Nothing Ever Really Ends, Does It?

fanfiction by Amariah

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Amariah
     
    .

    User deleted


    Premessa: sono sopravvissuta alla prima settimana di università e sono riuscita a scrivere un nuovo capitolo!

    è ambientato nell'episodio 6x04 weekend at Bobby's


    Chapter Three











    Le pianure di quel vasto territorio aperto, piatto, sono prive dell’alone dorato che si tinge sui campi di grano a fine estate. Le macchine agricole hanno già compiuto il loro lavoro, mietendo le spighe, lasciando i terreni poveri e spogli, privi della magia che regna da secoli sull’ Oklahoma in quel periodo dell’anno.
    E’ la prima volta che Liv si reca lì, di solito preferisce cacciare in luoghi meno aridi e assolati a causa della sua insofferenza per il caldo, ma il suo caso l’ha spinta nella cittadina di Bixby*, nella parte orientale dell’ Oklahoma. L’accento nasale dei paesani e i calanchi che si estendono al di fuori del centro abitato la rendono ancora più pittoresca delle altre città. A dire la verità la ragazza non ha un vero e proprio caso fra le mani: sta cercando un modo per far riavere l’anima a suo padre. Da un anno, infatti, quando ha un momento libero, lo passa sui libri per trovare un rimedio. Suo padre continua a dirle di non preoccuparsi e che ha tutto sotto controllo ma lei sa la verità: se non si sbrigano a trovare un modo per strappare l’anima a Crowley, suo padre andrà all’Inferno e lei non può nemmeno immaginare una vita senza di lui, l’uomo che l’ha cresciuta e amata da quando sua madre l’ha abbandonata sui gradini di casa sua.
    Ha già provato ad intrappolare il Re degli Incroci ma dopo una frecciatina sul suo fondoschiena e un suo insulto abbastanza colorito, il demone ha chiamato il suo cucciolotto che per poco non l’ha sventrata. Liv ha dovuto battere la ritirata tra i commenti ben poco originali di Crowley.
    Liv esce dal Pick-up coperto di polvere e osserva con curiosità la sua meta: la biblioteca di Bixby, una delle più rifornite sui libri del sovrannaturale, se si sa dove rovistare.
    Cercando di non farsi passare per la “straniera” di turno, Liv s’incammina su per i gradini ma ovviamente tutti i presenti si accorgono dalla sua carnagione bianco-latte che non è del posto.
    Un ragazzo, probabilmente un universitario, si avvicina a lei “ciao” la saluta con il suo accento del sud che, insieme alla camicia rossa nei pantaloni e il cinturone di pelle, lo fanno assomigliare ad un cowboy “non sei di queste parti, vero?”.
    “No” ammette, cercando di fare la sbrigativa. Non ha tempo da perdere con i convenevoli, anche se deve ammettere che è un ragazzo davvero carino.
    “Mmm... Minnesota?” tenta.
    “Fuochino” risponde lei, riprendendo a salire i gradini di pietra.
    “Che stupido, non mi sono ancora presentato... io sono Steve Ray”.
    “Beth” si presenta, Liv dicendo un nome a caso.
    “Ti sei appena trasferita, Beth?”
    Cos’è? Un interrogatorio?
    “Sì, a Tulsa. Sono qui solo per prendere alcuni libri”.
    Steve Ray le sorride “se vuoi ti accompagno” si offre porgendole un braccio, come si faceva più o meno mezzo secolo fa.
    Liv sospira, fermandosi una volta per tutte in modo da fronteggiarlo “Bill Ray...”
    “Steve”.
    “Scusa. Steve Ray, non voglio che ti faccia illusioni: mi spiace ma sono già impegnata. Mi sono trasferita qui con la mia ragazza”.
    Il giovane cowboy strabuzza gli occhi, preso contro piede. Niente ferma un tentativo di abbordaggio in un paese piccolo quanto una dichiarazione d’amore per una persona del proprio sesso.
    “Oh, tu sei... voglio dire...” s’impappina arrossendo come un peperone, tanto che Liv quasi ci resta male per avergli mentito.
    “Già e ora, se non ti dispiace, ho davvero bisogno di quei libri” conclude voltandosi.
    Questa volta Steve Ray non la segue e Liv nota che se ne va con le spalle un po’ cascanti. D’altronde cosa poteva fare? Chiedergli se poteva aiutarla a trovare un modo per salvare l’anima di suo padre da un demone dagli occhi rossi? Avrebbe ottenuto lo stesso effetto. Non avrebbe nemmeno potuto invitarlo nella sua camera del motel per qualche ora: benché sia una cacciatrice non si è ancora abbassata a tanto.
