare in casa, quando un clacson gli suonò e lui si voltò. Una macchina accostò davanti casa sua, e ne scese Stacy che corse da lui.
    “Ho trovato la casa” – disse lei, ridendo – “Siamo pur sempre compagni di scuola” – gli disse.
    “Stacy, ciao, cosa ci fai qui?” – domandò, divertito.
    “Alla festa non ti ho visto più, e poi c’è stato tutto il casino e volevo darti questa” – Stacy porse la bacchetta magica a Liam. Liam rise.
    “Ad Harry serve la bacchetta per usare la magia, no?” – ironizzò Stacy.
    “Sei così gentile” – asserì Liam, sorpreso ma contento.
    “Non c’è di che” – rispose lei. La madre della ragazza suonò nuovamente il clacson – “Credo che mia madre voglia che mi muova” – Stacy guardo Liam, sorridendogli.
    Liam le diede un bacio sulla guancia – “Buonanotte”. Lei arrossì, e ridendo corse verso la macchina, ma prima di entrare guardò nuovamente Liam, e lo salutò con la mano. Lui ricambiò il cenno.

    Qualcuno, con i soliti guanti rossi, aprì uno scatolone. Poi prese una maschera, quella di Batman, e la buttò dentro. Fece la stessa cosa con una parrucca di color biondo scuro. Dopo ciò, chiuse anche lo scatolo, prese un pennarello, sempre rosso e scrisse qualcosa sullo scatolo – “Buon Halloween, l’Innominato”.
     
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  5. sahany09
     
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    Ma sei terribile !!!!
    Comunque, comincio ad avere qualche sospetto....Qualcuno si è comportato davvero in modo strano...Aspetto, però, ulteriori sviluppi. Intanto ci medito su.
    Complimentissimi !!! Vai così !!!

    Arrivoooooo !!!
     
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  6. [william;]
     
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    Questa volta è il momento di Secrets.
    Nuovo capitolo. Nuovi aneddoti.


    PARTE 10



    Qualche anno fa
    A casa di Sharon, lei, Jasmine e un’altra ragazza erano sedute a terra, e stavano mangiando snack.
    - Allora, il ragazzo più carino della scuola? – chiese la terza ragazza, dai lineamenti molto dolci.
    - Io dico Gabriel. O il suo fratellastro. Quello che è arrivato dall’Australia! – rispose Jasmine, schietta.
    - Un australiano? Quante probabilità ci siano che non sia gay? – ribattè la ragazza.
    Sharon rise – Son carini entrambi, ma li trovo troppo piccoli – spiegò.
    - E Liam? – intervenne Jasmine – Ha il fascino dell’intelligentone – aggiunse.
    - Carino, ma ha un viso troppo angelico – rispose, Sharon.
    - Sharon ma c’è qualcuno che ti piace che non sia Ian Somerhalder? – la prese in giro l’amica.
    - Si, io trovo affascinante il professor Cage – asserì, lei, ridendo.
    - Ma a te, Selena, chi piace? – domandò Jasmine, curiosa.
    - Den! – esclamò lei – Ha quell’aria di cattivo ragazzo, lo trovo così sexy – aggiunse, con aria maliziosa.
    Le tre amiche continuarono a parlare, tranquille e divertite.

    Oggi
    Sharon e Shaun erano alla mensa scolastica, seduti ad un tavolo, e parlavano, tranquillamente.
    - Mi dispiace che abbiano sospeso Michael – gli disse Shaun, con tono comprensivo.
    - Il suo capo lo ha definito poco serio. Una relazione con una studentessa non ancora maggiorenne? Ma siamo pazzi! Lo ha sospeso per un mese intero, e inoltre mia madre non vuole che ci vediamo più. Non ha voluto sentire spiegazioni! – spiegò la ragazza, evidentemente abbattuta.
    - Beata te! – esclamò Shaun – Prima l’omicidio di Den, poi tu che vieni quasi bruciata viva – asserì – I miei me ne chiedono in continuazione di spiegazioni, e non solo a me, stanno mettendo in croce anche Gabriel – continuò, anch’esso, quasi disperato.
    - Riguardo queste questioni, le chiede anche a me. E i poliziotti mi popolano casa. Tutti tranne quello che piace a me – ironizzò la giovane Parker.
    - Dobbiamo tenere duro! - affermò Shaun – Den lo avrebbe fatto! –.
    Sharon annuì – E anche lei lo avrebbe fatto – dichiarò, silenziosa.
    - No, è troppo che non ne parliamo e cerchiamo di insabbiare la cosa – ribattè Shaun – E’ l’ora che si onori anche la memoria di Selena – disse. I telefoni dei due adolescenti vibrarono, e poi suonarono.
    - Quando si dice la verità – lesse Sharon.
    - prima o poi si è sicuri di essere scoperti. – continuò Shaun.
    I due deglutirono, e con aria attenta si guardarono intorno.

    Qualche anno fa
    Nella dimora degli Hale, i ragazzi stavano chiacchierando in cucina.
    - Allora, ti lasceranno venire i tuoi? – domandò Den a Liam.
    - Si – rispose lui – Mio padre era titubante, ma poi mia madre lo ha convinto – aggiunse.
    - Torrance ci aspetta. Non vedo l’ora di cavalcare quelle onde, e godermi quelle scogliere – disse Gabriel.
    - Sarà divertente – esclamò Shaun.
    - Allora, quale ragazza ci portiamo? – li provocò Den.
    - Potremmo invitare Sharon – suggerì Liam.
    - Va bene – ribattè Den – Ma verginello, a quella piacciono i vecchi, dubito che gli piaccia un bambinetto del tuo genere – lo prese in giro. Liam abbassò lo guardo.
    - Perché lo tratti sempre male? – domandò, esclamando, Shaun.
    Den alzò gli occhi al cielo – Gabriel, tu chi porti? – si rivolse poi all’altro amico.
    - Vorrei chiedere a Jasmine se vuole venire – disse lui.
    - Che coincidenza, volevo chiederlo anche io a lei – aggiunse Shaun – Ma vabbé, fai pure – disse.
    - Attento Gab, o il fratellastro australiano ti ruba la ragazza – ironizzò Den.
    - Sei insopportabile – esclamò Shaun, nervoso.
    - Bada a come parli, o ti rispedisco in mezzo ai canguri – rispose Den.
    - Basta! – gridò Liam – Vi prego, basta – continuò – Tu, Den, chi vuoi invitare? –
    - Se il fighettino di Sidney non vuole rubarmela, vorrei chiederlo a Selena – rispose, questo, lanciando un’occhiataccia a Shaun.
    - Mi hai rotto le scatole – Shaun raggiunse Den, e lo spinse. Gabriel li fermò in tempo.
    - Qui tutti ti ascoltano e ti rispettano perché probabilmente sono più idioti di te, ma ti consiglio di non provocarmi. Non mi conosci, e non conosci il mio passato. Non sai di cosa sono capace! – gli urlo contro, Shaun, furioso.

    Oggi
    Liam stava studiando, quando suo padre entrò nella sua camera.
    - Non sapevi stessi studiando, scusami – gli disse.
    - Non ti preoccupare papà, posso fare una pausa, vieni – il ragazzo lo invitò a sedersi sul letto, vicino a lui.
    - Cosa studi? – domandò, curioso.
    - Storia – ribattè lui.
    - Quella materia non mi è mai piaciuta. Tendo a dimenticare tutto quello che faccio io, figurati se potrei ricordare quello che fanno gli altri – disse John, ridendo.
    - Papà, sei simpatico. Ma dovevi dirmi questo? – insistette Liam, curioso.
    - No, in realtà, ero venuto a dirti che dopo gli ultimi avvenimenti, sai, la morte di Den, il tuo rapimento, e la festa di Halloween, io e i genitori dei tuoi amici abbiamo parlato – iniziò a spiegare l’uomo – E abbiamo concordato, insieme, di sequestrarvi il cellulare –.
    Liam sgranò gli occhi – Cosa? -. Proprio in quel momento il cellulare del ragazzo vibrò. Il padre stava per prenderlo, ma il figlio lo fermò subito.
    - Tu sei pazzo, papà. E come mai? – ribattè, abbastanza agitato.
    - Perché sia gli altri genitori, che io, abbiamo notato che ultimamente a ogni singolo squillo, o vibrazione, voi vi agitate. Liam, è una cosa evidente, su. E pensiamo che ci sia qualcosa che vi spaventi. Qualcuno che vi minacci! - asserì John. Liam deglutì, ma cerco di rimanere calmo.
    - No, papà. Non c’è nessuno che ci minacci. Ti ho già detto che non abbiamo nemici. Non so chi abbia ucciso Den, e chi abbia provato a farci del male. E ne tantomeno siamo stati avvisati. Gli Stati Uniti sono un paese ad alto tasso di criminalità, e questi sono solo casi isolati. – rispose Liam – Pensi che queste cose possano succedere solo al telegiornale? No, capitano anche nella realtà. E non ti lascerò sequestrarmi il cellulare solo perché secondo te c’è qualcuno che mi minaccia – continuò, più deciso e convinto.
    Il padre sospirò – Lo sai che ti voglio bene, e che se ti succedesse qualcosa, io morirei? -.
    - Lo so, papà. Ma se dovessi essere minacciato te lo direi, tranquillo – affermò il ragazzo.
    John Morris strinse il figlio, poi si alzò – Ti lascio studiare – disse, e lasciò la stanza.
    Liam si guardò intorno, poi lesse il messaggio – Da quando sei così bravo a mentire, verginello? -. Liam chiuse subito il messaggio, e buttò il cellulare dall’altra parte del letto.

