La nave

fanfiction a puntate by Sahany09

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  1. Vivaldi4love
     
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    Non importa se non ci sono gli angeli almeno non mi rodo il fegato muahahahah ^^

    Componi con calma ^^
     
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  2. sahany09
     
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    Va bene, Vivaldi, ma mi sembrava giusto avvertire. :)
    A presto, cara.
     
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  3. sahany09
     
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    Eccomi di nuovo con il 1o capitolo. Non tutto intero, eh?
    La 1a parte.

    In questa puntata:

    - entra in scena il Senza Traccia Team e la donna che cerca il marito;

    - entrano in scena anche i bros e qui c'è da fare il punto. Stando a rumors, la 6a stagione potrebbe finire con il crollo del famoso muro nell'anima di Sam. Non so se andrà veramente così, ma io ho scelto questa ipotesi con le conseguenze immaginabili...E ho provato, in parte ad immaginarle, senza però scendere troppo in dettagli. Comunque, il risultato è un momento fratellosissimo e intenso, di quelli che piacciono a noi.
    I ragazzi sono a casa di Bobby, a Lawrence e comincia ad affacciarsi qualche elemento di questa nuova vicenda.

    Buona lettura.


    LA NAVE



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    1) SENZA TRACCIA



    New York, uffici FBI, sezione "Scomparsi"


    Sarah Oldfield entrò nel moderno ed essenziale ingresso, foderato in legno lucido, degli uffici del FBI di New York, cercando di conservare salda l'ultima luce di speranza che aveva nel poter ritrovare suo marito Roger Pinewood.
    Vispa, e pronta ad iniziare una nuova giornata, Samantha Spade andò incontro, premurosa, alla donna che si guardava intorno smarrita e quando lei le disse cos'era venuta a fare lì, l'accompagnò all'ufficio di Jack Malone che la ricevette con la sua abituale cortesia e disponibilità.
    Poco più alta della media, magra, bionda con gli occhi azzurri stanchi, un bel viso sciupato però da una vita che non doveva essere stata prodiga di bei momenti, vestita in jeans, maglietta bianca e giacca di lino blu scuro, Sarah Oldfield dimostrava forse all'incirca fra i trenta e i quarant'anni e l'insieme dava l'idea che, nonostante l'ancor giovane età, per lei vivere fosse diventato difficile e faticoso. E nell'azzurro dei suoi occhi si alternavano tristezza, ma anche intenzione di condurre fino in fondo una lotta che doveva essere cominciata un po' di tempo prima.
    Malone la fece accomodare alla sua scrivania e prima di parlare, lei estrasse dallo zainetto di tela beige una fotografia che la ritraeva abbracciata ad un uomo di non molti centimetri più alto di lei, anche lui magro, camicia e calzoni di jeans, capelli, barba e baffi castani che coprivano in parte un volto dall'aria sveglia, il tutto sullo sfondo di una scogliera.
    "E' mio marito. - chiarì subito la donna - O forse era".
    "Che gli è successo?" chiese Malone.
    "E' scomparso" rispose semplicemente lei, senza pretendere compassione.
    Malone si drizzò col busto sulla sedia.
    "Quante ore fa?" domandò.
    "Un anno fa" rispose Sarah.
    Malone sgranò gli occhi.
    "E lei viene adesso a denunciare la scomparsa? - protestò educato - Lo sa che già dopo quarantotto ore è praticamente impossibile trovare una persona sparita?".
    "Me ne rendo conto. - ammise Sarah - E comincio a pensare che possa essere morto, ma vorrei almeno trovare il suo corpo, dovunque esso sia, per poterlo seppellire".
    "Come mai viene solo ora a denunciare la sua scomparsa?" continuò Malone.
    "In realtà ho cominciato le sue ricerche quasi subito dopo aver avuto le ultime notizie su di lui, - rispose la donna, mantenendo dignità - mi sono rivolta ad altre agenzie investigative, ma non ho ottenuto risultati. Roger sembra sparito nel nulla e non ho idea di dove possa trovarsi. Poi mi è stato indicato questo ufficio e il suo nome, accompagnato da credenziali notevoli. Siete la mia ultima speranza". I suoi occhi s'inumidirono, ma Sarah riuscì a non versare una lacrima.
    "Come si chiama suo marito?"
    "Roger Pinewood".
    "E che lavoro fa?".
    "E' biologo".
    "Dov'era prima di sparire?".
    "Purtroppo non lo so. - rispose Sarah - Si spostava in continuazione".
    "Ha idea di dove potesse trovarsi al momento del vostro ultimo incontro, o contatto?".
    Sarah si fermò per pensare e cercare di ricordarselo. E alla fine rammentò.
    "In Costa d'Avorio" rispose con una certa sicurezza.
    Malone incrociò le mani sul tavolo atteggiandosi a persona compresa e ben disposta ad aiutare pur vedendo la situazione difficile.
    "Glielo dico francamente, signora Pinewood. - disse - Le speranze e le possibilità di ritrovare suo marito dopo un anno si contano sulle dita di una mano, ma tenteremo l'impresa" .
    Le chiese di lasciare la fotografia per poterla scansionare, salvare e quindi diramare agli altri uffici federali.




