Crossed Destinies

FanFiction by eli*dreamer

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  1. dani61
     
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    Commento solo ora, perchè ho aspettato di portarmi alla pari, ti faccio i miei complimenti, sei davvero molto brava sopratutto nei dialoghi, molto interessante il personaggio di Alex -è davvero una tipa tosta - e devo dire anche piuttosto fortunata - mi piace anche lo svolgimento della trama - bravissima -
     
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  2. eli*dreamer
     
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    ragaaaaaaaaaaaaaaa!!!Ma io vi amo...mi lasciate sempre dei bellissimi commenti...vi ringrazio davvero tanto tanto tanto

    Ecco qui un nuovo capitolo con tanto di wall

    SPOILER (click to view)


    Capitolo 20: Gelosia




    Dovevo trovare immediatamente una scusa plausibile. Non potevo dire di essere la discendente di Samuel Colt.


    “Come la troviamo?” chiesi improvvisamente avvicinandomi al gruppo.


    “A chi?” mi chiese Dean curioso.


    “Ad Hacate, la demone che ha ucciso mio padre e il padre di Adrian” risposi freddamente.


    Sam prese una cartina “Lo so io” disse.


    Pronunciò un incantesimo e diede fuoco alla cartina.

    Pochi secondi dopo, della cartina non rimase che un minuscolo pezzettino.


    “Ecco, si trova a Eagle River, nel Michigan” disse Sam.


    Mi appoggiai con i gomiti al tavolo, Dean mi osservava.


    “È bella vero?” disse Adrian.


    Mi voltai a guardarli entrambi, allibita dalla domanda di Adrian.


    Dean sorrise sornione “Decisamente” rispose.


    Con tutta probabilità arrossii e feci in modo che nessuno lo notasse.


    Presi Adrian per un braccio e lo trascinai in un'altra stanza.


    “Piantala” dissi guardandolo furente di rabbia.


    “Di fare che cosa, me lo spiegheresti?” ribatté lui.


    “Di comportarti in questo modo infantile nei confronti di Dean” risposi guardandolo negli occhi.


    Adrian scosse il capo “Mi da fastidio il modo in cui ti guarda, ok?” rispose alzando leggermente la voce.


    Lo guardai accigliata “Che cosa?”


    “Ti mangia con gli occhi, non te ne sei accorta?” disse guardandomi con dolcezza.


    Non sapevo che dire.


    Forse mi faceva piacere essere guardata in quel modo da Dean.


    Ero estremamente confusa, per l'ennesima volta vicino ai Winchester.


    “Non devi essere geloso” provai a rassicurarlo prendendolo per mano e tornando dagli altri.


    Non appena entrai nel soggiorno Dean e Sam mi vennero incontro.


    “Quando vuoi partire?” chiese Sam sorridente.


    Sospirai e guardai Adrian “Il prima possibile” risposi.


    “Allora partiamo” disse Dean baldanzoso.


    “State attenti” disse Bobby in tono paterno.


    Gli sorrisi.
    Mi faceva pena costretto su quella sedia a rotelle, si vedeva che soffriva e si vedeva ancora di più che voleva aiutare i Winchester.

    Doveva essere come un padre per loro.


    Bobby rispose al sorriso “Mi ha fatto piacere conoscerti Alex, quando sconfiggerete quella demone, tornate qui” disse.


    Annuii “Anche a me ha fatto piacere conoscerti Bobby e non preoccuparti, torneremo presto” dissi.


    Ci preparammo e ci mettemmo subito in viaggio.


    Per la notte ci fermammo in un motel e prendemmo due stanze: una per me e Adrian e l'altra per Dean e Sam.


    Appena entrati nella stanza Adrian mi baciò appassionatamente.


    “Sono stanca e dobbiamo riposare” dissi scostandolo.


    Lui mi guardò imbronciato “Ecco, lo sapevo” disse in tono scocciato.


    “Sapevi cosa?” chiesi aggressiva.


    “Pensi sempre e solo a te stessa” mi disse Adrian duramente.


    Rimasi sbigottita a guardarlo per qualche secondo senza dire una parola.


    “Si può sapere che ti prende?” urlai “Ti da fastidio la presenza di Dean e Sam? In caso non l'avessi capito, ci stanno aiutando...ci stanno aiutando a trovare e uccidere quella troia che ha ucciso mio padre e tuo padre” continuai.


    Adrian scosse la testa sogghignando sarcasticamente “Punto primo: si, mi da fastidio la presenza di quei due perché tu te li sei scopata” disse puntandomi contro il dito marcando le ultime parole. “Punto secondo: a me non importa niente se troviamo Hacate, a me importa che tu mi ami” disse con voce sempre più alta.


    Serrai le mascelle e chiusi gli occhi cercando di calmarmi.


    “Non ci riesco...non ci riesco ad amarti” dissi sull'orlo delle lacrime.


    Non volevo che soffrisse, io tenevo a lui, ma come un semplice amico. E mi sbagliavo di grosso se pensavo che prima o poi avrei imparato ad amarlo.


    “E il tuo comportamento non potrà far altro che peggiorare le cose” conclusi.


    Adrian si sedette sul letto e si passò una mano sul viso bagnato dalle lacrime. Poi si rialzò venendomi incontro.


    “Non lo capisci? Non capisci che mi comporto così perché ti amo? È questa gelosia che mi sta consumando l'anima” urlò strattonandomi.


    “Mettermi con te è stato l'errore più grande della mia vita. Saremmo dovuti rimanere solamente amici perché io non ti amo e non ti amerò mai, mettitelo in testa Adrian” urlai liberandomi dalla sua presa.


    Uscii dalla stanza sbattendo la porta.


    Dean era seduto sui gradini del portico del motel.


    Si voltò a guardarmi “Io non stavo ascoltando, ma ho sentito tutto” disse in tono ironico velato da una nota di tristezza.


    Sorrisi e mi sedetti accanto a lui “Probabilmente ci ha sentiti tutto il motel” dissi ironicamente.


    Dean mi guardò intensamente e io, ancora una volta, mi persi in quegli immensi e meravigliosi occhi verdi.

    “Vuoi continuare a cacciare Hacate?” mi chiese.


    “Certo che voglio” dissi fermamente “È quello che voglio più di ogni altra cosa da quando ha ucciso mio padre” dissi guardandolo a mia volta.


    “Tuo padre come sapeva dell'esistenza della Colt?” mi chiese.


    Ecco l'argomento che più di ogni altro avrei voluto evitare: la Colt.