    Qualche anno fa
    Era notte, piena notte. E faceva molto caldo. I ragazzi si stavano divertendo su una scogliera. Avevano portato vari giochi da tavolo, un pallone e tanta roba da mangiare e da bere. Da bere? Un po’ troppa.
    Shaun e Jasmine, erano in un angolo, seduti a terra, e stavano limonando. Qualcuno gli lanciò un pallone – Basta – gli gridò Gabriel – Non sopporto più vedervi fare queste cose così volgari, e brutte! – esclamò, ubriaco più che mai.
    - Sei ubriaco – rispose Shaun.
    - Perché tu no? – lo provocò Jasmine.
    - Forse poco poco – Shaun le si lanciò nuovamente addosso.
    - Fermate quei due prima che mi venga voglia di riprenderli, e metterli su Youtube – urlò Sharon.
    - Non gridare – la rimproverò Liam, notevolmente non ubriaco.
    Den e Serena guardavano queste scene da lontano, seduti anch’essi sul prato.
    - Giovani e inesperti – commentò Den – Non reggono nemmeno delle birre – aggiunse. Selena rise.
    - Perché io e te siamo amici di questi qui? Insomma, sono degli sfigati – ribattè, lei.
    - Perché gli vogliamo bene? – rispose con una domanda, lui.
    - Molto probabile – ribattè Selena – E perché forse, nonostante tutto, non siamo gli stronzi superbi e giudicatori che ci vantiamo di essere. Forse questo nostro carattere è solo uno scudo – commentò la ragazza.
    - Hanno bisogno di essere protetti. E hanno bisogno di crescere. Chi meglio di noi può aiutarli? Siamo cresciuti insieme, ma noi siamo cresciuti più velocemente. – continuò Den, con tono abbastanza saggio.
    - A noi piace provocarli, prenderli in giro, e stuzzicarli, ma guai a chi oltre noi lo fa. Sai una cosa? Noi siamo i migliori amici che una persona possa avere! – dichiarò Selena, ridendo.
    - Forse alla fine siamo sfigati anche noi, ma che male c’è? – sdrammatizzò Den, ridendo.
    I due poi si alzarono, e raggiunsero gli altri.
    - Sai una cosa, Den? Avevi ragione. Shaun è uno stronzo, lo odio, e quando torneremo a casa dirò ai miei genitori di rispedirlo in Romania – schiamazzò Gabriel.
    - Sono australiano, bastardo – ribattè Shaun, anch’esso urlando.
    - Non è colpa sua – intervenne Sharon – Lui è un maschio, e ha solo ceduto alle avances di Jasmine – asserì – Vuole fare tanto la Biancaneve della situazione, ma è una puttana – le urlò contro. Jasmine spalancò la bocca.
    - Parli tu, troietta? Tu che ti volevi imboscare col bidello del secondo piano? – Jasmine si lanciò contro Sharon spingendola a terra. Liam cercò di fermarle, ma nello stesso momento venne travolto da Gabriel che colpì con un pugno Shaun. In pochi secondi, si formò una vera e propria rissa.
    Den prese Shaun da un braccio, dividendolo dal fratellastro, che venne invece fermato da Liam.
    Selena invece provò a dividere le ragazze che avevano preferito aggrapparsi una ai capelli dell’altra.
    Anche Den e Liam cercarono di intervenire, ma le ragazze si spingevano sempre più vicino al dirupo della scogliera. Selena si mise in mezzo.
    Sharon si liberò dalla presa di Jasmine, lanciò una spintona senza nemmeno guardare chi avesse avanti, e prese Selena che cadde dal dirupo, finendo nel più oscuro dei mari.
    Den spaventato a morte, corse ad affacciarsi, ma non vide molto. Era notte, e il mare era quasi nero. La sola cosa visibile, dopo qualche minuto passato in silenzio, fu del sangue emergere a galla. Fu in quel momento che Den si toccò lo stomaco, e corse a vomitare.
    Gli altri ragazzi si guardarono in silenzio.
    - Verrò arrestata? – domandò Sharon, rompendo l’imbarazzante silenzio. Liam, Jasmine e Shaun annuirono, guardando male l’amica. Den, invece, pensò a ciò che lui e l’amica avevano detto pochi minuti prima – No – esclamò, poi – Diremo che Selena era ubriaca ed è caduta da sola, ma non parleremo di litigi, ne di spinte – continuò il giovane.
    - Perché dovremmo farlo? – lo provocò Shaun.
    - Perché verremmo arrestati tutti, conosco come sono queste cose di polizia, e se diremo la verità, finiremo tutti in carcere. Sharon non era la sola ubriaca che stava spingendo qualcuno, in quel momento – mentì spudoratamente Den, dicendo delle assurdità agli amici, ma proteggendo Sharon.
    Gli altri annuirono, compreso Shaun, che aveva capito le intenzioni di Den.
    Non si accorsero che qualcuno, nascosto dietro i cespugli, li stava spiando.