    Finalmente raggiunge l’entrata della biblioteca e si rende conto che quello è probabilmente l’unico edificio moderno di Bixby: computer supertecnologici, scaffali in acciaio con volumi che vanno da piccoli opuscoli a tomi da seicento pagine.
    Liv si avvicina alla bibliotecaria, una ragazza sui sedici anni con lunghi capelli color miele e occhi castani dietro a sottili occhiali contornati di nero e la tipica carnagione di chi ha passato tutta la vita sotto il sole dell’Oklahoma.
    “Ciao, posso aiutarti?” chiede.
    Liv le sorride. Voci sicure, almeno all’ottanta percento, le hanno detto che quello dei bibliotecari nella cittadina è un mestiere che si tramanda da generazioni, per di più in una famiglia di cacciatori. Quella ragazza non sembra per niente una cacciatrice ma Liv sa fin troppo bene che le apparenze ingannano.
    “Sì, sto cercando dei libri molto rari per una ricerca personale”.
    La ragazza allunga il collo e fa segno con l’indice verso uno scaffale vicino ai tavoli “lì ci sono libri universitari di ogni genere e alcuni volumi si trovano solo qui a Bixby.
    “No, cercavo libri ancora più antichi che trattano il... sovrannaturale” dice sottolineando la parola sovrannaturale e guardandola con occhio esperto.
    La ragazza spalanca i suoi già enormi occhi castani “sei...” si avvicina per sussurrare “sei una cacciatrice?”.
    Liv annuisce e la ragazza salta letteralmente dalla sedia “oh, cielo! E’ la prima volta che vedo una di voi!”.
    “Vuoi dire che non lo sei?” chiede l’altra ragazza, confusa.
    “No... no... i miei genitori e i miei nonni non sono mai stati cacciatori, loro costudiscono libri antichi e permettono a quelli come te di accedervi. Hanno un’ampia conoscenza del mondo sovrannaturale ma non sono cacciatori”.
    Liv annuisce “ho capito. Allora, ho bisogno di alcuni libri...”
    “Certo, certo” dice frettolosamente la ragazza mentre si alza in piedi “ti porto a vederli. Li teniamo al sicuro, lontano da sguardi troppo indiscreti” spiega “qui del mondo sovrannaturale troverai solo articoli sui rapimenti alieni”.
    Liv ride. Benché quella ragazza si stia compostando come una fan sfegatata di Twilight davanti a Robert Pattinson, le sta simpatica.
    “Come ti chiami?” chiede Liv mentre escono dalla sala per percorrere un corridoio inaccessibile al resto delle persone.
    “Dess*” risponde la ragazza, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio “è il diminutivo di Desdemona” spiega con una smorfia, come se non apprezzasse il suo nome.
    “Accidenti, certo che qui in Oklahoma avete dei nomi strani” si lascia scappare Liv.
    “Perché, tu come ti chiami?” chiede la ragazza, senza né offesa né rabbia, solo con semplice curiosità.
    “Elisheva” risponde Liv, fidandosi nel dire il suo vero nome stavolta.
    “E poi dici che il mio nome è strano”.
    “Non è strano, è antico.... ebraico per l’esattezza”.
    Dess la guarda ancora più incuriosita di prima ma prima che possa aprire bocca per domandare altro, Liv chiede “ allora, avete libri sui demoni?”.
    “Ne abbiamo a centinaia” risponde prontamente la ragazza “se ti va puoi dirmi di più, immagino che tu non voglia leggerteli tutti” dice mentre passa una tessera magnetica su una serratura elettronica, facendo aprire la porta con uno scatto.
    “Ho bisogno di sapere tutto sui demoni degli incroci. In particolare su come obbligarli a rompere un patto”.
    Dess la fissa a bocca aperta, come se avesse scritto in fronte “la mia anima brucerà all’inferno tra dieci anni”.
    “Non per me” si affretta a dire Liv “E’ per un caso che sto seguendo”.
    “Bene” dice l’altra, ricomponendosi e smettendo di guardarla come se avesse la peste mentre la guida tra scaffali e libri più vecchi di quelli nella sala aperta a tutto il pubblico “eccoci arrivate”.
    Liv alza lo sguardo sulla cinquantina di libri alti come un palmo che torreggiano sopra di loro.
    “Come ho già detto, posso darti una mano”.
    “Te ne sarei grata, altrimenti tra dieci anni sarò ancora qui”.