    “Mio padre non fu il primo cacciatore della famiglia. Siamo cacciatori da generazioni e la ricerca della Colt è stata tramandata di generazione in generazione a quanto pare” risposi mentendo a metà.


    “Capito. E con Adrian che cosa hai intenzione di fare? Vi siete lasciati o...”


    Non gli feci concludere la frase “Credo di si...Voglio dire, io non lo amo anche se tengo tanto a lui, ma standoci insieme peggiorerei solo le cose” dissi.


    Ci guardammo a lungo negli occhi finché successe.


    Dean mi baciò dolcemente, forse come mai prima.


    Mi lasciai andare a quel dolce bacio assaporando le labbra carnose di Dean ancora una volta.


    Presi dalla passione ci stringemmo l'una all'altro sempre di più finché non mi ritrovai a cavalcioni sopra di lui senza mai smettere di baciarlo.


    Le labbra di Dean scivolarono sul mio collo e io gettai la testa all'indietro.


    “Ti prego Dean...fermati” sussurrai contro voglia.


    Dean mi guardò negli occhi “Perché dovrei fermarmi?” disse per poi riprendere a baciarmi il collo.


    “Perché io non ci riesco” disse stringendomi sempre più a lui.


    “Bé, neanche io” rispose senza fermarsi.


    “Io non so cosa tu sei per me, ma so che sto male al pensiero di non averti” mi sussurrò tanto debolmente che feci fatica a sentirlo.


    Aprii gli occhi lentamente e vidi Adrian furente di rabbia uscire dalla stanza.

    Edited by eli*dreamer - 10/4/2010, 16:10
     
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  3. dani61
     
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    Povero Adrian - ma è logico contro Dean non c'è storia - molto bello anche questo capitolo - i sentimenti sono ben descritti - molto molto brava -
     
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  4. Amariah
     
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    Che bel ritorno di fiamma!
    Capitolo stupendo, non c'è che dire.... e il wallpaper è bellissimo, complimenti!!!
     
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  5. *pinki*
     
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    Belloooooo!!Sempre meglio questa ff... ;-)
     
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  6. eli*dreamer
     
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    weeee.grazie mille dei commenti...vi adoro e siete delle lettrici fantastiche.
    Anche per questo, infatti, mi sento in dovere di chiedervi scusa per il ritardo...ma non ho più il tempo di prima per mettermi a scrivere.
    Ciò nonostante continuerò a scrivere e vi posto ora l'ultimo capitolo che ho scritto sperando che vi piaccia...
    Un bacione a tuttiiiii

    Capitolo 21: Un nuovo inizio




    Mi staccai immediatamente da Dean e andai incontro ad Adrian, ma lui mi scansò violentemente e si avventò su Dean prendendolo a pugni.


    Prima che Dean potesse reagire bloccai Adrian.


    “Se devi proprio prendertela con qualcuno prenditela con me, non con lui” urlai.


    Mezzo secondo dopo mi ritrovai a terra con il labbro sanguinante ed un occhio che da lì a poco sarebbe diventato nero.


    Non potevo credere che mi avesse davvero colpita. Non lui, non Adrian. Neanche dopo quello che avevo appena fatto.


    Ancora confusa e incredula vidi Dean prendere a pugni Adrian prima che si potesse nuovamente avventare su di me.


    Continuavano a picchiarsi urlandosi chissà che cosa.


    Avevo le lacrime agli occhi.


    Perché devo sempre combinare casini?


    “Finitela!” urlai sfinita.


    Si bloccarono subito guardandomi sbigottiti.


    Mi rialzai a fatica e andai incontro a loro “Finitela” ripetei a stento.


    “Ho fatto l'ennesima cazzata della mia vita a mettermi con te Adrian perché devi incasinare ulteriormente le cose?” dissi guardando Adrian negli occhi.


    L'avevo ferito, questo era certo ma continuando a stare con lui gli avrei fatto ancora più male,e avrei fatto del male anche a me stessa.


    Adrian aveva gli occhi lucidi e la voce tremante “Sono io quella che ha fatto una grossa cazzata innamorandomi di una come te”disse sprezzante e andandosene via, diretto chissà dove.


    Avrei voluto fermarlo ma non ci riuscii. Le sue parole arrivarono al mio cuore più pesanti di un macigno e più taglienti di un coltello. Rimasi lì, impietrita a guardare allontanarsi l'unica persona che mi abbia fatta sentire amata come un uomo ama davvero una donna.


    Dean si avvicinò a me e mi prese delicatamente il volto tra le mani. Osservò per qualche secondo il livido che si era formato sull'occhio e il taglio che avevo sul labbro “Dovresti metterci del ghiaccio e dovresti anche disinfettare quel taglio” disse con voce pacata.


    Poi mi cinse le spalle con un braccio e insieme entrammo in camera sua dove Sam se ne stava sul letto a guardare passivamente la TV.


    Non appena ci vide entrare Sam scattò in piedi “Cos'è successo?” chiese allarmato vedendo sia me che suo fratello col volto livido.


    Alzai lo sguardo verso Sam “Adrian” dissi con un fil di voce.


    Sam rimproverò Dean con lo sguardo “Non dare la colpa a lui” dissi passandogli accanto e aprendo il frigo-bar cercando del ghiaccio.

    “Ah no? Non devo dare la colpa a lui?” disse Sam arrabbiato.


    Dean scoppiò in una risata ironica “Che cosa vorresti dire esattamente, Sammy?” chiese tra l'ironico e lo sprezzante.


    Sam si voltò a guardare il fratello “Voglio dire che sono certo che tu ancora una volta sei riuscito a farla cadere nella tua trappola” gli urlò contro.


    Esasperata presi a spintoni Sam “Non dire cazzate Sam! Certe cose si fanno in due e non sono caduta in nessuna stracazzo di trappola, mettitelo in testa. Adrian non è la persona adatta a me e mai lo sarà” urlai. Mi allontanai un poco da lui “Esattamente come te” aggiunsi poi con un filo di voce ma in modo che potesse sentirmi.


    Non so cosa mi saltò per la testa in quel momento.


    So solo che l'espressione di Sam mi ferì ulteriormente quella sera.


    Nessuno di noi tre osava aprir bocca fino a che mi avvicinai nuovamente a Sam e gli accarezzai delicatamente il volto tirato “Scusami...ma sai che tu sei un mio amico” sussurrai.