    Oggi
    Shaun era seduto su una panchina. Stava aspettando qualcuno.
    Dopo poco secondi, il giovane venne raggiunto dall’amica: Sharon.
    - Credevo non saresti venuta – disse Shaun, andandole in contro.
    - Stranamente mia madre si è fidata. Le dirò più spesso che devo vedermi con te – ironizzò, lei – Gli altri? – chiese, poi.
    - In realtà ho chiamato solo te – asserì lui – C’è qualcuno che devo presentarti -.
    - Presentarmi qualcuno? – domandò stranita. E Shaun annuì.
    - Entriamo? – disse Shaun indicando il bar davanti a loro.
    - Un attimo! – esclamò la ragazza – Sono contenta che tu abbia chiamato solo me – disse – Perché avrei anche io qualcosa da dirti –. Shaun annuì ancora, anch’esso stranito.
    - Vorrei dire tutto alla polizia – disse lei, velocemente.
    - Cosa? – domandò Shaun.
    - Sarò più specifica. Vorrei dire alla polizia che abbiamo una sorta di stalker assassino alle calcagna, e che Den è stato ucciso da questo individuo – spiegò Sharon.
    - Non possiamo – rispose Shaun – Conosce tutti i nostri segreti, compreso quello e –
    - E cosa? Mi smaschererà? – lo interruppe la ragazza – E finirò in galera? –.
    Shaun assentì.
    - Correrò il rischio – disse lei – Shaun, da quella notte non faccio altro che avere incubi – dichiarò lei – Non potrò mai perdonarmi di averlo fatto – disse, scoraggiata.
    – Eravamo molto più piccoli, e più sbandati e non lascerò che tu ti autodistrugga – disse Shaun – Io fui il solo che capì che Den quella notte ci mentì. Ci tappò la bocca dicendoci che saremo finiti tutti in galera. Lui ti ha protetto – continuò – E probabilmente quella sua bugia ora sarebbe realtà. Il caso è chiuso da anni e confessare, dopo quello che è successo a Den, ci farebbe davvero finire tutti in galera. Noi risulteremo come tuoi complici. – Shaun poi la strinse – E ora tocca a me proteggerti. –
    Sharon, d’istinto, abbracciò l’amico.
    - Ora – disse – Chi dovevi presentarmi? -.
    Shaun la prese per la mano. I due attraversarono la strada, ed entrarono nel bar. Ad un tavolo era seduto Richard.
    - Scusa se ti abbiamo fatto attendere, chiacchierata tra amici – disse Shaun guardando Sharon. E i due poi si sedettero nello stesso tavolo di Richard.
    - Mi dovevi presentare Richard? No perché non ci parlerò molto, ma lo conosco già – disse lei, ridendo.
    - Lo so – esclamò Shaun – Ma non devo presentarti Richard, un amico e compagno di scuola – Sharon aveva un’aria sempre più confusa – Devo presentarti Richard, il mio – Shaun respirò profondamente – Ragazzo! – esclamò – Il mio ragazzo – insistette.
    - L’hai detto – disse Richard.
    - L’ho detto – rispose Shaun.
    Sharon era sempre confusa, ma non aveva un’aria dispiaciuta. Anzi, sembrava piuttosto felice.
    - Che bello – disse con enfasi – Complimenti -.
    - Vado a prendere da bere – Richard si alzò, e andò al bancone.
    - Non so cosa dire, Shaun -.
    - Non devi dire nulla. Basta che tu non sia omofoba -.
    - Nooo – disse lei – Assolutamente. Viva i gay - rise. E Shaun la seguì a ruota.
    - Sono la prima a cui lo hai detto? – chiese Sharon.
    - Si – assentì il giovane – E ho intenzione anche di dirlo ai miei, e agli altri, sai, ma l’ho appena accettato io, e ho paura a farlo sapere già a tutti -.
    - Comprensibile, molto comprensibile – Sharon prese la mano dell’amico.
    - L’ho detto a te perché sei la più sensibile – confessò Shaun – E so che mi avresti accettato -.
    - Ti voglio bene, Shaun – gli disse Sharon, con tono dolce – Quindi ora potrò invitarti alla serata “solo donne” del giovedì. Io, tu, mia madre e i dvd di “Una mamma per amica”, che ne dici? – ironizzò la ragazza divertita. Shaun sorrise, imbarazzato.
    - Scusa, tu non sei quel tipo di gay. Sei più un gay “etero”, diciamo – disse sempre più divertita.
    - Si – rispose Shaun, stizzito – Anche se potrei fare un’eccezione – continuò – Amo “Una mamma per amica”! Ho tutti i dvd! – esclamò scoppiando a ridere. Richard, poi, portò da bere e i tre continuarono a ridere e divertirsi, tutta la serata.

    Liam scese le scale, e raggiunse il padre in cucina – Mi hai chiamato? – domandò.
    - Si – disse John – Guarda chi è tornato in città, ed è venuto a trovarci – John guidò il figlio in salotto, dove c’era un uomo. Adulto si, ma non molto vecchio. Era un signore di bell’aspetto.
    - Signor Matthews? – domandò Liam, deglutendo.
    - Ciao, Liam – l’uomo lo raggiunse e gli diede una pacca sulle spalle – Sei cresciuto, eh? -.
    Liam annuì, preoccupato.
    - Non potevo non passare da te. E passerò anche dai tuoi amici. – disse l’uomo - Voi eravate tutto per la mia bambina – aggiunse con voce malinconica.
    - Come mai è in città? – chiese Liam.
    - Ho ricevuto delle e-mail, dei messaggi, della posta. Di tutto. Questo individuo non si è mai firmato, e nemmeno la polizia è riuscita a risalire alla fonte, ma è troppo insistente. E sa tante cose quindi qualcosa mi spinge a fidarmi –
    - Di cosa sta parlando, signor Matthews? – lo interruppe Liam.
    - Chiamami anche Paul. E comunque, secondo questa persona mia figlia non è morta cadendo accidentalmente dal dirupo – disse il signore.
    Liam sgranò gli occhi.
    - Mi ha scritto insistentemente che è stato qualcuno ad ucciderla – spiegò l’uomo – E sono qui per scoprire se è vero –
    - Ma noi l’abbiamo vista cadere. Eravamo ubriachi – lo interruppe nuovamente, Liam.
    - Si, lo so. Ma il cadavere di mia figlia è stato trovato sulla spiaggia – illustrò Paul – E se non fosse morta sott’acqua? Se fosse morta dopo? – continuò – Voglio saperne di più. E se è vero, ragazzo, che qualcuno l’ha uccisa, sbatteremo in galera quel bastardo. E so che sia tu che i tuoi amici vorreste la stessa cosa -.
    Liam deglutì, ancora – Certo, signor Matthews, certo – poi il suo cellulare vibrò. Lui si allontanò dal salotto lasciando il padre e l’altro uomo discutere. Poi, col cuore in gola aprì il messaggio – Fino ad ora ho solo scherzato. Ora inizia il gioco vero. Quello duro. Due sono già fuori. Uno per mano mia, uno per mano vostra. Quale sarà il prossimo? Saluti. L’Innominato. – Liam strinse il cellulare tra le mani, poi si lasciò cadere a terra, con aria distrutta.

    Qualcuno, con dei guanti rossi aprì lo sportello cd di un lettore dvd, poi aprì un cassetto e tirò fuori i cofanetti di “Una mamma per amica”, aprì il box, prese un disco e lo inserì nel lettore. Poi premette il tasto Play.
     
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  7. sahany09
     
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    Ben tornatoooooooooooooooooo !!!!
    Sempre meglio...o sempre peggio? Mi riferisco agli sviluppi della storia.
    Sono sempre più convinta che sia qualcuno di moooooooolto conosciuto.
    Che dirti? Sei un genio!!
    Alla prossima. :)


    P.S.
    Sono andata avanti con la mia ff.



    Sono andata a rileggere il tuo capitolo precedente, quello di Halloween e.....qualche idea mi si è schiarita.

    Edited by sahany09 - 9/3/2013, 01:48
     
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  8. [william;]
     
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    Visto che ci sono, vi aggiorno anche con Secrets, in quanto ho comunque finito la prima serie.


    PARTE 11



    Il suono della campanella risvegliò molto dei ragazzi che, durante l’ora di economia, erano caduti in un sonno ad occhi aperti.
    Shaun, Gabriel, Jasmine, Liam e Sharon si raggrupparono e uscirono dall’aula.
    - Avete notato anche voi le occhiatacce, da qualche mese a questa parte o sono la sola visionaria? - domandò Jasmine.
    - Personalmente le ho notate anche io – ribattè Shaun, e gli altri annuirono.
    - La morte di Den, il dramma alla festa, Sharon che se la spassa col poliziotto. – disse Gabriel guardando l’amica che, scherzosa, mise il broncio – Son cose che ti fanno finire nel mirino dell’opinione pubblica – aggiunse, poi.
    - E poi diciamocelo, siamo sempre stati nel mirino. Den era rispettato quanto odiato, e noi eravamo i suoi seguaci. Magari l’innominato sarà proprio qualche compagno di scuola. – pensò Liam.
    - Ed è per questo che non partecipiamo più alla recita scolastica? – chiese Sharon – Ci eravamo promessi di indagare da lì, d'altronde eravamo stati iscritti da “io so e vedo tutto” -.
    - Si, ma partecipando a qualcosa alla quale lui o lei ci aveva iscritto sarebbe stato assecondarlo per l’ennesima volta, e direi che ci siamo già umiliati abbastanza, cedendo ai vari ricatti – ragionò Shaun – E poi magari voleva depistarci facendoci credere di essere qualcuno che parteciperà alla recita -.
    - La penso come Shaun – intervenne Jasmine – Anche se ora che Paul è tornato in città ed è determinato a scoprire chi ha ucciso la figlia, dovremmo stare più attenti che mai -.
    Gabriel le prese la mano – Vedrai che supereremo anche questa – le sorrise. E lei si strinse a lui.
    Shaun li guardò, con aria serena.
    - Shaun?! – qualcuno poi lo fece sobbalzare, chiamandolo. Era Richard. Lui si voltò, e guardò Sharon che annuì.
    - Sicuramente qualcosa inerente al tennis, vai pure – lo incitò l’amica. E Shaun così fece.
    - Io invece devo tornare a casa. Mia madre e le sue dannate paranoie – spiegò Sharon, che salutò gli amici e lasciò il gruppo. Liam allora guardo Gabriel e Jasmine.
    - Noi oggi festeggiamo il secondo mese di fidanzamento – disse Gabriel. E Liam assentì. E dopo che anche la coppia d’innamorati, lo salutò, il ragazzo rimase solo. Solo e pensoso.
    - Liam, stai bene? – le chiese una voce femminile.
    - Si certo – rispose lui voltandosi. Davanti a lui c’era Stacy.
    - Stacy, ciao – la salutò – Via gli occhiali e via tutte quelle cose ai capelli, eh? – ironizzò.
    - Si, ho cambiato stile, ultimamente – disse lei. I due si guardarono. Liam si morse il labbro, imbarazzato.
    - Dovevi dirmi qualcosa? – cercò di rompere il ghiaccio, lui.
    - Mmm, si – esclamò lei – Dovevo proprio dirti che stasera c’è una bella serata di karaoke al pub vicino casa mia, ed è venerdì. Sai, il venerdì sera la gente esce. Si, esce e si diverte, perché il giorno dopo non c’è scuola, ma perché non c’è scuola? Insomma, che regola stupida. Secondo me si dovrebbe – Liam la bloccò scoppiando a ridere.
    - Sei venuta per discutere del sistema scolastico? – le chiese.
    - No, ero venuta per invitarti ad uscire, ma ho rovinato tutto, scusami. Davvero, scusa. Scusa ancora. Scusa, scusa, scusa. – il colorito di Stacy era diventato rosso quanto i suoi capelli.
    - Va bene, usciamo. Basta che non muori nel frattempo – rispose Liam, sempre più divertito.
    - 7 e 30, passo a prenderti? – rispose lei, schietta.
    - No, passo a prenderti io. Altrimenti che gentiluomo sarei? – ribattè il giovane.
    Lei ridendo, e saltellando, andò via.
    - Qualcuno più timido di me? Andiamo bene – disse Liam tra se e se. Poi il suo cellulare trillò, e lui istantaneamente lo prese – Perché stasera non porti anche il tuo paparino a cena. Magari potresti dirgli la verità. Potresti dirgli chi sei veramente, verginello.
    Liam sospirò, poi chiuse il messaggio, si appoggiò ad un armadietto e si lasciò, scoraggiato, scivolare a terra.

