Nothing Ever Really Ends, Does It?

fanfiction by Amariah

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  1. Vivaldi4love
     
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    bellissimi gli ultimi due capitoli, si attende la fine...

     
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  2. Amariah
     
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    ultimo capitolo, molto intenso e molto lungo, quindi leggetelo con calma :D
    Spero proprio che vi piaccia, mi sono impegnata più del solito :D :D :D

    Domani parto per il mare quindi tornerò a scrivere fanfiction tra due settimane :D buona lettura ^_^





    I quattro cacciatori percorrono la via periferica della città, guardandosi attorno con circospezione
    “Ma dov’è?” chiede Dean
    Bobby gli risponde con una scrollata di spalle “ha detto che ci saremmo incontrati qui, provo a chiamarla ancora” prende il cellulare e digita il numero di Eleanor. Da dietro un cassonetto dell’immondizia, giunge debole la suoneria di un cellulare e i quattro sia affrettano ad avvicinarsi: Eleanor è accovacciata con la schiena contro il cassonetto, con un’espressione di dolore negli occhi.
    “El?”
    Bobby si inginocchia, prendendole il viso “Credo che avrei dovuto accettare il vostro aiuto, dopotutto”.
    “Che cosa è successo?” chiede Sam.
    “Mi hanno presa, ma sono scappata” risponde l’altra, mostrando una ferita profonda a livello dello stomaco.
    “Oh, Ellie. Che cosa ti hanno fatto?”.
    “Di tutto” tossisce Eleanor tra gli spasmi di dolore “ Sono riuscita a tenere testa al demone... ma quando è arrivato l’angelo... io... gliel’ho detto, Bobby. Ora sanno cosa serve per aprire la porta del purgatorio.
    “L’hanno già aperta?” chiede Liv
    “No, domani, con l’eclissi lunare... per aprire la porta hanno bisogno del sangue di una vergine... direi che possono trovarla facilmente. Il sangue di una creatura proveniente dal purgatorio e... beh, ora ne hanno abbastanza” dice indicandosi la ferita.
    “Cos’altro?” chiede Dean
    La voce di Eleanor s’indebolisce e Bobby si avvicina per ascoltare. Dopo di che, si volta verso Liv con un’espressione terrorizzata.
    “Mi dispiace, Bobby. Mi dispiace” mormora Eleanor.
    “Non preoccuparti, El. Basta... che tieni duro, okay?”
    Ma Eleanor era già morta davanti a lui.
    “Mi dispiace” dice una voce dietro di loro, che li fa sobbalzare. E’ Castiel, che prosegue “Crowley si è lasciato trasportare...”.
    “Ci scommetto che è tutta opera di Crowley, figlio di puttana!” ringhia Bobby, cercando di colpirlo, ma viene bloccato dai due Winchester.
    “Non riesci a vederlo, vero? Non riesci a capire quanto tu sia in torto...” lo accusa Dean.
    “Basta” lo interrompe l’angelo “non mi porta quello che pensi. Ho cercato di farti capire ma tu non vuoi ascoltarmi. Quindi, lascia che ti semplifichi la situazione. Per favore, vai a casa e lascia che fermi Raphael. Non lo chiederò un’altra volta.
    “Bene” replica il ragazzo, stringendo i pugni “perché penso che tu sappia già la risposta”.
    Castiel lo fissa quasi con compassione, per poi spostare il suo sguardo su Liv ma la ragazza lo interrompe prima che possa aprire bocca “sai anche la mia, Castiel. E’ la stessa di Dean”.
    L’angelo scuote il capo e sospira, prima di dire “speravo di non dover arrivare a tanto. Ti prometto che quando tutto questo sarà finito, salverò Sam, ma solo se vi farete da parte”.
    “Salvare Sam da cosa?!” chiede Dean con voce dura.
    Castiel scompare ma solo per ricomparire dietro il più giovane dei Winchester e posargli due dita sulla fronte.
    Gli occhi di Sam si rovesciano all’indietro e, con un rantolo, cade scompostamente a terra.
    “SAMMY!” grida Dean, buttandosi in ginocchio accanto a lui “CHE COSA GLI HAI FATTO!?” grida, ma l’angelo è già sparito.
    Liv lo raggiunge “Dean, spostati” dice e appoggia una mano sulla fronte del ragazzo per chiude poi gli occhi, concentrandosi. Come quando ha guardato dentro il ragazzo, ora viene proiettata nella sua mente. C’è solo un problema: il muro di Sam si è frantumato in mille pezzi.
    Con fatica, Liv riemerge dal torpore e le ginocchia le cedono, facendola sedere a terra.
    “Cos’è successo, Liv?” chiede preoccupato Bobby.
    “Il muro di Sam... Castiel l’ha rotto”.
    Dean comincia ad andare in iperventilazione, quindi Bobby decide il dà farsi “okay, portiamolo nella panic room. Dean, dammi una mano a trasportarlo”.
    “Papà, Sam pesa almeno cento chili, senza contare che a peso morto è ancora più difficile portarlo. Mettimelo in spalla”.
    “Sei sicura di riuscire a portarlo da sola fino alla macchina?” chiede Bobby, dubbioso.
    “Certo. Sono una nephilim. E sono diventata più forte, ricordi?”.
    Dean, che sembrava non aver ascoltato neanche una parola della conversazione, prende Sam per le spalle e gli sposta le braccia per metterle attorno al collo di Liv. La testa di Sam ciondola in avanti, ricadendo mollemente contro il suo cuore, mentre alla ragazza viene una gran voglia di piangere.
    Con difficoltà, dovuta più ai lunghi e possenti arti del ragazzo che al suo considerevole peso, la ragazza gli solleva le gambe, portandosele alla vita “andiamo” dice mentre inizia a camminare con le braccia del ragazzo che penzolano dalle sue spalle fino ai fianchi. Data la differenza di struttura fisica e di altezza, la situazione risulterebbe comica ma la vita di Sam è in pericolo, e quindi non lo è affatto. Liv sente i battiti accelerati del cuore del ragazzo sulla sua scapola e ogni tanto ha degli spasimi nervosi che fanno tremare anche lei.
    Finalmente arrivano alla macchina e Dean l’aiuta a stendere Sam sul sedile posteriore dell’Impala e senza dire una parola, incredibilmente, le cede le chiavi dell’auto.
    Dean non le ha mai fatto guidare l’Impala.
    Il ragazzo si stringe più che può per sedersi accanto al suo fratellino, cercando di svegliarlo come quando ha scalfito il muro durante la caccia all’Arachne. Ma Sam non si sveglia.
    Liv mette in moto con Bobby seduto silenzioso al suo fianco.