    Liv si butta sul letto del motel, facendo cigolare le molle del materasso. Sono le due di notte ed è stata undici ore sui libri per riuscire a trovare una soluzione ma niente da fare: Crowley sembra intoccabile. Anche Dess c’è rimasta male, sperava davvero di aiutarla; prima di andarsene, la ragazza le ha dato il suo numero di telefono e le ha detto di non farsi problemi a chiamarla. Almeno nella giornata si è fatta un’amica.
    Liv si passa una mano sugli occhi stanchi e sul collo semi bloccato mentre la testa le gira e le interiora si stringono per l’ansia.
    Sente gli occhi pizzicarle e fa di tutto per non mettersi a piangere come una bambina mentre prende una decisione sofferta.
    Se provasse a chiamarlo, risponderebbe? Dopo quello chi gli ha sputato contro, probabilmente no e nemmeno lei ha tutta questa gran voglia di vederlo, di sentire la sua Grazia vicino a lei.
    Eppure, deve tentare, anche a costo di farsi dire un secco “no”o peggio.
    La ragazza si siede a gambe incrociate e chiude gli occhi per pregare “ti prego, Castiel, di venire da me. Ho bisogno di parlarti, è davvero urgente”.
    Liv non sente niente e le sue speranze svaniscono, quando percepisce uno spostamento d’aria che le scompiglia i capelli e la presenza angelica davanti a lei. Lentamente, apre gli occhi.
    Castiel è appoggiato al davanzale della finestra e la osserva con espressione neutra, anche se la ragazza riesce a scorgere una scintilla di curiosità nel suo sguardo.
    “Sei venuto...” sussurra mentre il cuore sembra scoppiarle nel petto.
    “Mi hai chiamato” ribatte l’altro, ma è evidente che rimanere distaccato gli costa un certo sforzo.
    “Sto cercando di salvare mio padre, Crowley non vuole ridargli l’anima. Non è che tu... potresti aiutarmi?”.
    Castiel si avvicina e si siede sul letto, accanto a lei “pensavo non volessi più vedermi”.
    Liv deglutisce “sei l’unico che può aiutarmi” sussurra “ti prego, Cass. Ho bisogno di te. Ho bisogno di mio padre”.
    L’angelo sospira mentre la sua facciata fredda crolla “Non ho il potere di annullare un patto, Elisheva. I miei poteri non ne sono in grado e nemmeno quelli di un arcangelo. Probabilmente solo mio Padre potrebbe, ma dato che è introvabile...”.
    “Insomma, non puoi fare niente” conclude la ragazza con voce strozzata.
    “Mi dispiace” dice l’angelo, appoggiandole una mano sulla spalla “davvero, Livy”.
    La ragazza trema mentre si appoggia a lui, gettando all’aria ogni accusa che tempo prima gli ha lanciato. Castiel, la cinge con le braccia, respirando tra i suoi capelli e cullandola fino a farla calmare.
    “Ma non tutto è perduto”.
    Liv solleva la testa per guardarlo negli occhi “cosa intendi dire?”.
    “I demoni sono spiriti, Liv. Malvagi, sadici, ma pur sempre spiriti. E come si uccide uno spirito?”.
    Liv risponde “bruciando i suoi resti”.
    “Se trovi le ossa di un demone e le bruci anche lo spirito si consumerà tra le fiamme”.
    “ma...” rantola la ragazza, folgorata da quella rivelazione “lo spirito del demone è già... passato oltre”.
    “Non importa.Una volta bruciato sparirà dalla faccia della Terra e dell’Inferno”.
    “C’è solo un problema” fa notare la ragazza “non penso che troveremo mai una tomba con scritto “qui riposa Crowley”, avrà avuto senza dubbio un nome diverso quand’era in carne e ossa”.
    Castiel congiunge le mani e vi appoggia sopra il mento “Crowley ha preso molto potere da quando Lucifer è tornato nella gabbia, sono giunte certe voci anche ai Piani Alti. Si dice che abbia una sorta di, come si chiama? Ah, sì... segretaria. Lei di sicuro sa il suo vero nome”.
    Liv è letteralmente elettrizzata mentre sente la fiaccola della speranza riaccendersi nel suo petto “come si chiama questa demone?”.
    Castiel fa una pausa prima di risponderle “Beleth, il cui vero nome è Lucinde Lereux”.