    Sharon entrò a casa, e si diresse in cucina, dove trovò sua madre, immobile, ad aspettarla.
    - Cinque minuti di ritardo, signorina – la rimproverò.
    - Sono venuta a piedi – ribattè Sharon, evidentemente scocciata.
    - Non c’è bisogno di rispondere con quell’aria saccente, sono solamente preoccupata – disse la donna.
    - Preoccupata o infuriata? Perché preoccupata lo capirei. Caspita, mi stavano dando fuoco – Sharon iniziò ad alzare la voce – Ma arrabbiata? E perché? Perché avevo una relazione con un ragazzo poco più grande di me? Un poliziotto? Per questo, eh? – la ragazza aveva decisamente perso la pazienza.
    - Sono preoccupata quanto arrabbiata perché non ti capisco. Non è questa la figlia che ho cresciuto – le gridò contro la donna.
    - Mamma, mi tratti e mi parli come se avessi ucciso qualcuno – esclamò Sharon – Io lo amo. E lui mi ama. E sappi che il solo motivo per la quale gli sto lontano è la sua salvaguardia. Non di certo le tue stupide regole – la ragazza scappò via, correndo.
    La signora Foster rimase a bocca aperta.

    Jasmine e Gabriel erano seduti su un dondolo.
    - Ti vedo preoccupata – Gabriel prese la mano della ragazza.
    - Mm – Jasmine lo baciò – Lo sono – disse, sdrammatizzando.
    - Lo siamo tutti, e costantemente – ribattè il giovane. E Jasmine annuì.
    - Se ti dico delle cose prometti di non definirmi paranoica? – domandò Jasmine.
    - Vai pure – annuì lui.
    - La signora Molly, il datore di lavoro di Liam – rifletté la ragazza – Non me la conta giusta. Non dico che sia l’innominato, ma sa come minacciare qualcuno. Insomma, tiene Liam sulle spine da tempo, e le riesce bene – continuò – E Liam, anche se cerca di nasconderlo, sta cadendo sempre di più nel baratro – asserì Jasmine.
    - Cosa proponi? – chiese Gabriel.
    - Di aiutarlo, o almeno provarci – rispose lei, schietta.
    - Ti ascolto -.
    - Senza dirlo a nessuno, io e te andremo dalla signora Hall, e la obbligheremo a parlare – sostenne Jasmine.
    Lo sguardo del fidanzato era abbastanza confuso.
    - Lei teme di essere scoperta. Teme che le voci sulla casa dei gigolò vengano confermate. Ed è su quello che giocheremo. Se è l’innominato non si farà intimidire, ma se non lo è, e qualcosa mi spinge a credere che non lo sia, avremo aiutato Liam, e in più sapremo qual è il suo ruolo in questo gioco – asserì la ragazza, con tono sicuro, e con aria sempre più ingegnosa.
    - Un piano assurdo – esclamò Gabriel – Ma geniale – aggiunse. Jasmine sorrise a trecento sessanta denti, accennando anche ad una risatina.
    - Allora, sei con me? – la ragazza si alzò, e prese la mano del fidanzato.
    - Shaun, Sharon e Liam hanno avuto già modo di dimostrare la loro perspicacia e il loro coraggio. Ora tocca a me e te fare i Welma della situazione – ribattè il ragazzo, stringendo la mano della ragazza, e alzandosi in piedi.
    - Sei pronta, signorina Fletcher? – la prese, poi, in giro.
    - Assolutamente, signor Colombo – rispose lei, scoppiando a ridere.

    Richard e Shaun erano nella camera di quest’ultimo, seduti sul letto.
    - Quindi com’è andato il compito? – chiese Shaun.
    - Bene, dai – rispose l’altro, sorridendo.
    I due poi stettero in silenzio qualche minuto.
    - Shaun noi andiamo – gridò una voce femminile, dal piano di sotto.
    Shaun li salutò gridando, a sua volta, proprio per farsi sentire.
    Quando i due poi udirono il rumore della porta d’entrata chiudersi, lanciarono un respiro di sollievo.
    - Finalmente soli – esclamò Richard. E Shaun annuì.
    - Ok, siccome sono io il predatore della coppia inizio io. Fare sesso tra ragazzi non è molto diverso che farlo tra ragazzo e ragazza. – dichiarò Richard – Tu sarai sicuramente uno che fa sicuramente del buon sesso, per carità, ma mi sento di essere un pelino più esperto nel sesso tra maschi, e quindi non devi preoccuparti se ti senti inesperto, o meglio, non ti senti ancora pronto – blaterava il brunetto, ma Shaun si alzò e lo baciò, molto dolcemente. I due poi si alzarono in piedi, continuando a baciarsi, arrivando così ad un bacio più passionale. Shaun poi afferrò Richard e lo lanciò sul letto.
    - Woow – enfatizzò Richard, sorpreso. Shaun rise, poi gli saltò sopra.