    Castiel prende un respiro, poi un altro, per calmare la tempesta di emozioni che sente dentro. Non vuole che il demone presente nell’altra stanza noti la sua ansia.
    Con passo deciso, apre la porta a due ante dell’infermeria del vecchio manicomio, pronto per affrontare la ramanzina dell’altro.
    “Sono proprio caduto in basso” pensa mentre si avvicina a Crowley “farmi sgridare dal re dell’inferno”.
    Crowley è al suo tavolo delle torture, sopra il quale è stesa e legata una ragazza mora, dall’aspetto esile, molto bella, se non fosse per il profondo squarcio nel suo ventre. Gli occhi sono vitrei e la bocca è leggermente spalancata.
    Ad occhio e croce, Castiel valuta che abbia meno di vent’anni.
    “Carina, vero?” chiede il demone, accarezzandole la fronte per scostarle i capelli neri “avrei voluto divertirmi un po’ con lei, prima, poi però non sarebbe servita allo scopo” dice tendendogli un vasetto dentro il quale c’è un liquido scarlatto “sangue di vergine” spiega “ora abbiamo tutto l’occorrente per la festa di domani sera”.
    Castiel si passa una mano sul collo, come sempre quando è innervosito. L’espressione eccitata di Crowley si attenua e il suo sorriso si spegne come una lampadina fulminata “l’hai preso, vero?!”.
    “Non ce l’ho fatta” risponde l’angelo a disagio.
    “Avevi detto che l’avresti preso immediatamente! Cosa diavolo sei andato a fare?! Il lavoro sporco tocca sempre a me, giusto? Ma ti avviso, se lo faccio io, lo farò a modo mio e non ti piacerà affatto.
    “NO!” ribatte l’angelo con forza “no. Devo farlo io”.
    Crowley digrigna i denti, arrabbiato “ALLORA FALLO!”