    Liv guarda prima suo padre poi il demone ancora intrappolato nel cerchio “vuoi davvero liberarlo?” chiede incredula, sotto lo sguardo scocciato di Crowley.
    “Un patto è un patto” ribatte il demone “e si dà il caso che io abbia fatto la mia parte. Ora, se non ti dispiace, lasciami andare”.
    Liv tentenna ma poi il padre le fa un cenno di assenso, mentre sente come se si fosse liberato di un peso opprimente che gli era gravato sul petto fino in a quel momento: la sua anima gli è riscivolata nel petto.
    Liv prende una sedia e la trascina fino alla trappola per poi salirci ed estrarre il coltello. Crowley la fissa divertito, con quella che Liv chiama “faccia da schiaffi” e commenta “che bella visione, Nephilim, non pensavo ci fosse anche questo nel patto ma... ben venga!”.
    Liv finisce di grattare il bordo della trappola, facendo cadere sul pavimento schegge di legno, intonaco e vernice.
    “Beh, lo spettacolo è finito” ribatte Liv, acida “ora è meglio se te ne vai, altrimenti ti infilzo con il mio pugnale, patto o non patto”.
    Crowley esce dal cerchio, facendo vagare lo sguardo tra i due Singer. Per la prima volta non c’è la sa caratteristica luce ironica nei suoi occhi, al momento diventati rossi come due gocce di sangue.
    “Questa storia non finisce qui, Singer, ve lo posso assicurare” dice con voce bassa, minacciosa, mentre la lampadina della sala crepita in risposta alla sua ira, poi sparisce, probabilmente per recarsi in Scozia a recuperare i suoi resti e nasconderli dove nessun altro possa trovarli.
    Liv fa qualche passo verso il padre, ancora muto e con gli occhi sgranati dalla gioia e dalla soddisfazione “è finita... non ci posso credere” mormora mentre Liv lo abbraccia forte, sollevandosi in punta di piedi per cingergli le spalle.
    “va tutto bene papà. La tua anima è salva”.