    Gabriel e Jasmine stavano percorrendo un corridoio di un appartamento, poi si fermarono davanti ad una porta.
    - Sesta porta al lato sinistro – disse Jasmine – E’ questa! -. Gabriel annuì e bussò.
    Pochi secondi, e la signora Hall aprì ai due giovani.
    - Si? – chiese scrutando, sorpresa, i due ragazzi.
    - Siamo venuti per Liam – rispose Jasmine, molto schietta.
    - Gli è successo qualcosa? – domandò la donna.
    - No, ma gli succederà se lei non gli permette di licenziarsi – ribattè, con tono sempre meno spaventato.
    - Non so di cosa stiate parlando – asserì Molly, deglutendo.
    - Io so chi è lei – dichiarò Jasmine.
    Molly abbassò il capo, poi invitò i due ad entrare.
    Dopo poco i due fidanzati erano seduti sul divano, mentre la signora Hall era di fronte a loro, seduta anch’essa su una poltrona.
    - Posso offrirvi qualcosa? – domandò la donna.
    - Come vuole – rispose Gabriel.
    - Assolutamente no – esclamò Jasmine – Non siamo qui per questo – aggiunse.
    Molly sorrise – Gli volete bene, vero? D'altronde Liam è un ragazzo così dolce – commentò. E Jasmine annuì.
    - Vi sembrerà assurdo, ma se volete che lo lasci libero, va bene – asserì la signora – Non è un atto di buonismo – disse, poi – Semplicemente chiuderò la casa dei gigolò, quindi il vostro amico non mi servirà più – spiegò.
    - Cosa? La chiuderà? E perché? – domandò, a raffica, Gabriel.
    - Lascio la città. Riverside non è un paese, ma ciò nonostante le voci girano. E non posso rischiare. –
    - Le voci su di lei girano da anni – ribattè Jasmine, sospettosa – Come mai va via proprio ora? –.
    - Mio marito diventa sempre più sospettoso, e poi... – la donna si fermò.
    - Poi? Poi, cosa? – insistette la ragazza.
    - C’è qualcuno che potrebbe rivelare il mio segreto – disse Molly Hall.
    - Signora Hall, sta dicendo che qualcuno l’ha minacciata? – domandò Gabriel.
    - No, non ancora. Ma ho avuto a che fare con qualcuno di spietato, e voglio andare via prima che sposti gli occhi su di me – rispose lei, tutto d’un fiato.
    - Ci dica tutto – affermò Jasmine – Se non vuole che sia io a spifferare il segreto – la minacciò.
    La signora le lanciò un’occhiataccia.
    - Qualcuno tempo fa, mi contattò. Io pensavo fosse uno scherzo. Voleva che dessi il numero di una cliente ad un amico di Liam. Quel vostro amico rimasto vittima di un omicidio. – raccontò Molly – Inizialmente lo ignorai. Erano solo delle e-mail al computer, ma poi questa persona continuava a farmi la stessa richiesta via cellulare, mandandomi milioni di messaggi, e dopo poco addirittura con delle lettere a casa. – continuava a spiegare la signora – In più mi promise dei soldi, e io accettai. Non avrei dovuto fare del male a nessuno. Quel numero sarebbe solo servito ad insospettire il vostro amico. Era evidente che volesse mettere zizzania tra i due, ma era evidente che ci tenesse tanto. Troppo. -.
    - E poi incontrò questo individuo? – chiese Gabriel.
    - Si – rispose lei – Ma era coperto da un passamontagna di colore nero – rispose Molly – E non proferì parola. Annuiva e basta. Non capii chi era, ma non cercai nemmeno di indagare. La situazione era troppo inquietante – dichiarò.
    - Incredibile – esclamò Jasmine.
    - Dopo pochi giorni Den fu ucciso, e Liam fu rapito. Lì mi resi conto della gravità della situazione. E intuii che quella persona, non voleva fare un semplice e fastidioso giochetto, ma che era pericolosa. Ed è per questo che sono spaventata, e devo andare via. Non posso continuare a mantenere segreti. Non con lui, o lei, in giro. – espose Molly.
    Jasmine e Gabriel annuirono.
    - Le voglio credere, signora Hall – sostenne la giovane Jasmine.
    - Io voglio solo che diciate a Liam che mi dispiace. Mi dispiace innanzitutto di averlo assunto. Lui era un ragazzo sensibile, specie in quel periodo. E mi dispiace di averlo minacciato. Voglio che gli porgiate le mie scuse. – dichiarò la donna.
    - Lo faremo – disse Gabriel.
    - E prima voglio anche confessarvi qualcos’altro. – aggiunse la donna, in vena di bontà – Non so se questo che sto per dirvi centri con il losco individuo, ma due o tre pomeriggi prima della morte di Den io sentii il vostro amico litigare con qualcuno – iniziò a spiegare la Hall.

    Due o tre pomeriggi prima della morte di Den io sentii..
    La signora Molly bussò a casa Morris, senza ricevere risposta. Poi vedendo la porta aperta si addentrò nella casa. E rimase nel salotto chiamando Liam, e chiedendo se ci fosse qualcuno. Ma l’attenzione della signora venne colta da alcune grida dal piano superiore.
    - Cos’è? Hai paura che spifferi tutto, eh? So cosa fai. – esclamò la voce di Den. La signora a quel punto si riavviò verso la porta, per uscire, ma ancora una volta si fermò, sentendo altre urla.
    - Mi tolga le mani di dosso. Mi fa male. Stia fermo. Dirò tutto ai miei! – urlò sempre la voce di Den, in preda al panico.
    Molly a quel punto si bloccò. Non sapeva davvero come muoversi. Ma dopo poco secondi Den scese le scale, e correndo, lasciò l’abitazione, in lacrime. La signora Hall non ebbe il tempo di bloccarlo, e chiedere cosa gli fosse successo, e vide qualcun altro scendere le scale della casa, e seguire il ragazzo. Era John Morris, il padre di Liam.
    La donna, spaventata, indietreggiò.
    - Chi è lei? Cosa vuole? Cos’ha sentito? – disse John.
    - Un’amica di Liam, e lo cercavo, ma non fa niente. Non ho sentito nulla, comunque. – e anche Molly, lasciò l’abitazione, frettolosamente.

    - Non le credo! – esclamò Jasmine.
    - Questo è quanto, non avrei bisogno di mentire – ribattè Molly.
    - Il padre di Liam è una persona così a modo. E poi Den non ci aveva detto niente di quel litigio – intervenne anche Gabriel.
    - Io so cos’ho visto – asserì la signora – E so che potrei pagare con la vita se quel pazzo scoprisse ciò che ho detto, quindi se permettete, ho un aereo che parte stasera, e devo ancora preparare le valigie -. La signora si alzò e si diresse verso la porta d’uscita.
    - Cosa diremo a Liam? Non ci crederà mai e poi mai – ragionò Jasmine.
    - Andiamo, dai – Gabriel prese la mano della ragazza, e i due raggiunsero l’uscita.
    - Spero per lei che non ci abbia mentito, e che non torni mai più a Riverside – le disse Jasmine. Molly annuì.
    I due ragazzi poi uscirono dalla casa, mano nella mano.

    Poche ore dopo, Jasmine, Gabriel, Sharon e Shaun erano a casa dei fratelli Hale.
    - Ci dispiace di avervi disturbato – iniziò Gabriel.
    - Fa niente, sarei dovuto comunque tornare a casa – rispose Shaun.
    - Meglio che stare a guardare “Ma come ti vesti” con mia madre – aggiunse Sharon. Jasmine sorrise.
    - Non avete chiamato Liam? – chiese poi, la ragazza.
    - Arriverà più tardi, ma prima c’è qualcosa che vorremmo dire a voi – spiegò Gabriel.
    - Siamo tutt’orecchie – asserì Shaun.
    - Io e Gabriel volevamo aiutare Liam, e siamo andati dalla signora Hall – espose Jasmine – E abbiamo scoperto che lascerà la città -.
    - Davvero? E perché? – domandò Shaun.
    - Molly ha avuto a che fare con il nostro innominato. Ha dovuto consegnare un biglietto a Den dalla quale si intuiva facilmente il lavoro di Liam – illustrò Gabriel.
    - E’ una sua complice? – chiese Sharon, con gli occhi sgranati.
    - No, una sua vittima, semmai – disse Jasmine – L’ha in un certo senso obbligata, e lei lo ha assecondato perché aveva tutto da perdere. – chiarì la ragazza.
    - E in più pensava si trattasse di un giochetto tra adolescenti, non poteva immaginare che dietro ci fosse un serial killer – aggiunse Gabriel – Ed è spaventata quanto noi -.
    - Incredibile – esclamò Shaun, guardando Sharon.
    - E in più ci ha raccontato un altro aneddoto – disse Jasmine – Qualche pomeriggio prima della morte di Den, lei andò a casa di Liam, e trovò Den a litigare violentemente con il signor Morris – spiegò molto chiaramente.
    Shaun sgranò gli occhi – Oddio -.
    - Ne siete sicuri? Non è un’accusa da poco – commentò Sharon, anch’essa sorpresa.
    - Non lo è per niente – disse una voce maschile. I quattro adolescenti si voltarono. Davanti a loro c’era Liam.
    - Liam, cosa ci fai qui? – domandò Gabriel.
    - Stasera avevo un appuntamento con Stacy, quindi ero venuto prima. Sono entrato, e vi stavo raggiungendo, quando ho sentito quello che dicevate. – disse Liam, con tono di voce serio.
    - Cercheremo di capire meglio, possiamo tornare dalla signora Hall prima che parta – Jasmine si avvicinò a Liam, che indietreggiò.
    - Voi dovevate farvi gli affari vostri – le gridò contro Liam.
    - Volevamo aiutarti – disse Gabriel.
    - Da quando in qua vi fidate di quella donna? Avrà detto una marea di bugie. Magari l’innominato è proprio lei – ribattè Liam – Mio padre che litiga violentemente con Den? Voi state dando i numeri. –
    - Non avrebbe motivo di mentire. Liam, credimi – lo pregò Jasmine.
    - Stai lontana da me – Liam indietreggiò sempre di più – State tutti lontani da me – urlò, prima di fuggire.
    - E’ ancora scosso, è normale – pensò Shaun – Poi capirà. –
    I cellulari dei ragazzi, poi, suonarono uno dopo l’altro. I ragazzi si guardarono, e lo controllarono.
    - Sono delle coordinate – disse Jasmine.
    - Vale lo stesso per me – rispose Gabriel. E gli altri due annuirono.
    - Perché l’innominato ci ha mandato delle coordinate? – si chiese Sharon.
    - Forse vuole che le raggiungiamo – pensò Shaun.
    - L’ultima volta che avevamo un appuntamento con lui, uno di noi c’è rimasto secco – ragionò Gabriel.
    - La scorsa volta eravamo divisi, ora andremo insieme – disse Jasmine.
    - Andiamo – li incitò Shaun. Gabriel e Jasmine si guardarono, e assentirono. I quattro poi, di corsa, uscirono da casa.