    Bobby entra nella panic room dove Dean sta vegliando su Sam, disteso sulla brandina al centro della camera e Liv è seduta in un angolo.
    “Niente di nuovo?” chiede il ragazzo “non posso star seduto qui un secondo di più, Bobby. Devo aiutarlo” spiega prima che il vecchio cacciatore possa rispondere, esausto e preoccupato.
    “A chi lo dici” ribatte la ragazza, incrociando le braccia al petto.
    “Dean...”
    “Qualcosa del tipo entrargli in testa... o qualcosa del genere”.
    “Sai che cosa ha fatto Cas. Quella dannata diga nella testa di tuo fratello se n’è andata e si sta scatenando l’inferno. Non sappiamo cosa sta succedendo lì dentro”.
    “Liv” Dean le rivolge per la prima volta la parola da ore “Liv, potresti provare ad entrare nella sua testa, potresti aiutarlo a svegliarsi”.
    “Io... io...” balbetta la ragazza, presa alla sprovvista, facendo vagare lo sguardo da Dean a sua padre e infine a Sam “non so se ci riuscirei”.
    “Potresti provare...”.
    “No, ragazzo” ribatte con forza Bobby “ci manca solo che anche Liv rimanga intrappolata là dentro. Troveremo una soluzione ma Liv rimane qui”.
    “Ma dobbiamo fare qualcosa!”.
    “E lo faremo” replica il vecchio cacciatore “ma per adesso dobbiamo concentrarci sulla dannata apertura del purgatorio. Mancano solo sedici ore. Ho un uomo in meno. Un altro” dice guardando Liv “è fuori dai giochi. Non posso permettermi di perderne tre”.
    “Già, e come siamo messi?” chiede Dean, sarcasticamente “non sappiamo dove sia Crowley, non sappiamo dove sia Cas. Balthazar è scomparso. Liv non può mettere la testa fuori da questa stanza. Abbiamo solo Sam che sta affrontando questa cosa, qualunque cosa essa sia!”.
    “Vedi” ribatte calmo Bobby, per nulla scalfito dalla rabbia di Dean “è proprio questo che vuole vedere Cas. Vederti cadere a pezzi così” dice, versando tre bicchieri di whiskey e porgendoli ai tre cacciatori “prova a pensare a cosa vorrebbe Sam”.
    “Dobbiamo trovarlo, Bobby. Dobbiamo trovare Cas”.
    L’uomo beve il liquido scuro tutto d’un fiato “Ho chiamato la biblioteca di Sioux Falls. Un mio amico ha detto che ha del materiale sul purgatorio in un settore molto speciale della biblioteca. Potrebbe essere utile”.
    “E secondo te quei libri ci diranno qualcosa che non sappiamo già?” chiede Liv, scettica.
    “Vale la pena di tentare” le risponde Bobby “Dean, vieni?”.
    Il ragazzo si volta verso il fratello, il viso contrito dalla preoccupazione.
    “Dean, veglierò io su Sam. Non posso andare da nessuna parte, ricordi?” dice la ragazza “se succede qualcosa, giuro che ti chiamerò”.
    “Grazie, Liv”.
    “Mi raccomando, non mettere un piede fuori da questa stanza, capito?”
    “Sì, papà. Ho capito”
    “A dopo”.
    Liv prende la sedia e l’ avvicina alla brandina, trascinandola sul pavimento mentre i due uomini escono dalla cantina.
    Liv, con una mano tremante, accarezza la fronte di Sam. E’ incredibile quanto il suo viso sia sereno mentre nella sua mente di certo sta accadendo qualcosa di tutt’altro che calmo e sereno.
    “Andrà tutto bene, Sam. Sistemeremo tutto”.
    Continua ad accarezzarla per non sa quanti minuti, quando all’improvviso sente un rumore di passi di sopra “Liv, tutto bene laggiù?” grida la voce di suo padre al piano di sopra.
    “Sì” gli grida la ragazza in risposta ma poi il sangue gli si gela nelle vene quando sente un colpo forte “ehi, ma cos....” la frase di Bobby è interrotta da un suo urlo agonizzante “L..LIV!”.
    La ragazza perde il controllo. Qualsiasi cosa sta succedendo a suo padre deve essere tutt’altro che piacevole. Un altro colpo, questa volta più forte, come se la libreria in salotto fosse stata ribaltata.
    “PAPA’!” grida la ragazza. Lancia uno sguardo a Sam, poi non riesce più a resistere ed esce dalla panic room, correndo sulle scale “Papà! Dean!” chiama ancora, prima entrare quasi in scivolata in salotto.