    Sam annuì “Si, hai ragione, sono un amico ed è stata anche una mia scelta. Ed è proprio perché sono tuo amico che non voglio che tu ti faccia male” rispose.


    Dean si accigliò “Credimi, non voglio farle del male” disse.


    Una buona notizia in una giornata decisamente di merda?


    “Ragazzi per favore non parliamo più di questa storia. Mi spiace per Adrian, ma non tornerò indietro e sono certa che lui se la caverà. Ora come ora voglio pensare solo a trovare Hacate, ok?” dissi stancamente.
    Dean e Sam annuirono.


    Feci per uscire dalla camera quando Dean mi prese la mano e mi fece voltare verso di lui.


    Sentii il cuore sobbalzare sentendomi il suo sguardo intenso addosso.


    “Senti, è meglio se rimani a dormire qui, non credo sia una buona idea lasciarti da sola” disse.


    Disse quelle parole con estrema dolcezza.

    Lo guardai nei suoi splendidi occhi per alcuni istanti e sorrisi “Se per voi due non è un problema” dissi con la voce tremante che tradì l'emozione che provavo.


    Sul volto di Sam comparve un sorriso furbo e divertito “Vado a prenderti le tue cose, io dormo di là” disse prendendo la sua sacca.


    Poco dopo tornò con il mio bagaglio “Bé, buonanotte ragazzi” disse.


    “Notte Sam” rispondemmo io e Dean all'unisono prima che Sam si chiudesse la porta alle spalle.


    Prima che Dean potesse dire qualcosa mi diressi in bagno “Sarà meglio metterci subito a dormire, sono davvero stanca” dissi aggiungendo uno sbadiglio rigorosamente finto.


    “Perfetto” rispose lui.


    Mi imbarazzava stare sola con Dean dopo quello che era successo e soprattutto dopo quello che lui aveva detto.


    Mi cambiai in bagno e tornai nella stanza. Dean era già coricato.


    “Buonanotte Dean” dissi dolcemente.


    Dean mi sorrise facendomi tremare un poco le gambe “Buonanotte bellezza” rispose.


    Spegnemmo le luci, ma come potevo immaginare il sonno tardò ad arrivare mentre pensavo e ripensavo a tutto quello che era capitato.

     
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  7. dani61
     
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    Ma bentornata !!!! Un ritorno in grande stile - questo capitolo è stupendo e molto coinvolgente - mi piace molto come descrivi il rapporto con Dean - davvero molto molto brava !!!!!!!!!!!
     
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  8. *pinki*
     
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    Bella davvero!!! Mi piace sempre leggere questa ff perchè ogni olta è una sorpresa!! brava :-)
     
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  9. Amariah
     
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    Finalmente!!! Mi mancava proprio la tua fanfiction!!!

    Capitolo scritto benissimo, come al solito!!

     
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  10. eli*dreamer
     
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    Ragazzi...scusatemi per questo ritardo...ma ho poco tempo per scrivere (e ultimamente anche poca ispirazione)
    ecco il nuovo capitoloooo

    Capitolo 22: Angeli




    Mi svegliai nel cuore della notte e poco dopo sentii Dean svegliarsi all'improvviso. Il suo volto era preoccupato.


    “Dean, è successo qualcosa?” domandai.


    Dean si alzò dal letto “Te lo spiegherò dopo, ora vado a chiamare Sam” disse vestendosi per poi uscire dalla stanza.


    Mi preparai anche io, curiosa ma allo stesso tempo spaventata.


    Circa una mezzora dopo Dean tornò in camera seguito da Sam.


    “Mi vorresti spiegare che cosa sta succedendo? Mi hai spaventata a morte!” dissi non appena Dean varcò la soglia della stanza.


    Sia Dean che Sam mi fissarono a lungo, poi Dean finalmente si decise a parlare.


    “Un angelo che conosciamo io e Sam mi è apparso in sogno” disse con naturalezza.


    “E...?” lo spronai a continuare.


    “E vuole che ci vediamo. Ha qualcosa da dirci” continuò Dean.


    “Avete intenzione di andare?” domandai ad entrambi.


    “Cas non è molto d'accordo” rispose Sam.


    Li guardai stranita “Cas?” chiesi in cerca di qualche spiegazione.


    “Castiel” rispose Dean “L'angelo che mi ha tirato fuori dall'inferno”.


    In quell'esatto istante sentii un fruscio dietro di me “Voi non andrete da nessuna parte” disse una voce alle mie spalle che mi fece sobbalzare.


    Mi voltai portando una mano al petto “Ti ringrazio per aver avvisato del TUO arrivo alle MIE spalle” dissi marcando le parole 'tuo' e 'mie'.


    Gli occhi azzurri dell'angelo si posarono si di me, scrutandomi con attenzione per poi spostarsi lentamente sui fratelli Winchester.


    Non mi calcolò minimamente...


    “Grazie” borbottai infastidita.


    “Andrò io a incontrare Anna” disse l'angelo “Non mi fido di lei”.


    Pronunciò tristemente quelle ultime parole, poi sparì.


    “Gentile il pennuto” dissi tra lo sprezzante e lo scherzoso.


    Dean scosse la testa “Rassegnati Alex, non tutti cadono ai tuoi piedi” disse.


    Perché doveva sempre fare lo stronzo? Mi dava sui nervi ma decisi di lasciarlo perdere.


    “Anna è l'angelo che ti è apparso in sogno?” chiesi.


    Dean annuì “Si...peccato, mi sarebbe piaciuto rivederla” disse.


    Lo guardai accigliata, poi lui fece il suo solito sorrisetto idiota e babbeo che farebbe innervosire anche la persona più calma di questo mondo.

    “Ci sono andato a letto” disse compiaciuto.


    Rimasi allibita “O mio Dio! Ti sei scopato un angelo?” chiesi praticamente urlando.


    Dean si mise a ridere mentre Sam scosse il capo.


    “Gelosa?” disse Dean arrogante.


    Lo guardai per qualche secondo “Neanche un po' bellezza” dissi facendo comparire sul mio volto un mezzo sorrisetto strafottente.


    Sam mi sorrise alle spalle del fratello “Bel colpo” mimò con le labbra.


    In effetti sembrava proprio che Dean non lo avesse incassato proprio bene quel colpo.


    Mi sedetti sul letto, subito imitata dai fratelli, ad aspettare che l'angelo tornasse.


    Mi persi nei miei pensieri...


    'Perché si comporta così? Prima è la persona più dolce di questo mondo, un attimo dopo è lo stronzo più grande sulla faccia della Terra. Mi farà impazzire.'