    Lawrence, casa di Bobby Singer, mattina

    Sam implorava pietà.
    Seduto sul ruvido pavimento, incatenato alle sbarre della gabbia, fissava, con la vista annebbiata dalle percosse al viso, i due arcangeli che si scambiavano ingiurie, insulti, e botte con una cattiveria ed un odio davvero inaspettati per la loro natura. Si stavano rinfacciando le nefandezze della loro specie a partire dalla creazione del mondo, quattro miliardi di anni prima, e ogni volta che lui aveva provato a scongiurarli di smettere, come risultato aveva ottenuto ingiurie, insulti, percosse e ferite inferte con qualunque arma.
    Aveva smesso di insistere.
    Era esausto.
    Aveva ormai perso litri di sangue; il dolore era diventato padrone del suo corpo di cui era rimasto poco che fosse ancora integro; il suo organismo era continuamente sottoposto allo stress termico di ondate di calore da deserto che si alternavano ad altre di gelo polare; non sapeva più quanto tempo fosse passato e, quel che era peggio, non aveva idea di quanto ne sarebbe trascorso ancora, prima che qualcuno fosse sceso nello "Scantinato" almeno per venire a vedere se fosse ancora vivo.
    Okay: anche lui aveva peccati da scontare, ma continuava a chiedersi perché stesse subendo quel tormento, che stava protraendosi oltre ogni limite di tollerabilità.
    Si chiedeva perché Michele e Lucifero si odiassero così intensamente, e forse quello spettacolo faceva ancora più male. Due fratelli che si odiano è il peggior spettacolo a cui occhio umano possa assistere.
    E pensò a Dean e al rapporto fra loro due.
    Probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto, ma saperlo felice, da qualche parte nel mondo, in seno ad una famiglia, nel tran-tran di una apple-pie-life, gli sembrava lo aiutasse in parte a sopportare quel supplizio. Dall'altro canto però, la prospettiva di non rivederlo più acuiva il dolore, che gli invadeva crudelmente l'anima.
    Dall'altra parte della gabbia, anche lui seduto e incatenato alle sbarre della gabbia, immobile come morto, il volto deturpato dalla violenza cieca dell'odio, giaceva il povero Adam, il terzo Winchester, l'altro tramite, ormai non più utilizzato, né utilizzabile.
    "Per favore, piantatela!" gridò ad un certo punto Sam, esasperato.
    Risposta: Lucifero lasciò un attimo l'arena dopo aver spedito Michele contro le sbarre, si avvicinò a lui, lo prese per il colletto della camicia, lo sollevò, gli sputò in faccia, lo mollò a terra e lo tempestò di calci.
    "Pensa per te, sacco di merda!" ringhiò e tornò alla singolar tenzone .
    Forse Sam perse i sensi.
    Per un tempo indefinito rimase al confine fra due dimensioni di cui una era l'Inferno e l'altra una stanza al buio dove qualcuno lo chiamava disperatamente.
    "Sam! Saaaaam! Sammy!".
    Dean!
    Era la voce di Dean!
    Dean era venuto a liberarlo!
    "Dean!" sentì la sua stessa voce urlare.
    "Sam!" tornò a gridare la voce.
    Finalmente l'Inferno svanì e si ritrovò al buio di una stanza, col corpo scosso da due mani robuste. Aperti gli occhi, incontrò quelli lucidi e luminosi del fratello che lo teneva per i lembi della felpa fradicia di sudore.
    "Dean!" sussurrò quasi senza voce, provando sollievo nel vedere, seppur in controluce, il viso fraterno.
    "Dannazione, Sam! - imprecò Dean spostando le mani sulle sue spalle - Un altro incubo!".
    "Era un incubo" ripeté Sam.
    "Si, Sam. - gli confermò Dean - Il millesimo. Ma è normale. - Dean si sedette sul bordo del letto, con forza sollevò il fratello e lo abbracciò stringendolo per trasmettergli il suo conforto - Almeno, tu sei stato solo una vittima".
    Sam ricambiò l'abbraccio.
    "Dean, - disse appoggiando la testa sulla sua spalla - quando ti deciderai a perdonarti?".
    Restarono abbracciati, con Dean che si sentiva bruciare gli occhi.