    “Ciao, Livy”.
    La libreria è sistemata esattamente come al solito, a destra dell’entrata. Il divano è al suo posto, sotto la finestra dove i sigilli enonchiani sono stati cancellati per permettere a Balthazar di entrare in casa.
    Bobby e Dean sono ancora incolumi nella biblioteca ma Liv non può tirare un sospiro di sollievo perché, davanti a lei, appoggiato al tavolo, c’è Castiel.
    “Merda” pensa mentre la paura prende il sopravvento alla rabbia.
    “Ti stavo cercando”.
    “Lo so” ribatte lei “prima di spirare a causa delle tue continue torture, Eleanor ci ha detto quello che serve per aprire la porta del purgatorio”.
    “La conoscevi?” chiede l’angelo, leggermente in colpa.
    “Lei e mio padre si sono frequentati per un po’. Sai... mio padre... quello che per poco non è finito all’inferno a causa del tuo fidanzato. A proposito... come sta? Avete già deciso la data delle nozze? Potrei farvi da damigella d’ono...”.
    “Basta. Ho capito, Liv. Non serve il sarcasmo” la interrompe l’angelo “sai perché sono venuto, vero?”
    “Sì”.
    “Allora facciamolo. Prima finisce meglio è”.
    Liv impugna la lama angelica che porta alla cintura con una mano “cosa ti fa pensare che io no mi opponga?”.
    “Niente” ribatte l’angelo “è solo una mia speranza”.
    “Mi conosci così poco, Cas-tiel?” dice, scandendo le sillabe del suo nome e mettendosi in posizione di attacco.
    “Non volevo arrivare a tanto” sospira, prima di prendere la sua, di lama.
    La ragazza ride tetra “già... proprio come non volevi arrivare a tanto facendo cadere il muro di Sam, vero?”.
    “Come sta?” chiede, improvvisamente interessato.
    “Una favola” ribatte Liv, iniziando ad indietreggiare: se riesce a raggiungere la panic room è fatta “adesso è in stato comatoso ed affronta i demoni nella sua testa”.
    Castiel si lancia in avanti e tenta un affondo senza però metterci troppa forza e convinzione “cosa c’è?” lo schernisce Liv “non vuoi andare fino in fondo? Non farmi credere che ci tieni ancora a me”.
    “E’ così, Liv. Ci tengo a te!”.
    “Bel modo di dimostrarlo. Non sono io quella che sta cercando di pugnalare la persona con cui ho concepito un figlio, Cas-tiel”.
    L’angelo impallidisce di colpo e il suo viso si trasforma in una maschera di dolore “lo sto facendo anche per lui!” grida mentre la sua Grazia divampa “sto cercando di salvarvi, come fai a non capirlo!?”.
    “Sei tu a non capire, cazzo!” lo attacca a sua volta Liv “non vedi che cosa stai facendo?! “devo aprire la porta del purgatorio per uccidere Raphael e salvare il mondo”, “devo bere sangue demoniaco per uccidere Lilith e salvare il mondo”! Stessa canzone, versi diversi. Cas, ti sto implorando, fermati. Se è vero che provi ancora qualcosa per me, se davvero ami Adriel, fermati. Ti prego”.
    L’angelo sembra soppesare seriamente la risposta e nel suo sguardo si può leggere il dubbio. Poi però alza di nuovo la lama “Mi dispiace”.
    Liv riesce a parare il colpo diretto alla spalla con il polso e colpisce l’angelo con un pugno violento, dritto sul naso. L’angelo reclina la testa all’indietro mentre il sangue gli cola da una narice e si sorprende della forza della ragazza.
    Liv ruota il busto per caricare un altro colpo che l’angelo riesce però a bloccare, ruotandole in braccio all’indietro. Con una torsione, Liv riesce a liberarsi parzialmente e a strappargli dalle mani la lama, ferendogli il braccio con la sua ma un colpo sulla tempia le fa perdere la concentrazione e Castiel la spinge contro la parete per poi cercare di recuperare la sua arma mentre la ferita al naso si rimargina.