    Liam e Stacy erano seduti, ad un tavolo.
    - Ti vedo pensieroso – disse Stacy.
    - Si – confermò lui – Scusa se sono stato noioso, è che ho litigato coi miei amici -.
    Stacy annuì – Mi dispiace, e comunque non sei stato noioso -.
    - Grazie – ringraziò lui, sorridendo.
    - Riguardo i tuoi amici, vedrai che chiarirete. Gli amici sono una cosa preziosa. Non perderli. – gli consigliò la giovane donna.
    - Sei una ragazza molto dolce – le disse Liam.
    - Oh, che gentile – si arrossì lei.
    - Vado a pagare il conto – Liam si alzò, e fece ciò che aveva detto. Stacy rimase al tavolo, con occhi sognanti.


    Gli altri quattro ragazzi, intanto, entrarono in un cinema. Un cinema vuoto.
    - Perché ci ha portato al cinema, e per di più vuoto? – si chiese Gabriel.
    - Vuole farci vedere un film senza quelli che portano i pop-corn? E’ davvero perfido – rispose Sharon. Gli altri tre ragazzi le lanciarono un’occhiataccia.
    - Scherzavo – si scusò lei.
    Lo schermo poi si illuminò.
    - Sta partendo un filmato? – disse Jasmine. E così fu.
    3, 2, 1.. E sullo schermo apparve Den.
    - Sono arrivato? Non è me, che volevi? Palesati – gridò il ragazzo. Poi notò un movimento di ombre, nell’altra camera. Anch’esso esso era evidentemente turbato. Il ragazzo non ebbe il tempo di voltarsi che qualcuno, con i soliti guanti rossi, lo colpì con un bastone.
    - Ma è il filmato di quella notte – li illuminò Shaun.
    Den, però, molto veloce, nonostante il colpo, e il sangue che gli usciva dalla testa, colpì l’individuo con un calcio, e prese il cellulare con il quale riuscì a digitare il breve numero della polizia. Poi si alzò, e iniziò a correre, ma la persona misteriosa lo seguì. Quando la polizia accettò la chiamata lui iniziò a gridare aiuto – “Sono alla vecchia dimora dei Doherty, vi prego, sono ferito, aiuto” – poi “l’innominato” lo spinse, e il cellulare gli cadde a terra, un altro bastonata colpì il viso del ragazzo, e poi, dopo un’altra ancora, e un’altra ancora. Il ragazzo continuava a gridare aiuto.
    - Lo ha ripreso mentre lo uccideva – disse Gabriel, deglutendo. Ma al colpo dell’ennesima bastonata, Jasmine si voltò e abbracciò il fidanzato.
    Anche Sharon e Shaun si strinsero. Le ragazze erano in lacrime.
    Il video fu seguito da delle frasi – Mi rivolgo a Jasmine e Gabriel. Questo è quello che succede ai ficcanaso. E voi due sarete i prossimi.
    I due ragazzi si strinsero sempre di più. Un’ombra apparve sullo schermo bianco, per poi sparire dopo qualche secondo.
    I ragazzi si voltarono capendo che provenisse da dietro, ma l’individuo era già fuggito. Shaun, Sharon, Gabriel e Jasmine si guardarono, confusi e spaventati.
     
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  9. sahany09
     
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    Vedo che anche tu ti diverti a lasciarci col fiato sospeso ad un passo dalla scena madre !!! Bricconcello !! Bravissimo Willy !! Sei un maestro del thrilling.
    Ricordo male o siamo quasi alla fine della tua ff? Quante puntate sono ? 12 ? 13 ? Vabbè; quelle che sono !!

    Complimentissimi !!

    Però, adesso, non farmi aspettare altri 6 mesi !!! Scherzo !! :) Immagino che sia stato molto impegnato. A proposito: tutto bene con la scuola? Hai finito, vero?
    A presto, mi auguro.
     
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  10. [william;]
     
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    :console:
    CITAZIONE (sahany09 @ 2/12/2013, 01:12) 
    Vedo che anche tu ti diverti a lasciarci col fiato sospeso ad un passo dalla scena madre !!! Bricconcello !! Bravissimo Willy !! Sei un maestro del thrilling.
    Ricordo male o siamo quasi alla fine della tua ff? Quante puntate sono ? 12 ? 13 ? Vabbè; quelle che sono !!

    Complimentissimi !!

    Però, adesso, non farmi aspettare altri 6 mesi !!! Scherzo !! :) Immagino che sia stato molto impegnato. A proposito: tutto bene con la scuola? Hai finito, vero?
    A presto, mi auguro.

    Si :lol: è il segreto di Secrets.
    Ho allungato a 18, e in questi giorni pubblicherò i prossimi ^_^
    Grazie tante!

    Sì, ho finito la scuola, e ora mi sono preso un anno di pausa per decidere al meglio cosa fare ^_^
     
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  11. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Grazie tante!

    Prego. :)

    CITAZIONE
    Ho allungato a 18

    A 18? :o: Ah!

    CITAZIONE
    Sì, ho finito la scuola, e ora mi sono preso un anno di pausa per decidere al meglio cosa fare ^_^

    Ottima idea.


    Allora, aspetto le prossime puntate. :)
     
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  12. [william;]
     
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    PARTE 12



    A scuola, Shaun raggiunse Liam, correndogli dietro.
    - Liam ti stavo chiamando – gli disse, tra un respiro ed un altro.
    - Dimmi pure – disse lui, educato.
    - E’ più di una settimana che non ci parli, e questo ci dispiace – ribattè Shaun.
    - E a me dispiace che i miei amici possano arrivare a dubitare dell’integrità morale di mio padre solo perché gliel’ha detto una donna che non ha fatto altro che farmi soffrire – disse lui, molto schietto – E poi, mi sono rotto di giocare alla Scooby Gang. Da oggi in poi ignorerò l’innominato. Che dica e faccia quel che vuole, ma giuro che al prossimo fastidio dirò tutto alla polizia. – concluse Liam, diretto. Shaun deglutì, e non commentò mentre l’amico si allontanava.
    Pochi minuti dopo Shaun si riunì con gli altri tre amici, che lo stavano aspettando nel corridoio scolastico.
    - Allora? Che ha detto? – chiese Gabriel.
    - Nulla, è sempre più determinato a ignorarci – rispose Shaun, con tono spazientito.
    - E’ tutta colpa mia – esclamò Jasmine.
    - No, non devi dire così – la consolò il fidanzato.
    - Sharon, tu hai provato a parlarci? – Shaun si voltò verso l’amica.
    - Mm gli ho lasciato qualche messaggio – rispose lei, guardandosi attorno.
    - Conosco le tue smorfie da bugiarda – la prese in giro Shaun.
    - Ok, gli ho mandati una cinquantina di messaggi. Tutti senza risposta. – dichiarò lei – E poi gli ho mandato una decina di e-mail e gli ho dedicato qualche frase presa da www.amicizia.com su Facebook – aggiunse la ragazza.
    Shaun, Gabriel e Jasmine sorrisero – E’ tutto? – chiese Jasmine.
    - L’ho contattato anche su Twitter, su Tumblr, e su Instagram. E ho scoperto che era iscritto anche a Badoo, ma ok, oltre questo? Voi provate a corrergli dietro tutti i giorni nel corridoio. Siete più stalker di me. –
    - No, tu superi persino l’innominato nell’arte dello stalker – ribattè Gabriel.
    I quattro amici poi notarono Stacy.
    - Che ne dite di parlare con lei? D’altronde Liam ha legato molto con lei, ultimamente – consigliò Sharon.
    - No – rispose, secco, Shaun – Questa questione riguardo noi, e non metteremo in mezzo Stacy. Non sarebbe giusto. –
    - Allora, cosa facciamo? – chiese Jasmine.
    - Domani tocca a Gabriel corrergli dietro. Prima o poi dovrà cedere, se ci vuole bene – rispose Shaun.
    - E poi potrebbe rispondere a uno dei miei tanti messaggi – dichiarò Sharon.
    - Oppure potrebbe denunciarci tutti per stalker – ironizzò Gabriel.
    I quattro risero, ma dai loro visi si poteva intuire quanto fossero preoccupati.