    Bobby era già in piedi e spadellava in cucina per preparare la colazione, ascoltando distrattamente, senza guardarla, la tivù sintonizzata sul notiziario. Non prestò molta attenzione alle news che la cronista srotolava nel solito tono freddamente professionale. Aveva udito le grida dei ragazzi e sapeva cosa le aveva provocate. Non corse nella stanza dove dormivano, ma si fermò un attimo stringendo la mano destra sul manico del tegame in cui cuocevano le uova, mentre sentiva il cuore stringersi fino a ridursi alla dimensione di un nocciolo di pesca. Era una scena che si ripeteva da tre mesi: Sam gridava per gli incubi e Dean gridava per svegliarlo. Era uno strazio.
    "Ed ora, passiamo alla situazione meteorologica. - annunciò la cronista riportando Bobby al mondo reale - E' un fenomeno che non si verifica spesso, ma quello di ieri sera, che ha colpito gli Stati Uniti del sud est, è stato definito una "tempesta perfetta". Tre gigantesche e intense perturbazioni sono confluite nel canale che separa la Florida e l'isola di Cuba, spazzando la zona con venti che hanno sfiorato i 140 nodi, provocando il tragico naufragio di un cargo portacontainer che sembra essere scomparso. Non risultano esserci superstiti. Il fatto in se stesso, a parte l'aspetto drammatico delle circostanze, non presenterebbe particolari importanti se non fosse per una coincidenza inquietante: la nave è affondata nello stesso giorno e nello stesso punto in cui è affondata un'altra imbarcazione esattamente un anno fa. Dalle interviste rilasciate da gente del luogo, si parla già di maledizione, di luogo infestato dagli spiriti di marinai deceduti in naufragi precedenti. Sarà vero? Nel frattempo le squadre di soccorso sono sul posto per tentare il recupero del cargo. Ulteriori dettagli saranno forniti nei prossimi notiziari".
    Bobby spense i fornelli e questa volte corse alla stanza dove i ragazzi dormivano.
    Quando entrò, Sam e Dean erano seduti sui letti, uno di fronte all'altro e parlavano.
    Tirò un sospiro di sollievo.
    Al suo ingresso piuttosto rumoroso, i due si voltarono di scatto.
    "Che c'è, Bobby?" chiese Dean.
    "Potete venire in cucina subito?"li invitò gentilmente, ma con risolutezza.
    Senza farselo ripetere due volte, Dean si alzò dal letto, seguito da Sam che, stancamente, si ricompose. Alla luce del corridoio, Bobby fissò il volto segnato e stravolto di Sam, ma non disse nulla. Dopo il periodo iniziale terribile, successivo al crollo del "muro" nella sua anima, in cui avevano temuto di perderlo per sempre, le cose per Sam stavano andando meglio, ma la strada per la riconquista della normalità si presentava lunga e difficile. Lui e Dean stavano facendo del loro meglio per aiutarlo.
    Dean aveva abbandonato quasi del tutto la sua attività di caccia per stargli vicino.
    In cucina, Bobby prese il telecomando e cercò con un certo affanno un altro canale che trasmettesse telegiornali. Dean gli suggerì la CNN e Bobby seguì il consiglio. Infatti, appena trovato il canale, ebbero la fortuna di riascoltare la notizia.
    Al termine della lettura, in silenzio, i loro sguardi s'incrociarono.


    To be continued, of course :) :)

    Oh, dimenticavo ! Ho realizzato anche la locandina che non è quella sopra, ma si trova alla pagina precedente. Ribadisco: non sono brava come alcuni di voi, ma ci ho provato, quindi, please, non tiratemi i pomodori, ok?
    Ci ho messo impegno e buona volontà.
    Prometto: migliorerò. MI sto esercitando molto.