    Liv, con i suoi poteri, le recupera entrambe e corre verso le scale che portano alla panic room ma prima di arrivarvi, sente una familiare pressione dietro di sé e, sfruttando gli allenamenti di Balthazar, si volta appena in tempo per parare il pugno di Castiel diretto al suo volto. Liv gli tira un calcio alla rotula ma l’altro riesce a pararlo, facendole perdere l’equilibrio e la ragazza sente l’altro piede poggiare nel vuoto e cade all’indietro, rotolando giù per i gradini e perdendo la presa delle lame.
    Si alza da terra a carponi, ignorando il corpo dolorante, e mette a fuoco i due pugnali poco lontani dall’ingresso della panic room. Striscia in quella direzione ma all’improvviso sente due rapidi colpi d’ali poi, un dolore acuto nel suo ventre.
    Liv, ancora a quattro zampe, abbassa lo sguardo e vede una delle lame scintillare conficcata nel suo stomaco. Sull’impugnatura c’è la mano di Castiel e, più in su, il suo braccio coperto dal trench beige che le circonda il busto.
    L’angelo le alita affannosamente sul collo, mentre il suo torace aderisce alla sua schiena. La sospinge all’indietro, fino a sedersi e ad accoglierla tra le sue braccia. Con uno scatto secco le sfila la lama e prende dalla tasca del suo trench un barattolo che apre e appoggia alla profonda ferita della ragazza, la quale non può fare altro che guardarlo negli occhi, impotente, gemendo per il dolore quasi soffocante mentre sente le forze abbandonarla, tanto che mantenere gli occhi aperti le risulta un’ impresa immane.
    “Mi dispiace” le dice Cas quando riesce finalmente a incontrare il suo sguardo “sono davvero costernato”.
    “N-no” riesce a rispondergli l’altra con un rivolo di sangue che le esce dalla bocca “s-sei solo un p-patetico codar-do”.
    “Se non lo facevo io” spiega l’angelo mentre il sangue di Liv riempie il barattolo “l’avrebbe fatto Crowley. E credimi Liv... sarebbe stato peggio” chiude con uno scatto il contenitore e lo ripone di nuovo nel trench, per poi abbracciarla più stretta e pulendole le labbra per poterla baciare “lui non avrebbe fatto questo” spiega prima di metterle una mano sulla ferita.
    Liv, proprio mentre pensa di morire, sente qualcosa di caldo propagarsi dalla mano dell’angelo dentro di lei. Il sangue smette di inzupparle i vestiti e la profonda ferita si rimargina; cerca allora di colpire Castiel per riprendersi il suo sangue ma barcolla: l’angelo non ha avuto il tempo di guarirla del tutto e il risultato del colpo alla testa sugli scalini comincia a farsi sentire. Liv si spinge in avanti e si getta nella panic room, fuori dalla portata dell’altro, con ancora i vestiti sporchi.
    “Liv...”.
    “Vattene, angelo” ringhia l’altra, ferita.
    “Non c’era altro modo”.
    “Ti è balenato solo per un secondo il pensiero che non troppo tempo fa qui” dice la ragazza, tastandosi il ventre screziato di rosso “c’era tuo figlio?”.
    Castiel abbassa il capo, colpevole.
    “No, lo immaginavo. E’ questo il tuo problema, Castiel. Tu non pensi più. L’unica cosa che ti interessa è quel fottuto purgatorio! Vattene”.
    L’angelo si avvicina di più, senza però toccare le pareti della panic room “lascia almeno che finisca di guarirti”.
    “HO DETTO VATTENE!”
    Castiel la guarda afflitto poi, senza proferire più parola, vola via con un battito d’ali. In lacrime, Liv fissa Sam che continua a combattere contro sé stesso, ignaro di quello che è appena accaduto, e fa per prendere il cellulare per chiamare Dean, quando sente la porta al piano di sopra sbattere. “Liv, siamo noi” avverte Dean prima di scendere velocemente le scale insieme a Bobby “avevi ragione, nulla di nuovo su quei libri. Sam come...”.
    Dean rimane senza parole mentre Bobby diventa bianco come un lenzuolo mentre vede il sangue coprire letteralmente la ragazza.
    “Oh, Livy.. ti prego, non dirmi che...”
    “Castiel è stato qui e ha preso il mio sangue. Ora ha tutti gli ingredienti per il rituale”.