    Liam era seduto su una panchina, con un libro tra le mani. Stacy lo stava raggiungendo, quando Mike gli si parò avanti – Sparisci rossa, devo parlare io col verginello – disse, con aria minacciosa, e la ragazza si allontanò, con l’aria corrucciata.
    Mike poi si avvicinò a Liam, e lo salutò.
    - Ciao Mike – ricambiò Liam.
    - Non ti vedo in compagnia del tuo gruppetto? Come mai? – domandò, curioso, il ragazzo.
    - Abbiamo avuto dei problemi – rispose Liam senza nemmeno guardarlo, poi chiuse il libro che stava leggendo – Perché? Cosa vuoi? -.
    - Chiedevo – rispose lui, voltandosi dall’altro lato.
    - Mike c’è qualcosa che devi dirmi? -.
    - No, ero venuto solo a parlarti perché ti avevo visto solo. Perché voi siete tutto così? – asserì Mike, con voce alta.
    - Così come? Cosa stai dicendo? -.
    - Così come Den – esclamò Mike – Fate tanto i bravi ragazzi, amici di quello cattivo. Ma siete come lui. Nessuno di voi ha mai mosso un dito per difendermi quando Den mi umiliava. E quando era vittima del suo incessante bullismo. –
    - Tu non sembri essere diverso da noi, allora. Sei diventato esattamente come lui – lo sfidò Liam.
    - Se tu fossi stato sensibile, come vanti di essere, ti saresti conto che il mio è solo uno scudo. Den era un fighetto viziatello che dava fastidio a più persone di quanto voi possiate immaginare. E non parlo solo degli studenti. Ci sarà un motivo se qualcuno ha deciso di chiudergli quella boccaccia, per sempre – disse Mike, con tono ostile. Liam stava per risponderlo, ma il giovane corse via.
    Liam sbuffò poi si voltò, e notò che qualcuno, da dietro degli alberi, lo stava spiando. Deglutì, e strabuzzò gli occhi, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi. Lo stesso individuo che alla festa di Halloween si era travestito da Den era lì, fermo, e fissava il ragazzo. Era così uguale a Den: il voluminoso ciuffo biondo, il giubbotto di pelle, e i jeans scuri. Ma chi si celava sotto quella maschera veneziana?
    Liam si avviò in quella direzione cautamente, ma si fermò quando si rese conto che la persona misteriosa era già sparita tra i cespugli.

    Jasmine entrò a casa, e si diresse nel salotto, dove i suoi genitori, e il signor Matthews, il padre di Selena, erano seduti sui vari divani. La ragazza, gentile, salutò.
    - Ciao tesoro – la salutò il padre – Paul era venuto qui proprio per te. -
    - Per me? – domandò Jasmine, confusa.
    - Per te e i tuoi amici, veramente – lo corresse Paul – Dopo il funerale di Selena, distrutto dal dolore, decisi di lasciarmi tutto alle spalle, e andare via, ma ora sono qui. E in questi giorni sono ritornato in camera sua, dopo anni. E dando un’occhiata alle sue cose, ho trovato dei diari. Ma non li ho letti. – precisò l’uomo – Uno di questi era destinato proprio a voi. A te, e al vostro gruppetto. E ho pensato che spetti a voi, leggerli. –
    Jasmine sorrise – Va bene – ribattè – Quando vuole me li porti pure, e li leggerò con gli altri -.
    Un cellulare trillò – Scusate – disse la ragazza che si apprestò a leggere il messaggio – Il diario di una teenager morta potrebbe contenere troppi segreti. Ding dong, Pocahontas. Mentre voi siate lì a parlarne, io l’ho già rubato. – la ragazza chiuse immediatamente il messaggio – Se non vi dispiace, ho da studiare – affermò, molto cortesemente.
    - No, assolutamente – asserì Paul -.
    La ragazza, allora, si precipitò nella sua stanza e dopo essersi chiusa a chiave, si lasciò cadere sul letto.

    Sharon si stava dirigendo in camera sua quando incontrò sua madre che la salutò.
    - Ciao, mamma – rispose lei, senza battere ciglio.
    - Devo correggere dei compiti, mi daresti una mano? – le chiese.
    - A correggere dei compiti? – ribattè la ragazza – Ne sei sicura? –
    La madre rise – Insegno alle medie, non assegno temi molto difficili – disse la donna.
    - Mi dispiace, ma quando insegnerai in un asilo allora potrò aiutarti a correggere i disegni, ma no, non sono adatta a correggere compiti complessi di ragazzi altrettanto complessi delle medie – aggiunse, molto chiaramente.
    - Sharon, io ho bisogno di sapere che tu, non sia più arrabbiata con me – asserì Lucinda.
    - Ok – esclamò Sharon – Vuoi la verità? Ti darò la verità. Fino a che sarai d’ostacolo alla mia platonica storia d’amore, si, sarò arrabbiata con te – spiegò. Poi andò in camera sua, e vi si chiuse dentro. La madre la seguì, e la chiamò un paio di volte, senza ricevere risposta.
    Il cellulare della ragazza squillò e lei lo prese.
    - Che novità – dichiarò la ragazza quando lesse che era anonimo. Il messaggio diceva: Butta anche lei da un dirupo. Tanto sei brava a farlo.
    Sharon cancellò in fretta il messaggio, e chiuse gli occhi, sospirando.

    Shaun era bandato e Richard lo teneva per mano, portandolo con se.
    - Allora, siamo arrivati? – chiese, ridendo.
    - Si – disse lui togliendo la benda al ragazzo.
    I due si trovavano in una camera tutta addobbata con palloncini a forma di cuore, di colore rosso. E poi c’era un vecchio giradischi.
    Shaun sgranò gli occhi – Hai preparato tutto questo, per me? – chiese, con aria sorpresa ma felice – Ma aspetta, hai dovuto prendere una camera d’hotel, per farmi questo? Ti sarà costata molto. Mi dispiacerebbe se – Richard lo baciò.
    - So cosa faccio. Questo hotel affitta stanze per sorprese del genere, non devi preoccuparti – lo rassicurò – Piuttosto seguimi – Richard lo prese nuovamente per mano e lo guidò fino ad una porta che poi aprì. La seconda stanza era sempre addobbata dai vari palloncini ma in più era compreso un bellissimo letto, con sopra un peluche gigante.
    - Quello è per te, avvicinati all’orsetto – gli disse Richard. Shaun lo guardò sorridente, poi salì sul letto e seguì i consigli del fidanzato.
    - Orsetto? Papà orso, vorrai dire – ironizzò Shaun. Il ragazzo poi prese l’orso e si rese conto che il peluche conteneva una sorta di zip che, incuriosito, aprì. Dentro vi era qualcosa che lui estrasse con molta delicatezza, era un cuscino di colore azzurro e sopra vi era cucita una foto dei due ragazzi.
    - E’ la sorpresa più bella che io abbia mai ricevuto – disse Shaun con gli occhi lucidi.
    - Non fare il modesto – lo prese in giro Richard – Jasmine sembra una ragazza dolce. Deve averti fatto sicuramente qualche sorpresa. –
    - Si, ci eravamo scambiati dei cuori con i nostri nomi sopra, ma questo è qualcosa di – Shaun si fermò – Sono emozionato, è incredibile – asserì, poi, con voce tremante. Richard sorrise, e poi tornò nella prima stanza.
    - Ma dove vai? – gli chiese Shaun.
    - Aspettami lì – ribattè Richard, che poi sistemò un disco sul classico mangiadischi facendo partire la colonna sonora del famoso film, Ghost. Dopo pochi secondi raggiunse Shaun, sul letto.
    - Richard, ma dov’eri prima che ti conoscessi? – domandò Shaun. Richard e Shaun vennero coinvolti in un bacio molto passionale, fino a finire stesi uno sopra l’altro.
    - Non riesco a credere che succeda proprio a me – disse Richard, felice di quello che stava accadendo. Shaun lo zittì mettendosi l’indice sul naso.
    - Promettimi che non scapperai – disse Richard con voce commossa.
    - Te lo prometto – rispose Shaun.
    I due poi continuarono a baciarsi. E la canzone continuò a risuonare nella stanza.