    A presto, fanciulli, con il seguito.
    Baci a tutti. :) :)


     
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  4. cacciatrice
     
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    dai, dai, dai, fai uscire il seguito dai, dai, dai... no, scherzavo fai con calma ma questa tua nuova fanfiction mi piace molto. Non vedo l'ora di vedere i due bros al lavoro per il caso e delle avventure che gli farai passare.
    Bellissimo inizio di capitolo Sahany!
     
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  5. {William Angelus Halliwell}
     
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    Letto. Bellissimo questo primo episodio... La vedo anche io difficile per Sarah trovare il marito ma sicuramente la squadra di Senza Traccia qualcosa si inventerà. Aspetto il prossimo episodio...
     
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  6. John7776
     
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    ehi neanche il tempo di rattristarmi un pò che vedo questa fanfiction con il tuo nome....mi ero incuriosito e ho letto il prologo e il primo capitolo che dire fantastici....sembrano continuare quella di prima quindi almeno non è finita xD ...
     
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  7. sahany09
     
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    Come sempre: GRAAAAAZIEEEEEE !!!!

    @Cacciatrice:
    Calma!!! :D :D
    Anch'io scherzo. Niente paura !! Per la prossima puntata non dovrai aspettare molto e i bros entreranno presto in azione.

    @William:
    Eh si ! La ricerca del marito di Sarah non sarà lavoro da poco, ma la squadra di Malone ci proverà. Non dimenticare che ci sono i bros, e poi il team di Gibbs.
    E, soprattutto, ti consiglio di prestare attenzione a piccoli dettagli che sparpaglierò qua e là per le pagine. ;)

    @John7776:
    Beh, ne ho postato un pezzo presto, proprio per farti passare subito la tristezza causata dalla fine dei Custodi :D :D .
    Comunque, questa non è il seguito. E' tutta un'altra storia e lo vedrai.
    Ma spero ti piacerà.
    Penso di si.

    Okay, gente !!
    Ci si rivede presto per una nuova eccitante puntata.
    Alla prossima.
     
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  8. {William Angelus Halliwell}
     
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    PS: la locandina è veramente carina :) Brava!
     
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  9. bloodyjane
     
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    Hai presentato bene la squadra di Jack (ok, solo lui e Samantha, in realtà, ma fa lo stesso)... e Bobby, che appena sente la notizia va dai bros? Mmh, questa storia già m'intriga.
    Ultimo, ma non meno importante: il momento fratelloso stupendo, io non ci riuscirei mai.
    Complimenti!!!
     
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  10. sahany09
     
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    @William:
    Grazie, Willy. Devo ammettere che, a parte l'impegno, mi sono pure divertita a realizzarla.

    @Bloodyjane:
    Per il momento, ho fatto entrare in scena Jack e Samantha, poi arriveranno anche gli altri, ma a fare la parte del leone saranno soprattutto Jack, Samantha ed Elena.
    CITAZIONE
    Mmh, questa storia già m'intriga.

    Eh eh! Intriga, intriga. Vedrai !!! ;) ;)

    Momento fratelloso.
    Io penso che se tu ci provassi, ti riuscirebbe. Scrivi bene anche tu, sai? E poi non è difficile. Basta vedere una puntata dove esibiscono il loro brotherly love.
    SPOILER (click to view)
    Mentre scrivevo, pensavo alla 6x12, quando Sam si sveglia e va ad abbracciare Dean. Che bello!!! Che dolci !!!!
     
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    Lilith vs Sam

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    Jack è perfetto. Immaginavo proprio la sua faccia mentre parlava.

    Sammy, cucciolo... :cry:
     
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  12. sahany09
     
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    Grazie, Brynhild.

    Dopo averlo visto in 7 stagioni, non mi è certo difficile riportare Jack Malone su pc. E poi è inconfondibile. Come personaggio mi piaceva troppo.

    Angolo Sam: intendiamoci: non so se la faccenda muro andrà effettivamente così ma, per ora, sono prove tecniche di immaginazione da prendere per quelle che sono. Sicuramente, quel disgraziato di Kripke (se è vero che sia lui, come si dice in giro, che scriverà l'episodio) sta escogitando qualcosa di mefistofelico per farci morire col finale stagione, comunque io la vedo in questo modo. Per il momento.

    Ed ora, altro giro, altra puntata.
    2a parte del capitolo.

    Si, lo so. Qualcuno di voi penserà: ma Sahany è una macchinetta !!!
    Beh, se le idee mi girano in testa devo scrivere, altrimenti m'intossico.