    Liv si è cambiata i vestiti e ha chiesto a suo padre di bruciarli. Nessun prodotto potrà mai far andar via quelle macchie. La ragazza si sente in colpa, avrebbe dovuto ricordarsi che gli angeli possono imitare la voce di chiunque. E’ solo che non avrebbe mai immaginato che l’angelo, benché passato al lato scuro, le potesse tirare un colpo così basso.
    “Non colpa tua, lo sai, vero?”
    Liv si volta verso Dean, sistemandosi meglio la borsa del ghiaccio sulla testa “Dean, ora Starsky e Hutch sono ancora più vicini ad aprire il purgatorio. Se non fosse stato per il mio errore, se...”.
    “E se fosse stato davvero Bobby?” chiede Dean “ora staresti qui ad incolparti per non essere intervenuta”
    “Ma...”
    “ma niente, Liv. Mettitelo in testa, non è stata colpa tua”.
    Bobby fa capolino dall’entrata della panic room “guardate cos’ha portato il gatto” dice per poi spostarsi, rivelando la presenza di Balthazar “Beh, almeno voi pesci lessi siete finalmente riusciti a disegnare dei sigilli di protezione decenti. Come sta la Bella Addormentata? Non ha ancora rubato nessun bacio?” chiede, indicando Sam.
    “Elisheva, ti è passato sopra un trattore?” chiede poi, osservando i suoi lividi.
    “Peggio, un angelo. Castiel è stato qui” ribatte l’altra “puoi guarirmi?”.
    “Esci di lì e lo faccio immediatamente” risponde l’angelo.
    “perché diavolo ci hai messo così tanto?” chiede Dean arrabbiato.
    “Onestamente?” risponde l’altro dopo aver guarito la ragazza “ci stavo ripensando”.
    “Riguardo?”.
    “Riguardo all’aiuto che vi sto prestando. Pensavo... che magari invece di darvi una mano, dovrei sbudellarvi”.
    “E che cosa hai deciso?” chiede Liv duramente, pensando che deve essere la giornata mondiale dei tradimenti.
    “Beh” dice, prendendo un foglietto dalla tasca “Cas e Crowley sono qui. E’ dove inizia lo spettacolo.
    “Okay, dacci un minuto per prepararci, poi portaci lì”.
    “Oh, no, no, no, no. Non credo proprio” ribatte l’angelo.
    “Balthazar...” lo avverte Liv.
    “Sto tradendo un amico. Un amico molto potente. Lo stiamo tradendo tutti. Quindi penso di aver già rischiato abbastanza. Buona fortuna” dice per poi scomparire.