    Liam rientrò in casa, e di diresse nella cucina dove trovò suo padre che guardava la tv col piccolo Nicholas.
    - Ciao Liam, stavamo guardando Bambi. Vuoi guardarlo con noi? – gli chiese.
    - Va bene – disse lui avviandosi verso il divano dove erano seduti il padre e il fratellino.
    - No, invece. Non posso – esclamò poi – Non posso continuare a mentire – aggiunse – Ho bisogno di sapere, papà. E ne ho bisogno ora. –
    Il padre guardò Nicholas che era evidentemente spaventato – Aspetta qui, tesoro – gli disse dandogli un bacio sulla fronte, e poi si indirizzò verso la stanza d’entrata seguito dal figlio maggiore.
    - Cosa c’è, Liam? Hai qualche problema a scuola? – domandò, con tono preoccupato.
    - No, ma avrei delle domande per te, alle quali voglio che tu risponda sinceramente. E non dovrai chiedermi il perché te le sto ponendo. Se mi vuoi bene papà, dovrai farlo. – spiegò Liam.
    Il signor Morris non sembrò capire istantaneamente ma annuì.
    - Hai mai avuto qualche problema con qualcuno dei miei amici? – domandò Liam, agitato.
    - Liam ma cosa? –
    - Papà, hai avuto o hai qualche problema con i miei amici? – ribattè il ragazzo, alzando la voce.
    - No, non ho problemi con nessuno di loro – rispose John, e Liam chiuse gli occhi – Ma li ho avuti – aggiunse – Deve esserti arrivata la voce del litigio con Den, vero? –
    Liam annuì, senza rispondere.
    - Non avrebbe dovuto arrivarti. Quella donna che era venuta a trovarti, vero? –
    Liam indietreggiò quando notò che il padre si stava avvicinando.
    - E giustamente ora sei spaventato. Bene, lo sarei anche io. –
    Liam indietreggiava sempre di più fino, ma quando si accorse che dietro di lui non c’era altro che il muro, chiuse gli occhi, e quando li riaprì il padre a pochi centimetri da lui, che lo guardava. Liam deglutì, John mise le mani intorno al corpo del ragazzo e le strinse.
    - Ma non ti farei mai del male Liam. Tu sei mio figlio. – disse John.
    Liam riaprì gli occhi.
    - Non ti ho mai detto di quel litigio perché Den mi minacciava per qualcosa della quale non mi vanto, Liam – spiegò il signor Morris con occhi lucidi – Ma non volevo che tu lo sapessi. Non volevo che tu pensassi che io fossi un fallito più di quanto lo pensavi già. –
    Liam non proferì parola.
    - Mi rendo conto che fui molto violento nei confronti di Den, quella volta. Ma ero spaventato. E non voglio più mentirti, ora voglio essere sincero con te. – John si sedette sul primo sgabello che si trovò davanti e invitò il figlio a fare lo stesso.
    <quel pomeriggio>
    - Cos’è? Hai paura che spifferi tutto, eh? So cosa fai. – esclamò Den.
    - Ora basta. Non hai il diritto di rivolgerti in questo modo ad una persona più adulta di te – disse il signor Morris, con voce silenziosa.
    - Perché parla in modo silenzioso? Ha paura che Liam torni a casa e ci senta, eh? – rispose, sempre silenzioso Den, con tono di sfida.
    - Questa storia deve finire. Ti porto immediatamente dai tuoi genitori. – John Morris afferrò Den per un braccio, con una presa molto forte.
    - Mi tolga le mani di dosso. Mi fa male. Stia fermo. Dirò tutto ai miei! – urlò Den, in preda al panico, prima di liberarsi dalla presa e scappare di sotto, in lacrime.
    John lo seguì, ma davanti a lui, nella stanza d’entrata trovò la signora Hall.
    - Chi è lei? Cosa vuole? Cos’ha sentito? – disse John.
    - Un’amica di Liam, e lo cercavo, ma non fa niente. Non ho sentito nulla, comunque. – e anche Molly, lasciò l’abitazione, frettolosamente.
    John si lasciò cadere a terra, dispiaciuto.

    - Mi innervosii e volevo portarlo dai suoi, ma lui si spaventò e scappò in lacrime – illustrò John – Ho ancora i sensi di colpa per averlo spaventato. Non era mia intenzione. – continuò, sempre più dispiaciuto.
    - Ma perché ti minacciava, papà? Cosa sapeva? –
    - Avevo appena trovato lavoro al centro commerciale e si, mi era capitato di rubare due o tre volte. Sai, i biscotti per Nicholas, e quei cornetti di marca che piacciono tanto a te – spiegò John – Lui mi vide farlo e iniziò a minacciarmi, questo è quanto – concluse, rammaricato.
    - Papà, non me ne sarei vergognato, solo che non voglia che tu lo faccia più – Liam abbracciò il padre - E non solo il rubare, ma non voglio che tu pensi di essere un fallito – gli disse mentre lo stringeva.
    - Sono fiero di te, sei tutto tua madre – i due poi vennero interrotti da Nicholas.
    - Bambi sta per finire, non venite a guardarlo? – domandò il piccolo.
    - Veniamo subito – ribattè Liam. Il padre corse nel salotto – Chi arriva ultimo non fa la doccia per una settimana – gridò, ridendo. I due figli gli corsero dietro, più divertiti che mai.

    - La sua stanza è la 212 – disse una donna sorridente all’interlocutore che aveva avanti – E’ al secondo piano, ed è la stanza vicino a quelle che affittiamo per le sorprese, è sicuro di voler pernottare lì? C’è una giovane coppia che festeggia, eh – ironizzò la donna, ridendo – Ecco a lei – la donna le passò la chiave della camera e qualcuno con dei guanti rossi la ritirò, e la strinse tra le mani.
     
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  13. sahany09
     
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    :mmm: .... il mistero s'infittisce.
    Non c'è che dire: sei bravissimo a tenere la corda tesa.

    Però..... boh! Mi sta venendo qualche idea sul misterioso individuo dai guanti rossi.....Idee vaghe, ma ci sono. ;) Attendo ulteriori sviluppi e altre puntate per suffragare i miei sospetti. :rolleyes:
     
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  14. [william;]
     
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    CITAZIONE (sahany09 @ 19/12/2013, 00:06) 
    :mmm: .... il mistero s'infittisce.
    Non c'è che dire: sei bravissimo a tenere la corda tesa.

    Però..... boh! Mi sta venendo qualche idea sul misterioso individuo dai guanti rossi.....Idee vaghe, ma ci sono. ;) Attendo ulteriori sviluppi e altre puntate per suffragare i miei sospetti. :rolleyes:

    Ohh, libera di dire su chi punti. A breve il nuovo capitolo!
    A proposito, buone vacanze natalizie. Spero tu le stia passando al meglio ^_^
     
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  15. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Ohh, libera di dire su chi punti.

    Mmmmm ..... :mmm: Forse è meglio che te lo dica in privato per non spifferare spoilers agli altri lettori, ma aspetto la prossima puntata per avere qualche dettaglio in più. ;) .

    CITAZIONE
    A proposito, buone vacanze natalizie. Spero tu le stia passando al meglio ^_^

    Altrettanto. :) Per ora, tutto procede tranquillamente. Niente di eccezionale, ma non ci possiamo lamentare. Anzi! Meglio non lamentarsi proprio.

    A presto, spero.
     
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48 replies since 3/7/2012, 11:22   399 views
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