    Quando i Winchester mettono piede sulla veranda di casa Singer è tarda sera del giorno dopo. Il viaggio in aereo è ancora impresso sui volti stanchi e tirati dei giovani, soprattutto di Dean che, a detta del fratello, appena è atterrato dal velivolo, si è inginocchiato per baciare il suolo americano.
    Appena entrati in casa hanno abbracciato Bobby e chiesto scusa di persona per averlo chiamato “egoista”.
    Subito dopo, Liv mette davanti a loro dei piatti fumanti, che trangugiano talmente velocemente da scottarsi la lingua.
    “Ma non avete cenato in aereo?”.
    “Scherzi?” chiede Dean con la bocca piena “ quella robaccia non è nemmeno paragonabile alle cose che le tue manine delicate possono sfornare!”.
    Liv ride, serena per la prima volta dopo tanto tempo ma la sua risata viene bloccata dalla comparsa di Castiel, seguito da un potente battito d’ali.
    Sam sobbalza “Castiel! Cosa succede?”.
    “Qualche problema con Raphael?” chiede il fratello, strozzandosi con un boccone.
    “No, non allarmatevi” li tranquillizza l’angelo “Voglio solo parlare con Elisheva, in privato”.
    Liv si schiarisce la gola mentre gli altri tre cacciatori si guardano, chi seccato (Bobby), chi con un sorrisetto malizioso (Dean) chi con l’aria di chi ha capito tutto (Sam).
    “Okay” risponde Liv facendo le spalline mentre si avvia verso la sua camera.
    L’angelo la segue e dai suoi movimenti si nota che ha una certa fretta.
    Mentre Cass si chiude la porta alle spalle, la ragazza si volta “Castiel, è successo qualcosa?” chiede preoccupata.
    “Sì, Liv”.
    “C-cosa?”
    “Non riesco più a starti lontano”.
    Liv si sente mancare il parquet sotto i piedi. Tra tutte le cose, quella è l’ultima che si sarebbe immaginata.
    “Cass io...” ma l’angelo le fa segno di aspettare “non ce la faccio. E’ più forte di me. Ogni volta che mi allontano, è come se parte della mia Grazia rimanesse indietro per stare con te. Io ti amo Elisheva. Lo so che mi odi e non ti biasimo per questo, sono stato io ad abbandonarti e me ne pentirò per tutta la mia esistenza. Il punto è che ti sto pregando di non mandarmi via questa volta”.
    Liv smette di respirare dalla sorpresa e quando ad ogni sua cellula manca l’ossigeno sente le gambe cederle. L’angelo la prende tra le braccia, inspirando il suo profumo e beandosi della vicinanza con la sua amata.
    “Mi dispiace” sussurra Liv appena ritrovata la voce “mi dispiace per averti detto tutte quelle cose. Ho riflettuto anch’io e ho capito che essendo un angelo non avevi scelta, dovevi tornare a casa”.
    “C’è sempre una scelta ed io ho fatto quella sbagliata”.
    “No” ribatte forte la ragazza, stringendosi ancora di più al suo petto “non ti chiederò di scegliere tra me e il Paradiso, Cass. Solo... di non abbandonarmi definitivamente un’altra volta”.
    L’angelo le alza il mento con le dita fino a che la ragazza riesce a vedere ogni più piccola sfumatura dei suoi occhi color cobalto, poi l’angelo la bacia con dolcezza, infilando le dita tra le sue lunghe ciocche scure. Liv socchiude gli occhi, rispondendo al bacio diversamente dall’ultima volta e sente le ali di Castiel avvolgere entrambi in una sorta di abbraccio per poi dischiudersi in un’unica sferzata.
    Liv riapre gli occhi, stordita dal trasporto e dal bacio e si ritrova a guardare una parete strana, fatta interamente di una pietra dalle mille sfumature dal rosso camino all’ocra. Tuttavia la parete non è regolare, ma precorre la stanza per poi restringersi in scuri cunicoli. Poi, Liv nota che a terrà ci sono sabbia e petali arancioni dei fiori del deserto, morbidissimi una volta tolte le spine. Un allegro fuocherello scoppietta al centro di quella specie di stanza naturale, rendendo i colori caldi della pietra ancora più belli. Da una piccola apertura, Liv vede una distesa immensa di deserto e, in lontananza, due archi naturali di pietra.
    “Siamo... siamo nello Utah?” chiede.
    Castiel annuisce “è un luogo meraviglioso, vero?”.
    Liv non riesce a dargli torto “ogni volta che vuoi rimorchiarmi mi porti in una delle meraviglie della natura?” chiede ma senza sarcasmo, l’angelo però fa ugualmente una smorfia “perché voi umani dovete usare sempre termini così squallidi?” chiede più a sé stesso che a lei.
    “Scusa, hai ragione” dice Liv.
    L’angelo si avvicina di nuovo al suo viso, catturando le sue labbra e Liv risponde con una foga che fa rimanere l’angelo interdetto per un secondo “Liv... vuoi...” chiede non trovando le parole giuste.
    La ragazza gli sorride, per poi appoggiargli una mano sulla nuca e riattirarlo a sé, in tacito assenso.
    L’angelo non perde tempo e la solleva prendendola per le gambe in modo che i loro occhi si trovino alla stessa altezza, facendola stringere istintivamente a sé per non cadere all’indietro. La ragazza ride con pura gioia mentre l’angelo le bacia la punta del naso e poi le guance e la fronte con estrema tenerezza, come se avesse paura di mandarla in frantumi con un minimo tocco. In un attimo, Liv si trova sdraiata a terra, intrappolata tra la sabbia e il corpo di Castiel, entrambi tiepidi.
    L’angelo si libera dall’impermeabile, che getta lontano alla rinfusa, così come il resto del suo capo d’abbigliamento e, con un po’ più di timore, cosa che fa sorridere di tenerezza la ragazza, anche quello di Liv.
    L’angelo riprende da dove ha iniziato, baciandole l’incavo del collo per poi seguire la linea della mascella e, infine, il retro del collo dove si blocca.
    “Questa è nuova” mormora accarezzando con la lingua la recente cicatrice lasciatale dal lupo mannaro.
    Liv rabbrividisce “Sì” non riesce a dire altro perchè Castiel fa scomparire lo sfregio con i suoi poteri curativi e ricomincia la sua ispezione, stringendola sempre più a sé, fino a che diventano un tutt’uno e la luce della sua Grazia sfavilla illuminando a giorno quella piccola grotta.