    Bobby sta osservando l’esterno dell’edificio con il suo binocolo militare e, dalla sua espressione, non c’è niente di buono.
    “Ci sono una dozzina di guardie, forse di più”.
    “Demoni?” chiede Dean, appoggiandosi alla sua fedele Impala.
    “Angeli”.
    Liv geme. Non pensava che tutti gli angeli che avevano seguito Castiel fino adesso sarebbero rimasti schierati dalla sua parte anche dopo aver scoperto la sua alleanza con Crowley.
    “Come mai non ci sono demoni?” chiede Liv “E’ strano che Crowley si circondi degli scagnozzi di Castiel ma non i suoi. A meno che...”
    “A meno che cosa?” chiede Bobby.
    “A meno che Castiel non abbia rotto il patto”.
    Il silenzio segue le sue parole, poi...
    “E come accidenti facciamo a far fuori così tanti angeli?” chiede Dean
    “Ehi, non guardate me” mette in chiaro Liv “sono forte, ma non fino a questo punto”.
    “Ci dovremo far strada combattendo” dice il vecchio cacciatore
    “Sì, fino a quando non sentono lo scricchiolio delle tue ginocchia” lo prende in giro il ragazzo.
    “Silenzio!” lo ammonisce l’altro.
    “Oh, ti ho punto sul vivo?”.
    “No, Dean” lo interrompe Liv “ascolta! Non senti niente?”
    Nell’aria risuona un rumore cupo, profondo come dei colpi di tamburo o i passi di un gigante.
    “Cosa diavolo è?” chiede Liv, guardandosi attorno. Accanto a loro, una pozza d’acqua vibra ad ogni colpo.
    “Un T-Rex, forse?” scherza Dean.
    Il rumore si intensifica e Bobby alza gli occhi verso il cielo “Santa Madre...” mormora e Liv ne capisce il motivo: centinaia di demoni formano una nuvola di fumo nero-violetto ed avanzano velocemente verso di loro.
    “In macchina, salite in macchina!” grida Dean e fanno appena in tempo ad eseguire l’ordine che la nuvola li investe con la forza di un tir blindato, capottandola, e prosegue poi verso l’edificio.