    Castiel non tardò molto ad arrivare.


    Aveva l'aria trafelata.


    “Allora?” chiesero all'unisono Sam e Dean.


    “Era come sospettavo. Anna è stata mandata dagli angeli” disse Castiel.


    Guardai i tre un po' sconvolta da quello che stavano dicendo “E questo non è un bene?” chiesi tentennante.


    Castiel si voltò a guardarmi.

    Mi perforò l'anima con quegli occhi color zaffiro velati di malinconia.


    “No Alexis, non è un bene” disse.


    Strabuzzai gli occhi “C-come sai il mio nome?” balbettai.


    “Pronto? È un angelo se non l'avessi ancora capito” disse Dean in tono esasperato.


    Lo fulminai con lo sguardo.


    “Anna deve tornare indietro nel tempo per uccidere i vostri genitori in modo che voi non nasciate” disse l'angelo interrompendo la 'conversazione' mia e di Dean.


    Come poteva dire una cosa simile con tanta tranquillità e pacatezza?


    “Dobbiamo impedirglielo” intervenne Sam.


    “Voi non vi muovete di qui” ribatté secco Castiel.


    Dean, scuro in volto, si avvicinò all'angelo “Stiamo parlando dei nostri genitori Cas, io non rimango qui senza far niente. Veniamo anche noi” disse in un tono che non ammetteva nessuna replica.


    Poi si voltò verso di me “Tu rimani qui” disse.


    “Non ci penso neanche. Io vengo con voi” dissi risoluta.


    Dean alzò gli occhi al cielo capendo che non si poteva fare altrimenti.


    Tutti quanti saremo tornati indietro nel tempo per fermare Anna.
     
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  11. dani61
     
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    Bravissima!!! Anche questo capitolo molto avvincente - e adesso ??????????????
     
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  12. eli*dreamer
     
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    Grazie *.*
    Adesso sto preparando l'altro capitolo XD non dovrebbe tardare molto ad arrivare
     
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  13. eli*dreamer
     
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    Eccomi qui di nuovo con un capitolo più lungo della norma. Come capirete leggendolo è preso dalla puntata 5x13 , la maggior parte dei dialoghi compresi...solo con l'aggiunta di Alex! Voglio attenermi alla storyline originele anche se ovviamente, oltre a quella della serie, ci sarà anche quella di Alex e della Colt.
    Spero davvero che questo capitolo vi piaccia e che non vi deluda conoscendo la puntata.
    Un bacione...Eli.



    Capitolo 23: La Famiglia Winchester



    Ormai era deciso. Saremo andati tutti nonostante Castiel volesse andare da solo e Dean si fosse opposto per me.


    Bisognava solo trovare Anna.


    Castiel pronunciò un incantesimo in una lingua che non era sicuramente latino.

    Una smorfia di dolore comparve sul suo volto ma parve riprendersi subito.


    Ci guardò, uno per uno “È nel 1978” disse infine.


    Si avvicinò a noi “Pronti?” tutti e tre annuimmo, ma né io né Sam eravamo preparati a ciò che ci sarebbe successo, mentre Dean, a quanto pare, aveva già fatto qualche viaggetto nel tempo.


    “Piegate le ginocchia quando arriviamo” disse per poi stringermi la mano.


    Castiel posò due dita sulla fronte di Sam e due su quella di Dean, poi premette un poco.


    La vista mi si annebbiò fino a che non vidi tutto nero in torno a me, la testa mi vorticava e mi sentivo decisamente in subbuglio.


    Poi arrivammo.


    Eravamo in mezzo alla strada e stavamo per essere investiti da un auto.


    Io ero stordita, Dean e Sam, al contrario si ripresero subito.


    Dean mi trascinò sul marciapiede, poi mi prese il viso tra le mani “Hey! Tutto ok?” mi chiese dolcemente guardandomi negli occhi.


    Perché i suoi occhi erano così dannatamente capaci di entrare dritti nel mio cuore e nella mia anima abbattendo qualunque barriera che mi ero costruita?


    Annuii per poi guardarmi intorno “Dov'è Castiel?” chiesi.


    Ci girammo e trovammo l'angelo seduto per terra e appoggiato a un'auto. Perdeva sangue dal naso e ci avvicinammo a lui preoccupati.


    “Cas, stai bene?” chiese Dean aiutandolo ad alzarsi.


    “Meglio di quanto mi aspettassi” rispose prima di perdere i sensi.


    Dean e io affittammo un camera per Castiel mentre Sam si occupò di trovare l'indirizzo dei giovani John e Mary Winchester.


    Ci incontrammo con Sam fuori dalla camera dove avevamo lasciato l'angelo.


    Sam ci guardò preoccupato “Se Castiel non si riprende saremo costretti a rimanere qui per sempre. Come sta?” chiese.


    Dean lo guardò accigliato “Ti sembro la Signora del West per angeli?”


    Scossi la testa chiedendomi come riuscisse a scherzare su un quesito del genere.


    Poi Dean riprese a parlare “Si rimetterà in piedi” disse rassicurando Sam.


    “Gli hai trovati?” intervenni io arrivando al dunque.


    Sam annuì “I Winchester 485, Robin Tree” disse.


    Raggiungemmo l'indirizzo e suonammo alla porta.


    Aprì una bellissima ragazza, capelli biondi, occhi azzurri e luminosi e un volto dolce.


    Il suo bel volto fece spazio ad un'espressione sorpresa e spaventata nel vederci.


    “Ciao Mary” esordì Dean.


    “Non puoi rimanere qui...non...non faccio più quelle cose. Te ne devi andare” disse lei incupita.


    Guardai Sam con aria interrogativa. Come faceva la Mary del 1978 a conoscere il Dean del 2010?


    “Mi dispiace, ma è importante, ok?” rispose Dean.


    In quel momento si affacciò alla porta un bell'uomo dai due grandi occhi verdi, capelli scuri e un sorriso bellissimo.


    'Con due genitori così non mi sorprende affatto che Dean e Sam siano così dannatamente belli' mi ritrovai a pensare.


    Dean sorrise all'uomo “Salve, siamo i cugini di Mary. Io sono Dean e lui è mio fratello Sam, mentre lei è Alex, la mia ragazza” disse mettendomi un braccio attorno alle spalle.


    Sorrisi forzatamente per quell'ultima affermazione.


    Mentre Dean sembrava totalmente a suo agio Sam era impacciato e non faceva altro che fissare stranito sua madre senza riuscire a dire praticamente niente.