    Liv apre gli occhi stanchi e con una mano cerca il corpo del suo amante, solo per infilare le dita in lunghi ciuffi d’erba. “Erba nello Utah?” si chiede e si alza a sedere di scatto. Non è affatto nello Utah, ma in una specie di prateria baciata dal sole; quel paesaggio è così fantastico, così irreale che la ragazza capisce di trovarsi in un sogno.
    “Ciao Liv”.
    La ragazza scatta in piedi spaventata: davanti a lei c’è un uomo, no tanto alto, con una barba curata e due enormi occhi dello stesso colore del cielo sopra di lei.
    “Chi... chi sei?” cerca di dire a voce alta ma la verità è che sta tremando di paura. Quell’uomo, qualunque cosa sia è senza dubbio potente, molto più forte di un angelo... persino più di Raphael. Eppure i suoi occhi, il suo sorriso sincero non sono freddi come quelli dell’arcangelo.
    “Sulla Terra mi chiamano Chuck” risponde l’uomo e Liv sgrana gli occhi “sei il profeta?”.
    L’uomo sorride ancora di più “sì... ma gli angeli mi chiamano anche... Padre”.
    Liv indietreggia mentre una sorta di scarica elettrica la percuote.
    “O mio Dio...cioè... mi scusi...io” balbetta.
    Lui Ride, agitando una mano “non essere così formale Livy”.
    “Perché mi Sei apparso in sogno?”.
    “Volevo solo vederti, conoscerti... ma ti sto osservando da così tanto tempo che oramai è come se fossi sempre stata davanti a me. Hai combattuto in modo molto coraggioso e sempre distinto cos’è giusto da cosa è sbagliato, scelta che nessun altro Nephilim ha mai fatto. Hai sofferto molto ma non sei mai caduta nel... lato oscuro, come dite voi. Sei buona, leale... tutte qualità che apprezzo molto. E sei riuscita a sciogliere il cuore di mio figlio Castiel e mostrargli come un vero angelo si deve comportare, qual è il suo compito: difendere l’umanità dal male, dovunque esso si annidi”.
    “Ma...” Lo interrompe la ragazza “perché non Ritorni in Paradiso? C’è una guerra civile lassù. Se...”.
    “Non Posso ancora tornare a casa, per ragioni che probabilmente non capiresti, ma ciò che devi sapere è che Ho a cuore il destino dell’umanità. Non l’Ho abbandonata”.
    Liv rimane un attimo in silenzio ed è costretta ad abbassare gli occhi, respingendo tremila risposte non molto belle.
    “Devo andare” dice Lui, d’un tratto “non dire a nessuno, meno che meno a Castiel del nostro incontro. D’ora in poi starai bene, Liv. Anzi, benissimo. Presto la tua vita avrà una svolta molto positiva”.
    La ragazza alza immediatamente lo sguardo “cosa...”.
    Ma Lui se n’è già andato.