    “Inaguna magna purgatorii, clausa est ob nos, lumine eius ad oculis nostris retento”


    Dean riemerge lentamente dall’oblio e riprende conoscenza “Bobby, Liv?” chiama.
    “Dio” mormora Bobby mentre Liv striscia fuori dal finestrino infranto “angeli, demoni... oggi le prendo proprio da tutti, eh?”.
    “Ma cosa diavolo sta succedendo?” chiede Bobby, rimettendosi lentamente in piedi.
    “Credo che Crowley stia cercando di riprendere il controllo della situazione” spiega la ragazza.
    Liv osserva l’Impala distrutta, poi l’edificio.
    “Dobbiamo andare”.



    Crowley sta recitando il rituale davanti al muro dove è segnato il sigillo di sangue per aprire la porta del purgatorio.
    “Sed nunc stamus ad limen huius ianuae magne et demisse, fideliter, perhonorifice, paramusa perire eam Creaturae terrificae”.
    Liv, Bobby e Dean entrano nella sala dalla porta superiore e trovano Crowley insieme a Raphael.
    “Quarum ungulae et dentes, nunquam tetigerunt carnem hunaman”.
    Dean lancia una lama angelica contro Raphael ma lei lo forma ancora prima che possa sfiorarla. Crowley si volta e sbatte i tre cacciatori giù dalle scale. Liv rotola a terra, vicino alle due creature sovrannaturali mentre Dean sbatte la schiena contro il tavolo di ferro, rompendolo a metà.
    “Sono un tantino occupato al momento” dice il demone, interrompendo il rituale “sarò da voi fra poco”.
    Liv si alza ed estrae la lama, puntando alle spalle di Raphael, che la blocca “ci rivediamo, piccola bastarda”.
    “Fottiti stronza” ringhia Liv mentre Bobby e Dean la guardano spaventati. Liv le dà un calcio nello stomaco e una testata. Sente la fronte che le si sta spaccando quasi in due ma il grido di dolore di Raphael la rianima. Con un pugno, Liv le stampa il segno delle nocche su una guancia. E più Liv la colpisce, più Raphael si distrae e non riesce ad incanalare la sua grande forza.
    “Come fai ad essere così forte?!” ringhia l’altra.
    “Merito delle vitamine”.
    Raphael la colpisce con un pugno tale che sente la mascella emettere un debole click ma Liv non ne tiene conto. Raphael è forte, molto forte, ma non imbattibile.
    E, mentre la sta per colpire ancora, Liv trova un punto scoperto nella sua difensiva, proprio nello sterno. La sua lama lo sta per raggiungerlo, mentre Raphael si prepara ad usare la potenza della sua Grazia, quando si accorge troppo tardi che anche lei ha commesso un errore di valutazione.
    Crowley
    Presa com’è non ha pensato al demone che ora l’ha presa per i capelli, tirandola lontano da Raphael e strappandole la lama dalle mani.
    “Mi duole interrompere questa intrigante... cat-fight” dice dolcemente “ma stai disturbando il rituale, Elisheva”.
    La ragazza si divincola e cerca di colpirlo ma Crowley le afferra il polso, imprigionandolo tra le dita.
    “Sai, sono stufo dei tuoi continui bastoni tra le ruote”.
    Liv urla di dolore quando la mano di Crowley diventa improvvisamente incandescente, ustionandole la pelle. Cerca di strappare la sua presa ma non ci riesce e la pelle brucia sempre di più.
    “E’ questo l’inferno, angioletto”.
    Quando Liv crede di poter impazzire dal dolore, Crowley la scaraventa lontano e lei rimane a terra, tenendosi l’arto quasi in fiamme. Sulla sua pelle è tracciata l’impronta iridescente del re dell’inferno.
    Bobby si avvicina a Liv e la prende tra le braccia, cercando di confortarla ma la ragazza è in lacrime dal dolore.
    “Aperit fauces eius ad mundum nostrum, nunc, ianua magna aperta tendem!”
    Il sigillo non cambia e non si apre nessuna porta.
    “Mmm forse l’ho pronunciato male”.
    “L’hai pronunciato perfettamente”
    Castiel compare con un’espressione solenne e fredda nello stesso momento “l’unica cosa di cui avevi bisogno, era questo” dice, posando un barattolo vuoto sul tavolo.
    Crowley prende un po’ di sangue dal sigillo e lo assaggia “e noi stavamo lavorando con... sangue di cane. Ovvio”.
    “Basta giochetti, Castiel” interviene Raphael “dacci il sangue”.
    Crowley fa una smorfia “Tu- il barattolo è già vuoto! Allora, Castiel... come è andato il tuo rituale.... meglio del nostro suppongo”.
    Nel momento successivo Liv, nonostante il dolore, percepisce la potenza della Grazia dell’altro e... ne rimane terrorizzata. No è più nemmeno paragonabile a quella degli angeli, nemmeno di Michael o Lucifer. E’ di gran lunga più forte.
    Crowley scappa, scomparendo semplicemente mentre Raphael viene disintegrata con un solo schiocco di dita.
    E, mentre Liv ascolta le parole di Castiel, capisce che non è più lui. E’ come se non si ricordasse più di tutto ciò che hanno passato insieme, Lui, lei, Dean, Bobby, Sam. O meglio, se lo riconda come una lista della spesa, ma nessun emozione trapela nel suo sguardo o nella sua voce. E’ proprio quest’ultimo a darle la conferma finale, quando cerca di pugnalarlo ma senza alcun risultato. La lama angelica penetra in profondità ma non viene seguita da nessun scintillio, nessuna Grazia esplosa. Si toglie l’arma come fosse una scheggia e la fissa con blando interesse.
    “Sono felice che tu sia riuscito a riprenderti, ma la lama angelica non funzionerà su di me, perché non sono più un angelo. Sono il vostro nuovo Dio. Uno migliore. Quindi, voi vi inginocchierete e professerete devozione a me, il vostro Signore. Oppure vi distruggerò”.



    FINE
     
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  3. sahany09
     
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    DA brivido, mia cara !!!
    Complimenti per l'intensità.

    Allora: buone vacanze !!!!!
     
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  4. Vivaldi4love
     
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    wow, ottimamente scritto... :)
     
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183 replies since 26/9/2010, 21:09   2134 views
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