    John ci invitò ad entrare con gran disappunto di Mary.


    Non fu difficile per me e per Dean inventarci delle false identità alle domande di John, ma Sam sembrava un pesce fuor d'acqua.


    Quando poi squillò il telefono rimanemmo soli con Mary.


    “L'ultima volta che ti ho visto un demone ha ucciso i miei genitori. Lasciami in pace” disse rivolta a Dean.


    Presi la parola, nonostante la sua affermazione mi stupì.
    Dean evidentemente aveva già incontrato Mary in un altro viaggio nel passato.


    “Tu e John siete in pericolo” dissi.


    Mary deglutì e mi guardò preoccupata “Di che cosa state parlando?” chiese.


    “Qualcosa vi da la caccia” rispondemmo io e Dean in coro.


    “Un demone?” chiese lei.


    Scuotemmo la testa.


    “È un po' difficile da spiegare...” cominciò Dean prima di essere interrotto dal fratello che diede a Mary la risposta a bruciapelo “Un angelo”.


    Mary rise nervosamente “Non esiste una cosa del genere”


    “Si bionda esiste. Ecco perché era difficile da spiegare” dissi.


    “Sono due volte più forti dei demoni e molto più cazzoni” aggiunse Dean.


    “Ma perché un angelo vorrebbe ucciderci?” chiese Mary.


    “Ti spiegheremo tutto quando avremmo tempo, ma adesso devi fidarti di noi. Dobbiamo andarcene” disse Dean.


    Finalmente avevamo convinto Mary, ma c'era un altro problema: John era sparito.


    “Andiamo all'autoofficina” disse Mary risoluta.


    Effettivamente John era all'auto officina alle prese con una ragazza dai capelli rossi.


    Che era decisamente troppo forte per essere una ragazza, o meglio...un essere umano.


    Era sicuramente Anna.


    “Spero che tu non te la voglia portare nuovamente a letto” dissi provocatoria a Dean prima di entrare di soppiatto.


    Dean si limitò a rispondermi con un'occhiataccia.


    Ero spaventata. Non sapevo niente sugli angeli, figurarsi se sapevo come combattere contro uno di loro.


    Dean aveva uno strano pugnale datogli da Castiel.
    L'unica cosa che sapevo era che quel pugnale era l'unica arma in grado di uccidere un pennuto con l'aureola.


    Dean si avvicinò lentamente e silenziosamente alle spalle di Anna che aveva steso un inconsapevole John.


    Ma prima che Dean potesse affondare il pugnale l'angelo si voltò e lo prese alla gola “Vorrei poterti dire che è un piacere rivederti, Anna” disse Dean col suo solito sarcasmo.


    “Anche io Dean” fece lei gelida.


    I suoi occhi castani si posarono per qualche secondo su di me per poi posarsi nuovamente su Dean “La ragazza del tuo sogno” disse con un tono ambiguo per poi scaraventare Dean contro una vetrata.


    Rimasi immobile pensando alle parole dell'angelo.


    Perché Dean sognava me? E Soprattutto, cosa sognava?


    Dean perse i sensi e Mary, velocemente, raccolse il pugnale per poi cominciare a lottare contro Anna.


    Era davvero brava, ma l'angelo era troppo forte e la disarmò.


    Prima che potesse pugnalare Mary afferrai la prima cosa che mi capitò tra le mani e gliela conficcai nel all'altezza nel cuore.


    Era un piede di porco e di certo non sarebbe bastato a fermarla.


    Mi guardò con aria di sfida estraendosi il piede di porco dal petto “Mi dispiace ma non è così facile uccidere un angelo”


    “No, ma può tenerli occupati” disse Sam dal fondo della stanza.


    Sul muro aveva disegnato uno strano simbolo col sangue che io non avevo mai visto prima in vita mia. Sam vi appoggiò sopra la mano e con una luce accecante Anna sparì nel nulla.


    Nel frattempo sia Dean che John si erano ripresi...e John ovviamente era scioccato.


    Salimmo nell'Impala di John, sicuramente più in buono stato di come è ora, diretti a un caseggiato di proprietà della famiglia di Mary.


    Io, Dean e Sam eravamo seduti dietro, silenziosi.


    Come era comprensibile John era arrabbiato.


    “I mostri esistono” disse in tono sconvolto e arrabbiato.


    “Mi dispiace, volevo dirtelo...” iniziò a scusarsi Mary.


    “E li combattete...tutti voi?” chiese John incredulo.


    “Si” rispose Sam con voce flebile.


    “Da quanto?” evidentemente John aveva molte domande da fare.


    “Da tutta la mia vita?” disse Mary titubante “John...cerca di capire...” provò a spiegarsi Mary notando l'espressione turbata dal marito.


    “Non aveva scelta” intervenne Sam aiutandola.


    “Piantatela...tutti quanti! Non un'altra parola o torno indietro con la macchina” esclamò John in tono deciso.


    Dean sospirò “Wow. Un'imbarazzante gita di famiglia...” disse sottovoce. Poi mi guardò con la coda dell'occhio “Più un'intrusa” aggiunse.


    Lo guardai perplessa mentre Sam mormorava un “Già!” poco udibile.

    “Fottiti Dean” dissi a denti stretti.


    Finalmente arrivammo al caseggiato.


    Il viaggio non era stato di certo lungo ma sembrò interminabile.


    La casa era ben protetta da demoni, ma non era quello che ci serviva perciò Dean spiegò a tutti noi, tranne Sam, come ci si poteva proteggere dagli angeli.


    Oltre al simbolo disegnato da Sam all'officina, che Dean aveva disegnato su un foglio di carta per mostrarcelo, c'era anche un olio santo che funzionava come una trappola per demoni.


    Sam decise di mostrare a Mary come funzionava quell'olio e così io Dean e John rimanemmo soli.


    “Hey, com'è quella storia del simbolo sul foglio?”chiese John curioso.


    Rizzai le orecchie. Anche io ero decisamente curiosa di sapere come funzionava.


    Dean iniziò a spiegare che quel simbolo era un sigillo, ma John lo interruppe subito “Non mi interessa il significato. Dove deve andare e quanto devo farlo grande?” chiese.


    Dean lo guardò tristemente “John...” disse sospirando.


    “Potete anche avermi trattato da stupido, ma non sono inutile.” disse John guardandolo dritto negli occhi “Posso disegnare un maledetto...” parve cercare le parole adatte “...qualsiasi cosa sia...un sigillo.”