    Liv esce lentamente dal sogno, scivolando sempre di più nella realtà, e questa volta si ritrova abbracciata a Castiel. Il suo petto si alza e si abbassa ritmicamente, cullandola e presto si accorge della presenza di un materasso morbido sotto la sua schiena: l’angelo l’ha teletrasportata di nuovo a Sioux Falls.
    “Non fare finta di dormire” mormora contro il suo petto e sente l’altro sorridere contro la sua fronte “buongiorno” la saluta “dormito bene?”.
    “la migliore dormita dell’ultimo anno” dice mentre si stiracchia e sobbalza quando se te i muscoli tendersi dolorosamente.
    “Cosa c’è?” chiede preoccupato.
    “Niente... è solo che questa volta... eri nel pieno della tua forza rispetto a quando eri a corto di poteri”. Liv si accorge di avere i segni delle dita dell’altro sui fianchi.
    “Mi dispiace” si scusa l’altro mentre la accarezza, guarendola “non riesco a contenermi”.
    “Sei più forte di me. È normale” ribatte lei prima di alzarsi dal letto e vestirsi, seguita a ruota dall’angelo.
    “Devo andare” spiega “c’è una specie di riunione della parte buona della trincea”.
    “Stai attento” dice Liv, baciandolo “e torna presto”.
    L’angelo le sorride, prendendole una guancia tra le dita e scompare.
    Liv scende a due a due, per quanto glielo permettono i suoi muscoli indolenziti, gli scalini e si fionda in cucina saltellando.
    I tre cacciatori si sono appena svegliati “oh, guarda chi si vede” esclama Sam.
    “Buongiorno a tutti!” esclama con un sorriso da un orecchio all’altro “è una giornata stupenda, vero? Anzi, sapete una cosa, questi biscotti avranno almeno tre settimane, ora vado in paese e prendo brioche calde per tutti”.
    “Livy” le fa notare Sam “saranno cinque anni che non ci compri le brioche”.
    Dean la squadra da capo a piedi con occhio esperto “questa storia mi sa tanto di sesso riparatore” commenta beccandosi uno scappellotto da Bobby.
    “Ci vediamo dopo” dice, uscendo all’aria aperta con una gran voglia di urlare di gioia.




    *Bixby: cittadina dove è ambientata la trilogia di Scott Westerfeld: i diari della mezzanotte (midnighters trilogy), libri molto carini, li consiglio a chi piace il genere fantasy moderno.
    **Dess: nome preso da una dei protagonisti della saga dei midnighters.

    Edited by Amariah - 24/10/2010, 13:01
     
    Top
    .
  2. John7776
     
    .

    User deleted


    amariah devo dire che ti sei superata mi ha catturato molto questo capitolo complimenti spero solo che il prossimo arrivi subito!!
     
    Top
    .
  3. bloodyjane
     
    .

    User deleted


    Ehm, sono leggermente a corto di complimenti, Amariah, quindi dovrai accontentarti di un......... fan-ta-sti-co!!!!!!!
    E di un pò, non è che per caso hai letto i Diari della Mezzanotte di Westerfeld? No, perché mi sembra di aver già letto quei nomi :mmm: .
     
    Top
    .
  4. Amariah
     
    .

    User deleted


    @john: grazie infinite! purtroppo non so quando riuscirò a postare n altro capitolo, ma penso di aspettare di vedere la prox puntata!.

    @bloodyjane: grazie! Sì... ho appena modificato il capitolo mettendo alla fine le note che mi ero dimenticata di mettere! ho letto la trilogia ( che mi è piaciuta molto) ed è proprio quella che mi ha ispirata!
     
    Top
    .
  5. bloodyjane
     
    .

    User deleted


    A me hanno regalato il primo libro per il mio ultimo compleanno, ora aspetto gli altri per il prossimo ^_^ .
     
    Top
    .
  6. sahany09
     
    .

    User deleted


    Bravissima Amariah!
    Io invece mi stavo chiedendo da dove fosse uscito il nome Elisheva, ma l' hai spiegato: è un nome ebraico di vaga sonorità russa. Okay, ma davvero: dove l' hai trovato? Non ricordo se l' hai detto. Forse, molti post fa.
    Eh, eh! Allora fra Liv e Cass, ritorno di fiamma, mi pare!!! Bene, bene.
     
    Top
    .
  7. Amariah
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (sahany09 @ 24/10/2010, 16:32)
    Bravissima Amariah!
    Io invece mi stavo chiedendo da dove fosse uscito il nome Elisheva, ma l' hai spiegato: è un nome ebraico di vaga sonorità russa. Okay, ma davvero: dove l' hai trovato? Non ricordo se l' hai detto. Forse, molti post fa.
    Eh, eh! Allora fra Liv e Cass, ritorno di fiamma, mi pare!!! Bene, bene.