    In questa puntata:

    - la squadra di recupero va in cerca della nave affondata e la trova;

    - il team di Malone cerca notizie sullo scomparso e trova qualcosa, anche su Sarah e si apprende che i due hanno una figlia: Isabel, di 11 anni;

    - quadretto di vita a casa di Sarah: Isabel ha facoltà paranormali;

    - tornano in scena Lisa e Ben.

    - Samantha Spade va a Los Angeles.


    Buona lettura.



    LA NAVE


    1) SENZA TRACCIA




    In fondo al mare

    Dalla Blue Ocean, la nave di ricerche sottomarine, il Mermaid, il piccolo modulo ricognitore per le esplorazioni subacquee, fu calato in acqua per sondare i fondali di quella zona a poca distanza dall'isola di Layton, a 24°, 74 di latitudine Nord e 80°,68 di longitudine est.
    L'equipe, a bordo della nave, aveva preferito, per il momento, non far scendere uomini a esplorare il fondo al fine di evitare qualunque imprevisto spiacevole. Il mare non si era ancora calmato del tutto e nessuno sapeva in che condizioni fosse la zona intorno alla quale, forse, si trovava la Samarìah.
    Nel contempo, un elicottero sorvolava l'area con a bordo due piloti che avevano il compito di segnalare l'eventuale posizione del cargo, qualora fosse stata trovata, ma non sarebbe stato facile. Sebbene, in quel punto, i fondali non fossero molto profondi, la tempesta aveva intorbidito le acque e rilevare qualcosa sarebbe stato arduo, tuttavia bisognava provarci, nella remota e utopistica ipotesi che ci fosse qualche superstite da trarre in salvo.
    Da una sala della nave, lo staff della spedizione cominciò a seguire dai monitor i movimenti del modulo, dotato di telecamera interna. Il disco rosso e nero iniziò il suo viaggio negli abissi accompagnando virtualmente gli addetti ai lavori nel mondo acquatico, seguendo una rotta fornita da un navigatore satellitare interno, programmato con la mappa dei fondali di tutta l'area che copriva il tratto da est a ovest della costa floridiana.
    In silenzio, uomini e donne dell'equipe seguirono attenti le immagini trasmesse dalla telecamera del Mermaid ma, come avevano temuto, esse non si rivelarono molto nitide a causa della sabbia smossa dalle onde, tuttavia qualcosa si riusciva a vedere.
    Il viaggio per individuare l'esatta posizione della nave inabissata fu piuttosto lungo, ma ad un certo punto ciò che la telecamera riprendeva si fece più chiaro rivelando finalmente dettagli in più del paesaggio circostante. Uno in particolare, inquietò coloro che stavano guardando.
    In quel tratto non sembrava esserci traccia di vita.
    Il modulo procedeva spedito, a velocità regolare, a qualche metro dal fondo, ma quel microcosmo avvolto da un alone baluginante blu, verde, dorato mostrava solo la sua rada vegetazione non sfiorata da essere vivente.
    Pareva che tutta la fauna ittica fosse scomparsa.
    I membri dell'equipe si ritrovarono a fremere e ad agitarsi sulle sedie, pervasi da una strisciante tensione. E dopo forse altri dieci minuti di tragitto, il Mermaid avvistò in lontananza una forma che non apparteneva alla categoria della flora sottomarina.
    Il modulo avanzò aumentando di velocità, quasi fosse, esso stesso, curioso di vedere cosa il suo occhio digitale aveva captato e, percorsi probabilmente cinque, seicento metri, la sua presunta curiosità fu premiata.
    Sulla nave, i componenti della squadra, seguivano eccitati le sue manovre.
    Semisepolta nella sabbia del fondale, spuntava, maestosa, la prora di una nave.
    Il disco ondeggiò felice e cominciò la sua perlustrazione sopra il natante.
    Nello stesso momento, Powell, capo della squadra di ricerche, fu avvertito da un pilota dell'elicottero dell'avvistamento di qualcosa sotto l'acqua.
    Il Mermaid passò leggero sfiorando l'enorme imbarcazione giacente su un fianco, dipinta di blu, striato del marrone rossiccio della ruggine, con il nome Samarìah in bianco.
    "Possibile che non ci sia neanche un pesciolino?" protestò Meredith Holloway, meravigliata e infastidita dal non vedere le creature sottomarine entrare ed uscire da tutte le aperture della nave.
    L'ispezione proseguì senza intoppi.
    Ad alcune decine di metri di distanza dalla nave giaceva, in ordine sparso, il suo carico di fusti grigi dal contenuto non definito.
    Il Mermaid scivolò lieve e rapido fino alla torre.
    Un operatore intervenne sul computer per muovere il disco in modo che si avvicinasse il più possibile ai finestrini che corrispondevano agli alloggi e, all'interno, l'occhio della telecamera scorse in alcuni di essi, nella semi oscurità, corpi umani.
    Senza parlare, i componenti della squadra di ricerca scrutarono velocemente gli sguardi sgomenti dei colleghi.
    Ebbero quasi la certezza che nessuno fosse sopravvissuto.
    Powell fece per dare l'ordine di avviare le operazioni di recupero quando il Mermaid parve allontanarsi dalla nave per puntare oltre. E in effetti, a circa un chilometro di distanza, verso ovest, dalla sabbia spuntò qualcos' altro: una prua; la prua di un'altra imbarcazione.
    Ma pochi metri prima di raggiungere la meta, il disco subacqueo sembrò fermarsi un secondo come se avesse incontrato un ostacolo davanti a sé pur non essendoci altro che acqua, dopodiché scartò a sinistra e riprese il suo viaggio.
    Sui monitor, il personale dell'equipe di ricerca seguì la strana manovra chiedendosi cosa fosse accaduto. Il Mermaid sorvolò la fiancata esposta della nave finché non comparve, lettera per lettera, benché corrose dalla salsedine, il nome della nave: Samantha, il cargo gemello inabissato l'anno precedente. E sparsi sulla sabbia, nel raggio di centinaia di metri, giacevano altri fusti.
    Vanessa Price manovrò sul computer per rettificare la rotta del disco e condurre il mezzo su quei cilindri.
    E di nuovo, il modulo subì un piccolo arresto per poi scartare a destra e riprendere la sua ispezione in fondo al mare.