    Dean ricambiò lo sguardo “Perché non vai ad aiutare a Sam? Questo va fatto con del sangue umano” disse.


    Sperava di convincerlo ma non ci riuscì.


    John si tagliò il palmo della mano con un pugnale.


    Dean assomigliava molto al padre...ne ero certa.


    Guardai Dean e feci spallucce “Allora, ci fai vedere come funziona?” dissi.


    Dean sospirò “Andiamo, ve lo mostro” disse rassegnato.
    Poi sorrise scuotendo la testa.


    “Che c'è?” chiese John accigliato.


    “All'improvviso mi ricordi davvero mio padre”
    rispose.

    Sorrisi tra me e me sentendo quell'affermazione.


    Dean ci spiegò tutto e John si mise subito all'opera.
    Rimasi ad osservarlo mentre Dean uscì dalla stanza diretto da Mary.


    In quel momento entrò Sam.


    John iniziò a fare domande a Sam mentre anche io provavo a fare quel simbolo col mio sangue.


    Sam gli raccontò che lui e Dean sono stati cresciuti dal padre in quel modo, dicendoli sin da subito dell'esistenza dei mostri e insegnando loro a cacciarli.


    “Che razza di bastardo irresponsabile permette al proprio figlio di avvicinarsi a...” John non riuscì neanche a concludere la frase,era inorridito, qualunque sano di mente lo sarebbe, ma sentire da lui quelle parole mi face quasi venire il voltastomaco.


    Era lui che li aveva iniziati alla caccia.


    'Ipocrita' pensai abbandonando la stanza prima di avventarmi su John e urlargli contro il mio disappunto.


    Sentii Sam che difendeva suo padre...sembrava quasi che stesse chiedendo scusa al John del passato.


    Raggiunsi Dean e Mary che preparava un cerchio con l'olio santo.


    “Hai detto che mi avresti spiegato tutto non appena avessimo avuto tempo. Ora ce l'abbiamo. Perché un angelo mi vuole morta?” disse Mary rivolta a Dean che se ne stava poggiato sullo stipite della porta.


    Dean sospirò “Mary...è complicato” disse.


    “Sono tutta orecchi” disse Mary intenta a non mollare.


    Dean era titubante e feci per lasciare la stanza, probabilmente Dean si sarebbe sentito più a suo agio se non ci fossi stata io, ma Mary mi fermò “Alex, rimani. Sono sicura che a Dean non dispiacerà. D'altronde sei la sua ragazza” disse con voce dolce.


    Le sorrisi “Ehm...non è vero che sono la sua ragazza” dissi.


    Mary si accigliò “Eppure dal modo in cui vi guardate sembrerebbe proprio il contrario” disse sorridendo.


    Abbassai il capo tentando di nascondere il rossore che si impossessò delle mie guance.


    “Comunque puoi rimanere” disse Dean cambiando discorso.


    Forse ero davvero importante per lui e mi tornarono alla mente quelle parole che mi sussurrò all'orecchio appena la sera prima 'Io non so cosa tu sei per me, ma so che sto male al pensiero di non averti'.


    La voce di Dean che svelava la verità mi distolse dai miei pensieri “Sono tuo figlio” ammise.


    Quelle parole arrivarono dirette e pesanti più di un macigno al cuore di Mary che rimase visibilmente e comprensibilmente sconvolta.

    “Cosa?” chiese
    incredula e con voce tremante.

    Dean si strinse nelle spalle “Sono tuo figlio. Scusa, ma non so come altro dirtelo. Veniamo dal 2010, un angelo ci ha portati qui”


    Mary sembrava sull'orlo di una crisi.


    “Non quello che ci ha attaccati, ma uno più...amichevole” dissi cercando di smorzare la tensione.


    “Non vi aspetterete che ci creda, vero?” disse Mary.


    Guardai Dean. Avrei voluto aiutarlo ma non sapevo come fare.


    Dean prese un lungo respiro “Ci chiamiamo Dean e Sam...Winchester. Ci avete dato i nomi dei vostri genitori. Ogni volta che mi ammalerò, tu mi farai una minestra di riso al pomodoro, perché era quello che faceva tua madre. E invece di una ninnananna mi canterai 'Hey Jude' la tua canzone preferita dei Beatles.”


    Parlò con calma, ma senza sosta.


    Mary aveva le lacrime agli occhi “Non posso...non ti credo. No” disse scuotendo la testa.


    “Mi dispiace ma è la verità” disse Dean dolcemente.


    Io mi lasciai scivolare a terra sino a sentire il pavimento freddo sotto di me.


    Mary mi osservò per qualche secondo, poi guardò suo figlio negli occhi “Ho cresciuto i miei figli come cacciatori?” chiese tra le lacrime.


    A quel punto mi alzai per andarmene ma sentii la mano di Dean afferrarmi per il polso delicatamente.


    Voleva che restassi.


    “No, non l'hai fatto” rispose infine.


    “Come ho potuto farvi questo?” continuò Mary senza dare peso alle parole del figlio.


    “Non l'hai fatto” continuò lui “Perché sei morta.”


    Mary era sempre più sconvolta e io mi sentivo sempre più di troppo.


    “Cos'è successo?” chiese.


    “Il demone dagli occhi gialli. Ti ha uccisa e John è diventato un cacciatore per vendicarsi. Ci ha cresciuti lui così” spiegò Dean.


    Io mi grattai la nuca, nervosa, imbarazzata.


    Dean mi accarezzò il braccio cercando di calmarmi.


    Poi si rivolse nuovamente alla madre “Ascoltami. Un demone entrerà nella nursery di Sam esattamente sei mesi dopo la sua nascita, il 2 novembre 1983. ricorda questa data e qualsiasi cosa tu faccia...non entrare. Quella mattina quando ti sveglierai, prenderai Sam e scapperai con me e John” disse con la speranza di riuscire a cambiare le cose.


    “Non servirà Dean. Dovunque vada il demone la troverà. Troverà me” la voce di Sam, appena entrato, mi fece sobbalzare.


    “E allora cosa si potrebbe fare?” chiesi io angosciata.


    Sam fissò sua madre “Può lasciare papà” disse poi con rammarico.


    Io e Mary lo guardammo incredule.


    Solo Dean parve aver capito “Così non nasceremo. Ha ragione” disse.


    Deglutii a vuoto.


    Non avrei mai conosciuto Dean.


    Non avrei mai conosciuto Sam.