    Grazie sahany!
    Allora... quando mi sono trovata a decidere il nome del mio personaggio, avevo già deciso che sarebbe stata una Nephilim, quindi volevo darle un nome raro ed antico, per questo ho scelto l'ebraico. Per mantenere la tradizione dei nomi angelici che contengono nel loro significato la parola "Dio", ho scelto appunto il nome Elisheva (forma ebraica e aramaica di Elisabetta) che significa "Dio è perfezione" o "Dio è il mio giuramento".

    Spero di aver soddisfatto la tua curiosità!
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Lilith vs Sam

    Group
    Member
    Posts
    3,811

    Status
    Offline
    CITAZIONE
    Dean che, a detta del fratello, appena è atterrato dal velivolo, si è inginocchiato per baciare il suolo americano.

    CITAZIONE
    “O mio Dio...cioè... mi scusi...io” balbetta.

    Questi due punti mi hanno fatto piegare dalle risate. Perfetto stile SPN!! :lol:

    Bel capitolo! E mi piace la storia tra Liv e Cass!
     
    Top
    .
  9. hysteria‚
     
    .

    User deleted


    Ho divorato la tua storia in pochissimo tempo.. stupenda, davvero stupenda
     
    Top
    .
  10. sahany09
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Spero di aver soddisfatto la tua curiosità!

    Si.
    In realtà avevo pensato che tu ti fossi ispirata a qualche romanzo o racconto, invece il nome è di tua completa invenzione.
    Meglio così.
    Complimenti per l'originalità, e per la tua ff.
    Spero di non dover attendere molto per il prossimo capitolo, ma se hai da fare ti capisco e aspetterò.
     
    Top
    .
  11. Passiøn
     
    .

    User deleted


    Davvero brava, Amariah ^^

    Solo dopo la tua spiegazione ho iniziato a pensare ad Elisheva come "Elisabetta", ero convinta che fosse "Isabella" xD
    (In effetti anche Elisabetta ed Isabella sono collegati, è solo che non ci avevo mai pensato ^^)

    Lasciando perdere la mia fissa per i nomi, la tua storia è molto bella =)
     
    Top
    .
  12. eli*dreamer
     
    .

    User deleted


    wow...io sono dipendente dalle tue fan fiction *.*
     
    Top
    .
  13. William™
     
    .

    User deleted


    Mi hai proprio preso con questo episodio... Davvero bello, sopratutto i viaggi di Castiel e Liv e l'incontro di quest'ultima con il Padre! Woow, a presto

    Quando vuoi comunque è disponibile il finale di Rewitched ;)
     
    Top
    .
  14. Amariah
     
    .

    User deleted


    Wowwwww quanti commenti!

    @Brynhild: grazie! Sono felice che ti piaccia! Ho cercato di mantenere lo stile ironico di supernatural!

    @hysteria: nuova lettrice, eh? Beh, sono strafelice che ti piaccia questa storia! Grazie per i complimenti!

    @sahany: con l'università ho davvero poco tempo per scrivere, almeno per il momento di "adattamento", ma farò comunque del mio meglio. Il prossimo capitolo sarà comunque ambientato nella puntata di venerdì.

    @Passion: non preoccuparti per la tua "fissa", ti capisco! C'ho messo di più a scegliere il nome del mio personaggio che ha scrivere il primo capitolo della storia! E ancora di più per il suo soprannome: ero indecisa tra Ellie, Liv o Evie... poi ho scelto Liv.

    @Eli*dreamer: Grazie!!! E' un bellissimo commento!

    @William: Grazie! Ho appena letto il finale della tua fic e mi è piaciuto davvero tanto!

    SPOILER: tra due capitoli accadrà qualcosa di veramente sconvolgente!!!!!
     
    Top
    .
  15. John7776
     
    .

    User deleted


    Amariah altro pezzetttino!!!! Tutti lo vogliamo!!
     
    Top
    .
183 replies since 26/9/2010, 21:09   2134 views
  Share  
.