    New York, uffici FBI, sezione Scomparsi

    Jack Malone si avvicinò, abbastanza su di giri, alle scrivanie di Samantha Spade ed Elena Delgado che stavano velocemente digitando sulle tastiere dei loro computer.
    "Allora? - disse - Trovato niente sul nostro marito scomparso?".
    L'istante successivo, sullo schermo del computer di Elena comparve una scheda riepilogativa.
    "Roger Henry Pinewood, - cominciò a leggere l'agente con aria quasi annoiata - Nato a Cincinnati il 24 giugno del 1963 da una famiglia di commercianti in legno; laureato in biologia a Princeton; lavora al Centro Ricerche di Los Angeles per dieci anni dopo i quali comincia a condurre studi per conto suo e inizia a viaggiare. Nel 1992 sposa Sarah Jane Oldfield ed è tutt'ora sposato con lei, sempre che sia ancora vivo. Hanno una figlia: Isabel.."
    "Si possono trovare notizie sulla nostra Sarah?" chiese Malone, allegro.
    Spade digitò a razzo il nome della donna sulla casella di testo di ricerca e, dopo pochi secondi uscì una lunga lista di Sarah Jane Oldfield. Ma Samantha riuscì abbastanza rapidamente a trovare quella che cercavano loro.
    "Sarah Jane Oldfield: - lesse - nata a Filadelfia, il 13 marzo 1970 da famiglia di professionisti. Si laurea in lettere ad Harvard; insegna inglese dove le càpita, fin quando non conosce Roger Henry Pinewood che sposa nel '92. Si stabiliscono a vivere a Cicero nel Illinois dove, il primo dicembre del 2000 nasce Isabel. Dimora attuale: Orlando, Florida".
    Malone rimase a guardare le due schede, sconsolato.
    Le informazioni erano esaurienti, ma non aiutavano molto a risolvere il mistero della scomparsa dell'uomo.
    "Beh, - considerò tranquillamente Delgado - la soluzione migliore sarebbe quella di cercare qualcuno che conosca o Roger, o Sarah".
    "Giusto. - convenne Samantha - Ma da dove cominciamo?".
    "Dal centro ricerche" suggerì Vivian Johnson che transitò nei paraggi in quel momento.
    Jack Malone, Samantha Spade ed Elena Delgado approvarono in silenzio.
    "Vado io" si offrì Samantha.