    “Non posso...” disse tra le lacrime che scendevano copiose sul suo bel volto.


    “Non hai scelta” disse Sam.


    “C'è una grossa differenza tra morire e non essere mai nati, credimi...a noi va bene” intervenne Dean.


    “Bé, a me no” disse Mary ancora in lacrime ma risoluta.


    Sam si avvicinò piano a lei “Ascolta, pensi che avrai quella vita normale che tanto desideri ma non puoi averla, mi dispiace. Andrà tutto male...morirai...e i tuoi figli saranno maledetti” disse.


    “Ma ci dev'essere un modo” continuò imperterrita Mary.


    “No...è questo il modo. Lascia John. Questa cosa è più grande di noi. Ci sono troppe vite in ballo” disse Dean.


    Tutto quel discorso giunse come ovattato alle mie orecchie.


    Da quando realizzai che l'unica soluzione era non fare nascere i fratelli Winchester mi ero come estraniata da loro.


    Ero sconvolta.


    Non riuscivo neanche ad immaginare come avrei passato la mia vita senza conoscere Dean...e Sam.


    Sentii una lacrima solcarmi il viso.


    Poi guardai Mary.


    “Non capite...Io...io non posso...è troppo tardi...” posò i suoi occhi azzurri sui suoi figli soffermandosi soprattutto su Dean “...sono incinta.”


    Sentendo quelle parole mi sentii come se il mio cuore fosse liberato da una stretta d'acciaio che gli impediva di battere.

    Edited by cristie - 31/5/2010, 01:48
     
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  14. dani61
     
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    Brava!!!! Sei riuscita come sempre a tener fede alla storia principale - pur con il personaggio di Alex i cui pensieri mi sono particolarmente piaciuti in questo capitolo - complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  15. eli*dreamer
     
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    Grazie mille dani!!!!!!
    Ecco il continuo della puntata...


    Capitolo 24: Destino





    Nessuno aveva ancora parlato dopo l'affermazione di Mary quando arrivò John.


    Il suo volto era teso e preoccupato “Abbiamo un problema: i sigilli non ci sono più” disse.


    Lo guardammo preoccupati.


    Io e Mary ci chinammo per verificare se ci fosse ancora l'olio santo che Mary aveva versato sul pavimento.


    “Non c'è più neanche l'olio santo” dissi.


    Le luci cominciarono a tremolare e un suono assordante invase la casa.


    Ci tappammo tutti le orecchie incapaci di muoverci per colpa di quel suono, le luci si spensero definitivamente e i vetri delle finestre esplosero andando i frantumi.


    Piano piano quello strano suono si affievolì fino a scomparire del tutto, nella stanza sembrava che fosse tornata la calma.


    Sulla soglia della porta comparve un uomo di colore.


    “Chi diavolo sei?” chiese Dean guardandolo negli occhi.


    “Uriel” rispose quello.


    Dean indietreggiò e lui e Sam fecero da scudo a me, Mary e John.


    Nella stanza apparve anche Anna.


    Dean e Sam, senza pensarci due volte, cominciarono a combattere contro i due angeli, Dean contro Uriel e Sam contro Anna.


    Io ero paralizzata dalla paura, così come Mary e John.


    Gli angeli erano i netto vantaggio, Dean le prendeva da Uriel e Sam era K.O.


    John provò ad affrontare Anna, ma venne scaraventato fuori dalla casa chissà dove dall'angelo dai capelli rossi.


    Successe tutto troppo in fretta.


    Mentre Dean provava ancora a tener testa a Uriel, Anna con uno scatto fulmineo prese un'asta di ferro e, voltandosi verso Sam che si era appena ripreso, lo trapassò da parte a parte.


    Il mio cuore si fermò, e con tutta probabilità anche quello di Dean e quello di Mary.


    Sam scivolò a terra ormai privo di vita.


    Anna si avvicinò a Mary “Mi dispiace molto” disse con aria affranta.


    “Ti dispiace?” urlai avventandomi contro di lei, ma prima che potessi anche solo sfiorarla mi scaraventò accanto al corpo senza vita di Sam.

    Riuscii ad alzarmi e feci per avvicinarmi nuovamente a lei quando John, o almeno colui che pensavo fosse John, entrò nella stanza.

    “Anna” disse.


    L'angelo si voltò verso di lui “Michael” esclamò con voce flebile.


    Michael, che a quanto pare stava possedendo il corpo di John, posò una mano sulla spalla di Anna.


    Io e Mary guardavamo la scena incapaci di dire o fare una qualsiasi cosa.


    Gli occhi di Anna divennero due fiamme azzurre e, mentre le sue grida di dolore riecheggiavano nella stanza, il suo corpo prese fuoco e in pochi secondi di Anna non rimase nient'altro che un mucchio di cenere.


    Fu in quel momento che Uriel lasciò Dean e si avvicinò all'Arcangelo “Michael...non lo sapevo” disse.


    “Arrivederci Uriel” disse l'Arcangelo in tono monocorde e con un suo semplice schioccare di dita Uriel sparì.


    Ero sotto shock, proprio come Mary.


    Ne avevo viste di cose strane nella mia vita, ma gli angeli e gli Arcangeli superavano di gran lunga ogni cosa.


    Mi avvicinai al corpo di Sam prendendolo tra le braccia e mi abbandonai ad un pianto senza sosta, realizzando solo in quel momento cosa era successo.


    Ancora una volta mi estraniai da ciò che mi circondava e sentii come in lontananza le voci di Mary e Michael che invece erano a pochi passi da me.


    “Cosa hai fatto a John?” chiese lei.


    “John sta bene” rispose Michael.


    “Chi...cosa sei?” chiese ancora Mary tremante di rabbia e di paura.


    L'Arcangelo non rispose, posò due dita sulla fronte di Mary che cadde a terra svenuta.


    Io singhiozzavo ancora tenendo il corpo di Sam stretto tra le mie braccia quando Dean si avvicinò dolorante a Michael.


    “Direi che questa conversazione è stata rimandata troppo a lungo, non credi?” disse quest'ultimo.


    “Curalo” ringhiò Dean indicando il corpo del fratello.


    “Prima parliamo...poi rimetto a posto il tuo caro piccolo Sammy” rispose Michael.


    Sentii la rabbia crescere in me e strinsi i pugni.
    “Sei un bastardo” dissi sputando quelle parole come se fossero veleno.


    L'Arcangelo non mi degnò nemmeno di uno sguardo, teneva i suoi occhi puntati su Dean che mi guardò implorandomi con lo sguardo di starne fuori.