    Orlando, Florida, a casa Pinewood

    Isabel Pinewood era seduta per terra, al centro della sua cameretta, a guardare la televisione.
    Sarah aprì delicatamente la porta e l'avvertì che sarebbe uscita per pochi minuti a prendere qualcosa per la cena.
    "Torno subito, tesoro. - la rassicurò - A meno che tu non voglia venire con me, sarò a casa fra poco".
    Isabel era molto assorta a seguire il suo programma preferito e annuì a sua madre facendole intendere che non sarebbe uscita con lei e sarebbe rimasta ad aspettarla. Il piccolo negozio di alimentari era proprio sotto casa e l'assenza sarebbe stata breve.
    Per quel lasso di tempo, Isabel rimase sola, ma Sarah non si preoccupò eccessivamente.
    Il palazzo era abitato e Isabel, nonostante avesse solo undici anni, era una bambina calma e giudiziosa.
    Oltre alle voci che provenivano dallo schermo, in casa non si udiva altro rumore.
    Ma dopo pochi secondi, qualcosa cominciò a gocciolare alle sue spalle.
    E la bambina avvertì una presenza.
    Isabel avvertiva le presenze.
    Era una bambina molto sensibile ai fenomeni paranormali e non li temeva, ma quando si girò, quel che vide la terrorizzò a morte.
    Era alto, ma la struttura fisica era indefinibile essendo costituita per metà da un ammasso nero e grumoso e per l'altra metà, da una sorta di corazza di un materiale azzurro che pareva plastica.
    La metà nera e grumosa perdeva acqua e liquido sciropposo scuro che scendeva dal corpo allargandosi sul pavimento e macchiandolo.
    Da quell'orrida maschera butterata, semicoperta di plastica, due occhi nocciola la fissavano chiedendo implicitamente aiuto.

    Quando Sarah rientrò a casa, percependo uno strano, sinistro silenzio, chiamò Isabel e, non udendo risposta, mollò il sacchetto della spesa a terra e si precipitò nella stanzetta della figlia.
    Isabel era stesa sul pavimento, immobile, con gli occhi spalancati, rivolti al soffitto, e non sembrava aver più tracce di vita.
    Sarah la sollevò da sotto le spalle e cercò disperatamente di rianimarla, pentendosi di non aver insistito a portarla con sé a far la spesa, tuttavia, passandole una mano sulla bocca, avvertì un lievissimo soffio uscire dalle labbra.
    La chiamò più volte, continuando a scuoterla e, nel tenerla su, sentì la mano umida.
    Il cuore fece un salto.
    Forse era ferita.
    Guardò il pavimento e notò la grossa macchia nera lucida sotto il corpo della figlia.
    Anche la sua mano era sporca di nero. Si leccò un dito.
    Il sapore era disgustoso, con un retrogusto salato.
    Comunque, non era sangue.
    Isabel non era ferita.
    Continuò a chiamarla e a scuoterla finché non la vide riprendersi.
    I grandi occhi azzurri di sua figlia la fissarono, ancora impauriti, ma, nello stesso tempo, accesi di una luce di eccitazione.
    "Era orribile, mamma. - riuscì infine a rivelare la bambina - Ma non era cattivo".
    "Chi, Isabel?" chiese Sarah, ansiosissima.
    "Il mostro" rispose Isabel, senza più ostentare paura.
    Sarah abbracciò sua figlia.
    Sapeva che Isabel era in grado di vedere ciò che i comuni mortali non potevano vedere.


    Cicero, casa di Lisa Braeden

    Ancora libero dai doveri scolastici che sarebbero tornati di lì ad una settimana, Ben era impegnato in una partita di Final Destination sul computer, in collegamento con Martin, amico/avversario in Internet, da Baltimora, quando il programma di posta elettronica gli segnalò l'arrivo di una e-mail da Orlando, Florida, che quasi lo infastidì per dover interrompere il gioco a rispondere.
    Ma, allorché vide il mittente, lasciò subito e volentieri il match, e andò ad aprire il messaggio.
    Leggendone poi il contenuto, fu ancora più entusiasta di aver interrotto la partita.
    "Ciao, Ben. - diceva il messaggio - Sono Isabel, come stai? ..." e proseguiva con la descrizione dell'esperienza avuta dalla ragazzina.
    Ben si affrettò a rispondere.
    "Ciao, Isabel. - scrisse - Quel che ti è capitato è terribile, ma hai fatto bene a dirmelo perché io posso aiutarti. So come aiutarti".