    “A quanto pare non sono il tuo unico tramite” disse poi rivolgendosi all'Arcangelo.


    “Sei il mio vero tramite, ma non l'unico” rispose quello.


    Io e Dean lo guardammo sospettosi e per nulla convinti.


    “È una linea di sangue che risale fino a Caino e Abele. È nel tuo sangue, in quello di tuo padre, in quello della tua famiglia” disse Michael con calma.


    Mi dava sui nervi il modo di parlare di quei cazzo di pennuti.


    “Grandioso! Sei gradi di separazione celestiale” ribatté Dean col suo solito sarcasmo.


    Mi dava sui nervi pure lui quando faceva così.


    “Che cosa vuoi da me? Sai già che non ti dirò di si” disse poi in tono sprezzante “Cosa vuoi da me?” ripeté alzando la voce facendomi sussultare.


    Michael si avvicinò a lui di qualche passo “Voglio solo che tu capisca quello che noi due dobbiamo fare” disse.


    “Io l'ho capito. Ce l'hai con tuo fratello. Bé, entra in terapia, amico, non prendertela con il mio mondo” disse Dean ironico e sprezzante.


    Scossi la testa esasperata in parte dal suo comportamento.


    “Hai torto. Lucifero ha disobbedito a nostro Padre e mi ha tradito. Ma io continuo a non volere che questo accada più di quanto tu voglia uccidere Sam” disse Michael.


    Deglutii a vuoto.


    Nonostante fossi a conoscenza del fatto che Dean fosse il tramite di Michael e Sam quello di Lucifero, non avevo mai pensato ad una svolta del genere.


    Dean, dal canto suo, fissava Michael incapace di rispondere.


    “Io voglio ancora bene a mio fratello, ma lo ucciderò perché è giusto e devo farlo” aggiunse l'Arcangelo.


    “O perché te l'ha chiesto Dio?” disse Dean guardandolo torvo.


    Questa volta Dean aveva il mio completo appoggio. Come si può solo pensare una cosa come quella che l'Arcangelo aveva appena detto?


    “Si” rispose pacatamente Michael.


    Il sangue mi ribollì nelle vene.
    Mi alzai, poggiando delicatamente il corpo di Sam sul pavimento e affiancai Dean. “E tu farai tutto quello che Dio ti ordina di fare?” chiesi in un ringhio con i nervi a fior di pelle.


    L'Arcangelo mi fissò “Si, perché io sono un buon figlio” rispose con calma.


    Rabbrividii a quelle parole “Se solo la gente sapesse come siete veramente voi angeli. Fate schifo! E mettiti bene in testa che né tu né tanto meno Dio obbligherete nessuno. Dean é libero di scegliere ciò che meglio crede” dissi infuriata e schifata.


    Michael fece un sorriso bieco “Che cosa vi fa credere che voi umani possiate scegliere?” disse in un tono che sembrava canzonatorio.


    “Perché io devo credere che posso decidere cosa fare della mia vita” disse lentamente Dean sorprendendomi.


    L'Arcangelo rise appena “Ti sbagli. Niente è casuale, niente è fortuito. Ogni tua piccola scelta ti porterà verso il tuo reale destino. Nessuno di voi umani compie liberamente le proprie scelte. Ognuno ha già un suo destino. Secondo voi, perché voi due vi siete incontrati? Era già tutto scritto. Come è già stato scritto che tu, Alexis Madison, ucciderai Hacate. Il libero arbitrio è un illusione” disse.


    Quindi io e Dean eravamo destinati ad incontrarci? E perché? Che cosa aveva in serbo Dio per noi due? Una vita felice? A quanto pare no. L'unica cosa positiva del discorso fatto da Michael era che io riuscirò ad uccidere quella demone figlia di puttana, nient'altro.


    “Ecco perché dirai di si Dean.”
    La voce dell'Arcangelo mi distolse dai miei pensieri.


    “Starai bene Dean, non ti ridurrò un vegetale. E anche tuo padre starà bene. I tuoi genitori non si ricorderanno niente di tutto ciò, né di me né di voi tre. Ma il loro destino è già stato scritto” concluse.


    Dean era visibilmente a pezzi.


    Strinsi automaticamente la sua mano nella mia e lui ricambiò.


    Poi Michael si chinò su Sam, posò due dita sulla sua fronte e Sam sparì. “È a casa sano e salvo” disse rivolgendosi a me e Dean, poi fece lo stesso con noi.


    Ci ritrovammo al motel dove eravamo prima di affrontare il nostro viaggetto nel passato.


    All'improvviso apparve Castiel, facendomi trasalire.


    Era mal ridotto e Dean e Sam lo afferrarono prima che potesse cadere a terra.


    Svenne e i due fratelli lo trascinarono sul letto.


    “Bé, che ne dite di farci un bel goccetto?” chiese Dean.


    “Ci sto” risposi io.


    “Anche io” mi fece eco Sam.


    “Eccoci qua! La squadra del libero arbitrio: un ex drogato di sangue demoniaco, un fallito spiantato, una donzella la cui unica aspirazione è uccidere un fottutissimo demone e il signor comatoso laggiù” disse Dean.


    In fondo il suo sarcasmo non era poi tanto male.


    “Non è divertente” commentò Sam.


    “Nessuno sta ridendo” intervenni.


    Sospirammo tutti e tre.


    “Dicono tutti che diremo di si” affermò Sam.


    “Si...e sta diventando seccante” ribatté Dean.


    “Comincio a pensare di essere la più fortunata della squadra. Almeno io realizzerò il mio obbiettivo di uccidere Hacate” aggiunsi io.


    Ecco perché in fondo il sarcasmo di Dean non era tanto male...non era poi così diverso dal mio.


    Sam guardò prima me e poi Dean “E se avessero ragione?” chiese preoccupato.


    “Piantala Sam. Ne verrete fuori. Dobbiamo solo rimanere uniti” dissi io decisa.


    “Concordo con Miss fortunata. Ora aspettiamo che Cas si riprenda, poi andremo a realizzare il suo obbiettivo...o destino” disse Dean.


    Sorrisi, poi Dean mi guardò sorridendomi a sua volta “Continueremo ad essere una squadra anche dopo che avrai ucciso quella puttana?” mi chiese.


    “Certo che si. A quanto pare i nostri destini sono incrociati Mister fallito spiantato” risposi.
     
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168 replies since 20/11/2009, 13:51   2211 views
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