    Lisa bussò alla porta della stanza di Ben avvertendolo che la cena era pronta.
    Ben uscì dalla camera come un panzer.
    "Mamma, - sparò subito - dobbiamo chiamare Dean e Sam..." si fermò guardando l'espressione avvilita di sua madre che però, gli volle lasciare una carezza. Ebbe paura che fosse successo qualcosa di grave all'ex compagno della sua genitrice, ma Lisa lo tranquillizzò.
    "Non ho sentito che sia morto. - disse, accennando un velo d'ironia - Non ancora. Ma perché dovremmo chiamarlo?".
    Ben le riferì del messaggio ricevuto.
    "Sono sicuro che Dean saprebbe risolvere questo mistero " sentenziò.
    A sentir rinominare Dean, Lisa ebbe un tuffo al cuore.
    Non lo aveva dimenticato.
    Com'era possibile dimenticare uno come lui?
    Come non aveva dimenticato Sarah Oldfield. Non che la donna le fosse rimasta particolarmente impressa per qualche caratteristica, ma ricordava che era venuta alle sue lezioni di yoga per rilassarsi da una vita non molto semplice, alle prese con un marito in perenne movimento, e una figlia che non stava dimostrandosi uguale alle sue coetanee.
    Era una buona occasione, e una bella scusa, per rivedere una persona, comunque gradita.


    Los Angeles

    Nel pochissimo tempo a sua disposizione, divisa fra lavoro e famiglia, Samantha Spade riusciva qualche volta, la sera, a vedere un film, o una serie televisiva, e, a sua memoria, aveva constatato che gli edifici, ospitanti centri di ricerche, erano tutti uguali: bianchi, di vetro e cemento, architettura modernissima, spesso fredda e asettica, con interni chiari, puliti, altrettanto asettici e freddi.
    Il palazzo in cui entrò per svolgere la sua indagine non era diverso da quelli visti in tivù e anche il personale che vi vagava nei corridoi algidi, fra una sala e l'altra, non la accolse con maggior calore.
    Tuttavia, almeno fu trattata con gentilezza. Ma il ricercatore, collega di Roger Pinewood al quale Samantha rivolse le abituali domande per avere notizie sull'uomo sparito, non manifestò entusiasmo nei confronti del ricercato.
    "Roger Pinewood? - esclamò l'uomo, bruno, di media statura, media età, e occhialuto - Certo che me lo ricordo. Era un genio. - proseguì - Ma era anche un fottuto rompiballe".
    "Era? -sottolineò Samantha - Anche lei è convinto che sia morto?".
    "Non sono convinto di niente. - ribatté l'uomo, seccato - Ma qualsiasi cosa gli sia successa, beh...se l'è cercata".
    L'agente FBI tornò a New York con un pesante bagaglio di perplessità.



    Alla prossima.

    P.S. : per le descrizioni più dettagliate di ambienti, che vi piacciono tanto, rimando tutto ai prossimi capitoli, quando entrerò maggiormente nella vita dei personaggi.
     
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  13. Vivaldi4love
     
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    Che belli gli episodini!
    Posso confessare che ho un debole per Malone e per la Delgado *_* ???
    Anche la Spade però non è male.
    Ok, andiamo con ordine: la locandina è bella davvero! Trasmette un senso di terrore all'ennesima potenza!
    No la grafica ! Intendevo dire che racchiude il senso della storia, perplessità, mistero, inquietudine.
    Poi i capitoletti: sempre toccanti quelli coi bros, poveri cuccioli ma a quanto pare Bobby vuole instradarli a un nuovo caso mi entra spadellando novità!
    La bambina è amica di Ben, genialatà assurda.
    POvera piccola chissà quanto è duro per lei e la mamma quella sua capacità.
    Ben non molla e chissà come reagirà DEan alla voce di Lisa.........

    Ottimo lavoro!
     
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  14. bloodyjane
     
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    Wow, posti alla velocità della luce, ma dove trovi il tempo? Io fra le lezioni all'università e le tesine da scrivere, non ho mai tempo...
    Ma passiamo ai commenti: come ho detto prima, la squadra di Jack è ben inquadrata, e aspetto di vedere quella del NCIS. Il "mostro" visto da Isabel... ho un sospetto, ma lo tengo per me. Complimenti!!!
     
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    Lilith vs Sam

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    A me il mostro ricorda tanto Davvy Jones dei "Pirati dei Caraibi". Non è uguale, ovviamente, ma ha lo stesso "viscidume"... :D
     
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206 replies since 23/3/2011, 00:42   1829 views
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